Concerto d`organo di S. Omobono

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Concerto d`organo di S. Omobono
Cattedrale di Cremona
Fondazione Arvedi - Buschini
Scuola Diocesana di Musica Sacra “D. Caifa
Associazione “M. A. Ingegneri”
domenica 10 novembre 2013
ore 21
Concerto d’organo
di S. Omobono
Il ciclo degli affreschi cinquecenteschi
commentato con la musica d’organo di J. S. Bach
in memoria di Arnaldo Bassini
organista
Marco Ruggeri
vice-organista titolare della Cattedrale
Ingresso libero
Programma
I profeti dell’Antico Testamento
(autori vari, inizio XVI secolo)
Toccata e fuga in re minore “dorica”, BWV 538
Dies sind die heilgen zehen Gebot, BWV 679
Storie della Vergine e Annunciazione
(Boccaccio Boccaccino, 1514-16, 1507)
N
ato a Cremona nel 1969, ha studiato con don G. Crema, E.
Viccardi, G. Fabiano, N. Scibilia e M. Ghiglione ai Conservatori di Piacenza e Brescia, diplomandosi in Organo (1989), Clavicembalo (con il massimo dei voti, 1996) e Direzione di Coro
(2009). Ha studiato Composizione con P. Ugoletti; si è perfezionato in Clavicembalo con A. Marcon alla Schola Cantorum di
Basilea (1997-99).
Premiato al Concorso Organistico Internazionale di Bruges
(1997), ha vinto il primo premio al Concorso Organistico Internazionale di S. Elpidio a Mare (1998) e al Concorso Clavicembalistico di Bologna (1997).
Dopo essersi laureato cum laude in Musicologia (Università di Pavia, 1996), si è dedicato
allo studio della musica organistica e dell’organaria italiana dell’Ottocento (in particolare, la
riscoperta delle opere per organo di A. Ponchielli e la pubblicazione del Catalogo del Fondo
Musicale della basilica di S. Maria di Campagna in Piacenza, Olschki 2003). Per l’editore Ricordi ha recentemente pubblicato un Manuale per l’accompagnamento e il basso continuo.
Ha registrato per Tactus, Sony, Stradivarius, MV Cremona, La Bottega Discantica, Multimedia S. Paolo. La registrazione dell’opera organistica di Ponchielli ha conseguito il riconoscimento “Musica eccezionale” dalla rivista “Musica” (ottobre 2000). Ha registrato cd con opere
di Padre Davide da Bergamo (2 cds), sonate cembalistiche del compositore Serini (XVIII
secolo), brani di Mozart e Petrali. Ha realizzato un cd sull’organo-orchestra Lingiardi di S.
Pietro al Po in Cremona (MV Cremona).
È docente e vice direttore al Conservatorio di Novara. A Cremona è vice-organista del duomo e titolare dell’organo-orchestra Lingiardi del 1877 nella Chiesa di S. Pietro al Po; è consulente per i restauri degli organi della diocesi di Cremona e direttore artistico della Scuola
Diocesana di Musica Sacra “D. Caifa” di Cremona (www.marcoruggeri.org).
Arnaldo Bassini, direttore artistico del Teatro Ponchielli, è stato direttore della Scuola
d’organo dal 1985 al 1992 (ora Scuola Diocesana di Musica Sacra).
Ideò la realizzazione dell’opera omnia per organo di J. S. Bach con un grande ciclo di
lezioni tenute dal maestro Michael Radulescu (1986-88) e con una serie di concerti affidati
a prestigiosi maestri (1991-92).
Nun komm, der Heiden Heiland, BWV 659
Fuga sul Magnificat, BWV 733
Natale e Presentazione al tempio
(Boccaccio Boccaccino, 1516 – Gianfrancesco Bembo, 1516)
In dulci jubilo, BWV 608
Puer natus in Bethlehem, BWV 603
Strage degli innocenti e Fuga in Egitto
(Altobello Melone, 1517/18)
Fuga in do minore, BWV 575
Disputa tra i dottori e Il centurione davanti a Gesù
(Boccaccio Boccaccino, 1518 – Antonio Campi, 1582)
Canon per Augmentationem in contrario motu, BWV 333
Ingresso di Gesù in Gerusalemme
(Bernardino Campi, 1573)
In dir ist Freude, BWV 615
Ultima cena
(Altobello Melone, 1518)
Jesus Christus, unser Heiland (sub communione), BWV 665
Passione, Crocifissione e Morte
(Altobello Melone, 1519 – Girolamo Romanino, 1519 – Pordenone, 1520)
Passacaglia in do minore, BWV 582
Compianto
(Pordenone, 1520)
Adagio, BWV 527/2
Resurrezione
(Bernardino Gatti, 1529)
Preludio e fuga in Re maggiore, BWV 532
I profeti dell’Antico Testamento
Toccata e fuga in re min. “dorica”
Dies sind die heilgen zehen Gebot
Negli spazi determinati dagli archi della
navata e i riquadri del ciclo di affreschi
sono dipinte numerose figure di profeti
dell’Antico Testamento che annunciano
aspetti e momenti della vita di Cristo.
