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Orselina
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PROGRAMMA MANIFESTAZIONI 2016
alle pagine 18-19
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Sommario/Inhalt
3-5
Un piano per valorizzare
i boschi della collina
Waldplanung in Orselina
3-5
Terminato il restauro della
“Capèla dal Salt”
Restaurierung der „Capèla dal Salt”
6-9
Alla Madonna del Sasso
apre il Museo Casa del Padre
Das Museum Casa del Padre
11-13
Da Mergoscia a Orselina
per la cresta del Madone
Wanderung über den Grat des Madone
14-15
16
ci6@midnight spazio d’incontro
Ein Treffpunkt
21-23
Ricordando lo stand di tiro
e la Società Tiratori Orselinesi
Erinnerungen an den Schiessstand
und Schützenverein in Orselina
6-9
14-15
24-25
18-19
Caraibi, Oceano indiano: spiaggie,
palme, mari caldi, ma anche...
Karibik, Indischer Ozean: Strände,
Palmen, warmes Meer, aber auch...
24-25
I ricordi di Padre Angelico Forni,
ex guardiano del Santuario
Erinnerungen des ehemaligen Guardian
der Wallfahrtskirche
27-29
La Clinica Santa Croce
festeggia 20 anni
Die Klinik Santa Croce feiert Geburtstag
30-31
Il tesoro monetale di Orselina
un anno dopo il ritrovamento
Der Geldschatz von Orselina, ein Jahr
nach der sensationellen Entdeckung
33
Da 51 anni si celebra il Carnevale
51 Jahren Karneval
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Programma 2016
Programm 2016
Editore: Pro Orselina
Comitato Pro Orselina: Marco Garbani Nerini (presidente), René Schürpf (vice presidente),
Claudio Lanini (cassiere), Françoise Pohl, Giovanni Bonetti, Silvio Cantiello
Comitato di redazione: Carlo Branca, Gianni Caminada, Diego Erba, Marco Garbani Nerini, Luca Bieri
Pubblicità: Christa Kremmel, Marco Sasselli, René Schürpf
Traduzioni: Antje Bargmann
Foto: Garbani, Locarno
Impaginazione: Rezzonico Editore, Locarno
Editing: Enrica Gazzaroli
Stampa: RPrint SA, Locarno
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Boschi pioneri di betulla
Pionierbirkenwäldern
IL NUOVO DOCUMENTO PROPONE INTERVENTI CONCRETI PER I PROSSIMI 10 ANNI
Un piano per valorizzare
i boschi della collina
di RAFFAELE SARTORI
li obiettivi del Piano di
gestione comunale dei
boschi sono la valorizzazione e la gestione del bosco
pubblico e privato di Orselina,
con particolare riferimento alle
funzioni forestali d’interesse
pubblico. Il Piano propone degli interventi concreti per i
prossimi 10 anni, riprendendo
e precisando le indicazioni di
carattere generale del Piano
forestale cantonale. Con i suoi
132 ettari di bosco, che ricoprono il 68% del territorio, Orselina ha un tasso di boscosità
ampiamente superiore alla media cantonale (TI 48%). Il 58%
circa del bosco è di proprietà
pubblica (Cantone, Comune di
Orselina, Patriziati di Orselina e
di Muralto), mentre il 42% è di
proprietà privata. Tutti i boschi
di Orselina sono inseriti nel catasto federale dei boschi di
protezione "Silvaprotect", proteggono direttamente abitati e
vie di comunicazione da colate
di fango e caduta sassi, e sono
di grande importanza per la regolazione del regime idrico dei
torrenti. La ridotta densità dei
popolamenti e gli scarsi accrescimenti prima degli anni '40
del secolo scorso erano proba-
G
bilmente una diretta conse- no del bosco che prevede il taguenza dei numerosi incendi, glio periodico dei suoi polloni
del vago pascolo e della som- con turni molto brevi per la
maria esecuzione dei tagli. Nel produzione di piccola paleria e
periodo post-bellico i muta- legna da ardere. Nell’ambito
menti socioeconomici hanno del progetto di risanamento
poi dato respiro al manto fore- pedemontano si sono eseguiti
stale: la forte diminuzione dei degli interventi di ceduazione
tagli e l’abbandono almeno lungo la strada forestale della
parziale del vago pascolo han- collina, mentre per il resto si
tratta di cedui
no consentito al
generalmente
bosco di rafforA Orselina 132 ettari
poco gestiti.
zarsi. Dagli anni
di bosco ricoprono
Nel ceduo ca’80 la Sezione foil 68% del territorio:
stanile situato
restale ha proun tasso ampiamente sotto la funivia
mosso numerose
di Cardada, è
misure di gestiosuperiore alla media
inoltre
presenne del bosco, cocantonale (48%).
te in maniera
me per esempio il
progetto generale di risana- importante il fungo denominato
mento pedemontano, e i recenti mal d'inchiostro, mentre a lato
interventi selvicolturali lungo i di alcuni cedui situati a quote inriali Gutta, Rabissale e Ramo- feriori agli 800 m s.m. circa sono
gna. La fascia altitudinale colli- presenti numerose specie neofinare dei boschi di Orselina è te invasive (per esempio ailanto
dominata dai cedui di castagno e poligono del giappone).
sui pendii (distribuzione del Gli obiettivi e le misure operati60%) e da boschi di latifoglie ve principali previste dal Piano
miste attorno all'abitato (17%), di gestione sono i seguenti:
mentre la fascia submontana è • favorire una gestione attiva
caratterizzata da boschi pionie- del bosco in zona collinare, inri di betulla (17%) e dalla pianta- centivando l’utilizzo di legnagione di Trigumo. La tipologia me locale, tenendo però conto
forestale dominante, il ceduo degli aspetti critici legati ai pecastanile, è una forma di gover- ricoli naturali e alle neofite in-
vasive, tramite interventi selvicolturali mirati e ceduazioni
produttive a tappe;
• migliorare le condizioni di gestione del bosco nella zona
montana con l'estensione della
strada forestale Varenna fino a
Trigumo e la realizzazione di ancoraggi fissi per l'esbosco del
legname lungo la strada forestale della collina;
• valorizzare le peculiarità
paesaggistiche e ricreative del
territorio con la realizzazione di
un programma di gestione del
paesaggio nella zona montana
e di un itinerario didattico forestale nella zona collinare;
• valorizzare l’amministrazione
comunale e i patriziati nel ruolo
di coordinatori locali della gestione e manutenzione del territorio boschivo con l'istituzione
di una commissione comunale
forestale.
Il Piano di gestione dei boschi
assumerà validità dopo la fase
di consultazione (uffici cantonali e popolazione) e con l’approvazione da parte del Cantone (Consiglio di Stato). Il Piano
costituirà infine la base per la
gestione dei boschi per un periodo di 10 anni dalla sua approvazione.
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DAS NEUE DOKUMENT SCHLÄGT MASSNAHMEN
FÜR DIE NÄCHSTEN 10 JAHRE VOR
Waldplanung
in Orselina
Piantagione
di Trigumo
Aufforstungsgebiet
Trigumo
von RAFFAELE SARTORI
ie kommunale Waldplanung in Orselina hat die
Aufwertung und Bewirtschaftung öffentlicher und privater Wälder zum Ziel. Der
Schwerpunkt liegt dabei auf
den Waldfunktionen im öffentlichen Interesse. Der kommunale
Waldplan ist auf die nächsten
zehn Jahre ausgerichtet und
macht Vorschläge für konkrete
forstwirtschaftliche Massnahmen. Er setzt dabei die allgemein gehaltenen Vorgaben des
kantonalen Waldentwicklungsplans um.
Mit 132 Hektar Wald, die rund 68
Prozent des Gemeindegebiets
bedecken, kann Orselina im kantonalen Vergleich einen überdurchschnittlich hohen Waldanteil aufweisen (TI: 48%). Etwa 58
Prozent des Waldes ist Gemeingut und befindet sich im Besitz
von Kanton, Gemeinde oder den
Patriziaten von Orselina und Muralto. 42 Prozent dagegen sind
Privateigentum. Alle Waldgebiete von Orselina sind beim Bund
als Schutzwald im Sinne des
Projekts „Silvaprotect“ verzeichnet: sie dienen dem Schutz von
Wohngebieten und Strassen vor
Murgänge und Steinschlag und
spielen eine wichtige Rolle bei
der Regulierung des Wasserhaushalts der Bäche.
Die beschränkte Dichte der
Waldbestände und das nur ge-
D
ringe Waldwachstum vor 1940 castanile), der eine bestimmte
waren vermutlich eine Folge der Form der forstwirtschaftlichen
häufigen Waldbrände, des Nutzung darstellt: das noch
Trattrechtes und der radikalen junge Holz wird in kurzen AbAbholzung des Baumbestan- ständen geschlagen und zur
des. Die sozialökonomischen Produktion von kurzen Pfählen
Veränderungen in der Nach- und Brennholz verwendet. Im
kriegszeit gaben dem Wald Rahmen des Forstsanierungsdann die Möglichkeit zum projekts wurden entsprechenDurchatmen: Weil weniger Holz de Niederwaldschläge entlang
geschlagen und das damals gül- der Forststrasse "della collina"
tige Trattrecht teilweise aufge- durchgeführt, die Niederwälder
hoben wurde, konnte sich der im restlichen Gebiet sind dagegen nur wenig bewirtschaftet.
Waldmantel erholen.
Seit den 1980er Jahren hat das Die Niederwälder unterhalb der
Forstamt zahlreiche Forstsanie- Seilbahn von Cardada sind stark
rungsprojekte vorangetrieben, von der so genannten Tintenwie zum Beikrankheit, eispiel die kürznem Pilz, beMit 132 Hektar Wald
lich vorgenomtroffen. Zudem
- rund 68% des
menen waldwachsen an
Gemeindegebiets baulichen Einden Rändern
kann Orselina im
griffe entlang
einiger Niederkantonalen Vergleich
der Bäche Gutwälder unterta, Rabissale
einen überdurchschnittlich halb von 800
und Ramogna.
Höhenmetern
hohen Waldanteil
Im Gemeindezahlreiche invaaufweisen
(TI
48%).
gebiet von Orsive Neophyten
selina wächst in der kollinen (gebietsfremde Pflanzen), wie
Stufe vor allem Kastanie (Anteil beispielsweise der Götterbaum
60 Prozent) entlang der Hänge und der Japanische Staudensowie Laubmischwald rund um knöterich.
das Wohngebiet (17 Prozent). Die wichtigsten Ziele und
Die submontane Stufe ist dage- Massnahmen des kommunagen geprägt von Pionierbirken- len Waldplans sind folgende:
wäldern (17 Prozent) und dem • Förderung einer aktiven BeAufforstungsgebiet Trigumo. wirtschaftung des Waldes in
Der häufigste Waldtyp ist der der kollinen Stufe durch AnkurKastanienniederwald (ceduo belung der Nutzung von loka-
lem Holz. Den kritischen Aspekten im Hinblick auf Naturgefahren und invasiver Neo-phyten
wird mit gezielten waldbaulichen Massnahmen und etappenweisen produktiven Niederwaldschlägen begegnet.
• Verbesserung der Bedingungen für die Waldbewirtschaftung in der montanen Stufe mit
einer Erweiterung der Fortstrasse Varenna bis Trigumo
und der Schaffung von festen
Verankerungen entlang der
Forststrasse für die Holzernte.
• Aufwertung landschaftlicher
Besonderheiten und Freizeitmöglichkeiten durch die Schaffung eines Programms zur
Landschaftsplanung in der
montanen Stufe und eines didaktischen Waldweges in der
Hügelzone.
• Stärkung der Gemeindeverwaltung und der Patriziate in ihrer Rolle als lokale Koordinatoren für die Planung und Bewirtschaftung des Waldgebietes
durch Einrichtung einer kommunalen Forstkommission.
Gültig wird der kommunale
Waldplan nach Abschluss der
Vernehmlassung (Kantonsämter und Bevölkerung) und der
Zustimmung durch den Kanton
(Staatsrat). Der Plan schafft die
Basis für ein „Waldmanagement“ über einen Zeitraum von
zehn Jahren.
ORSELINA 2016 / 5
SITUATA IN PROSSIMITÀ DELLA MULATTIERA SAN BERNARDO
Terminato il restauro
della "Capèla dal Salt"
di BENIAMINO SARTORIO
a "Capèla dal Salt", di
proprietà del Comune di
Orselina e situata in prossimità della mulattiera San Bernardo, versava in pessime condizioni, motivo per il quale nel
2012 il Municipio ha deciso di
far eseguire dei lavori di conservazione e restauro che si
sono conclusi nel 2014 e cui si
è aggiunto un piccolo intervento nel 2015.
La cappella, che deve il suo nome alla prossimità con la cascina "al Salto", è stata edificata
nel 1865, prima della costruzione della mulattiera San Bernardo (1898).All'interno, prima
dell'intervento di restauro, era
ancora ben visibile la dicitura "
Adamina Gio. Battista fece fare
1865".Sullo sfondo interno della costruzione un affresco molto danneggiato rappresentava
il Cristo morto; non si tratta di
L
6 / ORSELINA 2016
una Deposizione in senso stretto perché non appaiono le altre
figure tradizionalmente presenti. Sulla volta della costruzione
era presente una colomba,
simbolo dello Spirito Santo.
I dipinti della cappella erano
già stati restaurati nel 1927 da
Janci (Giovanni Antonio) Adamina, artista attivo nella regione di cui si può leggere una
breve biografia nella rivista
"Orselina" del 2008.
Come mi ha riferito Gabriele
Grimbühler, restauratore responsabile per i recenti interventi sulla cappella, il Cristo
morto è probabilmente opera
originale di Janci Adamina;
dell'affresco originale del 1865
ha ritrovato unicamente alcune tracce completamente
compromesse. I lavori di restauro e conservazione hanno
interessato da una parte le
strutture murarie e il tetto e,
d'altra parte, gli intonaci, i tinteggi e gli affreschi.
Per quanto riguarda la struttura della cappella si è trattato
inizialmente di liberare le murature perimetrali parzialmente ricoperte dall’humus accumulatosi negli anni, causa di
grave degrado degli intonaci e
delle strutture murarie. Una
volta liberato completamente
il perimetro sono stati costruiti
dei muri a secco di contenimento a una distanza tale che
permettesse la libera circolazione d'aria attorno alla cappella. Si sono anche verificate
infiltrazioni dal tetto che hanno rovinato anche gli intonaci
e affreschi sulle parti interne.
In questa fase degli interventi
si è pure proceduto alla riparazione del tetto di piode, in parte smontato e ricostruito, so-
stituendo parte delle piode di
copertura.
In epoca precedente erano
stati fatti dei piccoli interventi
di riparazione non datati e con
materiali inadatti (intonaci di
cemento) che sono stati rimossi. Dopo questa prima fase d’interventi, in accordo con
il restauratore, vi è stata un'interruzione dei lavori di svariati
mesi per permettere alle murature di asciugare e smaltire
L’intervento curato
da Gabriele Grimbühler
si è protratto per 3 anni.
La preziosa cappella
risale al 1865.
Era stata edificata
prima della costruzione
della mulattiera.
