CONSIGLIO PROVINCIALE DI MILANO Processo verbale dell

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CONSIGLIO PROVINCIALE DI MILANO Processo verbale dell
CONSIGLIO PROVINCIALE DI MILANO
Processo verbale dell'adunanza del 5 luglio 2007
Addì, cinque luglio duemilasette, in Milano, nell'Aula consiliare di via Vivaio n. 1, si è riunito il
Consiglio provinciale per la trattazione degli argomenti iscritti agli ordini del giorno ordinario e
supplementari dall’uno al diciannove, diramati in data 11, 18, 25 gennaio, 15, 22 febbraio, 1, 7, 15, 22
marzo, 12 aprile, 3, 10, 17, 22 maggio, 14, 21 e 28 giugno 2007.
A norma dell'art. 34 dello Statuto, la Presidenza dell'adunanza viene assunta dal Presidente del
Consiglio provinciale, Vincenzo Ortolina.
Partecipa alla seduta il Segretario generale della Provincia, Avv. Antonino Princiotta, con l’assistenza
del Vice Segretario generale, dr.ssa Liana Bavaro.
Alle ore 10.06 il Presidente del Consiglio invita il Segretario a procedere all'appello nominale dei
presenti.
Rispondono all'appello i seguenti ventiquattro Consiglieri:
Penati Filippo
Ortolina Vincenzo
Angiuoni Pierluigi
Ariazzi Costanzo
Barbaro Mario
Calaminici Arturo
Caputo Roberto
Cavicchioli Arianna
Censi Arianna
De Gaspari Mario
Foglia Giuseppe
Fortunati Ombretta
Gaiardelli Andrea
Gatti Massimo
Greco Luigi
Guerra Luca
Maestri Pietro
Modugno Roberto
Nobili Ernesto
Pezzoni Alessandro
Pioli Pier Mauro
Pozzati Vittorio
Re Marco
Scarano Giuseppe
Assenti giustificati i Consiglieri Fratus, Mauri e Musciacchio.
Sono altresì presenti gli Assessori provinciali: Benelli, Brembilla, Ezio Casati, Dioli, Ponti.
Constatato che l’adunanza è valida per legalmente deliberare, il Presidente del Consiglio, dichiarata
aperta la seduta, così si esprime: “Sono aperte le iscrizioni ex art. 83. La parola a Bruschi.”
Nel frattempo sono entrati in aula i Consiglieri Accame, Bruschi, Clerici, Dapei, Elli, Esposito,
Lombardi e Meroni. (presenti 32)
Consigliere Bruschi: “Grazie Presidente. L’altro giorno è purtroppo capitato un fatto abbastanza
anomalo e sgradevole che ha però portato ad ulteriori indagini e alla scoperta di una prassi
amministrativa non regolare. L’altro giorno, passando davanti alle due bacheche alquanto distrutte della
Provincia di Milano, che rappresentano l’albo pretorio, mi sono accorto di due documenti che erano
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assolutamente anomali rispetto alle normali determine. Un documento rappresentava l’elenco dei
percettori di borse di studio disabili, il secondo documento rappresentava i percettori di borse di studio
dipendenti della Provincia di Milano con reddito inferiore ad un tot, che hanno chiesto di poter
accedere a questo contributo. Gli elenchi erano formati con nomi e cognomi, non solo della famiglia
richiedente ma anche dell’alunno. Non so se questo sia contro la legge, sicuramente è totalmente contro
il buongusto. Gli stessi elenchi erano pubblicati per internet. Ho ovviamente fatto tutti i passaggi
necessari, cioè ho chiesto al dirigente responsabile al protocollo, ho recuperato la papela, ho visto che
la richiesta arrivava da due funzionari dell’assessorato dell’Assessore Barzaghi, ringrazio la cortesia
dei responsabili del protocollo che hanno tolto gli elenchi. Ho verificato questi elenchi, sono
recuperabili per gli anni precedenti anche su internet.
Io ricordo un’aspra polemica, non so più se con il Segretario generale o comunque con gli uffici
dell’avvocatura, rispetto alla pubblicazione di elenchi dei consulenti che era stata richiesta da questo
Consiglio nel 2004. Questa pubblicazione, a due anni e rotti di distanza oggi c’è stata, ottemperando ad
una legge, e ringrazio i funzionari e i dirigenti che si sono impegnati a ciò, ma la sgradevolissima
sensazione che ho avuto è che la privacy in questo ente sia una cosa che dove vuoi tira, dove vuoi la
trasporti. Ho verificato sul sito internet, sono presenti gli elenchi con nome e cognome del richiedente,
nome e cognome del minore, degli anni precedenti, cioè dal 2003 in avanti, per qualche motivo che io
non conosco, si è ritenuto di dar luogo ad una prassi amministrativa che io giudico da un punto di vista
etico profondamente sbagliata. Se io percepisco borse di studio, una delle borse di studio fra l’altro che
riguarda i buoni libro è dedicata a persone con un reddito ISEE di € 10.000, per cui troviamo ben al
limite della soglia quasi di sopravvivenza, ebbene è una prassi moralmente discutibile e assurda.
Presenterò un’interrogazione per capire cosa esattamente sia successo, non vorrei mai che questo fosse
uno sbrogliarsi rispetto magari a gente che telefona per avere notizia della propria pratica
amministrativa. Ritengo che se anche la legge dovesse consentire, e al momento non lo consente,
perché la legge parla espressamente di nominativi da trasmettere giustamente alle scuole, al preside e
alla famiglia, ma certo da non affiggere alla pubblica attenzione, alla pubblica curiosità, mettiamola
come vogliamo. Ho guardato l’informativa sulla privacy, c’è un responsabile del trattamento dei dati
che provvederò a capire chi sia, perché noi non possiamo permetterci disattenzione sugli unici dati che
sono veramente sensibili, che sono quelli che riguardano il reddito di bisogno e quelli che riguardano le
condizioni di salute di una persona. A fronte di rispostacce dagli uffici, trovo che questa sia una brutta
pagina dell’iter amministrativo di questo ente.”
Nel frattempo è entrato in aula l’Assessore Mezzi.
Presidente del Consiglio: “Prima di dare la parola a Esposito, volevo ricordare due appuntamenti
previsti per oggi. Come da precedente passaggio nella seduta consiliare di giovedì scorso, noi ci siamo
impegnati ad incontrare intorno alle 14, se ricorderete, quelli degli Istituti Tumori e io inviterò i capi
Gruppo a presenziare a questo incontro.
Il secondo appuntamento, che credo importante e significativo, riguarda l’esposizione dello striscione
in solidarietà di Padre Bossi, con una manifestazione che avverrà attorno alle 3 presso Palazzo
Isimbardi, in Corso Monforte, manifestazione alla quale evidentemente sono invitati tutti i Consiglieri.
La terza comunicazione riguarda i tempi della seduta di giovedì prossimo, avrete visto dall’ordine del
giorno che sono arrivate diverse delibere, noi dobbiamo decidere come gestire la seduta di giovedì 12, e
questo dipenderà molto ovviamente da come andrà la seduta di oggi. Pertanto, prima della fine di
questa seduta, decideremo se la seduta del 12 sarà da fare semplice oppure doppia, in relazione ai punti
che riusciremo a smaltire in questa seduta.
Comunico infine che l’Assessore Corso ha segnalato la sua assenza per impegni che la vedono fuori
Milano. Tutto ciò detto, do la parola a Esposito.”
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Nel frattempo è entrato in aula l’Assessore Bruno Casati.
Consigliere Esposito: “Grazie Presidente. Soltanto tre comunicazioni, la prego Presidente di farsi, come
al solito ha fatto, corretto portavoce di quello che io sto chiedendo a chi è assente, in maniera anche
giustificata e legittima.
Qualche tempo fa, qualche settimana fa, avevamo ricordato all’Assessore Vice Presidente Mattioli di
verificare se gli ordini del giorno presentati in occasione dell’approvazione del bilancio 2007 avessero
trovato poi una disposizione operativa in termini finanziari sugli assestamenti, sulle variazioni, a partire
dalle appostazioni a favore dei disabili per l’assessorato di Dioli, cosa alla quale in modo particolare
siamo attenti, insieme ad altre cose forse altrettanto importanti. Se fosse possibile, Presidente, che lei
verifichi o ricordi all’Assessore Mattioli questo impegno suo personale rispetto agli ordini del giorno
votati all’unanimità in occasione, ripeto, delle appostazioni di bilancio per il 2007.
La seconda domanda è se fosse possibile trasmettere all’Assessore Corso l’esigenza mia personale, a
fronte di un comunicato stampa che vede la Provincia disponibile a valutare le possibili prospettive del
villaggio solidale, oggi sospeso da parte della Regione Lombardia, a fronte di qualche difficoltà di
carattere burocratico e di merito, immagino, se fosse possibile essere coinvolti in questi famosi incontri
che prevedono di uscire da questa situazione in maniera condivisa, lì dove noi interpretiamo la
condivisione a partire dal banale invito a essere presenti nelle riunioni in cui si discuta di come uscirne
in positivo.
La terza e ultima comunicazione, mi scusi, Presidente, mi è pervenuta in maniera informale perché
diretta alla Provincia, credo all’Assessore Barzaghi, una sollecitazione da parte del comitato delle firme
brugheresi per qualche ritardo che si prospetta in ordine alla fase operativa e progettuale della scuola
secondaria, approvata dalla Provincia e da dislocare a Brugherio. Sembrerebbe che ci sia qualche
ritardo, gradiremmo se Barzaghi ci tenesse informato riguardo a questo eventuale prospettico ritardo e
rendesse giustizia di qualche preoccupazione che mi è stata trasmessa, grazie.”
Presidente del Consiglio: “Ho registrato le sue richieste, che girerò agli Assessori competenti,
ovviamente. Clerici.”
Consigliere Clerici: “Grazie Signor Presidente. Qualche giorno fa sono approdati in aula a Palazzo
Marino i fatti di piazzale Corvetto, che sono noti a tutti, vigili aggrediti da extracomunitari, e per
analogia si è parlato anche di via Paolo Sarpi e di altre situazioni simili. Quello che è sconcertate è stata
l’unanime risposta che la sinistra a Palazzo Marino ha voluto dare a questi fatti, vale a dire: mancano i
vigili di quartiere, ci sono troppo pochi vigili di quartiere. Ergo, la colpa è del Sindaco o, se vogliamo,
dei Sindaci, partendo quindi da Gabriele Albertini per finire con la Moratti.
Io sono nato in questa città, e sono nato ben sessantasette anni fa, non ricordo fatti di questo genere che
si stanno ripetendo con troppa frequenza, oso dire. Allora, io invito alla ragionevolezza: ma ci sono
forse troppi extracomunitari con propensione a delinquere, o troppo pochi vigili di quartiere per
controllarli? Perché se la situazione va avanti in questa maniera esponenziale, probabilmente non ci
vogliono i vigili di quartiere, ci vuole l’esercito per presidiare le nostre periferie. Io non credo che la
sinistra si possa trincerare dietro queste banalità, a queste osservazioni che non stanno né in cielo né in
terra, per poter fare della politica spiccia contro il Sindaco o contro il centrosinistra. Molto più
ragionevole sarebbe dire che questi signori non si attengono alle regole del vivere comune, al vivere
civile, e che forse parte di essi, dico parte, quelli che non si vogliono adattare alle nostre regole, sarebbe
tanto meglio rispedirli al loro quartiere con un bel foglio di via.”
Nel frattempo è entrato in aula il Consigliere De Nicola. (presenti 33)
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Consigliere Accame: “Grazie Presidente. La storia dello sviluppo del polo autostradale lombardo da
quando è cambiata la maggioranza in quest’aula è sempre stata un po’ tortuosa, nel senso che la
precedente Amministrazione aveva approvato un progetto interessante, un progetto importantissimo per
la nostra Provincia, che era quello della realizzazione dell’autostrada Brebemi. Orbene, quando questa
Amministrazione si è insediata ci sono state delle fibrillazioni, delle controproposte, delle
cancellazioni, insomma si sono verificate tutta una serie di circostanze per cui non si è chiarito la
volontà di portare avanti il progetto. Dopo tre anni questa Amministrazione sembrava aver cambiato
idea e sembrava essere tornata sui suoi passi ed essere diventata favorevole alla realizzazione della
Brebemi, ma cosa è successo? Che dopo essere cambiata la maggioranza a livello provinciale, è
cambiata la maggioranza a livello nazionale, ed ecco che quelli che in quest’aula non volevano,
frenavano quella realizzazione di autostrada, si sono rifatti sul tavolo nazionale in commissione lavori
pubblici del Senato, dove il diessino Massimo Brutti e la Verde Anna Donati, personaggi che non
hanno, penso, niente a che vedere con il territorio lombardo della Provincia di Milano, perlomeno io
non li conosco, si sono permessi di dare uno schiaffo ai cittadini della nostra Provincia, a tutti i
lombardi, a tutti coloro che lavorano e che producono in questo Paese, bocciando la proposta della
Brebemi. Non devo dirlo io, lo dice il Ministro dei lavori pubblici Di Pietro, che non è del mio partito,
non è della mia coalizione politica, dice: un giudizio autorevole ma che non risolve i problemi nel
merito.
E’ vero, il problema del traffico in Provincia di Milano rimane immutato, non vi sono, dopo questa
sonora bocciatura, in cantiere alternative e probabilmente la congestione della nostra rete viaria
proseguirà per altri molti anni, almeno fino a quando non ricambieranno le maggioranze almeno in
quest’aula e poi al Governo nazionale. Io auspico che la presa di posizione della commissione lavori
pubblici del Senato non sia un fattore vincolante, però l’impressione è che da parte del Governo
nazionale ci sia anche una volontà di punire la Provincia, le Province del nord, che tanto in
quest’ultima tornata elettorale hanno voltato clamorosamente, in alcuni casi, le spalle alla coalizione di
Governo e hanno votato Sindaci del centrodestra in Comune tradizionalmente di sinistra della nostra
Provincia. Se il risultato dell’amministrazione, della politica del Governo nazionale è ancora quello di
penalizzare quelle Regioni o quelle aree del Paese che non gli sono amiche, è veramente triste ed è
veramente drammatico pensare in che mani e in quale situazione si trova oggi l’Italia, calcolando il
fatto che Milano e la sua Provincia rappresentano una parte consistente del PIL italiano, rappresentano
una parte consistente del polo finanziario e industriale del Paese e che spesso e volentieri le risorse che
il Governo destina di qua e di là vengono fatte con criteri assolutamente incomprensibili rispetto a
quelle che sono le vere necessità del Paese per la costruzione di opere e di infrastrutture
importantissime per il nostro territorio.
Quindi io spero che in quest’aula quanto prima si faccia una mozione comune da inviare ai Signori
Senatori della commissione lavori pubblici, che non conoscono la realtà di Milano, che non hanno
assolutamente presente quelli che sono i problemi del nostro territorio e che ancora una volta hanno
voluto penalizzare i cittadini della nostra Provincia in maniera drammatica e, spero, purtroppo non
irrimediabile, grazie.”
Nel frattempo è entrato in aula l’Assessore Matteucci.
Consigliere De Nicola: “Grazie Presidente. E’ veramente triste quanto è successo ieri, la rivincita
effettuata dalla Camera alta, da coloro che difficilmente, io credo, in quanto sicuramente parte di questa
classe privilegiata che viaggia gratuitamente con gli aerei, o che quando viaggia sul territorio è munita
di macchina di servizio e magari di scorta con lampeggianti davanti, e che quindi non conosce qual è il
calvario dei cittadini lombardi, di quelli che sicuramente in questo momento vorrebbero muoversi, ma
sono costretti al parcheggio forzoso sulle strade della nostra Lombardia. Questo sfregio alla, più volte,
manifestata volontà dei cittadini lombardi di avere infrastrutture, di avere strade, di avere la possibilità
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di muoversi, di avere una reale mobilità, è veramente una brutta pagina sulla quale occorre riflettere,
dalla quale occorre partire per capire il perché del distacco, della lontananza dai cittadini verso il
palazzo, il perché gli elettori si sentono sempre meno rappresentati.
Io non credo che la Provincia di Milano possa stare in silenzio su questo argomento, che è l’argomento
delle infrastrutture, che è l’argomento su cui da due anni e mezzo, malgrado le tante parole, le tante
promesse, i contenitori creati, il Professor Sapelli, noi ancora non vediamo un atto reale di volontà di
andare incontro alle esigenze della mobilità, della infrastrutturazione, dell’innovazione. Quindi
convengo perfettamente su quanto poc’anzi asseriva il Presidente Accame, ma alla stessa stregua mi
sento indignato e offeso, perché questa Provincia che ha avuto la capacità e la forza di attaccare una
gigantografia su Palazzo Isimbardi allorché… Tranquillino, purtroppo mi ero distratto, voleva dirmi
qualcosa? Scusi. Questa Provincia che ha avuto la capacità, la volontà, la dignità di attaccare su
Palazzo Isimbardi più volte gigantografie di ostaggi italiani in mano a terroristi, in mano a
sequestratori, tace…”
Presidente del Consiglio: “Scusi, oggi alle 15 c’è la cerimonia, forse non ha sentito. C’è la cerimonia
oggi alle 15.”
Consigliere De Nicola: “ Per cosa, perdoni?”
Presidente del Consiglio: “Per attaccare lo striscione per Padre Bossi.”
Consigliere De Nicola: “Sono stato anticipato! Io prendo atto che Padre Bossi è sequestrato già da
parecchi giorni, mi pare che su tutti i giornali si parla di ben altro, mi pare che la Provincia, tanto per
cambiare, arriva ben ultima, probabilmente forse, per fortuna è servito l’esempio della Regione, che già
da qualche giorno aveva deciso e i giornali oggi ne parlano. Mi spiace, abbiamo perso un’occasione
come Provincia per arrivare in tempo con gli altri, e non sempre fanalino di coda. Purtroppo io chiedo
scusa per il ritardo, chiaramente non avevo sentito, ma sfido tutti gli Assessori presenti a trovare sui
giornali di oggi se viene menzionata questa iniziativa della Provincia di Milano. Mi permetto di
segnalare che… Prego? Dove? (Interventi fuori microfono). Assessore, il Corriere non ne parla, il
Giornale nella cronaca nazionale parla di Venezia e parla della Regione Lombardia a Milano.
Sicuramente ci sarà in qualche altro quotidiano, io ne prendo atto e ne sono felice. Su quale quotidiano?
La Padania, sono felice che sia sulla Padania, come lei ben sa, Assessore, con tutto il rispetto e l’affetto
per gli amici della Padania. Ah, c’è anche Repubblica, adesso abbiamo scoperto che non solo… Sono
felice! Ciò non toglie che Padre Bossi sia sequestrato da parecchi giorni, che su questo terribile attacco
alla libertà religiosa il Governo fino al momento abbia taciuto, che la Provincia…”
Presidente del Consiglio: “Facciamolo finire per favore.”
Consigliere De Nicola: “Io sono felice che una volta pensavamo che la voce ufficiale della Provincia
fosse solo Repubblica, adesso invece per fortuna i comunicati della Provincia vengono ripresi anche da
altri quotidiani. Purtroppo, non sono ripresi dal Corriere della Sera, che è il giornale il cui vicedirettore
ieri ha organizzato una grande manifestazione a Roma proprio per sollecitare la liberazione di Padre
Bossi, e che purtroppo non cita la Provincia. Probabilmente perché disinformato, io prendo atto che
meglio tardi che mai, anche perché questo sicuramente serve ad allontanare il sospetto che ci sono
ostaggi di serie A e ostaggi di serie B, grazie.”
Nel frattempo è entrato in aula l’Assessore Barzaghi.
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Consigliere Dapei: “Grazie Presidente. Io credo che il senso del messaggio del collega De Nicola vada
preso molto sul serio, perché Padre Bossi non è stato rapito l’altro ieri, né tre o quattro giorni fa, ma
parecchie settimane fa. Noi ricordiamo tutti che cosa avvenne dopo i tragici fatti di rapimenti di
connazionali precedenti, ricordiamo le due Simone, il giornalista di Repubblica, e altri fatti che
fortunatamente spesso si sono conclusi in maniera positiva. Ebbene, non si parlava d’altro, non solo a
Palazzo Isimbardi, ma nel Paese, i telegiornali, non solo gli approfondimenti che riguardavano le
notizie, Vespa, anche trasmissioni di intrattenimento trattavano il fatto. Ebbene, per settimane si è
completamente taciuto il fatto che un nostro connazionale, un sacerdote della chiesa cattolica, della
Provincia di Milano, del Comune di Abbiategrasso, per settimane non se ne è saputo nulla perché
nessuno lo diceva, perché non faceva notizia. In quest’aula è stato il Sindaco di Abbiategrasso, il neo
Sindaco di Abbiategrasso, Roberto Albetti, a porre la questione, perché non ci era arrivata neanche di
striscio.
Quindi io sposo totalmente il senso del discorso del collega De Nicola, perché sempre questo
doppiopesismo, non tanto culturale o politico, ma rispetto al fatto che se una cosa non viene detta dal
telegiornale non esiste per questa Amministrazione. Si è deciso di mettere, e benissimo si è fatto, il
lenzuolo con il ritratto di questo nostro concittadino quando ne ha parlato il telegiornale, non quando ne
ha parlato Albetti o quando si è avuto la notizia, perché è diventata una notizia mediatica, allora
bisognava cavalcarla. Questa è, credo, la cosa su cui dobbiamo un attimino riflettere e di cui ringrazio il
collega De Nicola.
Avevo chiesto di intervenire invece per tornare sul tema della Brebemi, perché anche qua noi dobbiamo
ricordarci tutti gli aspetti della vicenda. Noi siamo azionisti della Brebemi, tre anni fa chi attualmente
governa poteva attribuire questa nefasta circostanza ai suoi predecessori, ma in tre anni non mi sembra
che questa Amministrazione abbia deciso di dismettere la sua partecipazione in Brebemi, anzi oggi
socia della Brebemi, che ha poi cambiato nome dal punto di vista aziendale, credo si chiami Autostrade
Lombarde S.p.A., è socia anche ASAM. Quindi il voto del Parlamento italiano, di una commissione,
quantomeno, del Parlamento, speriamo che poi l’aula cambi questo orientamento, è un voto contro la
Provincia di Milano, oltre che contro il Ministro alle infrastrutture, perché ha passato l’ultimo anno
della sua attività a venire in Lombardia, con grande battage pubblicitario anche qua, per il Tavolo
Milano, a parlare di che cosa? Di tre grandi opere infrastrutturali, non di una o di due, di tre: la
Pedemontana, la tangenziale est esterna e la Brebemi. Noi ricordiamo tutti i comunicati stampa che
abbiamo letto, ma ricordiamo buon ultimo l’uscita, anche qua mediatica, addirittura sul telegiornale,
del Presidente Penati su Brebemi pochi giorni fa, che tranquillizzava i milanesi dicendo che si augurava
entro luglio di chiudere anche le ultime difficoltà burocratiche e poter vedere avviati non solo i progetti
ma anche i lavori.
Allora, noi abbiamo oggi all’ordine del giorno finalmente una questione importante, che è il Piano
Rifiuti, e quindi non ci aspettiamo nel prosieguo dei nostri lavori odierni cambiamenti dell’ordine dei
lavori, ma ci aspettiamo un cenno dalla maggioranza, dall’Assessore alla mobilità, dallo stesso
Presidente Penati, di capire come e quando verrà affrontata questa questione, che non riguarda solo il
Paese o solo la nostra Regione, ma assolutamente il nostro territorio e il nostro ente. Siamo soci, stiamo
parlando della mobilità nella nostra area, nel nostro settore, una competenza squisitamente provinciale,
un asset - come ormai li chiamate voi - del nostro patrimonio, che rischia di essere azzerato da un voto
parlamentare di quelle stesse forze politiche, che si erano presentate in Provincia di Milano e con il
programma di Governo, assicurando ai cittadini che si sarebbe fatto di tutto per migliorare un problema
vissuto quotidianamente da privati e aziende in maniera drammatica, che è quello della mobilità.
Quindi noi ci auguriamo che quantomeno entro oggi ci si dica qual è la valutazione
dell’Amministrazione rispetto a questo voto parlamentare e quali passaggi verranno intrapresi in aula e
in commissione per quanto riguarda il nostro PTCP, che a questo punto andrebbe modificato, le nostre
partecipazioni azionarie e anche il bilancio della Provincia.”
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Nel frattempo è entrato in aula il Consigliere Tranquillino. (presenti 34)
Consigliere Elli: “Grazie Presidente. Noi stiamo monitorando con una certa attenzione le dichiarazioni
del nostro Presidente Filippo Penati, perché ci pare che si stia avvicinando molto alle nostre posizioni.
In particolare abbiamo raccolto poco tempo fa con favore la posizione sul federalismo, che è una
posizione tipica della Lega, e ultimamente abbiamo sentito il parere favorevole di Penati, anzi la difesa
di Penati e anche dell’Assessore Casati circa i nomadi che devono rispettare le nostre leggi, sembra una
cosa ovvia, ma è bene ribadirlo. Poi, se ricordo bene, Penati ha detto che bisogna sostanzialmente
stabilire un numero chiuso. Cosa ultima, molto interessante, che se non rispettano le regole e i
regolamenti vanno rispediti a casa loro se sono troppi.
Questa è un’altra posizione tipica della Lega, noi abbiamo sempre detto, anche se è stato sottaciuto da
tutti i media, che uno dei modi, anzi forse l’unico modo per evitare l’immigrazione selvaggia è l’aiuto a
casa loro, perché è evidente che se si realizzano condizioni eque, la gente preferisce rimanere sul posto
dove è nata e ha vissuto, piuttosto che emigrare e andare all’avventura. Comunque è interessante
affermazione di Filippo Penati che si è avvicinato alle nostre tesi, quello di definire un numero chiuso e
rispedire a casa quelli che sono troppi, in modo da aiutarli là ed evitare quindi problemi di
sradicamento dal territorio.
Noi stiamo monitorando con attenzione le dichiarazioni di Penati, perché basta ancora poco e poi gli
daremo la tessera ad honorem della Lega. Ci basta poco, adesso vediamo cosa ha in mente Penati, ma,
per esempio, basterebbe una dichiarazione in cui dica sì alla riforma Maroni e quindi sì allo scalone,
che sembrava un disastro ma in realtà oggi, come ha detto anche Gavazzi, risulta essere una delle poche
riforme importanti e serie fatte da questo Paese. Paese che è l’unico in Europa che, stante la legge
vigente Maroni, sta decidendo di ridurre l’età di pensionamento. Tutta l’Europa si sta muovendo verso i
sessantacinque anni, quindi innalza l’età della pensione, in Italia si sta decidendo di portare da sessanta
a cinquantotto, quindi siamo l’unico Paese che sta riducendo la pensione. Attendiamo Penati che può
dare il suo illustre parere su questa riforma, in appoggio alla riforma Bossi, potrebbe essere
un’interessante iniziativa di Penati, meritevole della nostra tessera leghista ad honorem.
Oppure potrebbe dire nel Piano dei Rifiuti che adesso andremo a discutere, agganciare una
dichiarazione di intenti in cui si dice: no ricevere la monnezza da chi non riesce a smaltirla a casa
propria. Soprattutto da chi non riesce a casa propria quando ha il Presidente della Repubblica che è del
posto, Pecoraro Scanio che è del posto, il Ministro di sinistra da quindici anni lì, a suo tempo incaricato
come commissario straordinario, e la sinistra omogenea anche al governo della città. Termino dicendo
complimenti a Penati, prosegua su questa strada, la tessera è quasi pronta, serve solo la firma a seguito
di alcune altre dichiarazioni, grazie.”
Nel frattempo è entrato in aula il Consigliere Comincini. (presenti 35)
Consigliere Meroni: “Grazie Presidente. Come Gruppo della Lega Nord per l'Indipendenza della
Padania abbiamo ascoltato con rammarico la decisione, che non è vincolante, del relatore della
commissione lavori pubblici del Senato per quanto riguarda la Brebemi. Però bisogna essere chiari, è
un progetto che sta a cuore non solamente, penso, alle centinaia di migliaia di cittadini che si trovano
ingolfati nel traffico tutti i giorni, ma che dovrebbe stare a cuore anche alla Provincia di Milano, anche
perché abbiamo assistito in qualche commissione al giudizio largamente positivo da parte di questa
maggioranza di Palazzo Isimbardi sulla necessità di realizzare nel breve tempo tutti gli atti per portare
alla convenzione, per portare poi alla realizzazione della Brebemi. Allora non basta più fare delle
dichiarazioni di intento, non basta più aspettare che la Camera alta o la Camera bassa…
Presidente, volevo solamente richiamare la sua attenzione, so che non è interessante, però io chiedo
solo un minuto di attenzione. Non bastano più, dicevo, le dichiarazioni, abbiamo una necessità, se è
vero che la Provincia di Milano è interessata su questa realizzazione, su questo progetto su cui stiamo
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spendendo la credibilità della Provincia di Milano, noi continuiamo ad andare in giro a dire tutte le
volte in campagna elettorale che la priorità per quanto riguarda i Comuni, la Provincia, Milano stessa, è
il traffico, risolvere i problemi del traffico. Allora, dicevo, non bastano più le dichiarazioni.
Io chiedo al Presidente di riunire i capi Gruppo, oggi c’è la possibilità di un Consiglio provinciale
doppio, di stendere un ordine del giorno condiviso da minoranza e maggioranza, di inoltrarlo prima che
si verifichi un fatto increscioso, che le varie commissioni al Senato e alla Camera possano distruggere
non un sogno, ma una necessità, dei cittadini del nord Italia. Allora bisogna essere chiari, io mi affido a
lei, al suo buonsenso, ma mi affido anche alla vostra programmazione politico amministrativa che in
tutti questi anni avete portato avanti. E’ un appello che facciamo, è una richiesta che facciamo, ma che
deve essere esaudita nel più breve tempo possibile, non possiamo rimandare. Meglio prevenire che
curare. Io capisco che la Sinistra Democratica, pur di farsi vedere anche nelle aule di Camera e Senato
debba darsi un tono, ma venire a parlare contro le esigenze dei cittadini del nord, beh, ce ne vuole
tanto. Allora, che si faccia un ragionamento politico su altri temi, ma che non si venga a fare
speculazione politica sulle necessità e sulle esigenze del territorio della Provincia milanese, grazie.”
Nel frattempo è entrata in aula l’Assessore Gasparini.
Presidente del Consiglio: “I capi Gruppo hanno ascoltato la sua richiesta, poi ne parliamo. Con
Tranquillino chiudo le iscrizioni ex art. 83. Do la parola a Caputo.”
Consigliere Caputo: “La ringrazio Presidente. Ieri in Comune di Milano si è svolta una riunione molto
interessante di due commissioni congiunte, ovvero la commissione casa e la commissione servizi
sociali. La commissione, che era presieduta dal Consigliere comunale Aldo Brandirali, è uscita con
delle decisioni che io condivido appieno, prese anche dopo uno studio importante fatto dall’Università
Bicocca di Milano sul degrado dei quartieri, delle periferie milanesi. La commissione ha
sostanzialmente dato un indirizzo alla Giunta comunale di Milano di procedere all’abbattimento di
quartieri degradati di Milano per costruire case nuove, ovviamente più sensibili alle esigenze dei
cittadini, per battere anche una situazione di grave illegalità che in questi quartieri convive con i
cittadini inquilini.
Devo dire che questa situazione mi trova completamente soddisfatto, sono anni che io faccio questa
proposta, e proprio avevo indicato come partenza di questo progetto il quartiere Calvairate di Milano,
uno dei più degradati di questa città. La situazione di questi quartieri, in cui vivono ancora cittadini
milanesi, soprattutto anziani, è una situazione molto difficile, molto complessa, perché alcune di queste
case ormai sono preda di abusivi clandestini e anche di microcriminalità, spaccio di droga,
prostituzione, che rendono la vita impossibile agli inquilini di questi quartieri. La situazione quindi è
sempre più difficile, oltretutto questi quartieri sono stati costruiti nei primi anni del ‘900, sono in
condizioni drammatiche, non sono ristrutturabili, costa moltissimo ristrutturarli, si specula su questo,
perché ovviamente se ristrutturo dopo un anno le situazioni rimangono inalterate, le condizioni di vita
degli inquilini sono pessime.
Io credo che la soluzione migliore, come è stato fatto in parecchie città d’Europa, da Parigi a
Barcellona, a Birmingham, Londra, sia quella di abbattere questi quartieri e dar vita a delle case
parcheggio nelle aree dismesse dove mettere inquilini che ne hanno diritto, cacciare quelli che non
hanno diritto, cacciare la microcriminalità che è presente in queste case popolari, ricostruirle e dare una
vita dignitosa agli inquilini che adesso non la vivono.
Soprattutto costruire un progetto sociale e urbanistico che vada anche a togliere dall’isolamento questi
quartieri, quindi a dare servizi e strutture sociali a questi quartieri che in questo momento non ne
godono. Un’operazione devo dire importante, quando io dicevo queste cose quattro o cinque anni fa
venivo tacciato come se fossi un pazzo, vedo che adesso questa posizione invece sta maturando anche
al Comune di Milano. Ho visto spesso e volentieri le forze politiche riottose a queste soluzioni, invece
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vedo che finalmente si stanno facendo passi avanti e di questo sono soddisfatto. Va sconfitta una lobby
di architetti che io metterei a vivere in quelle case, che invece difendeva queste soluzioni e che
ovviamente è una lobby interessata a questa cosa, per punizione andrebbero fatti vivere lì per un mese
così capirebbero cosa vuol dire vivere in queste case.
Quindi io chiedo di procedere in questo senso, e inviterei anche l’Assessore Gasparini su questo
versante a lavorare, perché io credo che non ci sia solo la questione che riguarda quartieri degradati di
Milano, ci sono quartieri degradati nei Comuni limitrofi a Milano, Rozzano, Cologno Monzese, altre
zone, sono anche quelle case popolari su cui si potrebbero fare dei ragionamenti. Per esempio,
trasformare quartieri periferici di alcuni Comuni. Nel ragionamento che stiamo facendo e che
l’Assessore Gasparini sta facendo sul Piano metropolitano io credo che queste riflessioni andrebbero
fatte.
Io spero che la Provincia possa essere all’avanguardia rispetto a proposte di questo genere, serve
coraggio ma è un ragionamento che va nella difesa dei deboli. Io penso che una Provincia che si dice
giustamente di sinistra, anche questo ragionamento deve farlo, può farlo, debba farlo, possa essere un
ragionamento di avanguardia, e con questo concludo, quindi penso anche da questa assise possa venire
un’importante iniziativa in questo senso. Grazie Presidente.”
Nel frattempo è entrato in aula il Consigliere Gavazzi. (presenti 36)
Presidente del Consiglio: “Chiudiamo con Tranquillino.”
Consigliere Tranquillino: “Grazie Presidente. Intanto per dire che la Provincia è di centrosinistra, non è
certamente di sinistra, altrimenti sarebbe una Provincia diversa da ciò che è oggi, così almeno c’è una
demarcazione più netta in quello che ha detto il Consigliere collega Caputo. Su due cose, una sul CSM
per quello che è inerente gli avvenimenti di queste ore e per quello che ci ha detto anche la televisione
di Stato.
Io penso che possiamo essere preoccupati, perché ancora una volta i Servizi di questo Paese, e io sono
convinto che il pronunciamento del CSM non sia una sentenza, ho avuto modo di avere qualche
informazione in queste ore, e mi dicono che gli strumenti usati, le modalità, i tempi corrispondono
esattamente a quello che ha detto il CSM, un Servizio ha compiuto questa operazione di controllo di
almeno una quarantina dei più valenti magistrati che esistono in questo Paese, che si sono battuti
contro…, non battuti, che hanno lavorato per le indagini contro la criminalità organizzata. Poi vedremo
la tempistica anche con cui si sono svolti i fatti, perché la tempistica suggerirebbe che questa cosa parte
dal 2001, e mi piacerebbe capire il mese esatto, perché so che finisce nel maggio del 2006. Voi capite
bene che se partisse nel 2001 e finisse nel maggio 2006 avrebbe una strana coincidenza con la durata di
un Governo che è esattamente quello precedente all’attuale.
Però vedo che i colleghi, che poi fanno anche dei voli pindarici sul nord e su altre questioni, questa
faccenda probabilmente la considerano di meno. Faccio notare loro che tanti magistrati valenti,
possono essere Davigo, possono essere Colombo, possono essere i magistrati che abbiamo qui nella
Procura di Milano. Qui vicino, non lontano da qui.
La seconda cosa invece è su Magdi Allam, Signor Presidente, e sulla manifestazione che si è tenuta
ieri. Ho rilasciato un comunicato, che non so quale esito avrà, sul Signor Magdi Allam. Questo Signore
è vicedirettore del Corriere della Sera, come sapranno i colleghi, e si è permesso ripetutamente di
richiamare all’ordine il nostro Ministro degli esteri, si è permesso di criticare la politica del Governo, la
politica internazionale, la politica estera. Io penso che gli azionisti del Corriere della Sera farebbero
bene a sbarazzarsene, lo dico veramente con sentimento. A sbarazzarsene e spiego il perché, c’è sempre
un perché per tutto. No, io non invoco la libertà di parola, lo sa che io ho un’altra cosa in testa. Perché a
sbarazzarsene? Perché io lo toglierei dal posto di vicedirettore di un quotidiano così importante, perché
vede, signor Presidente, quest’uomo continua a fomentare campagne di odio religioso.
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Ha parlato di 10 milioni di cattolici che sono stati uccisi dall’inizio del secolo scorso, e ancora una
volta il signor Magdi Allam è tragicamente, e lo dico anche con molto disagio, strabico. E’ molto
strabico, perché dei nostri connazionali, un Governo del nostro Paese, che è rimasto in sella per un
ventennio, è andato a buttare iprite, fosforo, ha usato armi di distruzione di massa. Ha usato armi di
distruzione di massa in un altro Paese dell’Africa. Allora è evidente che quando ci sono certe
dinamiche, chi non vuole essere strabico dovrebbe considerare che oggi c’è una guerra fomentata di
religione che ha qualche connessione, io di questo sono fermamente convinto, con le azioni portate
avanti dalle maggiori potenze occidentali imperiali nel secolo scorso.
Vedete, signor Presidente, adesso vi rivelo un lato, faccio un cenno sulla mia famiglia, me lo lascia
compiere, per cortesia. Io ho un cugino che non c’è più, si chiamava Richard Brooks, era inglese, era
missionario a Hong Kong, e c’è stato per quarantotto anni circa. Quando ero piccolo venne a trovarci,
mi portò anche una cintura con le perline, degli oggetti che oggi sarebbero riferibili al mercato equo e
solidale, li facevano i lebbrosi dei quali lui si occupava. Io non capivo esattamente cosa mi dicesse e mi
disse: “Vedi Luigi - io avevo nove anni - noi in realtà compiamo la nostra opera in modo talvolta forse
un po’ egoistico, perché la cosa per noi è tanto importante, ci teniamo molto a portare avanti
quest’opera con i lebbrosi di Hong Kong, ma devo confessare che io sono consapevole di essere un
avamposto dell’occidente in quelle terre dove io vado a curare i lebbrosi”.”
Presidente del Consiglio: “Chiuda per favore.”
Consigliere Tranquillino: “Lo disse con una parola, io me la feci spiegare da mia madre, signor
Presidente, lui stava dicendo che da inglese, e quindi qualcosa forse ne capiva, sapeva di essere un
avamposto di una potenza imperiale. Dunque, signor Presidente, io ritengo che il signor Magdi Allam
sia pericoloso per questo Paese, e veramente penso che un uomo così scortato, lautamente retribuito,
con dei legami evidenti che vanno dal Mossad fino alla CIA, sarebbe bene per il nostro Paese che gli si
desse meno spazio, e forse noi non assisteremmo più a fatti che guardano solamente in un senso,
mentre l’occidente, secondo me, qualche colpa da farsi perdonare ce l’ha.”
Nel frattempo sono entrati in aula il Vice Presidente della Provincia Mattioli e il Consigliere
Russomanno. (presenti 37)
Presidente del Consiglio: “Scusate, non apriamo una discussione su Magdi Allam, per favore.
(Intervento fuori microfono). Un minuto, prego.”
Consigliere De Nicola: “...il collega Tranquillino a tirarlo in ballo. Vede, collega, io non ho parlato di
quell’episodio molto inquietante che è l’eventuale spionaggio dei magistrati di Milano, perché è
talmente inquietante… No, è fatto personale, lei ha detto che io stranamente sono stato in silenzio su
questo, che i colleghi che l’hanno preceduto sono stati in silenzio su questo episodio. No, è un fatto
personale.
Secondo punto, per quanto riguarda poi le osservazioni che lei rivolge a Magdi Allam, io mi
permetterei di segnalarle, caro Consigliere, che il suo pensiero di non far scrivere questo valente
giornalista sul Corriere è stato ampiamente ratificato dalla Provincia di Milano, perché nella scelta dei
giornalisti del periodico che la Provincia farà, in aggiunta a quello che già fa, il nome dei giornalisti
viene selezionato a monte, per cui nel concetto che lei ha di democrazia, come vede, in questa
Provincia, che sbaglia a dire che è di centrosinistra, è ampiamente di sinistra, in questa Provincia è
ratificato.”
Presidente del Consiglio: “Grazie. Dapei brevemente, per favore.”
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Consigliere Dapei: “Presidente, io vorrei richiamare tutti al regolamento e anche un po’ alle norme non
scritte della politica. La critica politica può sempre essere anche feroce, io non… Magdi Allam, io
vorrei ricordare, è uno scrittore e un giornalista. Il nostro regolamento…”
Presidente del Consiglio: “Per favore Tranquillino non interrompa. Non interrompa per favore!”
Consigliere Dapei: “Io vorrei richiamare i colleghi tutti al rispetto del regolamento che è stato fatto per
un motivo. Cioè, se si dice che quando si parla delle qualità delle persone si fa a porte chiuse, è perché
soprattutto quando, se non si parla di politici, è troppo facile insultare qualcuno che non si può
difendere. Allora, se qualcuno ha rabbia in corpo e non lo può fare, non può usare il Consiglio
provinciale come un’aula di giustizia. Allora, Presidente, dire di qualcuno che fomenta l’odio religioso,
che andrebbe licenziato, che è legato al Mossad e alla CIA, che è strabico e addirittura di lui si dice
come se fosse un insulto che è scortato, come se fosse un privilegio e non una decisione presa dal
Governo per difenderlo da chi lo vorrebbe ammazzare, questo non si può…”
Presidente del Consiglio: “Per favore, Tranquillino! Tranquillino, per favore, si calmi. Abbiamo capito
il pensiero, d’accordo.”
Consigliere Dapei: “Presidente, l’aula consiliare non si può, per regolamento e per decenza, usare in
questo modo. Io mi auguro che la Presidenza vorrà prendere le distanze da quello che oggi
Rifondazione Comunista ha fatto in aula, perché questo è un cittadino del mondo, che è difeso dal
nostro Paese perché qualcuno lo vuole ammazzare, e che non merita, senza potersi difendere, di sentir
dire in un’aula consiliare, in un’aula di rappresentanza di tutti i cittadini, che andrebbe licenziato e che
siccome alla Boccassini qualcuno ha tolto la scorta bisognerebbe farlo ammazzare o quant’altro.
Quindi io mi auguro che l’ente e il Consiglio prenda le distanze dall’attacco di Rifondazione
Comunista ad un cittadino che, ripeto, è uno scrittore coraggioso, è un giornalista coraggioso,
vicedirettore di un giornale che tutto si può dire tranne che è legato al mio partito, che addirittura
invitava a non votare in piena campagna elettorale.”
Nel frattempo è entrato in aula il Consigliere Del Nero. (presenti 38)
Presidente del Consiglio: “Abbiamo finito. Ho considerato anch’io francamente pesanti alcune
affermazioni fatte, a titolo personale. Tranquillino un minuto anche a lei, poi chiudiamo questo
discorso.”
Nel frattempo è entrato in aula il Consigliere Bernareggi. (presenti 39)
Consigliere Tranquillino: “Io intervengo per dire che su questo piano non scendo, perché riconfermo
punto e virgola di tutto quello che ho detto, però, Presidente, non prima di averle indicato, prima ancora
di trovare le mie affermazioni un po’ forti, io la invito sull’ordine dei lavori, guardi, signor Presidente,
che lei mi costringerebbe ad intervenire sull’ordine dei lavori quando io lo ritenessi più opportuno, e
non me lo faccia fare. (Intervento fuori microfono). Tu stai buono che sei dell’opposizione. Sto
parlando al Presidente. Signor Presidente, le chiedo di vagliare con più attenzione…”
Presidente del Consiglio: “Silenzio per favore! Silenzio per favore!”
Consigliere Tranquillino: “Bravo! Le chiedo di vagliare con maggiore attenzione i casi di fatto
personale.”
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Presidente del Consiglio: “Tranquillino, per favore, ha finito. Io non sono d’accordo… (Interventi fuori
microfono). Tranquillino, ribadisco che non condivido le sue affermazioni su Magdi Allam. Non le
condivido!”
Consigliere Tranquillino: “Questa è una cosa plausibile. Quello che le chiedo io è di vagliare con più
attenzione i casi di fatto personale perché altrimenti sul fatto personale, se io parlo dell’opposizione…”
Presidente del Consiglio: “Tranquillino! (Interventi fuori microfono). Tranquillino, certe questioni non
si risolvono attraverso l’applicazione più o meno rigida e formale del regolamento, ma applicando tutti
il buonsenso anche nei nostri interventi, grazie. (Intervento fuori microfono). D’accordo, va bene, il suo
è un richiamo al regolamento.
Abbiamo chiuso questo punto relativo agli interventi ex art. 83, dobbiamo riprendere il punto relativo
alla gestione Piano Rifiuti.”
Il Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
ARGOMENTO N. 30 DELL’ORDINE DEL GIORNO – Adozione del nuovo piano provinciale di
gestione dei rifiuti ai sensi della L.R. 26/2003 e s.m.i., art. 20, comma 5, lettera c).
Presidente del Consiglio: “In proposito, l’altra volta era stata richiesto da alcuni Consiglieri di
approfondire la problematica della valutazione di incidenza del Piano Provinciale Rifiuti. Il Segretario
generale ha consegnato la sua risposta, che vi è stata trasmessa. Mi pare poi che in qualche misura la
decisione finale dell’altra volta fosse quella di ripartire dal tema osservazioni controdeduzioni. Quindi
io darei a questo punto la parola all’Assessore. (Intervento fuori microfono). Sì, dibattito in particolare
sulle osservazioni e controdeduzioni, comunque di riprendere il dibattito sostanzialmente. D’accordo,
riprendiamo il battito, chiedo scusa. Prego.”
Consigliere Dapei: “Giusto perché il Presidente l’altra volta era in missione. Noi abbiamo chiesto, ed è
stata una richiesta accolta dal Presidente Penati, che, terminato il dibattito tradizionale, ci fosse un
momento di approfondimento.”
Presidente del Consiglio: “Allora continua il dibattito generale.”
Consigliere Dapei: “No, ma giusto per capirci, finito il dibattito, così come si usa fare per i Piani
Regolatori, io non ho mai fatto un Piano Rifiuti, si guardano le osservazioni e le controdeduzioni. Noi
dicevamo una per una, il Presidente ha detto prendiamo quelle…”
Presidente del Consiglio: “D’accordo, mi è chiaro. Allora riprendiamo la discussione generale, prego.”
Consigliere Esposito: “Non so se è regolare, Presidente, ma soltanto perché adesso stiamo affrontando
un altro dibattito di merito. Lei ha dichiarato inaccettabili le dichiarazioni di Tranquillino e la ringrazio.
Vorrei essere certo, per la prossima volta in cui si parlerà di persona, che quello che viene detto qui sia
poi portato a conoscenza della persona che eventualmente venga ritenuta lesa. Per questa volta va bene
l’inaccettabilità, per la prossima volta, Presidente, gradirei che chiunque sapesse che se parla di
persona, questa persona debba essere informata di alcune dichiarazioni.”
Presidente del Consiglio: “Riprendiamo il dibattito generale, Lombardi.”
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Consigliere Lombardi: “Grazie Presidente. Direi, come premessa, che il fatto di andare verso
l’autosufficienza a livello provinciale, il fatto della riduzione dei rifiuti, il fatto dell’implemento della
raccolta differenziata e, per la parte residua, l’utilizzo della termovalorizzazione mi trovano
assolutamente d’accordo. Credo che nessuno in quest’aula oggi, nel 2007, possa pensare di abdicare ad
uno di questi principi cardine che ormai sono assodati. Parlare di raccolta differenziata oggi, qui a
Milano e in Lombardia, è un fatto assolutamente scontato, lo stesso parlare di riduzione dei rifiuti e
anche la stessa valorizzazione ritengo che tutti quanti la individuino come un sistema utile per produrre
energia, ma anche utile per diminuire la parte residuale dei rifiuti. Quello che invece va precisato è
come questi intendimenti di principio, che, credo, coinvolgano e vedano l’approvazione di tutti,
vengono declinati con il Piano Provinciale dei Rifiuti.
Allora, per entrare nel dettaglio, anzitutto qualche elemento di forma, prima di entrare nella sostanza.
Non credo sia un Piano Rifiuti che incentiva la partecipazione, circa trecento pagine e oltre, escludendo
gli allegati, le cartine e quant’altro. Fra l’altro sulle cartine abbiamo visto si è aperto un contenzioso, io
stesso, che ho avuto il dischetto, con gli strumenti che abbiamo a disposizione normalmente, ho avuto
parecchie difficoltà a stampare queste cartine e poi a poter vedere, ad esempio, quali sono i siti indicati
come idonei e quelli non idonei, senza arrivare ad estremi, come quello che ha sollevato Max Bruschi
riguardo a localizzazioni particolarissime, per cui nell’ambito di una scala così generica e generale va a
finire che poi si indichi come sito non idoneo a prescindere un asilo, ad esempio.
Però, senza entrare in questi estremi, che evidentemente non servono, credo che trecento pagine di
Piano Rifiuti e la mancanza di una relazione tipo bilancio sociale, di una parte estremamente intuitiva,
una parte estremamente semplice, di quindici pagine, sarebbe stata quantomeno opportuna non solo per
noi Consiglieri, ma soprattutto per le 189 Amministrazioni comunali della Provincia di Milano e anche,
perché no, per i cittadini che potevano in questa occasione, in qualche sporadico caso lo hanno fatto,
fare delle osservazioni e delle puntualizzazioni. Quindi manca la parte sociale, e in una Provincia che si
dice partecipativa, io credo che questo sia un elemento dirimente.
Per quanto riguarda il nostro lavoro, ad esempio nelle commissioni, noi abbiamo fatto quattro
commissioni, una nel 2005 più volte richiamata in quanto era la famosa commissione in cui c’era la
bozza che è rimasta tale per due anni, altre due recentemente per le osservazioni e le controdeduzioni.
Per discutere della struttura del Piano Rifiuti non abbiamo utilizzato una sola ora di commissione. E’
colpa dei commissari o è colpa di chi non ha saputo coinvolgere, non ha ancora una volta reso
partecipato un Piano estremamente importante per la Provincia di Milano? Questo è un elemento che
andrà, secondo me, discusso.
Per quanto riguarda sempre la forma del Piano, io credo che ci sono una serie di dati che sono
purtroppo aggiornati soltanto al 2004, alcuni dati sono aggiornati solo fino al 2001, altri dati sono
aggiornati solo fino al 2004, mi sembra che un Piano Rifiuti di questa portata debba quantomeno
prevedere un aggiornamento al 2006. Nelle slide che abbiamo visto le altre volte c’era un’appendice di
aggiornamento fino al 2005, ma i documenti che abbiamo letto noi spesso si fermano al 2004.
Ci sono purtroppo poi una serie di elementi ancora indeterminati, ed elementi importanti, me ne sono
segnato qualcuno. Ad esempio, oggi noi non sappiamo, per quanto riguarda gli impianti di
autodemolizione, non riusciamo a quantificare, date le scarse informazioni in merito alla potenzialità di
ciascun impianto. Come, d’altro canto, non riusciamo a quantificare quanta operatività hanno gli
impianti di depurazione che trattano rifiuti, oltre ad acque reflue.
Inoltre, nel Piano Rifiuti non sappiamo qual è la potenzialità annua complessiva delle dodici discariche
in esercizio, la maggior parte sono discariche di inerti, ma noi di queste dodici discariche oggi in
esercizio nella Provincia di Milano non sappiamo qual è la potenzialità complessiva. E via via, tutta
una serie di dati che non sono completi.
Dicevo che tutti quanti condividiamo il principio di ridurre i rifiuti, l’Assessore stesso ha messo le mani
avanti, giustamente, la scorsa volta, dicendo che l’obiettivo di diminuire del 20% l’incremento dei
rifiuti è un obiettivo possibile ma non ambizioso. Io voglio sottolineare il fatto che questo è un
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obiettivo non ambizioso, credo che si possa fare di più, nel Piano vengono accennate alcune questioni,
tipo una tariffa, quindi passare dal sistema tariffario a una tariffa puntuale, però poi è un’affermazione
di principio che rimane lì, non viene declinata.
Come anche interessante è il fatto degli accordi di programma, specie con la grossa distribuzione,
specie per gli imballaggi, per cercare di diminuire alla fonte il numero di rifiuti. Anche in questo caso si
parla di accordo di programma, se ne parla più e più volte, all’inizio ho detto trecento pagine, spesso
purtroppo ripetitive, i concetti sono ripetuti spesso fino alla nausea. Questo degli accordi di programma
è un concetto ripetuto più e più volte, ma non basta dirlo nel Piano, occorre anche che i provvedimenti
dell’Amministrazione Provinciale conseguenti, anche precedenti, perché noi siamo qui da tre anni, di
grossi sviluppi da questo punto di vista non ne abbiamo visti, così come non abbiamo visto grossi
investimenti, che invece necessitano, nel bilancio di previsione ultimo approvato.
