Numero 7 - Altervista

Transcript

Numero 7 - Altervista
gratuito
lacerbaonline.it ne sa di più. il periodico che esce tutti giorni
Aut. Trib. di Pescara del 1007-1996. Registro stampa
anno 1996 n° 21. Direttore:
Berardo Lupacchini
LACERBA
24 NOVEMBRE 2013 / Numero 7 / Anno XVIII periodico politico culturale sportivo dell’area vestina
Volano rifiuti
(e parole)
A Loreto come a Penne. Per i contribuenti è una stangata continua con Tares.
E un cassonetto fa discutere i pennesi
un luogo
una storia
LA PENNE CURATA
Memorie di un ospedale
loreto
collecorvino
Cadute al cimitero
Chi è MELANIA
PALMUCCI
lacerbaonline.it
lacerba 7/2013
Declino in
bianco e rosso
Lo stile di vita a Penne è da borgo più che da città. Vi tira una brutta aria. Dov’è la sua guida?
PENNE – Mi viene in mente una riflessione: ma non è che l’aria
sia diventata troppo pesante a Penne?Non è che fra debiti vecchi e
nuovi, tasse alle stelle, mala gestio, parcheggi a pagamento, scuola
da spostare e debiti da lasciare ancora in eredità, impianti sportivi
rattoppati, cinema chiuso, abitare in uno dei Borghi più belli d’Italia
stia diventando insopportabile? D’accordo, c’è la solita, maledetta
crisi, ma da queste parti pare che ci sia qualcos’altro. Non che sia
tutta colpa di quest’amministrazione comunale, al solito targata
centro sinistra come da decenni, ma di certo chi governa la cosa
pubblica e i soldi di tutti, ha delle serie responsabilità e deve porsi più di una domanda. Può sembrare banale ma non lo è, perché
è un esempio emblematico. A Penne il calcio è storicamente un
elemento aggregante e che ha rappresentato una comunità. Come a Giulianova o a San Benedetto del Tronto. Lo sarebbe ancora. Rocco D’Alfonso, il sindaco, forse non lo sa: per un trentennio
è stato sempre lontano da Penne. Poco conta anche per un suo
potente assessore, quell’ Ennio Napoletano che è stato dirigente
dell’Amatori Passo Cordone ed ha persino patteggiato una squalifica sportiva per dei contratti poco leciti. Lo stadio Fernando Colangelo, nonostante oggetto da anni di diversi interventi per renderlo
agibile, non si capisce come e perché possa ospitare meno di 100
spettatori. E così la palla rotola in contrada Campetto, stadio che
non piace a nessuno, e l’anno scorso un derby con il Loreto, nonostante ben due stadi, si è giocato addirittura a Pianella. Il sindaco
Rocco D’Alfonso ha mandato a dire ai dirigenti biancorossi, i quali
vogliono tornare al vecchio campo, che lui le responsabilità per la
sfera non se le prende. Cioè firmare ordinanze per consentire di
volta in volta un maggiore afflusso di pubblico non rientra fra i suoi
desiderata. Ecco, non gli si chiederebbe di fare qualche fesseria, gli
basterebbe però poco restituire quello stadio ai pennesi che capirebbero da che parte sta e di che pasta è il primo cittadino. Invece
spostare una scuola, cambiare cioè il volto di una città, attraverso
un’operazione discutibilissima in cui solo dopo un quarto di secolo il
Comune diverrebbe proprietario dell’immobile, sborsando svariati
milioni di euro, induce il centro sinistra cittadino a lanciarsi in una
guerra di religione e in una corsa ad ostacoli. Spericolata. Il cinema è chiuso per alcune prescrizioni tecniche inderogabili imposte
dai vigili del Fuoco. Si dirà: il Comune che può fare?L’immobile è
privato, le leggi sono quelle. Sicuro che l’amministrazione abbia
solo le mani legate? Mentre scriviamo non si sa ancora dove far
svolgere la cerimonia finale del Premio Penne. Non c’è uno spazio
adeguato. Ma intanto a Penne lo stile di vita, con un commercio
in gravissima crisi, peggiora ogni giorno. Forse di questo il sindaco
ed i suoi sodali del partito democratico dovrebbero interessarsi. In
poche parole: servono leadership, carisma, senso pratico, guida.
B.Lup.
Associazione Culturale Progetto Domani Via Fiorano 65014 Loreto Aprutino / Telefono +39 085 8208880 www.lacerbaonline.it / [email protected] /
Aut. Trib. di Pescara del 10-07-1996. Registro stampa anno 1996 n° 21. Direttore Berardo Lupacchini / Editore Gianluca Buccella / Vice Direttore Vicario Claudia
Ficcaglia / Le Firme Candido Greco, Gianfranco Buccella, Gianni Cutilli, Mauro Soccio / Redazione Jaques De Molay, Jennifer Di Vincenzo / Foto A Cura Di Loreto
Buttari, Achille Rasetta / Web e Grafica www.hermes-agency.com / Tipografia Arti Grafiche Picene / Lacerba viene distribuita a Penne, Loreto, Pianella, Civitella
Casanova e Collecorvino Stazione
PER LA VOSTRA PUBBLICITA’: [email protected] / jennifer di vincenzo +39 339 7585454 / gianluca buccella +39 3939701736
3
lacerbaonline.it
lacerba 7/2013
Un luogo, una storia
La Penne Curata
Quando diventò il San Massimo
l’unico ospedale. In attesa di un
restyling annunciato da anni
di Berardo Lupacchini
PENNE – Il primo ospedale cittadino non
era dedicato a San Massimo e non aveva l’attuale sede, ovvero l’ex monastero
di Santa Chiara che dal 1912 lo ospita, da
quando cioè si decise di trasferirvi quello
che era diventato l’ospedale distrettuale di
Penne. PORTA MARZIA O DELL’OSPEDALE. “In fondo alla via, che dalla chiesa parrocchiale di San Panfilo mena direttamente
verso la strada esterna di circumvallazione,
c’è un fabbricato, che era l’ospedale civile.
Una volta era congiunto alla porta urbana mediante un arco, che toccava il muro
dell’orto di casa Francia e fu abbattuto
quarant’anni or sono, non tanto per dare
aria e luce in più copia ai prossimi locali e
alla via, quanto pel comodo di pochi cittadini”. Giovanni De Caesaris, attento cronista
e scrittore, apre così nel 1929 il suo viaggio a ritroso, dal 1334, su come e dove a
Penne si curavano gli infermi. Quella porta, Marzia o di Marte, annota De Caesaris,
aveva importanza straordinaria perché il
nome romano, mitologico, riconduceva
a due millenni della storia cittadina e, rispetto alla toponomastica, era il maggior
segno, la più chiara prova dell’antichità di
Penne. Si chiamava dunque porta Marzia o dell’Ospedale. L’ospedale è al primo
piano composto di un dormitorio, tutto a
sud, che contiene dieci, dodici lettini e varie stanze; al secondo piano ci sono alcune
camere per le suore della Carità, una sala
per il consiglio direttivo e un piccolo mendicicomio, dove i vecchi ricoverati potevano
accedere anche dall’esterno, grazie ad una
gradinata che saliva quasi dritta accanto
alla porta urbana, all’estremità del fabbricato stesso. Nel 1811, l’ospedale dispone
di quindici vani, sparsi in due fabbricati, ed
un orticello. Due edifici: l’uno, l’ospedale di
San Massimo, l’altro forse di santa Monaca. C’è una cappellina, prima del dormitorio,
dedicata al santo protettore cittadino. MA
PRIMA QUANTI LUOGHI DI CURA. Eppure il
primo ospedale di Penne non si chiamò dal
patrono. Nel 1334, si apprende di un lascito
a favore di tre ospedali (San Nicola dei Ferrari, Santo Spirito e San Lazzaro dei lebbrosi) voluto da Angelo di Amoroso. Quasi ogni
confraternita cittadina finisce per avere un
ospedale nella prima metà del XIV secolo, e
allora: San Nicola dei Ferrari, Santo Spirito,
Santa Maria della Misericordia, San Simome e San Massimo, il quale assume quello
di Santa Maria della Misericordia. Nel XVI
secolo anche la compagnia di Santa Monaca ne ha uno. Nella seconda metà del 1600,
la compagnia di San Massimo è rimasta da
sola nell’opera di bene sociale e l’omonimo
ospedale l’unico. E’ qui che si accoglieranno
nei decenni successivi i malati di peste e di
altre malattie contagiose. IL SAN MASSIMO DIVENTA DISTRETTUALE. Nel 1807,
con il governo di re Giuseppe Bonaparte, ci
fu il controllo di tutte le amministrazioni. Il
governatore ( o presidente) dell’ospedale,
il socio, l’assistente e l’aiutante vengono
nominati dal consiglio comunale. E, a capo
dei luoghi pii, c’è una commissione amministrativa di pubblica beneficenza, scelta
dal decurionato, ed è quindi compresa la
compagnia del principale protettore, San
Massimo. Ma intanto l’ospedale così com’è
appare insufficiente. C’è bisogno di riorganizzarlo. Lo sa persino re Ferdinando II
di Borbone che, con decreto dell’ottobre
1831, dispone la sua riorganizzazione. Due
mesi dopo, il presidio passa anche distrettuale. I Comuni vicini devono contribuire,
ma non sempre lo fanno. Comunque i lavori di ristrutturazione sono necessari. Se
ne fanno carico il cavalier Massimo Castiglione e il barone Giovanni Aliprandi. La
costruzione dei nuovi locali, insieme con i
restauri, è affidata a Giuseppe Mazzella. Un
cantiere che però procede con lentezza. Se
ne sostiene la spesa, annota De Caesaris,
varie volte: dal 1833 al 1836 per 5633,73
ducati, mentre dal 1840 al 1844 ne servono altri 3.072,71 per i pezzi d’opera. I malati vengono nel frattempo ospitati nelle
In alto resti della vecchia Porta
Marzia; accanto: interno dell’ospedale
stanze del soppresso convento di Sant’Agostino. L’inaugurazione dell’ospedale così
ampliato avviene davanti al prefetto, nel
1843. ECCO SANTA CHIARA. Ma già nel
1859 ci si accorge che l’ospedale è troppo
piccolo e inadatto ad accogliere i malati.
L’occasione di migliorare la situazione arriva una trentina di anni dopo, quando resta
deserto il Monastero di Santa Chiara con i
suoi 106 vani. Per l’immenso immobile, è
immediato l’interesse dell’amministrazione della Congrega di Carità che si attiva con
Comune, Provincia e Governo. La sorte dà
una mano alla città. Muore donna Luisa De
Sanctis: lei, teramana di origine, lascia alla
Congrega tutto quanto ereditato dal marito, Pasquale Del Bono, affinché ne faccia
un orfanotrofio femminile. Ne deriva che
dalla Congregazione di Carità dipendono
l’ospedale, l’orfanotrofio, il mendicicomio,
il brefotrofio, l’istituto elemosiniere e il
monte delle orfane ai quali si aggiungono
il dispensario di igiene sociale Giacomo
Acerbo e la Cassa di prestanze. Si arriva
al 1912: c’è il trasferimento dell’ospedale
e poco dopo cominciano i lavori di riattamento sotto le presidenze della Congrega
dapprima del conte Ferdinando Castiglione, poi dell’agricoltore Giuseppe Di Silvestro, eletto dall’amministrazione comunale
socialista. “E però da lui, come da altri nel
passato, grave danno ha subito l’infelice
città nostra”: lo scriveva Giovanni De Caesaris già allora.
5
6
lacerba 7/2013
lacerbaonline.it
lacerbaonline.it
lacerba 7/2013
Bilancio di sinistra?
Macché
di Matteo Tresca, consigliere comunale di minoranza
L’AMMINISTRAZIONE METTE ALCUNE TOPPE MA
LA SOSTANZA NON CAMBIA, PENNE E’ IN DECLINO E MANCA LA VISIONE PER RIPARTIRE
“Da Livorno a
Portoferraio”: la
corale Di Jorio
al teatro di Atri
Il 14 e 15 dicembre prossimo, nella suggestiva cornice del Teatro Comunale di Atri, il Coro
“Antonio Di Jorio” porterà in scena la divertente
operetta “Da Livorno a Portoferraio”, composta
nel 1917 da Antonio Di Jorio per il Teatro dei Riuniti di Siena. Le scene, con gli attori in costumi
d’epoca, saranno accompagnate da una grande
orchestra formata da venticinque professori e
diretta dal Maestro Concezio Leonzi. E’ possibile acquistare i biglietti presso il botteghino del
Teatro Comunale di Atri, tutti i giorni dalle ore
10,30 alle 12,30. Gli spettacoli avranno luogo
sabato 14 dicembre alle ore 21 e domenica
15 dicembre alle ore 17,30. Il Coro “Antonio di
Jorio” con questa iniziativa si conferma punto di
riferimento importante del panorama culturale
e artistico abruzzese.
Alessio Turchi
La discussione sul bilancio di previsione del comune di Penne
quest’anno è in realtà un pre-consuntivo visto che siamo ormai
alla fine del mese di novembre. Discutiamo di un bilancio particolare, con poca chiarezza sulle normative e con lo svuotamento
di competenze dei consiglieri comunali ridotti al ruolo di notai per
decisioni prese altrove. Lo dimostra anche la limitata discussione
politica, nonostante le proposte avanzate dalle forze politiche ed
i diversi emendamenti di merito presentati. C’è la consapevolezza
che il Comune si è trovato ad avere enormi difficoltà a predisporre
il preventivo per l’assenza di dati certi relativi alle entrate: situazione ancora più incerta per effetto della decisione del Governo di
sospendere il pagamento della rata IMU per l’abitazione principale senza indicare in modo chiaro le entrate compensative per
i Comuni e senza fornire risposte ai problemi di liquidità che si
sarebbero determinati. Proprio per questo occorreva assumere
decisioni nette capaci di dare respiro all’economia cittadina. Sulle scelte di fiscalità locale, ad esempio, era necessario bloccare
i paventati aumenti di tutti i tributi e tariffe tenendo conto della
situazione di particolare difficoltà delle famiglie e delle imprese.
Avevo proposto di applicare un’aliquota agevolata per le abitazioni affittate a canone concordato e di introdurre anche un’aliquota
di vantaggio per i locali commerciali e artigianali affittati a canone
concordato con un coinvolgimento nella sperimentazione di tutte le associazioni interessate. Il complesso delle misure e degli
orientamenti proposti avrebbe consentito in modo concreto, fra
straordinarie difficoltà, di fornire risposte, pur parziali, al disagio
crescente di tante famiglie e imprese. Da parte dell’amministrazione vi è stato solo un timido tentativo di venire incontro alle esigenze delle giovani coppie nel centro storico e poco altro. L’attuale maggioranza ha superato ormai la metà della consiliatura, mi
sarebbe piaciuto confrontarmi sulle scelte necessarie per aiutare
la nostra città ad uscire dal triste declino degli ultimi anni. Invece ancora una volta devo constatare che è solo un bilancio che
mette in fila un’insieme di cifre. Manca di progettualità, di scelte
di fondo, di idee e di coraggio. Questo fa capire in che modo si
intendono governare ed amministrare i beni comuni. Avrei voluto
dire: “Ecco finalmente un bilancio di sinistra!”, o anche di centrosinistra... invece niente. La mancanza di una visione di città porta
l’amministrazione a mettere alcune toppe, anno dopo anno, per
far fronte alle esigenze legate al rispetto del patto di stabilità ed
agli altri parametri contabili. Ciò senza che vi sia una reale prospettiva di cambiamento. PenneSì ha proposto una linea da seguire attraverso una serie di emendamenti al bilancio che riguardano lo sviluppo del centro storico, le politiche giovanili, il turismo,
la scuola, la cooperazione ed il sociale con l’intento di stimolare le
forze di governo cittadine a cambiare rotta. Per ora invece l’amministrazione continua a portare avanti una politica di bilancio
priva di uno sbocco che non sia il tirare a campare, una sorta di
galleggiamento che si regge su misure tampone (di volta in volta
diverse, il piano della sosta, l’aumento dei tributi, le alienazioni,
ecc.). L’auspicio è che anche attraverso il contributo e le proposte
dell’opposizione, possano essere affrontate e risolte alcune scelte di fondo in modo da fornire le risposte necessarie al sempre più
urgente rilancio della città e ai bisogni concreti dei cittadini.