Una leggenda
di Luigi Merlini
Orselina viveva un contadino. La storia ha dimenticato il suo nome,
ma ricorda bene il suo debole
per il “dolce nettare del dio
Bacco”. Il guaio era che quando i fiumi dell’alcool annebbiavano e oscuravano la sua
mente, allora – apriti cielo! –
dalla sua bocca uscivano le
parole più oscene contro Dio,
la Madonna, i Santi e i buoni
della terra. La vecchia mamma
ne soffriva e pregava ogni giorno per il suo figliolo, non cattivo, no, ma cosi debole…
Berlicche 1 , il signore dell’inferno l’osservava invece compiaciuto: “Se andiamo avanti di
questo passo, sarà mio!” si diceva soddisfatto fregandosi le
mani. Un giorno, spinto dal desiderio di impossessarsene
prima del tempo stabilito, gli
saltò il ticchio di fargli una visitina ed eccolo comparire sulla
faccia della terra sotto le sembianze di un mansueto e timido asinello. Si fermò a poca distanza dalla bettola sul margine della strada. A mezzanotte
l’uscio dell’osteria si schiuse e
alla debole luce d’una lampada appesa al soffitto s’intravide un essere barcollante, con il
cappello sulle ventitré, che
avanzava carponi rasentando
il muricciolo. Era veramente
ubriaco fradicio e bestemmiava come un forsennato. L’asinello, zitto zitto, fece un passo,
due passi, fino a farsi scorgere
dal disgraziato.
“Tò, bestiaccia!” e gli sferrò un
calcio, ma l’asino non si mosse. Allora gli balenò per la
mente un’idea: “E se gli balzassi in groppa?”. Si aggrappò
con ambedue le mani al collo
della bestia e su, con uno sforzo disperato per non perdere
l’equilibrio, gli fu sopra.
“Via bestiaccia…”. L’asino non
se lo fece ripetere due volte.
Lasciate le ultime catapecchie, s’inoltrò nel fitto del bosco ascendendo verso la montagna. Dalle narici fumanti si
sprigionavano lunghe fiamme,
e gli occhi, come due pezzi di
brace, brillavano di perfida luce nella notte scura.
L’uomo sul suo dorso si era
addormentato d’un sonno
profondo. All’albeggiare l’asino giunse stanco e affranto dal
peso sul ciglio della rupe, là
dove oggi si erge la cappella.
Al suo raglio rispondeva soltanto lo scrosciare dell’onda
sui ciottoli nel fondovalle e il
grido lugubre degli uccelli notturni accovacciati in antri e
crepacci. L’asino era quasi
giunto sull’orlo dell’abisso,
A
la forte umidità presente.
Nella seconda fase d’intervento sono stati ripristinati gli intonaci degradati, le lesioni e le
zone prive d'intonaco sono
state colmate con malta di calce e i vuoti e distacchi stabilizzati con iniezioni locali. A questi lavori è di nuovo subentrata
un'interruzione in attesa che gli
intonaci e le riparazioni asciugassero prima degli interventi
sulle pitture.
Il concetto di restauro ha favorito la tutela dei dipinti murali
ancora visibili, rinunciando alla
ricostruzione delle parti di affresco completamente mancanti. In effetti, parte dell'affresco principale era irrimediabilmente rovinata, così come l'intonaco di sottofondo. Le decorazioni e le scritte sulla facciata, dilavate dalla pioggia, sono
state rifatte ex-novo. Gli ultimi
interventi, non ancora realizzati, prevedono il prossimo aprile, in collaborazione con la
Protezione civile, la sistemazione del sentiero d'accesso a
monte e a valle della cappella
con il collegamento alla mulattiera San Bernardo e la posa di
cartelli che ne indichino la presenza e il percorso per raggiungerla.
Com’era stato rilevato nel
messaggio municipale che richiedeva i fondi per il risanamento e restauro della "Capèla dal Salt", questa rappresenta una testimonianza locale
della devozione popolare ed è
parte integrante del patrimonio culturale di Orselina; la sua
integrazione a un percorso turistico frequentato quale la
mulattiera San Bernardo favorisce sicuramente la sua messa in valore.
quando improvvisamente una
folata d’aria gelida e frizzante
investì in pieno il viso dell’uomo. Sobbalzò sulla groppa
dell’asino, si fregò gli occhi,
ma rabbrividì nel vedere ai
suoi piedi la rupe, l’abisso, il
torrente…
“Gesù, Maria… salvatemi!”
gridò e si fece un gran segno
della croce. Questa proprio
non ci voleva per Berlicche, a
soli due passi dalla vittoria e
già trionfante del nuovo acquisto La terra tremò. Si sentì un
tonfo, poi l’asino sprofondò e
scomparve, attraverso la voragine aperta ai suoi piedi, negli
abissi del suo regno infernale.
Riavutosi dalla caduta, l’uomo
si ritrasse tremante dal ciglio
della rupe. Capì che un solo
passo lo separava dal fondo
del precipizio… Un brivido di
spavento e di orrore lo scosse
dalla tesa ai piedi. Si trascinò
giù per la china diretto verso
Orselina e ai conoscenti che
incontrava per via narrò l’accaduto senza aggiungere nulla,
intercalandolo soltanto con
qualche segno di croce ogni
volta che i lineamenti dell’asino (Berlicche 1 , brrr!) si profilavano dinanzi ai suoi occhi.
La vecchia madre pianse di
gioia nel rivedere il suo figliolo
così trasformato, ma rabbrividì
al racconto di Berlicche inghiottito da quella voragine, a
così breve distanza da casa
propria. “Gesù Maria…”.
Da quel giorno l’ex ubriacone
non mise più piede nella bettola, non lanciò più nessuna invettiva né contro i santi del cielo, né contro i buoni della terra;
visse i giorni che ancora gli rimanevano piangendo amaramente i grossi peccati della vita passata.
Poi, in segno di riconoscenza
verso il Signore, fece erigere a
sue spese la cappellina detta
ancora oggi “Al Salto”, e la volle proprio su quella rupe dove il
Signore aveva fatto il miracolo.Volle incidere sulla pietra, in
grande, un ammonimento:
“Pregate e mai mormorate”.
Sono passate molte generazioni da allora. Le erbe e i rovi
hanno invaso la cappella, la
pioggia ha quasi fatto diroccare il tetto, ma l’ammonimento
inciso sulla pietra, sbiadito, illeggibile, è rimasto.
1
Nome popolare e scherzoso del
Diavolo; far berlicche e berlocche
significa mancare di parola
Questa leggenda è tratta da
“Il Meraviglioso”, vol. 1, pubblicato
da Armando Dadò editore, 1990, che
si ringrazia per la concessione data.
ORSELINA 2016 / 7
NUOVI MOMENTI
SIE BEFINDET SICH IN DER NÄHE DES SAUMPFADS SAN BERNARDO
Restaurierung der „Capèla dal Salt“
Die Restaurierung
unter der Leitung
von Gabriele Grimbühler
dauerte 3 Jahre.
Das Gebäude stammt
aus dem Jahr 1865
und entstand schon
vor der Fertigstellung
des Saumpfads.
von BENIAMINO SARTORIO
ber lange Jahre war die
Kapelle „Capèla dal Salt“
in der Nähe des Saumpfads („mulattiera“) San Bernardo dem Verfall ausgesetzt.
Im Jahr 2012 entschloss sich
die zuständige Gemeinde Orselina jedoch zu einem umfassenden Sanierungs- und Restaurierungsprojekt. Die Hauptarbeiten konnten im Jahr 2014
abgeschlossen werden, im Jahr
2015 gab es noch kleine zusätzliche Baumassnahmen.
Ihren Namen verdankt die Kapelle der Nähe zur Berghütte „al
Salto“. Das Gebäude stammt
aus dem Jahr 1865 und entstand demnach schon vor der
Fertigstellung des Saumpfads
San Bernardo (1898). Im Innenraum gab es dazu bis zur Restaurierung den gut lesbaren
Schriftzug: „Adamina Gio. Battista fece fare 1865“. Ein Fresko an der Wand im Hintergrund des Gebäudes, das den
„toten Christus“ zeigt, erwies
sich als stark beschädigt; bei
dem Motiv auf dem Bild handelt es sich nicht um die Kreuzabnahme im klassischen Sinne, denn dazu fehlen die weiteren Figuren, die normalerweise
ein solches Gemälde bestimmen. Das Bild einer Taube am
Deckengewölbe symbolisierte
den Heiligen Geist.
Ü
Die Gemälde in der Kapelle wurden schon einmal im Jahr 1927
restauriert, und zwar von Janci
(Giovanni Antonio) Adamina, einem Künstler aus der Region,
über den es eine kleine Biographie in der „Orselina“-Ausgabe
von 2008 gibt. Nach Einschätzung von Gabriele Grimbühler,
dem verantwortlichen Restaurator für die aktuellen Arbeiten
an der Kapelle, ist der „Tote
Christus“ wahrscheinlich ein Eigenwerk von Janci Adamina;
von dem Original-Fresko wurden nur noch einige schlecht erhaltene Überreste gefunden.
Die Restaurierungs- und Erhaltungsarbeiten betrafen zum einen das Mauerwerk und das
Dach, zum anderen den Verputz, die Wandfarben und die
Fresken. Im Hinblick auf die
bauliche Struktur der Kapelle
war es zu Anfang wichtig, die
Umgebungsmauern freizulegen. Diese waren teilweise mit
Erde bedeckt, was den teilweise
sehr schlechten Zustand des
Mauerwerks und des Verputzes
erklärt. Nachdem das betreffende Terrain komplett freigelegt
war, entstanden neue Befestigungs-Trockenmauern. Dabei
wurde darauf geachtet, um die
Kapelle herum ausreichend
Raum für die Luftzirkulation zu
lassen. Festgestellt wurde aus-
serdem, dass vom Dach her
Wasser in die Innenräume
durchsickerte, was ebenfalls
Schäden an Verputz und Fresken verursachte. Im Verlauf dieser Arbeitsphase wurde auch
das Steindach repariert. Es
musste teilweise abgedeckt
und erneuert werden, ein Teil
der Steine wurde ersetzt. Wie
sich zeigte, hat es schon zu einem früheren, unbekannten
Zeitpunkt Reparaturen an der
Kapelle gegeben. Damals wurde allerdings ungeeignetes Material verwendet (Zementputz),
das nun ersetzt werden konnte.
Nach diesem Arbeitsschritt
wurde in Absprache mit dem
Restaurator eine Sanierungspause über mehrere Monate
eingelegt, damit das Mauerwerk trocknen und die Feuchtigkeit entweichen konnte.
In der zweiten Arbeitsphase
wurde der zerstörte Verputz
wiederhergestellt. Beschädigungen und Löcher im Mauerwerk wurden mit Kalkmörtel
aufgefüllt, Leerräume und Abbrüche mit punktuellen Injektionen befestigt. Bevor anschliessend mit den Malerarbeiten begonnen werden konnte, war erneut eine mehrmonatige Arbeitspause notwendig, um die
reparierten Mauerstellen trocknen zu lassen.
Das Restaurierungskonzept hatte unter anderem den Erhalt der
Wandgemälde zum Ziel, die
heute immer noch zu sehen
sind. Es wurde darauf verzichtet,
stark beschädigte Fresken vollständig wiederherzustellen. Das
gilt auch für das Hauptgemälde,
das an einigen Stellen unwiderruflich zerstört war, ebenso wie
der Putz darunter. Die Verzierungen und Schriften an der Fassade, die der Regen ausgewaschen hatte, wurden dagegen
ersetzt. Als zukünftige Baumassnahme ist vorgesehen, im
April gemeinsam mit dem Zivilschutz den Wanderweg oberhalb und unterhalb der Kapelle
auszubessern und an den
Saumpfad San Bernardo anzuschliessen. Geplant ist, Schilder
aufzustellen, die Wanderer auf
die Kultstätte hinweisen und ihnen die Richtung zeigen.
In der Botschaft der Gemeindeexekutive, mit der die Restaurierungsgelder beantragt
worden waren, wurde betont,
dass die „Capèla dal Salt“ ein
wichtiges historisches Zeugnis
der Volksfrömmigkeit darstellt
und zu den Kulturgütern der Gemeinde Orselina gehört. Die
Einbeziehung der Kapelle in einen Rundweg für Touristen trägt
mit Sicherheit zur Aufwertung
des Kulturdenkmals bei.
ORSELINA 2016 / 9
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®Roberto Pellegrini
®Roberto Pellegrini
Sala Ciseri
Saal Ciseri
Croce d’altare
Altarkreuz
IL PICCOLO MUSEO SUL SACRO MONTE VERRÀ INAUGURATO A FINE ESTATE
Alla Madonna del Sasso
apre il Museo Casa del Padre
di SIMONA MARTINOLI
el 2015 sono stati ultimati
gli ampi lavori di restauro
del complesso del Sacro
Monte di Orselina (di proprietà
dello Stato dal 1848), avviati nel
2006 sotto la soprintendenza
dell’Ufficio cantonale dei beni
culturali (UBC) del Dipartimento
del territorio e a cura dello studio
di architettura Buletti, Fumagalli
e Associati di Lugano. A conclusione delle campagne di restauro, l’UBC mi ha affidato l’incarico
di concepire il nuovo allestimento del Museo Casa del Padre in
collaborazione con il Servizio
monumenti dello stesso Ufficio e
con il sostegno della Provincia
dei Cappuccini svizzeri e dell’Associazione Pro Restauro Sacro
Monte Madonna del Sasso. Il
progetto delle strutture espositive è stato elaborato dallo studio
Buletti, Fumagalli e Associati,
mentre la grafica dallo studio
Jannuzzi e Smith di Lugano.
Gli spazi museali sono situati
nell’edificio sorto nel tardo
Quattrocento per iniziativa di fra’
Bartolomeo Piatti da Ivrea, il frate al quale le fonti riconducono la
fondazione del Santuario nel
1480, a seguito dell’apparizione
della Vergine sullo sperone di
roccia nel luogo detto “al Sasso
della Rocca”.
L’allestimento è stato concepito
con l’obiettivo di conservare,
mostrare e valorizzare la collezione dei frati Cappuccini, custodi del complesso dal 1848. Pen-
N
sato come punto di riferimento e pure oggetti devozionali. Si sedi approfondimento per i pelle- gnalano alcuni pezzi di particolagrini e i visitatori del Santuario, il re pregio, eseguiti da argentieri
piccolo museo propone un per- fiorentini nel XVII sec., tra cui una
corso che si snoda lungo otto "Croce d’altare" finemente lavosale disposte su due piani. At- rata e un ostensorio raggiato.
traverso gli oggetti esposti, i vi- La sala successiva consente di
sitatori sono invitati a scoprire i avvicinarsi alla vita conventuale
tesori collezionati dai frati, a dei frati Cappuccini attraverso
comprenderne il significato e ad utensili d’uso quotidiano: dal
acquisire conoscenze sulla sto- cesto per la questua, alle codidette “bàttole”, a strumenti utiria e la cultura del luogo.
La prima sala introduce alla sto- lizzati per la confezione dei copricapi chiamati
ria del complesso
della Madonna
Attraverso gli oggetti “zucchetti”. Coml’allestidel Sasso letta
esposti nelle 8 sale pletano
mento la statua di
nel contesto dei
del piccolo museo un paggio barocSacri Monti prealsi ammirano tesori co e alcune tele,
pini attraverso alcune opere d’arcollezionati dai frati tra cui un dipinto
del pittore locale
te, tra cui spicca
scoprendo anche
Janci Adamina
un bel dipinto,
la storia e la cultura del 1932 che rieseguito dal pitdel luogo di culto.
trae "Padre Leotore paesaggista
ne da Lavertezinglese George
Edwards Hering nel 1865 che zo", il frate che iniziò a raccoraffigura il Santuario visto dal gliere gli oggetti con l’idea di albasso e il monte percorso dalla lestire un museo.
La visita prosegue al piano supeVia Crucis.
