la nostra esistenza, la nostra possibilità di dire il nostro sì Dio: il

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la nostra esistenza, la nostra possibilità di dire il nostro sì Dio: il
n. 1 anno 2015
gennaio/febbraio
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Non ci accontentiamo mai del
presente.
Anticipiamo il futuro perché
tarda a venire, come per affrettarne il corso, o richiamiamo
il passato per fermarlo, come
fosse troppo veloce, così, imprudentemente, ci perdiamo in
tempi che non ci appartengono, e non pensiamo al solo che
è nostro, e siamo tanto vani
da occuparci di quelli che non
sono nulla, fuggendo senza
riflettere il solo che esiste.
Blaise Pascal
La frenesia della vita, le prestazioni che l’ingranaggio della società ci richiede, l’assillo
per arrivare ai traguardi-miraggi che ci vengono imposti,
tutto ci spinge a vivere decentrati dalla profondità del nostro cuore, in una
tensione logorante verso qualcosa che non esiste.
A volte questa corsa è una fuga dalla domanda
profonda sul senso dell’esistenza.
A volte è il desiderio di essere da un’altra parte per
fuggire da dove si è e da ciò che si è.
Le persone soffrono per ciò che è accaduto ieri e
per ciò che potrà avvenire domani, ma in questo
modo si è sempre concentrati in qualcosa che
non esiste, semplicemente perché non si è radicati
nella realtà.
Abbiamo strumenti velocissimi che ci invitano a
correre, ma il nostro cervello non è programmato
per essere veloce e anche il corpo ha bisogno dei
suoi ritmi e delle sue soste.
Mentre ci è offerta l’illusione di raggiungere o
guadagnare chissà che cosa in una corsa continua, veniamo derubati da ciò che di più prezioso
abbiamo: l’attimo presente.
L’ attimo presente è in definitiva ciò su cui si gioca
la nostra esistenza, la nostra
possibilità di dire il nostro sì
Dio: il nostro Amen è adesso,
vive nello spazio dell’ oggi,
non può essere rimandato.
Imparare in un esercizio continuo questa sapienza è concedersi la possibilità di vivere
una pienezza umana, di saper
amare noi stessi, gli altri e le
cose che facciamo.
«Ascoltate oggi la sua voce:
non indurite il cuore» (Sal
94,8).
La Parola di Dio ci invita a
vivere oggi, adesso in questo
momento il nostro ascolto di
Dio.
Le occupazioni vanno curate,
non c’è dubbio, gli impegni assolti e i piedi devono stare ben
radicati in terra, ma il cuore
deve essere sempre rivolto a Dio.
Nella fretta la preghiera diventa impossibile, come
un intralcio che ci fa perdere tempo, mentre è
proprio la qualità della preghiera che determina la
qualità della nostra vita.
L’attimo in cui adesso io sto vivendo è l’unico recipiente in cui poter versare l’amore del nostro cuore,
il peso e la fatica della nostra vita per offrirli a Dio.
Perdere questa occasione è perdere l’occasione di
dare un senso a ogni azione, qualunque essa sia.
Per questo la sapienza della Chiesa ci fa invocare
Maria, chiedendole di pregare per noi peccatori,
“adesso e nell’ora della nostra morte”.
La nostra conversione inizia oggi: adesso, proprio adesso ci rialziamo e volgiamo lo sguardo al
Cielo.
Così hanno vissuto i santi.
DAL DIARIO DI
P.GIOVANNI
Leggevo stamani a Prima il salmo 22, che gusto come un
nettare squisito, e tra tutti i belli è bellissimo.
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla; su
pascoli erbosi mi fa riposare.
Nonostante nemici, contrasti, prove, dolori, agitazioni, il
buon Dio, da pastore per eccellenza, mi guida a pascoli
ubertosi, dove non mi manca nulla.
Io sono la sua pecorina tremante che gli lambisce la
mano da cui mi provengono grazie continue e gli cammino a lato belando e guardandolo spesso.
Ad acque tranquille mi conduce. Mi rinfranca.
L’arsura del terreno deserto non la devo temere, perché
egli ha già scelto per me una bella fonte ombrosa, dove
mi possa riposare: è il suo stesso Cuore, da cui scaturiscono le acque che zampillano sino alla vita eterna.
Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me.
Anche quando scendiamo a fondo valle, tra le ombre
della calante sera, in punti difficili e paurosi, non temerò
alcun male, perché tu sei con me. Ci sei nelle tristezze
angosciose dell’anima, nell’ansia del domani, nelle incomprensioni dei fratelli, nelle persecuzioni di alcuni, nel
dolore del corpo e sempre mi ristori con la tua presenza,
col tuo amore!
Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza.
Anche solo a vedere il tuo bastone di buon pastore mi
rincuoro tutto, perché mi sento sicuro unicamente sotto la
tua guida paterna e amorosa.
Ciò che non proviene da te e non porta a te è un inganno!
Ciò che non scaturisce dal tuo Cuore di Salvatore non mi
Nell’amore c’è uno scambio:
e io questo lo compio istante per istante?