La celebre Toccata e fuga in re minore “dorica” e il corale Dies sind die heilgen zehen
Gebot (“Questi sono i dieci santi comandamenti”, BWV 678) possono efficacemente
prestarsi ad un commento riassuntivo
dell’Antico Testamento: la Toccata è definita “dorica” perché scritta in re minore
nell’uso antico, cioè senza il si bemolle
in chiave, e quindi corrispondente alla
scala di re o “dorica” del sistema modale
medievale; anche il carattere, severo e
solenne, ci riconduce al passato, ai lunghi
secoli di attesa della venuta di Cristo.
Elemento culminante e sintetico dell’Antico Testamento è la Legge, in particolare i
Dieci Comandamenti. L’insistenza ripetitiva del tema iniziale del corale Dies sind die
heilgen zehen Gebot afferma la forza della
Legge divina.
I arcata (dall’ingresso a sin): Apparizione
dell’angelo a S. Gioacchino e Incontro tra
S. Gioachino e S. Anna
II arcata: Nascita della Vergine e
Sposalizio di Maria e S. Giuseppe
Lunette sotto gli affreschi della navata
centrale.
III arcata: Annunciazione e Visitazione
Storie della Vergine
e Annunciazione
Natale e Presentazione al tempio
Nun komm, der Heiden Heiland
Fuga sul Magnificat
Le Storie della Vergine, tratte dal Protovangelo di Giacomo e dal Vangelo di Luca,
sono state dipinte da Boccaccio Boccaccino (c. 1466-1525) in due momenti: nel
1507 l’Annunciazione nella lunetta centrale tra la volta a crociera e la volta a botte,
nel 1514-16 il ciclo delle prime tre arcate,
raffigurante l’Apparizione dell’angelo a S.
Gioacchino, l’Incontro di S. Gioachino e S.
Anna (I arcata), la Nascita della Vergine e
lo Sposalizio di Maria con S. Giuseppe (II
arcata) e l’Annunciazione e la Visitazione
(III arcata).
Il corale Nun komm, der Heiden Heiland
(BWV 569), “Ora viene il Salvatore dei
pagani”, è una sorta di commento al
messaggio angelico dell’Annunciazione: il
carattere lirico e dolce del brano esprime
pienamente il senso dell’attesa contemplativa.
La poderosa Fuga sul Magnificat di Bach,
una grande composizione contrappuntistica sul tema del tono gregoriano “peregrinus”, abitualmente utilizzato per il canto
salmodico del Magnificat, si colloca nel
momento solenne della Visitazione di
Elisabetta a Maria.
In dulci jubilo
Puer natus in Bethlehem
Lunetta centrale: Annunciazione.
IV arcata: Natale e Circoncisione
La Nascita di Gesù e la Circoncisione vennero realizzate da Boccaccino nel 1516;
il ciclo natalizio, con l’Adorazione dei Magi
e la Presentazione di Gesù al tempio, fu
completato nello stesso anno da Gianfrancesco Bembo. I corali di Bach In dulci
jubilo e Puer natus in Bethlehem sono tratti
dalla sezione riguardante il Natale dell’Orgelbüchlein, opera giovanile, nella quale,
in 45 brani, Bach volle commentare
gli episodi salienti della vita di Cristo e i
punti principali del catechismo. Il carattere gioioso di In dulci jubilo è associato, nel
testo, alla visita dei pastori. Un legame
con l’adorazione dei Magi è invece presente nel testo del Puer natus; tre elementi
traspaiono in questo breve ma straordinario pezzo: il carattere pastorale (Cristo
nato nella grotta), la severità e nobiltà
della conduzione generale (i Magi, re
dell’Oriente), infine un presentimento di
sofferenza (la futura Passione di Cristo).
V arcata: Adorazione dei Magi e Presentazione di Gesù al tempio
abside (lato sin): Il centurione
Fuga in Egitto
Strage degli innocenti
Fuga in do minore
Dopo la sesta arcata, occupata dall’organo, il ciclo narrativo riprende con due
episodi dell’infanzia: la Fuga in Egitto e la
Strage degli innocenti, entrambi dipinti da
Altobello Melone nel 1517/18.