Nella sala attigua è esposto il riore, dove si può ammirare l’in“Tesoro” della Madonna del Sas- teressante collezione di ex voto
so, che contempla arredi d’altare dipinti risalenti perlopiù al XIX e
– croci, candelabri, vasi sacri – XX sec. – la più consistente del
databili dal XVII al XX sec., come Ticino – tra cui spiccano quelli
pure diversi reliquiari (tra cui pre- eseguiti dal pittore valmaggese
ziosi reliquiari seicenteschi a bu- Giovanni Antonio Vanoni (1810sto) e vesti sacre. Non mancano 1886). Insieme alle tavolette apmanufatti che si riferiscono a pese alle pareti del Santuario cospecifiche funzioni liturgiche, stituiscono una preziosa testitutti finemente lavorati, oggetti monianza di pietà popolare. La
portatili e processionali, come maggior parte dei dipinti raffigu-
ra l’atto della preghiera e ciò che
è chiesto alla Madonna del Sasso in conseguenza di una malattia o di una disgrazia. Oltre a tavolette dipinte, queste raccolte
annoverano diversi ex voto anatomici (che riproducono la parte
del corpo guarita in virtù del voto)
o simbolici (per esempio il cuore
come sede dell’affetto da cui
scaturisce la resa di grazia), eseguiti in metallo.
Le due sale successive sono dedicate al pittore ticinese Antonio
Ciseri (1821-1891), uno dei maggiori esponenti della cultura accademica in Italia e in Europa. Le
opere esposte sono legate all’esecuzione della celebre tela "Il
Trasporto di Cristo al sepolcro"
(1864-1870), capolavoro della
pittura ottocentesca ticinese,
eseguita a Firenze nel 1864-70 e
situata nell’omonima cappella
all’interno del Santuario. Sono
inoltre esposte alcune repliche,
come la notevole tela della
"Maddalena", commissionate a
Ciseri grazie all’enorme popolarità conosciuta dall’opera.
Il percorso prosegue nella saletta con volta a crociera e affrescata dedicata a piccole mostre
temporanee allestite annualmente e si conclude nel locale in
cui si presentano documentari
d’archivio sulla storia del Sacro
Monte, arredato con le sedie
appartenenti ai borghesi, un
tempo utilizzate come banchi
del Santuario.
ORSELINA 2016 / 11
di salvo pelletteria
via cittadella 7
6600 locarno
+41(0)91 751 54 47
www.disalvobags.ch
Palazzo Salina 6600 Locarno-Muralto tel 091 743 86 60
DIE ERÖFFNUNG IST FÜR DEN SPÄTSOMMER GEPLANT
Das Museum Casa del Padre in der
Wallfahrtskirche Madonna del Sasso
von SIMONA MARTINOLI
m Jahr 2015 ist am Komplex schichte des Komplexes Mades Sacro Monte (Heiliger donna del Sasso ein. Der Ort
Berg) von Orselina ein um- wird im Kontext weiterer präalfangreiches Restaurierungspro- piner „Heiliger Berge“ unter Hejekt abgeschlossen worden. Die ranziehung einiger Kunstwerke
Sanierungsarbeiten an der Wall- betrachtet. Ein Blickfang ist dafahrtskirche, die sich seit 1848 bei das sehr schöne Gemälde
im Besitz des Kantons befindet, des englischen Landschaftsbegannen im Jahr 2006 und malers George Edwards Hering
standen unter Aufsicht des kan- aus dem Jahr 1865, das die Kirtonalen Amtes für Kulturgüter che aus dem Blickwinkel von
(UBC) (Raumplanungsdeparte- unten und den Berg entlang der
ment) sowie des Architekturbü- Via Crucis abbildet.
ros Buletti, Fumagalli e Associa- Im angrenzenden Saal ist der
ti aus Lugano. Gegen Ende der „Schatz“ der Madonna del SasRestaurierungsphase wurde mir so ausgestellt: Altarschmuck
seitens des UBC die Aufgabe aus dem 17. bis 20. Jahrhunübertragen, in Zusammenarbeit dert, sprich Kreuze, Kerzenmit dem Denkmalschutzdienst leuchter und heilige Vasen, sodes UBC, der Schweizer Kapu- wie verschiedene Reliquiare
ziner-Provinz und dem Verein (darunter kostbare ReliquienPro Restauro Sacro Monte Ma- büsten des 17. Jahrhunderts)
donna del Sasso ein neues Kon- und heilige Gewänder. Zu sehen
zept für die Einrichtung des Mu- sind auch fein ausgearbeitete
seums Casa del Padre zu erar- Manufakte, die speziellen liturbeiten. Das Projekt für die Aus- gischen Funktionen zugeschriestellungsstrukturen wurde vom ben werden, tragbare und für
Prozessionen beStudio Buletti, Fustimmte Objekte
magalli e AssociaDie Besucher des
sowie Devotionati entwickelt, die
kleines Museums
lien. Einige StüGrafik übernahm
werden
in
die
cke, die von flodas Büro Jannuzzi
Geschichte und
rentinischen Silund Smith aus LuKultur der Kultstätte berschmieden im
gano. Das Klos17. Jahrhundert
tergebäude,
in
eingeführt.
hergestellt wurdem auch das
Museum untergebracht ist, hat den, sind von hohem Wert, daseine Wurzeln im späten 15. runter ein sehr fein ausgearbeiJahrhundert. Es entstand da- tetes Altarkreuz und eine strahmals auf Initiative des Franzis- lenförmige Monstranz.
kaners Fra Bartolomeo Piatti Der nachfolgende Raum inforaus Ivrea, der als Gründer des miert über das Leben der KapuKlosters im Jahr 1480 gilt. Es zinermönche im Konvent und
heisst, ihm sei zuvor auf einem zeigt dazu alltägliche GeFelsen mit dem Namen „al Sas- brauchsutensilien: vom Almoso della Rocca“ die heilige senkorb über diverse Typen
Jungfrau erschienen.Die Aus- von Ratschen bis zu Geräten
stellung ist mit dem Ziel konzi- für die Anfertigung von Kopfbepiert, die Sammlung der Kapu- deckungen, genannt „zucchetzinermönche –„Wächter“ des ti“. Vervollständigt wird die AusWallfahrtsortes seit 1848 – zu stellung durch die Statue eines
konservieren, zu zeigen und barocken Knaben und einige
aufzuwerten. Das kleine Muse- Gemälde, darunter ein Bild des
um, das als Sehenswürdigkeit lokalen Malers Janci Adamina
und fachlichen Vertiefungs- aus dem Jahr 1932, das den
punkt für Pilger und Besucher „Padre Leone da Lavertezzo“
fungieren soll, bietet einen zeigt, den Ordensbruder, der
Rundgang, der sich durch acht einst begann die Sammlung anSäle auf zwei Stockwerken zulegen, mit dem Ziel, ein Muzieht. Dank der Ausstellungsob- seum einzurichten.
jekte ist es den Besuchern mög- Der Rundgang setzt sich im
lich, die Schätze der Sammlung Obergeschoss fort. Dort können
zu entdecken, ihre Bedeutung die Besucher eine interessante
zu verstehen und neue Kennt- Kollektion von Votivbildern benisse über die Geschichte und wundern, bei der es sich um die
grösste im Tessin handelt. Die
Kultur des Ortes zu erwerben.
Der erste Saal führt in die Ge- Bilder stammen vorwiegend aus
I
La Guida storico artistica «Il Sacro Monte della Madonna del Sasso
a Orselina», edita dalla Società di storia dell’arte Svizzera SSAS è
disponibile in quattro lingue (italiano, tedesco, francese e inglese)
Der kunsthistorische Führer „Sacro Monte del Sasso in Orselina“,
herausgegeben von der Gesellschaft für Schweizerische
Kunstgeschichte, ist in 4 Sprachen erhältlich (I/DE/FR/ENG)
dem 19. und 20. Jahrhundert.
Besonders hervor stechen die
Werke von Giovanni Antonio Vanoni (1810-1886), einem Maler
aus dem Maggiatal. Zusammen
mit den Wandtafeln in der
Hauptkirche stellen sie ein kostbares Zeugnis der Volksfrömmigkeit dar. Die Mehrheit der Bilder zeigt den Akt eines Gebetes
und die an die Madonna del
Sasso gerichteten Wünsche in
Folge von Krankheit oder Unglück. Die Sammlung enthält neben den Malereien auch diverse
anatomische Votivbilder (die
den Körperteil zeigen, dem dank
des Gelübdes eine Heilung wiederfuhr) sowie symbolische Bilder in Metall (beispielsweise das
Herz als Ort der Liebe, aus dem
die Gnadenflut heraussprudelt).
Die zwei nachfolgenden Säle
sind dem Tessiner Maler Antonio
Ciseri (1821-1891) gewidmet,
einem der wichtigsten Vertreter
der akademischen Kultur in Italien und Europa. Die ausgestellten Kunstwerke stehen in Verbindung mit der Ausführung des
berühmten Gemäldes „Il Tra-
sporto di Cristo al sepolcro“ (Die
Grablegung Christi) (18641870), Meisterwerk der Tessiner
Malerei des 19. Jahrhunderts,
das in Florenz in den Jahren
1864-70 entstand und seinen
Platz in der gleichnamigen Kapelle im Inneren der Hauptkirche
der Madonna del Sasso hat. Zu
sehen sind auch einige Repliken
des Werks, darunter das bekannte Gemälde „Maddalena“,
eine Arbeit, die bei Ciseri in Auftrag gegeben worden war, nachdem er sich durch das Originalwerk grosse Popularität verschafft hatte.
Der Rundgang setzt sich in einem kleinen Saal mit Kreuzgewölbe und Fresken fort. Dieser
steht temporären Ausstellungen
zur Verfügung, die alljährlich
neu eingerichtet werden. Die
Besichtigungstour findet ihren Abschluss in einem Raum
mit Dokumentarfilme zur Geschichte des Heiligen Berges.
Ausgestattet ist dieses Zimmer
mit Stühlen der bürgerlichen
Schicht, die früher als Bänke in
der Kirche standen.
ORSELINA 2016 / 13
di/von LUCA POHL
1
UN ITINERARIO NON DIFFICILE MA CHE RICHIEDE UN BUON ALLENAMENTO
Da Mergoscia a Orselina
per la cresta del Madone
l 30 ottobre è una giornata autunnale splendida, telefono
all’amico Eraldo e un’ora dopo ci incontriamo sul bus per
Mergoscia, con meta il pizzo
Madone per la sua cresta est e
in seguito fino a Cardada. Un itinerario poco frequentato, non
difficile ma che richiede un
buon allenamento e un passo
sicuro, ma anche un percorso
pieno di sorprese. La prima già
all’arrivo a Mergoscia , l’incontro con Angelo Valsecchi e il fotografo Sandro Oldrati che
stanno preparando una pubblicazione sul tema dell’acqua e
proprio oggi hanno previsto di
salire per lo stesso itinerario al
Madone: segno che questo percorso è davvero interessante.
Mentre Sandro scatta le prime
foto, Angelo ci illustra il loro
progetto, l’acqua in tutte le sue
apparizioni ed espressioni. Ci
I
14 / ORSELINA 2016
avviamo poi per la scalinata che
dalla piccola piazza sale al nucleo di Benitt e da qui prendiamo il comodo sentiero per Porchesio. Attraversiamo un bel
bosco ceduo di castagni che
splende nei colori autunnali e
arriviamo ai Monti di Cortoi, dove ci sorprende un cartello: macelleria! E sì, a Cortoi è possibile
acquistare della carne, ovviamente rigorosamente bio. Abbandoniamo il sentiero per Bietri e ci inerpichiamo verso il
Monte di Porchesio. Angelo e
Sandro, che nel frattempo ci
hanno superato, si fermano a
osservare l’enigmatico masso
cuppellare, con scolpite croci
greche e latine di origine antica,
forse celtica, e una data più recente, 1616, aggiunta da mano
ignota. Dopo un’ora e mezza di
cammino raggiungiamo Porchesio, un nucleo di cascine
posto su un terrazzo che domina la Verzasca e da dove la vista
spazia dal Lago Maggiore fino
alla cima del Pizzo Vogorno,
splendido nella calda luce del
mattino. Sulle sue pendici è ben
visibile l’ampio terrazzo con le
cascine dell’alpe di Bardughè.
Lasciamo Porchesio dopo una
breve pausa e raggiungiamo rapidamente la cresta che ci condurrà al Madone. Il sentiero è
ben demarcato e pur non presentando particolari difficoltà richiede comunque un piede fermo. Man mano che si sale la vista si apre sempre più, ci affascinano i riflessi del sole sui meandri del Lago Maggiore e i ripidi pendii della sponda opposta
della valle di Corippo, con i giochi di luci e ombre sulle rocce.
Ancora più su ci appaiono le cime imbiancate dei gruppi del
Monte Rosa e del Mischabel
sopra Saas Fee. Raggiungiamo
la cima del Madone, l’aria è così
chiara che possiamo intravvedere la cima del Monte Viso,
ben oltre Torino, le alpi vallesane e bernesi e la valle Maggia
con il Basodino. Dall’altra parte
la val Verzasca e più in là la cima
dell’Adula, il punto culminante
del Ticino. Verso sud, la Cimetta, il pizzo Trosa e in basso il
Piano di Magadino e il Lago
Maggiore con Cannobio e fin
oltre Stresa: un grandioso spettacolo a 360 gradi!
Scendiamo dal Madone per il ripido sentiero in direzione dell’alpe di Bietri per poi risalire alla
cima della Trosa, da dove raggiungiamo rapidamente Cardada. Dopo circa 6 ore di cammino diamo riposo alle ginocchia
scendendo in seggiovia e poi in
funivia, arrivando ad Orselina
mentre il sole sta tramontando.
Wanderung
über den Grat
des Madone
2
1. Il Madone visto dalla cima della Trosa
2. Il panorama in vetta al Madone con in primo piano la valle
Onsernone e sullo sfondo le alpi vallesane
3. Cascine sul Monte di Porchesio
4. Vista sul Pizzo Vogorno (Valle Verzasca) con l’alpe Bardughè
alla sua sinistra
D
1. Der Madone vom Gipfel des Trosa aus betrachtet
2. Das Panorama vom Gipfel des Madone: Im Vordergrund
das Onsernonetal, im Hintergrund die Walliser Alpen
3. Rustici auf dem Monte di Porchesio
4. Blick auf den Pizzo Vogorno (Verzascatal) mit der Alpe
Bardughè auf der linken Seite
3
4
Caratteristiche del percorso / Merkmale der Wandertour
Partenza/Start: Mergoscia, piazza della Chiesa
Arrivo/Ziel: Cimetta, stazione della seggiovia
Dislivello in salita/Höhenunterschied bergauf: 1560 m
Dislivello in discesa/Höhenunterschied bergab: 650 m
Tempo di percorrenza/Laufzeit: ca. 6h
Difficoltà: sentiero ben demarcato, per buoni escursionisti / Schwierigkeitsgrad: Wege gut gekennzeichnet, für erfahrene Wanderer
er 30. Oktober ist ein herrlicher Herbsttag. Ich rufe
meinen Freund Eraldo an,
und nur eine Stunde später treffen wir uns im Bus nach Mergoscia. Unser Ziel ist es, den
Gipfel Madone über den Ostgrat zu erreichen, anschliessend geht es weiter bis Cardada. Die Wanderstrecke ist wenig
frequentiert. Der Weg ist zwar
nicht besonders schwierig, erfordert aber eine gute Ausdauer
und einen sicheren Schritt. Dafür hält er zahlreiche Überraschungen bereit. Die erste erwartet uns schon bei der Ankunft in Mergoscia. Dort treffen
wir Angelo Valsecchi und den
Fotografen Sandro Oldrati, die
an einer Veröffentlichung zum
Thema Wasser arbeiten. Zufällig
wollen sie heute auch über den
selben Weg zum Madone wandern: ein sicheres Zeichen dafür, dass die Strecke wirklich interessant ist. Während Sandro
die ersten Fotos schiesst, präsentiert uns Angelo das Projekt,
das sich um Wasser in allen Farben und Formen dreht. Wir machen uns auf den Weg und nehmen die kleine Treppe, die von
der Piazza zum Ortskern Benitt
führt. Von da aus laufen wir über
den gut ausgebauten Wanderweg nach Porchesio. Wir durchqueren einen schönen Kastaniennutzwald, der in herrlichen
Herbstfarben leuchtet, und erreichen anschliessend die Monti
di Cortoi, wo uns ein Schild
überrascht: Metzgerei. Und tatsächlich, in Cortoi ist es möglich
Fleisch zu kaufen, natürlich
komplett BIO.