Allora, va bene gli accordi di programma, va bene ridurre i rifiuti, ma come poi lo facciamo questo?
Sarebbe stato probabilmente opportuno che nel Piano si facesse qualche cenno anche a questo, così
come stesso discorso per l’aumento della raccolta differenziata. Sulla riduzione dei rifiuti e sulla
raccolta differenziata, io ho presentato un ordine del giorno, che poi riceverete o avrete già ricevuto,
proprio per individuare all’interno dell’Amministrazione Provinciale una figura che abbia soltanto il
ruolo di cercare di ridurre i rifiuti prodotti dalla Provincia. Ci sono 2500 dipendenti, molte sedi, una
quantità enorme, guardiamo soltanto quello che c’è qui, una quantità enorme giornaliera di rifiuti
prodotti dal Consiglio provinciale, ma soprattutto dai 2500 dipendenti, mi piacerebbe - poi lo leggerete
nell’ordine del giorno - che ci fosse una figura che faccia dalla mattina alla sera il compito di cercare di
ridurre i rifiuti, dando noi il buon esempio, e cercare di riutilizzare i rifiuti che non sono riducibili, ivi
comprese le nostre quantità industriali di carta.
Certamente stiamo facendo un esempio banale, ma io credo che in queste cose anche il buon esempio
di un’azienda - passatemi il termine improprio - grossa, come la Provincia di Milano, 2500 dipendenti,
tante sedi, forse anche questo può aiutare. Questa figura, poi, se funziona per la Provincia di Milano,
perché non potrebbe essere spostata altrove.
Per quanto riguarda poi la raccolta differenziata, dicevo, sicuramente bisogna intercettare meglio la
frazione umida, la frazione secca, plastica, carta, alluminio, vetro e quant’altro. C’è molto da fare in
questo caso, l’avete visto, lo avete sottolineato molto bene anche voi, certamente non è solo il problema
del Comune di Milano, perché in realtà la percentuale che possiamo intercettare meglio, in maniera più
efficace nei 188 Comuni della Provincia è notevolissima, specialmente per la frazione organica, ma non
solo, lo dite voi molto bene a pagina 10 della sintesi, i dati in quel caso sono estremamente eloquenti.
Un’altra cosa mi ha stupito. Voi avete ribadito più e più volte che il principio della prossimità è un
principio importante, però poi dite anche che il sistema di raccolta dei rifiuti è estremamente
frammentato e frazionato, ci sono, credo, 190 soggetti che raccolgono i rifiuti. Io dico, se vogliamo
applicare il principio della prossimità questo è un bene, tra l’altro nella parte allegata alla relazione di
sintesi avete anche detto che i costi di un servizio frammentato, i costi per il cittadino, sono
notevolmente inferiori. Allora perché no, va bene la carta dei servizi, perché ci deve essere un minimo
comune denominatore, ma va anche bene che il servizio sia frazionato, perché frazionato vuol dire più
prossimo alla gente. Allora non possiamo essere prossimi alla gente soltanto nei principi generali.
Per quanto riguarda poi i termovalorizzatori, che mi sembrano l’argomento più importante, quello che
probabilmente vedrà più diversità nelle opinioni, il Piano parla di potenziamento e/o rinnovamento. Io
dico decidiamoci, nel senso che sono concetti ben diversi. Potenziamo, rinnoviamo, o potenziamo e
rinnoviamo? Mi sembra che a questo punto della discussione sia importante chiarirlo. Nel Piano si dice
sempre e solo potenziamento e/o rinnovamento. Per quanto riguarda poi l’utilizzo delle migliori
tecnologie disponibili, anche in questo caso ho voluto precisare con un ordine del giorno, se mi avanza
tempo lo spiego già adesso.
Per quanto riguarda poi il fatto di mettere mano al vecchio, è intuitivo credo che per mettere mano al
vecchio si possono fare soltanto certe cose, altre no. Dato che noi abbiamo un problema di
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inquinamento prodotto dai termovalorizzatori, mettendo mano al vecchio, purtroppo le emissioni, la
quantità delle emissioni, la qualità delle emissioni, inevitabilmente sarà inferiore a quella di un
impianto completamente nuovo. Allora, secondo me, sarebbe opportuno invece incentivare il nuovo.
Incentivarlo in che modo? Qui è la grossa differenza fra quello che hanno detto il Presidente della
Provincia e l’Assessore all’ambiente e quello che diciamo noi, che dico io.
Secondo me è opportuno fare una serie di piccoli impianti di termovalorizzazione, perché nel momento
in cui si fa un grosso impianto di termovalorizzazione, o si potenziano quelli esistenti, è la stessa cosa,
si generano dei mostri enormi che hanno bisogno del rifiuto. Noi abbiamo bisogno di un sistema di
termovalorizzazione e anche di raccolta dei rifiuti che sia frammentato, perché più piccoli sono e più il
sistema è elastico. Se noi vogliamo diminuire i rifiuti, non possiamo permetterci di avere degli impianti
che devono per forza funzionare perché devono ammortizzare i costi, altrimenti è un cane che si morde
la coda. Noi abbiamo impianti enormi che per funzionare, per ammortizzare i costi, hanno bisogno di
rifiuti, allora non avremo un impegno sincero, vero, forte, nella riduzione dei rifiuti.
Allora io dico piccoli impianti, un sistema diffuso, in modo tale che i privilegi e il principio della
prossimità, chi produce rifiuti è incentivato a non produrne di più perché ha l’impianto sotto casa,
allora meno produci rifiuti e meno inquini la tua aria che respiri, meno distanti sono gli impianti, meno
camion, meno traffico per portare i rifiuti c’è nella Provincia di Milano già altamente congestionata. In
questo caso apro una parentesi, pensare a potenziare l’impianto di Sesto San Giovanni in una zona
fortemente congestionata da inquinamento e da traffico, è, credo, assolutamente improprio. Comunque,
impianti più piccoli perché se un domani veramente riusciamo a ridurre i rifiuti, non dobbiamo trovare
ostacolo nel fatto che abbiamo realizzato degli impianti enormi che hanno bisogno di vent’anni per
essere ammortizzati. Interessi economici forti vuol dire non possibilità di ridurre i rifiuti.
Per quanto riguarda la mitigazione, giustamente laddove facciamo degli impianti occorre mitigare
l’impatto ambientale. Però qui consentitemi una nota di polemica, se la mitigazione è fare il villaggio
solidale di Cologno Monzese non ci siamo. Lì era previsto un bosco per mitigare gli odori e quant’altro
veniva prodotto dall’impianto di compostaggio, voi avete previsto al posto del bosco il villaggio
solidale. Allora cerchiamo di chiarirci, mitigazione è mitigazione ambientale, non è qualcos’altro
gestito da chissà chi.
Infine, per quanto riguarda le migliori tecnologie, ho semplicemente - poi lo riprendo nell’ordine del
giorno - preso quello che voi dite come ipotetico, ad esempio voi dite “con riferimento all’acido
cloridrico”, che è un inquinante forte, “si potrebbe ricorrere a tecnologie che ne minimizzino
l’utilizzazione”. Allora io aggiungo, ed emendo la relazione, dicendo che non si potrebbe, si deve
ridurre l’acido cloridrico. Così come ho fatto questo esempio, poi riprenderò l’argomento con gli altri
esempi che voi avete scritto, ma che avete lasciato in un periodo ipotetico generale. Grazie.”
Presiede il Vice Presidente Vicario del Consiglio Cavicchioli.
Consigliere Bruschi: “Grazie Presidente Cavicchioli. Non farò un intervento lungo, non farò un
intervento lungo perché molte cose sono già state dette dai colleghi, molte cose sono state dette anche
dal Consigliere Bruschi nel corso di una serie di articoli 83, che chiedevano a più riprese che il Piano
Rifiuti arrivasse in questo Consiglio provinciale. Non sarà un intervento lungo, anche perché le
posizioni, almeno alcune delle posizioni del centrodestra e mie, sono state riprese dalla conferenza
stampa del Presidente Penati e dell’Assessore Brembilla, che ho avuto modo di ascoltare.
Io non posso che prendere atto, per un verso, che il buonsenso si è fatto strada. La vicenda di questo
Piano Rifiuti la conosciamo tutti, c’era un termovalorizzatore, il termovalorizzatore a un certo punto è
scomparso, il termovalorizzatore a un certo punto è ricomparso, sia pure come soltanto come estrema
ratio, nel momento in cui l’opposizione ha dispiegato un’azione volta non tanto a minacciare quanto al
conoscere per deliberare. Nel momento in cui l’opposizione in commissione ha chiesto che venissero
audite le persone interessate alla materia, nel momento in cui ha chiesto che venisse udita AMSA,
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perché il direttore generale di AMSA Petra aveva usato parole di fuoco rispetto al Piano Rifiuti, nel
momento in cui l’opposizione ha chiesto che venissero auditi i vertici di Amaga di Abbiategrasso,
improvvisamente nel Piano Rifiuti il termovalorizzatore è ricomparso. Purtroppo non sono comparse le
audizioni che avevamo chiesto, che avrebbero probabilmente aggiunto motivi di perplessità rispetto
all’impianto complessivo del Piano Rifiuti. Comunque noi prendiamo atto che la ragionevolezza si è
fatta strada.
Ci sono però alcune considerazioni che non si possono non fare. Un Piano Rifiuti che ha avuto una
gestazione così lunga, a mio parere avrebbe dovuto avere una maggiore attenzione e un maggior
dettaglio. Avrebbe dovuto avere una maggiore attenzione sui dati, un Piano Rifiuti che regge su dati
considerati da più parti non veridici, è un Piano Rifiuti che risulta limitato a una semplice linea di
indirizzo politica. Se il direttore generale di AMSA, che non è solo, e lo voglio ricordare, Comune di
Milano perché serve una serie di Comuni della Provincia di Milano, dice che le previsioni di aumento
dei rifiuti messe nel Piano dalla Provincia di Milano sono previsioni sballate, evidentemente il Piano si
basa su dati sballati. Se l’Assessore e il Presidente della Provincia dicono verificheremo, e mi sembra
una valutazione giusta, la capacità di ampliamento degli impianti di termovalorizzazione esistente, e
questa operazione durerà quattro o cinque mesi, per cui non un tempo lungo, è lecito chiedersi perché
questa valutazione non sia stata fatta precedentemente, quando ce n’era tutto il tempo, quando ce
n’erano tutte le risorse, quando c’erano tecnici, e vedo, mi fa piacere, il Professor Corali, in grado di
supportare e interloquire con le aziende capofila e con le società partecipate capofila degli impianti di
termovalorizzazione per entrare nel piatto. Perché non si è entrati nel piatto? Non si è entrati nel piatto,
e voglio essere malevolo, perché probabilmente i dati reali di valutazione della capacità dei
termovalorizzatori attualmente esistenti, e dei progetti eventuali, e della capacità, portata al massimo,
degli impianti termovalorizzatori attualmente esistenti, unitamente alla comunicazione sui flussi di
rifiuti effettivi, avrebbero portato questo Piano a dover dire: occorrono nuovi impianti di
termovalorizzazione. Questo è un aspetto che non posso non giudicare deludente, perché c’era tutto il
tempo per farlo.
Seconda valutazione, i dettagli, ne ha accennato prima il Consigliere Lombardi. Io avrei voluto un
Piano molto più dettagliato e particolareggiato per quanto riguarda le zone immondezzabili e non
immondezzabili. Uso un termine che non è un termine tecnico, ma è un termine che probabilmente tutti
capiscono. Allora, buona politica è non allarmare i territori, buona politica è definire chiaramente cosa
è immondezzabile e cosa non lo sia, per evitare che il cittadino comune, ma anche l’amministratore, si
perda in una gerarchia di macro aree, medio aree, microaree, che introducono dei problemi. Il primo
problema è che il cittadino e l’amministratore che vede una macro area immondezzabile dove c’è un
asilo immondezzabile, ovviamente si preoccupa e dice: ma cosa ci stanno a fare questi? Secondo
problema, la richiesta di un ulteriore passaggio tecnico, che, signori miei, costa. Costa perché
l’evidenza della presenza di un asilo è evidente per noi, ma può essere non evidente ai fini della
legislazione regionale, nazionale e degli atti amministrativi conseguenti.
Per cui, per dire che quell’area non è immondezzabile perché c’è un asilo, ahimè, non bastano due
righe e una fotografia dell’asilo, ma occorrono magari perizie che costano, occorrono procedimenti
amministrativi che costano. Allora, siccome già il Piano Rifiuti in sé è stato costoso, io mi sarei
augurato che il Piano Rifiuti della Provincia di Milano fosse stato costoso una volta per tutte, con
identificazioni che avrebbero consentito agli amministratori e ai cittadini di avere in mano una
situazione reale e dettagliata. Reale perché un Piano deve partire da una fotografia di una situazione e
non semplicemente da un acquarello un po’ impressionistico, almeno per quanto riguarda la parte degli
impianti attualmente esistenti, e dettagliata per quanto riguarda le aree. Ripeto, la mia valutazione è
duplice, apprezzo le parole di buonsenso e di buona volontà, non posso apprezzare un Piano che
rappresenta un acquarello e non una fotografia. Se noi partiamo per un viaggio non con una cartografia
dettagliata, ma con un semplice schizzo, rischiamo di perderci. Non vorrei che la prossima
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Amministrazione si trovasse nella condizione non agevole di andare a riprendere lo schizzo e di dover
costruire una cartina veridica della situazione.”
Presiede il Presidente del Consiglio Ortolina.
Consigliere Re: “Grazie Presidente. Io esprimo con sincerità un apprezzamento per il lavoro che è stato
fatto dall’Assessore Brembilla e dal suo staff nella redazione di questo importante documento. Mi pare
di poter sottolineare come la particolare complessità dell’argomento che noi trattiamo oggi ci induca
certamente ad essere prudenti nelle nostre riflessioni di carattere politico. E’ infatti un argomento che
oltre a un’iniziativa politica importante nel dare una direzione a questo tema, necessita, per poter essere
propositivi nella maniera giusta, anche una serie di approfondimenti dal punto di vista di tutte le
caratteristiche tecniche di questo argomento, che variano evidentemente dalle tematiche ambientali,
alla complessità del ciclo dei rifiuti, fino ad arrivare a considerazioni di carattere economico. Quindi io
credo che ciascuno di noi debba farsi carico anche di questi approfondimenti, se vuole dare un
contributo significativo.
Io cercherò nel mio intervento non di ripercorrere ampiamente quelli che sono i contenuti e gli obiettivi
del Piano, perché mi sembrerebbe di ripetere quanto già abbiamo sentito, e credo anche per molti versi
condiviso tutti quanti, ma cercherò di svilupparli in connessione con quelli che sono gli enti titolari
della gestione dei rifiuti, vale a dire i Comuni, cioè capire come questo Piano Rifiuti, e quella che è
l’attività che in generale la Provincia svolge in quest’ambito, abbia connessione con i Comuni. Credo
vada sottolineato anche il quadro virtuoso in cui opera la Provincia di Milano, rapportato al quadro
italiano, certamente la Provincia di Milano è sul tema della raccolta dei rifiuti, del riciclaggio,
dell’innovazione tecnologica, ai primi posti nell’ambito del panorama nazionale.
Quindi esprimo la mia piena condivisione degli obiettivi di questo Piano. Il tema dell’autosufficienza
ritengo sia un tema centrale, un tema che, particolarmente oggi, con l’esempio della Campania, ci
richiama a un forte senso di responsabilità. Nelle problematiche dei nostri territori abbiamo la necessità
di raggiungere questo obiettivo, come è stato sottolineato anche negli incontri preparatori a questa
seduta, abbiamo problemi anche dal punto di vista della presenza di impianti per la lavorazione del
rifiuto umido. Oggi questi impianti non sono sufficienti in Provincia di Milano, i Comuni e quindi poi
gli utenti, come coloro i quali sostengono i costi di questo servizio, devono sopportare costi ingenti
proprio per la distanza che questi impianti hanno rispetto ai luoghi di produzione del rifiuto. Questo
evidentemente va a creare delle difficoltà forti anche dal punto di vista ambientale, stante il fatto che i
mezzi devono percorrere le strade di una Provincia che, come sappiamo, ha già un nervo scoperto sul
tema della mobilità.
Abbiamo l’altro obiettivo che è quello del contenimento della produzione. Io credo di poter spendere
una valutazione positiva circa gli obiettivi che si sono posti dal punto di vista quantitativo. Credo che
spetti a tutti noi, anche sul tema del contenimento della produzione dei rifiuti, ragionare con senso di
responsabilità. Sappiamo bene che siamo in una situazione in cui la nostra economia è in una fase non
di eccessivo, ma comunque di sviluppo, questo produce nella normalità un quantitativo superiore di
rifiuti. Quindi è bene pensare ed agire con tutte le nostre forze per ridurre questa produzione, sapendo
che la Provincia ha delle possibilità estremamente limitate, perché i cicli produttivi non sono sotto il
controllo della Provincia, ma sotto il controllo di istituzioni nazionali, se non comunitarie. Occorre però
tenere presente che non sarebbe, credo, corretto svolgere il nostro compito indicando degli obiettivi che
non sono plausibilmente raggiungibili.
Il tema dell’incremento della raccolta differenziata. Io ho esaminato il Piano abbastanza approfonditamente, devo dire, e mi pare che il tema dell’incremento della raccolta differenziata ci dica che la
raccolta differenziata ha effetti positivi sulla diminuzione dei costi medi dello smaltimento dei rifiuti.
Quindi anche dal punto di vista economico va ribadito, perché spesso anche nel dibattito che abbiamo
all’interno degli enti locali viene messo in discussione che la raccolta differenziata ha sì dei vantaggi
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ambientali, ma ha anche dei vantaggi economici per tutti noi. Quindi vedo come preoccupante la
tendenza che è stata registrata al peggioramento della qualità nei conferimenti della raccolta
differenziata. Credo che questo sia un elemento sul quale dobbiamo concentrare la nostra attenzione e
attuare anche una sensibilizzazione nei confronti dei Comuni che sono titolari in primis di questo
servizio afferente la gestione dei rifiuti.
La parte più innovativa di questo Piano Rifiuti attiene anche al tema del viaggio che questi rifiuti
devono fare. Quindi c’è stata un’attenzione specifica a far sì che gli obiettivi del Piano collimino con la
riduzione del tragitto che debbono fare i rifiuti per essere portati dal luogo di produzione al luogo di
lavorazione o di smaltimento. Quindi, come ho già sottolineato, per l’area milanese è un tema centrale
anche questo.
Abbiamo un richiamo, quale obiettivo, la distribuzione territoriale dei carichi ambientali. Forse lo
diamo per scontato, ma non lo è. Io nell’esperienza di amministratore locale, ho visto anni fa come
venivano scelti alcuni siti, alcuni che poi si sono realizzati, altri no. C’era una ditta privata la quale
esercitava l’attività nell’ambito dei rifiuti, individuava un’area, la comprava, veniva nella Provincia di
Milano a chiedere l’autorizzazione per esercitare questa attività di smaltimento, quindi inceneritori,
quindi discariche. Credo che in questo momento storico sia particolarmente importante non tornare
indietro, quindi il tema della distribuzione territoriale dei carichi ambientali non è un tema scontato
storicamente nella nostra Provincia, e quindi deve essere un obiettivo concretamente perseguito nei
fatti.
Il tema del rifiuto visto come recupero di materia ed energia. Sul tema dell’energia tutti quanti abbiamo
presente l’argomento, il termovalorizzatore diventa un’opportunità per far sì che il rifiuto si tramuti in
energia, rifiuto evidentemente che non è recuperabile in altro modo. Ma il tema della materia è un tema
altrettanto importante. Se noi qualche volta ci dilettiamo, e so che qualche collega molto più di me si
diletta in questa attività, ad approfondire delle tematiche di carattere ambientale, degli studi che si
riferiscono al protocollo di Kyoto e ad altri argomenti connessi, c’è un richiamo al fatto che noi non per
molti decenni potremo permetterci di considerare la materia un rifiuto. Questo è quindi un altro
elemento che ci richiama a un senso di responsabilità e alla necessità di reimmettere il più possibile la
materia rifiuto nel ciclo produttivo.
Diminuire la quantità dei rifiuti. Su questo tema mi sono documentato tramite internet, e vi sono
diverse buone pratiche che i Comuni mettono in campo, dalle pratiche piccoline, per esempio pensiamo
a quante batterie utilizziamo per i nostri piccoli elettrodomestici, io ho dei bambini, quindi ne consumo
una quantità industriale, qualche Comune ha messo in campo delle iniziative per distribuire le batterie
ricaricabili, credo che anche economicamente possono dare dei vantaggi. Quindi questo è un esempio
per dire che ci sono in campo diverse buone pratiche dei Comuni, che potrebbe essere utile, a mio
avviso, che la Provincia esaminasse, per vedere quelle di queste buone pratiche che dal punto di vista
dei costi economici ed ambientali sono particolarmente significative, e quindi magari proporle essa
stessa, dopo lo studio che evidentemente solo la Provincia può fare perché ha queste prerogative
dimensionali, di opportunità di impiegare risorse per questi studi, e quindi promuoverle anche
nell’ambito del territorio. Qui potremmo dire tante cose, mi piace il fatto che si sia accennato alla
possibilità di fare degli accordi anche con i produttori. Io, per esempio, ho sempre pensato che quando
andiamo al supermercato e compriamo in maniera ripetitiva dei liquidi, dall’ammorbidente alla
candeggina o quant’altro, magari potremmo far sì che con i dispenser i supermercati evitassero di
produrre questa quantità immensa di plastica che poi viene a diventare rifiuto. Certamente le massaie
non so quanto sarebbero disponibili, però lo dico per dire che ci possono essere tanti campi sui quali
nei Paesi europei, in Germania siamo molto avanti e magari nel piccolo anche la Provincia potrebbe
cercare di fare questi accordi.
Il tema dell’acqua potabile. Io vedo i rapporti sulla qualità delle nostre acque potabili, a più riprese
viene in maniera ricorrente, in questi mesi, sottolineato come sia sostanzialmente ingiustificato questo
ricorso da parte degli utenti alle acque minerali. Ecco, pensiamo ai quantitativi di plastica che vengono
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prodotti con il consumo di acqua minerale e al fatto che non sempre questo è giustificato dal fatto di
consumare un’acqua di livello superiore a quella che producono i nostri acquedotti. Quindi anche su
questo argomento ci potrebbero essere delle connessioni con aziende nostre che si occupano del ciclo
idrico, connessioni dal punto di vista della produzione dei rifiuti, promuovendo specificamente
l’utilizzo dell’acqua potabile.
Faccio qualche cenno ad altri temi che sono collaterali rispetto al Piano Rifiuti, ma che risultano da
questa elaborazione di dati molto interessante, che è stata fatta, per esempio il tema dei costi per il
trasporto e lo smaltimento dei rifiuti. Esaminando il nostro territorio provinciale, che ha caratteristiche
molto varie, cioè noi abbiamo Comuni che sono in mezzo alla campagna nelle parti più periferiche
della Provincia, il Comune di Milano, che è l’esatto opposto, e quelli della prima cintura, che seguono
un po’ questa caratteristica urbanistica. Se noi esaminiamo i costi del trasporto e smaltimento rifiuti per
zone diverse, ci rendiamo conto che ci sono delle sproporzioni forti. Sproporzioni non solo dovute al
fatto che in diverse zone la raccolta dei rifiuti si attua diversamente, quindi costa di più o di meno
proprio per le caratteristiche urbanistiche, ma all’interno di caratteristiche urbanistiche del tutto
analoghe e similari, ci sono forti sproporzioni, che non dipendono, esaminato questo aspetto, dalla
diversa scelta che i Comuni fanno circa lo smaltire in un certo modo, piuttosto che raccogliere in un
altro. Potrebbe essere utile un’analisi che dia ai Comuni qualche quadro di riferimento, perché gli
appalti in materia di trasporto e smaltimento sono anche gestiti spesso in maniera oligopolistica e
quindi il prezzo viene fatto dalle ditte. Quindi potrebbe essere un contributo quello di dare dei dati che
possono essere utili per fare proprio i capitolati.
Un altro tema che afferisce al rapporto fra la Provincia e i Comuni, che purtroppo in anni precedenti ho
visto essere un poco spinoso, attiene ai controlli. I Comuni nella nostra Provincia, nel corso degli ultimi
decenni, si sono attrezzati, hanno fatto le piattaforme per la raccolta differenziata, la Provincia ha
dovuto esercitare il suo ruolo di controllo che le compete. Ecco, io so di eventi spiacevoli, ai primi
Comuni che hanno fatto le piattaforme per la raccolta differenziata si sono visti anni fa piombare i
controllori della Provincia con delle multe salate, quindi sentendosi penalizzati rispetto a Comuni che
hanno sempre gestito in maniera più allegra questa vicenda. Io credo non, ovviamente, di dire che non
bisogna fare quello che ci spetta fare, però può essere in tanti casi utile cercare di collaborare, creando
magari dei prontuari di utilizzo. Penso, ad esempio, alle piattaforme ecologiche, dove c’è un registro di
carico e scarico che bisogna compilare, l’addetto del Comune o della ditta appaltatrice che lo compila è
in difficoltà, perché viene il cittadino singolo che porta un quantitativo di materiale irrisorio, magari
disomogeneo, poi situazioni le più variegate e una registrazione non esattamente conforme, credo, non
debba poi dare luogo ad una procedura sanzionatoria. Molte piattaforme non hanno le pese. Quindi,
credo, emettere dei prontuari che diano indicazioni su come queste cose possono essere fatte, può
essere utile.
Un ultimo accenno, visto che il tempo scade, io ho seguito un poco la vicenda degli ambiti territoriali
ottimali, così come è nata dalle istituzioni centrali, rivolta al tema dei rifiuti. Non ci ho capito molto,
nel senso che è nata in maniera farraginosa, poi è stata congelata, quindi mi fa piacere da un certo
punto di vista. Non so quali saranno gli scenari futuri, dico però che nell’ambito dei nostri territori si
sono anche organizzati diversi Comuni in consorzi, e mi sembra su questo versante un’esperienza
molto positiva. Molto positiva perché spesso il privato che opera in questo settore è un privato un po’
da arrembaggio, quindi che ci sia un controllo e anche un’attività diretta del Comune non lo vedo come
un elemento negativo, pur non essendo io uno statalista per formazione.
Questo anche in riferimento alla qualità del conferimento, perché mi spiegano che essere cosa molto
facile che si producano dei materiali conferiti correttamente, con dei contenuti spuri molto limitati, poi
in fase di conferimento qualcuno ci mette dentro qualche secchiata in più di cosa diversa, il rifiuto
viene classificato diversamente e costa di più per l’utente ed è un guadagno maggiore per la ditta.
Quindi, di fronte a queste cose, i Comuni piccoli sono disarmati nei controlli, perché poi quando il
rifiuto viene conferito cosa se ne fa dipende dalla ditta che se ne occupa. Quindi credo che un’attività
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consortile in questo settore potrebbe darci dei vantaggi ambientali, economici e anche di trasparenza su
quello che viene fatto.”
Consigliere De Nicola: “Anch’io non vorrei approfittare di tutti i quindici minuti, e forse sarebbe stato
opportuno che neanche parlassi, perché già in parte avevo detto come la pensavo nell’ultimo Consiglio.
Però, nella settimana che è trascorsa, non sono mancate le occasioni per farci riflettere. In modo
particolare, il Presidente della Provincia si è speso molto in esternazioni sulla stampa, alcune, secondo
me, necessitano di una riflessione, forse sarebbe opportuno che lo stesso Presidente ci venisse a
spiegare cosa intende, quando dice, per esempio, che è - testuale - inaccettabile la spinta di lobby
industriali che fanno gli interessi di coloro che costruiscono gli impianti.
Io credo che sia una denunzia grave. Grave perché se esiste una lobby di industriali che fanno gli
interessi di coloro che costruiscono gli impianti, il Presidente Penati dovrebbe spiegarci se lui prendeva
ordine da questa lobby quando nel documento programmatico preliminare del giugno 2005 dichiarava
l’assoluta necessità di realizzare nuovi impianti… Prego? Inquinamento acustico, ancora non
interveniamo su questo. Quando nel giugno 2005, nel documento programmatico preliminare
rinveniva, ritrovava, la necessità di costruire nuovi impianti, arrivando a indicare la costruzione di un
termovalorizzatore per l’AMSA, con una capacità all’epoca di smaltire 224.000 tonnellate annue.
Se era dipendente, colluso, eteroguidato dalle lobby industriali quando nel settembre 2006, sempre in
un documento ufficiale consegnato a tutte le istituzioni, dichiarava la necessità di costruire nuovi
impianti, o se per un’illuminazione sulla via di Damasco cambia orientamento il 20 dicembre 2006,
ritenendo non più necessaria la realizzazione.
Ma sempre in questa logica di esternazioni settimanali, il Presidente in un’esternazione del 1 luglio
dice: prima valuteremo in un tempo ragionevole, dai quattro ai sei mesi, se ci sono le condizioni per
ampliare, utilizzando nuove tecnologie, gli impianti esistenti. Vedete, colleghi distratti, ahimè, quando
mi accorgo che non sono seguito, alzo il tono, ma è un fatto automatico, non è fatto volutamente, mi
spiace, Angiuoni. Ne sono convinto. E’ una mia sensazione, chiedo scusa. Vedete, quando si parla
dell’ipotesi di valutare di aumentare gli impianti esistenti, ebbene, colleghi, gli impianti esistenti sono
quattro, uno è Silla, ma Silla 2, ultramoderno, è ormai a regime, non può essere aumentato, non può
essere potenziato. Poi c’è l’obsoleto impianto di Sesto San Giovanni e non è che, malgrado il
Presidente Penati dovrebbe conoscerlo bene, non è un impianto che può essere ampliato. Non può
essere ampliato, non può essere potenziato, non può essere utilizzato quel sito per costruire un nuovo
impianto, perché è piccolo.
Poi può darsi pure che nelle valutazioni della Provincia ci sia la volontà di costruire a Sesto San
Giovanni un termovalorizzatore, se necessario, magari sull’area Falck, perché no, però al momento
quel sito e quell’impianto non è aumentabile. E non è aumentabile neanche l’impianto di Trezzo, non è
potenziabile, men che meno possiamo far finta di ignorare che l’impianto di Desio ricade nel territorio
della nuova Provincia di Monza e Brianza e che quindi non va assolutamente contemplato e
conteggiato. Allora cosa ampliamo? Cosa aumentiamo? E perché questo ripensamento in corso
d’opera? Perché questa novità che il Presidente Penati quando ha replicato in aula non è che ci ha detto
che era contrario ai termovalorizzatori perché c’era il rischio delle lobby. Ci ha detto: verificheremo, se
necessario. Ma chi ha avuto il tempo e la pazienza di leggere questo Piano sui Rifiuti, come io mi sono
sforzato di fare, non può fare a meno che condividere gli obiettivi. E chi non vuole condividere e non
condivide l’obiettivo di un’autosufficienza provinciale? Chi può non condividere la logica di una
gestione dei rifiuti improntata su questo arguto messaggio mediatico delle 3 R? Ci mancherebbe!
Quindi negli obiettivi ci siamo, conveniamo, non ci troviamo nella strada da fare per raggiungere gli
obiettivi. Non ci troviamo quando già noi dichiariamo che se realmente si realizzasse il miracolo di
ridurre la produzione dei rifiuti, e io ci credo poco, Assessore, mi perdoni, ma diamo per scontato che si
realizzi, diamo per scontato che aumenti la raccolta differenziata, diamo per scontato che tutto quello
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che c’è nel Piano si realizzasse, ma poi rimangono 507.000 tonnellate da smaltire. E quelle? Allora, io
credo che se è condivisibile l’obiettivo, diventa incredibile la conclusione del percorso.
Mi pare e, giuro, non vorrei fosse un mio vizio di interpretazione, ma credo che la sintesi al progetto
provinciale dei rifiuti che ci è stata distribuita, rechi quasi delle contraddizioni in corso, rechi quasi la
traccia di chi ha lavorato con l’obiettivo e la strategia di realizzare almeno un nuovo impianto, e poi, a
conclusione dei lavori, gli hanno detto: correggi tutto. Perché nella correzione del tutto sono rimaste
tracce. In molte parti, e ne parleremo più avanti quando discuteremo degli emendamenti, noi troviamo
che ci sono delle contraddizioni, che è incredibile che si possa dire autosufficienza e nel contempo si
dice: però noi li abbiamo questi. Cioè, è come se noi volessimo assolutamente far stare, in una bottiglia
da un litro, un litro e mezzo d’acqua.
Allora quale la speranza di oggi, del dibattito di oggi? E’ che si possa invertire, al di là delle
contrapposizioni di schieramenti, proprio in una logica di buonsenso, di guardare avanti, si possa
invertire l’ultima delle dichiarazioni mediatiche del Presidente Penati, non se necessario faremo un
nuovo termovalorizzatore. Invertiamo, facciamo un nuovo termovalorizzatore, e se una verifica
dimostra la non necessità, ci fermiamo. Mi spiego, vedete, per fare un termovalorizzatore non bastano
sei giorni, sei mesi, credo di non esagerare nell’ipotizzare sei anni per l’ideazione e la messa in
esercizio.
Allora è dissennato, è veramente non tener conto delle necessità dei cittadini, non tener conto
dell’esperienza, non tener conto di quello, e non per voler fare terrorismo di quello che sta succedendo
in Campania, è dissennato non partire da subito nella logica di realizzare il termovalorizzatore. Il
collega Re è andato via, ma il collega Re ha parlato di Kyoto, io non sono convinto della bontà delle
tesi di Kyoto fino in fondo, della lealtà e della correttezza fino in fondo dell’impianto di Kyoto. Però
Kyoto spinge per la realizzazione dei termovalorizzatori, cioè non possiamo veramente, anche a volerci
schiacciare sulle appartenenze di schieramento. Vedete, Veltroni, il tanto osannato, da parte di alcune
componenti del Consiglio provinciale, nel comizio, relazione, al Lingotto, ha proprio messo l’accento
sulla necessità di realizzare i termovalorizzatori, lui la sa lunga su questo tema.
Ora, io non credo che Veltroni appartenga alla lobby degli industriali che speculano e che lucrano sulla
realizzazione dei termovalorizzatori, Veltroni sa qual è il problema, perché Veltroni è Sindaco della
città che ha la più grande discarica a cielo aperto d’Europa. Allora dal massimo, o da uno dei più
autorevoli esponenti del nascente P.D., viene il messaggio realizziamo i termovalorizzatori, dal
Presidente della Provincia, autorevole, istituzionale esponente del P.D. lombardo, ci dicono alt,
vedremo se necessario, stiamo attenti, ci sono le lobby.
Allora io sono veramente preoccupato perché non capisco se in questi cambi di indirizzo in corsa, se in
queste bombe che si sparano su ombre, se in questa contraddizione all’interno degli schieramenti degli
stessi partiti, perché o serve il termovalorizzatore e allora si abbia il coraggio di dire, non nascondendo
la verità, perché se era necessario nel 2005, se i dati ci dicono che nel 2011, a bocce ferme, a progetti
realizzati, noi avremo 507.000 tonnellate in più, come le smaltiremo? Quale autosufficienza?
Come pensiamo di poter potenziare impianti obsoleti già al massimo dell’esercizio? Perché per un
assurdo diktat non si vuole completare un buon lavoro, un’ottima partenza, per un piano quinquennale
dei rifiuti, ma con un aborto finale. Per questo noi, come Gruppo di Alleanza Nazionale, ci sforzeremo,
nel corso del dibattito, a convincere il resto dei colleghi che non è una battaglia di schieramento, ma è
una battaglia veramente per anticipare, per dare un significato all’impegno politico, che è quello di
sforzarsi di creare gli strumenti per far vivere meglio la gente, i cittadini, negli anni che verranno.”
Consigliere Dapei: “Grazie Presidente. Noi abbiamo la forte preoccupazione che si stia combinando un
grandissimo pasticcio rispetto ad una questione strategica, cruciale e delicata, qual è quella della
gestione dello smaltimento dei rifiuti nella nostra Provincia. Dopo anni di lavoro, condivido il giudizio
del collega De Nicola, anche di qualità, da parte dei tecnici, dell’Assessore, quindi anche dei vari
riferimenti politici, la Provincia è arrivata a definire una proposta di Piano, che ha presentato al mondo
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che ci circonda. Questa proposta, non so quanto legittimamente, sicuramente in maniera non
condivisibile da parte nostra, escludeva in maniera chiarissima la possibilità di nuovi impianti di
termovalorizzazione dei rifiuti. Come ormai succede su tutte le questioni che riguardano questo ente,
avrete sentito tutti l’eco della conferenza stampa che il Presidente Penati ha fatto qualche giorno fa, che
aveva come leit motiv il fatto di dire no alle discariche, sì ai termovalorizzatori.
Forse è opportuno rileggere cosa prevede il Piano in approvazione oggi in Consiglio, presentato non dal
Gruppo di Forza Italia o dalla C.d.L. ma dalla Giunta Penati, a pagina 238 della relazione di Piano, che
è l’allegato fondamentale che va in approvazione: al fine del soddisfacimento del fabbisogno sopra
evidenziato - quindi uno stock di produzione dei rifiuti ovviamente in crescita, come è fisiologico - si
ritiene di gestire la quota relativa ai rifiuti urbani attraverso il potenziamento e rinnovamento degli
impianti esistenti, per consentire il raggiungimento dell’autosufficienza, senza aumentare il numero
complessivo degli impianti di termovalorizzazione presenti nella Provincia di Milano. Questo dice il
Piano. Poi continua: per le categorie di rifiuti speciali, fermo restando l’obiettivo dell’autosufficienza
provinciale, mediante il potenziamento degli impianti di termovalorizzazione esistenti e della riduzione
della produzione complessiva, si ritiene che, solo qualora l’autosufficienza non possa essere così
realizzata, l’eventuale quota residua potrà essere collocata in impianti situati fuori Provincia. Il Piano
prevede questo.
Allora, cos’è il Piano, oltre alla relazione di Piano? E’ una valutazione ambientale strategica, la
valutazione di incidenza, tutti i vari studi a tutela dell’ambiente e quant’altro. Il Comune di Milano fa
un’osservazione, a nostro parere assolutamente legittima e pertinente rispetto a questa previsione, e la
Giunta provinciale controdeduce aprendo questo spiraglio, per noi è insufficiente, ma per amore di
verità va detto, per cui, in accoglimento dell’osservazione 12, quindi al punto c), si accoglie
l’osservazione di Milano e quindi si apre uno spiraglio, la Giunta dice: faremo uno studio per la
potenziabilità degli impianti esistenti. Qualora il fabbisogno di smaltimento di cui sopra non potrà
essere soddisfatto dal potenziamento e rifacimento degli impianti esistenti, a questo punto tale
fabbisogno potrà essere soddisfatto ricorrendo ad impiantistica addizionale di smaltimento di rifiuto
con recupero energetico, cioè il termovalorizzatore.
Guardate, questo è uno spiraglio che ovviamente non può che farci piacere, perché va nella direzione
che abbiamo sempre detto, ma, posta così la questione è solo un grandissimo pasticcio. Cioè, il Piano
Rifiuti dovrebbe essere la risposta alle esigenze, alle problematicità che si sono analizzate, non può
diventare il momento in cui si pongono nuove carni al fuoco, non può il Piano Rifiuti dire che ci sarà
uno studio e che alla fine di questo studio può anche essere che ci sarà un nuovo termovalorizzatore,
perché qualcuno allora ci dovrebbe spiegare se si verificherà quello che noi sappiamo per certo essere, i
dati della Regione sono assolutamente inequivocabili, tant’è che si è addivenuti anche a questo
spiraglio, perché si sa che la direzione è quella, ma allora della valutazione ambientale strategica, della
valutazione di incidenza, è tutta carta straccia. E’ tutto materiale che evidentemente si è fatto per
rispondere a un obbligo di legge, ma non per una reale volontà di tutela dell’ambiente, di studio della
sostenibilità e quant’altro.
Un Piano Rifiuti con o senza un nuovo termovalorizzatore in Provincia di Milano, capite che è come
parlare del giorno e della notte. Noi abbiamo sotto gli occhi un Piano fatto pensando alla notte, e alla
fine con una frasetta si dice: però potrebbe anche tutto doversi esporre alla luce del sole. Ma non
funziona così, non può funzionare così, oltre al problema più di merito. Quanto tempo dobbiamo
ancora aspettare perché cada il muro alzato ideologicamente da qualcuno e si prenda finalmente atto
che la potenziabilità e il rifacimento degli impianti di termovalorizzazione esistenti sono insufficienti a
rispondere alle esigenze del territorio? Veramente qualcuno si illude di fare bella figura, perché le
conferenze stampa si fanno per quello, addirittura prima dell’adozione del Piano si fa già la conferenza
stampa, siamo ormai alla morte della politica qui dentro, comunque qualcuno si illude che ci sia tempo,
che si può aspettare? Cioè che a luglio 2007 inoltrato sia ammissibile che una Provincia, che ha
cambiato la sua Amministrazione, peraltro, da tre anni, se la possa cavare rispetto a un nuovo
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termovalorizzatore con una controdeduzione a un’osservazione di un Comune? Che non dice neanche,
peraltro, come cambiare il Piano. Ripeto, la controdeduzione è condivisibile, cioè apre lo spiraglio che
vogliamo, ma rimane una frase aperta lì.
Noi abbiamo 450 pagine di relazione di Piano, più 50 di relazione condensata, migliaia fra tavole e
piani di valutazioni strategiche e quant’altro, e tutto questo si deve in qualche modo lasciare alla libera
valutazione di chi dovrà intervenire dopo l’approvazione del Consiglio, perché regga rispetto a una
frase introdotta così, che rimane appesa nell’aria, cioè: potrà essere soddisfatto ricorrendo a
impiantistica addizionale. E tutte le cifre, tutti i numeri, tutte le schede? C’è l’elenco di tutti i parchi,
uno per uno con la valutazione di incidenza, entra tavola per tavola in tutte le aree protette e
quant’altro, poi alla fine uno dice: però può anche darsi che fra qualche mese o qualche anno - non c’è
scritto neanche il termine - faremo un nuovo impianto.
Qualcuno parlava all’inizio di strabismo riferendosi ad una persona, se non è preoccupante procedere in
un’aula politico amministrativa in questo senso, noi siamo veramente preoccupati, Presidente Ortolina,
che l’adozione eventuale di questo Piano faccia la fine di tutte le altre cose strategiche importanti,
poche, che questa assemblea ha dovuto analizzare. Cito uno per tutti, il Piano Triennale dei servizi del
trasporto pubblico locale, esattamente lo stesso discorso, la legge impone alla Provincia di farlo, si è
fatto un bellissimo Piano Triennale, prima ancora dell’adozione noi avevamo detto guardate che questo
Piano non potrà mai vedere la luce perché c’è il ricorso al TAR, c’era una gara per assegnare i servizi
per sette anni, che voi avete annullato, ma non potevate annullare, non potete fare un Piano che
addirittura prevede un numero di subambiti della Provincia diverso da quelli che sono stati messi a
gara.
Siete voluti andare avanti lo stesso, il TAR e il Consiglio di Stato hanno detto alla Provincia che non si
poteva procedere così, quindi, Presidente Ortolina, rispetto alle grandi competenze che voi sempre
volete rivendicare del Consiglio provinciale, qual è la realtà? Che il vero Piano del Trasporto pubblico
locale si fa legittimamente a questo punto nell’ufficio del Segretario generale che per l’ennesima volta
deve rattoppare la situazione che avete prodotto, e quindi si deve mettere d’accordo con i vari gestori
del trasporto pubblico locale, altrimenti il Consiglio di Stato abbassa definitivamente la…
Ci state dicendo che anche rispetto a questa questione, termovalorizzatore sì o no, noi siamo per il sì,
qualcuno per il no, rispetto a questa questione deciderà qualcun altro, non si capisce non solo bene
quando ma come e dove. Chi deciderà alla fine di questo iter? Il Consiglio provinciale o il Segretario
generale, perché qui l’unica persona che prende le decisioni ormai è il Segretario generale, che è
chiamato a sciogliere i nodi che crea il Consiglio, così come per il trasporto pubblico, così come su
altre questioni, un giorno qualcuno porterà delle carte al Segretario dicendo: i dati sono questi, che si
fa? L’impianto nuovo si fa o no? E lui dirà la sua risposta in maniera assolutamente legittimata dal voto
di questo Consiglio, che si è lavato le mani dalla decisione, ha detto: mica posso decidere io che mi
spacca la maggioranza? Decida qualcun altro, così come per Inzago e altre questioni. Okay, no, ma
quello stock di rifiuti lì dove lo smaltisci? No e basta, tant’è che è intervenuta addirittura una legge
della Regione che dice, okay, la Provincia vuole dire di no, può dirlo, ma dia l’alternativa.
Quindi noi abbiamo posto tutta una serie di problematiche, per esempio condividendo appieno i punti
cardine strategici politici del Presidente Penati, che non sono contenuti nel Piano, ma sono stati
snocciolati nella conferenza stampa, sposiamo tutti i punti programmatico politici in tema di rifiuti detti
dal Presidente Penati, per esempio lui diceva l’autosufficienza. Assolutamente sì, ma l’autosufficienza
di quale Provincia? Perché noi ancora, fino al 2009, vediamo nel Piano ragionare come se la Provincia
fosse una sola. I conti tornano se si uniscono le due Province, come se fosse una sola, ma non è più così
dal 2004, non dal 2009. Monza e Brianza non diventa nuova Provincia quando avrà un suo Presidente,
l’ha già un Presidente, ha già un Consiglio, ha già una Giunta, ha anche un commissario, è più ricca
della nostra Provincia, perché ha pure un commissario. Ma è già Provincia a tutti gli effetti per la legge,
avrebbe bisogno di un suo Piano. E’ troppo lavoro? Benissimo, almeno ragioniamo, il Piano ragioni se
vuole seguire le indicazioni politiche del Presidente Penati, sull’autosufficienza di ciascuna Provincia.
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E’ bruciato l’impianto di Mediglia, vogliamo far finta di niente? Facciamo finta che non sia successo?
Perché nel Piano noi troviamo tutte le indicazioni relative ai conti che tornano, dando per scontato delle
cose che la realtà ci dice non essere più scontate.
Ma stiamo anche sul vostro Piano, il punto di vostra mediazione politica è potenziare o rifare gli
impianti che ci sono. Ma perché dire gli impianti che ci sono e che hanno già avuto l’autorizzazione? A
quale ragionamento politico, anche ambientalista spinto, risponde una cosa di questo genere? Cioè noi
possiamo capire che prioritariamente si voglia non invadere aree ancora intonse e puntar su quelle che
hanno già avuto certe esperienze e certi mutamenti di carattere anche cementifero. Ma che cosa c’entra
questo fatto con la pratica burocratica dell’avere o meno avuto un’autorizzazione? Esempio, l’impianto
di Abbiategrasso se voi volete puntare prioritariamente ai siti che ci sono già o che c’erano già, perché
escluderlo a priori con quella dizione che voi mettete di vedere la categoria dei siti su cui puntare
limitata a quelli che hanno già avuto l’autorizzazione.
Quindi, Presidente, noi siamo estremamente perplessi, più perplessi di prima, alla luce della conferenza
stampa del Presidente Penati, perché i punti politici che lui ha snocciolato sono perfettamente
condivisibili, ma sono assolutamente contraddittori con quello che è scritto nel Piano. Se veramente
non è solo, come sui rom, sulla sicurezza, anche sui rifiuti, un fantoccio, quello del nuovo
termovalorizzatore da gettare in pasto all’opinione pubblica, che ha capito quali sono i bisogni della
Provincia, ma si vuole veramente rispondere in maniera lombarda e non con modelli che ci sono
lontani e che hanno dimostrato il loro limite, si vuole veramente rispondere a queste nostre esigenze, si
scriva sul Piano quello che Penati ha detto in conferenza stampa, si approvi il nostro emendamento che
dice che c’è bisogno di un termovalorizzatore, e che quindi da domani, sarebbe stato meglio da ieri, i
Comuni interessati, e ce ne sono, le aziende interessate, e ce ne sono, gli enti interessati, questo
dovrebbe comprendere anche noi, si devono mettere a un tavolo e programmare la partenza di questo
iter.”
Nel frattempo è entrato in aula il Consigliere Albetti. (presenti 40)
Consigliere Bernareggi: “Grazie Signor Presidente. Io desidero innanzitutto ringraziare l’Assessore e il
personale tecnico di questa Provincia per l’elaborazione del Piano che oggi ci troviamo a discutere,
credo che abbiano fatto un lavoro importante, approfondito, documentato, che, peraltro, in larga parte
credo sia condivisibile. Il tema dei rifiuti è un tema di interesse di tutti, noi non dovremmo, credo,
trattare ideologicamente questo tema. Credo che oggi chi non affronta in maniera seria il problema dei
rifiuti si trova nella situazione di Napoli, della Campania, di fatto sommerso da quel che genera, da
quel che scarta.
Quindi è un tema assolutamente centrale, importante, interesse di tutti, che, secondo il mio punto di
vista, non dovrebbe trovare appoggio sull’ideologia. In realtà, e questo credo sia il punto un po’ debole
di questo Piano, mi sembra invece che il tema dei rifiuti in questo Piano sia trattato in maniera un po’
ideologica e, analogamente a quanto abbiamo visto per altri temi, risulta un po’ ambigua la posizione
della Provincia, che da un lato dice e dall’altro non dice, da un lato propone e dall’altro ritratta. Quando
abbiamo parlato della viabilità, in particolare di delibere inerenti la tangenziale est esterna, ci siamo
accorti di quale contraddizione stia vivendo la maggioranza su questo tema, perché il Presidente,
consapevole dei bisogni dei cittadini, vorrebbe proporre alcune soluzioni, vorrebbe proporre, sostenere,
portare avanti seriamente, con le risorse dovute, per esempio la realizzazione della nuova tangenziale
est esterna. Però non lo può fare, perché ha il veto di una parte della sua maggioranza.
Anche sul tema dei rifiuti mi pare che si riproponga lo stesso tipo di logica, cioè una parte della
maggioranza, quella seriamente riformista, che segue il Presidente Penati, che dice: ci rendiamo conto
di quanto gli impianti di smaltimento dei rifiuti siano insufficienti, perciò vogliamo potenziare. Ma
potenziare significa fare qualche impianto in più, significa ritoccare il numero degli impianti, non
significa semplicemente ristrutturare gli esistenti. Quindi credo che se invece si arriva a concludere,
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come giustamente bene diceva il capo Gruppo Dapei, dicendo facciamo che ristrutturiamo l’esistente,
poi se comunque questo non sarà abbastanza, lasciamo lo spiraglio per eventuali ulteriori interventi
successivi. Mi sembra un po’ miope e comunque denota questo tipo di ideologia di fondo che pervade
questo Piano, perché, signori, un termovalorizzatore, io conosco bene la situazione di quello di Trezzo,
che sul vimercatese è stato a lungo dibattuto, si realizza in anni e anni di lavoro, di progettazione e poi
di realizzazione, non è un impianto che si possa realizzare in un mese.
Allora, se noi prevediamo che ci possa essere nel futuro un eccesso di rifiuti prodotti dalla Provincia di
Milano e non mettiamo mano subito in questo Piano alla progettazione di un impianto nuovo di
termovalorizzazione, rischiamo di fare la fine della Campania, cioè di accumulare anche noi rifiuti che
non riusciamo a smaltire. Oppure, peggio ancora, di portarli fuori dalla nostra Provincia, quindi non
rispettando il primo dei principi che è dichiarato in questo Piano, che è quello dell’autosufficienza.
Io credo che i dati parlino chiaro. Noi abbiamo avuto un aumento della produzione dei rifiuti del 21%
negli ultimi dieci anni. Certo, è aumentata la raccolta differenziata, si è ridotto il rifiuto indifferenziato,
ma rimane il fatto che il trend di aumento della produzione di rifiuti è stato inesorabile. D’altro canto
abbiamo un dato importante, i termovalorizzatori oggi sono in condizione di smaltire 700.000
tonnellate all’anno sul milione di tonnellate prodotte. Ora, evidentemente c’è qualcosa che non va, non
ci siamo, non possiamo pensare di colmare questo gap, da 700.000 tonnellate a 1 milione di tonnellate,
semplicemente pensando di potenziare alcuni impianti o di rinnovarne alcuni. Quello di Sesto, lo citava
anche il Presidente Penati, la scorsa volta, si è citata la possibilità di rivedere, rimodernare, potenziare
l’impianto di Sesto. Bene, l’impianto di Sesto è un impianto obsoleto.
Ora, io mi chiedo come sia possibile fare pure questa proposta, perché se noi intendiamo su quell’area
ricostruire un nuovo impianto, vuol dire che dobbiamo demolire l’attuale, che è obsoleto, quindi
totalmente non di per sé migliorabile, bisogna demolire l’attuale, bonificare l’area e ricostruirne
un’altro. Ma, signori, parliamo di dieci anni, forse, parliamo di otto/dieci anni prima di riuscire ad
avere questo impianto. Nel frattempo cosa facciamo? Dove portiamo, oltre i rifiuti che non riusciamo
già oggi a smaltire, i rifiuti che oggi macina e termodistrugge l’impianto di Sesto? Forse sono domande
che occorrerebbe porsi se si vuole affrontare seriamente il problema, forse enunciare semplicemente
questi intendimenti, senza di fatto fare i conti con il tempo necessario per realizzare questi
intendimenti, mi pare che denoti un certo grado di approssimazione.