7
lacerbaonline.it
lacerba 6/2013
BRIONI e
le maglie perfette
Numeri da punta di diamante del gruppo per la Roman Mode.
Come e perché i suoi lavoratori incassano 2.700 euro annui in più
CIVITELLA CASANOVA - Sono trentatre,
di cui venti operai, ma possono essere
soddisfatti di come vanno le questioni
lavorative. Si tratta dei dipendenti della Roman Mode srl, l’azienda punta di
diamante (utile milionario nel 2012) del
gruppo Brioni con sede a Santa Maria
Mirabello di Civitella Casanova, dove si
producono maglie per una clientela maschile di lusso, che possono contare su
un contratto aziendale che integrerà lo
stipendio base con circa 2.700 euro lordi all’anno; un patto che li accomuna ai
colleghi pennesi della Roman Style. Ne
danno notizia i rappresentanti sindacali
unitari Simone Desiderio e Marcello Zappacosta, insieme con Leonardo D’Addazio della Femca-Cisl, unica organizzazione sindacale presente nello stabilimento
vestino. Il contratto integrativo, firmato
dalla direzione aziendale rappresentata
da Mario Morelli e Pierpaolo Petrucci con l’assistenza di Fabio Scalzini per
Confindustria, prevede un premio annuale legato alla presenza di 525 euro,
penalizzato solo dalle assenze per malattia: il premio sarà erogato nel prossimo mese. C’è poi l’indennità sostituiva di
mensa che, considerando mediamente
22 giorni lavorativi ogni mese, integra
lo stipendio di 100 euro netti. Non solo.
A tutti e venti gli operai addetti direttamente alla linea produttiva (oltre ad essi
in organico figurano 8 impiegati, un dirigente e quattro definiti altri), viene attribuito un extra non assorbibile di 40 euro
al mese valido anche ai fini dei contributi
pensionistici, trattamento di fine rapporto e tredicesima. “Una voce importante,
se pensiamo che equivale di fatto ad un
miglioramento del livello retributivo del
contratto nazionale che si aggira sui 50
euro”, osserva Leonardo D’Addazio. A
tutto ciò va aggiunta la conferma di una
serie di agevolazioni in campo sociale da
un anno già in vigore alla Roman Mode
e che ricalca quelle della Roman Style
di Penne, e cioè: 250 euro di voucher, il
totale rimborso del trasporto pubblico,
quello per gli asili nido e del doposcuola
per i figli dei dipendenti nella misura del 50% e
fino al decimo anno di età. Significativo appare
anche l’intervento aziendale che completerà il
contributo fino al 2,5% per gli iscritti alla previdenza complementare di Previmoda: ne deriva
un vantaggio per il lavoratore pari a 200 euro
all’anno. La Roman Mode srl è controllata dal
socio unico Brioni spa ed è amministrata da
Francesco Pesci e Luca Trabucco. Ha un capitale sociale di 1 milione 275 mila euro, ha chiuso
il bilancio 2012 con un utile di 2 milioni 240 mila euro (destinato a riserva straordinaria), grazie a ricavi per 16 milioni 876 mila euro. E dire
che lì in quell’opificio, acquistato all’asta, aleggiava lo spettro della Quattro Stelle, la fabbrica
di pannolini fallita con mille sospetti di truffe e
che aveva sede a Penne.
Berardo Lupacchini
I sindacati mettono
i paletti ai francesi
Esuberi
SOFT o
GUERRA
PENNE - Sul futuro dei 60 esuberi, di cui
52 lavoratori abruzzesi e vestini soprattutto, i sindacati chiedono garanzie precise
alla Brioni, la ben nota casa di moda del
gruppo Kering (già Ppr). I costi indiretti del
ciclo produttivo vanno ridotti e ciò significa
che a rischio stavolta sono gli impiegati, in
particolare. “Il confronto sugli esuberi che
l’azienda dichiara e che noi contestiamoaffermano Cgil, Cisl e Uil e la rappresentanza sindacale unitaria di Penne e di Monte
bello di Bertona- deve essere aperto e non
blindato sui suoi numeri. Lo squilibrio è
stato creato da Brioni che ha assunto indiscriminatamente durante il processo di
mobilità degli operai. Quindi, chiediamo:
assenza di espulsioni indiscriminate che
determinerebbero conflitti sociali pesanti.
Poi- aggiungono Domenico Ronca, Leonardo D’Addazio e Luca Piersante- vi sia
l’apertura di una mobilità incentivata con
il solo requisito della non opposizione al
licenziamento, se ciò non dovesse essere
sufficiente possiamo discutere sull’utilizzo
di un diverso ammortizzatore sociale, per
un numero limitato di lavoratori, che venga
individuato con criteri oggettivi sulla base
di quelli indicati dalla legge 223 del ’91, e
che prioritariamente, intervengono sull’anzianità di servizio e sul carico di famiglia.
Un ammortizzatore sociale finalizzato alla
riqualificazione dei lavoratori ed al loro riutilizzo in azienda alla fine del percorso;
integrazione dell’assegno Inps fino a concorrenza del 100% del reddito percepito da
ogni singolo lavoratore”. I sindacati vogliono
anche conoscere il piano industriale, dopo
quello commerciale, per dare certezze nel
lungo periodo ai lavoratori e per evitare che
si riparli di esuberi. Francesco Pesci, timoniere di Brioni (commercializza il marchio) e
di Roman Style (uomini e mezzi produttivi),
rassicura: parla di un buon 2013 e di un
2014 di forte accelerazione.
9
10
lacerba 7/2013
lacerbaonline.it
NEI
CASSONETTI
E’ STANGATA
CONTINUA
Dopo il rincaro del 46%
del 2011, ora arriva
Tares. Un tributo con
famiglia a carico
PENNE – Una famiglia di tre persone che
vive in un appartamento non del centro
storico di circa 100 mq. Nel 2012 pagava
di tassa rifiuti, l’ex Tarsu, 267 euro, ma che
con il nuovo tributo sull’immondizia per
quest’anno ha un conto più salato di 75 euro, oltre il 28% in più. Saldo finale a dicembre,
dopo il passaggio in consiglio comunale del
regolamento e delle tariffe, di poco meno
150 euro. Certo, non tutto il tributo andrà
al Comune: quella famiglia finirà per versare infatti 30 euro allo Stato e 10,7 euro alla
Provincia come adizionale. Effetto Tares,
dunque. Eccolo infatti al debutto il tributo
su rifiuti e servizi, il famigerato Tares. L’amministrazione D’Alfonso l’ha deliberato ed
ha promesso sconti ad esempio alle giovani
coppie (anche di fatto) residenti nel centro
storico e alle famiglie più numerose, quelle
più penalizzate. Un aumento significativo
delle bollette: per l’ente un incasso previsto
di 1.886 mila euro finalizzato a coprire per
intero il costo del servizio. Un servizio che
l’amministrazione D’Alfonso intende rendere migliore dal nuovo anno con una raccolta
differenziata porta a porta di cui dovrà occuparsi il nuovo gestore dei rifiuti. Ma intanto
adesso una famiglia di due persone pagherà una tariffa fissa di 0,88 euro per metro
quadrato cui si aggiunge quella variabile
pari a 213,16 euro; a tutto ciò si sommano
la quota di 0,30 euro a mq. che andrà allo
Stato e il 5% calcolato sul tributo complessivo, ma destinato alla Provincia. A Penne la
vecchia Tarsu, era già stata aumentata del
46% due anni e mezzo fa dall’attuale governo cittadino e portata da 1,71 euro a metro
quadrato a 2,50 euro. Per il Tares cambia il
discorso poiché valuta, oltre all’immobile,
anche la grandezza della famiglia: più è ampia e più paga perché produce più rifiuti. Per
un nucleo di 3 componenti si pagherà una
tariffa fissa di 0,95 euro a mq. più 232,11
euro di tariffa variabile, oltre a euro 0,30 a
mq. per l’erario e il 5% alla Provincia. Una
famiglia di 4 persone parte da 1,02 euro di
tariffa fissa a mq. incrementata dalla quota
variabile di 286,58 euro, 0,30 euro a mq. allo Stato e il 5% alla Provincia. Un’abitazione
dove vivono 5 persone è costretta a pagare
1,03 euro a mq. più 364,74 euro, più 0,30
euro a mq. e il 5% alla Provincia. Va ancora
peggio ad un nucleo da sei o più componenti: tariffa fissa di 0,99 euro a mq. e tariffa
variabile invece di 422,77 euro, oltre alla
quota statale e provinciale. Per le utenze
non domestiche, la stangata è per ristoranti
e bar: per i primi, 3,85 euro a mq. di tariffa
fissa più 8,06 euro a mq. per quella variabile, più euro 0,30 a mq. allo Stato e il 5% alla
Provincia; per un bar o una pasticceria 3,58
euro a mq. di tariffa fissa, oltre a 7,29 euro a mq. della variabile, oltre al resto. Dopo
gli acconti sull’80% della tassa rifiuti 2012,
entro dicembre al Comune, via Soget, bisognerà saldare il conto.
RIFIUTI INGOMBRANTI
Un cassonetto spostato e che ora occupa
un posto auto, uno dei pochi non a pagamento, in via Caselli. E’ posto sotto l’abitazione del sindaco: un’agevolazione al primo cittadino o, come qualcun altro pensa,
il tentativo di fargli arrivare cattivi odori?
lacerbaonline.it
lacerba 7/2013
Volano rifiuti e parole
Accuse reciproche tra Giovanetti e Starinieri.
Loretesi salassati per Tares.
LORETO APRUTINO – Un Consiglio Comunale così “rissoso” sotto l’aspetto verbale
e dai toni usati, non si era mai svolto nella
vita amministrativa di Loreto. Neanche le
migliori performance del consigliere Alberto Cerretani, nei suoi dieci anni di consiliatura, hanno raggiunto i livelli di tensione
che si sono visti nell’assise di lunedì 11 novembre, tant’è che ad un certo punto la seduta è stata
sospesa dal
presidente
del Consiglio
Comunale.
Il tema clou
della serata
era l’aumento del TARES,
pagato, dai
loretesi, nel
2013 il 50% in
più rispetto al
2012. Starinieri e Giovanetti si sono puntati a vicenda l’indice per
il salasso finanziario che sarà praticato ai
cittadini loretesi, usando parole pesanti e
toni esasperati. Il primo cittadino ha ricordato più volte all’ex sindaco Giovanetti che
era lui il delegato all’igiene urbana e che a
causa della sua incapacità non si era preoccupato, a marzo 2012 data di scadenza
del contratto con l’Ecologica srl, di predisporre un bando pubblico per il servizio di
raccolta e smaltimento rifiuti dovendo, necessariamente, prorogare il contratto alla
stessa società con costi elevati per tutta
la collettività. Dal canto suo Giovanetti ha
rammentato a Starinieri che lui e la maggioranza che lo sosteneva hanno prima
bocciato il bando tra Comuni associati che
prevedeva il servizio in questione e che poi
hanno bocciato il bando pubblico, emanato
qualche mese dopo dal Commissario Prefettizio. “ La colpa è di entrambi – dice Cerretani – da una parte Starinieri è responsabile sotto l’aspetto politico in quanto lui
sosteneva il
governo Giovanetti, mentre l’ex sindaco ha gestito
superficialmente la problematica
non preoccupandosi alla
scadenza del
contratto nel
2012. Questo
problema lo
posi, nel 2011
un anno prima della scadenza dell’affidamento del servizio, al primo consiglio comunale avvertendo la maggioranza Giovanetti che tra le tante cose il problema del
servizio di raccolta rifiuti era la cosa più importante da affrontare, ma puntualmente
non sono stato ascoltato. Questa faccenda
pesa ulteriormente considerando anche il
fatto che il servizio affidato ad Ecologica
dall’ex sindaco Passeri è costato alle casse comunali 300 mila euro in più all’anno e
con le diverse proroghe fatte da Giovanetti
e con l’aumento avvenuto nel 2013, abbiamo bruciato in due anni 700 mila euro.”
Fatto sta e che una famiglia media con
un’abitazione di 140 metri quadri, fino all’anno scorso pagava 300 euro
quest’anno arriverà a sborsare almeno
il doppio: 600 euro. Il conto sarà salatissimo anche per i nuclei famigliari
numerosi in quanto il TARES applica il
principio che paga chi produce più rifiuti.
Per l’anno prossimo, aspettando l’affidamento del servizio alla vincitrice del
bando, le tariffe scenderanno notevolmente tornando ai livelli degli anni precedenti, ma qualcuno già scommette
che a dicembre ci sarà qualche ricorso
al TAR da parte di quelle società che il
bando lo hanno perso, facendo ulteriormente prorogare l’attuale servizio
all’Ecologica srl con la conseguenza che
il TARES resterà anche nel 2014 pressocchè uguale.
13
14
lacerba 7/2013
lacerbaonline.it
Vi spiego il perché
Tutto sul tributo per i rifiuti. Parla il sindaco.
Starinieri: tariffe solo per quest’anno.
“Io mi assumo tutte le responsabilità in merito alla TARES – dichiara il primo cittadino Gabriele Starinieri – ma tengo ad evidenziare
l’incapacità dell’ex sindaco Giovanetti di mettere in atto con tempestività e collegialità un’azione amministrativa incisiva per espletare
una nuova gara di appalto. Questa è la ragione principale per cui la
TARES andrà ad incidere pesantemente sulle tasche dei cittadini. Ma passiamo ai fatti: il gruppo consiliare Italia dei Valori (IDV) al
quale appartenevo, organizzò il 30 novembre 2011 un’assemblea
pubblica i cui argomenti erano la variante PRG e l’imminente scadenza del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti urbani. Giovanetti
intervenne in assemblea dichiarando che ultimato lo studio di fattibilità proponeva l’ appalto associato con altri dodici comuni. Purtroppo molti consiglieri di maggioranza non condividevano la scelta
e rimarcavano che la scadenza ormai imminente, febbraio 2012,
non avrebbe consentito percorsi alternativi alla gara di appalto diretto. Sempre lo stesso gruppo IDV presentò il 21 febbraio 2012
un documento politico programmatico, con il quale si sollecitava la
disdetta alla MARV, l’uscita dalla RISCO e, visto che non era ancora
bandito l’appalto, bisognava, ed allora era ancora possibile, chiedere
la proroga a condizioni migliorative economiche e di qualità. Mi preme ricordare che la disdetta alla MARV fu tra i primi interventi del
Commissario Prefettizio che, dopo aver approvato il bilancio, pubblicò il bando di gara per un nuovo appalto (12 dicembre 2012). Inoltre, faccio presente che la RISCO è stata posta in liquidazione così
come deliberato nel rinnovato Consiglio Comunale del luglio 2013.