Wir verlassen den Wanderweg
nach Bietri und klettern in Richtung des Monte di Porchesio.
Angelo und Sandro, die uns zwischenzeitlich überholt haben,
halten an, um den rätselhaften
Schalenstein zu betrachten, mit
eingeritzten griechischen und
lateinischen Kreuzen aus antiker, vielleicht keltischer Zeit, sowie ein Datum jüngerer Zeit,
1616, hinzugefügt von unbekannter Hand. Nach eineinhalb
Stunden Laufzeit erreichen wir
Porchesio, eine Ansammlung
von Rustici auf einer Terrasse
hoch über dem Verzascatal, mit
einem Blick vom Lago Maggiore bis hin zum im warmen Morgenlicht glänzenden Gipfel des
Pizzo Vorgorno. An dessen
Hängen ist sehr gut die breite
Terrasse mit den Rustici der Alpe Bardughè zu erkennen.
Nach einer kurzen Pause lassen wir Porchesio hinter uns
und erreichen sehr schnell den
Grat, der uns zum Madone
führt. Der Wanderpfad ist sehr
gut gekennzeichnet. Er weist
keine besonderen Schwierigkeiten auf, verlangt aber doch
eine gute Trittsicherheit.
Desto höher wir steigen, desto
mehr öffnet sich das Panorama.
Fasziniert betrachten wir die
Sonnenreflexe auf dem sich dahin schlängelnden Lago Maggiore und staunen über die
Licht- und Schatten-Spiele auf
dem Fels der gegenüber liegenden, steilen Hänge des Corippotals. In der Ferne erblicken
wir die schneebedeckten Berggruppen des Monte Rosa und
des Mischabel über Saas Fee.
Dann erreichen wir den Madone. Die Luft ist so klar, dass wir
den Gipfel des Monte Viso hinter Turin erkennen können,
ebenso die Walliser und Berner
Alpen und das Maggiatal mit
dem Basodino. Auf der anderen
Seite ist das Verzascatal und
dahinter der Gipfel des Adula,
der höchste Punkt des Tessins,
zu sehen. In Richtung Süden erheben sich vor unseren Augen
Cimetta und der Trosa, weit unten liegen die Magadinoebene
und das Becken des Lago Maggiore von Cannobio bis Stresa:
ein grossartiger Rundblick. Vom
Madone steigen wir über den
steilen Wanderweg in Richtung
der Alpe Bietri ab, anschliessend geht es wieder hoch auf
den Gipfel des Trosa, von wo
aus wir Cardada erreichen.
Nach dieser rund sechsstündigen Wanderung gönnen wir unseren Knien eine Pause und
wählen für den Abstieg den
Sessellift sowie die Seilbahn.
Als wir Orselina erreichen, geht
langsam die Sonne unter.
ORSELINA 2016 / 15
di/von BARBARA GFELLER
ci6@midnight
Ein Treffpunkt
Spazio d’incontro E
E
nergia, motivazione, creatività, sostegno, amicizia,
movimento, gioco, tornare
bambini, mostrarsi adulti; queste sono solo alcune delle parole che descrivono una tipica serata di MidnightSports. I giovani
s’incontrano e hanno la possibilità di muoversi in uno spazio
famigliare.
Il progetto ci6@midnight è partito il 1° ottobre 2011 e ha proposto ai giovani del comprensorio della Scuola media di Minusio 121 serate interessanti e
variate, gestite da un team affiatato. Con 6’066 entrate in palestra (95 di Orselina) e 773 giovani registrati (23 di Orselina),
ci6@midnight si è dimostrato
un progetto di valenza regionale
per i giovani e le loro famiglie. Il
progetto è animato da un team
coeso e attivo composto da
giovani della regione tra i 14-17
anni (junior coach) e da due
adulti (senior coach e responsabile di serata) presenti in palestra. Durante le serate si vedono ragazzi sorridenti, entusiasti e ovviamente... sudati! Un
continuo movimento di giovani
che passano la serata in compagnia dei propri amici. I ragazzi si divertono, si sfidano, giocano e a volte tornano bambini.
Vivono in questo modo delle
esperienze positive che permetteranno loro di trovare spazio, prendere responsabilità e
scoprire il loro potenziale.
“Vengo a ci6@midnight per divertirmi e per incontrare i miei
16 / ORSELINA 2016
amici nel week-end. È il primo
anno che vengo e mi piace
molto. Quando sono al Mid
faccio salti, gioco a ping pong,
parlo e basta. Non vorrei cambiare nulla mi piace così com’è,
infatti incontro anche molti
compagni di classe. Di solito mi
portano i miei genitori così loro
ne approfittano per uscire a cena. Il team organizza delle belle
cose, è simpatico e bravo e i coach mi hanno già fatto ridere!”
(Leana, partecipante, 12 anni di
Orselina).
“Vengo a ci6@midnight da due
anni. Ho conosciuto il Mid attraverso degli amici che ci andavano quando io ero ancora in prima media e non potevo venirci.
Vengo per non stare in strada,
per non fare brutte amicizie e
per non stare tutto il tempo a
casa a fare niente.
Da quest’anno lavoro come coach e trovo molto bello vedere i
lavori che si svolgono prima e
dopo oppure come si organizza
il Mid. Insomma, non solo entrarci, divertirsi e poi uscire. Secondo me i partecipanti devono
aumentare di numero.”
(Timothy, junior coach, 13 anni
di Orselina).
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Fondazione IdéeSport
Viale Stazione 11
6500 Bellinzona
Tel. 091 826 40 70
www.ideesport.ch
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nergie, Motivation, Kreativität, Unterstützung, Freundschaft, Bewegung, Spiel,
Kind sein, sich erwachsen zeigen: dies sind nur einige Begriffe, die einen typischen MidnightSports-Abend beschreiben. Die Jugendlichen treffen
sich und können sich in einem
familiären Umfeld sportlich
betätigen.
Das Projekt ci6@midnight gibt
es seit dem 1. Oktober 2011.
Seitdem wurden für die Jugendlichen aus dem Schulbezirk der Mittelschule Minusio
insgesamt 121 spannende und
abwechslungsreiche Abende
auf die Beine gestellt, betreut
von einem erfahrenen Team.
Mit 6'066 Eintritten in die Sporthalle (95 davon aus Orselina)
und 773 teilnehmenden Jugendlichen (23 aus Orselina)
hat sich ci6@midnight zu einem
Projekt von regionaler Bedeutung für junge Leute und ihre
Familien entwickelt. Organisiert
wird die Veranstaltung von einem engagierten Team aus
mehreren Jugendlichen der Region im Alter zwischen 14 und
17 Jahren (Junior Coaches) und
zwei Erwachsenen (Senior
Coach und Abendverantwortlicher), die auch in der Sporthalle
präsent sind. Wer die Teenager
an so einem Abend beobachtet, sieht, wie sie Spass haben
und lachen, dass sie begeistert
sind … und natürlich schwitzen.
Die jungen Leute verbringen einen Abend voller Action gemeinsam mit ihren Freunden.
Sie amüsieren sich, fordern sich
gegenseitig heraus, spielen und
werden manchmal wieder zu
Kindern. Es sind positive Erfah-
rungen, die ihnen die Möglichkeit geben, sich Raum zu schaffen, eigene Stärken kennenzulernen und Verantwortung zu
übernehmen.
„Ich mache bei ci6@midnight
mit, um Spass zu haben und
meine Freunde am Wochenende
zu treffen. Dieses Jahr bin ich
zum ersten Mal dabei, es gefällt
mir sehr. Am Mid mache ich
Sprünge, spiele Tischtennis, unterhalte mich – das war’s. Ändern will ich nichts, es gefällt mir
so, wie es ist. Ich treffe auch viele
Klassenkameraden. Normalerweise bringen mich meine Eltern
her und nutzen die Gelegenheit,
um Essen zu gehen. Das Team
organisiert jede Menge guter Sachen, es ist nett und freundlich.
Die Coaches bringen mich zum
Lachen. (Leana, Teilnehmerin, 12
Jahre, aus Orselina).
„Ich bin seit zwei Jahren bei
ci6@midnight dabei. Ich habe
Mid durch meine Freunde kennengelernt, die schon hingingen, als ich noch im ersten Jahr
der Scuola Media war und nicht
durfte. Ich mache mit, um nicht
auf der Strasse abzuhängen
und falsche Freunde zu treffen.
Ich will auch nicht den ganzen
Tag zu Hause sein und nichts
machen. Seit diesem Jahr bin
ich Coach und finde es spannend, wie die Arbeiten vor und
nach den Veranstaltungen ablaufen und wie das Mid organisiert ist. Ich finde also gut, dass
ich nicht nur hingehe, mich
amüsiere und dann wieder verschwinde. Meiner Meinung
nach wäre es gut, wenn noch
mehr Teilnehmer kämen. (Timothy, Junior Coach, 13 Jahre,
aus Orselina).
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mit Aussichtsterrasse
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strutturati e arredati secondo la filosofia cinese Feng Shui. Da
6 anni pratichiamo in Ticino, con tanto entusiasmo e impegno, questo tipo di medicina alla quale crediamo molto. Siamo agopuntori da 7 anni e fisioterapisti da 14 e ogni anno,
seguendo corsi di aggiornamento, ci impegniamo ad approfondire la medicina cinese che si prefigge di risalire alla causa
di svariati disturbi. Nello studio Armonia pratichiamo l’agopuntura, la fitoterapia (studio delle erbe medicinali), la coppettazione, la moxibustione e la fisioterapia.
Ci impegniamo ad aiutarvi per qualsiasi problema di salute.
Unserere Praxis für “Traditionelle Chinesische Medizin” wurde
im 2010 eröffnet. Die Räume sind nach der chinesischen Philosophie Feng Shui eingerichtet und vermitteln Entspannung
und Wohlbefinden in einer familiären und sympathischen Umgebung. Seit 7 Jahren arbeiten wir als Akupunkteure und seit
14 Jahren als Physiotherapeuten. Wir bilden uns kontinuierlich
weiter, um für unsere Kunden auf dem neuesten Stand der therapeutischen Möglichkeiten für unterschiedliche Störungen und
Krankheiten zu sein. In unserer Praxis bieten wir Akupunktur,
Phytotherapie (Lehre der medizinischen Kräuter), Schröpfen,
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Wir sind gerne für Sie da und bemühen uns Ihnen weiter
zu helfen.
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(Marzo-ottobre/März-Oktober)
Eintritt frei
PARCO DI ORSELINA
Manifestazioni 2016
Entrata libera
OrselinaAgenda
Recital da Friedrich Dürrenmatt - La panne
Emanuele Santoro fa rivivere con grande abilità
tutti i personaggi dell'opera, caratterizzandoli
con il solo strumento voce, accompagnato dalle
musiche dal vivo di Claudia Klinzing.
Emanuele Santoro lässt alle Figuren des Werks
gekonnt wieder aufleben. Die Charakteren werden
allein über die Stimmen geschaffen, musikalisch live
begleitet von Claudia Klinzing.
6 aprile / April
ore 21.00 / SALA MULTIUSO
Aperitivo di inizio stagione
Saluto agli ospiti e apertura della nuova stagione
turistica, con presentazione delle attività 2016.
Inaugurazione esposizione “Arte per Arte” e
mostra pannelli fotografici “50 anni carnevale”.
Begrüssung der Gäste und Beginn der touristischen
Saison mit Präsentation der Aktivitäten 2016.
Eröffnung der Ausstellung „ArteperArte“ sowie der
Fotoausstellung „50 Jahre Karneval“.
1. maggio / Mai
ore 16.00
ALTRE MANIFESTAZIONI
DELLA COLLINA LOCARNESE
WEITERE VERANSTALTUNGEN
PRO MONTI
17.4
Risottata primaverile
3-4.9
Festa dei monti
(ex-festa dell’uva)
PRO CARDADA
28.3
Pasqua: caccia all’uovo
10.7
Festa Pro Cardada
(in caso di pioggia: 17.7)
16.7
1.8
15.8
Teatro a Cardada
Santa Messa
alla Croce di Cardada
Santa Messa
alla cima della Trosa
PRO BRÈ
1.8
Festa del 1. agosto
Jazz Brass Band
La meravigliosa atmosfera creata dalla musica di
strada si sposta dalla Piazza di Ascona al Parco
di Orselina. Concerto organizzato in collaborazione
con il Municipio di Orselina e JazzAscona.
29 giugno / Juni
PRO LEGO
31.8
Festa ai Monti di Lego
Die wundervolle Atmosphäre der Strassenmusik
kommt von der Piazza von Ascona in den
Park von Orselina. Eine Zusammenarbeit mit der
Gemeinde Orselina und JazzAscona.
PRO BRIONE
9.5
Assemblea
2.10
Castagnata
4.12
Pranzo pensionati
8.12
San Nicolao
Tradizionale concerto ricco di generi musicali,
eseguiti con grande maestria dai quaranta
componenti della rinomata banda musicale di
Locarno.
SOCIETÀ PODISTICA LOC.
19.6
Corsa in salita
Orselina-Cimetta
ore 21.00
Musica cittadina Locarno
6 luglio / Juli
Ein Konzert, das reich ist an verschiedenen
Musikfornen, meisterhaft dargeboten von den
vierzig Mitgliedern der namhaften Stadtmusik
von Locarno.
ore 21.00
Festa d’estate e concerto VascoJam
Una grigliata in compagnia, seguita dal
concerto della VascoJam Vasco Rossi Tribute
Band per divertirci fino a notte fonda. Grill e
bar aperti dalle ore 19.30
16 luglio / Juli
Ein gemeinsamer Grillplausch gefolgt vom
Konzert der VascoJam Vasco Rossi Tribute
Band. Das Fest dauert bis tief in die Nacht
hinein. Grill und Bar sind ab 19.30 Uhr geöffnet.
ore 19.00
Silvan Zingg Trio - Boogie Woogie & Blues
Musica live con l’ambasciatore svizzero del
boogie woogie, già pianista di leggende Rock’n
Roll come Chuck Berry, B.B. King, Carlos
Santana e Ray Charles, solo per citarne alcuni.
20 luglio / Juli
Livemusik mit dem Schweizer Botschafter des
Boogie-Woogie, ehemaliger Pianist von Legenden
des Rock’n Roll wie Chuck Berry, Carlos Santana,
B.B. King, Ray Charles, um nur einige zu nennen.
ore 21.00
HOT EL S TELLA OR SELINA
Fam. René Schürpf - Tel. 091/743 66 81 - Fax 091/743 66 83
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Unser Panoramarestaurant mit Aussichtsterrasse,
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lädt Sie zum Verweilen ein.
Besuchen Sie uns!
18 / ORSELINA 2016
ORARI DELLA FUNICOLARE
Novembre – Marzo:
dalle 8.00 alle 19.30
Aprile e ottobe:
dalle 8.00 alle 21.00
Maggio, giugno e settembre:
dalle 8.00 alle 22.00
Luglio e agosto:
dalle 8.00 alle 24.00
Eintritt frei
PARCO DI ORSELINA
Manifestazioni 2016
Entrata libera
OrselinaAgenda
Scuola Teatro Dimitri
Spettacolo a tema presentato dagli allievi del
secondo anno della Scuola Teatro Dimitri:
giochi di prestigio, clownerie e numeri di
grande effetto e abilità artistica.
27 luglio / Juli
“ARTEPERARTE”
SCULTURE NEL PARCO
Parco di Orselina
1 maggio – 31 ottobre
Inaugurazione: 1. maggio, alle
ore 16, nel Parco di Orselina.
Segue aperitivo.