Invece davvero noi dobbiamo ribadire, e questo è il buono di questo Piano, quei principi fondamentali
su cui si basa il Piano, l’autosufficienza. Autosufficienza vuol dire che la Provincia di Milano, dando
esempio a tutta Italia, in particolare alla Campania, si organizza in proprio, con i propri impianti, in
modo tale da non portar fuori un chilo di rifiuti dalla Provincia. Occorre avere gli impianti necessari sia
per l’utilizzo e la valorizzazione della raccolta differenziata, occorre avere gli impianti per distruggere
quello che non possiamo differenziare. Quindi l’autosufficienza ben venga, però facciamolo
concretamente, non facciamolo semplicemente enunciando dei principi e poi non mettendo in campo le
soluzioni necessarie perché questi principi vengano di fatto attuati.
Il principio della prossimità è molto bello, molto importante, vuol dire anche risparmiare quattrini. Se
noi realizziamo gli impianti vicino a noi, non abbiamo la necessità di spendere soldi per trasportare
questi rifiuti altrove, investendo altre Province, altre Regioni di quel che noi produciamo.
La responsabilizzazione, fare gli impianti vuol dire essere responsabili della gestione di quello che noi
produciamo, quindi non certamente ci mettiamo nella condizione della Campania, ma prendiamo atto
di quel che noi produciamo e di quel che noi quindi abbiamo il dovere di smaltire. E’ molto importante
anche il contenimento della produzione che viene ribadito in questo Piano. Credo che si debbano fare
sforzi progettuali importanti, forse con le categorie anche imprenditoriali, perché il rifiuto si riduca nel
tempo. Noi dobbiamo pensare a soluzioni concrete, se ne parla da molti anni, anche Legambiente ne
parla da molti anni, alla fine non si fa nulla, per ridurre ad esempio gli imballaggi, per ridurre quei
materiali che sono poi destinati ad essere bruciati o a essere comunque smaltiti. Noi dobbiamo cercare
di fare delle politiche per ridurre e contenere certamente la produzione dei rifiuti.
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Va benissimo anche il principio di no alle discariche. Le discariche hanno dimostrato, quella di
Cavenago è particolarmente drammatica come situazione, hanno dimostrato il gravissimo impatto
sull’ambiente che presentano. La discarica di Cavenago, voi sapete, ha prodotto dei biogas che sono
andati a interessare i Comuni limitrofi, quello di Ornago in particolare, con grandissima
preoccupazione dei cittadini. L’inquinamento della falda, dei liquami prodotti dalle discariche non
depongono certamente a favore di queste soluzioni. Benissimo quindi, chiudiamo le discariche, non
facciamo neanche la terza a Inzago, qui lo ribadiamo ancora una volta, però non siamo ideologici, non
siamo chiusi alle soluzioni tecnologiche che oggi sono a nostra portata di mano. Pensiamo agli impianti
di termovalorizzazione, Brescia è diventato un modello per tutta Italia, sentivo addirittura ad una
trasmissione televisiva i giorni scorsi che Brescia ha un impianto che è forse il migliore d’Europa, dal
punto di vista della tecnologia, dal punto di vista del recupero energetico. Brescia termoriscalda parte
della città utilizzando appunto l’energia prodotta dalla termocombustione, dalla termovalorizzazione.
Certamente quindi si va nella direzione, rispetto alle discariche, del rispetto dell’ambiente.
Quindi io non che debba aggiungere molto altro, perché credo che il tema l’abbiamo esposto,
presentato in molte maniere. Io condivido assolutamente l’intervento del capo Gruppo De Nicola, così
come quello del capo Gruppo Dapei, noi abbiamo bisogno di non parlare a vanvera, abbiamo bisogno
di mettere in pratica quelli che sono i principi corretti posti in questo Piano, che vuol dire oggi pensare
seriamente a realizzare quegli impianti che sono necessari. Noi oggi stiamo sostanzialmente esportando
rifiuti in altre province, perché non siamo in grado di smaltire tutto per conto proprio. Dobbiamo quindi
realizzare questi impianti, non rimandare al futuro la progettazione o realizzazione di questi impianti,
perché non ci sarebbe il tempo per farlo. Noi dobbiamo oggi avere il coraggio in questo Piano di dire il
potenziamento degli impianti va fatto, ma il nuovo termovalorizzatore per Milano va progettato e va
messo in campo oggi, altrimenti rischiamo ancora di fare dell’ideologia, forse di accontentare alcune
parti della maggioranza che sono contrarie alla realizzazione di questi impianti, ma noi non dobbiamo
pensare a soddisfare parte dei desideri della maggioranza, dobbiamo pensare al bene dei cittadini,
diversamente facciamo un Piano pervaso da ideologie. Vi ringrazio.”
Consigliere Guerra: “Grazie Presidente. Noi ci troviamo oggi a discutere di un Piano Provinciale di
Rifiuti, che è uno dei punti qualificanti di qualsiasi Amministrazione Provinciale di questo Paese.
Vorrei cominciare a dire una prima cosa, perché a me pare che questo dato non sia uscito in maniera
chiara dal dibattito finora, noi facciamo un Piano Rifiuti che è fermo al 1995, e dal 1995 a oggi le
Giunte provinciali e le maggioranze provinciali che ci hanno preceduto non hanno fatto assolutamente
nulla in questo campo, lasciando una Provincia di 4 milioni di abitanti allo sbando, all’improvvisazione, altro che impianti, tecnologie, non c’era assolutamente nulla. Quindi dall’acquerello al nulla,
come mi insegna il mio collega Gavazzi, tra il niente e il piuttosto, io vorrei cominciare a discutere sul
piuttosto, quindi a cominciare a discutere quantomeno su un acquerello che viene presentato rispetto al
prima che non c’era assolutamente nulla.
Il Piano Rifiuti che presentiamo, che l’Assessora Brembilla ha presentato nelle sere scorse, ha
un’impostazione complessiva che dovrebbe essere esaminata con molta attenzione, perché questa
impostazione viene organizzata secondo logiche integrate, che vanno dalla produzione alla raccolta, dal
trasporto allo smaltimento dell’intero pacco rifiuti. E diciamo anche alcune cose che mi sembra utile
ricordare, perché dagli interventi che ho sentito finora questi aspetti non sono usciti. Per esempio c’è un
criterio di autosufficienza provinciale che viene ribadito come caposaldo e come linea fondante del
Piano che viene proposto oggi. Vi è l’impegno per il contenimento della produzione dei rifiuti, quel
famoso abbattimento dell’1% che fa risparmiare nella produzione. Questo è un aspetto positivo
contenuto all’interno del Piano Provinciale. C’è l’incremento del cosiddetto paradigma delle 3 R, del
riciclo, del recupero e del riutilizzo di materia, così come previsto, tra l’altro, dal Decreto Ronchi.
Questo è un principio che è previsto all’interno del Piano, ed è previsto all’interno della logica
dell’aumento della raccolta differenziata soprattutto all’interno della città di Milano, che non ha mai
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attuato questo principio della raccolta, del riutilizzo e del riciclo della materia, che non ha mai applicato
politiche di raccolta differenziata, particolarmente sull’umido, che non ha mai rispettato la legge
regionale, che prevede in queste materie percentuali di riciclo che partono dal 35%, fino ad arrivare al
50%. Per cui questi dati magari bisognerebbe anche ricordarsi di dirli, perché è importante che almeno
questo Piano Provinciale dica che si rispetta una legge nazionale, e dica che si vada per il paradigma
delle 3 R, che prevede appunto il riciclo, il riutilizzo, il riciclaggio della materia. A Milano, città di
Milano, questo principio non è mai stato applicato, per cui la vera sfida che questo Piano prevede è
quella dell’incremento della raccolta differenziata che, appunto, prevede la raccolta dell’umido che qua
a Milano non è mai stata applicata.
Un altro punto che vorrei fosse chiaro, e che il collega Bernareggi nel suo intervento ha evidenziato, è
il fatto che questo Piano non prevede il conferimento di rifiuti in discarica. A me sembra anche questo
un punto politico che da questo Piano emerge, ed è un punto su cui io concordo in maniera piena,
totale. Quindi cominciamo a dire anche queste cose, proprio per mettere nel quadro alcuni punti fermi
che sono previsti in questo Piano.
Sulle scelte politiche di fondo io ho questa idea, vediamo se riesco a farmi capire. Io sono d’accordo
nel mettere giù un Piano fortemente dinamico, perché è difficile in un settore come quello del
riciclaggio, dello smaltimento rifiuti, pensare ad un Piano già preconfezionato, preordinato, chiuso,
blindato, perché in questo campo le novità di smaltimento sono sempre nuove e la scienza corre molto.
Quindi pensare di mettere in piedi un Piano dinamico, che parte innanzitutto dall’esistente, che parte
innanzitutto dall’aumento delle capacità di raccolte differenziate e che prevede come ultima istanza
anche la costruzione di nuovi impianti, a me sembra una scelta più che dettata dalla politica, ma dalla
logica stessa.
In Canada - volevo farvi questo esempio - costruirono un impianto, uno stadio grandissimo tutto
preciso, confezionato, perfetto, l’architetto che aveva fatto questo impianto non aveva previsto, e non
poteva farlo, che in quell’anno la capacità media della pioggia era triplicata e il tetto di questo impianto
è crollato. Ora, pensare… (Intervento fuori microfono). Però, vedete, questi sono elementi nuovi che in
un Piano potevano entrare, ma che in quel caso non hanno potuto avere uno sfogo, è crollato il tetto, ci
sono stati morti, mancava un piano di evacuazione. Questo è un classico esempio di quando i Piani
vengono preconfezionati, precostituiti e poi non si tiene conto del clima, della pioggia, il tetto non ha
retto ad una capacità di pioggia non prevista.
Questo per dire cosa? Che se si riesce ad aumentare una raccolta differenziata che magari riesca anche
a ridurre la frazione organica stabilizzata, la famosa FOS, che attualmente non si riesce a riciclare più
di certe percentuali, quindi si riesce a migliorare, a intervenire in questo settore e a ridurre al minimo
questa frazione, io penso che anche in termini di quantità di rifiuti questo aspetto può essere molto
determinante per l’installazione di nuove tecnologie.
Poi su questo c’è anche da dire, vorrei che fosse anche chiaro questo aspetto, che non voglio essere
ideologico quando parlo di forni o di termovalorizzatori, non sono affatto un ideologico. Io penso che il
termovalorizzatore non risolve il problema rifiuto. Uno è portato a pensare che all’interno di un
inceneritore il problema rifiuto sia completamente scomparso, ma come ci insegna un noto scienziato,
che è tutt’altro che un ideologo, un tale che si chiamava Lavoisier, ci diceva che la materia non si crea e
non si distrugge, bensì si trasforma, e si trasforma a volte in un altro tipo di materia molto più nocivo
rispetto a quella che era entrata all’interno del forno. Avere quell’idea miope, pensando che il problema
del rifiuto si risolve incenerendo, e non pensando poi alle conseguenze che vengono, per me è una
visione prettamente scientifica. E’ prettamente scientifica.
C’è anche poi un altro dato che è molto più preoccupante, che è il fatto che poi del quantitativo di
rifiuti che entra in un termovalorizzatore, il 25/30% della quantità che entra, finisce nelle cosiddette
ceneritoriali, che sono quei filtri che devono essere smaltiti in discariche che devono essere di tipo 2C,
quindi di accoglimento di rifiuti ancora più tossici rispetto alle altre che c’erano prima. Questo è un
problema che io pongo. Che fine fanno questi scarti da termovalorizzatore? E dove andranno a finire?
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Perfetto, però pensare all’idea risolutiva dell’intero problema del rifiuto, concentrando tutto sulla
costruzione di nuovi forni, per me è una scelta politica altrettanto miope.
Io trovo invece di buonsenso l’impostazione che permea il Piano, che lo legge in maniera dinamica e di
volta in volta, qualora non si riesca ad utilizzare al meglio quello che già c’è, qualora le raccolte
differenziate non diano delle rese ottime, come il caso di Monaco di Baviera, dove un
termovalorizzatore non si è più costruito perché sono andate ottimamente le varie raccolte differenziate
e del parco di impianti che già esiste su quel territorio, io penso che a me questa sembra una logica di
approccio corretta ad un problema complesso che non si risolve con il dilemma forno sì o forno no, ma
che si risolve in un percorso di logica politica appunto di buonsenso. Si parte con quello che già c’è, si
parte per esempio sperimentando qua a Milano, ripeto, la raccolta differenziata dell’umido, si parte
potenziando gli impianti di compostaggio, per esempio, si parte colpendo a monte sulla produzione del
rifiuto. Io penso che questa scelta sia non ideologica ma di buonsenso. Non si esclude l’utilizzo di un
nuovo impianto di termovalorizzatore ma lo si mette in una scala di priorità seguendo una logica che è
quella appunto che il Piano prevede in tutti i suoi punti, quindi le 3 R, colpire a monte sul parco della
produzione, e si arriva qualora ci fosse una quota di rifiuti non trattabili che il ciclo non riesce ad
integrare, si arriva a quella soluzione.
A me queste sembrano cose di buonsenso. Però volevo appunto riflettere su questo aspetto, non c’è
nulla di ideologico in quello che io dico, ma c’è un approccio di buonsenso che parte dalla situazione
attuale e che cerca di risolvere un problema gradualmente, all’interno di una logica di Piano dinamico,
non preconfezionato, perché le soluzioni nel campo dei rifiuti sono sempre nuove ed innovative.
Quindi, visto che ci sono delle lobby in questo settore, non l’ho detto io, ma l’ha detto il collega capo
Gruppo di Alleanza Nazionale, io in questo settore andrei appunto con tanto buonsenso e con tanta
pragmaticità. Partiamo da quello che si può mettere in campo oggi, vediamo se utilizzando una serie di
proposte che vengono messe nel Piano, c’è soluzione alla produzione complessiva del quantitativo di
rifiuti, poi non prevedo l’esclusione di questa nuova tecnologia che va nell’ottica della
termovalorizzazione. Però io questi aspetti volevo metterli in evidenza, perché a me pare che tra i vari
interventi che ci sono stati, non siano usciti in maniera chiara e nitida. Noi siamo per un Piano
provinciale che tenga innanzitutto conto dei fabbisogni della gente e della collettività.
Chiudo con un elemento di riflessione, perché a me pare utile dirlo, che riguarda anche il rapporto con
la città di Milano. La logica secondo cui i costi e i benefici debbano essere ripartiti e spalmati
sull’intera Provincia a me sembra una logica che deve essere presa in maniera seria, nel senso che
Milano non può pensare di raccogliere solo i benefici, e i costi poi scaricarli sulla Provincia, per cui i
forni non possono essere messi nei confini e nei Comuni di Provincia, e le sedi di pregio vengono
messe all’interno della città di Milano, soprattutto perché Milano è quella città che nella raccolta
differenziata, soprattutto nella raccolta dell’umido sta facendo pochissimo. Per cui a me non sembra
corretto, in un rapporto di pari dignità, che per risolvere il problema rifiuti di una grossa città come è
Milano, che non si impegna affatto su questo settore, i costi poi debbano pagarli i paesini delle varie
Province, perché questa logica a me non piace, non la condivido, e deve anche essere messa in maniera
chiara e nitida di fronte ai fatti. Cominci Milano a fare la raccolta differenziata, cominci Milano a
raccogliere l’umido, cominci Milano a porre delle misure efficaci sul contenimento della produzione
del rifiuto, poi vedremo di discutere nel merito di eventuali nuove costruzioni di termovalorizzatori.
Grazie Presidente.”
Consigliere Angiuoni: “Grazie Presidente. Il Piano Provinciale dei Rifiuti, che personalmente ritengo
coerente e rispettoso delle direttive europee, nazionali e regionali, e vorrei citare brevemente parte di
questa direttiva, perché mi sembra che il nostro Piano che andiamo a discutere rientra in queste
disposizioni. Ogni regolamento in materia di gestione dei rifiuti deve essenzialmente mirare alla
protezione della salute umana e dell’ambiente, contro gli effetti nocivi della raccolta, del trasporto, del
trattamento, dell’ammasso dei rifiuti. E’ auspicabile favorire il recupero dei rifiuti e l’utilizzazione dei
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materiali di recupero come materie prime, per preservare le risorse naturali. Ai fini di un’elevata
protezione dell’ambiente, è necessario che gli Stati membri, oltre a provvedere in modo responsabile
allo smaltimento e al recupero dei rifiuti, adottino misure intese a limitare la formazione dei rifiuti
promuovendo in particolare le tecnologie pulite, e i prodotti riciclabili e riutilizzabili, tenuto conto delle
attuali e potenziali possibilità del mercato per i rifiuti recuperati. Occorre che la Comunità stessa nel
suo insieme sia in grado di raggiungere l’autosufficienza nello smaltimento dei suoi rifiuti, ed è
auspicabile che ciascuno Stato membro singolarmente tenda a questo obiettivo. Da qui deriva anche
l’impegno che il Piano si pone, impegno ambizioso, quello dell’autosufficienza provinciale.
Il Piano innanzitutto, ci tengo a dirlo, colma un vuoto pianificatorio di settore che per un intero
mandato la maggioranza di governo del centrodestra, che ha governato dal 1999 al 2004, non ha saputo
assolvere. Ricordo che il precedente Piano della Giunta Tamberi è scaduto nell’anno 2000. Credo che
vada apprezzato l’impegno dell’attuale Giunta di centrosinistra, in particolare dell’Assessore Brembilla
e del suo staff, per essersi attivati per la redazione del nuovo Piano Rifiuti provinciale, rispettando i
tempi dalla data di entrata in vigore del Piano Regionale di gestione dei rifiuti del 27 maggio 2005. E’
stato da subito attivato uno studio, una consultazione a vasto raggio tra tutti gli interlocutori, enti locali,
associazioni ambientalistiche, operatori di settore, consorzi. Complessivamente possiamo affermare che
vi è stata un’ampia condivisione rispetto agli obiettivi che si prefigge il Piano. A dimostrazione di
questa importante condivisione sono le sole dodici osservazioni pervenute. Quindi un Piano partecipato, un Piano nella situazione data realistico, aperto, che potrà essere sottoposto a verifiche periodiche.
Un Piano che definirei equilibrato, un Piano di responsabilità.
Il Piano si pone obiettivi ambiziosi, in particolare quello della riduzione alla fonte dei rifiuti dell’1%
dell’incremento previsto dal Piano Regionale dei Rifiuti, che è del 2,5%. Qui vorrei spendere qualche
parola, perché i numeri non sono buttati lì a caso, i numeri corrispondono a delle azioni politiche che
saranno sprigionate per ottenere alla fine questi obiettivi. E io vorrei considerare che questo dato della
riduzione dei rifiuti è possibile attraverso l’applicazione delle scienze materiali alla produzione dei
prodotti. Noi dobbiamo rivolgerci alle industrie, che devono pensare che ogni prodotto che loro
immettono sul mercato, devono pensare alla loro fine del ciclo di vita, quindi dobbiamo anche,
attraverso l’applicazione delle scienze materiali, pretendere dei prodotti che valutino questo aspetto,
cioè alla fine del loro ciclo di vita siano integralmente riciclabili. Già oggi ci sono degli esempi, in
campo non solo europeo ma mondiale, di alcuni prodotti che sono complessivamente interamente
riciclabili. Questo credo sia molto importante.
Altro obiettivo previsto nel nostro Piano è l’aumento della raccolta differenziata, 52% rispetto al 50%
del Piano Regionale dei Rifiuti. Io credo che anche qui, dal mio punto di vista, è un obiettivo ancora
molto contenuto, io l’avrei ampliato, perché ci sono grosse possibilità sull’ampliamento della raccolta
differenziata, ce lo dimostrano i Comuni della nostra Provincia. Ci sono dei dati che sono strabilianti, ci
sono Comuni che arrivano a oltre 78% di raccolta differenziata. Quindi questo è un obiettivo
perseguibile, naturalmente dobbiamo considerare Milano, perché Milano è il cosiddetto buco nero della
raccolta differenziata e questo fa cadere molto la nostra percentuale. Quindi noi dobbiamo mettere in
evidenza che Milano non assolve ai propri compiti in fatto di riciclaggio e recupero dei rifiuti, e io sarei
anche perché si vada ad una verifica del comportamento della città di Milano, perché a mio avviso non
rispetta neanche il comma 3 dell’art. 14 della L.R. 12 dicembre 2003, la n. 26, che recita: è di norma
vietata ogni attività di smaltimento, di termovalorizzazione, di recupero energetico della raccolta
differenziata dei rifiuti, che deve essere destinata esclusivamente a riciclaggio e recupero di materia.
Allora, io abito a Milano e sono un testimone diretto di come viene fatta la raccolta differenziata a
Milano, quindi i margini perché Milano assolva alla sua responsabilità e ai suoi compiti, e al rispetto
della L.R. ci sono, bisogna che si pratichi al Comune di Milano una politica nuova in fatto di rifiuti.
Altro obiettivo, l’autosufficienza cui già accennavo prima anche attraverso il recupero di energia,
potenziando gli impianti esistenti e nessun ricorso alla discarica. Anche qui finalmente siamo riusciti a
mettere, mi auguro, una parola fine alla discarica di Inzago, però noi dobbiamo affrontare ulteriormente
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questi aspetti, dobbiamo capire come possiamo intervenire perché anche il ricorso alla discarica non sia
più ammesso. Quindi contenimento degli impatti ambientali, evitando la proliferazione di ulteriori
impianti di incenerimento.
Qui il Consigliere Lombardi faceva un cenno rispetto alla previsione di vedere alcuni impianti di
termovalorizzazione di portata più piccoli distribuiti sul territorio. Non è solo un problema di
proliferazione di questi impianti sul territorio, che hanno comunque un impatto ambientale, ma è anche
il problema che non corrisponde a degli studi fatti in questo settore, in questa materia, studi che ci
dicono che al di sotto di portate di circa 400 tonnellate giorno, questi impianti inquinano molto di più
che impianti di portate superiori, o perlomeno ci dice che impianti su questa portata garantiscono
meglio di tutti gli altri l’aspetto dell’impatto sull’ambiente. Quindi è una cosa da valutare attentamente
quella che ci poneva il Consigliere Lombardi. Quindi l’applicazione di nuove tecnologie e possibilità di
aumentare la capacità di trattamento degli attuali impianti presenti sul territorio, questo è anche in linea
con la politica del Ministero dell’ambiente, che sta predisponendo un decreto finalizzato a riconsiderare
la termovalorizzazione alla luce delle nuove e più avanzate tecnologie, data la loro efficacia nel
garantire una qualità ambientale più elevata.
Ho appreso con soddisfazione dall’allegato 4 della relazione del Piano ciò che da tempo vado
sostenendo riguardo le scorie della termodistruzione. Queste potranno essere trattate con l’applicazione
di nuove e innovative tecnologie appunto, ad esempio la tecnologia del plasma, la deferizzazione, la
vetrificazione, i gassificatori e pirolizzatori. Con queste tecnologie le scorie potranno essere avviate,
ad esempio, alla produzione di sottofondi stradali o altre applicazioni nel campo edilizio, quindi evitare
il conferimento nelle discariche. A questo punto vorrei sviluppare meglio questa parte, per far
comprendere ancora di più perché il Piano e questa Giunta, questa maggioranza, sostengono
l’annullamento del ricorso alla discarica, e perché promuoviamo l’applicazione di nuove tecnologie al
riammodernamento con potenziamento degli impianti di termovalorizzazione presenti sul territorio.
Riguardo la questione delle scorie, le scorie sono generalmente smaltite in discarica e costituiscono una
grossa voce di spesa, tuttavia possono rivelarsi produttive. Un esempio di riciclaggio di una parte delle
scorie dei termovalorizzatori è l’impianto BSB di Noceto, nato dalla collaborazione fra la CIA
(Consorzio Imballaggio Alluminio) e BSB Prefabbricati, qui si trattano le scorie provenienti dai
termovalorizzatori gestiti dalle molte utility Silea S.p.A., impianto di Lecco, di Era S.p.A., impianti di
Rimini, Ferrara, Forlì, Ravenna, con 30.000 tonnellate di scorie l’anno, da cui si ricavano 25.000
tonnellate, quindi l’83% di materiale destinato alla produzione di calcestruzzo. 1.500 tonnellate, 5% di
metalli ferrosi e 300 tonnellate, pari all’1%, di metalli non ferrosi, di cui il 65% di alluminio. Devo
tagliare un po’.
L’altra importante innovazione è la torcia al plasma. Questa è una tecnologia molto interessante,
originalmente sviluppata dalla NASA allo scopo di mettere alla prova i materiali realizzati per resistere
alle altissime temperature cui sono sottoposte le navicelle spaziali al rientro dall’atmosfera a causa
dell’attrito.”
Presiede il Vice Presidente del Consiglio Albetti.
Vice Presidente del Consiglio: “Può chiudere?”
Consigliere Angiuoni: “Il plasma generato dalla torcia comprende gas ionizzato a temperature
comprese fra i 7000 e i 13000 gradi e l’elevatissima quantità di energia applicata ai rifiuti, così
funzionano i termovalorizzatori. Quindi non mi soffermo su…”
Vice Presidente del Consiglio: “Si avvii a chiudere perché ha già superato il tempo.”
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Consigliere Angiuoni: “Questo per indicare che ci sono alcune nuove tecnologie che possono essere
applicate ai nuovi e ai vecchi impianti, per cui alla fine il prodotto rifiuto trattato può essere
completamente riutilizzato, riciclato e messo come componente di materia seconda, quindi utilizzato
anche dalle imprese. Mi fermo qui perché il tempo è breve, però uno degli aspetti importanti che
abbiamo evidenziato anche nel Piano è quello legato alla salvaguardia dell’ambiente e della salute delle
persone, grazie.”
Consigliere Pezzoni: “Grazie. Io penso che bene abbia fatto l’Assessore Brembilla all’inizio del suo
intervento di giovedì scorso, quando ha ricordato cosa sta accadendo nel mondo in generale, intorno al
nostro pianeta. Le elevate temperature della terra sicuramente stanno causando dei seri problemi.
L’altro giorno, su Repubblica, Al Gore lanciava un monito ai governanti del pianeta: la terra è in
pericolo ed occorre un nuovo trattato. Si leggeva: non è il pianeta a correre il rischio di essere distrutto,
ma le condizioni che lo hanno reso un luogo accogliente per gli esseri umani. Nell’ultimo secolo,
secolo e mezzo, abbiamo estratto dal terreno quantità sempre maggiori di carbonio sotto forma di
petrolio e di carbone, bruciandolo abbiamo mandato in atmosfera qualcosa come 70 milioni di
tonnellate di anidride carbonica.
Quindi la situazione è veramente allarmante, e qualsiasi cosa, come ricordava l’Assessore Brembilla, si
faccia, deve tenere presente che le attività umane devono sempre salvaguardare l’ambiente. Occorre
rimuovere le cause, o almeno ridurre, lei diceva, i danni che giornalmente si causano nei confronti
dell’aria, dell’acqua e del territorio in genere. Pensiamo solo che in Provincia di Milano vivono 4
milioni di persone. Sono tante, e a loro dobbiamo rivolgerci per migliorare questo ambiente in cui
viviamo. L’Assessore ricordava anche le 3 R, in cui mi riconosco pienamente: la riduzione dei rifiuti
alla fonte, il recupero di materia ed energia, il riuso di materiale proveniente dal riciclo.
Vediamoli uno alla volta, questi obiettivi sono nostri, è la Provincia che si dà questi obiettivi. Sulla
riduzione però io, personalmente, non vedo impegni concreti da parte della maggiore Amministrazione,
lo ricordava prima Angiuoni, dell’Amministrazione Comunale di Milano. Anzi, puntando sul nuovo
inceneritore, succederà che i rifiuti aumentano, almeno questo è l’esempio di Brescia. Se non sbaglio,
Brescia, da quando ha innescato il nuovo inceneritore, ogni abitante che prima consumava un chilo di
rifiuto giornaliero, oggi ne consuma 2 chili, proprio perché la politica, penso, dell’andare verso quella
strada porti al consumo improprio del rifiuto. Valentini, in un articolo dell’Espresso del 18 marzo,
sosteneva che l’inceneritore costruito da Asm ha fatto passare una situazione che prima era
discretamente passabile, a una situazione peggiorativa. In poche parole, io personalmente sono
contrario agli impianti di incenerimento. L’avete capito, no? Ritengo che però questa contrarietà vada
anche esplicitata. Esatto, le fanno dappertutto. Io ritengo che gli inceneritori di ultima generazione, con
le loro alte temperature, contribuiscono grandemente ad immettere in atmosfera delle polveri
effettivamente pericolose, polveri molto più pericolose del conosciuto PM10. Non so se avete sentito
parlare di nano polveri, sono polveri estremamente sottili, talmente sottili che non sono nemmeno
rintracciabili, penetrano anche nella cute umana e non sappiamo quali effetti potranno produrre.
Volevo dire una cosa al Consigliere Bernareggi, perché, giustamente, come tutti, penso, in questo
Consiglio provinciale, siamo per l’abolizione delle discariche a favore di altri sistemi. Purtroppo un
inceneritore produce, faccio l’esempio sempre di quello di Brescia, che brucia 514 tonnellate di rifiuti
anno, provoca 130.000 tonnellate di ceneri e scorie che vanno in discarica. Maggiormente vanno in
discarica, è vero il discorso che faceva Angiuoni, c’è la possibilità di riciclare, di trasformare queste
sostanze, però, oggi come oggi, vanno in discarica, giornalmente, 350 tonnellate al giorno, vanno
tumulate in discarica, e questo è un problema serio.
Questi materiali che vengono bruciati poi causano anche, e qui ci sono i nomi delle sostanze che
sprigionano i camini degli inceneritori, non è che non li conosciamo, e nessuno può dire che sono
sostanze che fanno bene alla salute. Si parla di metalli pesanti, idrocarburi, benzene, diossine, poi ci
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sono tutti questi nomi che non nomino, perché… Per favore Elli, scusami, ti sei segnato potrai dire tutto
quello che vuoi, altrimenti poi ne parliamo, ci mettiamo a discutere io e te fuori. Permetti?
Torniamo alle 3 R. Dicevo che questo impegno del Comune di Milano non lo vedo io sulla possibilità
di diminuire il quantitativo di rifiuto che a Milano si produce. Pensiamo solo cosa vuole fare AMSA.
Se AMSA vuole fare un impianto di incenerimento, chiaramente non si impegnerà in altre cose. Quindi
è difficile fare impegnare AMSA in una raccolta differenziata, per esempio, ma sulla diminuzione del
rifiuto urbano diceva bene il Consigliere Re, faceva l’esempio del perché nelle nostre città, in
particolare Milano, che consuma tantissima acqua in bottiglia, non viene fatta una campagna di
educazione per fare in modo che i cittadini di Milano utilizzino l’acqua dell’acquedotto, che è un’acqua
buonissima a detta di tutti, e così può succedere anche nella Provincia di Milano, dove ci sono degli
acquedotti stupendi. Perché continuare a consumare milioni e milioni di bottiglie di plastica, fare anche
la fatica di portarsele in casa, con tutto quello che comporta il lavoro intorno a questo, e non fare invece
una campagna di sensibilizzazione su questo problema. Questo è un problema, è l’acqua, ma il
Consigliere Re ne ha indicati diversi.
Quindi perché questo recupero, la seconda R, non viene attuato da AMSA? O almeno viene attuato in
modo insufficiente. Vi do alcuni dati, nei venti quartieri costruiti dopo la guerra, di edilizia economico
popolare a Milano, amministrati da Aler, la raccolta differenziata è attuata solo parzialmente, perché
AMSA non vuole fare la raccolta dell’umido per produrre compost o humus. Perché non la vuole fare,
anche se è dimostrato che comporterebbe una riduzione del 30% del totale dei rifiuti? AMSA dice, l’ho
sentito dire proprio dal suo direttore, non lo fa perché l’umido contiene dei conservanti, e contiene in
misura elevata questi conservanti, per questa ragione non ritiene la raccolta differenziata utile. Ebbene,
io so che ci sono, possiamo andare a vedere su qualsiasi sito, ci sono delle prese di posizione del
Politecnico di Milano, in modo particolare del Professor Cernuschi, il quale ritiene che opportuni
trattamenti possono risolvere questo problema dei conservanti. Prodotti pronti che oggi si consumano
in modo elevato nelle nostre case, contengono effettivamente questi conservanti, ne contengono anche
in dosi elevate perché vanno conservati a lungo.
Ebbene, con questi interventi, che possono essere quelli con batteri o con sostanze che si può eliminare,
l’aggiunta di batteri pilotati con nutrienti specifici, è un po’ simile alla lombrico cultura, avviene
qualcosa del genere, si trasforma in humus e compost qualcosa che effettivamente è negativo per la
presenza di questi conservanti. Quindi esistono metodologie risolutive per l’eliminazione definitiva del
conservante nel rifiuto umido. Vicino a Bolzano, non so chi di voi conosce la zona, io sono andato a
vederlo, c’è un impianto dell’azienda Seab, che è un’azienda della Provincia Autonoma di Bolzano,
che trasforma la frazione umida in compost, metano ed elettricità, una vera attività industriale che
punta al profitto certo, ma punta anche alla compatibilità dell’ambiente. Un impianto simile è in
funzione anche a Monaco di Baviera, che non è quello che ricordava Guerra, dove il trattamento umido
compost produce metano che va nella rete cittadina. A Novara, lo ricordava anche l’Assessore
Brembilla nel suo intervento, un’Amministrazione di centrodestra è passata dal 28% al 68% e
polemizza con il Sindaco Chiamparino di Torino, perché il Sindaco di Torino vuole fare un nuovo
impianto di incenerimento. (Intervento fuori microfono). Stiamo parlando della seconda…
Quindi al dilemma che ci troviamo sempre di fronte, in modo particolare in questi ultimi giorni, tutto in
discarica, Campania, o tutto all’inceneritore, c’è una terza via che io penso sia possibile, ed è quella
appunto del riciclaggio e di altre soluzioni.
Vorrei ricordare una cosa. Finisco, perché mi sembra che parecchi Consiglieri hanno sostenuto le stesse
cose che ripeterei, quindi non è il caso di ripeterle. Però finisco con un invito a questo Consiglio, di
finirla di chiamare l’impianto di incenerimento termovalorizzatore, perché io sfido chiunque di voi a
trovare dove è scritto che questi impianti si chiamano termovalorizzatori. Vi leggo una nota: il termine
termovalorizzatore, che è stato ideato a Brescia proprio dalla ASM quando ha fatto il suo impianto, che
adesso chiama termoutilizzatore, non esiste, non è mai esistito sia a livello legislativo in Unione
Europea e in Italia, sia a livello tecnico scientifico. Il termine esatto è impianto di incenerimento di
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rifiuti con recupero energetico, dove si può fare questo recupero. Termovalorizzatore è un eufemismo,
o meglio un trucco semantico per occultare la vera natura di queste macchine. Io mi riconosco in questa
affermazione, che non vi dico di chi è perché non è il caso. (Intervento fuori microfono del Consigliere
De Nicola).”
Vice Presidente del Consiglio: “Per piacere, lasciate terminare l’intervento, grazie.”
Consigliere Pezzoni: “Caro De Nicola, ancora una volta i danni li ho detti all’inizio quando tu non
c’eri. Se tu fossi stato lì dall’inizio, vedevi che i danni li ho detti. Comunque ti posso consegnare
l’elenco di tutti i danni che secondo me…
Detto questo, io personalmente ritengo che il Piano Rifiuti della Provincia di Milano sia una gran bella
cosa. Mi auguro che si possano, se sarà il caso, aumentare i quattro inceneritori esistenti, cioè fare in
modo che si potenzino. Non mi auguro proprio che se ne faccia un quinto, un impianto in più io lo
ritengo estremamente negativo. Ritengo invece positivo lo schema che si è data la Provincia con le 3 R
e poi con il fatto di verificare seriamente se l’esistente non si può permettere per il futuro di dare una
risposta positiva al problema dei rifiuti.”
Consigliere Meroni: “Grazie Presidente. Io onestamente parlerò anche a titolo personale, perché sto
vedendo un po’ la mia anamnesi storica, visto considerato che nel 1994, l’amico Gavazzi è presente e
può anche testimoniarlo, l’allora Sindaco Meroni, in quel della Brianza, propose, non fece, ma propose,
di individuare un’area idonea, che magari era vicino al Comune di Seregno, al confine con il Comune
di Seregno, di un inceneritore, perché allora si chiamavano inceneritori. Non è vero che il
termovalorizzatore ha preso una parola da un altro progetto, il cosiddetto termoselect, che era in
Provincia di Novara. Te lo posso spiegare, è da lì che poi andavano in giro, compresa la Provincia di
Milano di allora, a vedere l’impianto fatto da imprenditori della Germania che si chiamava termoselect,
e da lì è diventato poi termovalorizzatore. Però chi ti ha detto quella roba lì ha detto una cosa giusta,
perché si chiamano inceneritori.
Parliamoci chiaro, mi sembra che allora i signori della sinistra, Legambiente, i Verdi, i comitati
spontanei, tutti erano contro gli inceneritori, fatto salvo poi che realtà come Brescia, che non sono mai
state amministrate dal centrodestra, quando si sono dati una loro realtà, oggi sono additati come
l’esempio da seguire per le grandi città. Perché una delle bugie che noi stiamo dicendo è che bisogna
diversificare il rapporto che c’è fra le piccole e medie città, con le grandi città. Io dopo vorrò vedere i
dati che tu hai detto sul Comune di Novara, ma è impensabile che un Comune come Milano arrivi a
fare una raccolta differenziata quantificabile anche al 40%. Ma voi sapete la tipologia degli
appartamenti che ci sono nelle grandi città? Noi già facciamo fatica nelle piccole città di 30.000
abitanti, laddove ci sono i cosiddetti casermoni dell’Aler, a vedere quanti fanno la raccolta
differenziata. Ma perché non la possono fare? Ma chi è quel cittadino che tiene in casa tre sacchetti,
quattro sacchetti, cinque contenitori? Pochissimi, perché la maggior parte, anche nei Comuni, bisogna
essere chiari, quando può, chiude un occhio e butta via. Ricordatelo!
Io non sindaco contro la raccolta differenziata, però bisogna essere onesti e dire anche certe cose. E’
impensabile che a Milano si arrivi a fare una raccolta differenziata che è a livello di Comuni di 7.000
abitanti. Diamo pure il premio ricicloni, vai a vedere Forlì, vai a vedere cosa fa. Voi siete ancora quelli
che venite a parlare di selezione del rifiuto, io ricordo quando girava in Brianza il tritovagliatore,
buttavano dentro i sacchi, girava, quello che non cadeva era da buttare via, l’altro poteva andare in
discarica. Ci hanno preso per i fondelli, non uso un’altra parola, per anni, adesso siete qui a dire che
non siete più contro gli inceneritori, però, guarda caso, la programmazione della Provincia di Milano
cosa prevede? Solo ed esclusivamente il raddoppio dell’inceneritore di Desio, che fra un anno e mezzo
non è più in Provincia di Milano, perché sarà in Provincia di Monza e Brianza.
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Io non sono mai stato contrario a questo Piano Rifiuti per un semplice motivo, perché pensavo che
anche la Provincia di Milano osasse, questa Amministrazione, questa Provincia a guida centrosinistra,
osasse dire delle cose che non ha mai detto, perché in quel documento inizialmente c’era la previsione
di implementare gli inceneritori. Perché adesso è stato affossato? Perché è stato edulcorato questo
documento? Perché non esiste più comunque una volontà di dire: no, se abbiamo bisogno, bisogna
farlo. Perché voi vi scontrereste non dico con le ali più estreme, ma anche con gli ambientalisti, anche
con chi non vede il futuro negli inceneritori. Come mai?
Io non sono neanche contro le discariche, perché voi parlate tanto di andare a vedere. C’è stato un
bellissimo servizio sulla televisione pochi giorni fa, in Toscana, che non è mai stata guidata dal
centrodestra, Comune della Toscana che ha fatto un consorzio, gli azionisti sono i cittadini, loro hanno
una discarica che produce reddito, quest’anno hanno guadagnato il 28 o il 30% sulle loro azioni, e
hanno fatto un’assemblea alla luce del sole, hanno fatto anche un balconcino panoramico per far vedere
come funziona la discarica. Perché qui ho sentito anche delle altre cose sulle discariche. Le discariche
ben gestite sono anche redditizie per i Comuni che le hanno ospitate. No, Pioli, inutile dire: che novità!
Il discorso dell’emergenza rifiuti vissuta anni fa dalla Provincia di Milano non è mai stato risolto. Non
è mai stato risolto, né dalle Amministrazioni precedenti, dove noi non c’eravamo, né da questa
Amministrazione, dove noi non ci siamo. Perché non è risolto? Perché voi non fate le previsioni a
lungo raggio, perché voi non siete in grado di dare delle indicazioni ai Comuni. Ecco perché la
Provincia allora non può contare niente, ecco perché la Provincia è un ente inutile, perché voi siete i
primi a non dare delle indicazioni certe. Anche quella di Monza e Brianza, quando ci saremo come
Monza e Brianza valuteremo e vedremo se ci sono degli amministratori che sanno dare delle
indicazioni, che sanno prendere in mano quello che è il loro impegno.
Riciclo, recupero, riutilizzo, le 3 R, io direi 3 S, i tre sogni, perché non è solo così che si affronta
l’emergenza rifiuti. Qui bisogna essere chiari, oggi c’era la possibilità con questo Piano provinciale di
dire comunque, signori Comuni della Provincia di Milano, guardate che non né tanto per guardare
Brescia, ma l’esempio che viene da Brescia è eclatante, c’è la possibilità, c’è la necessità, di smaltire i
rifiuti in un modo comunque pulito, caro Pezzoni. Noi diciamo pulito perché le garanzie non me le puoi
dare te. Dove non mi possono dare le garanzie, neanche quelli che Penati ha chiamato quelli che
vengono qui a proporre gli inceneritori, ma c’è chi deve controllare la salute del cittadino, e ci sono
degli organismi apposta. Io non vedo come un Comune guidato dal centrosinistra permetta di
avvelenare tutte le valli bresciane. Se è vero quello che tu hai detto, io se fossi qualsiasi Consigliere
scriverei subito al Sindaco Corsini: caro Sindaco, vai a controllare il tuo inceneritore, perché stai
avvelenando i tuoi pronipoti.
Bisogna mettersi d’accordo, non tanto la mediazione… (Intervento fuori microfono). Perché Brescia è
un caso a parte? No, Brescia è amministrato dal Sindaco Corsini, quindi lui butta fuori. Ma cosa dicono
a Brescia! Pensa te! Comunque il problema bisogna affrontarlo in un modo diverso, il Piano
provinciale doveva dare delle linee guida, non doveva tralasciare la possibilità di nuovi impianti,
perché, checché ne dicano tutti, solamente quando tu distruggi, se tu distruggi un chilo di rifiuto, che te
ne restano solo dieci, venti o anche un etto, il 90% non esiste più. E l’unico modo per farlo è quello, di
distruggerlo. Lo vuoi fare con il plasma? Ne hanno parlato nel 1997 in Giappone, non sono ancora
arrivati, ci sono due impianti innovativi che non sono ancora a regime. Sai per quale motivo? Perché
creano più problemi di manutenzione, perché non sono redditizi, come non è stato redditizio il
termoselect. Mentre purtroppo o bene, gli inceneritori ancora a griglia, come li chiami, stanno rendendo
ricche le Amministrazioni, qualsiasi Amministrazione, anche l’Amministrazione del Comune di Desio,
che ha un inceneritore non datato ma vecchissimo.
Quindi la volontà politica di questa Provincia di Milano qual è? Diamo delle indicazioni o solamente,
come si legge anche nelle prime pagine, forse la Provincia verrà svuotata di quella che è la
programmazione, di quello che è il dire ai Comuni o sostenere i Comuni su un problema che è un
problema che ci sarà sempre. Quando si parla di ridurre i rifiuti, ma cosa stiamo dicendo? Ridurre i
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rifiuti a Milano si potrebbe solo fare perché vengono espulsi dei cittadini. Espulsi nel senso che Milano
sta perdendo un numero tanto significativo di cittadini. Ma anche in quei Comuni della Brianza dove
c’è un trend di crescita di mille o cinquecento persone ogni anno, come si fa a pensare di ridurre i
rifiuti? Anzi, bisognerà vedere, non tanto di ridurre i rifiuti, anche facendo la raccolta differenziata, di
sensibilizzare quelli che la raccolta differenziata non sanno neanche che esiste, e sono tutti quei
cittadini che provengono da altre nazioni, che ancora una volta magari dove noi abbiamo le campane
del vetro si fermano a buttare la bottiglia nella campana del vetro e il sacchetto nero a fianco della
campana. L’educazione da dove deve arrivare? Non penso che debba arrivare dai banchi della
Provincia, a chi entra bisogna fare un test di sapere dove viene ad abitare, primo, e come smaltiamo i
rifiuti, secondo.
Solo dodici osservazioni, ma un Piano Rifiuti che non dà dei dati significativi, un Piano Rifiuti che non
indica la volontà politica, voglio fare un inceneritore, se solamente ci fosse stato scritto “voglio fare un
inceneritore”, sa quante osservazioni lei avrebbe ricevuto? Una da tutti i Comuni, per un semplice
motivo, perché avrebbero detto: mi raccomando lasciate fuori la mia zona, mi raccomando io ho il
parco, mi raccomando ho la zona protetta, mi raccomando ho l’istituto d’arte o il centro scolastico.
Allora, non dicendo niente, non individuando magari anche le negatività, perché laddove mancano non
solo gli impianti di trattamento rifiuti, l’inceneritore, ma anche l’impianto di compostaggio. Perché noi
dobbiamo andare a portare il nostro poco o tanto compostaggio che facciamo fuori Provincia? Una
Provincia dovrebbe avere l’autosmaltimento, quindi lo smaltimento in modo autosufficiente, dovrebbe
averlo anche su quello. Come mai non lo stiamo facendo? Come mai non stiamo dicendo alla Provincia
di Monza e Brianza guarda che tu oggi non sei autosufficiente, perché Trezzo non è in Brianza.
Quando nascerà la Provincia di Monza e Brianza ci sarà un problema, scriviamoglielo. Può anche darsi
che tu debba non solamente raddoppiare Desio, e già lì vedremo il Comune di Bovisio, che è
confinante, cosa dirà, o altrimenti bisogna individuare altri siti. Perché non abbiamo la forza di dirlo?
Allora sì, avremmo avuto delle osservazioni, ma non tanto osservazioni tecniche, osservazioni
politiche, che è il nostro ruolo, che noi dovevamo mettere nella testa degli amministratori locali. Fate
quello che volete, ma i rifiuti li smaltite nella Provincia di Monza, fate quello che volete, ma la
Provincia di Milano deve essere autosufficiente. Nel 2011? Va bene. Nel 2015? Va bene.
Questo era il ragionamento che mi aspettavo dalla politica che amministra questo Consiglio
provinciale, questa Provincia di Milano, la Provincia più ricca, ma anche la Provincia più sprecona,
perché l’amore dei rifiuti è anche fatto dal benessere. Questo è il concetto, invece non diciamo niente,
tanti dati, abbiamo fatto lavorare i tecnici, mi spiace che sono andati a mangiare, li ringraziamo. Ma
qual è il nostro input politico? Ci aspettiamo che la Regione ci affossi il Piano per dire: ecco la cattiva
Regione, che non ci accontenta neanche su una nostra priorità. O ci aspettiamo che la Regione
intervenga dicendo: non avete previsto, lo prevedo io. In modo che voi potreste poi eventualmente
andare a dire ai vostri elettori: l’ha fatto la Regione, l’ha richiesto il Comune. Il Comune è di
centrodestra, la Regione è di centrodestra, noi non c’entriamo niente.
Questa è una programmazione su un problema reale che esisterà sempre. Qui bisognava sganciare la
politica dalla necessità di fare un Piano Rifiuti che potesse avere il voto anche dell’opposizione. Non si
è voluto fare, non si è potuto intervenire, interverremo con gli emendamenti, ma sono convinto, dentro
di me, che non ci sarà la possibilità, perché voi parlate lingue diverse nella vostra maggioranza.
Voi parlare lingue diverse anche su un problema reale, ecco perché il nostro intervento è solo un
intervento di responsabilità anche nostra, perché anche all’interno della Lega Nord non ci sono tutte le
teste uguali, se io vado a proporre l’inceneritore in un Comune amministrato solamente dalla Lega,
senz’altro il Sindaco si ribellerà, ma una programmazione fatta da una Provincia come quella di Milano
doveva prevedere anche un’eventuale discussione con gli enti locali. C’è stata? Non gli abbiamo detto
niente, gli impianti non li facciamo, sai agli enti locali cosa gliene frega? Andiamo a dire che c’è
necessità di mettere un impianto di compostaggio, voglio vedere quanti si fanno avanti. Ecco il
problema! Non abbiamo sensibilizzato quell’aspetto, non gli abbiamo detto la necessità che la
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Provincia diventi autosufficiente, non glielo abbiamo fatto capire. Questo è la nostra mancanza, ma non
solamente di chi lo sta denunciando adesso, la nostra mancanza come Consiglieri provinciali della
Provincia di Milano.”
Presiede il Presidente del Consiglio Ortolina.
Presidente del Consiglio: “Ultimo intervento prima della sospensione, Calaminici.”
Consigliere Calaminici: “Vi intratterrò davvero per pochi minuti. Io sento l’esigenza di intervenire
proprio perché non condivido l’idea che ha espresso appena adesso Meroni, secondo cui noi
parleremmo tante lingue diverse. Io sono piuttosto dell’idea che noi parliamo male la stessa lingua, nel
senso che personalmente io mi ritrovo in alcuni interventi non solo della maggioranza, anche
dell’opposizione, che francamente condivido in gran parte. Per esempio l’intervento che ha fatto il
Consigliere Bernareggi, e nonostante che a mio avviso parliamo la stessa lingua, però ci sono molti
equivoci. C’è un alone - diciamo così - di confusione. E io vorrei dare il mio piccolo contributo da non
competente, però penso che non essere competente qualche volta aiuti. Quindi non entrerò in tantissimi
aspetti che invece sono stati trattati in modo egregio da altri Consiglieri.
Io dico questo, la proposta che viene avanzata è una proposta che ha subìto un suo travaglio interno,
quindi possono essere vere le cose che sono state dette sui diversi passaggi, che però oggi presenta una
proposta a mio avviso onesta. Questo è l’aggettivo che mi sembra appropriato, è una proposta onesta.
Perché è una proposta onesta? Perché evita due comode soluzioni o derive, da una parte non esalta, nel
senso di non truccare i dati e neanche le previsioni, rispetto a quella fase che possiamo chiamare di
prevenzione dei rifiuti, che è minore produzione, raccolta differenziata, riciclaggio.
Questa parte qui, che è una parte importante, fondamentale, che attiene un po’ alla civiltà della
comunità. Una comunità molto civile è chiaro che enfatizza questo aspetto, e a noi piacerebbe far parte
di una comunità civile. Però il Piano non si adagia su questa cosa, infatti vengono fatte delle
osservazioni critiche al riguardo. C’è una grande possibilità di ridurre i rifiuti, c’è una grande
possibilità, eccetera, quindi c’è da parte di alcune sensibilità, e io appartengo a questa sensibilità, una
richiesta a rimarcare questo aspetto della prevenzione dei rifiuti. Però il Piano, saggiamente, non si
adagia su questo, perché noi dobbiamo trattare questa parte così come trattiamo noi quando discutiamo
del bilancio di previsione, noi trattiamo le entrate con cautela, diciamo stiamo un po’ tranquilli sulle
previsioni di entrate, dobbiamo essere invece piuttosto attenti poi nelle uscite, perché se prevediamo
delle entrate che poi non abbiamo, non possiamo fare le cose. Quindi quel principio di cautela che
abbiamo quando parliamo delle entrate di bilancio, dobbiamo averlo qui quando parliamo di questa
fase, della fase della prevenzione, della fase della raccolta differenziata, ecc.
Rispetto a questo noi dobbiamo essere cauti nella previsione, e invece dobbiamo essere appassionati
nella realizzazione. Questo è il punto, perché non basta mettere sulla carta prevediamo di riciclare
l’80% dei rifiuti, mettiamo un’idea realistica, una previsione realistica e poi impegniamoci
appassionatamente, con intelligenza, con fantasia, nel realizzare e andare oltre la previsione. Questo a
me sembra l’atteggiamento giusto, perché altrimenti non facciamo un Piano, facciamo un libro dei
sogni, che è un’altra cosa, mancheremmo di senso di responsabilità. Noi dobbiamo fare un Piano,
quindi dobbiamo essere cauti nel prevedere grandi risultati, che comunque sono previsti. Io credo che
la previsione sia realistica e nello stesso tempo impegnata e anche impegnativa. Quindi condivido
questo aspetto.
Dall’altra parte dobbiamo essere molto onesti nel dire che la parte che non riusciamo a riciclare
dobbiamo smaltirla, e qui facciamo un’affermazione a mio avviso non contestabile, condivisibile, mi
sembra che la condividiamo tutti, che è quella che dobbiamo trattarla con la termovalorizzazione. Sulla
termovalorizzazione io credo non sia giusto né mitizzarla, né demonizzarla. Siamo ora, oggi, nella
condizione in cui possiamo evitare di demonizzare la termovalorizzazione, perché effettivamente sono
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stati fatti dei passi avanti dal punto di vista tecnologico, delle innovazioni tecnologiche, che ci consente
di pensare alla termovalorizzazione non più come l’inferno che ci portiamo in casa nostra. No, ma lui
non dice che è l’inferno, dice: attenzione, non mitizziamola. Io sono d’accordo, non va mitizzata, non è
che noi possiamo fare il partito della termovalorizzazione, della termovalorizzazione come fine. No, la
termovalorizzazione come il modo migliore di smaltire quello che non possiamo evitare di trattare
diversamente. E il Piano fa questa scelta, dice no alle discariche, e bisogna cogliere questo discrimine,
no alle discariche, sì alla termovalorizzazione.