Però Giovanetti, in campagna elettorale, ha sostenuto che la responsabilità del mancato affidamento del servizio di raccolta rifiuti, era della maggioranza che lo sosteneva che prima non volle
approvare in Consiglio il bando tra Comuni associati e poi il bando
pubblico. Nel marzo 2012 Giovanetti fece una ordinanza sindacale alle condizioni fino ad allora in atto, dimenticando il ” manifesto
giallo” pubblicato, da lui stesso nel 2008, in qualità di segretario PD.
Intanto con la lentezza decisionale che lo contraddistingue, portò
l’amministrazione a non prendere decisioni in merito alla partecipazione all’associazione con gli altri comuni che scadeva a metà giugno, arrivando così all’inutile Consiglio Comunale del 10 Luglio, dove
alcuni consiglieri si videro costretti non partecipare alla seduta ed
altri si unirono al voto contrario dell’opposizione. Tengo a precisare
che il nostro Comune, avendo oltre cinquemila abitanti, non era tenuto ad associarsi, né era dimostrato nessun vantaggio economico derivante dall’appalto associato tant’è che tutti i Comuni hanno
proceduto poi singolarmente al servizio. Intanto, passavano i mesi e
Giovanetti in data 10 ottobre 2012 rassegnò le proprie dimissioni da
Sindaco. Su pressione dei consiglieri di maggioranza, per evitare guai
amministrativi al nostro Comune e a lui personalmente, il 14 ottobre
fu convocata la commissione per l’approvazione delle tariffe, al fine
di compiere gli atti preliminari al bilancio comunale e, qualora il Sindaco dimissionario non si fosse ravveduto, permettere al Commissario Prefettizio l’approvazione del bilancio. Da questi ritardi deriva
l’emissione dei ruoli TARSU 2012 solo a gennaio 2013, costringendo i cittadini a pagare TARSU 2012 e TARES 2013 contemporaneamente. Va precisato, che mentre il Sindaco dimissionario si divertiva
a fare numeri al Supercinema Teatro, non aveva i numeri in Consiglio
Comunale e pertanto fu respinta la sua proposta di appalto preconfezionato non si sa da chì. Successivamente ci fu una riunione dove si
invitava il Sindaco dimissionario a tornare sui suoi passi per consentire la conclusione dell’iter del PRG. Non ritirò le dimissioni lasciando
che fosse il Commissario Prefettizio ad approvare bilancio e Piano
Regolatore, dimostrando così che era lui a lasciare il paese in balia
delle onde e non la sua maggioranza.Fu chiaro che al cinema Giovanetti aveva lanciato la campagna elettorale per le future elezioni.
Comunque sia alla fine della fiera le tariffe aumentano del 50 per
cento. La TARES prevede tre componenti: la prima destinata alle
casse del Governo ed è di 30 centesimi al metro quadro (la famosa
tassa per i servizi indivisibili); una relativa ai metri quadri di superficie; la terza legata al numero degli occupanti per abitazione ( il principio della legge è quella che paga chi inquina di più). Riguardo alle
attività produttive, la tassa si compone di una quota fissa ed una variabile in base ad alcuni indici stabiliti dal Decreto. La differenza con
la TARSU é che la TARES prevede la copertura del 100 per cento da
parte dei cittadini. Lo scorso anno la raccolta e lo smaltimento hanno avuto un costo di circa 1 milione 260 mila euro, di cui 960 mila
pagati direttamente dai cittadini; il 14% a spese del bilancio comunale, lasciando scoperti alcuni debiti che quest’anno necessariamente
dobbiamo estinguere. Nel 2013 pagheremo la tassa sui rifiuti per un
importo pari a 1 milione e 645 mila euro che comprende la raccolta,
lo smaltimento e maggiori costi pari a 190 mila euro, in cui sono
anche compresi l’adeguamento ISTAT dovuto sin dal 2008, più qualche altro debito da saldare entro l’anno. Va precisato che i 140 mila
euro di detrazioni a vantaggio di alcune categorie vanno considerati
nella spesa totale e quindi a carico dei contribuenti. Tutti gli insoluti
emersi non sono mai stati formalmente contestati da Giovanetti.
Queste tariffe valgono solo per il 2013? Si perché il Governo non ha
ancora deciso che tassa si pagherà l'anno prossimo, ma spero che
parta al più presto il nuovo appalto che si prevede più vantaggioso.
Fatte le tariffe adesso il bilancio di previsione 2014. L’amministrazione ha già svolto gli atti preliminari, pertanto prevedo che
entro i primi giorni di dicembre il bilancio arriverà in Consiglio per
l’approvazione. Abbiamo fatto quadrare i conti, sappiamo che ci
sono debiti fuori bilancio e, lasciando da parte quelli derivanti da
sentenze definitive, sono in attesa delle istruttorie dei responsabili di settore affinché i debiti possano essere portati all’attenzione del Consiglio Comunale per una eventuale riconoscibilità.
Ci racconti di cosa vi siete occupati in questi primi mesi di amministrazione. Nei primi mesi abbiamo pensato molto alla viabilità,
cercando di migliorarla il più possibile. Da novembre abbiamo assunto, tramite agenzia interinale, tre operai per un periodo di due
mesi allo scopo di incrementare la manutenzione del patrimonio
comunale. A breve partirà la ricostruzione della strada di Via Gerardo
Rasetti finanziata dal Genio Civile, dall’ACA e dal Comune. Stiamo
ripristinando la funzionalità della Sala Polivalente e approntando
molti lavori nelle scuole. A proposito, colgo l’occasione per lanciare un appello: con l’arrivo della nuova dirigente scolastica, Dott.
ssa Lorella Romano, sono emerse delle criticità nel funzionamento delle scuole, pertanto invito le famiglie a partecipare alla riunione del 27 novembre al fine di approdare a soluzioni condivise.
Il gruppo dell’IDV, di cui lei faceva parte, ha fatto la scelta di aderire
al Partito democratico. In occasione del recente congresso del PD,
gran parte del gruppo IDV, insieme ad altri cittadini simpatizzanti ha
aderito al Partito Democratico. Personalmente ritengo importanti i
contenitori politici ma anche i contenuti, pertanto la mia formazione, riformista e progressista, può trovare all’interno del Partito Democratico le basi per un sano confronto politico con le diverse anime
della maggioranza ma soprattutto con le altre formazioni politiche
che non siano cartelli elettorali.
16
lacerba 7/2013
lacerbaonline.it
PIOVE SUL BAGNATO
INASCOLTATE LE VECCHIE RICHIESTE DI AIUTO
LORETO APRUTINO – Oltre ai danni causati dal maltempo che nei giorni scorsi ha
interessato i comuni dell’area vestina ci
sono anche quelli generati dalla cattiva
gestione del territorio da parte degli Enti
Pubblici. Le foto testimoniano i danni subiti da due cittadini loretesi che da tempo
sollecitano la pubblica amministrazione
ad intervenire. Purtroppo un vecchio proverbio recita: “Non c’è peggior sordo di chi
non vuol sentire” e così, nostro malgra-
do, prima o poi le cose accadono. Corrado Coletta già dieci anni fa si rivolse alla
Prefettura di Pescara e alla Provincia per
segnalare che in caso di forte pioggia l’acqua, proveniente dalla strada provinciale,
invade i terreni adiacenti la sua abitazione, creando una situazione di pericolo
per i residenti della zona. Infatti nei giorni
dell’emergenza sono stati costretti ad abbandonare il proprio domicilio alle due di
notte, a causa della frana che poi ha inva-
so l’area circostante l’immobile. Analoga
situazione presso l’abitazione di Pierluigi
Di Mascio dove fango e acqua hanno invaso i locali commerciali della sua attività,
creando danni per oltre 50 mila euro. Per
la mancanza di cunette ai bordi della strada comunale, l’acqua che scorreva lungo
la strada brecciata ha invaso i suoi locali.
Anche in questo caso Di Mascio da anni
segnala il pericolo al Comune di Loreto
Aprutino ma nulla è stato fatto.
lacerbaonline.it
lacerba 7/2013
FOBIE DA INGRESSO
E DA DEFLUSSO
di Jacques De Molay
Nell’ultimo numero del Lacerba abbiamo
intervistato il nuovo Dirigente Scolastico
dell’Istituto Comprensivo di Loreto Aprutino. L’intenzione era quella di farla conoscere ai cittadini ma, alla luce dei fatti, si è
trattato di un articolo superfluo in quanto
questa si è fatta conoscere abbondantemente da sè. Appena arrivata infatti ha
inviato sue comunicazioni di saluto all’indirizzo del Sindaco, dei docenti e genitori nonché a tutte le realtà associative di
qualsivoglia genere presenti sul territorio.
Dopo tale presentazione erga omnes, è
iniziato un nutrito epistolario con le famiglie degli alunni. Il primo problema posto
è stato quello del peso degli zainetti scolastici. Nei primi 4-5 giorni dell’incarico il
Dirigente ha effettuato la pesa degli zaini
con la tecnica del campionamento statistico, ha calcolato la media ponderata del
peso degli stessi e quindi ha valutato che il
peso pro-capite era eccessivo. Fatto questo ha impartito disposizioni a docenti e
genitori minacciando “controlli a campione
sul peso degli zaini”. Mentre faceva questo
partoriva anche la: “Proposta Comitato Genitori”. Un organo tutto nuovo della
scuola nel quale sono membri di diritto
tutti i genitori degli alunni facenti parte degli Organi Collegiali, 55 genitori circa, nonché tutti i genitori che lo desiderino, quindi
potenzialmente altri 1400 genitori circa.
Per riunire agevolmente tale organo potrà
essere utilizzata la tribuna dello Stadio “S.
Acciavatti”, in quanto a Loreto quello è l’unico luogo capace di contenere tale folla.
Le competenze affidate a questo organo
non sono altro che la sommatoria di quelle
degli Organi Collegiali. Chissà se la Dirigente conosce il valore della Democrazia
Rappresentativa? Dopo qualche altro giorno, una bella mattina, la nostra Dirigente è
stata colta da una crisi di “Deflussofobia”;
tale è il terrore che colpisce l’adulto quando i bambini escono da scuola. In preda a
tele turbamento ha inviato a tutti i genitori
un foglio già pronto con il quale i genitori
medesimi formulavano una istanza al Dirigente. Questa consiste in una richiesta per
l’uscita autonoma dei propri figli al termine
delle lezioni. Nell’istanza i genitori devono
dichiarare una infinità di cose che spaziano dall’essere a conoscenza di inesistenti
criteri e modalità prescritte in merito alla
vigilanza, di essere consapevoli che ogni e
qualsivoglia responsabilità ricade sui genitori medesimi ecc. Sempre nello stesso
documento s’impegnano, in pratica, a non
perdere mai di vista i propri figli. I genitori
di Loreto che fino ad oggi, evidentemente,
se ne sono fregati altamente della sicurezza dei propri pargoli, sono stati costretti a
prendere atto di essere genitori degeneri
e a fare quindi ammenda, impegnandosi
nel futuro ad assumere finalmente ogni
loro responsabilità. Una istanza del genere è legalmente inutile come dimostrato
dalla giurisprudenza consolidata, non si
comprende proprio come sia stata partorita da una persona sì giuridicamente
dotta che avrebbe voluto, addirittura, fare
il Giudice del Tribunale dei minori. Viepiù
che fino ad oggi, i genitori che hanno prodotto tali domande, sono ancora in attesa
della comunicazione di accoglimento o di
rigetto dell’istanza. Dopo qualche giorno
agli stessi tutori è stato somministrata,
da sottoscrivere, una dichiarazione con la
quale si impegnavano, al contrario della
precedente, a prelevare personalmente
i figli da scuola. A questo punto, i genitori
già disorientati sono finiti proprio nel pallone. Sembrava che la crisi deflussofobica
fosse cessata quando vi è stata una recrudescenza. Infatti un giorno, qualche attimo
prima del suono della campanella d’uscita, gli ignari genitori impegnati nella solita attesa davanti al portone della scuola
primaria del Centro Urbano sono stati “perentoriamente” invitati, personalmente
dalla Dirigente, ad uscire dal recinto della
scuola ed a trasferirsi per la maggior parte di loro sul marciapiede di fronte, al fine
di evitare la sedicente ressa che si verifica all’uscita. Frapporre una strada statale
molto trafficata tra 300 alunni di scuola
primaria che escono e i rispettivi genitori che attendono è come innescare una
bomba ad alto potenziale. Infatti, le braccia
con paletta estese dell’agente non riescono certo a contenere la spinta dei pargoli
che, avvistato il genitore, si fiondano verso
di esso passando sotto le braccia del vigile
e calandosi a capofitto nella traffico della
strada. Nel giro di qualche giorno si è evitato più volte e per un soffio un disastroso
investimento è così, la nostra, ha compreso che tale soluzione era ben più peggiore
del male. Allora ha dato attuazione al piano
“B”: uscita dalle porte di servizio. Adesso i
pargoli escono non da un’uscita principale
ma da due uscite poste sul retro, lato giardino. I genitori che hanno 2 figli non sanno
bene presso quale porta posizionarsi per
recuperarli entrambi. Inoltre, uscendo dal
basso, i bambini non hanno più il vantaggio di poter osservare i genitori in attesa
da un punto elevato mentre scendono
per la gradinata principale ma si trovano a
guardarli dal basso e, per identificarli, sono
costretti a muoversi a caso tra le persone
in attesa. Come se non bastasse, centinaia tra genitori e piccini si muovono tra gli
scuolabus in attesa del carico. Non si capisce veramente come facciano questi poi
a muoversi senza rischiare di travolgere
qualche ritardatario o qualche bambino allontanatosi troppo dal genitore. C’è da dire
che d’inverno poi tra erba, ghiaia e pozzanghere, riprendere i bambini da scuola
si trasformerà in una specie di ritirata di
Russia. Alcuni genitori asseriscono che i
prossimi tentativi per l’uscita dei pargoli
consisteranno nella discesa dalle finestre
attraverso la corda doppia, per provare poi
con il salto sul telone dei VV.FF. Infine si
tornerà al vecchio metodo dell’uscita principale, magari migliorandolo scaglionando
l’uscita dei due piani con due trilli di campanella separati a distanza di cinque minuti l’uno dall’altro. Mentre la nostra è ancora
presa dalle paure dell’uscita un’altra crisi si
presenta improvvisa: “l’ingressofobia”. Tale è la paura che coglie l’adulto all’ingresso
nella scuola dei fanciulli. I genitori lauretani si sono visti recapitare una missiva, dal
Dirigente Scolastico, con la quale si affermava che l’ingresso a scuola è fissato alle
ore 8:25. Viepiù, avocando a sé i poteri di
sostituzione, ha sancito che: “solo chi ha
fatto richiesta del servizio di pre-scuola ed
ha ottenuto risposta affermativa dal comune può presentarsi prima di tale orario”.