Un festival che si trasferisce da Locarno a Orselina,
per celebrare le tradizioni musicali del Sud Italia. In
programma: la Notte della Taranta, con alcuni fra i
migliori gruppi folk; workshop di pizzica e tamburo.
Skulpturen im Park
1. Mai – 31. Oktober
Einweihung: 1. Mai, 16.00 Uhr,
im Park von Orselina.
Anschliessend Aperitif.
Locarno Folk Festival
Das LocarnoFolk Festival zieht nach Orselina.
Anlässlich einer Nacht der Taranta werden die
Musiktraditionen Süditaliens zelebriert, mit einigen
der besten italienischen Volksmusik-Gruppen.
ore 21.00
Cinema al Parco
Una nuova proposta di fine estate, con tre
serate dedicate al cinema. Nell’anfitetatro del
Parco vengono proiettate pellicole adatte per
tutta la famiglia.
24-25-26 agosto / August
Ein neues Angebot zum Sommerende mit
drei Kinoabenden. Im Amphitheater des
Parks von Orselina werden Filme für die
ganze Familie gezeigt.
ore 21.00
Pranzo degli anziani di Orselina
Tradizionale invito rivolto agli anziani di Orselina
per gustare un buon pranzo in compagnia, allietati
dalla musica e dai canti in coro, con giochi e tanta
allegria. Organizzazione: “Società amici del Parco”
Settembre / September
WEITERE VERANSTALTUNGEN
Ein thematisches Schauspiel, präsentiert von
den Schülern des zweiten Jahres der ‘Scuola
Teatro Dimitri’, in dem sie Zaubertricks,
Clownerien und Kunststücke vorführen.
ore 21.00
18-19-20 agosto / August
ALTRE MANIFESTAZIONI
DELLA COLLINA LOCARNESE
Einladung an die Senioren von Orselina, um
gemeinsame ein gutes Mittagessen zu geniessen,
begleitet von Musik und Chorgesang, mit Spielen
und viel Fröhlichkeit.
Festa in collina
Passeggiata nei boschi della collina locarnese
e pranzo nel Parco con musica e il Gruppo Corno
delle Alpi: è questa la nostra manifestazione che
tradizionalmente chiude la stagione estiva.
CARNEVALE IN IMMAGINE
Via Al Parco / Via Santuario
1. maggio 2016 - prim. 2017
Inaugurazione: 1. maggio, alle
ore 16, nel Parco di Orselina.
Segue aperitivo.
Karneval in Bildern
1. Mai 2016 – Frühling 2017
Einweihung: 1. Mai, 16.00 Uhr,
im Park von Orselina.
Anschliessend Aperitif.
CASA AL PLATANO
Brione
maggio-giugno / Mai-Juni
Mostra legata ai legumi (2016
anno internazionale dei legumi)
Ausstellung über Hülsenfrüchte
(2016: Internationales Jahr der
Hülsenfrüchte)
1.12.2016 - 6.1.2017
Esposizione dei presepi di
Angelo Ferrari (Ludiano)
Krippenausstellung von Angelo
Ferrari (Ludiano)
Volkswanderung durch die Wälder unseres
Hausberges, gemeinsam Mittagessen mit Musik und
der Gruppe Alphorn. Eine Veranstaltung, die jedes
Jahr die Sommersaison beendet.
9 ottobre / Oktober
ore 9.00
Aperitivo di Natale
Fiaccolata con i bambini, suono delle pive,
albero di Natale, vin brûlé, minestrone e
panettone. La suggestiva atmosfera natalizia fa
da contorno all’ultima manifestazione dell’anno.
18 dicembre / Dezember
Fackelzug mit den Kindern, Dudelsackklänge,
Christbaum, Glühwein, Minestrone und
Panettone. Die Weihnachtsstimmung bildet den
Rahmen der letzten Veranstaltung des Jahres.
FAHRPLAN DER FUNICOLARE
November – März:
von 8.00 bis 19.30 Uhr
April und Oktober:
von 8.00 bis 21.00 Uhr
Mai, Juni und September:
von 8.00 bis 22.00 Uhr
Juli und August:
von 8.00 bis 24.00 Uhr
ore 17.00
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Chiuso: lunedì e martedì
Novembre e dicembre: aperto
solo domenica a pranzo
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La nostra filosofia in cucina è di utilizzare sempre prodotti
freschi, principalmente provenienti dalla regione. Tutti i nostri
cibi sono di produzione propria, “fatti in casa”. Con piacere
andiamo incontro alle esigenze di persone affette da allergie,
intolleranze o che necessitano diete particolari. Siamo sempre
felici di accogliere le famiglie e, su richiesta, proponiamo anche
pietanze o porzioni adeguate ai bambini.
Sascha Christen e il suo team vi attendono con piacere per
farvi trascorrere dei momenti indimenticabili.
Die Philophie unserer Küche ist immer marktfrische Produkte
zu verwenden, hauptsächlich aus der Region. Unsere Gerichte
sind immer hausgemacht. Gerne kommen wir unseren Gäste
entgegen, welche unter Allergien, Unverträglichkeiten Leiden,
oder Diäten halten. Familien mit Kindern sind bei uns gern
gesehen. Den Kindern servieren wir gerne kleinere und
angepasste Gerichte aus der bestehenden Karte.
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Ricordando lo stand di tiro
e la Società Tiratori Orselinesi
di GIANNI CAMINADA
N
on è stato facile risalire
alle persone che fondarono la Società Tiratori Orselinesi. Si presume sia stata
fondata nel 1933 e poi rifondata
il 29 maggio 1942. Alcuni cittadini di Orselina si riunirono in
assemblea al Ristorante Mirasole (oggi scomparso) per ricostituire la Società. Un periodo
poco felice, nel mezzo dell’ultimo conflitto mondiale. Presenti
13 appassionati. Fu nominato il
Comitato presieduto da Ildebrando Nonni che restò in carica fino al 1945. La quota sociale
fu di 2 franchi. In quell’occasione i soci chiesero di: “meglio sistemare la piazza di tiro e di meglio proteggerla dai raggi del
sole come pure di provvedere
alle pratiche presso le competenti Autorità affinché i tiratori
domiciliati a Locarno Monti ottengano il permesso di sparare
presso il nostro stand considerata la lontananza del poligono
di tiro a Ponte Brolla”. L’attività
sociale prosegue con un buon
numero di partecipanti.
Il tiro obbligatorio non era l’unica attività, anzi le più gradite
erano il Campionato sociale annuale e il “Tiro delle castagne”.
Emergono regolarmente nomi
di bravi tiratori come Renato
Giovannoni (eletto anche presidente dal 1965 al 1971). Alvise
Franceschini (pres. dal 1976- lenti al 1942 sino al 1962 si sco1979), Hans Ritter (pres. dal pre che le assemblee avveniva1979 fino al 2003) e Stefano no a rotazione nei diversi locali
Bettè (membro di comitato dal pubblici del Paese. La scelta ri1991 al 2003). Ambita era la cadeva spesso sul Ristorante
Challenge messa in palio dalla Grottino perché il proprietario
Società e sponsorizzata dal Carlo Ottiger era un fervido soMunicipio di Orselina. Per ra- stenitore. Stefano Bettè e Alvise
gioni di sicurezza, di rumore e Franceschini si occuparono di
d’imposizione dell’Autorità mili- ricuperare tutti i trofei e le medatare cantonale si dovette chiu- glie vinte negli anni. È doveroso
dere nel 1985 lo stand di tiro a ricordare l’assemblea generale
s t r a o rd i n a r i a
Orselina. Ci si
del 18 dicembre
rivolse allora
Il tiro obbligatorio
che dealla Società Tinon era l’unica attività, 2002
cretò la fine delratori la Fraccia
anzi le più gradite erano la Società orsea Minusio che,
il Campionato sociale linese. In quelvalutando l’uso
dello stand per
annuale e il tradizionale l’occasione fu
pure accettata
gli allenamenti,
“Tiro delle castagne”.
l’adesione ali tiri obbligatori
e di Società, ai nostri 7-8 tiratori l’Unione Tiratori di Minusio. Le
fu richiesto un contributo annuo già associate (Tenero/Contra,
di fr. 600, in seguito annullato. Brione e Mergoscia) avevano il
Al rinnovo dello stand di tiro La loro stemma sul vessillo sociaFraccia il Comune di Orselina le, conseguentemente fu richiecontribuì con un importo di sto che figurasse anche quello
30'000 franchi e per l’adesione di Orselina. Gli accordi entraroal Consorzio versò per i lavori di no in vigore il 1° marzo 2003 e la
chiusura della Società fu sottomiglioria 15'000 franchi.
Nel 1993 i soci e i simpatizzanti lineata con un’assemblea e una
erano 33 e i partecipanti al cerimonia. Anche se l’adesione
Campionato sociale e al “Tiro fu accolta all’unanimità, non
delle castagne” furono in media tutto filò liscio come si sperava.
una quindicina. Gli Statuti del Hans Ritter ricorda che il nume1963 indicavano che la Società ro ridotto dei nostri tiratori non
aveva sede a Orselina senza ci- aveva gran voce in capitolo. Il
tarne la dimora. Dai verbali risa- 20 marzo 2003 si tenne al Risto-
rante Grottino l’ultima assemblea presieduta da Renato Giovannoni. Nel corso dei lavori furono riassunti i fatti che portarono alla cessazione dell’attività e
il verbale di quella seduta termina con la seguente frase: “Con
ciò l’attività della Società Tiratori Orselinesi è ufficialmente
chiusa.” Una decisione non facile, anche perché gli incontri, le
attività e i momenti conviviali lasciarono in molti un profondo e
indelebile ricordo.
Termino quindi questo contributo con due testimonianze. Giannetto Nicora racconta: “ero un
ragazzino di 12-13 anni. La mia
curiosità mi spinse a voler vedere mio padre e altri adulti sparare
(300m.) In cima a via Vignole sulla superficie di un bel prato, lo
stand di tiro non esisteva ancora, solo i bersagli e la demarcazione dei tiri era manuale”. Erano gli anni 1952-53 e di quell’epoca purtroppo non abbiamo
fotografie. Hans Ritter annota:
“in ogni attività di gruppo vi sono
elementi la cui fantasia è più
spinta e astuta di altri. Ricordo
che l’amico Guido trovò il gusto
e il piacere di sparare i colpi di
prova non sui bersagli ma verso
la Cappella denominata “la Cappella del Diavolo”. C’era chi si divertiva di questa “balordata” e
chi invece la deplorava”.
ORSELINA 2016 / 21
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cristallina.ch
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Erinnerungen an den
Schiessstand und
Schützenverein
von GIANNI CAMINADA
s ist nicht einfach herauszufinden, wer die Gründer
des Schützenvereins Orselina waren. Man geht davon
aus, dass der Verein im Jahr
1933 entstand – und sich noch
einmal neu am 29. Mai 1942 bildete. Einige Bürger von Orselina fanden sich damals im Restaurant Mirasole (das es heute
nicht mehr gibt) zu einer Versammlung für die Neugründung
ein. Es herrschten keine glücklichen Zeiten, die Welt befand
sich mitten im Krieg. In Anwesenheit von 13 Hobbyschützen
wurde das Vereinskomitee ernannt. Den Vorsitz hatte Ildebrando Nonni, der bis zum Jahr
1945 im Amt blieb. Der Mitgliederbeitrag betrug 2 Franken.
Folgende Wünsche äusserten
die Schützen: „Der Schiessplatz muss in einen besseren
Zustand gebracht und zudem
besser vor Sonnenlicht geschützt werden; bei der zuständigen Behörde gilt es zudem zu
beantragen, dass die in Locarno Monti wohnhaften Schützen
auch die Erlaubnis bekommen,
auf unserem Stand zu schiessen, in Anbetracht der Entfernung zum Schiessplatz Ponte
Brolla.“ Das nachfolgende Vereinsleben wies eine ordentliche
Zahl von Mitgliedern auf. Das
Pflichtschiessen war nicht die
E
einzige Aktivität. Am beliebtes- Franken. Diese wurde aber späten waren die jährlichen Ver- ter wieder gestrichen.
einsmeisterschaften und das An der Erneuerung des Schiess„Kastanienschiessen“. Immer standes La Fraccia beteiligte
wieder tauchen Namen von sich die Gemeinde Orselina mit
sehr guten Schützen auf, wie einem Beitrag von 30'000 FranRenato Giovannoni (Präsident ken. Für den Anschluss an das
von 1965 bis 1971), Alvise Fran- Konsortium zahlte sie 15'000
ceschini (Präsident von 1976 Franken für Sanierungsmassbis 1979), Hans Ritter (Präsi- nahmen. Im Jahr 1993 zählte
dent von 1979 bis 2003) und der Verein insgesamt 33 VerStefano Bettè (Vorstandsmit- einsmitglieder und Freunde,
gliedvon 1991 bis 2003). durchschnittlich 15 Personen
Der Pokal, der vom Verein aus- nahmen an den Vereinsmeistergesetzt und vom „Municipio“ schaften und am „Kastanien(Gemeindeexekutive) gespon- schiessen“ teil. Gemäss den
sert wurde, war
Statuten des
Das Pflichtschiessen Jahres 1963 besehr begehrt.
1985 musste der
fand sich der
war jedoch nicht
Schiessstand jeSitz des Vereins
die einzige Aktivität.
doch aus Grünin Orselina, ein
Am
beliebtesten
den der Sichergenauer Standwaren die jährlichen
heit, des Lärmort ist allerdings
Vereinsmeisterschaften nicht angegeschutzes und auf
Anweisung der
ben. Aus den
und das traditionelle
kantonalen Mili„Kastanienschiessen“. Gesprächsprotärbehörde getokollen der Jahschlossen werden. Die Orseli- re 1942 bis 1962 geht hervor,
neser mussten sich von da an dass die Versammlungen nach
an den Schützenverein la Frac- dem Rotationsprinzip in vercia in Minusio wenden. Nach- schiedenen Lokalen des Ortes
dem dieser die Nutzungskosten abgehalten wurden. Oft fiel die
des Stands für Schiessübun- Wahl auf das Ristorante Grottigen, Pflichtschiessen und das no, dessen Besitzer Carlo OttiVereinsschiessen kalkuliert hat- ger ein leidenschaftlicher Ante, verlangte er von den sieben hänger war. Stefano Bettè und
bis acht Schützen aus Orselina Alvise Franceschini kümmerten
eine Jahresgebühr von 600 sich darum, alle über die Jahre
gewonnenen Trophäen und
Medaillen aufzuspüren und zurückzuholen. In Erinnerung geblieben ist natürlich auch die
ausserordentliche Generalversammlung vom 18. Dezember
2002, die das Ende des Orseliner Vereins besiegelte. Bei dieser Gelegenheit wurde auch der
Anschluss an den Schützenverein Minusio beschlossen.
Auf dessen Vereinsbanner
prangten bereits die Wappen
der anderen angeschlossenen
Gemeinden (Tenero/Contra,
Brione und Mergoscia), entsprechend wurde auch die Einfügung des Wappens von Orselina verlangt. Die Vereinbarungen traten am 1. März 2003
in Kraft. Mit einer Versammlung und einer Zeremonie wur-
de der Abschied vom Schützenverein Orselina gefeiert.
Obwohl der Anschluss an den
Verein in Minusio einstimmig
beschlossen worden war, verlief der Prozess nicht so reibungslos wie gehofft. Hans
Ritter erinnert daran, dass die
Schützen aus Orselina aufgrund ihrer geringen Anzahl
keine grosse Stimme im Plenum hatten. Am 20. März 2003
fand im Ristorante Grottino die
letzte Versammlung unter der
Leitung von Renato Giovannoni statt. Im Verlauf dieser Sitzung wurden noch einmal alle
Aspekte benannt, die zur Auflösung des Orseliner Vereins
geführt hatten. Das Gesprächsprotokoll endet mit
dem Satz: „Damit ist die Aktivität des Schützenvereins Orselina
offiziell
beendet.“
Leicht fiel diese Entscheidung
nicht. Jeder schätzte die regelmässigen Treffen, Aktivitäten und gemeinschaftlichen
Momente und behielt sie unauslöschlich in Erinnerung.