Ora sarebbe davvero contraddittorio se noi dicendo sì alla termovalorizzazione, nello stesso tempo
dicessimo di no ad un impianto che ci serve, qualora ci servisse, per lo smaltimento. Noi siamo per la
termovalorizzazione, quindi gli impianti di termovalorizzazione che occorrono dobbiamo dotarcene,
perché in premessa diciamo che noi siamo per l’autosufficienza. E, attenzione, noi diciamo che siamo
per l’autosufficienza provinciale, ma la legge non ci costringerebbe a questo, ci dice che dovremmo
cercare l’autosufficienza nell’ambito regionale. Noi facciamo una scelta più impegnativa, quindi vedete
che noi non vogliamo sfuggire alle nostre responsabilità alle cose che vogliamo fare, questo è un
aspetto non secondario che va messo in evidenza.
Noi vogliamo l’autosufficienza provinciale, vogliamo arrivarci attraverso uno sforzo che dobbiamo
fare, più che dire, di prevenzione, poi vogliamo trattare con la termovalorizzazione. Ora, se la
termovalorizzazione che esiste non è sufficiente, dobbiamo provvedere evidentemente ad aumentarne
la capacità, e questo il Piano lo dice. Lo dice! Come pensiamo? Attraverso il potenziamento degli
impianti esistenti, però siccome sappiamo perfettamente, lo voglio dire chiaro, noi sappiamo
perfettamente che il potenziamento degli impianti esistenti non ci risolve il problema. Chiaro? Allora
pensiamo di risolvere il problema attraverso il rifacimento di impianti che sono obsoleti e di rifare gli
impianti in modo adeguato rispetto ai bisogni che noi abbiamo. E’ chiaro questo fatto?
Io voglio andare oltre, non è detto nel Piano, lo dico solo io, me ne assumo la responsabilità, se sbaglio,
l’ho detto io non vale niente, se ci azzecco, qualcosa significa. Bene, noi pensiamo che l’impianto di
Sesto sia un impianto superato. Va bene? Pensiamo di chiudere quell’impianto e di farne un altro che
risponda ai nostri bisogni. Giusta l’osservazione di Bernareggi, perfetta io l’ho ritenuta, attenzione che
per abbattere un impianto e costruirne un altro ci vogliono dieci anni. Giustissimo. Infatti noi non
pensiamo di seguire questo, noi non possiamo permetterci questa strada di abbattere e poi ricostruire,
l’idea che quell’impianto obsoleto, nello stesso sito non si può ricostruire, si pensa di ricostruire vicino,
ma in un altro posto. Vicino, sempre nello stesso ambito, nello stesso comprensorio, un altro che abbia
le capacità di risolvere i problemi che abbiamo, di assicurarci l’autosufficienza, non un altro di numero,
un altro che ci assicuri l’autosufficienza. Questo è il nostro obiettivo.
Nel frattempo, naturalmente, prima di abbattere, chiudere gli altri impianti, bisogna che sia pronto
l’impianto nuovo. Chiaro anche questo passaggio? E’ importante, perché altrimenti io davvero sono
convinto che noi vogliamo sostanzialmente delle cose affini, che abbiamo le stesse preoccupazioni,
perlomeno. (Intervento fuori microfono). E’ scritto! E’ proprio scritto, leggetelo bene perché è scritto.
No, non è scritto che si farà a Sesto, questo lo sto aggiungendo io, ma lo sapete tutti, ma lo sappiamo
tutti. L’ho detto, mi assumo la responsabilità di dire queste cose, di aggiungere qualche cosa.
Però, al di là della localizzazione, l’impianto di ragionamento che c’è nel Piano è esattamente quello
che io sto esponendo, e io ritengo questo impianto, questo metodo di ragionamento ottimo. Uno, perché
è gradualistico, perché in effetti noi non sappiamo calcolare esattamente, perché dipende anche da tutte
quelle azioni che si dicevano prima. Ma nello stesso tempo non stiamo ad aspettare, non è che prima
creiamo l’emergenza e poi interveniamo. Alcune cose le possiamo fare subito. Il potenziamento e
rifacimento lo possiamo fare subito, e io dico che dobbiamo partire subito.
Per questo io credo che questo metodo, che è stato, seppure attraverso un faticoso travaglio, è penetrato
nel Piano, sia un criterio giusto, condivisibile, che viene incontro alle preoccupazioni che abbiamo.
Quindi cerchiamo di partire dalla soglia più avanzata del ragionamento, non di fare arretrati sulla
trincea che abbiamo già superato. Discorriamo, discutiamo, sulle cose più avanzate che stiamo dicendo.
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Io tante volte ho la sensazione che nel dibattito, forse per il gioco delle parti, non lo so, ma si finisce su
posizioni che sono già state superate.
Io credo che quello che ho detto ci sia nel Piano. Io credo che sia stato giusto dirlo in modo chiaro,
perché ritengo necessario che alla fine di questa discussione si esca con un messaggio politico chiaro,
con un messaggio politico che non sia il campo delle cento pertiche, in cui ciascuno fa quello che
vuole, ci sia un messaggio politico chiaro. Qual è la volontà dell’Amministrazione Provinciale? La
volontà dell’Amministrazione Provinciale è questo, questo e questo, dove tutte le cose sono importanti,
dove non c’è semplicemente una domanda se pro o contro l’inceneritore. Ci permettiamo di fare un
ragionamento un pochino più corrispondente anche alla nostra intelligenza. Quindi io credo che il
Piano sia questa cosa, che il Piano rappresenti davvero un punto avanzato. Io poi ritengo che il Piano
forse deve ulteriormente maturare, ritengo che forse deve un po’ maturare, ma che abbia questo
impianto giusto e condivisibile io ne sono convinto.”
Presidente del Consiglio: “Sospendiamo, chiudiamo questa prima seduta. Io ricordo peraltro gli
appuntamenti successivi. Come stabilito nella precedente seduta, intorno alle 14.30 c’è l’incontro, per
chi lo vuole, per i capi Gruppo in particolare, con i lavoratori dell’Istituto Tumori. Alle 15.00 c’è la
breve cerimonia di esposizione dello striscione per Padre Bossi, poi riprendiamo naturalmente i nostri
lavori.”
La prima seduta del Consiglio viene quindi chiusa alle ore 13.53.
A norma dell'art. 34 dello Statuto, la Presidenza della seconda seduta viene assunta dal Presidente del
Consiglio provinciale, Vincenzo Ortolina.
Partecipa alla seduta il Vice Segretario generale, dr.ssa Liana Bavaro.
Alle ore 15.13 il Presidente del Consiglio invita il Vice Segretario a procedere all'appello nominale dei
presenti.
Rispondono all'appello i seguenti trentuno Consiglieri:
Ortolina Vincenzo
Albetti Roberto
Angiuoni Pierluigi
Ariazzi Costanzo
Calaminici Arturo
Caputo Roberto
Cavicchioli Arianna
Censi Arianna
Clerici Michele
Comincini Eugenio
Dapei Bruno
De Gaspari Mario
Del Nero Paolo
De Nicola Giovanni
Elli Enrico
Esposito Francesco
Foglia Giuseppe
Gaiardelli Andrea
Gatti Massimo
Gavazzi Attilio
Greco Luigi
Lombardi Ruggiero
Maestri Pietro
Modugno Roberto
Nobili Ernesto
Pezzoni Alessandro
Pioli Pier Mauro
Pozzati Vittorio
Re Marco
Scarano Giuseppe
Tranquillino Giuseppe
Assenti giustificati i Consiglieri Fratus, Mauri e Musciacchio.
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Sono altresì presenti gli Assessori provinciali: Brembilla, Dioli, Matteucci, Ponti.
Constatato che l’adunanza è valida per legalmente deliberare, il Presidente del Consiglio, dichiarata
aperta la seduta, così si esprime: “Propongo di continuare la discussione generale sul Piano Rifiuti, e i
capi Gruppo interessati, se possono, continuare a partecipare all’incontro che abbiamo aperto con
l’Istituto dei Tumori, che comunque non richiederà molto tempo. Darei la parola a Gatti per il Piano
Rifiuti, i capi Gruppo interessati sono cortesemente invitati a trasferirsi nell’aula a fianco, prego.”
Consigliere Gatti: “Grazie Presidente, abbiamo chiuso la seduta con Accame primo degli iscritti, è
diventato l’ultimo.”
Presidente del Consiglio: “Accame si è giustificato, aveva un impegno inderogabile, mi ha chiesto la
cortesia di iscriverlo dopo, prego.”
Consigliere Gatti: “Io volevo solo fare qualche osservazione aggiuntiva, perché mi pare che la
discussione è stata molto approfondita stamattina, condivido molte delle cose che ho sentito negli
interventi, senza retorica esprimo il fatto che noi siamo di fronte ad un documento frutto di un lavoro
molto impegnativo dell’Assessore e dei suoi collaboratori, che ci porta anche a dare un contributo
soggettivo, aggiungendo qualche valutazione concreta. Ovviamente il Piano disegna degli obiettivi in
uno spazio temporale medio lungo, io ritengo anche che non possiamo assolutamente astrarre questa
discussione da qualche problema concreto, che si sta concretamente proponendo in territori importanti,
in zone importanti, attorno a impianti importanti, che anche questo documento, questo Piano, evoca e
cita. Ovviamente io sarei tentato anche di fare qualche osservazione preliminare, perché mi pare…, per
brevità non voglio ripetere tutti gli approfondimenti sulle linee di fondo.
Mi ha fatto approfondire ulteriormente una delle battute che faceva Meroni, che non vedo, sul fatto che
sicuramente in quest’area del Paese pensare di alzare ulteriormente la raccolta differenziata oltre la
soglia del 50% non è un problema da poco, è un problema sicuramente percorribile insieme alle linee
che ci sono state proposte nel Piano, però sicuramente dobbiamo avere anche in una discussione che
deve essere concreta, al di là delle inadempienze delle città più grandi, a partire da Milano, soprattutto
della città di Milano, però avere anche la cognizione che è molto complicato superare quella soglia,
perché l’osservazione è sicuramente centrata quando dice che dove già abbiamo comportamenti
virtuosi, soprattutto nei vecchi centri urbani, visto che non credo sia una buona linea urbanistica quella
che ho visto su un titolo del Corriere stamattina di radere al suolo tutto, noi dobbiamo pensare che
abbiamo problemi molto seri nell’immaginare che i mezzi adibiti alla raccolta e al trasporto dei rifiuti
solidi urbani possano viaggiare su una densità giornaliera più di una volta al giorno, vuol dire non avere
in mente quello che è fattibile proprio per quel realismo. Secondo, abbiamo sicuramente una situazione
in cui per l’aumento della popolazione anziana e per una situazione in cui le famiglie numerose vivono
in tuguri molto numerosi purtroppo in questa realtà così ricca, pensare di avere un’organizzazione in
cui lo spazio riduca lo spazio abitativo già ridotto, ci presenta dei problemi che però sono correttamente
indicati. Io dicevo solo che anche dove condividiamo, è utile che diamo un apporto approfondendo.
Ho finito su questa parte, volevo soffermarmi unicamente sul fatto che noi in questa discussione, ove è
possibile, dobbiamo dare un contributo, dobbiamo fornire anche un contributo informativo su come si
esercitano i controlli in questa materia, perché non possiamo astrarre da questa discussione due episodi
molto significativi per la discussione che facciamo. Uno si chiama Mediglia e l’altro si chiama Inzago.
Per quanto riguarda Mediglia, noi abbiamo più volte citato questo impianto di pretrattamento dei rifiuti,
e mentre è avvenuta questa discussione, questo impianto non esiste più. Nel 2000, giustamente, penso,
gli amministratori di quella zona ritennero che quella scelta della Giunta provinciale precedente a
questa fosse profondamente errata, purtroppo la realtà ha dimostrato che abbiamo avuto ragione, ma
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non perché ogni proposta è negativa, ma perché lì è stata fatta una scelta specifica, non possiamo solo
discutere in generale, di non perseguire in una scelta che era già stata fatta, che fissava quel tipo di
impianto in una zona già individuata, che era nel territorio di San Giuliano. Siccome la storia non si fa
con i se e con i ma, oggi però c’è un effetto diretto, perché questo impianto viene continuamente citato
in questa pianificazione, questo impianto è andato completamente a fuoco dal 20 giugno, meno di due
settimane fa, ci abito e ci passo tre volte al giorno. No, ma quella collocazione però oggi ci preoccupa,
quindi divido in due, c’è una situazione, che non è all’ordine del giorno ma che però ci obbliga, dove è
possibile, a verificare come funzionano i sistemi di controllo che vanno dall’autorità sanitaria locali, dal
Consigliere alla Provincia, alla Regione, perché ripeto abbiamo avuto una situazione gravissima e
abbiamo una situazione gravissima in quella zona.
Quindi, discutendo di Piano Rifiuti in modo emblematico, per dove è possibile, ragionare sulle cause,
gli effetti, i controlli e le responsabilità, ci aiuta virtuosamente a utilizzare questo Piano anche per
imparare dall’esperienza, anche se lì abbiamo un’emergenza tuttora in corso molto significativa, anche
perché, ripeto, la quantità di rifiuti stipati era vietata comunque dal punto di vista delle disposizioni che
erano state vidimate dalle competenti conferenze di servizi. Quindi da questo punto di vista noi
abbiamo una situazione molto significativa, mentre facciamo questa discussione, non facciamo solo
discussioni programmatorie, ma verifichiamo che questo Piano serva ad evitare queste cadute, serva a
prevenirle rispettosamente, ovviamente nell’ambito amministrativo, perché qua indaga un’autorità
terza, che è la magistratura, ovviamente se sarà dimostrato che il fuoco si appicca da più parti nello
stesso impianto, noi dobbiamo fare una riflessione pacata, ma concentrata, anche su un problemino, che
è quello che, in questo settore, in questa materia, problemi di sconfinamento tra le questioni
amministrative, la problematica dei rifiuti e le questioni di responsabilità penale e illegale, sono
presenti, anche se siamo nel profondo nord.
Chiosando quello che diceva l’Assessore Brembilla, questo è un problema significativo, perché
l’opinione pubblica è molto attenta, quindi mentre si discute di Piano Rifiuti per un’area che riguarda
centinaia di migliaia di persone, sessanta Comuni, c’è un’attenzione a vedere se quello che noi
facciamo c’entra qualche cosa con l’evitare queste cadute. Poi giustamente c’è una relazione invece
molto circostanziata e precisa che possa rassicurare che dal punto di vista della programmazione di ciò
che è previsto nelle pagine in cui si cita quello che è successo con la previsione che si qua. La parte
principale che volevo trattare era quello che ho detto fino adesso. Dal punto di vista della relazione con
questo Piano, l’occasione è preziosa per avere nell’organo rappresentativo più alto che abbiamo come
Provincia una informazione che serva a noi, ma soprattutto serva ai cittadini di quel territorio.
Secondo problema concreto, Inzago. Anche qui ho domande, ma l’occasione è importante perché anche
l’informazione e la chiarezza rientra nei nostri compiti, non solo le decisioni per quello che siamo
capaci di prendere. Per quanto riguarda Inzago, la vicenda l’ha ricordata il Consigliere Angiuoni, la
ricorderà, penso, Gaiardelli, nel merito, intervenendo subito dopo di me, quindi non voglio
sovrappormi, però pongo un problema. Qua ci si è mossi molto per tenere conto dei reiterati ordini del
giorno, di un’iniziativa molto faticosa, pluriennale, che quel Consiglio comunale ha ribadito
continuamente anche all’unanimità per chiedere a Provincia, a Regione, a tutte le autorità competenti,
di mettere in campo ogni iniziativa volta a cancellare la terza discarica di Inzago, lotto C.
Salto tutta la parte di descrizione, la fatica, il lavoro amministrativo fatto, salto tutto quello che è
successo fino all’altro giorno, quando, dopo l’inopportuna e assai discutibile e discussa autorizzazione
dirigenziale che Regione Lombardia diede ai suoi tempi per fare questo terzo lotto, tutto quello che poi
ha portato ad una situazione teorica di rettifica e di revisione di quella decisione. L’occasione è
importante anche qui, perché Regione Lombardia mi pare abbia deciso di mettersi in una posizione
pilatesca rispetto alle decisioni precedenti, perché una volta non è che si può autorizzare e la volta dopo
se si è sbagliato si toglie l’autorizzazione. Non è che si autorizza, e quando si deve fare l’autorizzazione
si dice decidono gli altri. E’ una procedura quantomeno zigzagante.
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Ma, detto questo, si è detto la Provincia di Milano faccia le sue valutazioni, la conferenza di servizio mi
sembra convocata già per fine ottobre, per Regione Lombardia può andare bene, la Provincia di Milano
risolve il problema, cosa molto complicata. Anche questo è un tema di assoluta attualità su cui in
questa occasione credo che in situazione di replica è utile comprendere, rafforzare quel convincimento
che viene dal Piano, che dice noi stiamo lavorando sul serio per trovare una soluzione,
sull’autosufficienza non solo ci sono posizioni molto approfondite come quella che ha detto il
Consigliere Pezzoni sugli inceneritori, che condivido fino in fondo e che non ripeto, ma c’è anche una
posizione seria che dice risolviamo i problemi, anticipiamoli, trattiamoli industrialmente, e poi
prendiamo una decisione in cui non ci sia l’ultimo che rimane con il cerino in mano. Anche perché c’è
una situazione davvero incredibile, perché lor signori di questo settore sono anche capaci di grandi
disastri, come Mediglia dimostra, senza citare Regioni a noi lontane, così ognuno cerca di fare il
meglio nel suo territorio, e sono anche però dotati di un potenziale industriale ed economico fortissimo.
Io pongo questo problema, le cose spostate al 31 ottobre portano al fatto che chi ha partecipato alle
iniziative, abita in quella zona, è stato attento, lì i lavori stanno andando avanti con grande intensità.
Ora del 31 ottobre si creerà una situazione di danno emergente, come dicono gli esperti, per fermare
quei lavori, che altro che costi della politica.
Noi buttiamo poi sulle spalle di un Comune piccolo, perché il Sindaco ha avuto il coraggio, ha messo
mano alla viabilità, eccetera, la Provincia sta facendo la sua parte, ma l’Assessore dirà sicuramente il
lavoro costruttivo che è stato fatto, c’è questa situazione di aspettativa di una legge risolutiva, ma una
legge condizionata, che trasferisce ad altri le decisioni e che le trasferisce alla fine di ottobre, davvero è
più serio dire, io penso, di confermare l’autorizzazione che ho dato due anni fa.
E’ più serio, anche perché in questo modo, ripeto, noi abbiamo una situazione in cui, lavorando ogni
giorno in attesa di un evento positivo per quella comunità, per quella zona, per le cose che, chiedo
scusa, ma per brevità le rimando, perché sono finiti i quindici minuti, a quello che dirà Gaiardelli, c’è
una situazione davvero grave. Cioè, la previsione e la realtà sono troppo divaricate. Io non so in che
modo, ma noi ci dobbiamo porre questo problema, altrimenti tutta questa è carta, alla fine di ottobre
l’impianto sarà a un livello tale che le conseguenze sulla pubblica amministrazione, per l’esperienza
che io ho, mi pare diventano molto complicate e non so in che maniera, spero di essere corretto e
aggiornato in modo tale che queste premesse siano tutte cancellate, ma mi pare che l’autorità che ha
condizionato questo, senza scansare di responsabilità il Comune e la Provincia, però, se si dice
dobbiamo prendere una decisione, non è che la dobbiamo prendere quando è inutile prenderla.
Quindi anche Regione Lombardia, noi, dobbiamo dare una mano perché è troppo comodo scaricarla su
un’ordinanza del Sindaco che vieta la viabilità, ma che è superata da questo contesto. Credo che la
discussione sul Piano sia molto efficace, perché noi dobbiamo vedere l’efficacia dei controlli e
l’efficacia dei risultati, e l’efficacia è efficacia. Bernareggi non c’è, l’efficacia non è riformista.
L’efficacia è efficacia, può essere anche conservatrice, basta che sia efficace e sia nell’interesse dei
cittadini.”
Nel frattempo sono entrati in aula il Vice Presidente della Provincia Mattioli e i Consiglieri Barbaro,
Guerra e Meroni. (presenti 34)
Presiede il Vice Presidente del Consiglio Albetti.
Consigliere Gaiardelli: “Grazie Presidente. Io voglio partire con questo intervento, facendo i
ringraziamenti, e non sono ringraziamenti formali, ma sono ringraziamenti sentiti all’Assessora, ai
funzionari e dirigenti dell’assessorato, e ai componenti della commissione con cui abbiamo lavorato
intorno al Piano in questi mesi. Io credo che tra gli impegni che questa Amministrazione ha assunto con
i cittadini vi era la revisione del Piano Rifiuti. Un impegno che è stato affrontato con coerenza in questi
mesi, se penso ai vari incontri che abbiamo fatto, a tutte le azioni di confronto, di dialogo con i territori,
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con le istituzioni, ma anche con i singoli cittadini, le associazioni e gli operatori economici, che lascio
per ultimi, ma semplicemente perché devo fare un ordine, ma non perché ritengo che questi siano gli
ultimi nella scaletta dell’organizzazione di un Piano di gestione rifiuti.
Però, anche avendo sentito alcuni interventi dei colleghi, è bene ricordare le funzioni di questo Piano
Rifiuti, perché alla luce della L.R. 26/2003, il Piano non ha delle funzioni prescrittive, ma ha una
funzione di indirizzo e orientamento dei Comuni e degli operatori. Dico questo per dire che noi
potremmo anche approvare il Piano più bello del mondo, ma se non troviamo una condivisione con le
altre istituzioni, con gli operatori, non avremmo gli strumenti per poterlo attuare. Quindi il Piano è
prima di tutto un Piano di cose possibili che si possono realizzare. Però occorre anche affrontare il tema
dei rifiuti attraverso un’analisi organica, perché il ciclo dei rifiuti rappresenta un problema di gestione e
lo rappresenta tutto il ciclo. Ovvero, troppe volte ci soffermiamo su un aspetto, ad esempio quello
dell’impiantistica, degli inceneritori, ma il Piano non affronta semplicemente il tema dell’impiantistica
e degli inceneritori, ma affronta il problema dei rifiuti secondo una logica di ciclo integrato.
Piuttosto allora dobbiamo ricordarci che quello che noi dobbiamo offrire è prima di tutto un servizio ai
nostri cittadini. Allora, appare chiaro che per affrontare coerentemente il problema dei rifiuti è
necessaria una forte volontà politica che rinunci ad affrontare il problema partendo dalle considerazioni
finali, ovvero su come smaltirli, e invece l’imperativo al contrario, che invece si svolga un’attività di
pianificazione della gestione e della produzione, dalla raccolta e dal diverso conferimento dei rifiuti. In
tal senso, io credo che il Piano provinciale che andiamo ad adottare, non prospetta certamente degli
scenari campani, invece prospetta dei modelli seri e alternativi alla gestione dei rifiuti.
Provo ad analizzare alcuni punti contenuti nel nostro Piano. La prima questione è quella legata alla
produzione dei rifiuti. Il quadro attuale della produzione dei rifiuti urbani è un quadro che si aggira
intorno a 2 milioni di tonnellate all’anno, ovvero circa 500 chili per abitante all’anno nella nostra
Provincia. Una cifra enorme, esorbitante, e la raccolta differenziata all’interno della Provincia si assesta
a valori poco superiori al 42%, con una disomogeneità territoriale a favore dei Comuni della futura
Provincia di Monza e Brianza. Bisogna riconoscere che i Comuni della Provincia di Monza e Brianza
sono più bravi nel fare la raccolta differenziata, rispetto anche alla futura Provincia di Milano, dove
incide fortemente il risultato deludente del capoluogo, e questo noi dobbiamo ribadirlo ancora una
volta.
Un altro aspetto legato alla raccolta è che destino hanno i nostri rifiuti, che vengono trattati
principalmente negli impianti all’interno della Provincia. Io penso agli impianti di incenerimento che
trattano la gran parte dei rifiuti della Provincia di Milano. Diversamente, siamo carenti dal punto di
vista impiantistico, e lo dicono i dati contenuti nei nostri studi, per le altre tipologie di impianti. Basti
ricordare che per la frazione organica trattiamo il 38% in Provincia e ne trattiamo il 62% fuori
Provincia, quindi probabilmente è anche su queste tipologie di impianti che dobbiamo lavorare in
futuro.
Riprendo per punti quelli che erano gli obiettivi che avevamo fissato per stendere questo piano. Il
primo obiettivo è quello del contenimento della produzione dei rifiuti, con l’incremento della raccolta
differenziata. Incremento che deve avvenire su tutto il territorio provinciale, Milano inclusa. La
seconda questione è quella dell’autosufficienza provinciale del ciclo integrato dei rifiuti. E’
sicuramente un obiettivo che porta dei sacrifici anche in termini impiantistici, di insediamenti
impiantistici sul territorio, però io credo che sia un principio ambientalmente corretto. I rifiuti non è
giusto che vaghino per la penisola o addirittura al di fuori dei confini nazionali. E’ chiaro che è un
principio che deve valere, quello dell’autosufficienza, per Milano, ma deve valere anche per l’esterno,
rispetto agli impianti che sono insediati nel milanese, quindi noi facciamo di tutto per smaltire i nostri
rifiuti, vorremmo che anche da altre parti si facesse lo stesso.
Un altro obiettivo che ci siamo dati è quello del trattamento e smaltimento dei rifiuti in prossimità dei
luoghi di produzione. Anche qui, all’interno della nostra Provincia è importante che ci sia un equilibrio
delle capacità e delle dotazioni impiantistiche per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti, non è
42
giusto localizzare tutto in una zona della Provincia le capacità di smaltimento dei rifiuti, i carichi
ambientali vanno distribuiti in modo equo. Un altro tema che era quello dell’annullamento del ricorso
alla discarica, lo ricordavano anche altri Consiglieri, sicuramente legato alla vicenda di Inzago, che
speriamo di chiudere definitivamente, anche dopo la votazione avvenuta in sede regionale. Sicuramente
rispetto a quella votazione io rilevo una vittoria del centrosinistra, mentre trovo non giusto,
profondamente sbagliati gli emendamenti dirigisti proposti dall’Assessore Buscemi, ancora una volta
non si lascia la giusta autonomia alle Province nella redazione dei Piani Provinciali. Mi chiedo se
questo è il federalismo. Se il federalismo di fatto è un centralismo a livello milanese.
Rispetto a quelli che sono i dati contenuti all’interno del nostro Piano per il fabbisogno alla discarica,
perché ricordiamo che nel Piano abbiamo detto che abbiamo comunque una quota da smaltire in
discarica. Varrebbe la pena leggere cos’è la quota significativa, su 107.000 tonnellate, quasi 70.000
tonnellate sono FOS, ovvero frazione organica stabilizzata, ovvero quella frazione organica che deriva
dai processi di vagliatura, ovvero quella frazione organica che deriva dalla mancata raccolta
differenziata a monte. Allora, se vogliamo ridurre in modo significativo questo ricorso alla discarica,
l’unica strada possibile è quella di andare a fare la raccolta differenziata a monte, la raccolta
differenziata direttamente nelle case dei cittadini, a cui sappiamo che diamo un’incombenza in più,
però sappiamo anche che questa raccolta differenziata può produrre dei risparmi, e ci arriverò dopo.
Vado al tema del contenimento della produzione dei rifiuti, che è una delle linee su cui il nostro Piano
si è sviluppato. Noi dobbiamo dire che, a fronte di un Piano Regionale che prevede l’incremento della
produzione rifiuti del 2,5%, la scelta della Provincia di contenere il tasso di crescita invece appare
coerente prima di tutto con i dati storici e con il principio di riduzione alla fonte dei rifiuti. Occorre
sicuramente agire però sul mercato degli acquisti, anche degli acquisti verdi. Io ricordo solamente che
l’Italia è il Paese europeo dove i prodotti riciclati trovano maggiori ostacoli a rientrare nel mercato, e
occorre agire direttamente con i produttori. Certo, la forza della Provincia sarebbe ancora maggiore se
fosse sostenuta realmente dalla Regione, cosa che si sta facendo ad esempio in Piemonte, e non si
capisce perché non si riesce a fare in Lombardia.
Per quanto riguarda il tema della raccolta differenziata, il programma regionale di gestione dei rifiuti
prescrive il raggiungimento per il 2011 di una quota media provinciale del 50%, il Piano prevede entro
tale anno il raggiungimento di una media di almeno il 52%. Quindi un obiettivo ideologico, ma un
obiettivo in linea con le indicazioni della Regione, un obiettivo raggiungibile. Però, per fare questo - e
ci ritorno - noi dobbiamo chiedere al Comune di Milano, in particolare al capoluogo, uno sforzo in più,
perché quella raccolta differenziata poco superiore al 30% castiga inevitabilmente tutta la Regione. Noi
chiediamo al Comune di Milano non di raggiungere il 50% contenuto nei dati regionali, ma di arrivare
al meno al 40%, un obiettivo possibile, un obiettivo tra l’altro in linea con un ordine del giorno votato
al Comune di Brescia, in cui nella fusione AEM ASM, si impegnano le due Amministrazioni al
raggiungimento del 50%.
Sempre relativamente al tema della raccolta differenziata, dicevamo che appunto i nostri valori devono
essere incrementati di circa dieci punti percentuali. Dieci punti percentuali che, però, io ricordo come la
Provincia di Monza e Brianza abbia ottenuto risultati migliori in questi anni nel tema di raccolta
differenziata e, a fianco di questi risultati migliori, si hanno anche migliori risultati economici. Questo
allora dobbiamo dirlo ai cittadini, che la raccolta differenziata porta ad un risparmio, perché in
Provincia di Monza e Brianza il costo medio è pari a € 91 per abitante, contro un valore medio
provinciale di € 115 per abitante. Il posto nella nostra Provincia, dove raccolta e smaltimento rifiuti
costa di più, guarda caso, è proprio il capoluogo, dove si raggiungono i valori più bassi di raccolta
differenziata.
Per quanto riguarda il tema delle dotazioni impiantistiche, il Piano rileva attualmente un deficit
significativo anche per il trattamento della frazione organica, e tale deficit sarà destinato a crescere
inevitabilmente se noi non interveniamo, perché incrementando la raccolta differenziata evidentemente
avremmo più materiale da mandare agli impianti di compostaggio. Però, anche al fine di ridurre la
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circolazione dei rifiuti sulla Provincia, noi dobbiamo rendere autonoma la nostra Provincia anche nella
dotazione di queste tipologie di impianti, e su questo tema occorre sicuramente fare di più di quello che
abbiamo fatto in questi anni, e arrivare a dotare di un numero sufficiente di impianti la nostra
Provincia.
Per quanto riguarda il tema degli impianti di trattamento termico dei rifiuti, anche qui il deficit
individuato dall’analisi dei flussi previsti da trattamento termico è di circa 107.000 tonnellate di rifiuti
di origine urbana. Si è poi assunta una potenzialità di riserva al trattamento termico per circa il 10% dei
fabbisogni, quindi di altre 100.000 tonnellate, e poi le 100.000 tonnellate legate ai fanghi parzialmente
essiccati e 200.000 tonnellate da scarti secchi, che possono derivare anche dal recupero di materiali
dalla raccolta differenziata. Dunque un dimensionamento complessivo di 500.000 tonnellate, che però
sono ascrivibili alla futura Provincia di Milano del 2009 per una quota di 400.000 tonnellate, e la
differenza invece è ascrivibile alla futura Provincia di Monza e Brianza. Io condivido, quando il
Consigliere Meroni chiede che anche la Provincia di Monza e Brianza abbia le dotazioni impiantistiche
sufficienti per poter procedere con le proprie gambe dal 2009. Nel Piano ci sono le condizioni perché
ciò avvenga.
Vado alla conclusione, per dire che al fine del soddisfacimento dei fabbisogni che abbiamo evidenziato,
noi crediamo che il primo passaggio è quello, oltre la raccolta differenziata, del potenziamento e
rinnovamento degli impianti esistenti, per consentire questa autosufficienza, senza aumentare il numero
complessivo degli impianti di termovalorizzazione. E’ questa un’operazione possibile, i dati ce lo
dimostrano. Certo, ci vuole la collaborazione dei Comuni, ci vuole la collaborazione di chi a questo
momento ha deciso di non collaborare, leggi Comune di Milano. Allora qui occorre essere chiari e
franchi, la necessità… No, non c’è emergenza campana.
La necessità allora è quella di un’eventuale nuova impiantistica, che non può essere indotta da falsi
allarmismi sui numeri, che vengono creati magari ad arte e dettati da chi magari nei rifiuti ha proprio la
sua fonte di guadagno, e quindi non ha nessun interesse a diminuire i volumi. Noi invece dobbiamo
lavorare dalla parte dei cittadini e diminuire prima di tutto i volumi dei rifiuti. In conclusione, io credo
che a fronte di una situazione nazionale che è fatta di cronica emergenza nel settore dei rifiuti, in forza
anche di una cattiva, magari anche inesistente, gestione, lo scenario della Provincia di Milano e della
Regione Lombardia appare, oggettivamente, estremamente positivo. Non a caso, e qui dobbiamo dirlo
però ai colleghi del centrodestra, anche la mancata programmazione dell’Amministrazione Colli non è
riuscita a ricondurre la Provincia di Milano nella situazione emergenziale, perché il Piano era del 1995,
andava aggiornato dopo cinque anni, però non mi risulta che sia stato fatto niente durante gli anni
dell’Amministrazione Colli.
Comunque, anche la mancata programmazione dell’associazione Colli non ci ha ricondotto in
emergenza. Allora il presupposto, credo fortunato, della Provincia di Milano è stato l’ottimo lavoro che
è stato condotto dieci anni fa, che ci permette ancora oggi di guardare al futuro sul tema della gestione
dei rifiuti, non solo facendo attenzione alla programmazione impiantistica, ma facendo ricorso ad un
sistema evoluto, che passa sì anche attraverso le nuove tecnologie, ma passa attraverso tutto il ciclo
integrato dei rifiuti. Chiudo ricordando che appunto il progetto di Piano predisposto dall’assessorato
della Provincia di Milano si configura come un lavoro di alto valore tecnico, affrontando tutto il
problema della programmazione e della gestione dei rifiuti, lungo tutto il percorso di filiera.”
Nel frattempo sono entrati in aula gli Assessori Bruno Casati e Oliverio e i Consiglieri Accame,
Bruschi e Fortunati. (presenti 37)
Consigliere Elli: “Grazie Presidente. Quando sento il nostro collega Gaiardelli discutere di cosa
bisogna fare, io sono un po’ perplesso, visto che, come Verdi, la Campania, Pecoraro Scanio… Finisco
subito, non faccio nessuna polemica, è governato tutto da una serie di personaggi che hanno la vostra
sensibilità e hanno prodotto un disastro. Quindi lasciamolo perdere, finiamolo lì, e torniamo a noi,
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anche perché quando si dice, e mi va bene, bisognerebbe annullare le discariche, è stato detto proprio
un minuto fa, bisogna dire come, perché anche sul Piano di cui stiamo discutendo, nel 2011, che è la
visibilità massima, le discariche sono ancora necessarie.
Dopodiché io concordo molto con quanto ha detto Calaminici, che ha fatto una serie di interventi molto
corretti, di cui purtroppo non ho trovato traccia nel Piano, è chiaro che bisogna agire su tutti i fattori
che producono i rifiuti alla fine. Ma, comunque sia, i rifiuti ci sono, bisogna ridurli a partire dall’inizio,
bisogna stare attenti a tutto il percorso che c’è, ma alla fine bisogna decidere cosa fare per evitare le
criticità che sono emerse anche nella nostra Provincia non molto tempo fa. Ricordo che il Silla 2 era
stato aperto dalla Colli nella scorsa legislatura, ed era stato criticatissimo proprio in quest’aula
dall’opposizione. Non so bene perché, io non ero al governo, eravamo all’opposizione, un po’ a latere,
ma all’opposizione, e non avevo capito le critiche, comunque erano state fatte delle critiche. Questo per
dire che se non si fosse fatto il Silla 2, oggi avremmo una grave crisi a Milano.
Questo per dire anche che spesso nei discorsi che ho sentito, più che dire l’obiettivo di questo Piano è il
rifiuto, sembra che l’obiettivo sia la costruzione di un Piano fatto bene. Ma il Piano fatto bene è un
mezzo, se è fatto bene, per raggiungere l’obiettivo di controllare i rifiuti, non è l’obiettivo di costruire
un Piano teoricamente magari perfetto, come siamo usi fare in Italia, e poi restano lì le cose, perché io
sono sicuro che se andiamo a vedere in tutte le Regioni d’Italia, ci sarà un Piano Rifiuti perfetto, però
non attuato, quindi resta lì.
Allora, sicuramente il Piano è opera fondamentale, indispensabile, ma va agganciato a dei crono
programmi, tempi, costi e investimenti, altrimenti resta un programma bello sulla carta, che però non
risolve nulla. Ho detto tempi e costi, perché quando anche Calaminici diceva, a proposito degli
inceneritori necessari, del potenziamento, piuttosto che di nuovi impianti, io, in linea di massima, che ci
siano nuovi impianti o potenziamento degli esistenti, non entro, è un discorso tecnico, l’importante è
che alla fine ci debba essere il completamento del quadro di cui si discute. Però mi sarebbe piaciuto che
in questo Piano, di fronte alla lunghezza del tempo di intervento per progettare un impianto e alla
costruzione di un impianto, che sono nell’ordine di cinque o sei anni, ci fossero state tutte le indicazioni
che ci sono, cioè il trend in diminuzione dei rifiuti, l’aumento della raccolta differenziata e così via, e di
fianco il trend necessario per progettare un impianto ed arrivare alla produzione dell’impianto, cioè al
termovalorizzatore o all’inceneritore, in data tal dei tali. Questo perché, se per caso quelle riduzioni
previste, che sono legate anno dopo anno, non si raggiungono, c’è un dato in cui a un certo punto si
deve far partire la costruzione dell’impianto.
Quindi, in mancanza di un programma operativo di: noi prevediamo una discesa di raccolta, come
avete fatto entro il 2011. Se per caso non si raggiungono gli obiettivi del Piano cosa si fa? Si decide dal
2011 cosa fare? No, bisognava mettere, secondo me, un programma di lavoro accompagnamento per
dire, entro un anno, due anni, benissimo, se però per due anni si sbagliano gli obiettivi, non vengono
raggiunti, allora bisogna far partire con urgenza un inceneritore, perché altrimenti cosa facciamo? Lo
mandiamo all’estero? (Intervento fuori microfono). Sì, certo, mi sarebbe piaciuto che qui dentro ci
fosse stato un riferimento all’osservatorio e nel caso che entro il… no si fa, allora si fa partire un
potenziamento o… Comunque è una domanda che rivolgo all’Assessore, magari la risposta l’ha e mi fa
solo felice.
Poi riprendo un attimo quanto diceva il mio capo Gruppo. Comunque sia in questo Piano si dice sempre
l’obiettivo è l’autosufficienza, ma qualora non possa essere realizzata, l’eventuale quota residua dovrà
essere collocata in impianti fuori Provincia. E questo è ovvio, però bisogna vedere se gli altri sono
d’accordo, io credo che bisogna fortemente perseguire l’autosufficienza, anche perché poi andando
avanti nei discorsi che avete fatto, per esempio a pag. 52 c’è tutta una riduzione dei rifiuti, il secco,
l’umido e così via, e se poi andiamo a vedere a pag. 53, dove dice i rifiuti previsti a trattamento
termico, alla fine, cosa succede? Attenzione che la Provincia di Milano attuale, che non sarà la
Provincia di Milano futura, è carente e quando scorporeremo Monza, la situazione vostra, dico vostra,
perché io sono nella Provincia di Monza, peggiorerà ulteriormente.
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Qui non vedo nessun dato rispetto a questo peggioramento di scorporo della Provincia di Monza, che è
virtuosa rispetto alla Provincia di Milano futura, e che quindi vi manderà in crisi. Anzi, vedo che il
trattamento termico, a pag. 53 dice che l’unico intervento previsto nel 2010 è la Bea di Desio, che
raddoppia la sua capacità di smaltimento, da 216.000 potenzialità di trattamento termico passerà a
479.000, gli altri restano fermi. Siccome Desio è nella Provincia di Monza e Brianza, io penso che
Desio è un problema della Provincia di Monza e Brianza, quindi se voi di Milano non avrete questo
raddoppio, cosa fate? Questo è un dato, Assessore, di cui io non vedo traccia. La Provincia di Monza
può darsi che vi offra questa opportunità, ma può darsi che vi dica no, un momento, mettiamo a posto il
nostro coso, voi arrangiatevi, migliorate Sesto o datevi da fare di più a Sesto, non lo so.
Nella pagina successiva c’è tutta una riduzione dei conferimenti attesi in discarica, una forte riduzione
che passa da 250.000 tonnellate nel 2004, oggi siamo a 170/180.000 a circa 100.000. Ma io non ho
visto come fa a raggiungere questo obiettivo la Provincia di Milano, perché Meroni ha fatto presente
correttamente, che è stato ripreso anche dal vostro collega, che un conto è essere virtuosi, e quindi
raggiungere una raccolta differenziata come nella Provincia di Monza, in cui gli abitanti sono 800.000,
sono tanti, però sono diffusi in paesi di media o piccola dimensione, quindi lì abbiamo raggiunto il 60%
di raccolta differenziata, che è un dato molto significativo, di cui ci facciamo gloria, ma sicuramente
anche legato alla distribuzione sul territorio della popolazione, caro Gaiardelli. Altro è Milano, in cui a
me piacerebbe sentire l’Assessore, che forse ha dei dati su come sono le città simili, perché Monaco è
una città diffusa, quindi se a Monaco fanno la raccolta differenziata e raggiungono valori come la
Brianza è capibile, ha un tale vasto territorio anche di verde e di ville sparse. Mi suggerisce di dire
Genova, per esempio, cosa fa, oppure cosa fa Parigi, cioè grosse città dell’Europa, simili come
struttura, con un centro storico tipo Milano, perché noi non è che dobbiamo inventare l’acqua calda, si
deve obbligatoriamente fare riferimento alle città più avanzate, e il Nord Europa è tutto più avanzato.
Purtroppo noi siamo la coda del Nord Europa, e chissà perché non riusciamo mai ad agganciarci.
Torno a sottolineare che il Nord Europa, quando tratta i rifiuti, perché i rifiuti comunque vengono
bruciati, recupera gli scarti, le ceneri sono compattate e sono utilizzate in vari modi. Quello che so io,
ma ci sono tantissimi modi evidentemente, è che li usano ad esempio per fare le autostrade, come
sottofondo, oppure li usano per fare piastrelle da mettere dove ci sono i parcheggi, con quegli
autocementanti che lasciano filtrare. Ecco, allora Gaiardelli dovrebbe stare attento e capire che anche il
30% di secco che c’è, se è fatto bene, può essere recuperato, invece di utilizzare, noi sfasciamo le
nostre montagne, andate verso Lecco a vedere come sfasciamo le montagne, per cavare della sabbia,
che poi viene utilizzata in vari modi. Un uso intelligente della frazione secca del rifiuto dopo la
termovalorizzazione o la distruzione del rifiuto mi va benissimo, viene utilizzata per questo tipo di
scopo. Quindi il rifiuto c’è, ed è ineliminabile, però viene utilizzato.
Facciamo anche noi questo, io non ho visto nulla in questo senso di recuperi, di forzare l’utilizzo dei
recuperi della fase secca che si trova nei forni. Potrei andare avanti, ma io mi fermo qui, mi attendo
alcune informazioni e dico che un Piano di questo genere, se fosse stato un po’ più mirato a definire
anche tempi, proprio sui quattro settori, riduzione iniziale, trattamento dei rifiuti e trattamento finale
nella termodistruzione, avrebbe potuto avere, con una tempistica, costi, investimenti, almeno sulla
carta, avrebbe potuto avere, credo, l’approvazione della maggioranza. In realtà, si fa una trance
abbastanza dettagliata delle prime tre fasi, mentre della parte finale, e questo lo capisco, dato che avete
al vostro interno persone che si oppongono nettamente al trattamento dei rifiuti nei forni inceneritori
dove si recupera energia, ma sono forni inceneritori, non viene detto nulla.
Ho sentito poi da qualcuno della maggioranza prima che auspicava una diffusione di forni inceneritori
piccoli, sparsi ovunque. Io spero che non sia seguita questa indicazione, perché è deleteria. Si parla
sempre di diossina, micropolveri, nanopolveri, ecc. Bene, uno dei motivi per cui i forni, comunque sia,
buttano nel camino delle sostanze pericolose, è la possibilità o meno di controllare la temperatura nel
forno, e quanto più piccolo è il forno, tanto più difficile è controllare la temperatura, per esempio la
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diossina si sviluppa sotto gli 850 gradi, sopra no. Allora, in un forno piccolo, questo delta su e giù che
va a scorrere sotto 850 gradi, sicuramente è molto più difficile da controllare.
Quindi va tenuto presente, però qui, per fortuna, non lo vedo, che l’incenerimento in forni piccoli,
magari anche poco controllati, con personale poco esperto, con controlli meno stringenti rispetto a forni
di media e alta dimensione, sono molto più pericolosi, e spero che i Verdi concordino con noi, dei
piccoli impianti che, oltre a impattare su tutto il territorio, in termini di trasporto, ecc., sono anche
pericolosi proprio per chi vive vicino. Quindi io auspico che la dimensione minima degli inceneritori
sia ben definita, in modo da evitare questi problemi che sarebbero deleteri per una vasta parte del
territorio, grazie.”
Nel frattempo è entrato in aula il Consigliere Bernareggi. (presenti 38)
Consigliere Maestri: “Grazie Presidente. Un mio amico prete sosteneva, quando gli dicevano che non
aveva senso dello Stato perché voleva fare entrare i migranti e non si curava delle frontiere, sosteneva
che lui e la nube di Chernobyl non avevano senso dello Stato. Allora, io, parafrasando il mio amico
prete, direi che io, le diossine e le polveri sottili siamo ideologici. Nel senso che c’è un atteggiamento,
questo sì ideologico, di considerare un pensiero scientifico, quello ecologista, quello di una sinistra che
in Italia c’è stato, quello di un ragionamento scientifico che è nato dai luoghi di lavoro, la tutela della
salute sui luoghi di lavoro, da personaggi come Maccacaro, ecc., che considerano la salute un bene
irrinunciabile e che la tutela della salute non si possa fare attraverso la cura semplicemente, ma
soprattutto attraverso la prevenzione. Un pensiero scientifico che in questi anni è stato portato avanti in
varie forme, che ha trovato il suo spazio nelle università, che non ha nulla di ideologico, ma appunto ha
tutti i crismi del pensiero scientifico, quindi discutibile, perché la scienza non è né esatta né neutrale,
ma a quel livello lì, quindi non al livello di una presa di posizione ideologica.
E sul tema di cui stiamo parlando, sui rifiuti, c’è una contrarietà scientifica, oltre che una scelta
politica, rispetto alla scelta della termovalorizzazione, dell’incenerimento dei rifiuti come scelta
prioritaria, come scelta da cui non si può fare a meno. E’ un pensiero che cura i costi economici e
scopre che il riciclo e il riutilizzo costano molto meno dell’incenerimento, che cura i costi energetici, il
bilancio energetico e scopre che il riciclo e il riutilizzo fanno risparmiare più energia di quanta se ne
produca incenerendo i rifiuti, e un pensiero che scopre nell’impostazione politica di chi dice prima
ragioniamo su quanti rifiuti devono andare all’incenerimento e poi, a quel punto, altrimenti
l’inceneritore non ha nessun senso se non gli si danno i rifiuti per cui è stato costruito, diventa
antieconomico, oltre che più pericoloso, se produce meno di quanto potrebbe.
Facendo un salto in avanti, siamo stati accusati, o meglio questa maggioranza è stata accusata di essere
ostaggio di Verdi e Comunisti, ovviamente da comunista, da membro del Gruppo di Rifondazione
Comunista, potrei anche essere contento di questa accusa, se fosse così. In realtà mi permetto di essere
un filino pedante e vi leggo punto per punto quello che c’era scritto nel programma elettorale del
Presidente Penati e dell’insieme dell’Unione nel 2004 in materia di rifiuti, quando si proponevano:
1. Azioni finalizzate alla riduzione dei rifiuti prodotti, anche attraverso accordi con i produttori per
la riduzione degli imballaggi, pagina 36 della sintesi di Piano, se leggete c’è. In un Piano in
genere è scritto, cosa vuoi che ci sia in un piano? O lo suoni, o lo scrivi.
2. Interventi di gestione corretta nelle fasi di raccolta, trasporto, riutilizzo e smaltimento dei rifiuti
solidi urbani prodotti nei singoli Comuni, pag. 37.
3. Azioni finalizzate alla riduzione dei rifiuti prodotti, ancora pag. 36.
4. Sempre a pag. 36, anche se su questo probabilmente bisogna approfondire, incentivazione dei
comportamenti ambientalmente corretti per quanto riguarda il rapporto tra produzione dei rifiuti
urbani e famiglie.
Io qui aggiungerei, ammetto, c’è una previsione interessante nel Piano che parla delle cosiddette, il
regolamento per le eco feste, abbiamo l’ex Sindaco di Mezzago, che ne sa qualcosa, visto che è un
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Comune che ha approvato un regolamento del genere, perché davvero nelle feste che noi tutti facciamo
come partiti, come associazioni, come gruppi, c’è uno spreco e una produzione di rifiuti… (Intervento
fuori microfono). Certo, anche. No, io non ho detto che qua c’è il regolamento, ho detto che c’è un
tentativo di buone pratiche per quanto riguarda le feste, non è un problema di regolamento, il
regolamento mi interessa poco, è un problema di buone pratiche.
Dicevo che questo è un esempio, ma sicuramente un’incentivazione e un approfondimento del tema
delle buone pratiche in materia ambientale anche per la pubblica Amministrazione è assolutamente
importante. E questa deve partire da una formazione specifica che riguarda gli amministratori, quindi
noi tutti, ma anche i funzionari, i dipendenti. Appunto, noi siamo probabilmente in quanto
amministratori più spreconi di quanto siano gli stessi dipendenti, su questo non ho dubbi, ma una
formazione specifica a tutti sulle possibilità di buone pratiche in materia di riduzione della produzione
dei rifiuti è assolutamente importante.
Andiamo avanti, dismissione della vecchia impiantistica e avvio del sistema integrato di trattamento dei
rifiuti solidi urbani. Direi che questo è il centro, è proprio il cuore. E quindi? Dove è scritto il
contrario? C’è scritto avvio del sistema integrato di trattamento RSU. La vecchia impiantistica? No,
non è vero, non è assolutamente vero, è una riqualificazione. Poi avvio impianti di compostaggio
programmati, pag. 11 e pag. 41, eccetera, non vado avanti.
Io credo che questo Piano metta in luce, oltre che appunto delle scelte politiche, anche la
professionalità e la capacità degli uffici, dei tecnici, dei consulenti, di chi ha lavorato attraverso
un’elaborazione di dati raccolti dall’osservatorio sui rifiuti, raccolti dagli uffici, dati che sono diventati
Piano in una costruzione che è anche politica, ma che è stata frutto di una discussione anche qua in
Consiglio, in maggioranza, in Giunta, ecc. E’ stata più volte ringraziata l’Assessore Brembilla per le
modalità di costruzione di questo Piano, lo faccio anch’io, ringraziando insieme tutti i tecnici e i
funzionari che hanno lavorato, che ci hanno messo a disposizione dei dati che io credo siano corretti
nell’impostazione sia in questo caso scientifica, sia nelle previsioni, perché ragionano su come fare le
previsioni e hanno un’impostazione. Non è condivisibile? E’ discutibile? Certo, tutto è discutibile, ma è
un’impostazione scientificamente fondata. E da quello ci sono delle scelte conseguenti, e ovviamente le
scelte sono ancora più discutibili, ma qui si ragiona sugli spazi possibili di riutilizzo, di riciclo, di
riduzione della produzione di rifiuti.
E’ un percorso logico, con una tempistica che trova il suo spazio, non è vero che non c’è un crono
programma, c’è e come un crono programma, è a pag. 250 del Piano… No, non c’è il crono programma
del termovalorizzatore, non casualmente certo, non è che non lo vogliamo, il Piano non lo vuole.
Chiudo proprio su questa questione. Ci sarà il termovalorizzatore o non ci sarà il termovalorizzatore?
Su questo la discussione. Questo Piano non è una scommessa, è un impegno. E’ un impegno a fare in
modo che non ci sia necessità del termovalorizzatore nuovo, dell’ulteriore impianto di
termovalorizzazione. C’è scritto che si potenziano, riqualificano, gli impianti esistenti, anche in
prossimità, è scritta questa cosa, c’è scritto soprattutto nelle controdeduzioni al Comune di Milano che,
una volta che tutte queste azioni siano state portate avanti da parte della Provincia o da parte dei
Comuni interessati, per cui davvero si faccia la raccolta differenziata e si raggiungano quei livelli,
davvero si faccia l’impiantistica, non di termovalorizzazione, davvero si facciano gli interventi su
impianti esistenti. Se tutto questo produce un residuo non altrimenti smaltibile, c’è da mettere in
programmazione un eventuale nuovo impianto.
Questi sono dei passaggi logici, naturalmente qualcosa su cui il centrodestra non è d’accordo. Questo
naturalmente fa parte delle scelte politiche. Il nostro giudizio positivo su un Piano che abbiamo
costruito assieme, che ci ha visto lavorare per mesi, per oltre un anno, alla costruzione di questo Piano,
il nostro giudizio positivo è basato su queste considerazioni, che sono considerazioni scientifiche e
politiche, e non tanto ideologiche, tutto sommato.”
Nel frattempo è entrato in aula l’Assessore Barzaghi.