A tal proposito c’è da dire che uno dei pochi
servizi funzionanti del comune è proprio
quello del pre, post-scuola. L’Ente riserva
tale servizio a tutti i cittadini e lo offre gratuitamente, attraverso l’affido del servizio
al locale Circolo Pensionati. Il Dirigente
sconosce però tale realtà, nonostante che
le comunicazioni in tal senso ricevute e datate 9 e 18 settembre 2013, con le quali
il comune informa dell’attivazione del servizio e fornisce i nomi degli operatori preposti; nonostante che la determinazione è
rinvenibile sul sito del comune. C’è da chiedersi quali competenze rimangono al sig.
Prefetto se il controllo degli atti del comune è demandato al Dirigente Scolastico?
Come chiosare? La sicurezza è una cosa
seria ovunque e si affronta con chiarezza e
condivisione delle procedure; procedimenti empirici fatti per tentativo-errore questi
sì che possono essere molto pericolosi. In
tutto questo caos comincia a sentirsi l’assenza della voce del primo cittadino.
19
20
lacerba 7/2013
lacerbaonline.it
lacerbaonline.it
Mamma mia, che
tonfo! Ma è mai
possibile che
l’incolumità pubblica
non è garantita in
questo paese?
Ognissanti
col pàthos
Cronaca di una vicenda dolorosa
tra i cipressi di Collefreddo
Qui in alto il selciato dissestato,
causa di diverse cadute
di Mauro Soccio
LORETO APRUTINO. Il bus-navetta che
garantiva il trasporto gratuito dei visitatori dalla piazza al cimitero e ritorno,
funzionava perfettamente e con la sua
veste particolare che simulava quella del
trenino ex-F.E.A. dismesso nell’ormai lontano 1963, suscitava un patetico amarcord condito con sensazioni di simpatia.
Tutto si svolgeva secondo la tradizione e
nulla lasciava presagire ciò che poi è dolorosamente accaduto. Non ricordo di
aver mai assistito a qualcosa del genere,
a quanto ho avuto modo di vedere con
occhi esterrefatti il giorno di Ognissanti dell’Anno Domini 2013, all’interno del
Cimitero della mia sfortunata cittadina.
Una scena drammatica in cui l’ignara protagonista si è vista carambolare pericolosamente a terra (ore 16,15) e rimanere
per parecchi minuti in quella posizione,
infortunata, dolorante e raffreddata prima
di essere soccorsa professionalmente da
un medico di passaggio che ha consigliato
di attendere su una sedia l’arrivo dell’ambulanza (ore 16,50). Al proposito si nota
l’eloquenza delle immagini gentilmente
fornite dal fotografo Achille Rasetta. Mi sono avvicinato per mettermi a disposizione
di un qualsiasi aiuto ma constatando che
già alcune samaritane avevano autonomamente provveduto a prestare i primi e
delicati soccorsi, mi sono limitato ad osservare la brutta scena a debita distanza
ed in disparte per cercare di capire il movente dell’accaduto. Ho rivisto la poveretta
cadere pesantemente a terra, improvvisamente, senza apparente alcun motivo e
il bouquet di fiori che stringeva tra le mani
(crisantemi bianchi e una rosa) volare via ad
alcuni metri di distanza. Ma non ho potuto
vedere il punto d’impatto col destino beffardo, in quanto la scena era coperta dal
groviglio di sagome e di gambe che connotava il viale alberato, per l’occasione frequentato da una folta schiera di visitatori.
Trascorsi pochi attimi, immediatamente si svelava agli occhi di tutti i presenti, il
punto critico che caratterizzava il lastricato di mattonelle bituminose prospiciente
la tomba di famiglia di Giacomo Acerbo.
Il movente, a questo punto, era proprio
semplice da ricostruire, suscitando immediati parallelismi con le vicissitudini di
Sherlock Holmes e del suo fido compagno,
al quale spesso il noto investigatore uscito
dalla fantasiosa penna di Conan Doyle, si rivolgeva con la stessa esternazione (popolarissima) di sempre: “-Elementare Watson ”!
Alcune mattonelle erano state sollevate
dal piano di calpestio probabilmente dalla
forza delle radici dei cipressi, e si ponevano
come pericolosissimi ostacoli al tranquillo
camminare. Il rigonfiamento del viale interessava circa un metro lineare di lastricato, lasciato così incustodito, non soltanto
senza essere stato urgentemente riparato,
lacerba 7/2013
come l’importanza dell’annuale ricorrenza imponeva, ma nemmeno segnalato.
La povera sfortunata che nel frattempo
era preda della sudorazione provocata
dallo shock, era costretta a chiedere ai
presenti la cortesia di provvedere a collocare i fiori, raccolti da terra, al loculo a
cui erano destinati. Lei non poteva farlo,
non potendosi muovere dalla posizione
assunta. Una signora mi anticipava nel
soddisfare il desiderio dell’infortunata.
Tra le persone che si avvicinavano coglievo esternazioni tipo: “-Mamma mia, che
tonfo! Ma è mai possibile che l’incolumità
pubblica non è garantita in questo paese?
Stiamo proprio toccando il fondo. Di questo passo chissà dove andremo a finire”!
Ma c’era anche chi se l’era vista brutta
nella mattinata: “-Anch’io ho rischiato di
cadere nello stesso punto dove ha impattato la signora. Per fortuna sono riuscita
miracolosamente a scampare al pericolo”.
“-Io, invece, ieri mattina – esclamava una
donna matura che abita nelle vicinanze
della chiesa di Santa Maria in Piano – ho
rischiato di fare la stessa fine della sfortunata
signora in questo stesso punto. Non so quale
santo mi abbia aiutata per non farmi cadere”.
Vengo, poi, a sapere del grave incidente occorso nello stesso punto due giorni prima
ad una signora di Via Santa Maria in Piano
che subiva fratture in più punti del corpo,
presentando il busto ed un braccio comple-
Sopra, seminascosta, l’infortunata sulla sedia.
Sotto il bus-navetta della GTM con la veste dell’ex trenino FEA.
A lato: i soccorsi alla signora infortunata; in basso il braccio
fasciato di un’altra vittima del cimitero.
tamente immobilizzati dal tutore. La stessa mi raccontava di un
altro incidente evitato per un soffio, da un signore abitante nella
zona dei Cappuccini, nel medesimo punto del viale del cimitero.
Indagando su questi incresciosi fatti balzano fuori altre verità
legate alle irresponsabilità amministrative del paese: cittadini infortunatisi dopo cadute accidentali su tratti di marciapiedi
dissestati fortemente. Soprattutto nei tratti di Via Cappuccini
prospiciente l’abitazione degli eredi di Antonio Bonfiglio (Cuccèutte) e del negozio di ortofrutta “Frutteto Magico” (Jammifèmmine): da quanti anni sono rimasti così…incompiuti? E perché?
Mi si racconta anche di un cittadino di passaggio che alcuni giorni orsono, è caduto lussandosi una caviglia urtando le
mattonelle divelte sul marciapiede del giardino di Santa Maria
in Piano, ridotto in uno stato pietoso e pericolosissimo all’incolumità pubblica. Eppure lì, sia per la presenza dei turisti che
per i matrimoni e per le messe che si celebrano nella chiesamoumento nazionale- il flusso e l’accentramento delle persone
sono consistenti. Si potrebbe continuare all’infinito ma credo
che non ne varrebbe la pena, perché la risposta che ti danno
quando provi a chiedere il perché, è sempre la stessa: “-Tanto
siamo assicurati. Non ci sono problemi”. Alla faccia di chi ci capita.
Pensavo che le sufficienze con cui si affrontano i problemi del paese fossero così platealmente evidenti da lasciare poco spazio a sotterfugi o giustificazioni di sorta.
Pensavo che le incongruenze e le inefficienze che connotano la
nostra cittadina da alcuni anni, fossero alle nostre spalle. Evidentemente non è così. Il disagio sociale, economico e politico che
continua a caratterizzare diffusamente e prepotentemente la vita della Nazione è perfettamente in scala con quello che succede
a livello locale ovvero un Pozzo di San Patrizio in cui non si riesce
mai a vedere il fondo…della speranza. Ma che i vivi andassero a
fare danni anche nella città dei morti...!
21
22
lacerba 7/2013
lacerbaonline.it
Quando la politica
di Jennifer Di Vincenzo
è rosa
Nel corso della storia la politica è stata quasi sempre un dominio esclusivamente maschile. Nel corso del tempo e negli ultimi
anni in particolare, stiamo assistendo ad una crescita consistente
delle cosiddette quote rosa in politica. Un traguardo importante
per le donne, e un segnale che, le capacità femminili, sicuramente rappresentano un notevole contributo per la politica. Lacerba
ha incontrato Melania Palmucci, assessore alla cultura, pubblica
istruzione e servizi sociali del comune di Collecorvino. Una donna
a 360°, che è riuscita a conciliare i suoi mille impegni di mamma,
moglie e lavoratrice libero professionista, con l’attività politica.
L’abbiamo intervistata per comprendere in modo più approfondito cos’è la politica per una donna e come vive questa esperienza.
Melania parlaci un po’ di te, della tua vita privata da “donna comune” e spiegaci com’è iniziata la tua carriera politica. Comincio
col dire che ho 38 anni e sono una geologa libero professionista.
Sono sposata e mamma di due bimbi di 8 e 4 anni. Sono di Collecorvino, ma ho vissuto a Pescara per 10 anni, finchè ho deciso
di sposarmi e tornare a vivere nel mio paese di origine. Così, per
caso, quando il mio attuale Sindaco, nonché amico di famiglia, ha
saputo che sarei tornata a vivere a Collecorvino, ha pensato a me
come quota rosa nella nuova lista civica che si stava creando per le
elezioni del 2002. La proposta mi ha colto di sorpresa perché non
avevo mai pensato che potesse esserci questa opportunità nella
mia vita, ed ero anche piuttosto spaventata perché non riuscivo
ad immaginarmi come amministratrice e soprattutto non pensavo
di esserne capace. Poi ho iniziato a rifletterci, sono stata tranquillizzata da Antonio Zaffiri che avrebbe iniziato con me questa “avventura”, anche lui senza nessuna esperienza politica; inoltre sono
una persona molto solare alla quale molto piace interagire con le
persone e che soprattutto si butta a capofitto negli impegni che
prende e così, con l’appoggio della mia famiglia ho detto:” SI, potete
contare su di me”. E le persone hanno avuto fiducia in me, mi hanno
eletta nel 2002, confermata nel 2007 e poi anche nel 2011, e ho
avuto l’onore di rappresentare la mia comunità come Assessore alla Cultura , Pubblica Istruzione e Servizi Sociali nelle tre legislature.
Una donna incontra maggiori difficoltà amministrative rispetto ad un uomo oppure è solo un luogo comune? Per qualcuno
potrebbe essere un luogo comune, per me non lo è affatto. Io ho
due bimbi di 8 e 4 anni e le prime difficoltà ho iniziato ad incontrarle già in gravidanza perché costretta per entrambe a stare
a letto; ed allora la mia casa, per fortuna nei pressi del Municipio, si è trasformata in un vero e proprio “ufficio” per continuare
lo stesso a fare il mio dovere di amministratrice. Ma anche dopo
e tuttora, conciliare gli impegni lavorativi, l’attività amministrativa, la famiglia (alla quale sono molto legata), i figli,i loro compiti ,lo sport...che caos! Dunque luogo comune o no, è sicuramente più difficile per noi donne trovare il tempo di fare tutto!!!
Quanto influiscono le questioni burocratiche nell’affrontare e risolvere i problemi? Vi assicuro che la burocrazia così macchinosa
con la quale dobbiamo fare i conti è la più grande nemica per risolve-
re le problematiche!Io dico sempre che mi piacerebbe portare avanti
un progetto rivolto a tutti i cittadini denominato “AMMINISTRATORI PER 1 ANNO” proprio per far capire realmente tutta la burocrazia che c’è dietro ad un qualsiasi procedimento, anche il più piccolo.
Com’è il suo rapporto con i cittadini e quanto è importante? In
realtà ho già accennato prima che sono una persona solare e mi
piace quindi parlare, ma anche ascoltare le persone. Ecco, io penso che per essere una brava amministratrice oltre all’impegno
bisogna saper ascoltare tanto, riascoltare di nuovo e poi mettersi
a disposizione realmente e dare un servizio concreto. Comunque
ringrazio questa esperienza che sto vivendo anche perché ho avuto
modo di conoscere tante persone e con molte di loro ormai c’è un
rapporto di amicizia e di rispetto che va ben oltre l’amministrazione.
Quali progetti ha realizzato e portato avanti e qual è stato il
suo ostacolo maggiore? L’ostacolo maggiore in questi anni è stato cercare di capire e affrontare tutte le problematiche relative ai
servizi sociali, veramente un argomento delicato del quale io, che
sono una geologa ero completamente all’oscuro. Adesso, dopo una decina di anni scherzocon le assistenti sociali e dico che
ne so quanto loro! Devo dire che sono molto soddisfatta per il livello dei servizi raggiunti nel mio Comune, per l’assistenza e tutto ciò che riusciamo a garantire. Certo,da 10 anni a questa parte,
i bisogni delle persone si sono moltiplicati esponenzialmente e
purtroppo i fondi sono sempre meno…Il fatto di essere mamma
in questa esperienza mi è stata utile perché mi ha fatto cogliere
molte esigenze delle donne e mamme mie concittadine, quindi
in questi anni ho organizzato una serie di servizi per le famiglie a
partire dalle cure termali per i bimbi (siamo stati il primo comune
ad organizzarlo), le colonie estive per i bambini, il progetto “NUOTO” sia durante l’orario scolastico sia pomeridiano, per finire alla
“Festa della Befana”,con la consegna di regali a tutti i bambini del
paese. Per quanto riguarda la cultura ho pensato insieme agli altri
amministratori di investire i fondi propri del Comune per il ripristino dell’Archivio storico locale. Inoltre abbiamo avuto un finanziamento per l’organizzazione dell’Archivio storico e acquisto di arredi.