Mit den Erzählungen zweier
Zeitzeugen soll dieser Text enden. Giannetto Nicora berichtet: „Ich war ein Bub von etwa
12 bis 13 Jahren. Aus Neugierde schaute ich meinem Vater
und den anderen Erwachsenen
beim Schiessen zu (300 m).
Auf der grossen Wiese am Ende der via Vignole existierte
damals noch kein Schiessstand. Es gab nur Zielscheiben und handgemachte Markierungen für die Schusslinie.“ Man schrieb das Jahr
1952/53. Leider gibt es keine
Fotos aus der Zeit.
Auch Hans Ritter kann eine
Anekdote beisteuern: „In jeder
Gruppe gibt es Personen, die
übermütig aus der Reihe tanzen. Ich erinnere mich an meinen Freund Guido, der Gefallen
daran fand, die Probeschüsse
nicht auf die Zielscheiben, sondern auf die Kapelle mit dem
Namen „La Cappella del Diavolo“ abzufeuern. Einige Leute
lachten drüber, andere missbilligten es.“
ORSELINA 2016 / 23
DA OLTRE QUINDICI ANNI UNA CITTADINA DI ORSELINA PROMUOVE LA CULTURA CREOLA
Caraibi, Oceano Indiano: spiagge,
palme, mari caldi, ma anche…
a una quindicina di anni
una cittadina di Orselina
si occupa intensamente
di promuovere le lingue e le culture creole. La Rivista di Orselina le ha chiesto di descrivere
questa sua attività.
Da anni sognavo di vedere le felci arboree in natura. Finalmente
nel 1997 andai a cercarle all’isola della Réunion, sei mesi più
tardi in Martinica. Difficile non
accorgersi che gli isolani, oltre al
francese, parlano anche creolo;
ciò mi intrigò per cui cominciai a
cercare di capire quale ruolo
avesse questa lingua nel loro
quotidiano e da dove venisse.
Réunion e Martinica, come pure
Guadalupa, Guyana francese e
Mayotte, sono dipartimenti d’oltre mare (DOM) francesi.
Rientrata a Orselina approfittai
di Internet per continuare le ricerche, “incontrai” così un infermiere della Martinica, Kounta, che seguiva una formazione
universitaria in lingue e culture
regionali. Kounta mi indicò l’indirizzo di un sito web appena
creato di cui era webmaster. Tale sito, allora chiamato Kapeskréyol, contribuì a sostenere la
lotta per ottenere dalle autorità
francesi l’istituzione del CAPES
(Certificat d'Aptitude au Professorat de l'Enseignement du Second degré) di creolo, il CAPES
è un certificato dell’educazione
nazionale francese che permette d’insegnare nei licei.
Dopo l’istituzione ufficiale del
CAPES di creolo, avvenuta nel
2001, il sito offrì e offre tuttora
informazione e aiuto a chi si
iscrive a tale concorso, ma anche spazio alla cultura creola di
paesi in cui il CAPES non esiste.
Kapeskréyol, che era stato preparato di fretta senza preoccuparsi troppo della forma, mi apparve subito di difficile lettura.
Segnalai questo problema a
Kounta e gli spiegai come fare
per migliorare l’impaginazione
degli articoli; lui rispose che non
aveva tempo e mi diede accesso al server, invitandomi a correggere ciò che mi interessava.
Da quel giorno non ho più
smesso di gestirlo, praticamente da sola. Inizialmente non fu
facile capire chi erano i responsabili dei contenuti. In un primo
D
24 / ORSELINA 2016
Felci arboree
Baumfarne
momento scoprii che il sito era
strettamente legato a un gruppo di studiosi universitari della
Martinica, che da anni spingevano al riconoscimento del
creolo quale lingua e cultura,
poi piano piano studiosi di tutto
il mondo chiesero di poter pubblicare sul sito.
Nel 2004, non volendo essere
“complice” di dispute assai violente fra specialisti del creolo,
dissi ai responsabili di Kapeskréyol che avrei smesso di occuparmene a meno che non mi
avessero concesso completa libertà nella scelta dei documenti
da pubblicare; essi accettarono
forse perché in quegli anni era
più difficile gestire pagine Internet. Dal 2006 il sito si chiama
Potomitan, temine più adatto a
simboleggiare il suo ruolo. Nella
cultura creola caraibica, Potomitan è il pilastro centrale dei
templi voodoo e simboleggia il
ruolo della donna nella famiglia
creola, spesso costretta a occuparsi dei numerosi figli senza
alcun contributo dei loro diversi
padri. Ma, cosa significa creolo? Creolo deriva dal latino
«creare» e apparve in spagnolo
“M ap remèsye
Potomitan.info ak
Francesca Palli,
pou piblikasyon dènye
atik mwen an sou sit
yo an. Potomitan se
pi gwo sit referans
m konnen sou zafè
lang kreyòl, nan nivo
entènasyonal.
Se yon sit ki ede m
anpil pou fòmasyon
m nan koze sila a”.
e portoghese come «criollo», rispettivamente «criolho», dato
che spagnoli e portoghesi furono i primi colonizzatori delle
Americhe. Dapprima esso designò i figli dei colonizzatori nati
in America in opposizione ai coloni nati in Europa, alle popolazioni autoctone e ai neri nati in
Africa, in seguito esso indicò
l’adattamento al nuovo mondo
di uomini, animali, piante o cose
che non ne erano originari: maiale creolo, cucina creola, casa
creola, musica creola, …
Potomitan è un sito di riferi-
mento per la cultura creola
francese, nata nella seconda
metà del 1600, dal brutale incontro fra i colonizzatori francesi, gli abitanti originari delle
terre colonizzate e gli schiavi
africani avvenuto in Haiti, Martinica, Guadalupa, Santa Lucia, Dominica, Trinidad, la
Réunion, Maurizio, Seychelles, Louisiana… Più di 16 milioni di persone parlano questo
creolo e la maggioranza risiede ad Haiti. Esso, assieme al
francese, è la lingua ufficiale di
Haiti e, con l’inglese, delle
Seychelles.
Potomitan comprende più di
20'000 documenti tra testi e
immagini, conta oltre mille navigatori al giorno che lo visitano e sempre più autori lo scelgono per pubblicarvi un dossier completo delle loro attività. Da una quindicina di anni
dedico almeno tre ore giornaliere alla sua gestione.
In poche righe è impossibile dare un’idea della vastità di contenuti di Potomitan, perciò vi invito a percorrerlo su Internet:
www.potomitan.info
(F. Palli)
Lo scrittore della
Martinica Patrick
Chamoiseau, che
nel 1992 vinse il
Premio Goncourt
per il suo romanzo
“Texaco”
Der Schriftsteller
aus Martinique
P. Chamoiseau,
der 1992 den Prix
Goncourt für den
Roman „Texaco“
gewann.
Petroglifi
precolombiani
Präkolumbianische
Felszeichnungen
(Guadaloupe)
EINE EINWOHNERIN VON ORSELINA FÖRDERT SEIT 15 JAHREN DIE KREOLISCHE KULTUR
Karibik, Indischer Ozean: Strände,
Palmen, warmes Meer, aber auch…
E
ine Einwohnerin von Orselina hat es sich vor 15 Jahren zur Aufgabe gemacht,
die kreolische Sprache und Kultur zu fördern. Die Rivi-sta di Orselina hat sie gebeten, uns einen Einblick in ihre Tätigkeit zu
gewähren.
Über viele Jahre träumte ich davon, Baumfarne in der Natur anzuschauen. Im Jahr 1997 war es
endlich soweit: ich reiste auf die
Insel La Réunion, sechs Monate
später ging es nach Martinique.
Natürlich fiel mir auf, dass die
Insulaner ausser Französisch
auch Kreolisch sprachen. Ich
begann mich mit dem Thema zu
befassen und versuchte herauszufinden, welche Rolle diese Sprache im Alltagsleben hat
und woher sie kommt. La Réunion und Martinique, ebenso
wie Guadeloupe, FranzösischGuayana und Mayotte, sind
französische Überseedepartemente (DOM). Als ich nach Orselina zurückkam, habe ich meine Recherchen im Internet fortgesetzt. Auf diese Weise traf ich
Kounta, einen Krankenpfleger
aus Martinique, der ein Universitätsstudium in regionalen
Sprachen und Kulturen absolvierte. Kounta wies mich auf eine ganz neu erstellte Internetseite hin, von der er selbst der
Webmaster war. Diese Homepage mit dem Namen Kapeskréyol unterstützte die Bemühungen um von der französischen Regierung die Einführung des „CAPES“ (Certificat
d'Aptitude au Professorat de
l'Enseignement du Second degré ) für Kreolisch zu erhalten.
Das CAPES ist ein Zertifikat
des nationalen französischen
Bildungssystems und Voraussetzung, um an den Mittelschulen zu unterrichten. Die offizielle
Einführung des CAPES de créole erfolgte im Jahr 2001. Seitdem bietet die Internetseite Informationen und Unterstützung
für alle diejenigen, die sich um
das Zertifikat bewerben, und bildet in Ländern, in denen das
CAPES nicht existiert, eine
Plattform für kreolische Kultur.
Der Homepage „Kapeskréyol“
war anfangs anzumerken, dass
sie eilig und ohne Konzept ins
Leben gerufen worden und daher schwer verständlich war.
Ich sprach mit Kounta darüber
und gab ihm Tipps, wie man das
Layout der Artikel verbessern
könnte. Allerdings erklärte er
mir, dass er dazu keine Zeit habe, woraufhin er mir Zugang
zum Server gab und mich einlud, alle Verbesserungen, die mir
vorschwebten, selbst vorzunehmen. Seit diesem Tag habe ich
nicht mehr aufgehört, mich
praktisch alleine um die Verwaltung der Internetseite zu kümmern. Anfangs war es für mich
nicht einfach zu verstehen, wer
eigentlich für die Inhalte der Seite verantwortlich war. Ich fand
heraus, dass die Homepage in
ihrer Anfangszeit eng mit einer
universitären Forschungsgruppe aus Martinique verbunden
war, die sich schon seit Jahren
für die Anerkennung des Kreolischen als Sprache und Kultur
einsetzte. Mit der Zeit wurden
es immer mehr akademische
Fachleute aus der ganzen Welt,
die auf dieser Internetseite publizieren wollten. Ich weigerte
mich allerdings, mich an den
teils heftigen verbalen Auseinandersetzungen zwischen den
Kreol-Experten zu beteiligen.
Daher drohte ich im Jahr 2004
den Verantwortlichen von Kapeskréyol, die Verwaltung der
Homepage aufzugeben, wenn
sie mir nicht freie Hand bei der
Auswahl der zu veröffentlichenden Texte lassen würden. Dass
sie damals auf meine Bedingung eingingen lag wohl daran,
dass es zu diesem Zeitpunkt
noch nicht so einfach wie heute
war, eine solche Internetseite zu
bewirtschaften. Seit dem Jahr
2006 nennt sich die Seite „Potomitan“, ein Begriff, der symbolisch besser passt. In der kreolischen Kultur der Karibik ist Potomitan die zentrale Säule der
Voodoo-Tempel und symbolisiert die Rolle der Frau in der
kreolischen Familie. Diese ist
häufig gezwungen, sich um
zahlreiche Kinder zu kümmern,
ohne dafür von den verschiedenen Vätern irgendwelche Unterstützung zu erhalten. Aber was
bedeutet Kreol? Kreol stammt ab
vom lateinischen Wort „creare“
(erzeugen) und ist im Spanischen
und Portugiesischen als „criollo“
beziehungsweise „criolho“ zu
finden, was damit zusammenhängt, dass Spanier und Portugiesen die ersten Siedlern in
Amerika waren. Anfangs bezeichnete der Begriff „Kreolen“
die Nachkommen der europäischen Einwanderer, die in Amerika geboren waren, um sie von
den in Europa geborenen Kolonisten, der Urbevölkerung und
den Schwarzafrikanern, die in
Afrika geboren waren, zu unter-
scheiden. Später wurde damit
allgemein die Anpassung von
Menschen, Tieren, Pflanzen
und sonstigen Dingen anderer
Herkunft an die neue Welt bezeichnet: kreolische Schweine,
kreolische Küche, kreolische
Häuser, kreolische Musik, etc.
Die französisch-kreolische Kultur entstand in der zweiten Hälfte des 17. Jahrhunderts, als es
in Haiti, Martinique, Guadeloupe, St. Lucia, Dominica, Trinidad, La Réunion, Mauritius,
Seychellen, Louisiana zum blutigen Aufeinandertreffen der
französischen Kolonisten mit
den Ureinwohnern der unterworfenen Gebiete und den afrikanischen Sklaven kam. Über
16 Millionen Menschen sprechen heute Kreolisch, die
meisten von ihnen leben auf
Haiti. Dort ist Kreol neben
Französisch die Amtssprache,
ebenso wie, neben Englisch,
auf den Seychellen. Die Seite
„Potomitan“ umfasst mehr als
20'000 Dokumente in Form
von Texten und Bildern und
wird täglich von über tausend
Internetnutzern besucht. Immer mehr Autoren nutzen die
Plattform, um Dossiers über
ihrer Tätigkeit zu veröffentlichen. Seit 15 Jahren widme
ich mich täglich mindestens
drei Stunden der Verwaltung
dieser Seite.
Es ist unmöglich, in wenigen Zeilen einen Eindruck von der Komplexität und Informationsfülle
der Homepage „Potomitan“ zu
vermitteln. Daher lade ich dazu
ein, die Seite mal anzuschauen:
www.potomitan.info
(F. Palli)
ORSELINA 2016 / 25
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I suoi pensieri
esprimono convinzioni
religiose maturate
nel corso degli anni,
specialmente
sulla liturgia e
sugli insegnamenti
catechistici tradizionali,
ma parla volentieri
anche dell’esperienza
alla Madonna del Sasso.
LO ABBIAMO INCONTRATO L’ESTATE SCORSA NELLA SUA VALLE BEDRETTO
I ricordi di Padre Angelico Forni
ex guardiano del Santuario
di CARLO BRANCA
ella penombra del ristorante gestito dalle due
sorelle a Villa Bedretto
quasi quasi non lo si riconosce,
immerso nella lettura di un quotidiano. Ha trascorso oltre vent’
anni nel Santuario della Madonna del Sasso Padre Angelico
Forni, alcuni anni come Padre
Guardiano e ha conosciuto la
realtà e i cambiamenti intervenuti in questi anni attorno al Sacro Monte locarnese.
Mentre camminiamo tra i prati
secchi per la grande siccità di
luglio, la valle Bedretto appare
nella sua immensa tranquillità;
in alto si scorge il Pizzo Rotondo, senza un filo di neve. I pensieri di Padre Angelico esprimono convinzioni religiose maturate con gli anni, specialmente nei confronti della liturgia e di
insegnamenti catechistici tradizionali. E’ convincente e stimolante ascoltarlo: “con il silenzio si percepisce la presenza di Dio, che è nell’anima di
ognuno di noi”, oppure “i peccati sono da esprimere davanti
a Dio e non davanti a un prete
che alla fine della confessione ti
dà una penitenza."
“Il solo desiderio della confessione significa ricercare la mi-
N
sericordia di Dio e non di un
prete che ti giudica e che ti assolve. Così la Messa: non deve
diventare un’imposizione o un
obbligo; se invece della Messa
si va in montagna, si esprime
anche così un pensiero, un ringraziamento e una lode a Dio”.