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Consigliere Accame: “Grazie Presidente. Devo dire che l’intervento del collega Guerra prima e del
collega Maestri, hanno chiarito, direi in maniera molto definita, qual è il percorso che questa
Amministrazione ha deciso di adottare durante la stesura di questo Piano. Ed è evidente che su questo
Piano, così come formulato, pesano delle opzioni politiche, di Gruppi politici importanti in quest’aula e
importanti nella maggioranza che governa questa Amministrazione, che pongono delle condizioni, mi
sembra molto precise, su una tematica tecnica, ma che è una tematica importante, che ha una ricaduta
politica incredibile sulla salute e sulla coesistenza della nostra comunità, appunto delle opzioni
politiche molto chiare e molto nette. Opzioni politiche che, non per presa di posizione tout court, non
perché il centrodestra deve per forza avere una visione completamente differente della società rispetto
agli amici di Rifondazione Comunista, dei Comunisti Italiani, ecc, ma perché crediamo che siano
opzioni sulla carta, di carattere propagandistico, ma che non abbiano una reale efficacia sul concreto
problema dei rifiuti.
Quello dei rifiuti in Italia è un problema storico, è uno dei tanti ritardi in cui il sistema economico
italiano non è riuscito ancora a risolvere, così come tutti gli altri Paesi dell’Unione Europea, una
questione importante. Fino a qualche anno fa, anzi fino a poco tempo fa, addirittura il principale
sistema di smaltimento di rifiuti era quello della discarica. Sappiamo benissimo che la discarica è per
sua natura il sistema più inquinante che si possa adottare sul territorio per smaltire rifiuti. E’ un po’
come quando si fa il famoso sistema di mettere la polvere sotto il tappeto, prima o poi riesce, prima o
poi reinquina, prima o poi avvelena le falde acquifere. Adesso ci sono, e mi sembra che non ho sentito
in quest’aula opinioni differenti, si sono evolute delle tecnologie che consentono di distruggere gran
parte di questi rifiuti, di non emettere nell’ambiente, nell’aria, delle scorie tossico nocive che possono
procurare danni alla popolazione e che consentono anche nel loro processo evolutivo di creare dei
sistemi di produzione energetica di cui il Paese ha bisogno.
Cosa fa la Provincia di Milano, che dovrebbe essere la Provincia più all’avanguardia d’Italia e
sicuramente la Provincia più ricca, la Provincia che produce la maggior parte di prodotto interno lordo
del Paese? Decide di non decidere, sostanzialmente. Decide di non decidere, proprio perché, così come
diceva il collega Guerra, a cui io riconosco una sua coerenza di carattere ideologico e fortemente
antisistema, comunque decide di far sì che questi sistemi di termovalorizzazione, che sono
all’avanguardia, che garantiscono una distruzione quasi completa dei rifiuti, non si diano i necessari
impulsi per la costruzione di quegli impianti di cui la nostra Provincia ha evidentemente bisogno. Che
sia evidente che la nostra Provincia ne ha bisogno, risulta dal fatto che esistono scientifiche statistiche
che indicano la costante crescita, circa il 2% l’anno di crescita dei rifiuti sul nostro territorio.
Questo ente ha deciso, non so per quale ragione, ma non vedo altro che una ragione di carattere
politico, di far sì di pensare o di progettare che la rivalutazione in realtà sia molto minore. Io non ci
credo. Non ci credo perché, oltre ad averlo scritto, non è indicato in questo Piano quali politiche
concrete questo ente abbia deciso per ridurre questo incremento di produzione di rifiuti. Non sono state
affrontate azioni serie e concrete per aumentare la raccolta differenziata, si dice solo in maniera
generica che bisogna aumentare la raccolta differenziata in percentuale, con una percentuale addirittura
superiore al 10%. Io spero che sia così, mi auguro che sia così, saremmo tutti felici se fosse così, ma
fino ad oggi ciò non si è verificato, e non si capisce come dalla traduzione dello scritto che c’è sul
Piano Rifiuti poi vada questo, e mi sembra veramente paradossale, a ricadere sulla volontà dei cittadini,
che nulla sanno che noi stiamo approvando questo importante atto in quest’aula, sul fatto che da
domani si mettano a separare l’umido con la carta, con la plastica, con il cartone, con la raccolta del
vetro. State tranquilli che domani, quando quest’aula avrà approvato questo Piano, i cittadini
continueranno esattamente a fare quello che fanno oggi, perché le politiche sulla raccolta differenziata
sono politiche di lungo periodo, molto lungo periodo e spesso e volentieri abbiamo potuto constatare
anche inefficaci.
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Il riciclo e il recupero sono sicuramente auspicabili, sono due fattori importanti, ma anche in questo
caso, come si tenda o come si riesca di fatto ad aumentare la quantità di rifiuti da riciclare o da
recuperare per utilizzarla per altri scopi, questo non è dato sapere. Quindi vi sono all’interno di questo
Piano una serie di buoni propositi che però non corrispondono alla realtà che c’è fuori da questo
palazzo, alla realtà che c’è in tutta la provincia di Milano. Noi abbiamo bisogno di potenziare, e su
questo faccio presente le apparenti contraddizioni, perché l’Assessore Brembilla in questo Piano dice in
maniera molto chiara che si potrebbero o si dovrebbero potenziare le realtà di termovalorizzatori già
esistenti, sotto 400.000 tonnellate anno. Però nel 2005, quindi due anni fa, l’Assessore, sul Giorno,
diceva potenziare il termovalorizzatore di Silla 2 è un crimine. Adesso vi è all’attenzione… Sì, c’è
anche la foto. Anzi, non è un’intervista, scusate, è un intervento dell’Assessore, una lettera aperta
dell’Assessore al Giorno.
Allora, che vi sia una ondivaga linea di progettazione in questo ente, mi sembra evidente, perché se si
decide di potenziare, due anni fa invece l’ipotesi era quella di non fare assolutamente nulla,
probabilmente fare un nuovo impianto. Ci sono dei fattori che stridono, dovete comprendere anche la
mia ironia su questo Piano, perché se ci fosse chiaro che la termovalorizzazione la Provincia è
assolutamente contraria, se ci fosse chiaro che la termovalorizzazione la Provincia la pone come
obiettivo primario, noi potremmo fare delle scelte.
Invece questo Piano decide principalmente secondo la linea che molto correttamente Guerra ha indicato
a quest’aula, cioè quella di non decidere. Non si decide perché non bisogna incenerire troppo, non si
decide perché bisogna differenziare di più, ma poi non si sa se succederà. Allora il risultato sarà che
questo Piano Rifiuti avrà una vita abbastanza breve, avrà la vita del tragitto da qui alla Regione
Lombardia. La Regione Lombardia farà le sue valutazioni, poi deciderà se questo Piano garantisce la
compatibilità con le leggi regionali che prevedono l’autosufficienza nel campo dei rifiuti. Io penso che
così non sia. Ragion per cui la nostra opinione molto chiara è che comunque un grande impianto di
termovalorizzazione in Provincia di Milano, e non vogliamo nasconderci dietro un dito, abbiamo detto
che eravamo disponibili a fare delle scelte di carattere riformista e dare delle indicazioni precise e
venire incontro su determinate scelte di questa maggioranza.
Non sono stati raccolti, collega Guerra, i nostri suggerimenti, le nostre indicazioni in commissione, ecc,
e oggi ci troviamo a lavorare su un percorso quanto mai poco chiaro, pieno di buoni propositi, ma pieno
anche di propositi difficilmente realizzabili. Quindi ci troveremo qui fra un anno, quando il Piano avrà
compiuto il suo normale iter, con un probabile commissariamento del… No, non vi preoccupate,
perché non sarà la Regione ma sarà Penati che gestirà invece, lo farà lui direttamente senza dover
interpellare voi, senza dover passare dalle mediazioni di questa difficile e complicata maggioranza,
avrà lui la potestà decisoria di indicare dove questo famoso impianto.
Allora io faccio una previsione. No, ne abbiamo già tanti, ti faccio presente che la zona 7 ha vicino sia
Silla 1 che 2, quindi mi sembra che sia già abbastanza sfruttata da questo punto di vista. Possiamo
anche metterne un altro. Detto ciò, siccome abbiamo ancora due anni di fronte alla scadenza legislatura,
io aspetterò tranquillamente la fine della legislatura per vedere se è andata come dite voi, o se è andata
come diciamo noi, cioè che l’estate prossima, a luglio, ad agosto, perché poi Penati è bravissimo a fare
le cose intorno all’8, 10 di agosto, valga per tutti la famosa operazione ASAM Serravalle, vedremo se
la Provincia non deciderà prima della fine della prossima legislatura di dislocare un importante
impianto sul territorio della Provincia. Poi magari sentirà Foglia che mi dirà: ma noi l’avevamo sempre
detto, è sempre stato il nostro progetto amministrativo, è sempre stato il nostro progetto politico.
Tutto è possibile, però qui oggi non è scritto, e non essendo scritto in maniera chiara e in maniera
inequivocabile qual è il percorso che si vuol far fare al continuo aumento di rifiuti che c’è in Provincia
di Milano, noi come opposizione, come Forza Italia, chiaramente non possiamo essere concordi nel
votare questo Piano che riteniamo inadeguato, insufficiente e in alcuni casi anche contraddittorio,
grazie.”
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Presidente del Consiglio: “Esposito, lei non era già intervenuto stamattina”
Consigliere Esposito: “No, volevo fare l’intervento.”
Presidente del Consiglio: “La parola a Esposito.”
Consigliere Esposito: “Grazie Presidente. Io non ruberò i quindici minuti previsti per l’intervento,
perché tra l’altro è una materia questa dei rifiuti rispetto alla quale io sono oggettivamente disarmato,
per cui ho apprezzato tutti gli interventi che i colleghi hanno fatto questa mattina e adesso. Mi dispiace
soltanto di non aver seguito l’intervento di Calaminici che, a detta di Elli, ha detto molte cose sensate,
constatando che le molte cose sensate di Calaminici però non sono state raccolte dal Piano. Da questo
io naturalmente parto, dicendo che questo spesso accade e le voci dotate di buonsenso raramente
vengono raccolte. Una osservazione all’amico Maestri, perché rifiutava il collega e amico Maestri la
definizione di ideologico di questo Piano, contrapponendo il termine, credo il qualificativo scientifico
al fatto dell’ideologizzazione che qualcuno vuole attribuire al Piano.
Nella nostra concezione è ideologico quello che non riesce in qualche modo a perseguire uno scopo,
date alcune premesse, quindi rischia di essere velleitario, tendenzialmente teoretico, astratto, avulso da
quella che è la praticabilità di una soluzione. Dico soltanto all’amico Maestri che anche il concetto di
scientifico, per quanto noi vogliamo discuterne, ha qualche difficoltà ad essere incardinato in maniera
così perfetta. Ciò che è scientifico, diciamo ciò che è scientifico adesso, oggi, e allora si presume che
questo Piano parta da una serie di condizioni scientificamente corrette adesso, quindi trascuro l’aspetto
dell’ideologia, anche perché ho visto già in passato costruzioni perfette di società nelle quali la
giustizia, l’uguaglianza e i valori importanti che si volevano affermare hanno poi dovuto in qualche
modo scontrarsi e confrontarsi con qualcosa di molto umano che sono le emozioni, le passioni, la
praticabilità, il principio di realtà, che è una delle costanti di una cultura che obiettivamente mi rendo
conto si contrappone ad altra cultura, nella quale qualcuno diceva il principio del piacere, il principio
delle cose che si vorrebbe che fossero, ma che poi bisogna in qualche modo fare in modo che siano, e
quello spazio che talvolta ci divide rispetto a orientamenti e stili mentali, più che non a visioni della
vita. Scientifico quindi oggi, tenendo presente del principio eminente della falsificazione della scienza,
per ammesso che ciò che sia scientifico adesso e che sia contenuto in questo Piano dovremmo dire che
è un dato, almeno per un periodo breve o medio breve, percorribile.
Bisogna incrementare la raccolta differenziata, bisogna perseguire questo obiettivo, ci sono 2 milioni di
tonnellate, ci sono 500 chili a testa e bisogna fare in modo che siano meno. Accanto agli Stati canaglia
ci sono i Comuni canaglia, Milano è un Comune canaglia nell’assunto che intuisco da tutti gli
interventi, c’è un Comune canaglia che anche con i rifiuti ci costringe a prendere atto, forse perché
condotto e governato da taluni, ma questo è assolutamente…, dimenticando storie lunghe, perché c’era
qualcuno che si era trovato la scorsa legislatura, dopo trent’anni di mancati depuratori a doverne fare
qualcuno, sino a tre si dice e che è riuscito poi con la sfida degli Amici della Terra a farli, i quali si
tuffavano e giuravano di tuffarsi, hanno dovuto poi tuffarsi, perché in effetti quella strana cultura di
quelli che dicevano poi aveva realizzato, quella governance truculenta aveva realizzato tre depuratori,
ecc. Però rimane comunque un Comune canaglia, dove noi eletti, tra l’altro, nei collegi della città di
Milano, che dovremmo in qualche modo rappresentare questa tendenziale feccia civica. No,
obiettivamente gente non usa come nella splendida Brianza, a mettere da parte nella villetta a schiera,
nei Comuni piccoli, lì dove obiettivamente il rifiuto è anche abbondante, quindi necessariamente esiste
uno stile anche di vita.
Però qualcuno vorrebbe che noi facessimo come nella verde Brianza, dove nell’appartamentino di 30,
40, 70 o 100 quando è grande, perché nei 100 mq ormai in città, in una città come questa, dovremmo e
non siamo capaci perché nativamente, antropologicamente diversi dalla ridente Brianza e dai
politicamente corretti, perché anche nella truculenta città voi sapete che ci sono quelli che sanno fare e
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gli altri, come noi che siamo un po’ meno capaci e indotti per cultura a fare, a mettere da parte per
incrementare questa raccolta differenziata. Fatto sta però, detta così, che la raccolta differenziata è al
30% nelle grandi città, e guarda caso nella virtuosa e sinistrese Genova al 23%, da quello che si legge,
noi siamo al 30% e dovremmo raggiungere fino al 60%. Il Piano prevede che così s’ha da fare. La
legge lo prevede, di più, la legge regionale lo prevede, lo prevede la legge.
Allora, coloro che hanno questa fede immensa nella legge dicono che la legge impone che così sia. Un
po’ come la Costituzione, che prevede che i bilanci dei sindacati siano resi pubblici, tutte queste leggi
un po’ strane che prevedono, nella patria delle leggi e del diritto, tutta un serie di leggi, come quelle dei
decreti dei Verdi, chiamati a risollevare e risolvere i problemi della Campania sofferente.
Quindi tutto questo è previsto, però potrebbe anche succedere, se siamo uomini di mondo, che questo
non accada, potrebbe anche succedere che la raccolta differenziata non riesca a raccogliere quegli
obiettivi, a perseguire e a raggiungere. Se così fosse, dice giustamente Elli e qualcun altro, nel Piano
che è oggettivamente ben scritto, la sinistra è bravissima, Calaminici, tu mi insegni, io ho docenti
colleghi, la sinistra è bravissima a scrivere i Piani, come il Piano Faunistico, il Piano dei trasporti. Sul
faunistico siete bravissimi, perché ho visto che sulle allodole, ecc. Il Piano è scritto benissimo, però
l’hanno fatto gli uffici, nel senso che lì ci sono i dati, delle previsioni che vengono assunte, ecc.
Noi diciamo che il Piano è formalmente un Piano ben fatto, diciamo che è tendenzialmente ideologico.
Non abbiamo detto che è ideologico, noi diciamo che è parzialmente velleitario e non sappiamo se
diciamo giusto, però crediamo di essere prudenti nel definirlo. Noi diciamo, in definitiva, che questo
Piano però è oggettivamente impraticabile, perché alcuni dati che vengono assunti non si possono dare
per acquisiti e non c’è la via di uscita.
Tre risposte rispetto all’ideologia contenuta nel Piano. L’obiettivo, dice Maestri, è non fare il
termovalorizzatore. Il Piano non è fatto per risolvere il problema rifiuti, questo se la registrazione di
quello che ha detto Maestri è fedele, il Piano è fatto per non fare il termovalorizzatore. Ho capito,
chiedo scusa, allora se quello che ha detto Maestri corrisponde a verità, e può essere un obiettivo nobile
su piano programmatico, perché io sono sicuro che la sinistra che chiamano radicale o estrema, è molto
attenta ai programmi, anche perché ha in qualche modo ereditato la precisione di programmi e di
obiettivi da formalizzare, che è di una cultura molto corretta e attenta a queste cose. Però quel
programma è smentito settimana per settimana e giorno per giorno almeno recentemente, dal Presidente
Penati.
Difficoltà, il Consiglio provinciale è quello che facciamo o il Consiglio provinciale è il preconsiglio
che in televisione il Presidente Penati in qualche modo recita settimana sì e settimana no? Perché se
Penati dice faremo e potenzieremo i termovalorizzatori e se non fossero sufficienti ne costruiremo altri,
è vero che lo dice da una parte, però poi in Consiglio provinciale bisogna che in qualche modo ne
prendiamo atto. Non se ne prende atto. Notare che Penati quando dice queste cose, risponde anche
all’esigenza di Gaiardelli, incremento della differenziata, autosufficienza, prossimità. Se vogliamo in
qualche modo raggiungere la prossimità, bisogna che ci mettiamo sulla strada non di rendere rigide le
situazioni che ci sono, ma di rendere possibili le realizzazioni che in qualche modo consentano la
prossimità come obiettivo, quindi anche la realizzazione di altri impianti.
L’impianto di Cologno, che non è l’impianto di Sesto, l’impianto di Cologno, che è già gravata e in
qualche modo condizionata da qualche villaggio e da mille altre cose che si stanno adombrando a
fianco alle ferite del passato, come tanti altri Comuni, qualcuno dice qui e comincio a registrarlo, e
temo che avremo qualche preoccupazione perché l’impianto di Sesto, che è l’impianto di Cologno,
dovrà essere potenziato, sarà spostato, è meglio così.
Detto questo, noi abbiamo definito il Piano prima come oggettivamente impraticabile. Siamo sulla
posizione realistica che si deve potenziare ciò che c’è già, se è possibile, se è praticabile, se è
condivisibile, perché anche qui crediamo che le cose, come Mediglia ci insegna, o come altre situazioni
in qualche modo insegnano, queste cose vanno fatte insieme alle comunità per una serie di ragioni.
Piccola parentesi, Inzago era dentro nel documento programmatico preliminare, non è che un dirigente
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della Regione si alza una mattina, aveva preso da qualche parte questa discarica di Inzago, che a
ragione il danno emergente si profila, un po’ come il mancato guadagno in concetti civilistici, ecc.
Quindi va benissimo, ma dobbiamo per forza di cose ad oggi, se le cose continueranno, come Elli dice
potrebbero continuare, bisogna che qualcuno preveda nel monitoraggio progressivo che se certe
condizioni non si verificano, noi dovremo andare necessariamente a costruire qualche impianto
aggiuntivo. Questo significa essere realistici. Se questa è la strada, ma tra virgolette sembra, a detta di
taluni, che non ci debba o non ci possa essere, in questo caso, non essendoci questa ipotesi, noi siamo
critici su questo Piano.”
Nel frattempo è entrata in aula l’Assessore Benelli.
Presidente del Consiglio: “Chiuda, grazie. Scusate, a questo punto c’è assoluta necessità di un incontro
fra i capi Gruppo e l’Assessore per decidere il prosieguo dei nostri lavori. Essendo ovviamente chiusa
la discussione generale, prego i capi Gruppo di trovarsi nell’aula a fianco, grazie.”
La seduta viene sospesa alle ore 16.47 e riaperta alle ore 17.16.
Nel frattempo è entrato in aula il Segretario Generale, avv. Princiotta.
Presidente del Consiglio: “Iniziamo con il primo ordine del giorno presentato, a cura del Consigliere
Ruggiero Lombardi, cui do la parola per l’illustrazione. Ricordo che gli interventi sugli ordini del
giorno sono uno per Gruppo, mentre per gli emendamenti il regolamento dice tutti. Prego Lombardi.”
Il Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
OGGETTO – Ordine del giorno collegato all’adozione del piano provinciale di gestione dei rifiuti,
presentato in data 5 luglio 2007 dal Consigliere Lombardi, per chiedere di individuare una figura
professionale incaricata esclusivamente della gestione dei rifiuti.
Consigliere Lombardi: “Grazie. Non ruberò tutto il tempo a mia disposizione, in quanto
l’emendamento l’ho già illustrato in sede di dibattito generale, sostanzialmente laddove si prevede
giustamente, siamo tutti d’accordo, di ridurre i rifiuti e soprattutto l’incremento dei rifiuti, magari oltre
quel 20% in base all’incremento previsto del 1,3%. Quindi, laddove si prevede riduzione almeno
dell’incremento dei rifiuti, laddove si prevede l’aumento della raccolta differenziata anche tramite una
migliore intercettazione di raccolta differenziata, credo che almeno come Amministrazione Provinciale,
diciamo così, passatemi un termine improprio, come azienda dobbiamo dare il buon esempio.
Duemilacinquecento dipendenti producono un mare di carta, lo vediamo, noi stessi oggi abbiamo
prodotto un quantitativo forse eccessivo di carta, forse ci poteva essere da parte nostra un consumo
minore di materia prima, questo, secondo me, lo può dire una figura professionale adatta, che è nata di
recente, che è quella sostanzialmente del manager interno all’Amministrazione Provinciale, individuato
fra i dipendenti dell’Amministrazione Provinciale, quindi non esterno, che tenti di ridurre, laddove è
possibile, il quantitativo di materia prima utilizzata e, laddove non è possibile ridurre il quantitativo di
materia utilizzata, tenta di recuperarne quanto più possibile. Quindi questa è la logica
dell’emendamento che vi voglio leggere: “Considerati gli obiettivi del Piano Rifiuti della Provincia di
Milano in tema di riduzione e recupero dei rifiuti, il Consiglio Provinciale impegna l’Amministrazione
Provinciale ad individuare al proprio interno una figura professionale, un manager esclusivamente
incaricato della gestione dei rifiuti, affidandole obiettivi di diminuzione dei rifiuti e recupero di materia
dagli stessi, e a promuovere l’esportazione di tale modello nelle altre Amministrazioni pubbliche.”
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Limitiamoci per il momento alle Amministrazioni pubbliche, sarebbe già bello e interessante se
l’esperienza, se il Consiglio provinciale lo ritiene, da adottare qua in Provincia di Milano, per i
dipendenti, per le sedi della Provincia di Milano, per i lavori anche di questo Consiglio, fosse esportato
almeno nei Comuni più grandi, e ce ne sono parecchi, della nostra Provincia. In un secondo tempo si
potrebbe anche pensare di fare degli accordi di programma con le aziende private, per tentare di
esportare questo modello non solo negli enti pubblici, non solo nelle aziende pubbliche, ma anche
magari nelle aziende private. Perché no? E’ una figura che in alcuni Paesi europei, quelli della Penisola
Scandinava, in particolare, si sta diffondendo sempre più, in Italia ci sono le professionalità, in questa
Provincia ci sono le professionalità già presenti adatte a rivestire questo ruolo, penso che, se c’è la
volontà, si potrebbe già iniziare da domani a risparmiare qualcosina in termini di rifiuti, grazie.”
Presidente del Consiglio: “Dicevo, un solo intervento per Gruppo sugli ordini del giorno, De Nicola per
A.N. Prego De Nicola.”
Consigliere De Nicola: “Io ritengo che l’ordine del giorno che il collega Lombardi ci sottopone è un
ordine del giorno trasversale, un ordine del giorno che potremmo dire che non ha una bandiera politica
e non ha neanche, giocando sul termine usato dall’Assessore, una filosofica di fondo. Mi pare che sia
un ordine del giorno propositivo, ecumenico. E’ un ordine del giorno che però pone l’accento su una
difficoltà, su una difficoltà che c’è e che è condivisa, e comunque la necessità di ridurre il numero, la
quantità dei rifiuti che vengono prodotti e la necessità di creare una cultura nelle istituzioni, che ponga
le istituzioni nella possibilità di dialogare tra di loro, non Provincia conflittuale con altre istituzioni,
non contrapposizioni di schieramento, non pregiudizi ideologici, ma una nuova cultura dell’istituzione,
una cultura che porti alla creazione, e io trovo l’innovazione interessante in questo ordine del giorno,
che è l’intuizione di dire creiamo una figura ad hoc, una figura nell’istituzione, che abbia il compito, se
interpreto bene, ovviamente di gestione.
Nessuno ipotizza che la gestione dei rifiuti possa non rispondere ad un indirizzo politico, ad un
indirizzo comunque di tutti, quindi questa figura dovrebbe comunque rappresentare un indirizzo nella
gestione. Indirizzo che a leggere, e lo verificheremo più avanti, quando discuteremo gli altri ordini del
giorno, un indirizzo nella gestione che comunque è condiviso, che comunque potremmo dire esiste una
omogeneità di posizione sull’indirizzo nella gestione. Quindi l’idea di una figura istituzionale, con
degli obiettivi, che sono gli obiettivi che questa figura deve espletare, quelli di ridurre, diminuire il
quantitativo dei rifiuti, recuperare l’idea condivisa, espressa in questo Piano del recupero della
ricchezza del rifiuto e promuovere l’esportazione di tale modello. E come non condividere l’idea di
esportare la cultura delle 3 R, questo messaggio mediatico facile da raggiungere, facile da far percepire
all’opinione pubblica.
Certo, tutto questo, caro Lombardi, avrebbe un significato se, a questa figura istituzionale, a questa
figura che nascerebbe con la cultura del parlarsi, dell’aprirsi, del concordare, del buonsenso, della
ragionevolezza, noi non opporremmo poi i paletti, i diktat, che non nascono dalla visione reale del
problema, non nascono dalla storia, non nascono dagli studi, ma a questa figura poi ad un certo punto
probabilmente noi dovremmo dire fermati, fermati, perché poi c’è il pregiudizio ideologico, c’è chi ci
verrà a dire che non possiamo parlare di termovalorizzatori perché è una parolaccia, è una furbata
gergale, il termovalorizzatore è un elemento ostativo al buon vivere, e quindi a questo punto cambia la
situazione.
Ma, escludendo questi argomenti sui quali avremo tempo da qui in avanti, tutta la notte per
confrontarci, io credo che sia un emendamento da accogliere. Io credo che sia un emendamento di
apertura, io credo che sia una intuizione significativa, proprio per dar corpo, dal punto di vista
istituzionale, a quello che a parole abbiamo, hanno annunziato i rappresentanti della Giunta, i
rappresentanti dell’Amministrazione, e quello che può trovare un seguito nella volontà di realizzare
effettivamente la cultura delle 3 R.”
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Nel frattempo è entrata in aula l’Assessore Gasparini.
Presidente del Consiglio: “Grazie. Per Forza Italia, Bruschi prego.”
Consigliere Bruschi: “Grazie Signor Presidente. Opportunissimo questo ordine del giorno del
Consigliere Lombardi, almeno sotto due punti di vista. Opportunissimo e assolutamente attuale, e
guardo soprattutto il viso del Consigliere Scarano, che spero si sia spaventato, come mi sono
spaventato io, a vedere la mole di carta che ci è appena stata depositata, carta non riciclata. Carta non
solo non riciclata, ma carta lucida che, per chi non lo sapesse, è molto, molto più inquinante rispetto
alla carta normale, e aggiungo pure carta con colori, perché non ci si è risparmiati niente nella
produzione di questo corposo documento, nel momento in cui questo Consiglio si è dato a più riprese
atti di indirizzo che dicono, uno utilizzo di carta riciclata. Io, come Presidente della commissione
controllo, la prima cosa che ho fatto, e mi è testimone il collega Scarano, ho chiesto che venissero
procurate risme di carta riciclata per l’utilizzo della commissione. Richiesta fatta a Bendinelli, cui non
è stato possibile al momento ottemperare. Chissà che in qualche stambugio di questa Amministrazione
non ci siano delle risme di carta anche vecchia da utilizzare.
Io ritengo non solo utile e doverosa l’istituzione di questa figura professionale, ma ritengo che questa
figura dovrà avere due compiti, perché, prima di imporre o proporre, come preferisco, buone prassi
all’esterno di questa Amministrazione, bisognerebbe cominciare a ragionare all’interno. Mi ricordava
prima il collega Del Nero che mancano bidoni per la carta, ovvero che ne sono, ma sono in misura
assolutamente insufficiente rispetto a quelli che sono i bisogni di un’Amministrazione pubblica che
vive di carta. Noi ci riempiamo la bocca di informatizzazione, ma, ahimè, ci troviamo ancora nelle
condizioni in cui ad ogni Consiglio provinciale la carta aumenta esponenzialmente sui nostri banchi.
Dicevo prima al Consigliere Esposito che non so più come fare, non riesco a trovare un sistema di
archiviazione che mi consenta di non avere a fine seduta il banco che mi trovo davanti.
Per cui buone prassi per questa Amministrazione Provinciale un controller che, come prima cosa,
dovrebbe adoperarsi sul tema della carta riciclata, come seconda cosa, dovrebbe adoperarsi su un altro
tema importante: quanti rifiuti informatici produce questo ente? Io ho nel mio ufficietto almeno tre
pezzi di rifiuto informatico, due tastiere e un vecchio hard disk, tutti tre inutilizzabili. Ho chiesto più
volte per le vie brevi, ma dovrò farlo formalmente, che venissero rimossi, non è stato ancora fatto da
ormai due anni e mezzo a questa parte. I colleghi Verdi mi insegnano che il rifiuto informatico non è un
rifiuto bau bau, micio micio, è un rifiuto tra quelli più rifiutosi, tra quelli più difficili da eliminare. Ma
quanti altri uffici della Provincia di Milano si trovano nella stessa posizione del mio piccolo ufficio?
Non lo so, probabilmente tanti.
Mi auguro anche che se questa figura di esperto verrà in qualche maniera individuata, faccia
propaganda di buone prassi… Presidente Ortolina ho ancora 33, 32, 31…”
Presidente del Consiglio: “Segnalo i trenta secondi, non la chiusura.”
Consigliere Bruschi: “Venti, diciannove secondi. Mi auguro che l’esportazione di questi modelli
avvenga con modalità informatiche, perché siamo francamente non solo noi sepolti di carta, ma non
vorremmo neanche che le Amministrazioni locali a noi limitrofe subissero in una qualche misura lo
stesso trattamento. Sarebbe deludente, come si dice, il pesce puzza dalla testa, il buon esempio deve e
può in una certa misura partire dall’Amministrazione Provinciale. Ne approfitto per chiedere se, come
mi auguro, questo ordine del giorno verrà approvato, all’Ufficio di Presidenza, senza passare per un sub
emendamento, che si provveda tra sei mesi a una verifica del lavoro e di una eventuale relazione di
questo controller, al fine di capire, a partire da noi, Provincia di Milano, cosa non vada nella
produzione dei nostri rifiuti, non personali ma istituzionali.”
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Nel frattempo sono entrati in aula l’Assessore Carlino e il Consigliere Russomanno. (presenti 39)
Presidente del Consiglio: “Grazie. Angiuoni per il Gruppo D.S., prego.”
Consigliere Angiuoni: “Grazie Presidente. Intervengo a nome della maggioranza, naturalmente vorrei
far presente che il settore rifiuti della Provincia di Milano si compone già adesso di personale altamente
qualificato, ne ho avuto un’esperienza diretta e personale. Però credo che questo ordine del giorno vada
accolto, perché credo che si inserisca perfettamente negli obiettivi che si pone il Piano dei Rifiuti, cioè
proprio per la complessità della materia, e soprattutto per gli obiettivi che si pone, la riduzione dei
rifiuti è un obiettivo anche complesso. Quindi io credo che avere all’interno della struttura una persona
particolarmente qualificata e dedicata a questo settore, cioè al settore della riduzione dei rifiuti, sia
estremamente importante.
Credo che questo lavoro è strettamente legato alle opportunità che dicevo nel mio intervento di
stamattina, che ci vengono offerte dalla ricerca scientifica rispetto all’applicazione di alcuni materiali.
Quindi lavorare in stretta simbiosi con le industrie, con le filiere produttive, perché anche loro in
qualche modo si facciano carico della responsabilità, quindi si assumano questa responsabilità di farsi
carico del recupero dei rifiuti qualora il prodotto venga dismesso, cioè alla fine del ciclo di vita di
questo prodotto, loro devono già contemplare che quel prodotto deve essere recuperato, quindi messo
in riciclo. Questo è un lavoro per certi versi anche nuovo, importante, però è solo così che riusciremo
forse a incidere sulla riduzione complessiva dei rifiuti che oggi si producono. Grazie.”
Nel frattempo è uscito dall’aula l’Assessore Ponti.
Presidente del Consiglio: “Accame scusi, a termini di regolamento gli interventi sono uno per Gruppo.
Dichiarazione di voto, prego.”
Consigliere Accame: “Questo ordine del giorno presentato dal collega Lombardi non può altro che
essere valutato positivamente dal Gruppo di Forza Italia, perché rientra in una di quelle tematiche che
sono state oggetto del dibattito generale fatte nel corso della seduta odierna. Nel senso che noi abbiamo
forti dubbi sul fatto che si possano realizzare gli obiettivi previsti dal Piano Rifiuti in tema di riduzione
e recupero delle materie di rifiuto. Esiste quindi la necessità, così come ho già elencato prima, di dare
un impulso, di dare una concretezza a quelle che sono le enunciazioni del Piano a reali fatti che questo
ente deve mettere in opera per migliorare proprio su queste tematiche la qualità del recupero. Sappiamo
benissimo che fare la raccolta differenziata, ridurre i rifiuti, è un compito strategico molto difficile da
realizzare per le esperienze che si sono verificate fino ad oggi in Milano città e in Provincia. Esiste
quindi un’opportunità, che è quella indicata dal collega Lombardi, che potrebbe essere sfruttata in
questo senso.
La gestione di campagne di educazione del cittadino, la gestione di iniziative volte a sensibilizzare
maggiormente il cittadino perché agisca in una determinata maniera, sono tematiche che devono agire
sul lungo periodo e sono tematiche che sicuramente richiedono un coordinamento centrale in modo poi
da essere più efficaci a livello dei singoli Comuni o del Comune di Milano. Spesso e volentieri ho
sentito in quest’aula lamentazioni sulla scarsa efficacia delle campagne svolte dal Comune di Milano,
però bisogna anche ricordarsi che il Comune di Milano è un Comune enorme, non è un Comune come
il Comune di Cernusco sul Naviglio, di cui vedo qua il Sindaco, il collega Comincini, ma è un Comune
che ha una estensione territoriale enorme e ha una popolazione che è molto superiore al milione di
abitanti. Quindi incidere sulle realtà comunali come Milano è sicuramente più difficile in campo
educativo e in campo di smaltimento rifiuti di quanto lo possa essere su un’Amministrazione medio
piccola dove l’incidenza fra la pubblica Amministrazione e il cittadino è molto più diretta.
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Orbene, quindi cosa propone il collega Lombardi? Impegna l’Amministrazione Provinciale ad
individuare al proprio interno, quindi senza ricercare personalità esterne, una figura professionale
incaricata esclusivamente della gestione dei rifiuti, affidandole obiettivi di diminuzione e recupero in
materia degli stessi, e a promuovere l’esportazione di tale modello nelle altre Amministrazioni
pubbliche. E’ chiaro che se l’Amministrazione della Provincia di Milano potesse essere trainante nei
confronti dei 188 Comuni, 189 Comuni, escludevo quello di Milano, su cui avevo già fatto un
ragionamento a parte, che possono prendere, sul modello del benchmarking, ad esempio l’esperienza
dell’ente Provincia, questo potrebbe essere trainante e potrebbe avere un’efficacia concreta. Efficacia di
cui io mi sono permesso di dubitare in sede di intervento e mi permetto di dubitare anche adesso.”
Presidente del Consiglio: “Scusate, sugli ordini del giorno noi prevediamo un intervento per Gruppo
per cinque minuti, poi il regolamento non parla di successive dichiarazioni di voto, anche perché
altrimenti apriremmo altri dieci interventi, quindi non è nella ratio del regolamento. Prego Dapei.”
Consigliere Dapei: “Io la vorrei richiamare un attimino alla prassi. La minoranza non ha presentato
cinquecento ordine del giorno, ma quattro, e uno della maggioranza, e non trecento emendamenti, ma,
credo, neanche una trentina. Abbiamo sempre fatto in realtà vari interventi per Gruppo sugli ordini del
giorno collegati e sempre la dichiarazione di voto. La prassi ha sempre comportato, in casi come questi,
il bilancio, i grandi Piani, che sugli ordini del giorno anche l’esecutivo si esprimesse, indicando una
propria valutazione all’aula, prima che questa andasse al voto.”
Nel frattempo è entrato in aula l’Assessore Mezzi.
Presidente del Consiglio: “E’ già intervenuto, De Nicola.”
Consigliere De Nicola: “Abbiamo un problema nel Gruppo di Alleanza Nazionale, il collega
Russomanno su alcune tematiche che io ho affrontato è in dissenso dall’orientamento mio, quindi del
capo Gruppo. Ovviamente lui vuole esprimere il suo pensiero, tranne che il Gruppo, lei sa, siamo in
due, non posso dire che prevale il mio parere sul suo. Quindi lui vuole intervenire in dissenso su alcune
cose, non credo che lei glielo possa impedire.”
Presidente del Consiglio: “Il regolamento non dice nulla. Non dice nulla il regolamento, scusatemi. No,
stiamo alle regole, un intervento per Gruppo, scusi De Nicola, abbia pazienza.”
Consigliere De Nicola: “Non posso imporre il mio volere. Allora a questo punto non possiamo
precludere, proprio come principio, al di là del fatto simbolico di oggi, noi non possiamo imporre la
propria volontà ad altri. Se un Consigliere vuole esprimere il suo pensiero in dissenso a quello del
Gruppo, non è che noi possiamo dirgli non voti. Secondo me è un lacuna del nostro statuto, del nostro
regolamento, quello di non aver previsto le dichiarazioni in dissenso.”
Nel frattempo è entrato in aula il Presidente della Provincia Penati. (presenti 40)
Consigliere Russomanno: “Grazie Presidente. Su questo ordine del giorno non c’è dissenso, sugli
ordini del giorno successivi sicuramente ho delle perplessità e delle differenze dal mio capo Gruppo,
quindi io intendo esprimerle. La ringrazio per la parola, mi riservo sugli altri ordini del giorno di
intervenire.”
Nel frattempo sono usciti dall’aula i Consiglieri Albetti, Elli, Gavazzi e Meroni. (presenti 36)
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Presidente del Consiglio: “Io credo che si possa procedere allora a mettere in votazione l’ordine del
giorno.”
Il Presidente del Consiglio sottopone ai voti del Consiglio il seguente ordine del giorno:
“IL CONSIGLIO PROVINCIALE DI MILANO
in adunanza 5 luglio 2007
Considerati
gli obiettivi del piano rifiuti della Provincia di Milano in tema di riduzione e recupero rifiuti
il Consiglio provinciale di Milano
impegna l’amministrazione provinciale ad individuare al proprio interno una figura professionale
incaricata esclusivamente della gestione rifiuti, affidandole obiettivi di diminuzione dei rifiuti e
recupero di materia dagli stessi e a promuovere l’esportazione di tale modello nelle altre
amministrazioni pubbliche.”
Il Presidente del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico.
Durante la votazione è temporaneamente assente il Segretario generale; svolge le sue funzioni il Vice
Segretario generale.
Assenti al momento della votazione i Consiglieri Albetti, Arrigoni, Clerici, Colli, Elli, Fratus, Gavazzi,
Greco, Mauri, Meroni, Musciacchio e Patta.
E così risultano presenti il Presidente della Provincia Penati e 33 Consiglieri.
Terminate le operazioni di voto, dichiara approvato l’ordine del giorno con trentaquattro voti a favore.
Il Presidente del Consiglio dà atto del risultato della votazione.
Presidente del Consiglio: “Passiamo all’ordine del giorno che ha come primo firmatario De Nicola, che
è stato presentato alle ore 10.22. Prego De Nicola. 10.22, in alto c’è l’ora di presentazione.”
Il Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
OGGETTO: Ordine del giorno collegato all'adozione del piano provinciale di gestione dei rifiuti,
presentato in data 5 luglio 2007 dai Consiglieri De Nicola e Meroni, in merito alla realizzazione di un
nuovo impianto di termovalorizzazione.
Consigliere De Nicola: “Ma io sono felice, pensavo che l’iter fosse i tre ordini del giorno del
Consigliere Lombardi.”
Presidente del Consiglio: “Andiamo in ordine di presentazione.”
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Consigliere De Nicola: “Sono ben felice che vengano rispettate queste regole. Cosa dico io con questo
ordine del giorno? Io credo che su questo veramente si… la volontà di questa Amministrazione, del
Presidente Penati, di voler uscire dall’ipocrisia e dalla volontà di annacquare le cose e di arrivare alla
verità. Il lanciare questo concetto buonista, se servirà, interverremo, è un qualcosa che, ridotto in poche
parole, può anche essere avvincente, diventa assolutamente incomprensibile, se, nel momento in cui
diciamo se servirà lo faremo, noi per dire che raggiungiamo l’autosufficienza nel Piano scriviamo che
potenzieremo gli impianti attuali. Gli impianti attuali sono già al massimo della possibilità di esercizio.
Le stime ci danno un deficit di 507.000 tonnellate di rifiuti, noi sappiamo già oggi che questo deficit è
incolmabile con il potenziamento degli attuali impianti.
Allora cosa si chiede responsabilmente? Si chiede di prevedere oggi, subito, una realizzazione di un
nuovo termovalorizzatore, perché a furia di sentir parlare, di sentire condannato questo termine, questo
impianto, a furia di voler assolutamente terrorizzare, forse per l’unica possibilità di dire che qualche
gruppo politico esiste, perché sulla logica del terrorismo psicologico che il termovalorizzatore inquina,
il termovalorizzatore è il nemico, su questa logica noi abbiamo trasformato brani della nostra Nazione
in luoghi di vita difficile, di una qualità della vita scadente e veramente poco presentabile per una
nazione civile quale poi l’Italia voglia essere.
Questo ordine del giorno cosa sostanzialmente chiede? Invertiamo il ragionamento, Presidente Penati,
non diciamo realizzeremo il termovalorizzatore se sarà necessario, realizziamo, prevediamo da subito
la realizzazione del termovalorizzatore, prevediamo immediatamente questo. Lei sa che per realizzare,
per porre in esercizio, per superare le lungaggini burocratiche per poter realizzarlo occorrono anni,
qualche collega poc’anzi diceva decenni. Io non credo che siano decenni, ma credo fermamente che i
tempi per la realizzazione sono lunghi, pertanto è irresponsabile oggi non prenderne atto. Lo metta a
verifica dopo se realmente il Piano dei Rifiuti, come approvato, dovesse per un miracolo sortire
l’effetto di contenere, di contenerlo a livello talmente significativo da non essere necessario il
termovalorizzatore, benissimo, lei sa che può fare in tempo a bloccare l’iter burocratico, lei sa che per
la costruzione passeranno decenni. Allora perché oggi bloccarsi, perché oggi impuntarsi su questa follia
che porterà sicuramente ad uno scontro tra istituzioni, che porterà non ad un confronto, non a quella
sintesi poc’anzi approvata con l’ordine del giorno del collega Lombardi.
Allora io credo che se c’è la volontà di realizzarlo, questo è il momento per realmente dare un seguito
all’indirizzo e agli obiettivi tanto proclamati e tanto pubblicizzati. Questo è il momento di dire sì, così
come avevamo deciso nel 2005, così come avevamo confermato nel settembre 2006, facciamo subito il
termovalorizzatore, procediamo per la realizzazione. Se poi una verifica successiva ci dirà che non è
vero, ci dirà che il deficit di smaltimento noi riusciamo a non averlo, bene, stoppiamo l’iter burocratico,
non credo che sarà quello un nocumento. Il nocumento sarà riparlarne tra anni, quando forse
l’emergenza sarà già intervenuta.”
Consigliere Dapei: “Grazie Presidente. Noi abbiamo due estremi opposti sotto gli occhi, da una parte
quello che è scritto nel Piano, dall’altro quello che il Presidente Penati ha detto in conferenza stampa
tre giorni fa. Noi condividiamo appieno quello che ha detto il Presidente Penati tre giorni fa in
conferenza stampa, no alle discariche, che un Piano ritardato ha anche in qualche modo comportato di
dover vedere, o il cui rischio ha comportato di dover vedere, sì alla termovalorizzazione. Quindi questo
ordine del giorno va in soccorso delle parole del Presidente Penati, che ha dovuto, prima o poi, io credo
già da tempo, fare i conti con quello che è scritto nel Piano. Nel Piano c’è scritto, pagina 238 della
relazione di Piano, ma anche alla 45 della sintesi: al fine del soddisfacimento del fabbisogno sopra
evidenziato, si ritiene di gestire la quota relativa ai rifiuti urbani - questo dice il Piano Rifiuti che state
proponendo - attraverso il potenziamento e il rinnovamento degli impianti esistenti, per consentire il
raggiungimento dell’autosufficienza, senza aumentare il numero complessivo degli impianti di
termovalorizzazione presenti nella Provincia di Milano.
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Poi, diceva il Presidente Penati, un altro caposaldo, l’autosufficienza, benissimo anche quel punto, noi
speriamo che la maggioranza lo vorrà sostenere, noi lo faremo di sicuro, perché, ahinoi, il Piano che
viene oggi proposto, proprio su questo continua, sempre a pagina 238: fermo restando l’obiettivo
dell’autosufficienza provinciale, mediante il potenziamento degli impianti di termovalorizzazione
esistenti e della riduzione della produzione complessiva, si ritiene che solo qualora l’autosufficienza
non possa essere così realizzata, cioè il potenziamento dell’esistente, l’eventuale quota residua potrà
essere collocata in impianti situati fuori Provincia.
Allora, c’è stato poi un fatto nuovo, la controdeduzione all’osservazione 12, punto c) del Comune di
Milano, quindi innanzitutto noi tutti che siamo convinti che la Giunta abbia fatto bene ad accoglierla,
dovremmo dire un grande grazie al Comune di Milano, perché, se non ci fosse stata, e questo è un fatto
che ha anche una valenza politica, da tempo si dice di come vanno d’accordo Penati e la Moratti, quindi
non ci scandalizziamo, anzi crediamo che in questo caso è il frutto di questa collaborazione, un frutto
positivo. Se non ci fosse stata l’osservazione del Comune di Milano, non ci sarebbe stato spazio per la
controdeduzione che rovescia le linee politiche impostate nel Piano e che ho appena letto. C’è la
possibilità di fare quello che il Presidente Penati ha detto in conferenza stampa, esclusivamente, allo
stato attuale, per una controdeduzione a un’osservazione del Comune di Milano. La controdeduzione,
Presidente Penati, però è un attimino troppo poco, perché rimane un po’ appesa lì, soprattutto è appesa
alla volontà politica di procedere. Voi sapete che quando c’è un dubbio su un dettato votato da qualche
assemblea, vale anche per il Parlamento, per giurisprudenza si vanno a scartabellare anche i verbali
degli atti preparatori per approvarlo, per capire veramente qual era la volontà davanti a qualcosa.
Io credo che, se il Presidente Penati dovesse rileggere l’intervento del collega Guerra di oggi o
l’intervento del collega Maestri, non avrebbe dubbio su qual è la volontà di chi ha votato quella
controdeduzione, ci è stato detto in maniera chiarissima, non voglio neanche citarne il contenuto,
perché sono stati talmente chiari e sono talmente rileggibili che quegli interventi tagliano la testa al
toro. Ecco perché serve, Presidente Penati, un voto su una cartina di tornasole, e questo è offerto
dall’ordine del giorno testé presentato dal collega De Nicola. Quindi, Presidente, in soli cinque minuti
noi stiamo affrontando la questione centrale. Tutto il Piano è stato costruito su un no, tutti i dati, tutti i
documenti relativi alla sostenibilità ambientale sono stati costruiti sul Piano che c’è, sull’altro piatto
della bilancia c’è adesso la controdeduzione di Milano.
Sciogliamo questo nodo politico, diciamo se noi stiamo approvando un Piano o stiamo approvando
qualcosa che pone delle problematiche a qualcuno che verrà a decidere qualcosa che non si deciderà in
una sede politica, che è il Consiglio provinciale. Quindi, Presidente Penati, guardi con questa
prospettiva a questa proposta, nasce, io credo, anche cronologicamente dopo la sua conferenza stampa,
non prima, quindi nessuno potrà dire che lei è andato a rimorchio di una proposta della minoranza,
degli amici di Alleanza Nazionale e degli altri che l’hanno firmata, ma che anzi c’è modo di riscontrare
una convergenza sulle sue linee politiche anche da parte dell’opposizione e sicuramente, per quello che
riguarda Forza Italia, su questo siamo assolutamente espliciti. Quindi non si sta criticando in nessun
modo l’azione dell’Amministrazione, non si sta dicendo qualcosa di eversivo, né di diverso da quello
che avete sempre detto, si chiede un impegno, che non è altro che l’impegno che avete comunicato
all’opinione pubblica, che adesso va messo nero su bianco in un atto approvato da questo Consiglio.”
Presidente del Consiglio: “Non me ne voglia il Consigliere Bernareggi, credo che sia opportuno dare la
parola al più volte evocato Presidente, nonché Consigliere, Penati. Prego Presidente.”
Presidente della Provincia Penati: “Grazie Presidente, rapidamente. Io vorrei che, visto anche
l’intervento del capo Gruppo Dapei, però non giocassimo a non capirci, altrimenti non ci capiamo.
Consigliere De Nicola, non è scritto da nessuna parte che l’autosufficienza della Provincia di Milano
avviene solo ed esclusivamente con il contenimento della produzione di rifiuti, con il potenziamento
della differenziata. C’è scritto che quello è un impegno prioritario, che è un impegno per noi, l’ho detto
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anche l’altra volta in quest’aula, per questa maggioranza irrinunciabile. Credo che noi possiamo portare
esempio di Province, che non sono del centrosinistra, ma governate dal centrodestra, penso a Bergamo,
per fare un esempio, quindi non piccoli centri, dove la quantità di differenziata è molto più alta di un
10%, rispetto a quello che avviene in altre realtà. Quindi non ne faccio una questione ideologica, ne
faccio una questione di impegno, e questo è un grande filone, che ci interessa, perché è il filone della
possibilità di riutilizzare il rifiuto come una risorsa e non prendere con un grande disimpegno tutto ciò
che c’è nel sacchetto nero e poi mandarlo da qualche parte, disimpegnandosi di quello che avviene
dopo.
Detto questo, però lo continuiamo a dire solo noi, voi non lo dite mai, quindi è un elemento
giustamente di distinzione, probabilmente a noi sta a cuore, per voi invece è un punto che si può
mettere tra parentesi, per noi vuole essere un impegno serio. Ma, anche dicendo detto questo, c’è un
altro punto di buonsenso che noi sosteniamo, che è quello che, prioritariamente, prima di fare nuovi
impianti di termovalorizzazione, intendendo per nuovi in nuove localizzazioni, si possono potenziare
quelli esistenti o sostituire, quindi realizzandone di nuovi, nelle localizzazioni dove oggi sono previsti,
in ogni caso puntando alla non proliferazione del numero degli impianti.
Perché dire che si farà sicuramente un ulteriore termovalorizzatore senza aver esperito la prima
verifica, che è quella di capire quanto verosimilmente ci si può impegnare, poi alla fine prendere atto
che se non c’è un impegno di tutte le Amministrazioni comunali nello stesso modo, ci dovremo far
carico anche di smaltire dei rifiuti per il disimpegno di alcune Amministrazioni che non lo vorranno
fare. No, dopo tre anni, allora io dovrei dire che dopo dieci anni… Noi almeno ce ne abbiamo messi tre
per fare un Piano Rifiuti, la precedente Amministrazione ne ha persi cinque senza farlo. Se dobbiamo
entrare in questa logica, io credo che…, e tra l’altro in Lombardia siamo gli unici.
Vorrei che fosse chiaro, non è che noi vogliamo, pensiamo, ci illudiamo, o abbiamo la velleità, che ci
sarà una situazione immediatamente così virtuosa che consentirà a impianti di smaltimento fermi, alla
fotografia di oggi, con un grandissimo impegno sulla differenziata, basta solo questo ad ottenere
l’autosufficienza. Chi dice questa cosa fa offesa alla nostra intelligenza. Noi vorremmo arrivare lì,
quello è il nostro obiettivo, ma non dipende dalla Provincia arrivare lì, è un impegno che dipende
principalmente dal rapporto con le Amministrazioni comunali, se spingono per arrivare lì, ma ci
interessa anche evidenziare chi lo fa e chi non lo fa. E se ci dovremo far carico di una quota di rifiuti
comunque maggiore di quella che abbiamo previsto, che vorremmo che alla fine risultasse, sarà chiaro
di chi è la responsabilità per chi ha fatto cicli virtuosi e chi invece si è disimpegnato rispetto al ciclo
virtuoso.
Secondo elemento, è quello di valutare se è possibile sostituire un vecchio impianto che ha tecnologia
ormai in via di graduale superamento, con un impianto di nuova tecnologia e di dimensioni più grandi.
Primo perché gli impianti piccoli hanno più fermi e quindi hanno più picchi nelle emissioni in
atmosfera, gli impianti più grandi danno maggiori garanzie di contenimento delle emissioni e danno
maggiori garanzie di tutela ambientale. Questa cosa perché dobbiamo precluderla? Oggi abbiamo
quattro impianti nella Provincia di Milano, se alla fine ne avremo ancora quattro… Come tre? Silla 1,
Silla 2, Desio, Trezzo, quattro con la Brianza. Io continuo a pensare, ragiono unitariamente, poi, se
volete, Desio rimane fuori perché andrà nella Brianza… No, ma il ragionamento non cambia, alla fine
il ragionamento è lo stesso. Si può pensare di valutare se c’è la possibilità di andare ad una operazione
di questo tipo? Che alla fine il saldo possa essere ancora quel numero di termovalorizzatori, ma si è
superato un impianto piccolo, poco efficiente, diseconomico, rispetto a grandi impianti di nuova
tecnologia e che può avere maggiori garanzie di tutela ambientale. Ma è così fuori dal mondo pensare
una cosa del genere? E’ dentro nel Piano.