Che progetti ha per il futuro? Questa risposta non mi è facilissima,
naturalmente rispondo dal punto di vista amministrativo: intanto
continuare fino alla conclusione del mandato il mio percorso sempre più forte dell’esperienza maturata in questi anni e quindi più
sicura e determinata di prima...intanto inaugurare l’Archivio storico
che è collocato in un Palazzo Storico di Collecorvino e portare avanti
un progetto con la Sovrintendenza Archivistica per l’Abruzzo ,in collaborazione con le Scuole per far conoscere la nuova realtà presente nel nostro territorio; stiamo trovando il modo di essere più vicini
concretamente alle persone disagiate dal punto di vista materiale
attraverso agevolazioni e strumenti di sostegno al reddito, poiché
è questa l’esigenza più urgente dei miei, ma penso un po’ di tutti i
cittadini. Dal punto di vista politico proprio non lo so ,vedremo cosa
mi riserva il futuro!
di CIRONE LILIANA
C.da Conaprato, 32 - 65017 PENNE (PE)
Tel.Uff. 0858279818 - Tel.Ab. 0858270385 - Cell. 3398253250
www.mobilicirone.com
TRASLOCHI
26
lacerba 7/2013
lacerbaonline.it
A Collecorvino perché
di Gianfranco Buccella
Dott.sa Michela Terrigni, ci parli un po’ del
suo percorso professionale in area Vestina
Il percorso per arrivare fin qui è stato abbastanza complesso. Un concorso difficile, a
detta di chi è esperto, uno dei più difficili degli
ultimi anni, con una selezione molto severa,
con un ricorso che ha ulteriormente complicato le cose, però alla fine il tutto ha contribuito a far crescere la motivazione. L’investimento di energie è stato notevole anche se
questo ha sicuramente contribuito ad incrementare, se non altro, almeno la preparazione teorica. Per quanto riguarda la decisione
di passare dalla docenza alla dirigenza c’è da
dire che certamente non avevo già esaurito
la spinta motivazionale per l’insegnamento ;
ma questa opportunità si presentava in questo momento per cui ho deciso di mettere a
frutto la mia esperienza di insegnante che
altro non potrà fare che favorirmi in questo
nuovo compito. Ho gradito molto l’opportunità di scegliere questa scuola in particolare
perché comunque l’area vestina mi appartiene già dal 1998, avendo già esercitato la
mia professione per due anni a Penne e dal
2000 a Loreto Aprutino per cui questa è una
realtà che conosco e che apprezzo molto.
Stiamo parlando della nuova dirigente dell’Istituto Comprensivo di Collecorvino: Michela Terrigni, giovane promessa della nuova dirigenza
scolastica a cui lo Stato ha affidato non solo le
sorti della formazione scolastica di una parte
della popolazione del suo territorio, ma anche
la speranza di aggiungere una goccia di acqua
pura nel mare magum della promozione culturale dell’intera nazione. Affabile ma determi-
nata ci appare la nuova dirigente quasi a voler
contenere anche nella fisiognomica i due cardini dell’azione educativa: l’efficacia e l’efficienza.
La incalziamo, dopo aver sciolto il ghiaccio, con una domanda che mira a farla conoscere anche come persona oltre che nel suo aspetto professionale
Ci parli un po’ di lei come persona La richiesta potrebbe sembrare indiscreta ed
inopportuna ma lei non si sottrae anzi credo
proprio che, cogliendo l’occasione, cerca con
la sua risposta di mostrare il suo lato umano
che nel rapporto educativo costituisce il fulcro.
Vivo a Spoltore, ho una bambina stupenda
di quattro anni che ha vissuto con me tutto
questo travaglio di studi e di apprensioni. Lei
oramai “studia”! Casa nostra è stracolma di
libri e lei ha acquisito una grande familiarità
con la carta riempita di parole che man mano diventeranno per lei concetti significativi
per cui il suo destino appare già delineato.
Mi sono occupata per diversi anni di archeologia, passione questa che poi ho dovuto
abbandonare, e anche a Loreto ho partecipato ad alcune campagne di scavo promosse dalla locale sezione di Archeoclub.
E questo primo impatto con la nuova professione e con la realtà scolastica di Collecorvino? Con la realtà di Collecorvino è
stato molto positivo in quanto ho trovato un
corpo docente molto motivato e preparato.
Ho trovato molta disponibilità sia da parte
del corpo docente che da parte degli uffici con una segretaria, Francesca Ferri ,che
con la sua esperienza cerca di supportarmi
in ogni modo. Abbiamo fin da subito stabilito con tutti un rapporto di reciproca stima
e collaborazione per cui mi ritengo fortunata
e soddisfatta. Per quanto concerne il ruolo di
dirigente mi son dovuta ricredere perché prima pensavo che questa nuova dimensione
andasse a discapito del rapporto umano invece, in particolare il rapporto con le famiglie,
mi ha fatto comprendere che loro incontrano me come persona disponibile a risolvere
le diverse problematiche e non il dirigente.
Quindi non un lavoro di tipo burocratico,
come pensavo nella fase dello studio, ma
un lavoro con dei risvolti umani importanti.
Quali problemi si evidenziano nella scuola italiana ed in particolare nella scuola
di Collecorvino? A livello nazionale sicuramente va evidenziato il problema delle
risorse che si fanno sempre più esigue. Lo
stato prima pensava di incentivare il cambiamento investendo nella scuola; oggi il
cambiamento comunque è sempre in atto e,
pur restando l’impegno di tutti gli operatori
della scuola, vengono meno quelle risorse
economiche necessarie a promuovere questo cambiamento. Si cerca di sopperire con
l’organizzazione ma non sempre ci si riesce. Dal punto di vista della credibilità forse
qualcosa la scuola dovrà recuperare. Una
volta la scuola era l’agenzia educativa per
eccellenza, oggi non è più così e non sempre la colpa va attribuita alla scuola stessa
ma anche ai vari cambiamenti avvenuti nella
società. Per quanto riguarda la realtà locale
devo dare atto all’amministrazione con cui
mi sono interfacciata di una grande disponibilità anche se le ristrettezze economiche
a volte vanno superate con l’intelligenza
relazionale. Il tessuto sociale presenta sì
alcune problematiche che si riversano sulla scuola ma che cercheremo comunque
di superare. Dai genitori mi aspetto che
abbiano soprattutto a cuore gli interessi superiori dei loro figli cercando sempre
di collaborare con l’istituzione scolastica.
E riguardo ad alcuni fenomeni di bullismo
o di “cattiva educazione sentimentale”
pensa che la scuola abbia una qualche responsabilità? Credo che la responsabilità
maggiore sia delle famiglie e della società
che risultano, rispetto alla scuola secondaria
di primo e secondo grado che conservano
ancora un approccio di tipo normativo, più
permissive e meno attente alla trasmissione
di norme e divieti. Secondo me, la scuola non
deve mai perdere di vista, con l’adolescente, la relazione umana poiché ha bisogno,
innanzitutto, di essere ascoltato. L’adolescente ha un suo mondo e non ha l’intento
di venire a dichiarare le sue necessità per cui,
se non ci si pone in atteggiamento di ricerca
e di ascolto, lui rimane chiuso nel suo stato
esistenziale a differenza di ciò che succede
nella scuola primaria. La soluzione non sta
nell’imposizione delle norme ma nel dialogo
e l’insegnante che si dimostra più disponibile al dialogo ottiene risultati migliori rispetto
all’insegnante che si pone in modo autoritario. Il Colloquio è stato intenso e partecipato, ci ha consentito di incontrare una persona
sicuramente molto preparata ad affrontare
le difficoltà derivanti dal nuovo ruolo, con una
elevata probabilità di realizzare un’azione educativa improntata non solo al conseguimento
dell’efficienza ma soprattutto, per le sue qualità umane, dell’efficacia. A lei confermiamo i
nostri migliori auspici e la nostra disponibilità di
spazio sulle nostre pagine.
28
lacerba 7/2013
lacerbaonline.it
La ragione è
di Pasqualone
Non diffamò la ASL:
assolto
PENNE - Assolto perchè il fatto non
costituisce reato, cioè Gabriele Pasqualone, consigliere comunale ma in
questo caso segretario provinciale della Fials, è uscito indenne dal processo
per diffamazione a mezzo stampa che
gli aveva intentato la Asl nella persona di Vero Michitelli, capo del personale.
Insieme con Pasqualone, a giudizio c’era
anche Pietro Lambertini de Il Centro, il cronista che raccolse le parole di Pasqualone
qualche anno fa durante una conferenza
stampa nella quale attaccava l’operato
della Asl colpevole di aver trasferito una
sua iscritta con motivazioni poco chiare.
Il giudice monocratico del tribunale di Pescara Nicola Colantonio ha assolto i due
imputati, dopo che anche la procura della
Repubblica, che pure aveva chiesto ed ottenuto il rinvio a giudizio, propendeva per
l’assoluzione. Pasqualone, difeso dall’avvocato Marino Marini del foro di Roma,
aveva dichiarato che la Asl, nella vicenda
della dipendente trasferita, si era comportata con fare fascista. Il dirigente Michitelli
aveva interpretato quelle parole come dirette alla sua persona e al suo ruolo, per
questo aveva querelato i due.
Marinelli
inquadra Pianella
PIANELLA - A seguito dell’en-
to avviato l’iter amministrati-
nesimo episodio di vandali-
vo che ci consentirà, grazie ad
smo verificatosi sul territorio,
un finanziamento regionale
relativo al danneggiamento
di 150.000 euro di monitorare
della palestra sita all’interno
l’intero territorio”. “Mai come
dell’area scolastica del ca-
ora – afferma l’Assessore alla
poluogo, l’Amministrazione
Viabilità e Sicurezza Davide
Comunale annuncia provvedi-
Berardinucci - l’utilizzo della
menti immediati. “Ho prov-
videosorveglianza finalizza-
veduto a sporgere denuncia
ta al controllo del territorio
presso la locale caserma dei
diviene fondamentale per far
carabinieri- afferma il Sin-
sì che non solo si possano
daco Sandro
prevenire episo-
Marinelli- con
di di questo tipo
l’auspicio che
ma si possa
possano essere
anche garantire
individuati e
ai cittadini una
puniti gli autori
maggiore sicu-
dell’ennesimo
rezza. Il pro-
gesto vandali-
getto è stato
co, ancora una
avviato grazie
volta indirizzato
all’importante
verso le strut-
contributo di
ture scolastiche, come già
cofinanziamento conces-
avvenuto per l’area sportiva
so dalla regione Abruzzo
annessa alla scuola elemen-
che consentirà di installare
tare di Cerratina, per la quale
telecamere in numero tale da
stanno già indagando i carabi-
garantire il completo controllo
nieri. A tal proposito è già sta-
del territorio”.
lacerbaonline.it
lacerba 7/2013
Scuola di Pet Care
La storia e la nostra esperienza quotidiana ci insegnano quanto il legame
tra l’uomo e l’animale da compagnia
sia fonte di benessere reciproco.In particolare per i bambini, rapportarsi con
un animale stimola l’accrescimento
della fantasia,del senso di responsabilita’ ed ha un valore educativo.Ecco
perche’ stiamo preparando un progetto
da sottoporre alle Scuole Dell Infanzia e
Primaria del nostro paese.Un impegno
che nasce dalla volonta’ di condividere il nostro patrimonio dli conoscenze
con le future generazioni creando cosi’ valore per la comunita’ nella quale
operiamo.Il progetto educativo da noi
pensato,vuole offrire a bambini,genitori
ed insegnanti spunti di riflessione per
promuovere e diffondere la consapevolezza dell’importanza di un rapporto
maturo con i cani e i gatti,valorizzando
l’innata propensione dei piu’ piccoli alla visione della diversita’ come fonte
preziosa di arricchimento personale.La
nostra esperienza di medico veterinario e di madri ci porta quotidianamente
a contatto con bambini che non conoscono la base dell’educazione petcare
e di conseguenza le buone pratiche per
avvicinare un cane o un gatto.Molto
spesso questi bambini,pur non avendo
essi stessi avuto esperienze negative,si
portano dietro paure,fobie,ansie riversate su di loro dall’ambiente familiare.
Vivere con un pet e’ un’esperienza educativa importante per i bambini cui far
capire che il nostro animale da compagnia NON E’ UN GIOCATTOLO ma un
essere animato capace di soffrire e di
gioire,dotato di sentimenti.La capacita’ di
prendersi cura di un cane o di un gatto fa
aumentare l’empatia verso il prossimo,ci
aiuta a comprendere lo stato d’animo di
chi ci sta vicino.Se ci concentriamo sul
linguaggio non legato alle parole ma a
movimenti del corpo,non faremo altro che migliorare la qualita’ del nostro
linguaggio non verbale e la capacita’ di
capire e farci capire sia dal pet che da
altre persone senza utilizzare la parola.
Gli incontri che vorremmo realizzare con
le varie classi hanno la finalita’ di cercare di sensibilizzare quanto piu’ possibile
i nostri bambini al rispetto degli animali
per creare un futuro migliore che cerchi
di ridurre i numerosi casi di abbandono e
maltrattamenti tipici di una societa’ non
evoluta!
A CURA DELLE Dott.sse
Giuliana Recinella e Aida
Soccio dell’AMBULATORIO
VETRINARIO ASSOCIATO di
LORETO APRUTINO.
Vestina Karate Club
Domenica 3 Novembre, ad Ostia, presso
il Centro Olimpico Federale si sono svolti
gli Esami Nazionali di Graduazione Cinture
Nere Karate 4° e 5° Dan FIJLKAM, Federazione Sportiva Nazionale e membro ufficiale delle Federazioni del CONI che oltre
alle attività del Judo, della Lotta e del Karate
promuove e coordina lo sviluppo del Ju Jitsu,
dell’Aikido, del Sumo e del Metodo Globale
Autodifesa, inoltre riconosce la Capoeira, il Grappling, il Pancrazio e S’istrumpa.
A cospetto della Commissione Nazionale
Federale hanno brillantemente superato
gli Esami Cintura Nera Karate per 4° Dan
Valeria Ciarcelluti e per 5° Dan Laila Ermano, inoltre Laila e Valeria hanno ricevuto i
complimenti da tutta la Commissione esaminatrice per le bellissime prove teoriche
e pratiche eseguite, difatti le Atlete della
Vestina Karate Club, di grande spessore
tecnico hanno conquistato il titolo di campionesse d’Italia a squadre nel 2003 e per
oltre un decennio hanno conquistato risultati nazionali e internazionali, inoltre
dal 2007 a Laila la Federazione ha con-
ferito anche la Qualifica di Atleta Azzurro.
Oggi l’attività delle due Atlete è più orientata verso l’insegnamento all’interno della Vestina Karate Club e trasmettono ai
giovanissimi le loro esperienze acquisite
in gara oltre a qualità come la destrezza,
l’equilibrio, la tecnica, insieme a valori come il rispetto, la sicurezza e l’educazione.
La Vestina Karate Club e il Comitato Regionale FIJLKAM Abruzzo organizzano per
Sabato 30 novembre, presso il Palasport di
Penne di Contrada Campetto, gentilmente
concesso dall’Amministrazione Comunale
Città di Penne, una manifestazione Karate
di livello regionale. Alle ore 15 inizio manifestazione con il saluto delle autorità, le premiazioni sono previste per le ore19,30 circa.
Alla manifestazione è prevista la partecipazione di circa 300 partecipanti, con età a
partire da 5 anni fino alla classe master (oltre 36 anni). Atleti provenienti dalle Società
FIJLKAM Abruzzo e divisi per classi di età si
confronteranno nella specialità Kata (forme).
31
32
lacerba 7/2013
lacerbaonline.it
lacerbaonline.it
lacerba 7/2013
Sulle tracce
dello scienziato
di Mauro Soccio
LORETO APRUTINO. C’era stata una chiamata al cellulare da parte di un amico che
mi chiedeva delle notizie e delle foto di Alfonso Di Vestea perché sarebbero servite
in occasione della nuova intestazione all’insigne scienziato (loretese di nascita) dell’ex
Ufficio Provinciale di Igiene e Profilassi di Pescara ristrutturato e denominato ora Laboratorio Ambientale Unico di Pescara e Chieti.