Ma torniamo a Orselina: "anche
il nostro celebre santuario, che
raccoglieva la devozione di tutti
i ticinesi, ha perso molti fedeli
che, anche con le loro offerte
permettevano una migliore manutenzione di tutto il complesso conventuale; una parte degli
oboli raccolti veniva perfino distribuita ai conventi più poveri
nel Cantone. Ora i grandi restauri - un po’ discutibili dal
punto di vista liturgico - hanno
creato le premesse per trasformare il Santuario in una meta
turistica denominata Sacro
Monte, mirando a farlo rientrare
nel patrimonio mondiale dell’Unesco. Si modifica in questo
modo l’essenza stessa del
Santuario; da luogo sacro di
preghiera e di meditazione sta
diventando un’attrazione turistica e i frati vengono interpellati come ciceroni.“
Ma quali erano le relazioni con
la gente del luogo? ”Un tempo
erano più frequenti, per esempio con i postini e l’ufficio postale, dove venivano anche
consegnate le offerte settimanali raccolte con i numerosi pellegrinaggi che, fin verso la metà
del secolo scorso provenivano
con il battello dall’Italia. C’erano pure contatti con i piccoli
commerci e con società locali
come quella del carnevale.“
Anche Padre Angelico aveva
collaborato con qualche poesia
scherzosa o un disegno satirico
al giornale stampato per l’occasione. Una volta, mascherato
con il confratello Fra Martino,
aveva partecipato alla distribuzione del risotto (risotto che il
presidente Sandro Bettè offriva
ogni anno a tutto il convento).
“Negli anni settanta del secolo
scorso i contatti con la parrocchia di Orselina, la scuola, le
autorità comunali, non erano
molto costanti; lo erano invece
con la clinica Santa Croce, gestita dalle suore di Menzingen.
Un tempo i frati visitavano regolarmente i malati nei ricoveri e
negli ospedali ed erano sempre
ben accolti, ma poi, per decisione della Diocesi sono stati
sostituiti dai sacerdoti delle rispettive parrocchie."
Con un albergatore, quando era
Padre Guardiano, cioè Padre
Superiore o Rettore, ha avuto
qualche problema per il suono
delle campane; disturbavano i
clienti dell’albergo alle sette del
mattino, ma tutto si è poi risolto
in buona armonia. Ora il Sacro
Monte è sempre più circondato
da condomini vetrati e la densità edilizia, la stazione e il famoso pilone della filovia, tolgono
lentamente il respiro a questo
straordinario complesso, riconosciuto come il simbolo del
Locarnese.
Ma alla fine la conversazione ritorna dal profano al sacro: “il
solo fatto di vivere è una manifestazione della presenza di
Dio, da scoprire nella semplicità
e nel silenzio. Quanto più rifletti
con te stesso, tanto più sei con
Dio. Dio è bontà, è accoglienza,
dobbiamo riflettere sulla grandezza della misericordia.”
E intanto siamo arrivati nella
casa paterna, dove sono cresciuti, isolati dal mondo nei
mesi invernali, otto figli. Poco
lontano, l’acqua del fiume scivola tra i massi e le auto dei turisti che scendono dalla Novena corrono verso i paradisi delle vacanze.
ORSELINA 2016 / 27
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WIR TRAFEN PADRE ANGELICO IM VERGANGENEN
SOMMER IN SEINEM BEDRETTOTAL
Erinnerungen des
ehemaligen Guardian
der Wallfahrtskirche
von CARLO BRANCA
ie er so dasitzt, in die standhaltung des gesamten
Lektüre einer Tages- Klosterkomplexes ermöglicht
zeitung vertieft, im hatten. Ein Teil der gesammelHalbschatten des Restaurants ten Spenden wurde sogar an
zweier Schwestern im Bedret- die ärmeren Klostergemeintotal, erkennt man ihn fast schaften im Kanton verteilt. Die
nicht: Padre Angelico Forni hat umfassenden Restaurierungsüber zwanzig Jahre in der Wall- arbeiten – über die sich aus lifahrtskirche Madonna del Sasso turgischer Sicht durchaus streigelebt, einige Jahre davon als ten liesse – haben die Voraus„Guardian“. Entsprechend gut setzungen geschaffen, den
kennt er sich aus mit dem Leben Wallfahrtsort als „Heiligen Berg“
im Kloster und den Veränderun- zu einem Touristenziel zu magen der vergangenen Jahre am chen. Das Kloster soll sogar
UNESCO-Welt„Heiligen Berg“.
erbe werden.
Wir laufen in der
In seinen Gedanken
Julihitze über die
manifestiert sich die über Doch das Wesen
trockenen Wiedes Sanktuaridie Jahre gereifte,
sen, umhüllt von
ums hat sich dareligiöse Überzeugung, durch verändert:
der tiefen Stille
besonders in Bezug
die Wallfahrtskirdes Bedrettotals.
che ist nicht
Im Hintergrund
auf die Liturgie und
erhebt sich der
die katechetische Lehre. mehr heiliger Ort
des Gebets und
komplett schneeEr spricht aber auch
der Meditation,
freie Gipfel Pizzo
gerne über seine
sondern TourisRotondo. In den
Erfahrungen im Kloster tenattraktion –
Gedanken von
mit den MönPadre Angelico
Madonna del Sasso.
manifestiert
chen als Fremsich seine über Jahre gereifte, denführern.“Wie sah früher der
christliche Überzeugung, vor Kontakt zu den Menschen aus
allem im Hinblick auf die Litur- der Nachbarschaft aus? „Es
gie und die traditionelle kate- gab eine Zeit, da war der Konchetische Lehre. Es ist über- takt enger als heute, beispielszeugend und bereichernd, ihm weise mit dem Briefträger und
zuzuhören: „In der Stille spürt dem Postamt. Dort wurden
man die Anwesenheit Gottes, wöchentlich die Spenden für
der in unser aller Seele lebt“. den Konvent eingezahlt, die
Oder: „Die Sünder müssen die zahlreichen Pilger hintersich vor Gott rechtfertigen und liessen, die bis zur Mitte des
nicht vor einem Pfarrer, der ih- vergangenen Jahrhunderts
nen am Ende der Beichte eine per Boot aus Italien kamen. Es
Busse auferlegt“. „Der einzige gab ausserdem Kontakt zu
Wunsch der Beichte ist es, die den kleinen Geschäften und
Barmherzigkeit Gottes zu er- den lokalen Vereinen, darunter
fahren, und nicht die eines dem Karnevalsverein.“
Pfarrers, der über dich richtet An der Zeitschrift, die anlässund dir die Absolution erteilt. lich des Karnevals gedruckt
Ebenso die Messe: Sie darf wird, hat auch Padre Angelico
keine Auflage oder Verpflich- mit etwas scherzhafter Poesie
tung sein; wer statt in die Mes- oder satirischen Zeichnungen
se ins Gebirge fährt, kann auch mitgewirkt. Einmal half er verauf diese Weise Gott geden- kleidet und gemeinsam mit seiken, danken und loben.“
nem Mitbruder Martino bei der
Doch zurück zu Orselina: Ausgabe des Risottos. Das Ri„Auch unsere geliebte Wall- sotto wurde jedes Jahr vom
fahrtskirche, verehrt von den Präsidenten Sandro Bettè dem
Tessinern, hat viele Glaubens- Konvent offeriert. „In den
anhänger verloren, die, auch 1970er Jahren gab es mit der
durch ihre Offerten, die In- Pfarrei von Orselina, der Schu-
W
le und der Gemeindeverwaltung keinen regelmässigen
Kontakt. Enger war der Bezug
dagegen zur Klinik Santa Croce, die von der Schwesterngemeinschaft Menzingen geführt
wurde. Damals besuchten die
Mönche regelmässig die
Kranken in den Heimen und
Kliniken und waren dort gern
gesehene Gäste. Doch dann
wurden sie auf Entscheidung
des Bistums hin von den
Priestern der zuständigen
Pfarreien abgelöst. Als er noch
Guardian war, also Klostervorsteher, habe er einmal Probleme mit einem Hotelbesitzer
wegen des Glockengeläuts
gehabt, wie er erzählt. Das
Läuten morgens um 7 Uhr
störte die Hotelgäste. Doch
das Problem konnte zur Zufriedenheit aller gelöst werden. Inzwischen sind rund um
den Heiligen Berg immer mehr
moderne Wohnblöcke entstanden. Die Bebauung, insbesondere auch mit der Talstation und dem massiven Pylon der Seilbahn, ist so dicht
geworden, dass sie diesem
einzigartigen Ort, dem Symbol des Locarnese, langsam
die Luft abschnürt.
Am Ende des Gesprächs
wechselt der Ordensbruder
wieder von den weltlichen
Themen zu den sakralen:
„Allein die Tatsache, dass wir
leben, ist ein Beweis der
Existenz Gottes. Das lässt
sich in der Einfachheit und
Stille entdecken. Um so
mehr man sich mit sich
selbst auseinandersetzt, um
so näher ist man Gott. Gott
ist Güte und Geborgenheit,
wir müssen uns der Grossartigkeit seiner Barmherzigkeit
bewusst werden.“
Inzwischen haben wir sein Elternhaus erreicht. Dort war er
als eines von acht Kindern aufgewachsen, im Winter abgeschnitten vom Rest der Welt.
Nicht weit entfernt rauscht der
Fluss durch die Felsen. Die Autos der Touristen, vom Nufenenpass kommend, fahren
rasch durch in Richtung der
Urlaubsparadiese.
ORSELINA 2016 / 29
di/von DAVIDE MARTINONI
Santa
La clinica festeggia 20 anni
n cammino lungo vent’anni, costruito su una
buona base di idealismo
e perseguito con pazienza attraverso il lavoro e gli investimenti. Il “caso” della Clinica
Santa Croce di Orselina potrebbe far scuola per come si è
sviluppato. La data fatidica è il
1995, con la definizione del
passaggio di proprietà dalla
congregazione delle Suore di
Menzingen a una società anonima facente capo inizialmente
all’ingegner
Rahim
Houshmand e al dottor Nicola Alexander-David (che in seguito
lascerà). Quel 1° agosto di 21
anni fa si muovono infatti le prime pedine di una partita dai
contorni ancora da stabilire e
che oggi si può definire vincente, almeno dal punto di vista
degli obiettivi individuati e man
mano raggiunti. I primi tempi
della “nuova” Santa Croce sono difficili: sulle prime la nuova
proprietà valuta in quale specifico campo profilarsi e nel primo triennio, non potendo far
capo ad alcuna convenzione
con le casse malati, si limita sostanzialmente a portare avanti
il lavoro svolto dalle suore nel
contesto della medio e della
lungodegenza. Nel 1997 v’è la
fondamentale entrata in scena
U
30 / ORSELINA 2016
del dottor Dario Spinedi, che
sceglie il contesto paesaggistico della collina per aprire un reparto di omeopatia classica
con possibilità di ricovero; si
tratta del primo reparto europeo nel suo genere e può contare su 15 posti letto riconosciuti dal Cantone. Negli anni a
seguire, fino a oggi, questo reparto tratterà principalmente
malati oncologici, ma anche
pazienti con malattie croniche, della pelle, reumatiche,
nonché pazienti colpiti da epilessia, sclerosi multipla, diabete, morbo di Crohn, colite ulcerosa eccetera. Nel 1998 la Direzione della Santa Croce raccoglie la sfida in campo psichiatrico “rispondendo” all’effettiva
carenza di letti psichiatrici in
Ticino. viene allora aperto un
nuovo reparto con 30 letti, riconosciuto dalle casse malati.
L’anno seguente il numero dei
letti raggiunge i 50 e nel 2008 –
storia recente – arriva a quota
80, con l’aggiunta di un reparto
protetto per i ricoveri coatti, di
8 posti letto. Oggi la Clinica
Santa Croce è l’unica realtà nel
campo della psichiatria per il
Sopraceneri, regione della quale copre infatti l’intero fabbisogno, arrivando anche a dover...
risolvere situazioni “ereditate”
dal Sottoceneri. Ciò determina
un’occupazione media, negli
ultimi anni, pari al 108%, il che
va quindi ben oltre la capacità di
letti autorizzata dal Cantone. Su
questa base sono difficilmente
comprensibili i motivi per cui è
finora stata rifiutata ogni richiesta di letti aggiuntivi. A margine
di questa evoluzione vi sono
quella occupazionale – oggi la
clinica dà lavoro a un totale di
circa 130 impiegati fra alberghiero, amministrativo, medico
e paramedico – e quella infrastrutturale. Una crescita costante, quest’ultima, determinata da una generosa politica
degli investimenti da parte del-
Ceduta nel 1995
dalle suore
di Menzingen
all’ingegner Rahim
Houshmand, nel 1997
la clinica orselinese
ha aperto il primo
reparto europeo
di omeopatia classica
con il dottor Spinedi.
Nel 1998 è invece
iniziata la sfida
in campo psichiatrico.
la proprietà. Nel corso degli
anni sono infatti stati investiti
circa 15 milioni di franchi, in
pratica equamente distribuiti
fra acquisto della struttura dalla congregazione delle Suore
di Menzingen (l’operazione immobiliare ammontò a 7 milioni
di franchi) e interventi di miglioria. Questi, in particolare,
vengono oggi quantificati dallo stesso Rahim Houshmand
in 8-9 milioni di franchi. «Al
momento dell’acquisto la
struttura non rispondeva certamente a tutti i crismi necessari per insediarvi una clinica –
dice l’imprenditore alla nostra
rivista –, a partire dai severi
dettami della polizia del fuoco.
Ecco perché abbiamo proceduto all’adeguamento di questo aspetto fondamentale, per
andare poi man mano ben oltre, con l’allargamento di tutte
le camere (che abbiamo dotato
di bagni e docce), il rifacimento
di tutti i pavimenti, la rielaborazione completa degli impianti
elettrico, dell’acqua e di riscaldamento e l’allestimento di un
moderno sistema di allarme».
Oggi, rileva il proprietario, «siamo molto soddisfatti di poter
offrire ai pazienti una clinica al
100% in linea con le normative
fissate a livello cantonale».
1995 übernahm
der Ingenieur
Rahim Houshmand
die Klinik von der
Schwesterngemeinschaft
Menzingen. 1997 eröffnete
das Institut in Orselina
die europaweit erste
Abteilung für klassische
Homöopathie mit
Dr. Spinedi. 1998 entstand
der psychiatrische Bereich.
Croce
Die Klinik feiert Geburtstag
ie Klinik Santa Croce in
Orselina blickt auf eine
zwanzigjährige Geschichte zurück. Der Anfang basierte
auf einer gesunden Portion
Idealismus, die Weiterentwicklung gelang vor allem durch
Geduld, Arbeit und Investitionen. Die Klinik in Orselina
könnte in dieser Hinsicht Schule machen.
Alles begann im Jahr 1995. Damals wechselte die Klinik den
Besitzer und ging von den Menzinger Schwestern an eine von
Ingenieur Rahim Houshmand
und dem Arzt Nicola Alexander-David gegründete Aktiengesellschaft über. AlexanderDavid stieg aus dem Unternehmen später wieder aus. Vor
knapp 21 Jahren , am 1. August
2015, fiel der Startschuss für
eine Unternehmung, die aus
heutiger Sicht angesichts der
erreichten Ziele als erfolgreich
bezeichnet werden kann. Die
Umstände dabei sollen noch
genauer betrachtet werden.
