Intervista Prof Pisante_Big Data agricoli al CREA_La Stampa

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Intervista Prof Pisante_Big Data agricoli al CREA_La Stampa
Il Prof. Michele Pisante, intervistato da
“La Stampa”, parla dello sviluppo
dell’agricoltura di precisione e
dell’affidamento del Mipaaf al CREA del
piano di gestione dei Big Data agricoli
A cura dell’Ufficio Stampa
In futuro più droni e realtà aumentata per
proteggere le coltivazioni
In Italia l’agritech è agli albori: in Piemonte e Lombardia al via le sperimentazioni su
risaie e campi di pomodoro
In Giappone, per le attività di «spraying» sulle risaie, sono già utilizzati 2.500 droni ad
ala rotante. Secondo la prestigiosa MIT Technology Review, i droni agricoli sono una
delle dieci tecnologie applicate emergenti. In Italia ci sono sperimentazioni in corso e
attività già avviate. In provincia di Cuneo, ad esempio, Confagricoltura ha utilizzato i
droni guidati da tecnici dell’Enac per combattere i parassiti del mais. Coldiretti
Lombardia si è inventata la Taf (Tomato Air force) che pattuglia le coltivazioni di oro
rosso fra Cremona, Mantova e Brescia.
Anche Cia e Fedagri-Confcooperative esplorano questa nuova frontiera fatta di sistemi
ottici a terra, pistole che monitorano la temperatura, sensori che rilevano l’infrarosso.
L’agricoltura di precisione è il futuro peccato, però, che «in Italia la sua applicazione è
molto eterogenea e interessa solo l’un per cento della superficie agricola utilizzata»,
spiega il professor Michele Pisante, docente di agronomia a Teramo e responsabile di
Agri-digit. Il progetto del ministero delle Politiche agricole avviato nel 2015 ha
fotografato la situazione esistente - «la filiera più avanzata è la viticoltura e poi ci sono
riso, cereali e zootecnia», spiega Pisante che ha messo a punto le linee guida per
raggiungere l’obiettivo, a dire il vero ambizioso, fissato dal ministro Maurizio Martina:
arrivare entro 5 anni al 10% delle superfici coltivate.
Gli agricoltori, almeno secondo i risultati di una ricerca realizzata da Nomisma alla fine
del 2015, sembrano pronti a fare questo salto. Ecco i numeri: il 43% del campione di
agricoltori coinvolti nello studio conosce i droni e sarebbe interessato ad utilizzarli per
gestire e monitorare le proprie coltivazioni. Solo il 2,1 per cento, però già li utilizza.
Secondo i ricercatori poi c’è il 28% degli intervistati che si dichiara disponibile ad usare
la realtà aumentata per monitorare lo stato di salute delle coltivazioni.
Pisante, però, avverte: «L’agricoltura di precisione è un sistema di gestione integrata
delle diverse tecnologie dove, attraverso il monitoraggio delle variazioni di spazio e
tempo, si gestiscono i fattori di produzione: si decide cioè quando e dove servono e la
dose giusta che deve essere impiegata». In Germania, 5 anni fa, il governo ha messo a
punto «un vero e proprio piano Marshall» sull’agri-tech, racconta il professore. Il piano
del governo italiano parte nel 2015 e attraverso le linee guida vuole adattare le
innovazioni ad un modello agricolo italiano dove le aziende hanno una dimensione
media di 7 ettari. I soldi? Governo e regioni possono utilizzare i fondi per lo sviluppo
rurale e le linee guida sono diventate parte integrante del progetto Industria 4.0. Martina
ha affidato al Crea (il centro per la ricerca economica in agricoltura) il compito di
avviare un progetto per la gestione dei big data agricoli e nei prossimi tre anni a Lodi,
Foggia e Monterotondo dovrebbero nascere tre hub per il trasferimento delle tecnologie
di precisione.