Se le creature non mi considerano, c’è lui che ristora
l’anima mia; se certi fedeli notano solo i miei lati deboli
o creduti tali, e non ponderano l’immolazione quotidiana,
la rinuncia continua in vista del mio apostolato, c’è lui
che ristora l’anima mia; se altri mi ostacolano, convinti
di agire bene, c’è lui.
Mi guida per il giusto cammino, per amore del suo
nome. Gesù mi precede per i sentieri che portano in
alto, e io lo seguo saltellante e felice, perché lo amo e il
suo nome è tutto per me: basta infatti che lo pronunci ed
eccomi consolato.
soddisfa! Ciò che non parla di te sa di nulla!
Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei
miei nemici. Che banchetto meraviglioso mi hai preparato! Il banchetto della tua stessa carne e sangue, e vuoi
che io sia il tuo commensale, ora e nell’eternità
Verrà il giorno in cui parecchi – persuasi com’erano della
mia miseria e indegnità – si scandalizzeranno perché sei
stato tanto generoso con me.
Del resto, o Gesù, non hanno torto, ma tu fai quello che ti
pare, e come puoi trarre figli di Abramo dalle pietre, così
puoi anche fare santo un miserevole come me
I tuoi disegni sono imperscrutabili: a noi non rimane che adorarli e lasciarti fare!
Cospargi di olio il mio capo, il mio calice trabocca.
Sì, le tue delicatezze non hanno fine, come non hanno fondo le mie debolezze.
Eppure – non per mio merito – mi hai chiamato ad essere uno dei tuoi, dei prediletti, ungendomi con l’olio
dell’Ordine e col balsamo dell’amore, per collocarmi tra i principi del tuo Regno.
Il nostro stesso calice ci unisce, perché entrambi diciamo “questo è il calice del mio sangue”:
del tuo onnipotente e puro e del mio impotente e impuro; del tuo che redime e del mio che è redento. In comune
però abbiamo una cosa: che lo spargiamo tutto – volentieri – per i fratelli, a gloria del Padre che sta nei Cieli!
Felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita.
La tua bontà misericordiosa mi segue istante per istante e non verrà mai meno: è proprio sotto l’ombra delle tue
ali che io mi rifugio, certo dell’aiuto e del conforto che provengono dal tuo Cuore e dal Cuore di Maria.
Posso forse desiderare di più e meglio in questa valle di lacrime, in questa povera terra d’esilio, mentre attendo
con ansia di ritornare alla Patria?
E abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni.
Mi si apre davanti la visione del Paradiso, dono gratuito, che sorpassa infinitamente ogni umana aspettativa e
merito e che la delicatezza divina ci ha preparato da tutta l’eternità, per l’amore immenso che porta alla nostra
nullità e miseria.
Là tutto sarà risolto, tutto sarà luce, tutto comprensione e amore per lunghissimi anni!
…
Tu sai che sono fatto per te, ed è inquieto il mio cuore fintanto che non riposa in te!
30 agosto 1967,
meditazioni sul treno
Mi sento un incensiere.
Notte agitata per dolori allo
stomaco e alla testa: pisolini
brevissimi. Alle 4.30 levata.
Così la sofferenza ha fatto
da fuoco e l’amore di Dio
da incenso: il mio desiderio
e abbandono è salito in alto,
in alto…
È bello scandire il tempo minuto per
minuto, e sforzarsi di dare a ogni istante
l’indirizzo di Dio
Le rotaie delle linee assai
frequentate appaiono belle
lucide per l’attrito continuo
dei treni di passaggio:
l’anima diventa tanto più
luminosa, quanto più rimane
schiacciata dalle ininterrotte
umiliazioni e dal dolore, nel
quadro sapiente della volontà di Dio.
La mia nullità è immensa, la mia solitudine spaventosa: eppure la fede mi adagia sul Tutto e mi associa dolcemente alla sua compagnia.
Di giorno in giorno mi affondo sempre più nell’oceano oscuro dell’insensibilità: guardo e non vedo, tendo l’orecchio e non sento, prego e il risultato sembra fallimentare.
Vado avanti sereno nella tempesta, e fiducioso nel buio. Quello che fa paura non è l’essere soli, ma il sentirsi
abbandonati da Dio. Non lo auguro a nessuno questo martirio.
Quanti milioni e milioni di bulloni ci saranno da Genova a Roma infissi nelle traversine? Chi lo sa?
La vita umana è composta di milioni e milioni di secondi.
Al treno bastano pochi bulloni allentati per subire uno spaventoso deragliamento: all’anima pochi istanti di leggerezza per commettere uno sproposito, difficilmente riparabile nelle sue conseguenze.
È passato il controllore.
Ha esaminato i biglietti di tutti con calma meticolosa.
Ciascuno di noi nel viaggio della vita ha il controllore minuto per minuto: la sua coscienza. Non le
sfugge nulla; anche se non parla si fa intendere; è
indipendente dai nostri gusti; ci dice spesso quello
che non vorremmo sentire: ma perché non infligge
multe immediate, alcuni pensano di sottovalutarla e
magari di deriderla.
Il conto però – e con tutti gli interessi – lo pagheremo alla fine!