La chiamata ha avuto l’effetto di rinvigorire
in me la volontà di ri-mettermi sulle tracce
di concittadini che hanno lasciato impronte
indelebili non solo sulla vita sociale e culturale del paese natio, bensì sui più vasti
orizzonti italiani ed europei se non, in casi
come questo, mondiali. Insomma tentare
di rinvigorire in tutti noi, il senso di appartenenza al territorio, senso che va perdendosi ineluttabilmente per tantissimi motivi
che non staremo a disquisire in questa sede. Ma la caduta del tasso culturale e della qualità di vita sociale per non parlare di
quella economica e politica a Loreto Aprutino così come nella Nazione, è allarmante.
Ho “viaggiato” su Internet prima ed effettuato una comunicazione via e-mail
dopo. Il nipote diretto di Alfonso Di Vestea, nostro concittadino, insigne scienziato cacciatore di microbi, arrivato ad
un passo dal “Nobel”, era stato da me
rintracciato. Il Prof. in pensione Leonardo
Cramarossa, si dichiarava disponibile ad
un incontro nella sua abitazione di Roma.
L’appuntamento era stato fissato per
lunedi 11 novembre e alle ore 11 circa
ho premuto il pulsante del citofono per
annunciare il mio arrivo. Ho bussato alla porta ed un uomo alto, elegante e di
buone maniere mi apriva accogliendomi
nel suo studio. Mi trovavo di fronte ad
una spiccata personalità nel mondo della
medicina e nipote di un illustre concittadino che nella seconda metà dell’800 sino
alla fine degli anni Trenta del Novecento, aveva vissuto donandosi completamente agli studi e alle ricerche igieniche.
Ma c’è da dire che tra lui ed il nonno materno c’era stato un altro personaggio che
gli aveva prepotentemente e naturalmen-
te influenzato la vita: suo padre Saladino
Cramarossa (che aveva sposato Grazia Di
Vestea, sua madre e figlia di Alfonso) un luminare della medicina, Direttore Generale
della Sanità Pubblica e Igiene c/o il Dipartimento del Ministero degli Affari Interni.
Vivere con cotanta erudita progenie non
è facile per nessuno ma il Prof. Leonardo
ha saputo trovare la sua strada con orgoglio ed impegno donando tutte le capacità professionali ed esperienze ai giovani
studenti dell’Università “La Sapienza”.
Ora, in pensione da pochi anni, vive
con dignità nel suo appartamento a disposizione ancora di chi avverte il bisogno di attingere dalla sua non infima esperienza professionale e di vita.
E’ stato un gradevolissimo incontro nel
quale a dispetto di una fotogenia seriosa
mono-espressiva che ha offerto al fotografo, il professore ha sciorinato una loquacità e brillantezza non comuni. I suoi
settantotto anni, portati benissimo, erano
ben camuffati da uno spirito giovanile. Cosicchè anche gli occhi dal taglio orientale mi
facevano pensare al Dalai Lama. Un piacere, ascoltare dalla sua viva voce le vicissitudini familiari, con una testimonianza, un
trasporto ed una capacità di sintesi davvero coinvolgenti, straordinari. Oltretutto abbiamo scoperto una comune passione per
la fotografia: anche lui, conserva migliaia di
diapositive nel suo archivio. Immagini professionali e di viaggio, paesaggi in genere.
Un gatto di stazza grande e bellissimo, di
cui mi sfugge la razza (forse un persiano?),
ci teneva compagnia guardando ed annuendo come se fosse una terza persona.
Nel racconto del nipote orgoglioso, mi
sembrava di vedere l’illustre nonno claudicante (era caduto da cavallo da giovane e gli era stato amputato una gamba
all’altezza del ginocchio), annunciare il
suo rientro a casa, accompagnato dal
classico e secco rumore a lenta cadenza del bastone, ed abbracciare tutti i suoi
cari dopo una giornata trascorsa ad aprire
strade pionieristiche nel mondo dell’Igiene.
Eh, si! Fu uno scienziato coi fiocchi, il
Prof. Alfonso. Se ne accorse anche Pasteur che lo elesse ad allievo e discepolo prediletto.
Col Maestro francese, che conobbe personalmente e con cui collaborò alla scoperta del vaccino
antirabbico, intraprese una feconda corrispondenza che, dopo la scoperta del vaccino, terminò
con una missiva in cui il discepolo Alfonso gli scrisse: “- Le combat est finì, la victoire est nous”.
Nel frattempo, però, Alfonso Di Vestea, che aveva individuato i corpuscoli ufficialmente scoperti dal Negri nove anni dopo, era andato oltre Pasteur ovvero mentre lo scienziato francese si era fermato alla diffusione del virus rabido per via ematica, lo scienziato loretese aveva dimostrato che il virus si sarebbe diffuso anche per via intranervea.
Apriti cielo, i medici più scettici (che poi erano i classici detrattori del concetto di vaccinazione
in generale), aprirono un furibondo dibattito durante il quale Alfonso Di Vestea non perse la
calma attendendo con fiducia che il tempo gli desse ragione. E così fu. Nel guazzabuglio che
ne seguì, Luis Pasteur scrisse al “nostro” chiedendo la ragione di tutto questo ovvero che cosa avrebbe di grave commesso per scatenare una reazione così violenta. “Caro maestro-gli
rispose-a questo genere di cose (leggasi invidia n.d.r.) non c’è vaccino che possa porre rimedio”!
Ci ripromettiamo di tornare sull’argomento dopo la manifestazione dell’inaugurazione del
Laboratorio Ambientale Unico di Pescara e Chieti intestato a suo nome. Intanto è doveroso
tracciare una sua pur minima biografia.
PAGINA A FRONTE, DALL’ALTO: Alfonso Di Vestea, giovane; una lettera di Louis Pasteur; il
grande scienziato.
In questa pagina, dall’alto: funerale di Alfonso Di Vestea; lo scienziato in età matura;
Leonardo Cramarossa, nipote di Di Vestea.
Alfonso Di Vestea
Alfonso Di Vestea nacque a Loreto Aprutino il 20 luglio 1854 e morì a Roma il 25
aprile 1938. Fu uno dei più gloriosi pionieri d’Italia. Frequentò gli studi secondari presso il Seminario di Atri. Fu allievo
dell’Ateneo napoletano ed iniziò la sua
carriera scientifica nella clinica di Cantani. Nel 1886 vinse una Borsa di Studio
e fu inviato a Parigi per lo studio della
vaccinazione antirabbica e conobbe Luis
Pasteur al quale rimase affezionato per
tutta la vita. Tornato a Napoli realizzò il
Primo Istituto Antirabbico Italiano e migliorò i metodi per isolare il bubbone tifico
ed il vibrione. Nel 1892 salì alla cattedra
di Pisa dove nel 1894 scoprì i corpuscoli
oviformi nello sciatico del coniglio che 9
anni dopo passarono come i corpi del Negri. Nel 1898 entrò nel Consiglio Superiore
di Sanità diventandone Vice-Presidente. In
occasione della Conferenza Internazionale
sulla Rabbia, tenutasi a Parigi nel 1927,
il Di Vestea ebbe vasto riconoscimento. Creò 18 corsi di Polizia Sanitaria per
laureandi ingegneri. Ideò il metodo di disinfezione delle pelli carbonchiose. Eseguì
ricerche di grande importanza scientifica
e pratica sulla sieroprofilassi e siero tera-
pia della tubercolosi che ebbero grande
risonanza ed ampi consensi. Si occupò
dell’acqua potabile, della tubercolosi anche negli animali, dell’Igiene Pubblica e dei
problemi legati all’alcolismo. Ha dato alle
stampe 127 opere elencate da Raffaele
Aurini nel Dizionario Bibliografico della
Gente d’Abruzzo (Teramo, 1962).
Sposò a Pisa Maria Di Vestea Fischmann,
un’ebrea russa nata ad Odessa che fu
un’antesignana dell’emancipazione femminile in Italia, battendosi per il voto, per
l’assistenza a madri e bambine, per l’istruzione femminile.
33
lacerbaonline.it
lacerba 7/2013
Il Vescovo ritrovato
e le reliquie di S. Salome
di Candido Greco
Memorie di Berardo, un presule poco noto
Lo studio del Processo Canonico di S. Quirico
del 1224 (che i miei lettori hanno conosciuto
dal mio libro sul Beato Anastasio) mi permise
a suo tempo di identificare e dare il nome ad
un vescovo di Penne, la cui esistenza era ignorata. Solo il tedesco Norbert Kamp aveva individuato la sua persona, qualificandolo monaco cistercense e predecessore di Anastasio,
senza per altro riuscire a dargli un nome.
Nel suddetto “processo” moltissimi testimoni nel citare le visite dei vescovi di Penne alla
Chiesa di S. Giovanni ad Insulam, allora nella
Diocesi Pennese, riportano in
ordine cronologico quelle dei
vescovi Ottone, Berardo, Anastasio e Gualterio di Civitaquana
che dicono di ricordare perfettamente in quanto presenti. Da
qui il nome del predecessore di
Anastasio, Berardo, la cui elezione, come rivela il Kamp, fu preceduta da altre due annullate da
Papa Innocenzo III, o per meglio
dire non confermate, essendo
la cattedra ghibellina, e quindi
i vescovi di nomina imperiale.
La Cronotassi dei vescovi di
Penne, rivista in parte anche recentemente, ha saltato Berardo, vescovo dal 1200 al 1209,
ignorandosi il contenuto del “Processo”.
Berardo fu nominato direttamente da Papa
Innocenzo III e al momento della consacrazione era abbate di un monastero cistercense,
forse quello appena fondato dai Conti di Loreto, Berardo e Maria (1197) o quello originario
romano dei SS Vincenzo ed Anastasio. L’Ughelli per errore lo chiamò Gualderico o Gualterio, desumendo il nome da un documento
che credeva del 1209, ma in realtà era del
1219 e pertanto di Gualterio di Civitaquana.
Berardo, ricevuta la nomina dal Papa, deve
fare i conti con i Ghibellini della sua diocesi e
perciò presta omaggio al Conte di Loreto. Il
partito guelfo lo denunzia al Pontefice, qualificandolo come “uomo inutile” ed il Berardo
il 29 ottobre 1200 riceve una lettera privata
nella quale Innocenzo III gli rimprovera di
aver dimenticato i rigidi costumi del chiostro, vestendo elegantemente e mangiando
a sazietà carne in pubblico e avendo consegnato la Città di Penne al Conte di Loreto al
quale ha prestato omaggio, dimentico non
solo dell’antica libertà della Chiesa Pennese,
ma anche di aver ricevuto “mandato apo-
stolico”. Gli ordina, infine, di comparire alla
sua presenza entro quindici giorni dalla data di ricezione della lettera e di portare con
sé il giuramento prestato al Conte di Loreto.
I documenti superstiti non ci dicono cosa
egli fece, ma testimoniano la permanenza
di rapporti buoni col Pontefice che nel 1203
gli dette l’incarico di trattare una causa di
appello del Vescovo di Valva e nel 1206 di
risolvere un conflitto locale tra Chiese di
Loreto. Nel 1206 è in visita a S. Giovanni ad
Insulam con tutto il suo seguito. Il preposito di S. Quirico lascia i suoi uomini sen-
za vitto ed egli lo perdona anziché punirlo.
L’ultimo documento che riguarda Berardo lo vede coinvolto nella ricognizione e
nel miracolo delle reliquie di Santa Salome
trovate a Veroli (FR), dove è il 25 maggio
1209, presso l’Abazia di Casamari da poco
fondata e dove da lì a poco nei pressi sorgerà un piccolo oratorio dedicato alla Santa.
Santa Salome fu moglie di Zebedeo e madre degli apostoli Giacomo e Giovanni. Stette con le altre due Marie presso la Croce
di Gesù e partecipò alla sua sepoltura. E’
conosciuta meglio con il nome di S. Maria di Cleofa e la si rappresenta con la pisside della mirra per imbalsamare Gesù.
Dopo l’ascensione di Nostro Signore, Maria
di Cleofa con gli apostoli diffuse nel mondo
romano la nuova dottrina cristiana. Dopo un
viaggio per mare capitò a Veroli (FR), in casa
di un pagano che convertì e chiamò Mauro.
Morì poco dopo il 3 luglio per le gravi percosse ricevute dai pagani e dopo lunga agonia.
Mauro la seppellì, coprendone il corpo con un marmo sul quale mise la seguente iscrizione: MARIA MATER JOANNIS
EVANGELISTAE
ET
JACOBI.
Quando dopo alcuni secoli il sepolcro venne scoperto, lo si scambiò per un tesoro. Si
fece poco caso all’iscrizione e, trovandovisi
invece ossa, le si abbandonò sulla piazza. Le
raccolse un greco cristiano che, capito di chi
erano, le racchiuse con una striscia di pergamena in un’urna di pietra con la seguente iscrizione sul coperchio: + REL(iquiae)
S. MAR(iae) MA / TRIS AP(osto)LOR(um)
IOH(ann)IS EV(angelistae) ET JACOBI.
Nascose poi l’urna fuori Città, presso una rupe. L’urna fu trovata il 25 maggio 1209 per rivelazione di S. Pietro apparso in sogno a Tommaso, giovane verulano. Conteneva
le ossa della Santa avvolte in un
panno, alcune ossa di individui maschi che furono supposte di S. Biagio e di S. Demetrio, una medaglia
templare coniata a Gerusalemme,
un velo medioevale lungo tre metri
per sessanta centimetri, e la striscia di pergamena cucita al panno
della Santa con la seguente iscrizione in carattere greco antico: MARYA MATER YOANNES APOSTOLO
ET YACOBI. - ENNE ESTA YACOBY
MARYA. La seconda parte rafforza
il senso della prima: “Maria, madre
degli apostoli Giovanni e Giacomo. E’ essa la madre di Giacobbe”.
L’abate di Casamari, di nome Giraldo, ed il
vescovo verulano Oddone II avevano invitato a Veroli il Vescovo di Penne Berardo
e l’abate di S. Anastasio di Roma per solennizzare l’avvenimento. Quando le reliquie furono sollevate in alto e mostrate al
popolo, l’osso arido di una gamba cominciò a sanguinare con sangue fresco e vivo.
L’abate Giraldo fece una Relazione del miracolo al Papa Innocenzo III, che è stata
tramandata dai Bollandisti; il cranio della
Santa fu racchiuso in una teca d’argento
che ne riproduceva le ipotetiche fattezze;
altre due teche d’argento ospitarono i suoi
arti, tutte conservate oggi nel Tesoro della Cattedrale. Il resto del corpo restò chiuso
sotto l’altare principale dell’oratorio che fu
subito eretto sul luogo del rinvenimento.
Le reliquie sono state indagate dai RIS di Roma che avrebbero concluso trattarsi dei resti
di una donna, avanti negli anni, vissuta nel 1°
secolo d.C., morta per gravi ferite al cranio e al
corpo, dopo una lunga agonia.