Die Anfangszeiten der „neuen“
Klinik waren nicht einfach: Die
neuen Besitzer mussten sich
erst einmal über die Spezialisierung ihres Instituts klarwerden. Und weil keine Vereinbarung mit den Krankenkassen
vorlag, beliessen sie es in den
D
ersten drei Jahren dabei, die
Arbeit der Menzinger Ordensschwestern im Bereich der mittel- und langfristigen Spitalaufenthalte fortzuführen. Mit dem
Eintritt des Arztes Dario Spinedi im Jahr 1997 änderte sich
das Blatt. Spinedi wählte das
Institut wegen seiner schönen
Lage als Standort für die europaweit erste Abteilung für klassische Homöopathie aus, mit
der Möglichkeit für stationäre
Aufenthalte. Der Bereich umfasst heute 15 vom Kanton anerkannte Spitalbetten. Es sind
vor allem Krebspatienten, die
sich dort behandeln lassen,
aber auch Personen, die unter
anderem von chronischen
Haut- und Rheumabeschwerden, Epilepsie, Multipler Sklerose, Diabetes, Morbus Crohn
und Colitis ulcerosa betroffen
sind.
Im Jahr 1998 stellte sich die Direktion einer neuen Herausforderung und wagte den Schritt
in den Fachbereich Psychiatrie, einem Segment, in dem
der Kanton Bedarf an zusätzlichen Spitalplätzen hatte. Die
Klinik richtete anfangs 30 von
den Krankenkassen anerkannte Betten ein, im darauffolgenden Jahr erhöhte sie auf 50
Betten. Im Jahr 2008 lag die
Zahl bei 80 Betten plus acht
Plätze in einer geschützten Extraabteilung für Zwangseinweisungen.
Heute ist die Klinik Santa Croce das einzige Spital im „Sopraceneri“ mit einer psychiatrischen Abteilung. Entsprechend
deckt die Einrichtung den Bedarf der gesamten Region ab
und muss hin und wieder auch
Fälle aus dem „Sottoceneri“
übernehmen.
Die
durchschnittliche Belegung in den
vergangenen Jahren betrug
108 Prozent und lag damit
deutlich oberhalb der vom
Kanton genehmigten Bettenzahl. Vor diesem Hintergrund
ist es nicht nachvollziehbar,
warum der Klinik eine weitere
Aufstockung der Kapazitäten
bisher nicht genehmigt wurde.
Von Interesse sind auch die
Beschäftigungszahlen: Heute
verfügt das Institut über etwa
130 Angestellte in den Bereichen Hotellerie, Verwaltung,
ärztliche Versorgung, Pflege
und Infrastruktur. Die Zahl stieg
im Verlauf der Jahre immer
weiter an, was auf die Investitionsfreudigkeit der Besitzer zurückzuführen ist. Insgesamt
rund 15 Millionen Franken
steckten diese in die Klinik: Die
eine Hälfte der Summe wurde
für die Übernahme des Instituts aus den Händen der Menzinger Schwestern (7 Millionen
Franken) aufgewendet, die andere Hälfte für Ausbau- und
Verbesserungsmassnahmen.
Letzteren Betrag schätzt Rahim Houshmand auf etwa 8 bis
9 Millionen Franken. „Als wir
das Institut kauften, erfüllte die
bauliche Struktur natürlich
nicht alle Voraussetzungen
zum Betreiben einer Klinik“, erläutert der Unternehmer im
Gespräch mit dem Magazin
„Orselina“. „Das ging schon
bei den strengen Brandschutzvorrichtungen los. Also haben
wir zu Anfang erst einmal diese
Punkte in Ordnung gebracht,
um dann später, Schritt für
Schritt, den Ausbau der Struktur vorzunehmen, sprich die
Erweiterung der Zimmer durch
den Einbau von Bad und Dusche, die Sanierung der Fussböden, die vollständige Modernisierung von elektrischen
Anlagen, Wasserleitungen und
Heizungssystemen sowie die
Einrichtung eines modernen
Alarmsystems.“ Houshmand
fügt hinzu: „Heute sind wir sehr
glücklich, dass wir unseren Patienten eine dem kantonalen
Standard entsprechende Klinik
bieten können.“
ORSELINA 2016 / 31
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Fonte: Ufficio dei beni culturali, Bellinzona. Fotografia: Daniela Rogantini-Temperli
Il tesoro
monetale
di Orselina.
Un anno
dopo il
ritrovamento
el dicembre 2014 a Orselina in un terreno
privato poco distante dalla chiesa di San
Bernardo, il Servizio archeologico del Cantone Ticino riportava alla luce un tesoro monetale
di epoca romana di straordinaria importanza a livello europeo per numero di monete, tipologie
presenti e per la rarità di alcuni conii.
Il complesso monetale di 4869 sesterzi era in
buono stato di conservazione e pertanto parzialmente leggibile. Le monete – nel frattempo in
parte esaminate dagli esperti dell’Inventario dei
ritrovamenti monetali in Svizzera (IRMS) - sono
da riferire al periodo compreso fra la fine del I e il
III secolo d.C.; identificabili grazie alla ritrattistica
imperiale, la moneta più recente è un conio dell’imperatore Gallieno del 253 d.C.
Pur dalle poche informazioni emerse dallo scavo, si può dedurre che esse erano contenute in
un’anfora depositata direttamente nella terra
senza particolari protezioni o costruzioni: un tesoro quindi, nascosto fuori dall’abitato e non in
relazione a un’area sepolcrale o di culto. Una
consuetudine nota in epoca antica per mettere al
sicuro oggetti di valore in circostanze a noi sconosciute.
Una scelta del complesso monetale è stata
esposta nella primavera 2015 presso la Biblioteca cantonale di Bellinzona e nel Municipio di Orselina. Il 30 ottobre scorso la sensazionale scoperta è stata insignita a Paestum dell’International Archaeological Discovery Award, prestigioso
premio devoluto in occasione del trentesimo anniversario della rivista italiana Archeo. Ai proprietari del terreno, ai quali si deve la tempestiva segnalazione del ritrovamento al competente Servizio cantonale, il Consiglio di Stato corrisponderà un congruo compenso ai sensi dell’art. 39 della Legge sulla protezione dei beni culturali.
Nel corso del 2016 l’IRMS completerà il catalogo
base di tutte le monete e l’Ufficio beni culturali
avvierà i lavori per garantirne la perfetta conservazione, in vista di un futuro studio completo.
(Ufficio cantonale dei beni culturali)
N
Der Geldschatz von Orselina.
Ein Jahr nach der
sensationellen Entdeckung
uf einem Privatgrundstück nahe
der Kirche von San Bernardo
hat der archäologische Dienst
des Kantons Tessin im Dezember
2014 einen wertvollen Geldschatz aus
römischer Zeit gehoben, der sich in
Bezug auf Münzmenge, Münzarten
und Seltenheitswert einzelner Prägungen als europaweit von einzigartiger
Bedeutung erwies.
Die Münzen, insgesamt 4869 Sesterzen, waren sehr gut erhalten und daher teilweise noch entzifferbar. Fachleute des „Inventar der Fundmünzen
der Schweiz“ (IFS) haben das Geld inzwischen genauer untersucht und die
Herkunft auf die Epoche zwischen
dem 1. und 3. Jahrhundert nach Christus zurückgeführt. Anhand der römischen Kaiserporträts liess sich herausfinden, dass es sich bei der Münze jüngsten Datums um eine Prägung
des Kaisers Gallienus aus dem Jahr
253 nach Christus handelt.
Über die Umstände der Entdeckung
und Ausgrabung des Schatzes liegen
nur wenige Informationen vor. Bekannt ist, dass die Münzen in einer
Amphore lagen, die ohne Schutz oder
andere Vorkehrungen in der Erde vergraben war. Der Geldschatz befand
sich demnach in einem Versteck ausserhalb der Wohnsiedlungen, es gab
auch keinen Bezug zu einem Friedhof
A
oder einer anderen Kultstätte. Das
Verbergen von Wertgegenständen in
dieser Form war ein üblicher Brauch in
der Antike; welche Umstände in diesem Fall dazu geführt haben könnten,
ist aber nicht überliefert.
Ein Teil des Geldschatzes wurde im
Frühjahr 2015 in der Kantonsbibliothek in Bellinzona und im Gemeindehaus (Municipio) von Orselina ausgestellt. Der sensationelle Fund wurde
zudem am vergangenen 30. Oktober
in Paestum mit dem „International Archaeological Discovery Award“ ausgezeichnet, ein prestigeträchtiger
Preis, der anlässlich des 30-jährigen
Bestehens des italienischen Fachmagazins „Archaeo“ ausgeschrieben
worden war.
Die Besitzer des Grundstücks in Orselina, die den wertvollen Fund damals
sofort den zuständigen Kantonsbehörden gemeldet hatten, haben Anspruch auf eine angemessen Belohnung im Sinne von Artikel 39 des
Denkmalschutzgesetzes.
Im Verlauf des Jahres 2016 wird das
IFS die Katalogisierung der Münzen
fortsetzen. Der Denkmalschutz ist für
die richtige Konservierung des Fundes zuständig. Dies soll in Zukunft
weitere, umfassende Untersuchungen des römischen Geldes möglich
machen.
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51 Jahre Karneval
Da 51 anni si celebra
il Carnevale
Q
uanto vi stiamo proponendo fotograficamente
e con commenti è quanto gran parte di noi, e sicuramente anche di voi, ha vissuto
negli ultimi 10 lustri, partecipando ai carnevali di Orselina. Ricordi in parte forse dimenticati,
altri invece rimasti indelebili nella mente perché sono state “eccezionali” giornate e serate indimenticabili.
Il gruppo di lavoro, o meglio detto i collaboratori del Carnevale
di Orselina, partecipa da qualche tempo a questa tradizione
di Paese e ogni anno, senza
problemi di sorta, si riunisce,
anzi potrei dire che ogni anno
aumenta il numero dei volontari… Il buon nome del Carnevale
orselinese è ed è sempre stato
caratterizzato dall’ottima qualità del risotto proposto dalle cucine di sua Maestà Re Tapior. Un
cosiddetto risotto 5 stelle Gourmet. Lo dimostra la presenza di
sudditi provenienti da ogni dove, forse anche dall’estero!! Per
non citare la luganiga di qualità
eccezionale e di produzione rigorosamente indigena.
Il Parco comunale di Orselina
nel Regno dei Tapior è luogo in
cui adulti e soprattutto bambini
possono liberamente muoversi,
divertirsi e giocare senza pericoli. Insomma chi non fosse mai
stato in questo luogo meraviglioso ha sempre la possibilità
di rimediare partecipandovi.
Gli amici ideatori di questo
evento si sono impegnati a sce-
gliere nell’archivio Garbani, foto
tra le migliaia archiviate quelle
ritenute più belle e significative,
un po’ “serie” da poterle pubblicare ed essere riconosciute.
Senza preferenze si sono proposte quelle ritenute più interessanti.
Un fascino particolare va attribuito ai bambini che un tempo,
nell’ambito scolastico, si esibivano con mascherine e costumi
fatti dalle loro mamme. Oggi,
spesso a malapena, si riconoscono perché diventate adulte e
a loro volta mamme! Baldi giovincelli ora sono arzilli vecchietti… Per non rievocare l’ubicazione delle cucine.
Negli anni 65/70 nelle vicinanze
del Ristorante Funicolare, poi
sul piazzale davanti alla casa al
Gabi (o di fronte alla Panetteria
Cecchettin), per poi insediarsi
definitivamente al Parco di Orselina. Un anno l’inverno ci giocò un brutto scherzo e nevicò
tutta la notte; il mattino seguente, senza ripensamenti, fummo
costretti a trasferirci con la cucina sul piazzale della Chiesa e il
risotto fu preparato e distribuito
al pubblico nei diversi ristoranti
del paese. Senza esitazioni trovammo dunque la soluzione per
non annullare la distribuzione
del risotto.
Le foto scelte vengono esposte
dal 1. maggio nelle 14 vetrinette
lungo Via al Parco e Via Santuario.
Un libro fotografico sarà pubblicato nel corso dell’anno.
M
it einer Reihe von Fotografien und Kommentaren wollen wir zeigen,
wie wir – und vielleicht auch Sie
– in den vergangenen 50 Jahren
den Karneval von Orselina erlebt
haben. Viele dieser Erinnerungen sind bereits in Vergessenheit geraten, andere wiederum
bleiben unauslöschlich im Gedächtnis, einfach deswegen,
weil es aussergewöhnliche Tage
und unvergessliche Abende waren. Seit vielen Jahren beteiligen
sich zahlreiche Mitarbeiter des
Karnevals von Orselina an dieser schönen Tradition. Nachwuchsprobleme gibt es nicht, jedes Jahr versammelt sich zu
den Anlässen eine wachsende
Zahl von freiwilligen Helfern. Der
gute Ruf des Karnevals basierte
schon immer in erster Linie auf
der grossartigen Qualität des Risottos aus der Küche seiner Majestät Re Tapior. Man kann sozusagen von einem 5-SterneGourmet-Risotto sprechen. Das
beweist auch das Erscheinen
zahlreicher „Untertanen“ aus
dem Umland, wahrscheinlich
sogar aus dem Ausland!! Nicht
zu vergessen ist dabei auch die
köstliche „luganiga“ (tessiner
Wurst-Spezialität), von bester
Qualität und natürlich aus regionaler Produktion. Der Park
von Orselina ist das ideale
Reich des Karnevalskönigs Tapior, denn gemeinsam mit den
Erwachsenen können dort die
Kinder ohne Risiko herumrennen und spielen. Wer diese
wunderbare Festivität nicht
kennt, sollte das Versäumnis
nachholen und beim nächsten
Mal unbedingt teilnehmen. Die
Freunde und Gründer des Anlasses haben sich die Mühe gemacht, im Archiv von Garbani
Foto aus tausenden Bildern die
schönsten herauszusuchen, um
der Öffentlichkeit eine spannende Fotoreihe präsentieren zu
können. Gewählt wurden die interessantesten und fotografisch
gelungensten Aufnahmen. Ein
besonderes Augenmerk legten
sie dabei auf die Kinder, die früher mit der Schule zum Karneval
kamen und dabei Masken und
Kostümen trugen, die ihre Mütter geschneidert hatten. Heute
sind die „Kleinen“ kaum wiederzuerkennen: sie sind erwachsen
geworden, nun selber Eltern.
Und aus den kecken Jünglingen
von früher wurden rüstige Rentner… In Erinnerung zu rufen ist
auch noch die Frage des Standorts der Küche. In den Jahren
1965/70 wurde in der Nähe des
Ristorante Funicolare gekocht
und gefeiert, danach auf dem
kleinen Platz vor dem Haus „al
Gabi“ oder gegenüber der Panetteria Cecchettin. Erst später
wurde der endgültige Standort
im Park gefunden. Ein Jahr allerding spielte der Winter den Karnevalisten einen bösen Streich:
Es schneite die ganze Nacht.
Am folgenden Tag waren wir gezwungen, die Küche auf den
kleinen Platz vor der Kirche zu
verlegen. Das Risotto wurde
nach der Zubereitung in den verschiedenen Restaurants von Orselina serviert. Es wurde also
unverzüglich eine Lösung gefunden, um das Risotto-Essen
nicht ausfallen lassen zu müssen. Liebe Leserinnen und Leser: Schauen Sie sich aufmerksam die Bilderreihe an und öffnen Sie gemeinsam mit uns das
Erinnerungsalbum des Karnevals von Orselina.
Die ausgewählten Fotos werden
ab dem 1. Mai in 14 Schaukästen
entlang der Via al Parco und der
Via Santuario ausgestellt. Ein
Fotoband soll im Verlauf des
Jahres erscheinen.
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d’Autunno
Ascona
Ascona
16.10
16.10
• Ascona-Locarno
Ascona-Locarno
Marathon
Marathon
24.11.2016-6.1.2017
24.11.2016-6.1.2017
• LLocarno
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“
Sappiamo che la scelta non manca.
Grazie per la fiducia.
Amministrazioni di
immobili e condomini
Amministrazioni di società
Intermediazioni immobiliari
Wir wissen, dass die Auswahl gross ist.
Für Ihr Vertrauen danken wir.
Verwaltungen von
Immobilien und Stockwerkeigentum
Unternehmensbuchhaltung
Immobilienvermittlung
”
Assofide SA
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