Com’è monotona la pianura, eppure quant’è preziosa
per l’agricoltura! Ci tiene in vita con le sue migliaia di
tonnellate di grano, col vino che produce in abbondanza e gli animali che alleva generosamente.
Lo stesso avviene per le interminabili monotonie del
dovere quotidiano: quanto pesano, ma come sono
fruttifere per l’anima, purché ci sia una volontà decisa
a tutto e una costanza che non vien meno.
Ne incontro tanti qui sul treno: ciascuno ha scelto liberamente la sua destinazione.
Ne incontro tanti nella vita: stiamo poco insieme nello
stesso… scompartimento. Ognuno sceglie con maggiore o minor cura le sue idee e le sue convinzioni e
quindi si prepara personalmente alla sua eternità.
Lungo la strada ferrata, quanto più un casolare, un albero
è vicino alle rotaie, tanto più
hai l’impressione che ti venga
incontro con la stessa velocità
del treno: eppure sta fermo,
mentre le montagne in fondo
all’orizzonte, nonostante la
rapidità del direttissimo, ti appaiono ben statiche sulle loro
basi.
Così avviene all’anima che si
avvicina a Dio: anche se lei fa
poco, anche se crede di non
muoversi neppure, ci penserà
lui ad attrarla nella sua orbita.
1965
* La vita è una lotta e se non è una lotta rimane
tempo perso.
* Se vuoi riuscire simpatico a Dio, accetta il peso di
tornare antipatico a una buona parte delle creature
che ti circondano.
* Dio, a cui leghi tante volte le mani con le tue
piccinerie, si presta delicatissimo a liberare le tue
dai lacci della colpa.
* Ciascuno di noi è un distributore lungo il
cammino della vita: ce ne sono tanti tipi di
benzina, dalla super all’infima! A noi scegliere la
qualità e poi distribuirla generosamente.
Ma siamo forse dei distributori vuoti?
* La santità è una forza a catena: se un anello si
muove, si muovono tutti!
* I confini del regno di Dio passano per il mio
cuore: quando vinco, resistendo con tutte le forze,
il regno di Dio avanza nelle anime; quando per
disgrazia io cedo, sia pure di poco, il regno di Dio
arretra nelle anime.
* La vita, anche se è un fenomeno individuale, ha
una funzione sociale di edificazione o di
distruzione, a seconda dell’uso che ne facciamo.
* La mia goccia di sangue sul complesso della
società è come la goccia d’olio su ordigni
arrugginiti.
* Quel che conta non è riuscire, ma sforzarsi in tutti
i modi di fare la sua volontà senza mai desistere.
* Non basta soffrire, bisogna soffrire con amore!
L’ANGOLO DELLA CETRA
‘Tis so sweet to trust in Jesus
È cosi dolce confidare in Gesù
William J. Kirkpatrick (1838 - 1931)
Trascrizione Elena Guidi
Questa semplicissima melodia è una trascrizione strumentale dell’Inno del musicista americano William
J. Kirpatrick , conosciuto per aver musicato il celebre canto natalizio Away in a Manger.
Il testo in inglese è un atto di confidenza in Gesù, sulla sua Parola. Abbiamo cambiato la tonalità originale
per rendere la melodia accessibile a tutti i tipi di cetra.
MARIA
Maria è sempre accanto al tabernacolo,
e come potrebbe non esserci lei,
che sul Calvario stava presso la croce di Gesù?
S. Pio da Pietrelcina
LA PAROLA DEL PAPA
Dal messaggio per la quaresima
In questa quaresima il Papa ci dona una preghiera da ripetere con lui
in unione con tutta la Chiesa: ascoltiamolo!
Cari fratelli e sorelle, desidero pregare con voi Cristo in
questa quaresima: “Fac cor nostrum secundum cor tuum”:
“Rendi il nostro cuore simile al tuo” (Supplica dalle Litanie al Sacro Cuore di Gesù). Allora avremo un cuore forte e
misericordioso, vigile e generoso, che non si lascia chiudere
in se stesso e non cade nella vertigine della globalizzazione
dell’indifferenza.
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AVVISI
Ringraziamo tutti coloro che hanno inviato offerte e che in diversi modi continuano
ad aiutare la Fraternità: sentiamoci uniti nel cammino che a volte è faticoso, ma
durante il quale sempre siamo guidati dalla mano amorevole del Padre che è nei cieli.
Per tutti la nostra preghiera.
Quest’anno IL TRIDUO ANNUALE di preghiera sarà tenuto nei giorni 26/27/28
giugno.
Per l’anno 2015 la Fraternità organizza corsi nelle segurnti date:
27 aprile - 2 maggio
1 - 6 giugno
20 - 25 luglio
3 - 8 agosto
cetra - sr Elena Guidi
iconografia - Grazia Sgrilli
cetra
cetra
7 - 12 settembre
cetra
Per informazioni telefonare allo 0571 69482, preferibilmente negli orari 19,45 - 20,45.
Fraternità di Maria Immacolata Madre
Via Torri, 39 - 50050 Iano di Montaione (FI) - Tel. 0571 69482
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Per offerte: ccp 10021194 Iban
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