Arrivo all’ultima cosa. Nel Piano, nel momento in cui si risponde ad un’osservazione, la risposta a
quell’osservazione è parte integrante del Piano. E, nell’osservazione al Comune, queste cose che io ho
detto vengono dette con estrema chiarezza. Nel momento in cui noi approveremo il Piano con quelle
osservazioni controdedotte, con le controdeduzioni, quelle controdeduzioni fanno parte del Piano.
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Credo che poi c’è un ordine del giorno presentato dalla maggioranza che dice le stesse cose che sto
dicendo io adesso, e che abbiamo detto che non vogliamo tirarla per tempi biblici, ma che le due cose
devono viaggiare dentro i tempi del Piano, e che vogliamo arrivare all’autosufficienza entro i cinque
anni di vigenza di questo Piano.
Mi sembra che da questo punto di vista non esclude la nostra possibilità il fatto di un nuovo
termovalorizzatore, ma se per nuovo termovalorizzatore si intende che oggi dobbiamo decidere un
termovalorizzatore aggiuntivo a quelli che ci sono, io chiedo a voi di riflettere, stante che il Piano
Rifiuti della Provincia di Milano prevede e non esclude la possibilità di un ulteriore termovalorizzatore,
ma privilegia il fatto che si verifichi che questo eventuale termovalorizzatore aggiuntivo non sia
aggiuntivo nei numeri, ma sia sostitutivo di uno di quelli già esistenti. Io pongo a voi la scelta se votare
questo ordine del giorno o se aderire voi alla nostra proposta, che non esclude la possibilità e
l’eventualità di un nuovo termovalorizzatore, ma che questo nuovo termovalorizzatore non sia
aggiuntivo, ma impegnandoci a fare che rientri in quelli già esistenti nella Provincia di Milano e sia
sostitutivo. Io chiedo a voi se è giusto che noi aderiamo alla vostra proposta o se invece voi non è il
caso che aderiate alla nostra. Su questo ordine del giorno io esprimo per la maggioranza voto negativo.
(Intervento fuori microfono). Scusi, ha ragione, se dovesse restare nella formulazione in cui è, esprimo
una seconda dichiarazione di voto che diventa inutile, anticipo il voto contrario a questo ordine del
giorno.”
Nel frattempo è uscito dall’aula l’Assessore Oliverio.
Consigliere Bernareggi: “Grazie Presidente. Credo che l’ordine del giorno presentato dal capo Gruppo
De Nicola abbia riproposto al centro della nostra riflessione il vero punto della discordia di questo
Piano. Io credo che questa mattina, lo dico anche al Presidente Penati, ma anche l’altra volta, abbiamo
comunque svolto degli interenti che sono stati anche di apprezzamento per questo Piano, non c’è stata
una posizione negativa da parte della minoranza, ci sono molte proposte, molte analisi, la mappatura
del territorio della Provincia di Milano con l’identificazione delle aree che non sono idonee a
localizzare impianti e quant’altro, che certamente dimostrano comunque che il lavoro svolto
dall’Assessore e dai suoi funzionari è stato apprezzato.
Però, Presidente, mi permetta ancora di dire due cose. La prima è che io non condivido il giudizio che
ha dato in maniera negativa rispetto a come la minoranza intenda la raccolta differenziata. Io mi
dissocio completamente dall’affermazione che noi non vogliamo comunque ritenere la raccolta
differenziata un elemento primario della gestione del rifiuto, perché qua ci sono tanti Sindaci, anche tra
la minoranza, che hanno in prima persona vissuto la questione della differenziazione in maniera seria e
in maniera molto approfondita. C’è chi ha fatto partire la raccolta differenziata secco/umido, chi ha
fatto partire la raccolta del verde, della plastica e del vetro con profonda convinzione, anche quando
c’erano i detrattori che dicevano che la raccolta dell’umido non si doveva fare perché era
economicamente svantaggiosa.
Quindi questo ragionamento, onestamente, credo che non debba essere applicato addosso a noi della
minoranza. Credo che noi, quanto la maggioranza, siamo sensibili al tema della differenziazione e in tal
senso riteniamo questo uno strumento di primaria importanza per ridurre il rifiuto indifferenziato e
quindi anche valorizzare il rifiuto che viene prodotto dai cittadini.
Però, detto questo, Presidente, c’è un forte disallineamento tra quello che è oggi la produzione del
rifiuto indifferenziato e quello che è un ipotetico Piano di realizzazione di un futuro eventuale ulteriore
termodistruttore. Il disallineamento è dato da questo semplice numero, lo mettete voi nel Piano, la
produzione complessiva di rifiuti della Provincia di Milano nel 2004 è di 2 milioni di tonnellate, di cui
il 42,8% è differenziato. Differenza, siamo a 1 milione di tonnellate di rifiuto indifferenziato. Ora, se
gli impianti attuali permettono di smaltire 700.000 tonnellate anno, ci sono 3.000 tonnellate anno che
non tornano, che vanno fuori Provincia.
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C’è un altro dato che è dato nella relazione, dite che il 21% del rifiuto indifferenziato, 21,4% del rifiuto
differenziato è esportato fuori Provincia. Allora, se questo è vero, o siamo così bravi che nel giro di un
anno la raccolta differenziata abbatte questo 21%, cioè in sostanza scendiamo a 700.000 tonnellate di
indifferenziato, cioè abbattiamo 300.000 tonnellate di indifferenziato, altrimenti il ragionamento non
sta in piedi. Non sta in piedi anche perché l’impianto di Sesto, l’ha detto il Presidente anche l’altra
volta, più volte, l’impianto di Sesto è obsoleto.
Allora, se vogliamo essere ragionevoli progettiamo subito un nuovo impianto di termovalorizzazione,
uno moderno, con le tecnologie moderne, che abbia una capacità di smaltimento superiore agli attuali
impianti. Quando questo sarà pronto, potremo chiudere quello di Sesto, ma avremo guadagnato cinque
anni di tempo. A me non pare che questo ragionamento sia così complesso, si tratta di non disallineare
quella che è la produzione attuale del rifiuto a quella che è la necessità impiantistica. Oggi siamo
disallineati, per questo credo che l’ordine del giorno del Consigliere De Nicola sia assolutamente da
approvare.”
Nel frattempo è entrata in aula il Consigliere Colli. (presenti 37)
Presidente del Consiglio: “Trattandosi dell’argomento clou, dopo l’intervento di Penati, credo sia
giusto dare la parola per un breve intervento a De Nicola e a Dapei.”
Consigliere De Nicola: “Grazie Presidente Ortolina e grazie al Presidente Penati. Io accolgo con
estremo piacere l’invito fattomi dal Presidente Penati, mi permetto di rammentargli che a pagina 45
della sintesi del Piano viene detto che per il soddisfacimento delle 507.000 tonnellate in più che si
prevede si produrranno, si otterrà l’autosufficienza attraverso il potenziamento e il rinnovamento degli
impianti esistenti. Il termine esatto è potenziamento e rinnovamento. Allora io invece vengo incontro,
sono felice dell’offerta che fa il Presidente e se lui è d’accordo io propongo di modificare il mio ordine
del giorno aggiungendo nella parte dell’impegno: da subito la realizzazione di un nuovo impianto di
termovalorizzazione in sostituzione di uno di quelli esistenti. Quindi non uno in più, uno nuovo in
sostituzione di quelli esistenti, così come diceva lei.
Se è d’accordo, io presento subito la modifica, se va formalizzata Presidente io non ho nessuna
difficoltà a formalizzarla. La realizzazione di un nuovo impianto di termovalorizzazione, in
sostituzione di uno degli impianti oggi esistenti nella Provincia di Milano. D’accordo? No.”
Presidente della Provincia Penati: “No, perché non abbiamo nemmeno escluso la possibilità di farlo
aggiuntivo, qualora non fosse sufficiente. Scusi, le due cose non sono… Io sono molto preoccupato,
perché non si può giocare con i numeri se poi alla fine non basta. Noi abbiamo detto che
prioritariamente facciamo quello, ma vogliamo fare le verifiche sui numeri. Nel mio intervento non ho
escluso che ce ne possa essere uno, se non basta, anche aggiuntivo, e non solo sostitutivo. Poi manca
tutto il discorso dell’impegno su tutto il resto, sul trattamento dei rifiuti prima e sulla questione del
compostaggio. Su quello noi puntiamo come fatto qualificante.”
Consigliere De Nicola: “Non perché voglio tediare e approfittare della pazienza sua e dei colleghi, però
nel Piano lei dice: si ritiene di gestire la quota relativa ai rifiuti urbani attraverso il potenziamento e il
rinnovamento degli impianti esistenti. Quindi lei già dice che le 507.000 tonnellate in più ritiene di
gestirle con il potenziamento e il rinnovamento. Testuale! Io vado avanti: per consentire il
raggiungimento senza aumentare il numero complessivo degli impianti di termovalorizzazione presenti
nella Provincia di Milano. E io non le chiedo di aumentarli, le chiedo di fare… Siccome lei sa meglio
di me che non è possibile assolutamente potenziare e rinnovare, lei poc’anzi ha detto che fare un
impianto di termovalorizzazione piccolo è più antieconomico e più inquinante, lei sa meglio di me che
l’impianto di Sesto San Giovanni è nelle condizioni che noi tutti conosciamo. Lei sa che l’impianto di
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Sesto San Giovanni non può essere chiuso e realizzato altrove perché l’unico spazio sarebbe lo spazio
della Falck e credo proprio che avrebbe qualche difficoltà a farlo realizzare al Sindaco Oldrini nello
spazio Falck. Allora io le chiedo, in sostituzione, non le chiedo di aumentare, le chiedo di prevedere di
farne uno in sostituzione.”
Presidente della Provincia Penati: “Scusi, l’ultima volta, mi scuso con i colleghi Consiglieri. Ma noi
non dobbiamo fare un Piano che accontenti me e lei. Noi non credo che dobbiamo fare un Piano che
dice ho fatto un piacere a De Nicola. Non perché io sia maleducato e non voglia farle un piacere, se
posso anche due di piaceri. Noi dobbiamo fare un Piano che smaltisce i rifiuti della Provincia di
Milano, tutti quelli che ci sono. L’osservazione che lei ha letto prosegue: qualora il fabbisogno di
smaltimento di cui sopra non possa essere soddisfatto attraverso il potenziamento e/o il rifacimento
degli impianti di termovalorizzazione esistenti, tale fabbisogno potrà essere soddisfatto ricorrendo ad
impiantistica addizionale di smaltimenti di rifiuto con recupero energetico. Quindi lascia aperte
entrambe le strade, perché noi vogliamo davvero l’autosufficienza. (Interventi fuori microfono). Mi
scusi, io sto dicendo la revisione del Piano… Io primo ho detto che controdeduzioni diventano parte
integrante del Piano.”
Consigliere Dapei: “Come si diceva prima, meno male che c’è l’osservazione, quindi la
controdeduzione. Allora, il piacere che noi le chiediamo, Presidente Penati, è di fare un Piano. C’è il
momento delle analisi, degli studi, degli approfondimenti, poi arriva, presto o tardi dovrebbe arrivare il
momento in cui si prendono le decisioni. Quindi non si stanno confrontando, come sembrava dal suo
intervento, due ipotesi diverse di Piano, non è che c’è la minoranza, il centrodestra che dice facciamolo
lì o facciamone quattro, e la sua proposta che dice no, facciamolo da un’altra parte, oppure non
facciamolo. Noi stiamo mettendo nero su bianco delle modalità per cui, adottato e poi approvato il
Piano, è tutto chiaro, tutti i soggetti interessati sanno cosa succederà, perché si è chiuso il lungo periodo
delle analisi.
La vostra versione non è un Piano, è un rilancio dei dubbi, è un rilancio della fase delle analisi.
Quando, chi prenderà le decisioni che voi adombrate in quella controdeduzione? Ripeto,
controdeduzione, non è scritta nel Piano. Nel piano è scritto no, la controdeduzione dice: se non sarà
sufficiente il potenziamento, allora. Ma allora chi? Quando si assumerà questo onere o questo onore di
dire è arrivato il momento? Quando vedremo in giro, e non è un modo populista, quando sarà
l’indicatore? Sicuramente non l’accatastarsi dei rifiuti, allora il momento saranno i dati, i numeri?
Quel momento c’è già, i numeri li avete già tutti, non ne stiamo proponendo di diversi da quelli che
avete. Prendiamo i dati dell’Arpa, quindi tutti siamo convinti che servirà un nuovo termovalorizzatore,
noi stiamo dicendo sia il Consiglio provinciale nel Piano Rifiuti a dire quella cosa, non sia chissà chi,
dicevamo oggi nel dibattito il Segretario generale quando incontra i soggetti che avevano vinto le gare
per il trasporto pubblico, perché abbiamo pasticciato, come avevamo detto, nel Piano triennale dei
Servizi, quindi siamo arrivati al momento in cui c’è un commissariamento addirittura prima giudiziario
e poi amministrativo. Quindi le due versioni non sono confrontabili, stiamo parlando di due piatti di
due bilance diverse.
Lei ci ha fatto una domanda, ha risposto brillantemente il collega di Alleanza Nazionale, e con la sua
risposta la smaschera. Presidente, è smascherato! Voi a questo punto cedete al ricatto di chi con la
retorica cerca di superare quella che è la realtà, cioè l’ideologia. Così come sulle infrastrutture, sulla
sicurezza, su tutti i temi, c’è il momento della conferenza stampa in cui dite quello che pensate e siete
in sintonia con la Provincia, con i cittadini elettori, c’è il momento in cui bisogna votare e quella
sintonia viene meno, perché c’è qualcuno da accontentare politicamente, ma non per questioni di affari
o di altro, sono questioni politiche. Allora, è questo il dialogo tra sordi…”
Presidente del Consiglio: “E’ chiaro il pensiero.”
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Consigliere Dapei: “Ma quando ci dite che qualcuno trucca i dati, gioca con i numeri, è un’accusa che
ci scivola via. Quando la risposta è veramente, non l’avesse fatta il Presidente della Provincia mi
verrebbe da dire puerile, tipo ma noi stiamo facendo un Piano, prima non è stato fatto. Nel 2009
chiunque vinca le elezioni, mister X che vince le elezioni, non è che arriva e fa un nuovo Piano. La
programmazione per legge dura fino ad un certo anno, che è il 2011. Allora, quando noi siamo arrivati
nel 1999 non era previsto che ci dovesse essere un nuovo Piano, questa nuova previsione è arrivata nel
2005. Nel 2005 si è fatta la legge, prima c’era un periodo in cui non c’era una legge che diceva fai un
Piano, c’era lo status quo precedente. Allora, nessuno vi sta accusando di essere in ritardo, vi stiamo
dicendo dal 2005 ad oggi c’era tutto il tempo di verificare tutte le cose ci dite che vanno verificate.
Tutto il tempo, quindi il nodo è da un’altra parte.
Allora, ci sta tutto, tutti abbiamo fatto politica per un numero sufficiente di anni in un numero
sufficiente di enti per sapere come vanno queste cose, ma per piacere non ribaltateci a noi queste
questioni. Se alla fine la via d’uscita, dialettica nel suo intervento e poi nero su bianco nell’ordine del
giorno della maggioranza, è di iniziare dicendo, quello sì puerile, visto che quelli di prima non hanno
fatto un Piano. Ma, per piacere! Le cose stanno così sulla sicurezza, non potete votare quello che
pensate, e quando si va a votare il bilancio, quanto c’è per la sicurezza? Un milione su 1.144, sulle
infrastrutture voi dite entro luglio decidiamo, ma poi quando viene in aula la questione non si decide.”
Presidente del Consiglio: “Dapei, il pensiero suo è chiarissimo.”
Consigliere Dapei: “Io la ringrazio peraltro, Presidente, per la gentilezza.”
Presidente del Consiglio: “Prego Bruschi.”
Consigliere Bruschi: “Per dichiarazione di voto, non difforme, mi richiamo all’art. 67 del regolamento
che prevede che ciascun Consigliere prima che si procede alla votazione può esprimere la sua
dichiarazione di voto.”
Presidente del Consiglio: ”Sugli ordine del giorno collegati non è scritto.”
Consigliere Bruschi: “E’ scritto al termine di tutte le procedure.”
Presidente del Consiglio: “No, lo conosco bene, faccia la sua dichiarazione.”
Consigliere Bruschi: “Una dichiarazione di voto che è assolutamente favorevole, ma soprattutto
prendendo spunto da uno degli interventi più brillanti di questo pomeriggio, che è stato l’intervento del
Consigliere Paolo Gatti. Quando il Consigliere… Scusate, Massimo Gatti, Paolo Gatti è un mio amico.
Quando il Consigliere Gatti dice la previsione e la realtà sono divaricate, ecco, l’ordine del giorno di
De Nicola aiuta a ricomporre questa divaricazione presente nel Piano Rifiuti tra le previsioni e la realtà.
E’ un dato di fatto denunciato da Petra, denunciato dal fatto che questo Piano Rifiuti è stato più volte
rimaneggiato e modificato, e l’ultima volta è stato rimaneggiato trovando come occasione per non
rifare alcuni passaggi che altrimenti si sarebbero dovuti fare in Giunta, in commissione, in Consiglio,
attraverso la controdeduzione alle osservazioni del Comune di Milano.
Ebbene, l’ordine del giorno di Giovanni De Nicola dice una cosa che sappiamo tutti, non rischia a un
certo punto di non esserci più tempo. Cinque anni per la progettazione e la messa in opera di un
impianto di termovalorizzazione, caro Giovanni sei ottimista, sei addirittura ottimista, visto che al di là
dei bandi, della progettazione, della scelta di localizzazione, c’è un altro binario che corre parallelo, che
è il binario della decisione politica e non solo della decisione politica se fare o meno un impianto di
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termovalorizzazione, ma sulla decisione politica del dove farlo. Allora, ci mettiamo cinque anni, siamo
proprio sicuri di metterci cinque anni per trovare la concertazione con i Comuni all’interno della
conferenza di servizi o addirittura prima, quando si paventerà la necessità di avere un impianto di
termovalorizzazione? Siamo sicuri che ci vorranno cinque anni? Io non ne sono per niente convinto, ma
se questa è la Provincia dei Comuni, se anzi questa è l’Amministrazione Provinciale dei Comuni, come
più volte dichiarato, e ci sono una serie di Comuni che ci dicono noi siamo pronti a scommettere con i
nostri cittadini, siamo disposti a scommettere con il nostro territorio la soluzione di un problema di
termovalorizzazione che c’è, e lo sa per prima l’Assessore Brembilla e lo sa per primo il Presidente
Penati che questo problema c’è.
Allora, che Provincia dei Comuni siamo, nel momento in cui di fronte al Comune di Milano che dice
noi siamo pronti, rispondiamo non no, perché poi c’è un’ipocrisia di fondo, non ancora, rimandiamo
nel tempo, perché le convinzioni profonde dei tecnici, e mi dispiace di non vedere il Professor Corali, e
la convinzione profonda di chi si trova a gestire questa partita e si trova poi le carte continuamente
cambiate sul tavolo o stravolte sul tavolo, è che il Comune di Milano ha ragione, come ha ragione il
Comune di Abbiategrasso, come ha ragione, ma non si dice, il Comune di Sesto San Giovanni che forse
quell’impianto stesso di termovalorizzazione vorrebbe fare su un modello bresciano, perché dove c’è il
centrosinistra gli impianti di termovalorizzazione che la gente pensa con un po’ di raziocinio si possono
fare, e dove invece il raziocinio non c’è non si può fare, oppure se c’è il centrodestra a quel punto di
sono i descamisados.
Dicevo prima a un Consigliere che io di fronte agli spettacoli campani avrei utilizzato il sistema
tedesco, polizei, anche perché nel momento in cui vedo degli impedimenti posti in località del territorio
nazionale che sono non sotto il controllo dello Stato, ma sotto il controllo puntuale, territoriale, della
camorra, allora io mi domando cosa aspettiamo, e non vorrei che anche nel milanese, per altre
motivazioni, per motivazioni di sollecitazione degli umori, ci si trovasse un giorno nella stessa
situazione.
Votiamo sì all’ordine del giorno De Nicola, e diamo modo al Comune di Milano di compiere la sua
opera.”
Nel frattempo è uscito dall’aula il Consigliere Comincini. (presenti 36)
Presidente del Consiglio: “Possiamo procedere alla votazione dell’ordine del giorno. Dichiaro aperta la
votazione sull’ordine del giorno sin qui illustrato.”
Dopodiché, chiusa la discussione, il Presidente del Consiglio sottopone ai voti del Consiglio il seguente
ordine del giorno:
“IL CONSIGLIO PROVINCIALE DI MILANO
in adunanza 5 luglio 2007
nel condividere gli obiettivi del piano quinquennale dei rifiuti, che sinteticamente possono essere
riassunti:
• nel perseguimento dell’autosufficienza in ambito provinciale dello smaltimento;
• nella gestione ispirata alla riduzione, recupero e riutilizzo dei rifiuti;
• nell’annullamento della discarica come sistema di smaltimento;
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RILEVATO
che il P.P.G.R. evidenzia la necessità di soddisfare, al 2011, un ulteriore fabbisogno di capacità
impiantistica termica per 507.000 t/a e propone di coprire questo deficit con il potenziamento e
rinnovamento degli impianti esistenti;
CONSTATATO
•
•
•
che gli esistenti termovalorizzatori provinciali sono già utilizzati a piena potenza termica,
che l’impianto Silla 2 non è tecnicamente ampliabile, come pure quello di Sesto S. Giovanni,
che dal 2009 l’impianto di Desio non farà più parte della Provincia di Milano;
CONSIDERATO
che se si vogliono raggiungere gli obiettivi indicati nel piano provinciale ed in coerenza con gli
indirizzi della L.R. 26/2003, è necessaria la realizzazione di un nuovo termovalorizzatore di adeguata
capacità;
EVIDENZIATO
che sono prevedibili in almeno cinque anni i tempi tecnici ed amministrativi necessari per la
realizzazione di un nuovo impianto di termovalorizzazione;
IMPEGNA
il Presidente e la Giunta Provinciale a prevedere da subito la realizzazione di un nuovo impianto di
termovalorizzazione che è l’unico modo per raggiungere l’obiettivo proclamato per l’autosufficienza.”
Il Presidente del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico.
Durante la votazione è temporaneamente assente il Segretario generale; svolge le sue funzioni il Vice
Segretario generale.
Assenti al momento della votazione i Consiglieri Albetti, Arrigoni, Comincini, Elli, Fratus, Gavazzi,
Mauri, Meroni, Musciacchio, Patta.
E così risultano presenti il Presidente della Provincia Penati e 35 Consiglieri.
Terminate le operazioni di voto, dichiara respinto l’ordine del giorno con venticinque voti contrari e
undici a favore (Consiglieri Accame, Bernareggi, Bruschi, Clerici, Colli, Dapei, Del Nero, De Nicola,
Esposito, Lombardi, Russomanno).
Il Presidente del Consiglio dà atto del risultato della votazione.
Il Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
OGGETTO – Ordine del giorno collegato all’adozione del piano provinciale di gestione dei rifiuti,
presentato in data 5 luglio 2007, primo firmatario il Consigliere Lombardi, in merito all’utilizzo della
migliore tecnologia possibile per abbattere l’inquinamento prodotto dai termovalorizzatori.
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Presidente del Consiglio: “Passiamo all’ordine del giorno Lombardi, presentato alle ore 10.26 da
Lombardi e altri. Prego Lombardi, lo illustri. (Intervento fuori microfono) Prego Assessore.”
Assessore Brembilla: “Questo ordine del giorno io propongo che venga assunto, perché non
contraddice assolutamente la previsione di Piano, ma integra delle previsioni di Piano, non c’è bisogno
neppure di discuterlo, va bene. Io chiedo al Consiglio di darlo come assunto nel nostro Piano.”
Consigliere Dapei: “Presidente, sono basito, perché se questo ragionamento dovesse prendere…”
Presidente del Consiglio: “Lo mettiamo ai voti, d’accordo.”
Consigliere Dapei: “No, non ne faccio una questione formale, non si capirebbe perché la maggioranza
presenta degli ordini del giorno, come invece è successo. Cioè la presentazione, la discussione e la
votazione di un ordine del giorno è una questione importante. Non è una questione polemica, volevo
dire che…”
Presidente del Consiglio: “Prego Lombardi, lo illustri brevissimamente.”
Consigliere Lombardi: “Mi fa piacere che la maggioranza abbia convenuto su questo ordine del giorno,
brevissimamente, in un minuto, la logica. Nella relazione di Piano, nell’allegato 4, c’erano un po’
troppi periodi ipotetici, per cui nel momento in cui siamo tutti quanti d’accordo, differiscono, e di
molto, le ricette, ma siamo d’accordo sul fatto che avremo degli impianti di termovalorizzazione, quelli
che ci sono, quelli che ci saranno, mi sembra giusto che, con riferimento, dice la relazione, all’acido
cloridrico, sarà opportuno individuare meccanismi di riduzione dello stesso, ai fini dell’ottimizzazione
dell’abbattimento del materiale particolato sarà opportuno, ecc.
Insomma, tutte queste opportunità, questi periodi ipotetici, il fatto che si dice che la gestione dei residui
prodotti debba essere possibilmente in valori compresi tra 1 e 2%, il fatto che si dice che il materiale
restante dopo la differenziazione e il recupero del materiale ferroso dovrà essere preferibilmente
avviato a riutilizzo, tutte queste preferenze, queste dichiarazioni che rimanevano un po’ sul vago
vengono, con il mio ordine del giorno che verrà approvato, puntualizzate, e quindi andremo incontro a
degli impianti esistenti in fase di rinnovo dell’autorizzazione o ex novo, degli impianti che vanno
veramente incontro alle migliori tecnologie disponibili, che non diventa più quindi solo
un’affermazione di principio, ma diventa un fatto che noi assumiamo nel Piano Rifiuti.”
Consigliere Dapei: “Grazie Presidente. Certo è giusto che nel Piano ci sia un riferimento generico, con
quell’acronimo che viene utilizzato anche nella controdeduzione del 12C, la MTD, diceva adesso il
collega Lombardi, le migliori tecnologie disponibili. E il termine disponibili la dice lunga, nel senso
che quello che era disponibile dieci anni fa è sicuramente diverso da oggi e sarà diverso da quello che
forse anche prima sarà disponibile di quanto duri il Piano che stiamo approvando.
Io credo che qui stia la motivazione che ha indotto il primo firmatario, il collega Lombardi, che poi ha
avuto la gentilezza di propormi di essere cofirmatario della proposta, sotto forma di ordine del giorno e
non di emendamento, proprio perché sia una sorta di legenda di quello che nel Piano è un concetto
condivisibile e che va declinato poi seguendo il divenire continuo della tecnologia, che, soprattutto in
questo campo, per fortuna, acquisisce sempre nuovi traguardi nella direzione della qualità della vita,
migliore sostenibilità per le comunità maggiormente interessate dal punto di vista della localizzazione,
per diminuire sempre più, così come ormai è ampiamente un traguardo raggiunto, la sostenibilità di
questi impianti.
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Però noi vogliamo in questo sottolineare due cose, innanzitutto ancora una volta la capacità
dell’opposizione, del collega Lombardi, ma poi di tutti gli altri Gruppi, che hanno condiviso questa sua
proposta, di essere costruttivi. Noi abbiamo presentato pochi ordini del giorno, pochi emendamenti, ma
tutti con senso costruttivo, poi su alcune cose il nostro modo di costruire il Piano diverge, ce lo siamo
sufficientemente detti e continueremo a dircelo con gli emendamenti, ma su altre cose, e in questo
senso siamo soddisfatti, l’Amministrazione, la maggioranza, concorda con le nostre intenzioni e anche
con le nostre proposte.
Ma l’altra cosa da sottolineare è che nella delicatissima questione della sostenibilità, quindi delle
migliori tecnologie disponibili, è una questione centrale il fatto di poter parlare di nuovi impianti invece
di utilizzare quelli esistenti. E’ una questione non solo tecnica ma anche politica, ce lo diciamo ogni
giorno, ormai, quando parliamo delle polveri sottili e del traffico veicolare. Ci sono automobili che,
apparentemente, almeno ai miei occhi di profano che non legge Quattroruote, sembrano identiche, e
che i tecnici ci dicono che una con l’altra inquinano anche venti volte di più, perché basta un piccolo
accorgimento nel motore, può bastare un paio di anni di differenza della data di immatricolazione o di
produzione, che non c’è un 20% in più, ma un 2000% in più di inquinamento.
Oggi un amico comunista faceva riferimento a Chernobyl, noi sappiamo che nel mondo occidentale
non comunista certi impianti non hanno mai visto la luce, ma anche oltre cortina, dove il comunismo è
caduto e quindi non si fanno più le cose contro l’ambiente che si facevano un tempo, vedi Chernobyl. Il
fatto di costruire del nuovo è completamente diverso dal dover utilizzare quello che c’era già. Quindi
nel momento in cui si fa un Piano, si fissano dei principi, si declinano anche in maniera puntuale, così
come ha il merito di fare a questo punto l’intero Consiglio su proposta del collega Lombardi,
sottolineiamo questo aspetto, che pensare ad un nuovo impianto invece che continuare a girare la solida
sbobba che ci era stata propinata dal cuoco ubriaco di un po’ di anni fa, è tutt’altra cosa.
Quindi anche mediante questo ordine del giorno noi ritorniamo su un punto politico che ci sta molto a
cuore, la possibilità, che c’è oggi, di poter usare le migliori tecnologie disponibili, che ovviamente è
molto più applicabile, molto più vera, nel momento in cui si studiano nuovi impianti piuttosto che se si
devono mettere in sicurezza o si devono aggiornare quelli pensati, progettati e costruiti con logiche che
erano le migliori tecniche disponibili qualche lustro fa, ma con alcuni lustri che sono passati.
Quindi io credo che sia assolutamente apprezzabile l’intenzione dell’Assessore, quindi della
maggioranza, di votare a favore, e ciascuno lo farà con lo spirito che crede, ma noi volevamo
sottolineare questa costruttività anche su materie tecniche, su aspetti così tecnici da parte
dell’opposizione e comunque la coerenza con la nostra linea politica anche di questa proposta.”
Consigliere De Nicola: “Io sono felice che l’Assessore abbia espresso parere favorevole a questo ordine
del giorno. Sono felice, non solo perché è una soddisfazione per il collega e amico Ruggiero Lombardi,
ma perché è una presa di coscienza in qualche modo conflittuale con quanto fino a qualche minuto fa
sembrava intangibile. Cosa dice in questo ordine del giorno il collega Lombardi? Considerato che la
Provincia intende potenziare e/o rinnovare, allora noi sappiamo tutti perché ce lo stiamo ripetendo da
ore e ce lo ripeteremo ancora in più, che c’è poco da potenziare, c’è nulla da potenziare e c’è nulla da
rinnovare, perché è antieconomico il potenziamento e il rinnovo di un impianto obsoleto, perché non si
costruiscono, proprio perché poi nel corso dell’ordine del giorno il collega Lombardi fa giustamente dei
richiami all’innovazione, alla modernità, alla tecnologia avanzata che governa la produzione di nuovi
termovalorizzatori.
Allora noi sappiamo che il discorso del rinnovamento e del potenziamento è una bella parola ma che
non trova un seguito nei fatti, ma c’è qualcosa di più, perché il Consigliere, in un ordine del giorno che
trova l’approvazione dell’Assessore dice: impegna l’Amministrazione a rilasciare le nuove
autorizzazioni, le autorizzazioni per il rinnovamento e per il potenziamento. Parliamo di autorizzazioni
allora per la edificazione di un nuovo termovalorizzatore, e siamo d’accordo che un nuovo
termovalorizzatore va realizzato alla luce dei nuovi ritrovati della scienza, sia ancora più perfetto il
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nuovo termovalorizzatore, se può, di quello che è il Silla 2, sia ancora munito di più filtri per rendere
non inquinante, ancora di più, se c’è un ancora di più. Ma allora, Assessore, c’è un cambio, allora lei
conviene con quanto abbiamo asserito poc’anzi, che c’è la necessità di sostituire l’insostituibile,
l’inammodernabile, il non potenziabile con un nuovo impianto?
Allora io sono tre volte felice per l’assenso a questo ordine del giorno, perché è un assenso a quello che
già dicevate, perché finalmente ritorna il progetto di Piano dei Rifiuti del 2005, dove veniva espresso
specificamente la costruzione di un nuovo, non di potenziamento, non di rinnovamento. Allora, cosa
dire? Certo valida la segnalazione del collega Lombardi, valido il suo appello a costruire, a dare
autorizzazione solo a chi ci dà il meglio, ma tre volte valido l’assenso dell’Assessore, l’assenso della
maggioranza, l’assenso del governo della Provincia a dire di sì alla costruzione di un nuovo
termovalorizzatore in sostituzione, in aggiunta, non ha importanza, perché qui veramente, quando ci
distraiamo un poco, quando la maggioranza si distrae, esprime la verità e il vero pensiero.
Allora grazie, Assessore, voterò con estremo piacere tre volte questo ordine del giorno, proprio perché
condiviso in questo spirito anche dalla maggioranza.”
Presidente del Consiglio: “Più volte chiamata in causa, l’Assessore mi ha chiesto la parola. Prego
Assessore.”
Assessore Brembilla: “Solo per una precisazione. Nell’ordine del giorno si dice che il Consiglio
Provinciale impegna l’Amministrazione Provinciale a rilasciare autorizzazioni per gli impianti di
trattamento dei rifiuti termovalorizzatori, ma questa competenza non è dell’Amministrazione
Provinciale, ma della Regione Lombardia. Allora, io propongo di utilizzare l’espressione corretta e dire
che impegna l’Amministrazione Provinciale in sede di conferenza di servizio, che è il luogo dove
esprime il proprio parere, a esprimere parere favorevole solo a chi utilizza le migliori tecnologie, ecc.
Perché non siamo noi che sui termovalorizzatori siamo autorizzati al rilascio delle autorizzazioni.”
Presidente del Consiglio: “E’ chiara la proposta, questa specificazione? Lombardi, va bene? Bene.”
Consigliere De Nicola: “Era meglio saperlo subito, però, se io capisco bene, vuol dire questo,
Assessore, che qualora chi ne ha la facoltà convocasse un tavolo, la Provincia esprimerebbe parere
favorevole alla realizzazione di un nuovo termovalorizzatore che risponda a quelle specifiche?
(Intervento fuori microfono). No, noi abbiamo scritto…”
Presidente del Consiglio: “Ripeta la formulazione per favore, Assessore.”
Assessore Brembilla: “E’ chiarissimo, però leggendo questo ordine del giorno che riprende quanto
previsto dal Piano Provinciale, si impegna l’Amministrazione Provinciale a rilasciare le autorizzazioni.
Io dico che questo non è compito dell’Amministrazione Provinciale, perché la competenza sui
termovalorizzatori delle autorizzazioni è rimasta regionale. Allora, fatte le premesse del caso, chiedo di
sostituire che si impegna la Provincia non a rilasciare autorizzazioni, ma in sede di conferenza di
servizio, a esprimere un proprio parere favorevole condizionato a chi utilizza la migliore tecnologia.
Restano le premesse, quando si è chiamati ad una espressione di parere, ovviamente nei contenuti e
nelle regole previsti dal Piano Rifiuti della Provincia di Milano, l’impianto che si dovesse realizzare
deve utilizzare le migliori tecnologie conosciute. L’espressione tecnica sono le MTD, già contenute nel
Piano Provinciale, per questo dicevo che l’ordine del giorno è integrativo e poteva essere
semplicemente assunto con questa modifica.”
Presidente del Consiglio: “Accame. (Intervento fuori microfono). Scusi, mi pare che la formulazione
sia corretta: in sede di conferenza di servizio ad esprimere un parere favorevole. Perché l’ente che
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rilascia non è la Provincia ma la Regione. Mi sembra una formulazione assolutamente corretta.
Accame.”
Consigliere Accame: “In dichiarazione di voto per il Gruppo di Forza Italia. Ho apprezzato le parole
dell’Assessore, le ho apprezzate perché si coglie una sua comunque, nonostante sia dovuta ricorrere a
tutta una serie di mediazioni politiche, una sua volontà di fondo, che è quella della realizzazione
dell’impianto. Quindi, in questo senso non può che trovarci concordi, così come ci trova concordi
l’ordine del giorno proposto dal Consigliere Lombardi, che ha una serie di significati importanti che si
richiamano un po’ a quelle che sono anche le nostre linee guida di carattere programmatico, ma anche
di salvaguardia e di tutela della salute dei cittadini. L’ordine del giorno proposto dal collega Lombardi
coglie alcune tematiche… Scusate, Consigliere Gaiardelli, so che…”
Presidente del Consiglio: “Un po’ di attenzione per favore, dobbiamo resistere ancora per un bel po’.”
Consigliere Accame: “Collega Foglia, può tranquillamente, stavo aspettando che lei concludesse per
riprendere il mio intervento, grazie della cortesia. Detto ciò, il minimo comune denominatore dei
ragionamenti che abbiamo fatto era rivolto all’impiantistica…, ma anche a un’impiantistica di carattere
moderno, efficace, che tuteli nella maniera più appropriata la salute dei cittadini. Quindi l’ordine del
giorno di Lombardi, che fa alcune specifiche tecniche, con riferimento all’acido cloridrico, se si
esclude il ricorso a umidi, individuando un reagente che consenta di massimizzare la riduzione, nel
punto a), ricorrendo al sistema di doppia filtrazione per… del materiale particolato.
Questo è un elemento, collega Guerra, che lei che è contro l’incenerimento dei rifiuti… No, ma è un
elemento importante che io vorrei sottolineare, garantendo valori effettivi compresi fra l’1 e il 2% di…
per ciò che riguarda le scorie. Quindi minore emissione di scorie nell’aria e nell’ambiente, perché,
nonostante ciò che sembra, noi del centrodestra abbiamo molta più sensibilità di voi riguardo la tutela
dell’ambiente. Ma questo è evidente, perché utilizzando… No, noi abbiamo molta fiducia nelle nuove
tecnologie, nello sviluppo di questo Paese.
Il problema vero è che in questo Paese non si investe nella ricerca, non si investe nella qualità della
tecnologia e quindi il risultato è che o la importiamo dall’estero, oppure rimaniamo indietro. Però il
ragionamento di fondo che noi facciamo nella liberalizzazione di determinate iniziative… Guerra, per
favore, mi faccia ragionare un attimo, perché io sto cercando di articolare un ragionamento importante,
grazie.
Ritornando a bomba sul problema finora espresso, esistono tutta una serie di accorgimenti tecnologici
innovativi e moderni, in cui noi ci ritroviamo completamente, che nella realizzazione degli impianti e
nella realizzazione futura di impianti che si dovranno andare a costruire, sono determinanti, addirittura
l’altro giorno sentivo un collega che mi parlava di un termovalorizzatore nella zona di Bergamo, e dice
che in alcuni casi l’aria che esce dal comignolo di questo termovalorizzatore è migliore di quella che si
respira vicino all’autostrada Milano Bergamo. Quindi anche questo potrebbe essere un argomento per
ricollegarsi al famoso tema delle infrastrutture e il problema della Brebemi. Però, detto ciò, e concludo,
noi su queste posizioni ci troviamo assolutamente d’accordo non da oggi, infatti voteremo
favorevolmente a questo ordine del giorno e ringraziamo l’Assessore per il suo apprezzamento.”
Consigliere Bernareggi: “Grazie. Volevo ringraziare il collega Lombardi per questo ordine del giorno
che permette di ribadire quanto sia importante che chi realizza impianti di termovalorizzazione realizzi
questi impianti con la migliore tecnologia disponibile. Ho un unico dubbio che mi sento di esprimere
sul fatto che si entri nel merito tecnico in questo ordine del giorno, cioè a dire che si faccia riferimento
al modo di filtrazione, piuttosto che all’abbattimento dell’acido cloridrico, alla percentuale di… e
quant’altro. Cioè mi chiedo se un Consiglio provinciale debba esprimersi in merito a questo, anche
perché credo che nel tempo la tecnologia si evolva ulteriormente, quindi fare riferimento a dettagli
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tecnici mi pare un po’ rischioso, lo dico proprio perché sono di formazione scientifica, quindi credo che
approvare un ordine del giorno che impegni la Provincia a dare un parere favorevole in sede di
conferenza di servizi su dettagli tecnici esplicitati sia un pochino rischioso. Se il tavolo tecnico si
dovesse riunire, se la conferenza di servizi dovesse essere riunita da qui a cinque anni, facciamo
un’ipotesi, e nel frattempo fossero disponibili sistemi di tripla filtrazione, cosa significa? Che noi
accettiamo anche la doppia filtrazione? Cioè, mi pare che basterebbe dire che si debba ricorrere alla
migliore tecnologia disponibile al momento in cui si presenta la richiesta, senza entrare nel merito
tecnico. Però non è una critica, ringrazio Lombardi, e il mio voto sarà comunque favorevole.”
Nel frattempo è uscito dall’aula il Consigliere Colli. (presenti 35)
Presiede il Vice Presidente Vicario del Consiglio Cavicchioli.
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “Bene, possiamo mettere in votazione l’ordine del giorno, così
come modificato.”
Il Vice Presidente Vicario del Consiglio sottopone ai voti del Consiglio il seguente ordine del giorno,
comprensivo delle modifiche apportate durante l’adunanza consiliare:
“IL CONSIGLIO PROVINCIALE DI MILANO
in adunanza 5 luglio 2007
Considerato
che l’Amministrazione provinciale intende “potenziare e/o rinnovare” l’impiantistica di trattamento
termico dei rifiuti (termovalorizzatori) esistente in provincia;
Richiamato
quanto esposto nelle pagg. 7 e 11 dell’allegato 4 della relazione di piano;
il Consiglio provinciale di Milano
impegna l’Amministrazione provinciale, in sede di conferenza di servizio, a esprimere un proprio
parere favorevole condizionato a chi utilizza la migliore tecnologia disponibile per abbattere
l’inquinamento prodotto dai termovalorizzatori, in particolare:
A. con riferimento all’acido cloridrico, se si esclude il ricorso a tecnologie ad umido, individuan-do
un reagente che consenta di massimizzare la riduzione;
B. ricorrendo ad un sistema di doppia filtrazione per l’abbattimento del materiale particolato;
C. garantendo valori effettivi compresi fra 1% e 2% di toc per ciò che riguarda le scorie;
D. il materiale restante delle scorie dovrà essere avviato a riutilizzo, ad esempio nella produzione di
sottofondi stradali;
E. i residui separati con sistemi a doppia filtrazione dovranno essere raccolti separatamente.”
Il Vice Presidente Vicario del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico.
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Durante la votazione è temporaneamente assente il Segretario generale; svolge le sue funzioni il Vice
Segretario generale.
Assenti al momento della votazione i Consiglieri Albetti, Arrigoni, Colli, Comincini, Del Nero, Elli,
Fratus, Gavazzi, Greco, Mauri, Meroni, Musciacchio, Patta e Tranquillino.
E così risultano presenti il Presidente della Provincia Penati e 31 Consiglieri.
Terminate le operazioni di voto, dichiara approvato l’ordine del giorno con trentadue voti a favore.
Il Vice Presidente Vicario del Consiglio dà atto del risultato della votazione.
Presiede il Presidente del Consiglio Ortolina.
Il Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
OGGETTO – Ordine del giorno collegato all’adozione del piano provinciale di gestione dei rifiuti,
presentato in data 5 luglio 2007 dal Consigliere Lombardi, in merito ai territori non idonei alla
realizzazione di impianti.
Presidente del Consiglio: “Siamo ancora all’ordine del giorno Lombardi, essendo di tre righe lo leggo:
“Il Consiglio provinciale impegna l’Amministrazione provinciale ad individuare come non idonee alla
realizzazione di impianti, i territori ricompresi nei plis, nei parchi regionali e quelli compresi in un
raggio di 2 km. dai siti individuati come sic e come zps”. Assessore, lei vuole esprimere un’opinione su
questo ordine del giorno?”
Assessore Brembilla: “Io potrei rispondere con una battuta: da qualche parte gli impianti poi però li
dobbiamo localizzare. Ma non l’ho detta. Dico che il Piano individua tutte le aree dove non è possibile
localizzare gli impianti, e chiedo che questo ordine del giorno non venga accolto perché ingenera
confusione, perché nel Piano già si fa riferimento alla non possibilità di realizzare gli impianti nelle
zone a parco regionale, già si ritiene criterio penalizzante, ma non escludente, i PLIS. Mi pare che
potrebbe ingenerare soltanto confusione, chiedo quindi di non accoglierlo.”
Consigliere Lombardi: “Io, Assessore, non credo che ingeneri confusione, credo che possa ingenerare
chiarezza in alcune scelte dell’Amministrazione Provinciale. L’Amministrazione Provinciale, anche
giustamente, sta riempiendo la Provincia di Milano di PLIS. I PLIS sono i Piani locali di interesse
sovracomunale. Più volte abbiamo detto in commissione e in Consiglio che siamo d’accordo nel dare
un regime di tutela diverso, migliore, riguardo a certe zone che, evidentemente, secondo la filosofia
ambientalista che si è fatta strada e che sempre più si fa strada tra di noi, è opportuno individuare dei
parchi.
Però il regime di tutela dei PLIS e questo proliferare di parchi, lo riteniamo quantomeno sospetto.
Abbiamo in più di un’occasione manifestato il timore che i PLIS rimarranno in realtà soltanto dei
parchi di carta, dei parchi sulla carta, per cui alla fine di questi cinque anni di Amministrazione
probabilmente vedremo una Provincia di Milano completamente verde, piena di PLIS, ma in realtà lo
vediamo anche da uno strumento così importante come il Piano Rifiuti, non riesce questo regime di
tutela per i parchi locali per i territori che sottoponiamo a parco locale di interesse sovracomunale, non
riesce questo regime a difenderli neppure da una localizzazione di un impianto, che evidentemente è in
contrapposizione con qualunque fine di tutela del territorio.
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Per cui certamente, nel momento in cui ho presentato questo ordine del giorno, temevo un giudizio non
positivo della maggioranza, ma non posso non rilevare che c’è da parte vostra una contraddizione, da
una parte fate i parchi, dall’altra non impedite che nei parchi si faccia qualunque altra cosa
incompatibile con essi.
Per quanto riguarda i parchi regionali, i SIC, che sono i Siti di Importanza Comunitaria, come
sottolineava il Presidente del Consiglio, e i ZPS che sono le Zone di Produzione Speciale, non sono
moltissime, anzi sono decisamente poche in Provincia di Milano, sono undici zone particolarissime in
Provincia di Milano, che hanno un regime particolare di tutela dall’Unione Europea, non solo
dall’Italia, ma anche dall’Unione Europea, vengono, con Natura 2000, tutelate attraverso anche delle
direttive comunitarie, per cui sono delle zone che in Provincia di Milano sono molto particolari.
Ora, dato che stiamo parlando di zone puntuali, spesso molto piccole, è evidente come non è
concepibile che di fronte ad un confine, che è solo amministrativo, di una zona di protezione speciale,
si possa fare un impianto cento metri oltre il confine, la tabellazione della zona di protezione speciale.
Se è una zona che merita protezione perché ha una serie di prerogative che altre zone non hanno, è
opportuno lasciare un margine cuscinetto di fronte a queste zone. Così come anche per i parchi
regionali, che sono zone particolarmente importanti della nostra Regione. Questa è la filosofia
dell’ordine del giorno, aspetto di capire la maggioranza come la pensa.”
Consigliere Bruschi: “Io aspetto soprattutto di capire dai colleghi Consiglieri che fanno parte dei Verdi
cosa ne pensano, perché quanto ha detto l’Assessore è leggermente in contraddizione. Allora, come
nell’ordine del giorno precedente l’Assessore ha invitato in qualche misura a sussumerlo perché già
largamente previsto dal Piano, allora il fatto che non si voglia sussumere all’interno del Piano l’ordine
del giorno Lombardi significa che PLIS, SIC, ZPS, vengono considerate o si potranno considerare
come zone immondezzabili. Vedete, è un argomento sul quale io sono abbastanza sensibile. Sono
abbastanza sensibile soprattutto come conoscitore e cultore di storia antica, vorrei parlare all’Assessore
Brembilla di un personaggio poco noto ma abbastanza importante, Gneo Pompeo. Non Gneo Pompeo
Massimo, ma Gneo Pompeo il Tata di Gneo Pompeo Massimo, il grande oppositore di Cesare. Ebbene,
Gneo Pompeo Massimo aveva un simpatico soprannome, veniva chiamato Carnifex, perché i suoi modi
di condurre, non solo la vicenda bellica, ma l’intera occupazione territoriale, erano modi, se così
possiamo chiamarli, non esattamente anglosassoni. Orbene, cosa fece Gneo Pompeo Carnifex?
Impegnato nelle guerre mariane, lui stava con Silla contrapposto a Caio Mario, cinse d’assedio una
zona limitrofa alla città di Capua. Problema, siccome era Carnifex e non aveva la sensibilità ambientale
dei colleghi Verdi e dell’Assessore Brembilla, decise di immondezzare la zona nei dintorni di Capua.
Cioè evitò di costruire le discariche del castra romano, evitò di costruire un cimitero, anzi si faceva
pregio del fatto di abbandonare nei dintorni di Capua i cadaveri dei nemici, successe quello che doveva
succedere, che scoppiò la peste. Scoppiò la peste a Capua, scoppiò la peste nell’accampamento, Gneo
Pompeo Tata Carnifex, ovviamente, perché c’è una giustizia a questo mondo, morì di peste, gli abitanti
inferociti di Capua pensarono bene di andarne a recuperare il cadavere e di far fare al cadavere di Gneo
Pompeo Carnifex la stessa fine che, canta nell’Iliade Omero, fece il cadavere di Ettore, cioè lo fecero
praticamente a brandelli.
Questo ovviamente non fece molto piacere al figliolo che già seguiva il suo Tata sui campi di battaglia,
neo Pompeo futuro Magno era soprannominato, avendo ereditato dal padre le maniere estremamente
urbane, il Macellaio Bambino. Per cui la contorta vicenda portò alla desertificazione della cittadina di
Capua.”
Presidente del Consiglio: “Può arrivare al punto? grazie.”
Consigliere Bruschi: “Noi non vorremmo, e lo dirò in questo minuto e trentatre secondi che mi
mancano, che l’Assessore Brembilla e gli augusti membri di questa Amministrazione Provinciale
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debbano un giorno ritrovarsi nella sgradevole condizione del Macellaio e del Macellaio bambino, chi
con il cadavere metaforico, con il cadavere politico fatto a brani e chi a vendicarsi, magari aggiungendo
a un impianto di compostaggio anche un impianto di termovalorizzazione all’interno di una zona tra
quelle citate dal Consigliere Lombardi in questo ordine del giorno.
Per cui chiediamo ai Verdi un atto di outing, chiediamo una dichiarazione di voto, ci dicano in aula e lo
vorremmo sentire, magari arriveremo a chiedere l’appello nominale su questa votazione, per sentire il
Consigliere Scarano dire no a questo ordine del giorno e chiediamo alla maggioranza un atto per i
posteri, impedendo che gli amministratori di questa Provincia siano condannati, sia pure
metaforicamente, alla triste fine che vi ho detto precedentemente. Capo Gruppo, io vorrei veramente
sentire la voce di Scarano dire voto no a questo ordine del giorno che ricomprende che si impedisce che
vengano ricompresi i territori verdi all’interno delle aree per così dire immondezzabili.”
Consigliere Bernareggi: “Grazie Presidente. Io non sono meravigliato che l’Assessore si sia
pronunciata contro questo ordine del giorno, perché non potrebbe essere diversamente, se guardiamo le
osservazioni e le controdeduzioni, noi vediamo che il Comune di Usmate Velate ha chiesto, dato che è
in costituzione il PLIS Colli Briantei e ha chiesto di considerare la perimetrazione di questo nuovo
parco ed escluderlo quindi dalla realizzazione di potenziali impianti, la Provincia ha risposto, cosa ha
risposto? In maniera lapidaria ha scritto che l’osservazione non è accolta, in quanto i PLIS
rappresentano un criterio penalizzante, ma non escludente, rispetto alla localizzazione di impianti.
Io devo dire che sono molto sorpreso proprio da questa affermazione, perché se un parco locale di
interesse sovracomunale, un PLIS, non rappresenta un criterio escludente, mi chiedo allora cosa sono i
criteri escludenti. Io ricordo ancora come fosse ieri quando, dietro il supporto, l’aiuto, della Provincia
di Milano, si decise di costituire il PLIS della Cavallera, che è quello che sta fra Monza, Arcore,
Vimercate, Concorezzo e Villasanta, ampio territorio della Provincia di Milano. Ebbene, questo
intervento fu progettato e sponsorizzato dall’Amministrazione Provinciale perché in qualche modo
andava a compensare un impatto ambientale negativo rappresentato dal cosiddetto viale delle Industrie,
quello che collega il Ponte di San Rocco ad Arcore.
Ebbene, io credo che allora ci fosse una logica in questo tipo di intervento, realizziamo un’area,
vincoliamo una parte di territorio a verde, quindi a parco locale di interesse sovracomunale in cambio
di un’area, che è stata invece trasformata in tratto stradale, peraltro di grande importanza e di grande
utilità. Ora, per quale motivo la Provincia oggi invece nel suo Piano dica che i PLIS sono un criterio
penalizzante ma non escludente, veramente mi giunge strano. Ci sono Comuni che hanno vincolato…
(Interventi fuori microfono).