Foto: VEROLI – Basilica di Santa Salome
35
36
lacerba 7/2013
lacerbaonline.it
In memoriam
Don
Romeo
Panzone
di Michele Giovanni Leone
Domenica 27 ottobre, a 20 anni dalla
scomparsa, è stato ricordato nella città
che gli diede i natali: Loreto Aprutino,
Padre Romeo Panzone, già Superiore
Generale della Famiglia dei Discepoli e
Consigliere Delegato dell’Opera Nazionale
per il Mezzogiorno d’Italia, alla presenza
dei familiari più intimi, Alessandro,
Romeo e Maria Luigia Panzone con le
famiglie e tanti cari Amici che ebbero
la ventura di conoscerlo e frequentarlo
nelle sporadiche visite alla mamma Maria
Luigia.
La Santa Messa di suffragio e di ricordo è
stata officiata nella Chiesa di San Pietro,
dove Don Romeo celebrò la sua prima
Messa il 27 dicembre 1953. L’Eucarestia
è stata concelebrata da Padre Cesare
Faiazza, attuale Segretario Generale
dell’Opera e della Famiglia dei Discepoli,
che l’ha presieduta, assieme al Parroco
Don Andrea Di Michele ed al Discepolo
Don Francesco Bracciani. Presente
per l’occasione anche il Presidente
dell’Associazione Amici Don Giovanni
Minozzi, Michele Giovanni Leone e
Signora.
Nell’omelia Padre Cesare ha tratteggiato
alcuni aspetti significativi della figura di
Don Romeo: uomo di fede, sacerdote
integerrimo, religioso dedito alla carità
verso le popolazioni più povere della
nostra bella Italia. E’ il Carisma del Padre
Fondatore Don Giovanni Minozzi: i poveri
delle regioni più povere dell’Italia centromeridionale.
Ma chi è stato Don Romeo?
Le giovani generazioni, a cui vogliamo
riproporlo, non hanno avuto la fortuna
di conoscerlo e frequentarlo, anche tanti
“Loretesi” un po’ più antichi ricordano,
forse, solo la sua sottana di prete che
strusciava sui gradini nella discesa verso
casa dalla vicina Chiesa di San Pietro.
Per riproporlo bene ci vorrebbe spazio
e tempo. Noi cercheremo di stuzzicare
la curiosità dei lettori di LACERBA e
riproporremo brevemente la figura di
Don Romeo dando la nostra disponibilità
per ogni successivo approfondimento
pubblico e privato.
Romeo Panzone nacque a Loreto
Aprutino il 20 febbraio 1927. Sentì forte
la chiamata del Signore ed allora partì
dalla natia Loreto per andare a studiare
nel Seminario di Don Minozzi alle Vigne
di Calascio. Fu un portento di impegno
ed abnegazione tanto da conquistare
le simpatie del Padre Fondatore che
a soli 26 anni, il 19 dicembre 1953, lo
fece ordinare Sacerdote e, dopo la prima
messa a Loreto celebrata il 27 dicembre
1953 nella Chiesa di San Pietro, lo inviò
a Potenza come Vice Rettore, prima, e
Direttore dopo. Dopo la morte del Padre
Fondatore, avvenuta l’11 novembre 1959,
per Don Romeo, che aveva soli 33 anni,
iniziò un periodo intensissimo di guida sia
dell’Opera Nazionale per il Mezzogiorno
d’Italia sia della Famiglia religiosa dei
Discepoli, periodo durato 33 anni in cui
Casa di accoglienza O.M.P.N.I.
ricoprì le diverse cariche dell’Opera e
della Famiglia religiosa. Basti pensare
che sotto la sua direzione le “belle case”
divennero più di 120, gli assistiti più di
15.000. Tanto lavoro, tanto impegno lo
hanno fisicamente logorato. Infatti a soli
66 anni, il 19 ottobre 1993, data di nascita
del Padre Fondatore, è cessata la sua
attività terrena in quel di Catanzaro.
Sin qui la biografia essenziale.
Ma chi è stato veramente? Ecco la sintesi:
è stato un Apostolo della Carità, un
Sacerdote impegnato nel fare il “BENE”
ai più poveri, nelle regioni più povere ed
abbandonate della nostra bella Italia
che percorse in lungo ed in largo infinite
volte, per le molteplici esigenze degli
assistiti. E’ stato un Sacerdote “fedele”
al suo giuramento di religioso col quale
si impegnò a seguire il carisma di Don
Minozzi “ Cultura e Carità”. Per anni studiò,
lavorò ed insegnò ai giovani, per lo più
meridionali, nelle “Belle Case dell’Opera
nostra” e poi nella difficile e complessa
Direzione dell’Opera Nazionale per il
Mezzogiorno d’Italia e nella guida della
Famiglia dei Discepoli.
E’ stato un oratore fascinoso ed uno
scrittore
dall’idioma
semplice
ed
efficace. I suoi scritti, a volte lapidari,
con pochi tratteggi centrano il problema
e, soprattutto te lo fanno capire. Per
anni sul Bollettino dell’Opera Nazionale
“Evangelizzare” ha scritto l’articolo di
fondo trattando i temi più svariati. Per i
temi religiosi l’Editore Japadre dell’Aquila ha
pubblicato un libretto prezioso “L’ALTA VIA”
che ognuno dovrebbe leggere e rileggere per
meglio comprendere le problematiche della
fede e della vita cristiana.
E’ stato un esempio di vita umana
e cristiana. Ha fatto suo il dettato
evangelico, quello più vero, quello che
ti impegna la vita e te la consuma.
L’impegno della Carità vissuta ogni
giorno, ogni ora; l’impegno della Carità
fatto abito ed unico pensiero.
E’ stato un uomo che pur di adempiere
al suo dovere di Sacerdote e di Religioso
non ha avuto paura di “gettare allo
sbaraglio la sua vita” proprio per servire
evangelicamente i poveri.
Nel primo pomeriggio, poi, nella sala
sottostante la Chiesa di San Pietro è stato
presentato un volumetto: Una vita per
l’Opera, una vita per gli altri, che racconta
in breve la figura di questo Apostolo.
Chi volesse averlo può richiederlo
alla Famiglia Panzone o direttamente
all’Opera Nazionale per il Mezzogiorno
d’Italia – Via dei Pianellari, 7 – 00186
Roma.
Da queste pagine sollecitiamo le autorità
politiche locali e l’intera popolazione di
Loreto Aprutino a non dimenticare questo
concittadino che, pur lontano dal proprio
paese di origine, ha dato lustro al natio
borgo. Per non dimenticare sarebbe cosa
buona ricordarlo, con l’intitolazione di
una strada o una piazza significativa. Si,
sarebbe cosa molto saggia e molto giusta
per i “loretesi” ricordare Don Romeo
Panzone che ha dato onore e lustro alla
sua Loreto e che portava sempre nel
cuore.
38
lacerba 7/2013
lacerbaonline.it
Voci di donne
Sul divano? Niente!
Una tazza di the e un buon libro:
perché leggere è anche identificarsi
TERRA MIA
VENEZUELA
di Anna Maria Celli
In questa rubrica, non ci sarà la recensione di un libro la cui storia mi
ha colpito per proporvela, farvela conoscere ed approfondire. Questa
volta invece vorrei dedicare un piccolo e grande pensiero al Venezuela
dove negli ultimi anni regna il disordine e la paura a causa di una situazione politica particolare ed insostenibile creatasi con l’inganno messo
in atto dall’attuale presidente Maduro. Qui, infatti, spesso manca il
cibo di prima necessità o non si trova affatto come pane, pasta, farina, latte, zucchero, uova. Cibo che viene venduto razionato durante la
settimana, non più di un certo quantitativo per famiglia, senza tener
conto dei componenti. A causa di tutto ciò, di recente gruppi di persone
hanno saccheggiato i negozi creando ancor di più panico e disordine.
Per strada si corre il rischio di essere picchiati e persino uccisi per pochi
soldi. La sera c’è il coprifuoco soprattutto per le donne costrette ad
uscire accompagnate. Si è arrivati al punto che queste non possono
portare i capelli lunghi e sciolti per mostrare la loro femminilità perché rischiano di essere rasate a zero da gruppi di uomini che poi a loro
volta li rivendono a basso costo. Una cosa allucinante che accadeva
centinaia di anni fa fra i pellerossa, non nel tremila in un mondo ormai
civilizzato in cui la donna è emancipata e ha raggiunto la parità: può
subire ancora queste violenze?C’è un filmato che in pochi penso qui
in Italia abbiano visto su internet, subito però rimosso perché troppo
cruento. Nel video, alcuni uomini circondano una ragazza e la radono
a zero fra la paura e le urla di lei che chiede pietà. Sembra un vero e
proprio stupro senza atto sessuale, ma molto toccante. Il Venezuela
prima era, e lo è ancora, una terra fertile e ricca, di giorno e di notte
per strada vi era sicurezza…un vero paradiso dove l’allegria era la base
della vita anche per i più poveri. Oggi le condizioni politiche hanno creato una nuova Venezuela, triste, bellicosa ma soprattutto spenta dove
nulla risplende più. Di questa terra dove sono nata e cresciuta fino ai 9
anni, ho un ricordo meraviglioso, una fanciullezza ineguagliabile. Così
alla mia cara patria, con la speranza che tutto ritorni come prima, dedico questi versi (a lato).
Chiudo gli occhi e…
Nella mia mente ancora impressi
Gli odori, i colori
I sorrisi, il calore umano…
La sana allegria della quotidianità…
Lo splendore e la gioia di vivere di piccole cose
Mia ricca e piccola Venezia
Mi manchi…
Ogni giorno ti sento più lontana
Uomini senza scrupoli
In branco come selvaggi
Ti hanno denudata, stuprata, lapidata
Come un’adultera
Hanno spento ogni riflettore
Povera innocente terra mia
Non sei più la stessa…
Gli odori, i colori
I sorrisi e l’allegria
Ora sono solo lacrime…
Non regna che l’orrore, il disgusto, la morte
E della mia dolce piccola Venezia non resta che il nome
Impotente penso…alla mia felice infanzia insieme
Patria dell’età più bella…e…
Al potere di fermare il tempo
Per proteggerti e conservare il tuo splendore
come in una fotografia…
Poter tornare indietro nel tempo
Per sentirmi ancora fra le tue braccia,
NELLE ORE DESOLATE DI MARIA SS
cullata…
Come fa una madre con il proprio piccolo
Prima esecuzione mondiale della cantata religiosa del penOh!!!
nese NICCOLA MONTI (1767 – 1833)
Dolce, tenera, giovane
Sabato 23 Novembre
Madre patria
Nella Cattedrale di Lanciano alle ore 19.00
Porterò nel cuore ogni ricordo…
Ogni attimo di gioia vissuto insieme
Domenica 24 Novembre
A Pescara, Basilica Madonna dei Sette Dolori ore 18.30
Attendendo… trepida…
Nuovamente la tua rinascita
DIRETTORE ANTONIO PIOVANO
Per poterti così…
Associazione F.FENAROLI di Lanciano
cara madre…
Orchestra e Coro del Conservatorio “L. D’Annunzio”
riabbracciare
Coro dell’Associazione “Fenaroli” di Lanciano
A.M.C.
INGRESSO LIBERO
Chi non potrà seguire dal vivo i due appuntamenti, potrà
seguire la cantata in diretta su Radio Speranza (87.6 Mhz)
domenica 24 novembre.
lacerbaonline.it
lacerba 7/2013
41
La Bilancia, 40 anni di gusto e tradizione
Nel giugno 1974 Sergio accanto alla moglie Antonietta superba cuoca aprirono la “trattoria“ La Bilancia,
con il prezioso aiuto della mamma Angela. Il nome La Bilancia volle significare equilibrio e se dopo 40
anni siamo ancora qui ad offrirvi una cucina legata alle tradizioni del territorio, possiamo dire che le
nostre idee si sono rivelate valide e sono condivise, tuttora, dai nostri clienti.
DA leggere su www.lacerbaonline.it
01
05
Il Pretore di Penne: «omosessuale
non e’ insulto».
«Non e’ diffamazione definire
omosessuale l’ex marito. Lo ha
stabilito il pretore di Penne, che ha
assolto una donna “perche’ il fatto
non costituisce reato”.
Penne: tangentopoli in Provincia,
scatta la prescrizione per Petrucci
PENNE - Finisce in prescrizione uno
dei processi più antichi su presunte
tangenti ai colletti bianchi.
LEGGI IL SEGUITO DI
QUESTE
ED ALTRE NEWS SU
www.lacerbaonline.com
02
Penne: il ritorno di Forza Italia
PENNE – Scissione indolore anche
nel Pdl pennese. Sono in pochi a
seguire il “Nuovo Centro Destra” di
Alfano.
04
La vera cultura dell’olio
LORETO APRUTINO - La raccolta
delle olive rappresenta per la
nostra terra un evento
importante che sviluppa
una economia locale di
tutto rispetto.
03
Il nuovo Pd loretese
LORETO APRUTINO – Enrico Luigi
Colarossi, 46 anni, imprenditore,
politicamente vicino all’ex assessore
regionale Di Matteo, è il nuovo
segretario del Partito Democratico
aprutino.
lacerba 7/2013
lacerbaonline.it
da Antonio
e Claudia
Anche a Penne
di Gianfranco Buccella
difende i cittadini
LORETO APRUTINO (PE) - Via Cappuccini, sn
tel. 085 9152009
Carni
Pane Caldo
Confezionate anche la sera
L’Associazione nasce nel 1987 e si afferma nel 1993 come
Coordinamento di Associazioni per la tutela dei Diritti del Cittadino.