La drammaticità di questo evento è reso
dalla Fuga in do minore BWV 575 il cui
tema – e di conseguenza il clima generale
del brano – subito si evidenzia per il carattere concitato e fuggitivo che ben esprime
il contenuto di questi dipinti.
VII arcata: Fuga in Egitto e Strage degli
innocenti
Ingresso di Gesù in Gerusalemme
Disputa tra i dottori
Il centurione davanti a Gesù
In dir ist Freude
Canon per Augmentationem
in contrario motu
Dipinta da Boccaccino nel 1518, l’ottava
arcata contiene l’episodio evangelico della
Disputa di Gesù tra i dottori nel tempio. Gesù
dodicenne abbandona momentaneamente
la cura dei genitori e si reca nel tempio a
discutere con – diremmo oggi – i teologi e
biblisti. Non si tratta quindi di una conversazione ordinaria, ma di un dialogo dotto
e scientifico tra specialisti.
Il Contrapunctus XV dell’Arte della fuga di
Bach (la più dotta tra le sue composizio-
ni) – Canon per Augmentationem in contrario motu – è quanto mai efficace nel
rappresentare in musica l’episodio: si
presenta a due voci, di cui la prima può
simboleggiare la lectio di Gesù, mentre
la seconda, successiva, l’opinione dei
dottori; il tono generale è discorsivo e
accattivante (la bellezza dell’orazione)
ma si basa su una costruzione rigorosa (il
canone); “per augmentationem in contrario motu” significa che la voce di risposta
presenta valori ritmici più lenti e con movimento melodico contrario: nella scena
della Disputa risulta sorprendente – anche
in senso ironico – l’adattamento di questa
voce alla lezione dei dottori, che risulta
intellettualmente lenta e “contraria”, cioè
poco perspicace, rispetto all’insegnamento di Verità del Cristo.
Questo canone per moto contrario ci serve
anche a commentare il successivo quadro
pittorico, ossia la scena del centurione
davanti a Gesù. È noto che, tra i procedimenti compositivi musicali, quello del
canone è il più rigoroso e dunque ben si
presta a rappresentare la virtù della Fede,
che non ammette dubbi e personalizzazioni, così come dimostrò il centurione
romano nella sua supplica di guarigione
davanti a Gesù.
L’Ingresso di Gesù in Gerusalemme è opera
di Bernardino Campi del 1573, l’ultima
realizzazione del grande ciclo di affreschi.
Con il corale In dir ist Freude (“In te è la
gioia”) sempre tratto dall’Orgelbüchlein,
dal carattere estremamente festoso, si
vogliono ricordare gli “osanna” della folla
a Cristo entrante nella città.
La ripetizione continua al pedale di un
breve ed incisivo tema quasi sta ad indicare il lento incedere di Gesù sull’asinello.
VIII arcata: Disputa tra i dottori
abside (lato dx): Ingresso in Gerusalemme
Ultima cena
Jesus Christus, unser Heiland
(sub communione)
L’Ultima cena, dipinta da Altobello Melone
nel 1518, è parafrasata dal corale di Bach
Jesus Christus, unser Heiland (“Gesù Cristo
nostro Salvatore”) che, come indica il suo
sottotitolo, era da eseguirsi “sub communione” cioè durante il momento della
Comunione. L’Ultima Cena, sia nell’istituzione dell’Eucarestia sia nei discorsi
pronunciati, rappresenta il Testamento
spirituale di Gesù: curiosa l’analogia con
questo pezzo, appartenente alla raccolta
dei cosiddetti Corali di Lipsia, che probabilmente è l’ultimo brano scritto da Bach,
ormai anziano e prossimo alla morte.
IV arcata: Gesù da Pilato e Flagellazione
I arcata di dx (dall’abside): Ultima cena
V arcata: Incoronazione di spine e Ecce homo
Passione, Crocifissione e Morte
Passacaglia in do minore
Gli episodi della Passione, Crocifissione e
Morte rappresentano la sezione quantitativamente preponderante nell’intero ciclo
degli affreschi, tanto da occupare circa la
metà dell’intero percorso, includendo la
grandiosa scena della Crocifissione raffigurata nella controfacciata.