D’accordo, però… Finisco l’intervento. Se c’è di mezzo la Regione, allora giro la domanda: perché non
facciamo un ordine del giorno che chieda alla Regione di modificare la legge? Onestamente, che ci
siano dei parchi agricoli, che possono essere utilizzati per realizzare degli impianti di smaltimento dei
rifiuti, mi pare veramente totalmente assurdo. Questa è la Provincia dei Comuni? Benissimo, i Comuni
vincolano delle aree importanti del loro territorio per mantenerle ad uso e destinazione agricola,
dopodiché invece ci possiamo fare gli impianti di smaltimento rifiuti? Totalmente incomprensibile.
Quindi, se non è di competenza provinciale, mi scuso per questa osservazione, credo che valga la pena
però segnalare alla Regione quanto questo non sia onestamente concepibile.”
Consigliere Calaminici: “Il Consigliere Lombardi sicuramente ricorderà che di questa questione
abbiamo discusso già in commissione negli stessi identici termini, e che già allora l’Assessore ci aveva
spiegato, ed anche i tecnici, che noi non stavamo facendo altro che applicare delle regole, delle norme
dettate dalla Regione, e che non è in nostro potere interpretare in modo creativo. Sono delle norme che
noi dobbiamo rispettare, e nei criteri dobbiamo tener conto di questo. Ci sono degli ambiti entro i quali
possiamo in qualche modo intervenire con una nostra valutazione discrezionale, ma qui siamo
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nell’applicazione di norme che sono tassative, cogenti, semplici, peraltro, che sono dettate dal Piano
Regionale.
Allora, io posso convenire che forse i PLIS meriterebbero una maggiore attenzione e salvaguardia, però
la legge dice questo, la legge parla di criterio penalizzante, cioè, se proprio non c’è nessun altro posto,
non esclude infine la possibilità che il parco locale di interesse sovracomunale possa essere in qualche
modo oggetto di un impianto, però in estrema ratio. Ma questo lo dice la Regione, è un criterio
penalizzante, ma non escludente, mentre invece nei parchi regionali non si può, nel Parco Nord non si
può fare un impianto. E’ così! Così come per le aree paesaggistiche, eccetera, dipende dalla valutazione
di impatto che può avere.
Il nostro Piano recepisce queste regole. Noi che possiamo anche avere un’idea, una valutazione diversa,
non possiamo derogare da un’applicazione assolutamente disciplinata di queste… Davvero, non
possiamo accogliere questo ordine del giorno, perché eccede le nostre possibilità e l’ambito di
discrezionalità che la Regione ci concede.”
Consigliere Russomanno: “Grazie Presidente. Io credo che l’ordine del giorno presentato sia
condivisibile, anche se noto delle preoccupazioni. La preoccupazione la ravvedo in una sola cosa, non
mi meraviglierei di quello che possa succedere, anche perché se teniamo conto di un villaggio solidale
a pochi passi da una discarica, non mi preoccuperei eventualmente di un impianto a pochi passi da un
parco. Quindi credo nella sensibilità che ha espresso il Consigliere, condividendo, anche se più volte in
commissione sui PLIS si è discusso, che sono oggi dei parchi vuoti, dei parchi senza arredo, dei parchi
che non sono vivibili e quindi da parte nostra è stata più volte fatta proposta di avere qualche PLIS in
meno, ma di avere dei parchi vivibili.
E’ chiaro che è inaccettabile, anche se le regole, come diceva Calaminici, stabiliscono determinati
parametri, però vedere, a cento metri da un parco, un impianto, sarebbe veramente una cosa poco
felice. E’ vero che contro le leggi e le regole possiamo fare ben poco, ma sicuramente possiamo
perlomeno esprimere il nostro parere di dissenso. (Intervento fuori microfono). Io credo che la volontà
del Consigliere sia proprio questa, cioè quella di ribadire e di esprimere il nostro parere chiaramente
contrario ad un’eventuale situazione, che si possa venire a creare in futuro, del genere. E’ chiaro che
con una distanza più ampia si garantisce la vivibilità del parco, un impianto a pochi passi sicuramente
non favorisce, come sicuramente non favorirà il villaggio solidale di Cologno, con una discarica a
pochi passi.
Quindi riteniamo comunque che l’ordine del giorno va votato, lo condividiamo, lo approviamo e
condivido anche quello che dice lei, Calaminici, il Consigliere Lombardi non lo vedo in aula, ma
sicuramente recepirà il messaggio da lei lanciato. E’ un messaggio, un appello, che se tutti
condividiamo si può anche fare e si può sottoscrivere. Quindi da parte nostra c’è la massima
disponibilità a condividere e recepire un’iniziativa del genere, la Provincia si può fare benissimo carico
di una proposta di questo tipo. Quindi ribadisco il nostro concetto di condivisione di questo ordine del
giorno, recependo al 100% la proposta di Calaminici.”
Nel frattempo è uscito dall’aula l’Assessore Barzaghi.
Presidente del Consiglio: “Calaminici, vuole precisare meglio? Io ho capito poco, sono anche un po’
lontano, scusi.”
Consigliere Calaminici: “In verità non l’ho fatta io la proposta. La proposta veniva in qualche modo
presentata dal Consigliere Bernareggi, veniva adombrata dal Consigliere Bernareggi, il quale diceva se
le regole sono queste non possiamo farci niente, però possiamo dire alla Regione che non vanno bene,
che deve cambiare lei le sue regole. Io ho aggiunto che se viene presentato un ordine del giorno che
dica questa cosa, che la Regione deve cambiare la normativa per quanto riguarda l’allocazione degli
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impianti all’interno di parchi di interesse sovracomunali, noi - intendendo la maggioranza - siamo
disposti ad aderire ad un ordine del giorno di questo tipo.”
Presidente del Consiglio: “Quindi è possibile proporre una modifica a questo ordine del giorno, a
questo punto, che…”
Consigliere Calaminici: “No, se viene presentato un ulteriore ordine del giorno che impegni la
Giunta…”
Presidente del Consiglio: “Cioè su questo no, ma se ce ne fosse un altro, ho capito. Dapei, prego.”
Consigliere Dapei: “Grazie Presidente. Per dichiarazione di voto, visto che l’intervento per il Gruppo è
stato ottimo e abbondante del collega Bruschi, peraltro, Presidente, mi rivolgo proprio a lei, richiamava
alle figure degli augusti membri presenti, ci è rimasto il dubbio di capire come mai nella proposta di
delibera c’è l’Onorevole Giunta e poi c’è il Consiglio e la commissione.”
Presidente del Consiglio: “Reclamo accolto.”
Consigliere Dapei: In realtà noi non vogliamo diventare onorevoli anche noi, ma quantomeno essere…
Però credo che questo ordine del giorno abbia colto nel segno. Diceva, quello sì, un Onorevole,
autorevole, uomo politico italiano, non più giovanissimo, che a volte a pensar male si fa peccato, ma
spesso si indovina.
Allora, noi riteniamo che ci sia uno spazio politico di azione per la Provincia e che in Consiglio,
diversamente da come ogni volta via via viene presentato ogni provvedimento, non ci siano solo atti
dovuti e cose che non possiamo fare, ma nel mezzo c’è la discrezionalità politica che giustifica,
legittima, l’esistenza di una Provincia.
Se noi fossimo chiamati esclusivamente ad applicare le direttive, le normative della Regione, non si
capisce allora cosa ci starebbe a fare la Provincia. Estremizzo il concetto, giusto per farmi capire, forse
nel territorio del comasco o del lodigiano un’attenzione normativa specificamente provinciale rispetto
alla distanza degli impianti dai parchi è assolutamente inutile, per le caratteristiche e le vocazioni di
quel territorio. Ma noi siamo convinti che invece in Provincia di Milano, non ne vogliamo fare una
norma che valga anche per Sondrio o per Mantova perché noi non conosciamo quelle realtà e non
siamo legittimati a parlare per quelle, noi siamo convinti che per la peculiarità del nostro territorio, che
è un territorio diversissimo, si va dal centro economico del Paese ad aree ambientaliste di pregio
europeo e dall’Europa ci viene riconosciuto, ci sono zone in cui vengono monitorate come di passaggio
specie di volatili che partono dalla profonda Russia e arrivano sulle sponde del Mediterraneo e fanno
tappa a Zibido San Giacomo e a Gaggiano, in quelle oasi naturalistiche, per non parlare di Vanzago.
Quindi la conformazione del nostro territorio, quindi un territorio grande, ma multiforme, ci fa dire che
una salvaguardia di questo genere, specificamente provinciale milanese, s’ha da fare. Ripeto, poi può
andar bene sentirci dire che è pleonastico, ma votare contro una cosa di questo genere è in totale
contraddizione, innanzitutto con le linee del Piano, perché voi oggi state approvando un Piano che non
prevede immediatamente nuove impianti, quindi non si capisce quale problema ci sia rispetto a dei
vincoli da mettere, rispetto a opere che voi non intendete neppure fare. Ma nel momento in cui, alla
fine del percorso che anche voi avete ipotizzato, ci fosse questa decisione politica, noi sappiamo
benissimo, lo sanno benissimo i colleghi del Gruppo Verdi, a che cosa facciamo riferimento. Vero, De
Nicola? Noi potremmo dire non solo nel raggio di due chilometri da tutti i parchi, da tutte le zone… I
Verdi sono usciti, ma poi tornano.
Noi stiamo parlando di un sito ben determinato, di una zona di cui sappiamo le dimensioni, la proprietà
e la destinazione. Che problema avete a votare a favore del fatto che eventuali nuovi impianti non si
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debbano fare in un raggio di 2 km da siti individuati come SIC e ZPS? Ecco, appunto, Calaminici, mi
tremano i polsi. Non ci sono solo le leggi, ci sono anche le Province. Io non sono di quelli che dicono
che le Province dovrebbero essere abolite, almeno nel mandato amministrativo dopo che mi sono
candidato. C’è chi dopo essersi candidato dice che le Province dovrebbero essere abolite, se non mi
ricandiderò sarò legittimato a dirlo.”
Presidente del Consiglio: ”Chiuda per favore!”
Consigliere Dapei: “Io credo che ci sono le direttive europee, c’è il lavoro del parlamento europeo, ci
sono le leggi nazionali, ci sono le leggi regionali, e poi c’è lo spazio per il Consiglio provinciale di dire
la sua. Non è che siccome una cosa non è vietata per legge, allora si può fare. Allora ditelo, dite che voi
quell’eventuale nuovo impianto lo volete fare in quell’area che tutti sappiamo qual è, di proprietà di
quel signore che tutti sappiamo e la facciamo fuori, ma non votate contro in maniera ipocrita dicendo
che siccome la legge lo permette allora si possono fare gli impianti anche lì.”
Nel frattempo è uscito dall’aula il Vice Presidente della Provincia Mattioli.
Presidente del Consiglio: “Chiuda, per favore! De Nicola.”
Consigliere De Nicola: “Grazie Presidente. Questo era il tema su cui c’era dissenso nel Gruppo di
Alleanza Nazionale. Io condivido lo spirito che ha animato l’ordine del giorno del collega Lombardi,
ma la mia posizione è differente da quella del collega Russomanno. Ora io so che quanto andrò a dire
certamente forse mi leverà quel poco di simpatia che ero riuscito a costruire negli anni con il collega
Scarano. Io so che il Gruppo dei Verdi sicuramente griderà all’inquinatore, a colui che non ha rispetto
per le zone verdi, però io vorrei prendere le mosse dalla battuta non detta dall’Assessore Brembilla: ma
dove li facciamo questi impianti? Allora, allontanandoci dall’idea, Consigliere Dapei, io non credo…
No, interessa pure a me, Calaminici, forse il Consigliere Calaminici ha trovato una mediazione, una
quadra tra maggioranza…
Io non voglio pensare male, perché a pensar male si va all’inferno e non si sa mai poi, il mio amico
Tranquillino, se noi parliamo di questi temi, inferno, paradiso, non sappiamo quello che può succedere.
Giuro che l’ho detto solo come una battuta, Tranquillino, e me ne guardo bene. No, mica ho detto che
Tranquillino andrà all’inferno, non ho detto questo, oltretutto Tranquillino non crede che esiste
l’inferno, io dico che l’inferno Tranquillino lo rende qui a noi. Ma, al di là di questo, io credo che la
battuta non detta da parte dell’Assessore Brembilla la dica lunga, perché l’Assessore Brembilla dice
una battuta e dice: da qualche parte questi impianti poi dobbiamo farli.
Allora io credo che, escludendo il terreno ben individuato, l’uomo individuato, escludendo quello se
poi a furia di dire che lo sappiamo già noi dobbiamo escludere, siamo costretti ad escludere quel
terreno, allora a questo punto si crea veramente un problema. Dov’è il dissenso tra me e il mio amico e
collega Russomanno? Che io ritengo che questo ordine del giorno è troppo permissivo, è troppo
ambientalista, io ritengo che un chilometro sia più che sufficiente, anche perché, se per impianti
dobbiamo pensare a quello che sarà, a quello che l’ipocrisia di questa sala stasera non ha consentito che
si dica.
Noi sappiamo che negli anni a venire si realizzerà il termovalorizzatore, noi sappiamo che è nella
logica delle cose la realizzazione, noi sappiamo che Milano, la Lombardia, un nord avveduto, un nord
di cittadini che non accettano il ricatto della camorra napoletana, della sporcizia napoletana,
dell’insipienza della classe dirigente napoletana, non tollererà che a Milano si possano… Prego? In
Calabria non abbiamo problemi di questo genere, non abbiamo classe dirigente, li hanno arrestati tutti,
il Consiglio regionale della Calabria è per il 50% inquisito.
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Ad onor del vero bisogna dire che questa volta il Consiglio regionale della Calabria è a guida
centrosinistra, ma senza offesa, perché sarebbe potuto accadere anche alla destra, poteva accadere
anche alla destra. Insomma, io credo che quelle vergogne, mi spiace, giuro che poi chiudo, quelle
vergogne di pensare che ci sono Consiglieri regionali che si prendono il pizzo dai dipendenti che
assumono, io credo che solamente, veramente, non è che c’è un’entità territoriale. Io pensando a loro
mi vergogno di essere nato in Calabria, ma per fortuna non sono della mia parte politica.
Ritornando al tema, che sicuramente è più significativo e interessante, io non so tra l’altro se veramente
la competenza per quanto chiede il collega Lombardi è della Provincia. Ma siamo certi che noi
abbiamo la competenza di poter indicare queste cose? Siamo noi che indichiamo o siamo che
escludiamo? Possiamo? Siamo nella condizione giuridica di poter indicare questo tipo di limite? Siamo
noi nella condizione, nella facoltà, nella potestà di poter dire qual è il sito? Allora, ecco, io sono
preoccupato sotto questo aspetto, pertanto io voterò contro, perché la modifica che io chiedo è che il
raggio di 2 km sia quantomeno ridotto a 1.”
Nel frattempo è uscito dall’aula il Presidente del Consiglio Ortolina (presenti 34); sono inoltre usciti
dall’aula gli Assessori Carlino e Mezzi.
Presiede il Vice Presidente Vicario del Consiglio Cavicchioli.
Consigliere Accame: “Presidente, pensavo di intervenire, ma siccome il mio capo Gruppo mi ha detto
che ci sarà una richiesta di sospensione da parte della Presidenza, io ho fiducia che questa sospensione
riesca a chiarire tutta una serie di aspetti non secondari di questo complesso e particolareggiato Piano,
quindi do per buono questo ordine del giorno e non intervengo nel merito, e aspetto gli esiti della
riunione fra i capi Gruppo e il Presidente, grazie.”
Nel frattempo è uscito dall’aula il Consigliere Bruschi (presenti 33).
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “Possiamo mettere in votazione. Dapei.”
Consigliere Dapei: “C’era la richiesta del collega De Nicola di rivedere il perimetro ma, al di là di
quello, a termini di regolamento, senza che ci mettiate a chiedere le firme, solo su questo ordine del
giorno, vista la delicatezza del tema, sia dal punto di vista politico, che non solo politico, a norma di
regolamento chiediamo il voto per appello nominale.”
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “In quanti siete a chiederlo?”
Consigliere Dapei: “Ne servono nove.”
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “Quanti sono quelli che lo chiedono? Facciamo le cose fatte
bene. Quanti sono? Nove, okay, allora andiamo per appello nominale. No, non c’è la Presidente Colli.
Ho capito, no c’è adesso! Nove sono sufficienti? Dovrebbero essere dieci. Quanti siete? Un quinto di
46 è dieci. Va bene Dapei? Sono dieci. Maestri si aggiunge, dieci perfetto, appello nominale. La parola
al Vice Segretario.”
Prima della votazione dieci Consiglieri chiedono che il seguente ordine del giorno sia sottoposto a
votazione per appello nominale, ai sensi dell’art.68, comma 4, del Regolamento per il Funzionamento
del Consiglio:
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“IL CONSIGLIO PROVINCIALE DI MILANO
in adunanza 5 luglio 2007
impegna
l’Amministrazione provinciale ad individuare come non idonee alla realizzazione di impianti, i territori
ricompresi nei plis, nei parchi regionali e quelli compresi in un raggio di 2 km. dai siti individuati come
sic e come zps.”
Durante la votazione è temporaneamente assente il Segretario generale; svolge le sue funzioni il Vice
Segretario generale.
Il Vice Presidente Vicario del Consiglio invita il Vice Segretario generale a procedere all'appello
nominale dei Consiglieri; l'appello nominale dà il seguente esito:
Filippo Penati
Vincenzo Ortolina
Pietro Accame
Roberto Albetti
Pierluigi Angiuoni
Costanzo Ariazzi
Vittorio Arrigoni
Mario Barbaro
Alberto Bernareggi
Marco (detto Max) Bruschi
Arturo Calaminici
Roberto Caputo
Arianna Cavicchioli
Arianna Censi
Michele Clerici
Ombretta Colli
Eugenio Comincini
Bruno Dapei
Mario De Gaspari
Paolo Del Nero
Giovanni De Nicola
Enrico Elli
Francesco Esposito
Giuseppe Foglia
Ombretta Fortunati
Gianbattista Fratus
Andrea Gaiardelli
Massimo Gatti
Attilio Gavazzi
Luigi Greco
Luca Guerra
Ruggiero Lombardi
Pietro Maestri
contrario
assente
favorevole
assente
contrario
contrario
assente
contrario
favorevole
assente
contrario
contrario
contrario
contrario
favorevole
assente
assente
favorevole
contrario
favorevole
astenuto
assente
favorevole
contrario
contrario
assente
contrario
contrario
assente
contrario
contrario
favorevole
contrario
80
Matteo Mauri
Fabio Meroni
Roberto Modugno
Camilla Musciacchio
Ernesto Nobili
Antonello Patta
Alessandro Pezzoni
Pier Mauro Pioli
Vittorio Pozzati
Marco Re
Giuseppe Russomanno
Giuseppe Scarano
Luigi Tranquillino
assente
assente
contrario
assente
contrario
assente
contrario
contrario
contrario
contrario
favorevole
astenuto
contrario
Ultimata la votazione per appello nominale, il Vice Presidente Vicario del Consiglio dichiara respinto
l’ordine del giorno con il seguente risultato:
Presenti: 33
Votanti:
33
Favorevoli: 8
Contrari: 23
Astenuti:
2
Il Vice Presidente Vicario del Consiglio dà atto del risultato della votazione.
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “La proposta era di fare l’interruzione, per cui facciamo una
breve interruzione.”
La seduta viene sospesa alle ore 19.33 e riaperta alle ore 19.48.
Nel frattempo è rientrato in aula il Presidente del Consiglio Ortolina (presenti 34), che riassume la
presidenza della seduta.
Il Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
OGGETTO – Ordine del giorno presentato in data 5 luglio 2007, primo firmatario il Consigliere
Barbaro, per esprimere condivisione della proposta di Piano Rifiuti presentata dall’Assessore
Brembilla.
Presidente del Consiglio: “Partiamo con l’ordine del giorno proposto dalla maggioranza, rispetto al
quale c’è un’ipotesi emendativa che è stata presentata, sulla quale il Presidente Penati si vuole
esprimere. Prego Penati.”
Presidente della Provincia Penati: “Grazie Presidente. A nome dei presentatori dell’ordine del giorno
presento la modifica al primo capoverso, quello del “condivide”. Il capoverso verrebbe così, lo leggo
già modificato: “la proposta di Piano Rifiuti presentata dall’Assessore Brembilla al Consiglio
Provinciale per l’adozione che fornisce indicazioni di gestione per i prossimi cinque anni”.
81
Tutto il resto viene…: colma il vuoto di programmazione lasciato dalla precedente Amministrazione
che non aveva redatto aggiornamenti al Piano del 1995. Quindi questo è il testo, per il resto rimane
tutto uguale.”
Presidente del Consiglio: “Maestri, prego la parola.”
Consigliere Maestri: “Grazie Presidente. Io sarò assolutamente breve, anche perché potrei limitarmi a
far sentire la registrazione dell’intervento del Presidente Penati in merito all’ordine del giorno
presentato da De Nicola, nel senso che con questo ordine del giorno, tutta la maggioranza, tutti i Gruppi
della maggioranza, non fanno che ribadire quanto è contenuto nel Piano e ribadirne le scansioni
temporali, le scansioni logiche.
Per cui l’impegno forte della Provincia a lavorare per la riduzione della produzione dei rifiuti e per tutti
gli altri obiettivi che abbiamo detto, con la previsione, anche in merito agli impianti di
termovalorizzazione, la previsione di una possibile necessità, nel caso non si verifichino le condizioni
di cui si è parlato stamattina. Non si fa che ribadire questa cosa, è un impegno forte, è un impegno di
ordine del giorno, che richiama peraltro l’impegno che è stato messo da tutto l’insieme della
maggioranza, dell’assessorato, inteso come Assessora e tutti i tecnici e funzionari che ci hanno
lavorato.
Questo è il senso di questo ordine del giorno, e la maggioranza lo voterà ovviamente unanimemente.”
Presidente del Consiglio: “C’è un altro emendamento di Dapei, prego.”
Consigliere Dapei: “Presidente, molto brevemente perché ci sono impegni che chiamano alcuni di noi.
Vado molto veloce perché in realtà siamo già intervenuti sulla questione. Noi consideriamo la
presentazione di questo ordine del giorno uno schiaffo politico al Presidente Penati, perché
evidentemente non è sufficiente il contenuto del Piano, non è sufficiente quello che è stato aggiunto
con le controdeduzioni, ma solo successivamente alla conferenza stampa del Presidente, che ha detto
certe cose ben precise, e che soprattutto sono state capite prima dalla stampa e poi dall’opinione
pubblica, in maniera ben precisa, la maggioranza ha dovuto presentare questo ordine del giorno. Quello
che il Presidente ha presentato alla cittadinanza è diventato eventuale, subordinato a che ci siano delle
condizioni che non si capisce bene chi e quando dovrà verificare.
Noi quindi siamo doppiamente contrari nel merito a questo ordine del giorno, sia perché sottolinea e
conferma la parte che meno ci piace della controdeduzione a Milano, ma soprattutto perché nel
momento in cui la minoranza si è sentita di dire che condivideva le priorità politiche del Presidente, è
arrivato un documento della sinistra che prende le distanze da quelle posizioni politiche. Quindi a noi
piace il Presidente Penati che dice che serve un nuovo termovalorizzatore, che lo dice in conferenza
stampa, e ci piace quella parte stramaggioritaria, non solo di centrodestra, dell’opinione pubblica, che
sentendoselo dire tira un grande sospiro di sollievo.
Quindi il nostro voto contrario all’ordine del giorno della maggioranza, e anche un voto di sostegno a
quel tentativo di new deal del Presidente sulla questione dei rifiuti, ma che va anche su altre cose, che
presto o tardi comunque avrà prevalenza, perché alla fine certe posizioni ideologiche possono reggere
per la retorica di qualche seduta di Consiglio, ma vengono travolte dalla realtà dei fatti. Ovviamente
uno degli emendamenti è ritirato, perché c’era la volontà del Presidente di accoglierlo, mentre l’altro
non interverremo anche su quello. Diciamo che rimanga agli atti, se venisse approvato, noi
approveremmo anche l’ordine del giorno, se non verrà approvato, l’ordine del giorno conferma un
errore, che non smentisce solo le nostre posizioni politiche, ma anche del Presidente.”
Presidente del Consiglio: “Quindi io metterò in votazione prima il secondo emendamento Dapei,
essendo il primo accolto dalla maggioranza. Altri interventi? De Nicola.”
82
Consigliere De Nicola: “Io non ho al momento molto chiaro qual è il secondo emendamento. Io credo
che sia già una buona cosa quel togliere “eventualmente”, ma credo che non sia sufficiente, perché il
punto dove si dice “ritiene altresì utile verificare innanzitutto la possibilità di ampliamento e
rifacimento”, mi spiace ritornare su un argomento che già troppe volte abbiamo trattato stasera, ma
personalmente non posso accettare di poter sconfessare quanto detto fino adesso, tutte le cose in cui ho
creduto fino in questo momento, tutte le cose in cui ha creduto il Presidente Penati e l’Assessore
Brembilla fino al 20.12.2006, quando la formulazione era che comunque non c’è nulla da implementare
e incrementare, non c’è nulla da potenziare e da rinnovare.
Quindi io non potrò votare questo ordine del giorno neanche se venisse accolto l’emendamento
presentato dal capo Gruppo di Forza Italia. E’ già un passo in avanti notevole parlare di evitare
quell’”eventuale”, che è contraddittorio con l’insieme del Piano dei Rifiuti, è contraddittorio con le
relazioni, con tutto quello che ben conosciamo e meglio di tutti conosce l’Assessore e il Presidente
Penati. E’ un passo avanti quell’eventualmente, è la quota eccedente, perché è quota eccedente, e tale
risulta da una lettura neanche particolarmente profonda, e lo vedremo quando andremo a discutere gli
emendamenti, perché c’è un deficit profondo in questo Piano dei Rifiuti, che deve essere colmato in
qualche modo, se vogliamo parlare di autosufficienza.
Allora l’eventualmente è già un passo in avanti, ma levate anche l’altro capoverso, “ritiene altresì”, fino
a “ritiene infine”. Se lo levate, noi voteremo questo ordine del giorno, perché a questo punto veramente
avremo avuto il coraggio noi e voi di dire realmente tutto quello in cui crediamo e che fino al momento
forse alcune frange di questo Consiglio non hanno avuto il coraggio di ammettere.
Cosa dire? Per il resto va bene l’ordine del giorno, nulla di nuovo e nulla di diverso da quello che dice
l’ordine del giorno di Alleanza Nazionale, magari si usa un gergo diverso, delle parole diverse, ma gli
obiettivi, i contenuti, il fine, la volontà dell’autosufficienza diventa concreta, tangibile, nel momento in
cui usciamo dagli equivoci, dai sillogismi, dalle ipocrisie, che servono solamente per tergiversare, per
non dire la verità su un Piano dei Rifiuti, che parte nel 2005 con questi contenuti che io vado a
segnalare e a sollecitare che vengono recepiti, che viene riconfermato sempre con questa logica, che
viene modificato per ragioni che mi sfuggono e che non voglio assolutamente ricercare nella famigerata
Giunta del 20 dicembre 2006, e che possono essere ripristinate condizioni che danno significato agli
obiettivi, che per il resto condividiamo totalmente, solo se veramente si ha il coraggio di evitare il
secondo capoverso della pagina 2 dell’ordine del giorno e la parola “eventualmente” indicata dal
collega Dapei. Se così viene fatto, noi voteremo con soddisfazione questo ordine del giorno e
ritireremo pure, per quanto mi riguarda, gli emendamenti successivi.”
Consigliere Bernareggi: “Io credo che questo ordine del giorno sia condivisibile nel momento in cui si
dovessero togliere due parole, credo che una sia anche nell’emendamento, cioè “ritiene infine utile
orientarsi alla realizzazione di nuova impiantistica tramite la termovalorizzazione per la quota
eccedente”, toglierei “eventualmente”, perché già oggi lo sappiamo che abbiamo una quota eccedente.
Quindi cos’è eventualmente? Dobbiamo guardare in faccia la realtà, non dobbiamo parlare cose se
stessimo sognando e dovessimo prevedere in un futuro un’eccedenza di rifiuti. Abbiamo già una quota
eccedente, quindi toglierei eventualmente, quindi: per la quota eccedente di rifiuti non altrimenti
trattabili.
Toglierei anche “una volta verificate le condizioni succitate”, per lo stesso motivo, cioè che non
dobbiamo verificare grandi condizioni, abbiamo già una realtà oggi in cui stiamo producendo 300.000
tonnellate in più di quelle che stiamo smaltendo con i quattro impianti attuali di termovalorizzazione.
Per questo motivo credo che… (Intervento fuori microfono). Anche questo, perfetto.
A questo punto, in linea con l’emendamento proposto dal Consigliere Dapei, credo che si possa
approvare con queste due modifiche, diversamente il voto dell’UDC sarà contrario.”
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Presidente della Provincia Penati: “Non sono accoglibili le proposte, perché credo che questo sia il
tempo che riassume anche il senso del dibattito di un’intera giornata. Ci siamo divisi su questo tema,
credo che per noi non sia accoglibile questa cosa. Ringrazio per i toni, ma noi manteniamo il testo così
come l’abbiamo proposto, grazie.”
Presidente del Consiglio: “A questo punto metto in votazione il secondo emendamento Dapei, così
come illustrato. Invito i Consiglieri a rientrare.”
Il Presidente del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico.
Durante la votazione è temporaneamente assente il Segretario generale; svolge le sue funzioni il Vice
Segretario generale.
Assenti al momento della votazione i Consiglieri Accame, Albetti, Arrigoni, Bruschi, Colli, Comincini,
Elli, Fratus, Gavazzi, Mauri, Meroni, Musciacchio e Patta.
E così risultano presenti il Presidente della Provincia Penati e 32 Consiglieri.
Terminate le operazioni di voto, dichiara respinto il 2° emendamento del Consigliere Dapei all’ordine
del giorno della maggioranza collegato alla delibera n. 30 con venticinque voti contrari e otto a favore
(Consiglieri Bernareggi, Clerici, Dapei, Del Nero, De Nicola, Esposito, Lombardi, Russomanno).
Il Presidente del Consiglio dà atto del risultato della votazione.
Presidente del Consiglio: “Metto in votazione l’ordine del giorno che, come sapete, ha visto tolta la
frase che sappiamo del primo capoverso. Metto in votazione l’ordine del giorno.”
Il Presidente del Consiglio sottopone ai voti del Consiglio il seguente ordine del giorno, comprensivo
delle modifiche apportate durante l’adunanza consiliare:
“IL CONSIGLIO PROVINCIALE DI MILANO
in adunanza 5 luglio 2007
Condivide
la proposta di Piano Rifiuti presentata dall’Assessora Brembilla al Consiglio provinciale per l’adozione
che fornisce indicazioni di gestione per i prossimi cinque anni.
Apprezza
il prezioso lavoro compiuto dagli uffici ed i molteplici momenti di confronto con la Commissione
competente, con gli Enti Locali e con i numerosi operatori del settore.
Preso atto
dell’ampia discussione svoltasi delle valutazioni emerse dal ricco dibattito in Consiglio.
Esprime
84
vivo apprezzamento per:
- l’impostazione complessiva del piano;
- la sua articolazione;
- i criteri che lo hanno ispirato, tra cui sottolineiamo i principali:
• l’obiettivo del raggiungimento dell’autosufficienza provinciale;
• l’impegno per il contenimento della produzione dei rifiuti;
• l’incremento delle percentuali di riciclo, recupero e riutilizzo di materia;
• l’obiettivo del potenziamento della raccolta differenziata in tutto il territorio provinciale;
• l’esigenza di annullare il conferimento in discarica dei rifiuti non altrimenti trattabili.
Valuta
la gestione dei rifiuti come servizio ai cittadini, da organizzarsi secondo logiche integrate, dalla
produzione alla raccolta, dal trasporto allo smaltimento.
Ritiene
utile e corretta, anche per scongiurare possibili future emergenze, incrementare la capacità di
smaltimento, nella logica del ciclo integrato dei rifiuti, impegnandosi nel contempo a superare le attuali
carenze in ordine agli impianti per il recupero per il trattamento della frazione secca e per il
compostaggio di qualità.
Ritiene altresì
utile verificare innanzi tutto la possibilità di ampliamento e/o rifacimento (a esclusione di quelli di oltre
400.000 t/a) degli impianti di termovalorizzazione esistenti al fine di evitarne la proliferazione.
Ritiene infine
utile orientarsi alla realizzazione di nuova impiantistica, tramite la termovalorizzazione, per la quota
eventualmente eccedente di rifiuti non altrimenti trattabili, una volta verificate le condizioni succitate,
per perseguire l’autosufficienza provinciale. L’eventuale necessità di ricorrere alla progettazione e
realizzazione di nuovi impianti di termovalorizzazione dovrà avvenire secondo i principi innovativi e di
salvaguardia ambientale contenuti nel piano.
Considera
necessario che si effettuino tutti gli approfondimenti e le azioni previste rispettando rigorosamente la
tempistica del piano.”
Il Presidente del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico.
Durante la votazione è temporaneamente assente il Segretario generale; svolge le sue funzioni il Vice
Segretario generale.
Assenti al momento della votazione i Consiglieri Albetti, Arrigoni, Bruschi, Colli, Comincini, Elli,
Fratus, Gavazzi, Mauri, Meroni, Musciacchio e Patta.
85
E così risultano presenti il Presidente della Provincia Penati e 33 Consiglieri.
Terminate le operazioni di voto, dichiara approvato l’ordine del giorno con venticinque voti a favore e
nove contrari (Consiglieri Accame, Bernareggi, Clerici, Dapei, Del Nero, De Nicola, Esposito,
Lombardi e Russomanno).
Il Presidente del Consiglio dà atto del risultato della votazione.
Presidente del Consiglio: “L’ordine del giorno è accolto. Sospendiamo un attimo la seduta, direi
massimo entro le ore 9.”
La seduta viene sospesa alle ore 20.02 e riaperta alle ore 21.23.
Nel frattempo sono usciti dall’aula il Presidente della Provincia Penati (presenti 33) e gli Assessori
Benelli, Bruno Casati, Dioli, Gasparini e Matteucci.
Presidente del Consiglio: “Incominciamo con gli emendamenti. Abbiamo due percorsi possibili, nel
senso che il Regolamento, come sapete, parla prima di emendamenti soppressivi, poi gli emendamenti
modificativi, poi gli emendamenti aggiuntivi, oppure possiamo seguire il percorso della presentazione,
visto che sono presentati sostanzialmente da due Gruppi e andare avanti con una discussione sugli
emendamenti presentati da ciascun Gruppo. È abbastanza indifferente, se uno vuole appellarsi
formalmente al Regolamento dovremo dividere fra soppressivi, emendativi, modificativi ed aggiuntivi.
Io andrei avanti sugli emendamenti De Nicola (segue intervento fuori microfono), cominciamo con
l'emendamento di De Nicola (segue intervento fuori microfono),c'è il numero, sono 24. 25, addirittura,
ne conto (segue intervento fuori microfono) prego.”
Consigliere Dapei: “Grazie, Presidente. Chiedo scusa al collega presentatore del primo emendamento,
perché inizieremmo da questi? Inizieremmo dal n. 1 di De Nicola?
Io ho avuto dagli uffici copia degli emendamenti che ho quindi iniziato a studiare, non ho però ancora
ricevuto i pareri tecnici, che per me sono indispensabili, oltre alla presentazione del primo firmatario
per capire che approccio tenere rispetto agli stessi. Quindi li riceverò tra poco? Mi riservo quindi di
intervenire dopo aver... (segue intervento fuori microfono) grazie.”
Presidente del Consiglio: “Facciamo le fotocopie. De Nicola, prego.”
Consigliere De Nicola: “Boh, i pareri li aspettiamo dopo? (Segue intervento fuori microfono) Ma sì, ma
noi possiamo andare al buio.
L'emendamento che andiamo a discutere attiene agli scenari e alle comparazioni. È un emendamento
che sembra superficiale, sembra flebile, ma è fondamentale di come questo Piano dei Rifiuti sia
mendace e, al di là degli obiettivi che si pone, come parta la volontà di assicurare una autosufficienza,
ipotizzando uno scenario che è non vero, che esiste solamente nelle aspettative di chi ha voluto
assolutamente correggere i numeri, andando contro a quella che è la realtà, contro a quella che è la vera
situazione della crescita dei rifiuti in questa Provincia.
Vedete, alla pagina 21... (segue intervento fuori microfono) è vero, ma limitiamoci a quella che è la
nostra competenza specifica, alla pagina 21 della sintesi della relazione di piano noi troviamo un'ipotesi
di contrazione del 30% del tasso di crescita della produzione di rifiuti e su questa ipotesi di contrazione
ne parleremo diffusamente nell’evolversi della nostra serata, ma la cosa più inquietante è l'incremento
medio previsto su base provinciale all'1% annuo, e qui nasce il perché della richiesta di correzione di
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questo dato, un dato che io chiedo venga portato al 2,5% annuo, che è un tasso di incremento assunto
dalla Regione Lombardia, che è un tasso reale, concreto.
L'ipotizzare una crescita così contenuta, l'ipotizzare una crescita contenuta, perché si possa intervenire
sui fattori di crescita dei rifiuti sarebbe certamente auspicabile, ma cozza paurosamente con il trend
della crescita che i rifiuti hanno avuto negli anni precedenti e con quello che è comunque una costante
verifica che ognuno di noi può effettuare.
Allora, perché una crescita così limitata? Cosa vogliamo ottenere? Quale assioma vogliamo far rendere
calzante partendo da un contenimento della crescita? È quello di arrivare poi alla fine a dire, siccome
riusciamo a contenere qui, riusciamo a contenere e a migliorare la raccolta della differenziata,
riusciamo a, riusciamo a, nell'ipotesi di un piano che nasce con la logica di arrivare alla conclusione
che comunque il miracolo può effettuarsi e che quindi non è necessario trovare sistemi alternativi di
smaltimento, e che quindi quello che oggi già siamo incapaci di smaltire per deficit di impianti noi
riusciremo a smaltirlo un domani perché il miracolo si realizza e quindi noi riusciamo, contro a quella
che è la previsione della Regione, la previsione del Comune di Milano, la previsione logica e di
buonsenso, noi ipotizziamo un dato dell'1%, che poi ci troveremo come dato che falsa fatalmente tutta
la costruzione del piano.
Ecco perché io chiedo che venga modificato questo dato. Sono certo che il mio emendamento
difficilmente verrà accolto, ciò nonostante (segue intervento fuori microfono) prego? (Segue intervento
fuori microfono) No, non c'è problema, ciò nonostante io lo rassegno come uno degli emendamenti per
me più ostili e più difficili perché poi il dramma (segue intervento fuori microfono) ma sono solo dieci
minuti, quindi non stava battendo a me (segue intervento fuori microfono) ah, cinque sono i minuti?”
Presidente del Consiglio: “Sì, certo.”
Consigliere De Nicola: “Chiedo scusa, grazie.”
Presidente del Consiglio: “Accame.”
Consigliere Accame: “Grazie, Presidente. Devo dire che questo emendamento è il padre di tutti gli
emendamenti, è sicuramente l'emendamento più significativo (segue intervento fuori microfono) no,
non è snaturato. Questo qui, se lo leggeste bene, amici, è il quadro della realtà, il quadro di ciò che è
accaduto e di ciò che accadrà, non è un numero che il collega De Nicola si è inventato, frutto della
fantasia sua personale o di qualche suo Consigliere, è il numero reale di tasso di crescita di produzione
rifiuti annua sul territorio della Provincia di Milano, è assolutamente vero, è ciò che di più chiaro possa
essere considerato, e qui ci ricolleghiamo a tutti i miei interventi che sono stati fatti in quest’aula,
perché questo qui è un emendamento veramente capostipite, perché se si va a sostituire il tasso, come
diceva De Nicola, dall'1 al 2,5% annuo, cambiano tutte le previsioni di aumento di tonnellaggio dei
rifiuti, ma questo è evidente, ed è lì che voi, questa Amministrazione ha sbagliato il calcolo
previsionale, ed è lì che cade tutto l'impianto di questo Piano Rifiuti, ed è per questo che noi ci
troviamo oggi costretti a votare contro, senza averne voluta alcuna intenzione e ci troviamo costretti a
rimarcare, con questi pochissimi emendamenti, le nostre posizioni politiche, perché non c'è nulla di più
chiaro, nell'emendamento presentato dal collega De Nicola, di quello di riportare una previsione di
incremento dei rifiuti ai valori reali di ciò che è accaduto nel corso di tutti gli ultimi anni.
Il collega Guerra ride, io penso che ci sia poco da ridere, il problema è quando piangerà, quando invece
il numero 1, che è scritto sul suo Piano dei Rifiuti, si verificherà nel 2,5 statistico, e noi ci troveremo in
difficoltà.
Con questi tassi di previsione, che non sono reali, non sono realistici, dobbiamo dircelo, lo sapete anche
voi, si rischia, non in tempi brevi, ma si rischia che tra quattro o cinque anni di replicare il modello
Napoli a Milano, ed è un modello che noi non vogliamo, ma non lo vuole neppure la sinistra, vedete
87
che adesso anche all'interno del centrosinistra c'è un forte dibattito sul malcostume delle
Amministrazioni di governo napoletane, della Campania, eccetera, è un dato reale, è un dato
inconfutabile, su cui per fortuna alcuni amministratori ed alcuni dirigenti politici della parte avversa
stanno cominciando a riflettere.
Orbene, perché dobbiamo replicare questo sistema in Provincia di Milano? Non vi è nessuna necessità,
non vi è nessuna ragione per cui bisogna un attimino distorcere il dato da quello che poi accade
realmente.
Questo è, secondo me, il principio di questo emendamento, un emendamento che non si è inventato
nessuno, probabilmente il tasso d'incremento non sarà intorno al 2,5% annuo, come dice De Nicola, ma
sarà del 2,2, del 2,25%, sarà una percentuale che si avvicina comunque sicuramente più al 2,5% che
all'1. Allora perché confutare erroneamente, appositamente, perché lo sapete anche voi che non è così,
un dato, che poi fa cadere tutto l'impianto del ragionamento, che ci deve essere dietro.
Io ringrazio, mi sento di ringraziare il collega De Nicola per aver proposto all'attenzione di questa
assemblea un emendamento così significativo, è l'emendamento cardine, non ho ancora avuto modo di
ragionare sugli altri emendamenti presentati dal collega De Nicola, ma del resto interverrò nel corso del
dibattito di questa sera, ma questo è veramente un emendamento che non solo è accoglibile, ma,
secondo me, e concludo, Presidente, deve essere a cuore di tutta l’aula approvare. Grazie.”
Nel frattempo sono usciti dall’aula i Consiglieri Bernareggi, Caputo, Clerici e Esposito. (presenti 29)
Presidente del Consiglio: “Dapei.”
Consigliere Dapei: “Grazie, Presidente. C'è da dire che il dibattito su questo emendamento cardine non
è finito, quindi non affrettiamo le valutazioni che dipendono anche poi dal parere che stiamo aspettando
di ottenere.
Io volevo fare prima una piccola parentesi perché si parla sempre di Napoli, in negativo, Napoli è
diventato un modo veloce per dire guarda che cosa rischi, è una specie di uomo nero che si dice ai
bambini.
Allora, io vorrei ricordare, soprattutto all'amico Russomanno, non a caso, che Napoli fino a pochi anni
fa, io credo intorno al ‘700, era esattamente l'esempio opposto, era la culla della civiltà europea nel
senso più avanzato, nel senso più positivo in assoluto. Che cosa è successo per cui adesso addirittura la
usiamo in termini spregiativi? Io sono particolarmente legato a quella città, perché mio nonno ed il mio
bisnonno, che abitavano all'estero, avevano come punto di riferimento Napoli, dovevano andare a
Napoli per il militare, per firmare, non so bene per quale motivo, e quindi io ho ricordi di questa zia di
mio papà, la sorella di mio nonno, che non sapeva l'italiano, ma che mi cantava tutte queste canzoni
napoletane, storpiandole, e mi sono fatto questa idea di questa città bellissima, che poi ho visitato,
perché, ironia della sorte, ci ho fatto lì il militare, a San Giorgio a Cremano, e mi sono reso conto che lì
è un posto bellissimo, con delle persone bellissime, rovinate da certe impostazioni culturali ed anche
politiche che si traducono poi in una classe dirigente che è quella che è.
Allora, perché Accame vi dice questo è l'emendamento fondamentale e centrale? Perché dal punto di
vista politico qua voi ci state dicendo che cosa vi aspettate da questo Paese. Voi avete un Premier che
continua a dire all'opinione pubblica che bisogna avere fiducia, che il Paese migliorerà, andrà avanti,
produrranno di più le aziende, saranno più ricche sia le persone meno abbienti che i ceti medi,
figuriamoci quindi chi non ha di questi problemi, e poi fate una stima di questo genere.
Guardate che la stima di produzione dei rifiuti, anzi parliamo del dato storico, il dato storico è molto
legato al PIL, così come la crescita che sappiamo fisiologica, ma variabile, del traffico sulle strade, c'è
un delta fisso che lega il PIL a questi indicatori, ed è anche di buonsenso, quanto noi siamo più ricchi,
tanto più produciamo rifiuti. È una cosa di assoluto buonsenso, se il Paese cresce, le aziende
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funzionano di più, lavorano di più, esportano di più, la gente ha più benessere, consuma di più, i rifiuti
crescono.
Allora sveliamo anche un arcano, sveliamo un trucchetto, negli ultimi anni uno dei fattori che ha
evitato di ripiombare, dico anche quando governavamo noi, in Provincia di Milano, in problematiche
che avevamo vissuto anni prima, è stata la crisi, noi abbiamo visto nei dati, cioè sulla nostra pelle, che
la crisi economica, che era la crisi mondiale, la crisi dell'Occidente, di una certa economia, che
comunque rimane migliore di quell'altra, non è in crisi come modello, ma è in crisi al limite di crescita,
ha prodotto una diminuzione dell'aumento della produzione di rifiuti.
Ebbene, comunque stiamo al dato storico, noi ci lasciamo alle spalle, ci dice la sinistra, la crisi, ci
lasciamo alle spalle i tempi duri, dovremmo guardare al futuro più sorridenti e più ottimisti, ebbene, il
dato storico di crescita dei rifiuti che giustamente il Gruppo di Alleanza Nazionale dice è sottostimato
l'1%, in passato era inferiore all'1%? No, era addirittura superiore, nel periodo 1999-2004 il dato medio
della Provincia di Milano attuale...”
Presidente del Consiglio: “Mezzo minuto ancora.”
Consigliere Dapei: “Era 1,3%, quindi su quale base noi addirittura ricalibriamo questo indicatore al
ribasso? Provincia di Monza e Brianza 1,7.
C'è il Comune di Milano che in questo senso è stato sempre virtuoso, 0,3%, ma nei Comuni sotto i
5.000 abitanti, sono dati presi dal Piano Rifiuti che ci avete sottoposto, i Comuni sotto i 5.000 abitanti,
quindi la stragrande maggioranza dei nostri Comuni, ma anche dalla nostra popolazione, storicamente,
Presidente, chiudo, dal 1999 al 2004 hanno avuto un tasso di crescita del 3,2%. Cosa chiede questo
emendamento? Il 2,5.
Allora, io sono stato in questi giorni in giro...”
Presidente del Consiglio: “Chiuda per favore.”
Consigliere Dapei: “Chiudo veramente, per farmi fare un mutuo, e tutta la scommessa è sul tasso, sarò
in grado di pagarlo o meno? Saremo in grado di dare le risposte infrastrutturali, abbiamo parlato
tutt'oggi di questo, rispetto ai rifiuti che verranno prodotti da qui al 2011? Bene, l'indicatore centrale
con cui fare i conti è il tasso medio di crescita, con questo tasso è ovvio che non è lampante che serve
un nuovo termovalorizzatore, ma è un dato taroccato, absit iniuria verbis, non lo dico come offesa, ma
taroccato...”
Presidente del Consiglio: “Chiuda per favore.”
Consigliere Dapei: “Ci sembra un dato che non è causa ma è effetto, cioè non è che si è studiato questo
indicatore e quindi si è deciso quanti impianti servissero, ma siccome si è partiti dal numero di impianti
desiderati, cioè nuovi zero, allora l'unico modo per ottenere è mettere l’1%...”
Presidente del Consiglio: “Chiuda per favore.”
Consigliere Dapei: “Grazie.”
Presidente del Consiglio: “Grazie. Allora invito a stare tassativamente nei cinque minuti, per ragioni
che possiamo comprendere.
Emendamento n. 1, il parere? (Seguono interventi fuori microfono) È ammissibile, è ovvio, certo.”
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Segretario Generale: “Sono due cose, una è l'ammissibilità, l'altro è il parere tecnico sul contenuto di
merito.” (seguono interventi fuori microfono)
Presidente del Consiglio: “Sì, lo leggiamo (seguono interventi fuori microfono) un secondo solo.
La parola a Princiotta.”
Segretario Generale: “Come ho detto prima, sono tutti ammissibili, il parere, dopo, per quanto riguarda
l'aspetto tecnico, è parere negativo, in quanto la riduzione della produzione dei rifiuti è prioritaria al
piano, è chiaro? (Segue intervento fuori microfono) Parere favorevole sull'ammissibilità su tutti. Nel
merito, parere negativo in quanto la riduzione della produzione dei rifiuti è prioritaria del piano.”
(Segue intervento fuori microfono)
Presidente del Consiglio: “De Nicola (segue intervento fuori microfono) no, per favore, De Nicola,
passiamo al voto.
Metto al voto l'emendamento n. 1.”
Il Presidente del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico.
Assenti al momento della votazione il Presidente della Provincia Penati e i Consiglieri Albetti,
Arrigoni, Bernareggi, Bruschi, Caputo, Clerici, Colli, Comincini, Dapei, Del Nero, Elli, Esposito,
Fratus, Gavazzi, Mauri, Meroni, Musciacchio e Patta.
E così risultano presenti 27 Consiglieri.
Terminate le operazioni di voto, dichiara respinto il 1° emendamento del Consigliere De Nicola
all’argomento n. 30 con ventitre voti contrari, tre a favore (Consiglieri Accame, Lombardi,
Russomanno) e un astenuto (Consigliere De Nicola).
Il Presidente del Consiglio dà atto del risultato della votazione.
Presidente del Consiglio: “Passiamo all'emendamento n. 2, ancora De Nicola. Prego, De Nicola.”
Consigliere De Nicola: “Questo è un emendamento abbastanza originale perché segnala una priorità,
come sapete le priorità, il conteggio, la previsione taroccata della crescita porta ad una logica di, se noi
partiamo da un dato errato, fatalmente raggiungiamo un altrettanto dato errato; dal dato errato poi ci
troviamo nella situazione abbastanza imbarazzante per cui poi i termovalorizzatori non servono.
Allora, caro Pietro Accame, questa volta i nostri, con tutto il rispetto per i tecnici, ma noi sappiamo che
i tecnici sono stati costretti a correggere questo dato, perché? Perché, vedete, nella tabella 2 viene
effettuato un miracolo, si dice che il Comune di Milano aumenterà lo smaltimento... va bene, io credo
che questo miracolo di riuscire a smaltire il verde non si realizza per cui rinuncio ad andare avanti.”
Presidente del Consiglio: “Accame.”
Consigliere Accame: “Rinuncio.” (Seguono interventi fuori microfono).
Presidente del Consiglio: “Sospendo dieci minuti la seduta. Grazie.”
La seduta viene sospesa alle ore 21.51 e riaperta alle ore 22.03.
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Nel frattempo è rientrato in aula il Presidente della Provincia Penati. (presenti 30)
Presidente del Consiglio: “Prego, Dapei.”
Consigliere Dapei: “Grazie, Presidente. Io mi rivolgo soprattutto al Segretario Generale, in quanto
figura apicale della struttura tecnica. Io credo che ci sia un grande equivoco rispetto alla questione dei
pareri. Il parere del tecnico può avere un aspetto politico, così come leggo nel primo, che attiene alle
priorità, le priorità sono squisitamente politiche, ma il parere di cui parla il nostro Regolamento, che
richiama il parere del Testo Unico è altra cosa, cioè tocca al tecnico di dire al Consiglio se, approvato
l'emendamento, dal punto di vista tecnico la cosa, e non politico, sta in piedi o meno, peraltro un parere
obbligatorio, ma non vincolante. Ci sono casi, anche in Provincia, in cui si è votato, la Giunta per
esempio ha votato, io ricordo anche in altri tempi, anche con un parere contrario.
Dire parere negativo, in quanto la riduzione della produzione dei rifiuti è priorità del piano, io credo
che non sia esattamente quello che ci si dovrebbe aspettare dal parere, cioè dalla firma del parere di
regolarità tecnica, al limite è l'indicazione che si dà all'Assessore per motivare un diniego in sede di
votazione da suggerire alla maggioranza, mentre noi abbiamo ricevuto gli emendamenti e con la firma
ed una cosa scritta che dovrebbe essere parere di regolarità tecnica.
In questo modo, dicendo parere negativo, si dice al Consiglio: guarda che se lo approvi non c'è più la
regolarità tecnica. È improprio. Il Consiglio potrebbe decidere che ci sono altre priorità rispetto a quelle
che hanno informato il piano finora, cioè il tecnico ha una doppia funzione e quello che risponde alle
priorità politiche e quindi si dice noi vogliamo un piano fatto così e poi lo sa fare lui perché il politico
non ha certe competenze, ma poi quando è chiamato al parere di regolarità tecnica rispetto ad un
emendamento, non risponde più alla volontà politica dell'organo esecutivo, ma fotografa la situazione
in maniera notarile.