E’ una ONLUS impegnata ad affermare i diritti dei cittadini
consumatori, senza distinzione di classe, sesso, credenza
religiosa e appartenenza politica. E’ un’organizzazione non
lucrativa di volontariato con lo scopo di intraprendere ogni
attività culturale, politica e giuridica tesa alla promozione,
all’attuazione e alla tutela dei diritti dei cittadini. Essa svolge
un’azione di promozione sociale favorendo l’affermazione
di una società democratica e la diffusione della cultura della legalità. E’ un’Associazione Nazionale di Consumatori ed
utenti, riconosciuta presso il Ministero delle Attività Produttive, che promuove e favorisce una politica di tutela e di informazione a favore dei consumatori. CODII si avvale di vari
strumenti alfine di offrire un servizio utile ai cittadini come:
1) lo sportello, presente in tutte le sedi a cui i cittadini possono rivolgersi per segnalare violazioni di diritti, ricevendo
un’informazione diretta da parte di operatori qualificati; 2)
l’ufficio legale a cui si rivolgono i cittadini che hanno subito
vessazioni ed ingiustizie da parte delle istituzioni pubbliche
e private, ricevendo tutela giudiziaria e stragiudiziale; 3) il
dipartimento di Comunicazione e l’ufficio stampa, un laboratorio di ricerca ed elaborazione dati, attività questa che
viene svolta in perfetta sinergia con gli organi di informazione e stampa; 4) il dipartimento di progettazione e organizzazione di eventi, con lo scopo di realizzare progetti inerenti
le tematiche di cui si occupa l’associazione, seguirne tutti gli
stadi di realizzazione, alternando l’organizzazione di eventi
e convegni; 5) i gruppi territoriali, persone che si confrontano periodicamente sulle problematiche locali ed elaborano
azioni di tutela dei diritti dei cittadini; 6) il Centro Studi, formato da personale qualificato che attraverso gruppi di lavo-
ro permanenti analizza ed elabora strategie di intervento in
risposta a diversi fenomeni di disagio sociale. L’associazione
CODICI, nel ricordare che un cittadino informato è un consumatore consapevole, si occupa delle seguenti tematiche:
consumerismo – legalità e lotta all’usura – sanità sociale
– utenze energia e acqua – credito e servizi finanziari –sicurezza stradale – tutela dei minori e prevenzione del bullismo – prevenzione nel settore del gioca d’azzardo – diritti
degli animali - prezzi e tariffe commercio e garanzie – liberalizzazione dei pubblici servizi – sicurezza e qualità dei prodotti – agroalimentare – ambiente – rapporti internazionali
– responsabilità sociale d’impresa – assicurazioni – rapporti con gli enti comunali, provinciali e regionali – accesso
alla giustizia – donne vittime di violenza , stalking, mobbing
o minori vittime di bullismo e/o di abusi. Con un seggio
presso il Consiglio Europeo dei Consumatori a Bruxelles
CODICI è diventata un’associazione a livello europeo. In Italia è presente in quasi tutte le regioni con svariati sportelli a
livello provinciale. A Pescara CODICI è iscritta presso l’albo
della Prefettura come Associazione Antiusura ed Antiracket
con il numero d’ordine 1 . A Loreto Aprutino l’Associazione è
presente con una sua delegazione dal 2010 e svolge assistenza legale con l’Avv.to Dina Marrone. A Penne, ed è qui la
novità, dal prossimo mese di dicembre rimarrà aperto uno
sportello che, in collaborazione con la delegazione di Loreto, offrirà un servizio di assistenza e consulenza ai cittadini
che ne faranno richiesta. L’ufficio è ubicato in Vicolo Catena
n.11 (nei pressi della sede della Comunità Montana) con il
seguente numero di telefono 0858210035
carta fedeltà
con vantaggi
esclusivi
Si ritirano
buoni pasto
Al vostro servizio
dal lunedì al sabato con
comodi orari compreso
il giovedì pomeriggio
Offerte valide dal 15 al 27 Novembre
Biscotti classici
MULINO BIANCO
Riso Oro Parboiled
SCOTTI
vari formati
g 350/400
Kg 1
Olio
extra vergine
FARCHIONI
l1
Solo con
€
1,29
€
(al kg € 3,69)
1,99
€
3,49
inoltre....
UN PRODOTTO GRATIS *
TUTTI I GIORNI
dal 15 al 22 Novembre 2013
Gratis tutti i giorni una confezione
d’Asciugatutto Coal x 2 rotoli
dal 23 al 30 Novembre 2013
* offerta valida nei punti vendita aderenti all’iniziativa
42
Gratis tutti i giorni una confezione
di Detersivo piatti Linea Ok lt 1
* con una spesa di importo pari o
superiore a € 10 scontrino unico
* con una spesa di importo pari o
superiore a € 10 scontrino unico
multipli esclusi.
multipli esclusi.
lacerbaonline.it
lacerba 7/2013
Cuore
di Tonino Testa
Franco Farias: addio al TG3
con gli amici di Loreto
Ha voluto intorno a sé gli amici cari della sua Loreto il noto giornalista
Franco Farias per festeggiare con commozione il suo addio alla testata
regionale del TG3. I festeggiamenti per il suo sessantunesimo compleanno e per il suo pensionamento si sono svolti nella calda atmosfera del
ristorante Loreblik di Loreto Aprutino in compagnia del noto ristoratore
Domenico Speranza. Gli amici si sono stretti intorno a Franco facendogli
dono di una splendida ceramica del maestro ceramista Graziano Piattelli
e raffigurante lo splendido panorama della cittadina vestina . L’atmosfera
cordiale è stata “riscaldata” dalla vivacità verbale del Beato Maestro del
Provvisorio Sergio Fiucci che riesce sempre a dare uno scossone alla monotonia conformista delle celebrazioni e delle occasioni formali. Un grazie
va a Franco per il suo attaccamento alla sua terra d’origine; attaccamento
che ha sempre dimostrato nelle più svariate occasioni in cui è stato interprete culturalmente all’altezza e affettivamente legato alle vicende
locali che lo hanno sempre visto personalmente coinvolto. La foto ricordo
dell’occasione è opera del fotografo Achille Rasetta.
Il mese di novembre
di Francesco Di Giorgio
Novembre segna per noi e per tutti un incontro intimo e caro. E’ il mese nel
quale ricordiamo i nostri cari defunti. Essi rivivono e si rendono presenti,
come non mai, nella nostra famiglia, occupando il primo posto nel nostro
ricordo e nel nostro affetto. E’ vero, non vediamo il loro volto come un
tempo, ma essi ci sono accanto; non udiamo la loro voce, ma essi ascoltano la nostra preghiera. Con questa certezza di fede sentiamoci vicini a
loro, custodendoli nella mente e nel cuore. Non riescano il tempo e le preoccupazioni della vita a cancellare in noi il loro ricordo. Non seppelliamoli
due volte: nella terra e nel cuore, ma con la preghiera, con l’elemosina, con
la Santa Messa uniamoci a Cristo, sommo ed eterno sacerdote che offre il
suo corpo e il suo sangue e lo offre a Dio Padre per le anime di tutti i nostri
defunti. Uniamoci nella preghiera e i nostri defunti ne trarranno il beneficio
spirituale tanto invocato per la salvezza eterna. Le luci, i fiori sono solo un
tributo gentile, ma ciò che realmente giova ai defunti sono le preghiere,
l’elemosina, le opere buone che in loro nome ciascuno di noi deve compiere nella luce della carità.
Tutti sanno che il
cuore è un organo
che con i suoi battiti
ritmici diffonde il sangue in ogni
parte del nostro organismo e quando cessa la sua
funzione la vita si spegne. In un congresso medico, un luminare iniziò la sua relazione con queste
parole:”La vita è una particolare condizione dalla
quale non si esce mai vivi. Il nostro compito quindi
è quello di fare in modo che il nostro cuore batta il
più a lungo possibile”. Il cuore inoltre è la sede delle nostre emozioni, dei nostri affetti, delle nostre
gioie ma anche dei nostri dolori anche se la ragione non sempre, come diceva il Manzoni, riesce a
comprendere le vere ragioni del nostro cuore. C’è
un vecchio motivo musicale portato al successo
dal grande Alberto Rabagliati, “Abbassa la tua radio per favore, se vuoi sentire i battiti del mio cuore”. Volendo significare che i battiti del suo cuore
trasmettevano il suo intenso amore per la donna
amata. D’Annunzio, in una delle sue più belle odi,
volendo consolare Luisa, sua madre, ormai vecchia e stanca e che vive di ricordi, scrive:”Tutto sarà
come al tempo lontano. Io metterò nella tua pura
mano tutto il mio cuore. Nulla è ancor distrutto…”.
Il cuore comunque è anche sede del nostro dolore
per la perdita di una persona cara. Marc’Antonio
(nella lettura di Shakespeare), durante l’orazione
funebre per l’assassinio di Giulio Cesare, vinto dal
dolore, si rivolge così ai Romani:”Il mio cuore ora
è là, nella bara con Cesare ed io taccio sinché non
torni a me!”. Poi si rianima e continua:”Ho qui il testamento che il nobile Cesare ha lasciato a voi Romani, ma non posso leggerlo, non voglio leggerlo
perché sono sicuro che il vostro cuore non resisterebbe a tanto dolore, perché il vostro cuore non è
di legno, il vostro cuore non è di pietra, e morireste
per tanto dolore!”. Quando frequentavo la scuola
media, il professore d’Italiano ci faceva leggere alcune pagine tratte da un famoso libro di Edmondo
De Amicis, “Cuore”. Erano brani commoventi e pieni
di insegnamenti: l’amore per la Patria (“La piccola
vendetta lombarda”), l’amore filiale (“Dagli Appennini alle Ande”), l’amore per gli anziani ed i malati
(“L’infermiere di Tata”). Ora viviamo in un’epoca in
cui tali sentimenti non esistono più. Guardando ed
ascoltando a volte la televisione si ha l’impressione
di ascoltare un bollettino di guerra per le continue
tragedie che accadono in tane famiglie. Non c’è più
rispetto per il prossimo. Aveva ragione il grande
scrittore Antonio Fogazzaro, senatore del Regno,
quando nel famoso libro “Piccolo mondo antico”
scrive che l’eccessiva libertà genera una società
fatta di prepotenze e di violenze. Ed aveva ragione.
45
46
lacerba 7/2013
lacerbaonline.it
Fermento a Colleromano
di Alessio Turchi
PENNE - Si avvicina il Natale e i lavori fervono presso il convento di Colleromano. Grazie all’impegno dei membri dell’Associazione “San Cesidio Giacomantonio” le iniziative sono, anno dopo anno, di più ampio respiro. Tra le
attività ormai consolidate c’è in primo luogo il calendario, ormai giunta alla
sua undicesima edizione. Quest’anno è stato realizzato in collaborazione con
gli studenti del Liceo Artistico di Penne, i quali hanno scelto come soggetti
alcune formelle incastonate nel portale della facciata del convento. Le opere dei ragazzi, oltre a comparire sul calendario, saranno esposte al pubblico in occasione della sesta “Mostra dei Presepi”, la cui inaugurazione avrà
luogo il prossimo 21 dicembre. In collaborazione con l’Associazione “Amici
del Presepio”, le opere degli artisti verranno esposte in entrambi i chiostri del
convento anziché solo nel primo, come avvenuto negli anni scorsi. Ciò darà
modo ai visitatori di ammirare anche le bellezze architettoniche dell’edificio.
L’impegno dei ragazzi della San Cesidio si rivolge anche, e forse soprattutto, all’ambito culturale. Tutti sanno quale grande patrimonio
storico e artistico contenga il convento, ma il lavoro che viene quotidianamente fatto per conservarlo e renderlo fruibile al pubblico è impressionante. Abbiamo già parlato dell’opera di catalogazione dei libri
contenuti nella ricchissima biblioteca, effettuata in collaborazione con la
Soprintendenza ai Beni Culturali della Regione Abruzzo. Tale opera prosegue, anche grazie all’aiuto di alcuni studenti che hanno accettato con entusiasmo di poter mettere le loro conoscenze al servizio di questa iniziativa.
Degno di nota è poi il progetto che riguarda l’area dell’ex-clausura, sita all’ultimo piano del convento: gli spazi saranno messi a disposizione di chiunque
lo desideri per studiare, da soli o in gruppo. Questo permetterà così, nelle intenzioni dei membri della San Cesidio, di offrire agli studenti uno spazio a loro
dedicato anche nei giorni in cui il Centro Servizi Culturali di Penne non è aperto
al pubblico (segnatamente, il lunedì e il venerdì pomeriggio, oltre al sabato).
Per quanto riguarda il Museo, la nuova sistemazione delle opere è stata presentata al pubblico in occasione del “Bernaday” di fine luglio: i numerosi visitatori accorsi hanno ammirato un’esposizione più ariosa e razionale, frutto di un intenso e appassionato lavoro.
Il “Bernaday”, così chiamato in onore dell’indimenticato Frà Bernardino Lucantonio, vera e propria anima del convento, è stato fortemente voluto dall’associazione “San Cesidio Giacomantonio”, per presentare alla cittadinanza una Colleromano che, rimessa a nuovo, torna a vivere e a dare lustro alla nostra cittadina.
L’amore dei pennesi per il convento è stato ben testimoniato dal notevole afflusso di pubblico, che ha visitato tutte le sale aperte al pubblico e affollato il piazzale della chiesa fino a tarda ora.
L’enorme lavoro fatto è stato possibile anche grazie all’aiuto di molte persone e associazioni, che hanno dato il proprio contributo per aiutare i venti
membri della San Cesidio, il cui presidente, Massimo Silvi, sottolinea con viva
soddisfazione la stabile collaborazione che si è instaurata con altre quattro
realtà associative locali: la sezione di Penne del Soccorso Alpino, il Gruppo
Maccabbarri, l’Associazione Vademecum e il Terz’Ordine Francescano. Al
Soccorso Alpino è stato dato in subcomodato d’uso il campo da calcio vicino
al convento, al fine di permettere l’atterraggio dei mezzi nelle operazioni di
elisoccorso. La gestione della foresteria del convento, che accoglie ogni anno un buon numero di visitatori, completa il quadro delle attività che la San
Cesidio cura all’interno del convento. Il sogno di Massimo e degli altri, però, è
ancora da realizzare: riaprire la Chiesa al culto e fare sentire di nuovo le campane di Colleromano. L’impresa non è semplice, richiederà molto lavoro e anche dei finanziamenti, ma con il tempo è un risultato senz’altro possibile da
raggiungere.La rinascita di Colleromano va piacevolmente in controtendenza
nel panorama attuale italiano, dove il nostro patrimonio culturale sembra più
un fastidioso peso che, come è in realtà, una inesauribile miniera d’oro. Dobbiamo essere grati a tutti coloro che hanno lavorato duramente per giungere
a questo risultato, che costituisce un motivo di orgoglio per la nostra città.
Il MULTIMULTATO
A quelli che, come me,
stanno al mondo
da un periodo di
tempo relativamente corto di
fronte all’eternità,
ma relativamente
lungo di fronte all’esistenza terrena, può capitare. Siamo nell’era dei ciddì, quei cosi
tondi che infiliamo in macchina per ascoltare la musica e che ci fanno sembrare così
lontana l’epoca dei dischi non trasparenti
ma neri. Così può capitare, che, preso dal
pensiero che mi era finita la schiuma da
barba, e gravato dal peso dei miei prossimi
venturi 56 anni, mi dimenticassi del disco
orario. La mattina dopo, recatomi nella
sede dei vigili urbani per pagare la multa
(del cui pagamento ho regolare ricevuta),
vidi lo stupore negli occhi del comandante allorquando ammisi che la multa era
giusta (pochi lo fanno), avevo ammesso
l’infrazione, ero un infrattore, ma la multa
non l’avevo infrattata, la stavo pagando,
ed era fratta, cioè frazionata a premio della mia tempestività nel pagarla. Trascorsi
circa due mesi, ieri, mentre mi districavo
nei fanghi residui del diluvio per andare a
fare una visita, telefonata di mia figlia “A
pà, t’é arrivata una multa”. Era la stessa,
a firma del comandante, inviata tramite
raccomandata. Il giorno dopo, che poi sarebbe oggi, altra raccomandata, notifica
della notifica, altra carta ed altro contributo alle ex regie poste. A questo punto la
tentazione era forte, quella di fare notare
che mentre si ostenta risparmio ai quattro
venti, ci si scandalizza per la costruzione
di una scuola, si pensa di mandare i vecchi dell’ospizio in una stazione orbitante
per farli pesare di meno, le palle di Porta
Ringa si restringono, poi si sprecano soldi
per le raccomandate di una multa già pagata. Ma niente di tutto questo, io amo i
vigili urbani, ed il comandante ha un nome
con cui è facile parafrasare Valentino di
Pascoli. E chiedendo scusa al poeta romagnolo, che cantava di amore e di morte,
inneggiamo alla vita dicendo “Molto bene i vigili sa comandare, ha la mia stima
ma pensato non ha, ch’oltre il sostare
senza discare, io la multa l’avevo pagata
già”. Grazie per avermi letto e buon vino
nuovo, magari con sardelle e peperoni.
FAUSTO BUFARALE