Tre sono gli artisti cui venne affidata la
realizzazione pittorica, nell’ordine: Altobello Melone (Lavanda dei piedi, Agonia di
Gesù nell’orto degli ulivi, Cattura di Gesù e
Gesù davanti al tribunale di Caifa, 1519),
Girolamo Romanino (Gesù davanti a Pilato,
Gesù flagellato, Gesù incoronato di spine e
Ecce Homo, 1519) e Giovanni Antonio de
Sacchis detto “il Pordenone” (Salita al Calvario, Caduta sotto la croce, Gesù inchiodato
alla croce, Crocifissione, 1520).
Il dramma della Passione, in una visione
d’insieme, può essere commentato con
grande efficacia da una delle composizioni più grandiose ed emotivamente intense
mai scritte da Bach: la Passacaglia in do
VI arcata: Salita al Calvario
II arcata di dx: Lavanda dei piedi e
Agonia nell’orto degli ulivi
VII arcata: Caduta sotto la Croce
III arcata: Cattura di Gesù e Gesù davanti
a Caifa
VIII arcata: Gesù inchiodato alla Croce
minore per organo (BWV 582). Composta nel periodo della prima maturità, a
Weimar (1708-1717), essa si basa su un
tema tratto dal Christe della Messa II del
Premier Livre d’orgue (1688) del compositore francese André Raison. Il riferimento
al Christe-Cristo è quanto mai significativo
in questo particolare commento organistico al ciclo degli affreschi: resta il fatto che
la potenza drammatica della Passacaglia
risulta incredibilmente affine alla narrazione evangelica della Passione ed anche
al tratto deciso del Pordenone.
della Sonata in trio n. 3, coglie molto bene
i caratteri della serenità, della contemplazione e della nascita alla vita che non ha
fine.
Resurrezione
Preludio e fuga in Re maggiore
controfacciata: Crocifissione
Compianto
Adagio
L’intervento del Pordenone si conclude
con la Deposizione o Compianto sul Cristo
morto, dipinta nel 1520. Il breve lasso di
tempo tra la morte e la resurrezione di
Cristo comprende sentimenti diversi: un
dolore che non è disperazione né rassegnazione, ma fiduciosa e serena attesa
verso la nuova nascita della Resurrezione.
Tale comprensione del Compianto è
presente, ad esempio, nel grandioso finale
della Passione secondo san Matteo in cui
Bach sapientemente sa fondere il dolore
del pianto con la serenità dell’attesa della
Salvezza. Anche nel mirabile Preludio e
fuga in si minore, palesemente ispirato alla
rappresentazione della Passione di Cristo,
Bach inserisce un tema di ninna nanna,
ad indicare nella successiva Resurrezione
l’approdo verso una nuova vita. L’Adagio
Controfacciata, lato inferiore sin
Controfacciata, lato inferiore dx
Il tema della Resurrezione è affidato alle
mani di Bernardino Gatti che compie
l’opera nel 1529.
La forza dirompente della Resurrezione
è meravigliosamente evocata dal Preludio
e fuga in Re maggiore, BWV 532, sia nelle
scale ascendenti iniziali, sia nel carattere
di gioia universale che pervade ogni nota.
Più in dettaglio, il Preludio si compone
di tre parti: analoghe le due estreme,
piene di intensità e chiari riferimenti alla
Resurrezione, grazie al ripetuto utilizzo di
scale ascendenti; contrastante, perché più
narrativa e discorsiva, la sezione centrale. Non sappiamo quale scena biblica o
situazione Bach volesse descrivere: di
fatto, l’intero preludio calza perfettamente
non solo come commento alla Resurrezione, ma anche al successivo episodio
dell’apparizione ai discepoli di Emmaus.
La sezione centrale del Preludio, tecnicamente e retoricamente definibile come
“digressione”, può ben ricordare Cristo
che appare ai due discepoli e narra a loro
«da Mosè e da tutti i profeti […] quanto
lo riguardava in tutte le Scritture» (Luca
24, 27). Il tema scalare della Risurrezione
torna improvvisamente nella terza sezione, con efficacia drammatica ancor più
incisiva, corrispondente al momento in
cui finalmente i due discepoli riconoscono
il Cristo risorto («Allora si aprirono i loro
occhi e lo riconobbero»).
La Fuga conclusiva evoca quindi il loro
recarsi a Gerusalemme ad annunciare
con gioia agli Apostoli e a tutti coloro che
incontravano lungo il cammino che «il
Signore è veramente risorto ed è apparso
a Simone».
prossimo appuntamento:
domenica 24 novembre, ore 21
Concerto di inaugurazione e benedizione dell’organo
organista Fausto Caporali con gli Ottoni del Teatro alla Scala