Questa è la nostra valutazione che anche altre volte è stata oggetto di dibattito, e non chiediamo che lo
sia oggi perché, e mi rivolgo anche al Presidente Penati, abbiamo presentato pochi emendamenti, non è
colpa nostra se siamo all'emendamento 1 e all'emendamento 2 alle ore 22.06, la seduta di giovedì
scorso in cui era previsto all'ordine dei lavori il Piano dei Rifiuti ha visto sei ore di dibattito sulla
nascita del Partito Democratico, abbiamo partecipato anche noi, e al varo del Gruppo della Sinistra
Democratica e di altre cose, poi c'è stata la richiesta di un amico e collega della maggioranza di
incontrare i cittadini interessati al problema dello spostamento di un paio di istituti di cura e abbiamo
avuto il piacere di iniziare a sentire parlare del Piano dei Rifiuti verso le ore 22.
Quindi l'atteggiamento che abbiamo già notato nel primo emendamento, in cui nessuno della
maggioranza ha ritenuto di dire niente su una questione che era stata, ricordate, il padre di tutti gli
emendamenti, e diceva, l'emendamento 1, non a caso, cioè il parametro che fa e disfa a cascata rispetto
a tutto il resto, cioè quanti rifiuti avremo da smaltire per poi poter dire che cosa ci serve, mentre noi
abbiamo assistito al ragionamento opposto.
Siccome si è deciso che il numero degli impianti è quello, allora per deduzione e non per induzione,
cosa ci dobbiamo mettere nella casellina della crescita dei rifiuti, l’1%? E anche dal parere, in questo
senso, politico e quindi rimango sul piano politico, e quindi alla motivazione di fatto per cui la
maggioranza, comunque l'esecutivo, si è opposta, ci sono delle tracce evidenti di questa cosa, cioè
perché non prendere atto che la crescita della produzione di rifiuti sarebbe più dell'1%? Perché c'è la
priorità!
Diventa quindi un dato prescrittivo, ma non deve essere così, questo non è l'indicatore che noi diamo ai
Comuni per dire, informate la popolazione che deve produrre meno rifiuti, questo è un dato che ci serve
per prendere delle decisioni, che dovrebbe essere tra l'altro preso, quindi, con una metodologia
scientifica, su dati statistici, incrociati con dati storici e con la crescita demografica e la modalità, tra
l’altro, della crescita demografica.
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Ecco perché siamo un po' delusi di questo avvio del confronto sui pochi emendamenti che la minoranza
ha presentato, ma comunque noi non cambiamo opinione e quindi siamo convinti della bontà di questa
proposta e per questo voteremo a favore.”
Presidente del Consiglio: “Accame.”
Consigliere Accame: “Grazie, Presidente. Mi alzo in piedi, con fatica devo dire, è uno sforzo di grande
sacrificio a quest’ora. Collega Guerra, io La illumino volentieri con dei dati abbastanza chiari. Il piano
sostiene che ci sarà una crescita del 35%, cioè un 35%, no, il piano prevede una crescita al 35% della
raccolta sul verde della città di Milano.
Il collega De Nicola - e io mi trovo d'accordo - propone di sostituire questa previsione da 35 a 6 e
mezzo per un dato abbastanza chiaro, le aree verdi a Milano non si stanno moltiplicando in maniera
esponenziale addirittura dal 6,5-7% al 35%, ma addirittura, purtroppo, sono in diminuzione, e,
oltretutto, se lei considera che la città di Milano si sta sviluppando sempre più verso l'alto e non in
maniera orizzontale, è assolutamente una previsione impossibile da realizzarsi.
Io mi ero agitato in maniera particolare sull'emendamento precedente, ma perché quello era un
emendamento significativo per ragionare su tutto l'arco del piano, questo è un emendamento che si può
considerare marginale rispetto all’emendamento precedente, ma è un emendamento significativo di
quanto siano sbagliate in percentuale le previsioni di questo piano.
Io non ho l'impressione che a Milano si stiano abbattendo migliaia di case per lasciar posto a parchi,
giardini e aree agricole, proprio non ho questa impressione, né da semplice cittadino, né da
amministratore di una delle aree più agricole della città di Milano, forse l'area maggiormente agricola
della città di Milano, la zona 7 è la zona che ha maggiori aree destinate ad uso agricolo di tutta la città.
Orbene, almeno da amministratore locale di zona quale sono, non mi sto rendendo conto che queste
aree si stanno ampliando, non vedo le ruspe, non vedo i caterpillar che stanno distruggendo in maniera
inequivocabile migliaia di palazzi e di appartamenti per lasciare spazio ad aree verdi purtroppo, perché
Milano è un Comune prettamente residenziale, industriale e terziario, ma non è un Comune agricolo,
anche se, lo ricordo al collega Guerra, che non lo sa, è il secondo Comune agricolo d’Italia, dopo il
Comune di Roma, il Comune di Milano ha le maggiori aree agricole d’Italia.
Allora in questo senso il collega Guerra, probabilmente, nella sua previsione, o l'Amministrazione,
prevede che intorno a piazza del Duomo si faccia tabula rasa, che in via Torino si inizi a coltivare il
grano oppure incomincino a crescere (seguono interventi fuori microfono) oppure si incominci a
piantare delle querce secolari, io non so dietro quale dato statistico, previsione realmente possibilistica
si possa prevedere un incremento di tale portata dei rifiuti sotto la colonna verde.
Mi sembra di aver fatto un ragionamento neanche troppo politichese, un ragionamento sereno, un
ragionamento che va di fronte a quella che è la realtà del territorio, io vedo il territorio che è sempre
meno verde, è sempre più urbanizzato, ci sono delle esigenze abitative enormi...”
Presidente del Consiglio: “Mezzo minuto.”
Consigliere Accame: “Concludo, Presidente, e la ringrazio di ricordarmi il tempo, sulla città di Milano
e quindi non prevedo che questo dato possa neanche essere avvicinato a quella che è la previsione
contenuta nel piano presentato oggi. Grazie.”
Presidente del Consiglio: “Russomanno.”
Consigliere Russomanno: “Grazie, Presidente. Io credo che bisogna essere più realistici, è inutile fare
delle previsioni che sono di stimatura veramente fuori luogo, perché basta che si guarda la percentuale
dal 2004 ad oggi e ci si rende conto che di anno in anno non c'è mai stato un incremento che vada dal 4
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al 35, ma dal 4 al 5, dal 5 al 6, quindi la previsione che facciamo noi nell'emendamento sottoscritto è
una previsione molto reale.
È facile prevedere cifre astronomiche, ma voi sapete che non parliamo, come diceva prima l’amico di
Forza Italia, di aree agricole, ma parliamo di verde possibilmente all'interno di condomini, dove bene o
male il taglio e lo sfalcio avviene attraverso delle società che molto probabilmente non conferiscono sul
territorio della grande città ma conferiscono in discariche apposta per il verde, quasi sempre in
Provincia, in periferia.
Credo quindi che questo grande cambiamento, questa previsione azzardata da parte vostra non stia in
qualche modo in piedi. Credo più fattibile, più reale, fare i conti stando con i piedi per terra che fare
delle previsioni che sembrano fuori luogo. Noi riteniamo comunque che la previsione più attendibile
sia quella di riflesso fatta in questi ultimi due o tre anni e non sia certamente quella fatta da voi con
questo piano.
Voi sapete benissimo che è più facile differenziare nei Comuni piccoli dove c'è più controllo e c'è più
qualità. Nei Comuni come una grande città, la città di Milano non è semplice, quindi riaffermare che ci
sono le condizione, non vedo come, non vedo in che modo, quale maniera, quale sistema possa essere
cambiato negli ultimi anni che possa garantire questa percentuale.
Noi quindi riteniamo che la percentuale sia una percentuale veramente troppo alta, una percentuale che
non si raggiungerà nemmeno nel 2011, ma forse nemmeno nel 2020, perché non ci sono le condizioni
di un cambiamento tale da permettere un simile cambiamento.
Riteniamo quindi di condividere chiaramente l'emendamento presentato dal collega di Alleanza
Nazionale, ma non solo per questo, perché solo il fatto che lo abbiamo presentato noi deve essere un
emendamento giusto e credibile, ma riteniamo che l'emendamento sia fatto con un criterio e con una
capacità di calcolo, che è sotto gli occhi di tutti, e quindi riteniamo che comunque non sia credibile ciò
che viene scritto all'interno del vostro piano.
Riconfermiamo quindi la nostra tesi, riaffermiamo il nostro principio di essere una valutazione
veramente sovrastimata e quindi ribadiamo il nostro principio che non si andrà senz'altro oltre il 6%.”
Presidente del Consiglio: “Mettiamo ai voti l'emendamento n. 2.”
Il Presidente del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico.
Assenti al momento della votazione i Consiglieri Albetti, Arrigoni, Bernareggi, Bruschi, Caputo,
Clerici, Colli, Comincini, De Nicola, Elli, Esposito, Fratus, Gavazzi, Mauri, Meroni, Musciacchio e
Patta.
E così risultano presenti il Presidente della Provincia Penati e 28 Consiglieri.
Terminate le operazioni di voto, dichiara respinto il 2° emendamento del Consigliere De Nicola
all’argomento n. 30 con ventiquattro voti contrari e cinque a favore (Consiglieri Accame, Dapei, Del
Nero, Lombardi e Russomanno).
Il Presidente del Consiglio dà atto del risultato della votazione.
Presidente del Consiglio: “Prego, Penati.”
Presidente della Provincia Penati: “Chiedo sia concessa una brevissima sospensione di qualche minuto
per valutare l'andamento dei lavori rispetto agli emendamenti, perché credo che la maggioranza debba
fare una valutazione su come stanno andando le cose, chiedo la disponibilità del Consiglio di una
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brevissima sospensione di qualche minuto per una riunione dei capi Gruppo di maggioranza per
valutare come sta procedendo l'andamento dell'esame delle votazioni degli emendamenti.”
Presidente del Consiglio: “Sospensione accolta.”
La seduta viene sospesa alle ore 22.19 e riaperta alle ore 22.30.
Presidente del Consiglio: “Qual è l'opinione della Giunta su questo emendamento? Prego, Assessore.
(Segue intervento fuori microfono) N. 3, quello del 40%.”
Assessore Brembilla: “Noi riteniamo che l'obiettivo del 40% per il Comune di Milano sia un obiettivo
perseguibile, i calcoli sull'obiettivo raggiunto, attualmente al 30%, è stato fatto sul metodo di calcolo
della Regione Lombardia, quindi la proposta della Giunta è di respingere questo emendamento in
quanto elemento che, se accolto, non contribuirebbe all'attuazione del piano.”
Presidente del Consiglio: “Interventi? De Nicola.”
Consigliere De Nicola: “Io non condivido il parere negativo espresso dall'Assessore e dalla Giunta.
Ritengo che il dato che l'Assessore dice sia un dato regionale non lo metto in discussione, ma è un dato
riferito all'anno 2004. I dati riferiti dall’AMSA, relativi all'anno 2006, dicono che la raccolta
differenziata è attestata al 39,8%, e siccome io voglio credere che l’AMSA non dia i numeri, allora a
questo punto diventa incomprensibile perché noi dobbiamo, sempre però nella stessa filosofia, quella di
ipotizzare un aumento della raccolta delle potature, del verde, un aumento a mio parere illogico,
irrealizzabile così come, io ho parlato poc'anzi con un tecnico che mi ha in qualche modo offerto delle
ragioni plausibili e filosoficamente logiche, corrette, per ipotizzare che il 2,5 per la crescita dei rifiuti
prevista dalla Regione sia forse esagerato, ma certamente io rimango dell'avviso che c'è uno
stiracchiamento, una volontà di dare dei dati che diventano poi coerenti con il risultato finale.
Ma qui c'è un altro argomento... mi dica, capo Gruppo? (Segue intervento fuori microfono) No, magari
è una cosa interessante.
C'è un altro elemento in questo emendamento che non va sottovalutato, nella discussione che abbiamo
avuto nel corso della giornata da parte, credo, del Consigliere Gaiardelli, è venuto fuori dalla sua
opinione, legittima e corretta osservazione, del dirigismo regionale.
Caro Consigliere Gaiardelli, noi non possiamo pensare di imporre, tranne se non anche noi vogliamo
cadere nella logica del dirigismo Provinciale, che i Comuni autonomi impostino secondo quello che è il
nostro volere un tipo di raccolta.
La facoltà di decidere quanto, come e di raccolta differenziata effettuare è nella stretta ed esclusiva
autonomia dei Comuni, l'idea che ci sia un organo terzo che possa imporre, ed in questo caso io ritengo,
tra l'altro andando a rivendicare un dato che è già raggiunto, perché il Comune di Milano, tranne che
l’AMSA non dica bugie, e mi pare che non avete contestato di falso le osservazioni che AMSA vi ha
mandato, perché io lo prendo dai dati che voi mi avete fornito, l’AMSA dice 39,8 e quindi siamo già al
40.
Ma al di là di questo, anche ammesso che fosse rimasta la valutazione del 2004 del 30,3, io chiedo in
base a quale regola si può imporre ad un Comune, sia Milano, sia Rocca Cannuccia, sia un Comune a
guida a destra, centro o sinistra, di eseguire un'imposizione che cozza con quello che poi Lei si
permette di contestare a Buscemi, quando Buscemi, però forte di un'autorevolezza legale, di un potere,
di una potestà legale chiede altre formule.
Allora capisce dov’è la situazione abbastanza originale...”
Presidente del Consiglio: “Mezzo minuto.”
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Consigliere De Nicola: “Ecco perché io ritengo che questo emendamento va accolto, va accolto, uno,
perché è vero che il 40% è già stato raggiunto, va accolto perché non si può, e ne riparleremo avanti,
pensare di spingere, senza penalizzare i cittadini di Milano, una raccolta differenziata maggiore, perché
poi parleremo nel corso della nottata di quanto inciderebbe in termini economici ed in termini di
risultati una raccolta differenziata.”
Presidente del Consiglio: “Accame, mi raccomando, restate nei cinque minuti perché al quinto minuto
interrompo.”
Consigliere Accame: “Ci sto sempre, Presidente, io non parlo neanche della nottata, devo dire che
questa volta il mio parere, da quello del collega De Nicola, differisce di alcune sfumature (segue
intervento fuori microfono) no, è una questione sempre di percentuali, perché io, che ho una mentalità
statistica, mi piace molto ragionare in percentuali, quindi c’è anche il Professor Corali, che è presente, e
quindi se dico delle castronerie autorizzerei il Professore ad interrompermi e a farmi ricredere, perché
prima mi ha fatto alcune osservazioni, che io credo che il Professore, che è un eminente cultore della
materia, ne sappia sicuramente più di me che sono un dilettante e quindi su questo argomento accetto
qualsiasi tipo di critica.
Detto ciò, l'intervento di De Nicola non era sbagliato, così come non è sbagliato l'emendamento, perché
è evidente che se l’AMSA è arrivata al 39,8% di raccolta differenziata sul Comune di Milano è un dato
che si accosta in maniera quasi univoca al 40 predisposto del piano.
Il problema è, e qui differisce la mia valutazione da De Nicola, che io sarei anche favorevole se questa
raccolta differenziata potesse arrivare al 60%, il piano comunque parla di una raccolta differenziata al
40 che già c'è, mi piacerebbe invece ragionare su traguardi più ambiziosi, perché allora si potrebbe dire
che la città di Milano non è più fanalino di coda, ma può essere elemento trainante per guidare la
raccolta differenziata.
Io sono convinto che l’AMSA stia facendo una politica eccellente su questa questione di
sensibilizzazione, di educazione civica, di maggior impegno, proprio quartiere per quartiere, per far
capire l'importanza di questa risorsa, che è quella della raccolta differenziata ai cittadini, e in effetti gli
sforzi fatti hanno già prodotto risultati del 40%, allora mettere nel piano una percentuale del 40 è un
elemento riduttivo, è un elemento che non dà volano a dare maggior impegno, maggior impulso ad un
sistema di vita che ci deve accomunare a tante realtà europee e mondiali più evolute della nostra in
termini di raccolta dei rifiuti.
Io per questo differisco nel ragionamento del collega De Nicola, perché sono convinto che non è che
bisogna violentare i cittadini per convincerli a fare la raccolta differenziata o a imporre il fatto che vi
sia una maggiore attenzione verso la raccolta differenziata, è chiaro che esistono elementi di sensibilità
storici in Italia e sul nostro territorio che vedono questo avvenimento come un elemento di ulteriore
sacrificio per le famiglie che devono fare più sforzi per differenziare la raccolta e per poi apporre il
rifiuto negli appositi contenitori selezionati.
Io, per quello che mi riguarda, nel mio condominio da anni abbiamo una serie di raccoglitori
differenziati, per il vetro, per la carta, per l'umido e per le plastiche e per l’alluminio. Devo dire che,
essendo amministratore di cosa pubblica, amministratore di una realtà che è di oltre 180.000 abitanti,
perché si parla quasi di una città come Brescia, ho notato che questo fenomeno non è ancora così
capillarmente diffuso, quindi, se nel piano si proponesse una percentuale più alta del 40, io sarei
assolutamente d'accordo, e mi troverei d'accordo con le tante enunciazioni fatte dalla maggioranza e
dall'Assessore in questo piano, il piano delle famose tre erre, eccetera, e diamo maggior impulso e
prevediamo una percentuale più alta.
Comunque voterò lo stesso a favore dell'emendamento De Nicola perché è un emendamento
semplificativo del ragionamento, dato che così come è inconfutabile o così come appare da dati certi
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sciorinati dall’AMSA, la raccolta sulla municipalità di Milano è al 39,8 e praticamente nel 2007 si
potrà considerare raggiunta la fatidica quota del 40%.”
Presidente del Consiglio: “Dapei.”
Consigliere Dapei: “Grazie, Presidente. Io ho sentito anche oggi, peraltro da colleghi della
maggioranza, rievocare e tornare il tema del libro dei sogni. Il bilancio è sempre un libro dei sogni, il
programma elettorale è un libro dei sogni, poi ho sentito definire un libro dei sogni anche la materia del
contendere di oggi.
Due cose mi vengono da dire. Prima di tutto che questo non è il nostro libro dei sogni, infatti alcuni
colleghi hanno preferito, poco appassionati al dibattito, andare a farne di veri di sogni, ma non è il libro
dei sogni neanche di molti Consiglieri della maggioranza, perché io, da guerriero della politica, mi
tolgo l'elmetto per i 24 presenti, con questa anomalia, io ho fatto più anni il Consigliere in Provincia di
maggioranza che di minoranza, mai mi ricordo di avere assistito al fatto che il numero legale venisse
garantito dal guerriero Presidente di turno, non perché la maggioranza abbia perso dei pezzi, ma perché
malgrado ne abbia guadagnati, siete 29, neppure 28, sul Piano Rifiuti, cioè dopo che per un anno, un
anno e mezzo, abbiamo detto ma si votano poche cose, ma quando porterete qualcosa di corposo,
qualcosa di politicamente rilevante, dopo la prima giornata, non siamo all'undicesima giornata fiume,
di quelle che piacciono a noi, di dibattito, ma alla prima giornata di dibattito sul Piano Rifiuti, che
probabilmente sarà anche l'ultima, cinque Consiglieri di maggioranza, mancando, mettono in
condizione il Presidente di dover correre a sirene spiegate.
Non è quindi il nostro libro dei sogni, non è il vostro libro dei sogni, ma deve diventare il libro dei
sogni di qualcun altro, allora si è deciso che questi sogni li deve fare per esempio il Comune di Milano.
Non contenti appunto di imporsi degli obiettivi anche irraggiungibili, ma almeno votare oltre l'ostacolo
ti fa arrivare da qualche parte, siccome questo non è evidentemente l'approccio, si è capito che è più
una cosa di centrodestra quella di darsi dei grandi obiettivi, al limite per avere forse anche grandi
delusioni, allora si è deciso che questo deve diventare il piano prescrittivo rispetto ai sogni altrui.
Io allora credo, come diceva il collega De Nicola, e poi ultimamente ripreso dal Presidente Accame, io
credo che i cittadini di Milano hanno il diritto di scegliersi i sogni che vogliono fare, e non solo nel
momento in cui vengono prese le decisioni rispetto alla questione dei rifiuti, ma più in generale nel
momento in cui si prendono le grandi decisioni elettorali, da quale parte politica ci si voglia fare
amministrare.
Allora è perfettamente noto a tutti i cittadini di Milano come funziona la raccolta differenziata, la
separazione e quant'altro, a Milano non abbiamo avuto come nelle ultime tre tornate elettorali in
Provincia, in maniera alterna di colore, una maggioranza raggiunta solo al secondo turno, ma, come in
Regione Lombardia, i milanesi hanno subito detto quale era l'impostazione politico/amministrativa che
volevano per la loro città, addirittura in Regione Lombardia ricordo amici traditi dal troppo amore dei
nostri elettori che erano posizionati dal nono al sedicesimo posto del listino, pronti ad essere pilotati
verso il penultimo piano del Pirellone e hanno scoperto che avevano preso talmente tanti voti che non
scattava più la maggioranza speciale in Regione e sono rimasti fuori alcuni e alcuni abbiamo dovuto
pure riceverli in Provincia, magari Assessori, perché non eletti in Regione.
L'invito che quindi viene fatto...”
Presiede il Vice Presidente Vicario del Consiglio Cavicchioli.
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “Trenta secondi.”
Consigliere Dapei: “Con questo emendamento è di sognare, di sognare molto, ma sognare le cose che
riguardano la Provincia di Milano e di lasciare agli altri fare i sogni che decideranno di fare, poi ormai
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è un po’ passato il tempo in cui vi dovevamo accusare di dirigismo, di questi piani che poi non vengono
mai attuati, ma che stabiliscono tutto per tutti, ci aspettavamo che un emendamento di questo genere
fosse anche risparmiato, non ce lo avete risparmiato, ci saremmo aspettati comunque che risparmiaste
al Presidente Penati di dover fare...”
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “Cinque minuti sono passati.”
Consigliere Dapei: “Credo che è stato più tempo oggi in Consiglio provinciale di tutto il minutaggio del
2007, a noi fa piacere perché comunque siamo abituati ormai a vedere più spesso alcuni di voi che le
rispettive consorti, poi ci sono anche quelli...”
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “Va bene, ha già chiarito il concetto, 5 minuti e 30.”
Consigliere Dapei: “Va bene, grazie, Presidente.”
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “Mettiamo in votazione.”
Il Vice Presidente del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico.
Assenti al momento della votazione i Consiglieri Albetti, Arrigoni, Bernareggi, Bruschi, Caputo,
Clerici, Colli, Comincini, De Nicola, Elli, Esposito, Fratus, Gavazzi, Mauri, Meroni, Musciacchio e
Patta.
E così risultano presenti il Presidente della Provincia Penati e 28 Consiglieri.
Terminate le operazioni di voto, dichiara respinto il 3° emendamento del Consigliere De Nicola
all’argomento n. 30 con ventiquattro voti contrari e cinque a favore (Consiglieri Accame, Dapei, Del
Nero, Lombardi, Russomanno).
Il Vice Presidente del Consiglio dà atto del risultato della votazione.
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “Passiamo all'emendamento successivo, De Nicola. (Segue
intervento fuori microfono) Chiedo scusa, parere dell'Assessore.”
Assessore Brembilla: “Sull’oggetto di questo emendamento, i due ordini del giorno presentati
dall'opposizione e dalla maggioranza, e quindi è già evidente qual è il parere dell'Amministrazione e
della maggioranza, è contrario”
Riassume la presidenza dell’adunanza il Presidente del Consiglio Ortolina.
Presidente del Consiglio: “De Nicola.”
Consigliere De Nicola: “Io so bene che il parere della maggioranza è stato contrario negli ordini del
giorno che abbiamo discusso, ma ciò non toglie che io spero sempre in un ripensamento magari
determinato dall’ora notturna.
Perché io mi sforzo di sperare di convincervi sulla necessità di modificare questa parte del Piano
Provinciale dei Rifiuti? (Segue intervento fuori microfono) No, è interessante, io mi fermo con piacere,
vuole intervenire il collega Nobili? Gli cedo la parola.
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Perché io credo che questa parte del Piano dei Rifiuti è la parte postuma, potremmo dire che, come le
opere d'arte, è la parte che apprezziamo meno, perché è la parte più recente, è la parte dopo l'estate, è la
parte, forse, ahimè, io sono piccolo e cattivo, e come tale mi compete il compito di pensar male, io
credo che questa sia la parte che è stata imposta perché nasce posticcia, nasce su un corpo già
formulato, nasce in modifica, questo è un emendamento di cui io chiedo la modifica perché è un
emendamento alla stesura principale. Cosa dice questo emendamento? Cosa dice questa parte? Dice
che noi raggiungeremo l'autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti potenziando e rinnovando gli
impianti esistenti.
Ahinoi, ma veramente dopo tante ore di discussione, noi ancora siamo costretti a chiedervi, proprio in
zona Cesarini, per utilizzare un gergo calcistico, di porre una pezza su un piano che era veramente un
piano condivisibile, se non fosse intervenuta questa volontà di dimostrare che un termovalorizzatore
non s’ha da fare.
Allora ecco che si riscopre la speranza di poter potenziare il termovalorizzatore di Sesto San Giovanni.
Ahi, Presidente, Lei, cittadino sestese, come fa a pensare di poter trasformare l'attuale impianto di Sesto
in un efficiente termovalorizzatore? (Segue intervento fuori microfono) Ma AMSA a Sesto non
potrebbe intervenire, io credo che sarebbe felice l’AMSA di farlo a Sesto, ma si creerebbe un grande
problema (segue intervento fuori microfono) no, troppo buono, Presidente, non ci penso minimamente,
anche perché, vede, Presidente, nel momento in cui parliamo di AMSA, nel suo piano, nella sua
previsione di piano del 2005 lei prevedeva che AMSA facesse un nuovo termovalorizzatore e mica che
facesse un termovalorizzatore piccolo, perché mica Lei non capisce di ambiente e non sa che un
termovalorizzatore, se non è di grandi dimensioni, serve poco e costa molto, rende meno e inquina
probabilmente.
Allora, caro Presidente, ma come facciamo a pensare di fare un termovalorizzatore di dimensioni
adeguate a Sesto San Giovanni? Perché, caro Bruno Dapei...”
Presidente del Consiglio: “Ultimo minuto.”
Consigliere De Nicola: “Lo spazio a Sesto San Giovanni dove lo troviamo? Dove lo andiamo a
realizzare? Non sullo spazio già esistente, perché è piccolo, e quali sono gli spazi liberi? Sono gli spazi
della Falck, ma mica possiamo andare a dire all'imprenditore Zunino, che sullo spazio della Falck ha un
bel progetto, fatto da Renzo Piano, alt, ci facciamo un termovalorizzatore.
Allora, ecco che non è pensabile, e perché io torno a proporvi di votare questo emendamento, che dice
che noi raggiungiamo in sostituzione dell'emendamento fatto da qualche pezzo della maggioranza al
piano originario, di fare un termovalorizzatore avente una potenzialità non inferiore a 507.000
tonnellate annue, perché è quello il fabbisogno ed il deficit a cui dobbiamo dare una risposta.”
Presidente del Consiglio: “Accame.”
Consigliere Accame: “Devo dire che se l'emendamento 1 lo consideravo il papà di tutti gli
emendamenti, questo sicuramente è un emendamento base, un emendamento importante, perché dice
delle cose chiare. È quel passaggio determinante per cui noi dell'opposizione riteniamo questo Piano
Rifiuti insufficiente e poco chiaro, non che sia un pessimo lavoro, proprio per questo passaggio, perché
se all'interno... oh, grazie Presidente Penati, mi inchino al fatto che lei è venuto vicino a me per
ascoltarmi.
Invece il collega De Nicola diceva in maniera chiara, se invece di potenziare o di prevedere degli
allargamenti, dei rinnovamenti, magari dei raddoppi di impianti si fosse indicato in maniera chiara,
inequivocabile, trasparente, su questo Piano Rifiuti che ci vuole un nuovo termovalorizzatore, un
grande termovalorizzatore, un termovalorizzatore importante, che sia in grado di smaltire almeno
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500.000 e rotte tonnellate annue, questo avrebbe significato in maniera chiara ed inequivocabile il
nostro voto favorevole al Piano Rifiuti.
È quello che andiamo dicendo, caro Foglia, da mesi, da quando il piano è stato presentato, so che tu
non c'eri e non hai seguito l'iter in Commissione così come doveva essere (segue intervento fuori
microfono) io sempre c'ero e sono stato attento, andate a vedere, colleghi (seguono interventi fuori
microfono).
Non sono intervenuto, ma voi vi sbagliate, il fatto che io non segua...”
Presidente del Consiglio: “Non interrompiamo, altrimenti si prolunga.”
Consigliere Accame: “Perché io, caro collega Guerra, gli interventi mi riservo di farli in aula, mi
riservo di farli dove i cittadini possono ascoltarmi, dove rimane agli atti, è qua che vanno dette le cose,
uno in Commissione si fa l'idea, studia qual è il problema, studia qual è la proposta, giustamente
avevamo proposto delle modifiche, non sono state minimamente recepite e allora certo che non vengo
in Commissione a fare l'intervento di critica, eccetera, noi facciamo delle proposte, perché noi non
siamo una minoranza disfattista, noi siamo una minoranza che è in grado di fare delle proposte, è in
grado di fare delle proposte importanti per questa città e per questa Provincia.
Orbene, in maniera molto seria, se voi foste seri, cari colleghi, avreste messo questa frase nel Piano
Rifiuti, non saremmo già più qui, il Piano Rifiuti sarebbe passato e probabilmente sarebbe passato pure
in Regione, non si sarebbe fatto perdere un anno a questa Amministrazione, non si sarebbe fatto
perdere un anno ai cittadini di questa Provincia, si sarebbe dato mandato di fare un progetto esecutivo,
che è necessario, e che richiede, come dicevano alcuni colleghi oggi, dei tempi, dei tempi tecnici di
progettazione e dei tempi tecnici di realizzazione molto importanti, e si sarebbe fatto guadagnare a tutta
la nostra comunità un sistema di previsione di autosufficienza dei rifiuti che oggi non c'è, è per questo
che questo è un emendamento importantissimo, se non è il papà è il figlio di tutti gli emendamenti...”
Presidente del Consiglio: “Ultimo minuto.”
Consigliere Accame: “Perché se si fosse... collega Foglia, io sto dicendo delle cose, per favore non mi
interrompa, se si fosse apposta una semplice frase di questo genere all'interno di questo piano sarebbe
stato un piano condivisibile, magari da modificare in alcuni dati su cui noi non eravamo d'accordo, ma
il dato di fondo, cioè quello che Penati dovrà fare fra un anno, lui come elemento decisore singolo e
che non abbiamo avuto il coraggio di approvare in quest’aula, cioè di trovare insieme alla Regione,
come commissario dei rifiuti, una localizzazione per un impianto e realizzare questo impianto da
almeno 500.000 tonnellate, noi avremmo fatto perdere molto meno tempo, molti meno soldi, molte
meno ore a voi Consiglieri di maggioranza e a noi dell'opposizione in quest’aula, ma si sarebbe fatto
finalmente in maniera pragmatica l'interesse dei cittadini della nostra Provincia.”
Presidente del Consiglio: “No, per favore, non siamo allo stadio. Dapei.”
Consigliere Dapei: “Certo, Presidente, è difficile prendere la parola dopo il collega Accame. Io cerco di
imparare, di carpire segreti che in realtà hanno radici in tempi lontani, quando bazzicavamo lidi
differenti, però il cuore, il suo intervento rimane nel fatto che si deve far capire alla maggioranza, il
Presidente Penati lo ha già capito da tempo, che oggi questa sta facendo una scommessa molto
pericolosa.
Bocciare un emendamento che dice che si deve fare un termovalorizzatore non costa niente, addirittura
c'è il parere del tecnico a supporto, ma se poi fra qualche mese, i mesi che sono contenuti nella dizione
che avete scelto, la verifica e quant'altro, che cosa succede, e sappiamo che succederà, quando fra
qualche mese si scoprirà che aveva ragione De Nicola, che aveva ragione Russomanno, che aveva
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ragione Accame, che aveva ragione Dapei, che aveva ragione Lombardi, cioè che serve un nuovo
termovalorizzatore alla Provincia di Milano. Allora voi farete...”
Presidente del Consiglio: “Per favore, dobbiamo resistere ancora un bel po', state calmi.”
Consigliere Dapei: “Anche perché mi sembra che il tema sia importante.
Allora i casi sono due, se è vero, ed è sicuramente vero, che il vostro obiettivo politico, che è anche il
nostro, è l'autosufficienza, voi avete detto che la Provincia deve riuscire (seguono interventi fuori
microfono) comunque la militanza politica non dovrebbe esaurirsi alla sola presenza fisica, perché
questa poi deprime la politica, non è che la esalta.
Presidente, se veramente crediamo nell'autosufficienza e leggiamo i dati del piano, l’autosufficienza
non è garantita. Lo dite voi nel piano di, anche nella controdeduzione dite, la parte eccedente, parlate
voi di parte eccedente, va in qualche modo gestita, allora fate la scommessa di dire, potenziamo,
verifichiamo se si può potenziare l'esistente.
Il Piano Rifiuti credo che sia stato ideato alcuni anni fa, io mi ricordo almeno un paio di anni fa che se
ne parlava in Commissione, questi due anni non sono serviti per fare questa analisi? Benissimo,
prendetevi dell'altro tempo, ma se alla fine di questo periodo l'esito sarà questo, come politicamente si
potrà spiegare un voto contrario? Io lo chiedo anche ai capi Gruppo di maggioranza, come si potrà
spiegare un voto contrario, non nella notte dei tempi, quando la sinistra era convinta che con il compost
si risolvevano tutti i problemi sia degli agricoltori, io mi ricordo, a Trezzano abbiamo vinto le elezioni
sulla questione dell'impianto di compostaggio, che voleva un Assessore Provinciale della sinistra, nel
nuovo piano della sinistra non si parla più... Aquilani, mi sembra che fosse, o qualcosa di simile.
Allora come spiegherete, non un voto nel 2006, nel 2005 ma a luglio del 2007. A luglio del 2007 voi
state dicendo che non serve qualcosa che forse fra tre mesi vi renderete conto che serve, al di là che lo
dite già nelle conferenze stampa.”
Presidente del Consiglio: “Ultimo minuto.”
Consigliere Dapei: “Ma poi un altro problema, Presidente, immaginiamoci un baldo giovane
volonteroso che si scarica dal sito Internet della Provincia il Piano Rifiuti per una sua tesi, per un suo
studio, per un suo approfondimento, nel Piano dei Rifiuti della Provincia non ci sarà scritto quello che
voi pensate che per giorni ci avete raccontato che ci sarà scritto, se uno si andrà a cercare le
controdeduzioni alle osservazioni 12.c, ma si andrà a leggere la relazione di piano e la sintesi di
relazione di piano, che noi adesso chiediamo di emendare, e che voi dovreste chiedere di emendare
almeno con la vostra dizione, subemendatelo, metteteci almeno quel passaggio dello studio di cui avete
parlato. Voi avrete approvato questa notte, domani avrete da pubblicare, da trasmettere alla Regione un
piano che continua a dire che un termovalorizzatore non ci deve essere nuovo né oggi né mai.
Allora, se perderete la scommessa avrete fatto perdere mesi, e forse anni, alla comunità, avrete, credo, a
quel punto, se c'è un minimo di dignità politica, qualcosa da spiegare dal punto di vista politico.”
Presidente del Consiglio: “Chiedo scusa, grazie. Siccome stiamo ripetendo da dieci ore gli stessi
concetti, credo che se potessimo essere un po' sintetici sarebbe meglio per tutti, dopodiché passiamo
alla votazione dell'emendamento n. 4.”
Il Presidente del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico.
Assenti al momento della votazione i Consiglieri Albetti, Arrigoni, Bernareggi, Bruschi, Caputo,
Clerici, Colli, Comincini, Elli, Esposito, Fratus, Gavazzi, Mauri, Meroni, Musciacchio e Patta.
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E così risultano presenti il Presidente della Provincia Penati e 29 Consiglieri.
Terminate le operazioni di voto, dichiara respinto il 4° emendamento del Consigliere De Nicola
all’argomento n. 30 con ventiquattro voti contrari e sei a favore (Consiglieri Accame, Dapei, Del Nero,
De Nicola, Lombardi, Russomanno).
Il Presidente del Consiglio dà atto del risultato della votazione.
Presidente del Consiglio: “Passiamo all'emendamento n. 5 chiedendo all'Assessore il suo parere.”
Assessore Brembilla: “Il parere è un parere contrario in quanto il piano deve prevedere il
raggiungimento dell'autosufficienza provinciale per quanto attiene al tema dei rifiuti urbani.
Per quanto riguarda il tema dei rifiuti speciali, questi vengono in una parte anche significativa previsti
come smaltimento da termovalorizzazione, si tratta principalmente di rifiuti da scarti da imballaggio e
questi vedranno le azioni del piano per la riduzione degli stessi, quindi nostro parere è un parere
contrario.”
Presidente del Consiglio: “De Nicola.”
Consigliere De Nicola: “Caro Consigliere Dapei, lei poc'anzi... questo però mi fa ricordare il Professor
Sapelli, che qualcuno mi chiedeva perché non l'ho mai citato. Allora, al di là di questo... no, perché il
Professor Sapelli non si ... (segue intervento fuori microfono) ah, era questo il fatto, ho capito.
Io invece mi rivolgevo a lei, caro Consigliere, perché lei diceva la scommessa che vinceremo, ma la
scommessa l'abbiamo già vinta perché in questo piano, all'ultimo capoverso di pagina 45, si svela il
misfatto.
È vero quello che dice l'Assessore, che per i rifiuti speciali non c'è l'obbligo dell'autosufficienza, ma è
anche vero che qui noi non viaggiamo a punto di diritto o a punto di competenza, ma viaggiamo a
punto di... forse il Presidente ci dice qualcosa di interessante, interessante pure per noi, Presidente. Ci
dica. (Seguono interventi fuori microfono) Io chieda di sospendere il tempo (seguono interventi fuori
microfono) ma io credo che siccome non è che racconto barzellette, forse è interessante la barzelletta
che racconta il Presidente Penati, chiedo di fermare il tempo (seguono interventi fuori microfono).
Io credo che sia una cosa seria quella che faccio, ma che mi ascolti tu (seguono interventi fuori
microfono) va bene diamo per buono che mi ascoltino, ma prendi nota (seguono interventi con voci
sovrapposte).
La cosa interessante è che comunque, al di là delle apparenze, al di là poi di quello che la gente
penserà, noi abbiamo il pudore di dire, attenzione, l'autosufficienza non può non invocarsi anche per i
rifiuti speciali, perché noi non è che stiamo discettando di qualcosa che è come le gomme da masticare,
la estendiamo quando ci serve e quando non ci serve la riduciamo, l’autosufficienza anche per i rifiuti
speciali potrebbe essere raggiunta se Milano avesse gli impianti necessari per smaltire i rifiuti speciali,
ma gli impianti necessari non ci sono. Ma perché non ci sono gli impianti necessari? E ritorniamo al
solito punto, cos'è questo ultimo capoverso? Caro collega e amico Accame, se lei ha la pazienza di
andare a vedere la stesura del Piano dei Rifiuti del settembre 2006, lei vedrà che questo capoverso,
ultimo capoverso, non esisteva, che è uno degli emendamenti.
Allora cosa proponiamo noi con questo emendamento? Proponiamo che la Provincia sia realmente
autosufficiente, disponga che non, aggiunga “non”, i rifiuti non vanno smaltiti fuori dalla Provincia di
Milano, aggiunga non potrà essere collocata in impianti situati fuori Provincia, perché è troppo comodo
dire che siamo autosufficienti, che potenziando gli impianti che abbiamo raggiungiamo
l’autosufficienza e poi mettere nel piano che comunque già per i rifiuti speciali noi mettiamo le mani
avanti e li smaltiremo fuori dalla Provincia di Milano.
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Allora, perché io chiedo che venga approvato?”
Presidente del Consiglio: “Ultimo minuto.”
Consigliere De Nicola: “Vediamo se riuscite a smaltire dentro anche questo. Avete detto che riuscite a
potenziare gli impianti, che riuscite a ridurre il numero di produzione di rifiuti, avete detto che riuscite
a fare tutto, però poi mettete le mani avanti e dite: però, se non riusciamo, li smaltiremo fuori.
No, troppo comodo, è vero che nessuna legge vi obbliga di smaltire i rifiuti speciali nella Provincia, ma
nessuna legge vi obbliga neanche a smaltire il resto dentro la Provincia, allora esportiamo tutto, e
perché no? Perché non esportare tutto? Magari, se andiamo a pagare, la Germania riuscirà a smaltirci
tutto, forse a smaltire anche il tempo che abbiamo perso stasera.”
Presidente del Consiglio: “Accame.”
Consigliere Accame: “Grazie, Presidente. Questo emendamento, l'emendamento 5, è un emendamento
significativamente importante, non al pari dell’1 e del 4 direi, perché l’1 e il 4 erano delle pietre miliari,
da cui difficilmente potevamo scostare la nostra posizione politica (segue intervento fuori microfono)
no, questo qui invece potrebbe essere un ulteriore elemento di stimolo su cui noi, amministratori della
Provincia di Milano, otteniamo un risultato importante, perché riguarda la parte dei rifiuti speciali,
sappiamo benissimo che per quello che riguarda la categoria del rifiuto non vi è la necessità
dell'autosufficienza a livello regionale, però è anche vero che è un segnale politico di civiltà nei
confronti della comunità, dell'Italia probabilmente, inserire, come giustamente propone il collega De
Nicola, dopo quota residua la parola “non”, quindi non si possono smaltire i rifiuti speciali fuori dalla
Lombardia, è un atto importante, sarebbe un atto innovativo di portata storica per il nostro territorio, e
sarebbe anche un segnale di modernità nei confronti di tutte quelle altre Regioni che hanno questo gap
industriale e tecnologico e che non riescono a smaltire questa tipologia di rifiuti.
Per questo io penso che l'emendamento proposto sia quanto mai chiaro e determinato per ridare a
Milano e alla sua Provincia quel ruolo guida, così come era stato anche accolto in altri emendamenti
presentati dal collega Lombardi e già discussi nella seduta pomeridiana, quel ruolo di avanguardia
tecnologica, avanguardia industriale, che le compete su tutto il territorio nazionale.
Certo è che bisognerebbe attrezzarsi perché questa semplice parola da sì diventi no, ma è una parola di
significato importante, è una parola che non racchiude solo il suo significato semantico, ma racchiude
invece un progetto, un progetto di carattere tecnologico ed industriale, che riuscirebbe a rendere il
nostro territorio in un sistema di efficienza superiore alla media nazionale.
Orbene, noi milanesi crediamo di essere sempre avanti, noi amministratori del centrodestra abbiamo
specificato che questo Piano Rifiuti non ci consente di essere avanti, ma ci porta un attimino indietro,
noi portiamo ancora quelle famose 90.000 tonnellate annue a Reggio Emilia, e perché noi dobbiamo
continuare ad essere sudditi o arricchitori, dal punto di vista del rifiuto, dei termovalorizzatori presenti
in Emilia Romagna? Abbiamo la possibilità di realizzare determinate scelte sul nostro territorio, sono
scelte non secondarie...”
Presidente del Consiglio: “Ultimo minuto.”
Consigliere Accame: “Grazie, Presidente, cerco sempre di rispettare i tempi previsti.
Di realizzare queste scelte in quest’aula in maniera importante, sono scelte che possono essere
condivise da tutti e sono scelte che farebbero fare a questa Amministrazione, all'Assessore Brembilla,
sicuramente un salto di qualità, dal punto di vista della progettualità, unico in Italia.
Noi allora vogliamo che questo emendamento sia accolto, è un emendamento, secondo me, che non
stravolge il piano nella sua sostanza, è un emendamento quindi che può rientrare tranquillamente
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all'interno di questo piano ed è un emendamento che farebbe sì che l'Assessore Brembilla si possa
presentare con il fiore all'occhiello dell'autosufficienza sui rifiuti speciali, che attualmente noi non
abbiamo, e che non abbiamo purtroppo nemmeno progettato di avere. Grazie.”
Nel frattempo è uscito dall’aula il Consigliere Lombardi. (presenti 29)
Presidente del Consiglio: “Dapei.”
Consigliere Dapei: “Grazie, Presidente. Stavamo valutando la proposta sul proseguimento dei lavori
che ci ha rivolto il Presidente Penati.
Rispetto a questo emendamento, anche qua dobbiamo un attimino fare mente locale sulla storia della
città di Milano, perché forse qualcuno se ne è dimenticato, forse non il collega De Nicola ed il collega
Russomanno, anche Del Nero, ma la sinistra ha governato Milano, c'è stato un periodo in cui la sinistra
governava Milano, non tanto lontano, io ero già nato, anzi facevo già politica, (segue intervento fuori
microfono) non so chi fosse di centro tra il Partito Comunista ed il Partito Socialista, i Democristiani
erano all'opposizione.
Comunque la sinistra governava, non faceva i depuratori, faceva gli stadi, la sinistra quando governava
Milano non faceva gli impianti di smaltimento dei rifiuti, ma faceva il terzo anello di San Siro, che
doveva costare X e poi costava 10 X, e X è una cifra bella grossa, tant'è che la sinistra che governava
Milano ha smesso di governare perché c'è stata Mani Pulite.
Voi sapete il nostro parere ed il nostro giudizio su tutta quella fase storica e quant’altro, ma la realtà
storica è che gli Assessori comunisti e socialisti che governavano Milano in quel periodo molti finirono
in prigione. Io, nel mio Comune, a Trezzano sul Naviglio, nel ‘94 abbiamo vinto le elezioni, non perché
fosse arrivata a scadenza la legislatura, ma perché c'era una Giunta di sinistra che governava e che è
stata decapitata dall'inchiesta di Mani Pulite, diciamo vice decapitata, perché era stato arrestato il Vice
Sindaco, persona peraltro degnissima, un amico, ma il Vice Sindaco del Partito Comunista di Trezzano
è stato arrestato, e quindi si è poi andati alle elezioni e ha vinto Forza Italia, e non era marzo o aprile
del ‘94, era novembre nel ‘94.
Quell'Amministrazione non fece l'impianto di compostaggio che aveva previsto la Giunta precedente e
quant'altro.
Che cosa ha fatto invece l’Amministrazione di centrodestra? Mi è sembrato quasi di sentire un attimino
contestato o criticato da qualcuno della maggioranza su questo tema, l'Amministrazione di centrodestra
di Milano ha fatto i depuratori, non li ha previsti, non li ha finanziati, non li ha progettati, li ha fatti,
funzionano, chiavi in mano, funzionano.
Certo, hanno aperto nuovi problemi, perché un conto è avere il fiume d'acqua che va verso lidi lontani
in cui ci si può buttare quello che si vuole e poi i problemi sono di altri, un altro conto è dover
smazzarsi tutte le questioni politico/burocratiche ed amministrative connesse con la questione, ma poi
c'è anche un dopo, noi abbiamo a che fare sul nostro territorio con problemi nuovi, con rifiuti speciali
che prima non avevamo... perché i fanghi della depurazione prima erano un problema assolutamente
marginale, perché un tempo si costruivano gli stadi, il problema era il terzo lotto del secondo
semicerchio di San Siro.
Adesso abbiamo altri problemi, siccome c’erano state delle Amministrazioni che hanno fatto i
depuratori, hanno fatto quelli, non hanno ancora fatto gli impianti che sono funzionali ai depuratori, per
esempio quelli che smaltiscono i fanghi, perché in una o due legislature non è che si riesce a fare tutto,
fai i depuratori, i depuratori di Milano... noi eravamo multati dalla Comunità Europea per ogni giorno
di ritardo, ma un depuratore non è che si fa in un anno, in due anni o in tre anni, è un po' come
un'autostrada, sono infrastrutture che vogliono i loro tempi, quindi io non credo che adesso dobbiamo
criticare il Comune di Milano perché non ha fatto anche gli impianti di trattamento dei fanghi che
derivano dalla depurazione che prima non si faceva, perché poi sono tecnologie anche nuovissime,
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siamo andati anche a visitarle, si inserisce un metro cubo di fango e viene fuori un mattoncino che ha le
stesse qualità, ma è una cosa compatta e quant'altro.
Facciamo quindi i conti, Presidente, con questa realtà, cioè con il fatto che non è più la sinistra che
governa, quindi non abbiamo da trattare il rifiuto da stadio, non abbiamo da smaltire il sacchettino della
merendina che ha buttato un bambino di sei anni che va a vedere la partita...”
Presidente del Consiglio: “Chiuda per favore.”
Consigliere Dapei: “Quindi, Presidente, problemi nuovi, soluzioni nuove, guardiamo avanti, buttiamo il
cuore oltre l'ostacolo, sempre tesi al raggiungimento dell'obiettivo, come direbbe il collega...”
Presidente del Consiglio: “Grazie. Metto in votazione l'emendamento n. 5.”
Il Presidente del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico.
Assenti al momento della votazione i Consiglieri Accame, Albetti, Arrigoni, Bernareggi, Bruschi,
Caputo, Clerici, Colli, Comincini, Elli, Esposito, Fratus, Gavazzi, Lombardi, Mauri, Meroni,
Musciacchio e Patta.
E così risultano presenti il Presidente della Provincia Penati e 27 Consiglieri.
Terminate le operazioni di voto, dichiara respinto il 5° emendamento del Consigliere De Nicola
all’argomento n. 30 con ventiquattro voti contrari e quattro a favore (Consiglieri Dapei, Del Nero, De
Nicola, Russomanno).
Il Presidente del Consiglio dà atto del risultato della votazione.
Presidente del Consiglio: “Chiedo un attimo di sospensione.”
La seduta viene sospesa alle ore 23.23 e riaperta alle ore 23.41.
Nel frattempo è entrato in aula il Vice Presidente della Provincia Mattioli.
Consigliere De Nicola: “Nel Piano provinciale esibito, diffuso, nel settembre del 2006, cosa dicevamo?
Con riferimento quindi ad una nuova realizzazione impiantistica, e io che cosa chiedo? Io chiedo che
venga riportato il contenuto di questa parte del piano a quella che era la dizione esatta, che non era mia,
era sua, Assessore, perché era lei che proponeva, era del Presidente Penati, che sicuramente
condivideva questa parte, e come si esprimeva? Con riferimento, quindi, ad una nuova realizzazione
impiantistica che consenta il conseguimento degli obiettivi pianificatori descritti.
Cosa può spingere, alla luce dei quantitativi che noi prevediamo di dover smaltire, a modificare, a non
accettare di andare avanti, di guadagnare tempo, Nobili per esempio di andare a dormire, perché io La
vedo che ha la palpebra cadente, perché anche in questo caso (segue intervento fuori microfono) no, la
palpebra cadente per il sonno, non è anziano, io non gli ho dato dell'anziano, tu gli stai dando
dell'anziano, io no.”
Presidente del Consiglio: “Stiamo al tema.”
Consigliere De Nicola: “Allora restando al tema, io credo che questo è un emendamento che va
approvato, perché? Perché di fatto non aggiunge nulla a quello che già non c'era e comunque non è che
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questo inficia la filosofia del Piano dei Rifiuti, questa pervicace volontà di non cambiare, come dice
anche il Presidente Penati, qua di fatto introduciamo, forse migliorandolo, un punto, perché noi diciamo
quello che già dicevate, ad una nuova realizzazione, cioè puntiamo che comunque, anche se dovesse
accadere che gli impianti, come accadrà, non siano rifacibili, che gli impianti non siano aumentabili,
noi prevediamo una nuova realizzazione impiantistica, cioè non stride con il resto della vostra attuale
impostazione e non capisco il perché anche il gergo vada modificato, Presidente, adesso siamo a 5 e 1,
Lei incomincia da prima, mi lasci...”
Presidente del Consiglio: “Certo, preavviso.”
Consigliere De Nicola: “È un preavviso, Lei facendo in quel modo ci sveglia però. Adesso il tempo è
finito.”
Presidente del Consiglio: “Dapei.”
Consigliere Dapei: “Grazie, Presidente. Mi stavo giusto chiedendo su questo emendamento perché,
leggendo la posizione della maggioranza, qual è la differenza tra una proposta politica ed una battaglia
politica. Noi avevamo scritto questi emendamenti pensando ad una proposta politica, coerente, che si
percepisce appieno, non con uno solo degli emendamenti, ma anche nella loro... Questa si sta invece
trasformando in una battaglia politica. Noi siamo convinti che questa Amministrazione sta per
compiere un gravissimo errore e siamo qui a batterci perché questo errore non venga fatto.
Qual è la battaglia politica che fa la sinistra? Non mi sembra che stia facendo una battaglia per
difendere la sua impostazione di piano, sentiamo un telegrafico commentino da seduto di qualcuno
della maggioranza e tutti gli altri tacciono, legittimamente, perché poi si punta a finire il prima
possibile. La battaglia politica della maggioranza è di finire in fretta, e di poter dire che il Piano Rifiuti
2000 oggi, 2011, si è fatto tutto in un giorno, impacchettato e approvato, hanno provato a tirarla un po'
per le lunghe, ma noi abbiamo mangiato in fretta un panino e abbiamo finito in fretta.
Anche da questa diversità di intendere la battaglia politica si vede la differenza fra di noi. Per noi,
abbiamo governato a lungo, ci sono vari esempi, quando arrivava un certo orario si diceva, okay, ci
aggiorniamo a giovedì prossimo, a martedì prossimo, evidentemente il tema è importante, ci sono non
tremila, non trecento, trenta emendamenti dell'opposizione che vuole spiegare, vuole farci una battaglia
politica, bene, la facciamo alla luce del sole, la facciamo davanti ai giornalisti interessati e ai cittadini
interessati.
No, invece la battaglia politica della maggioranza è questa, finire in fretta, finire in un giorno solo, costi
quello che costi, le 3 o le 4 di notte, non importa, l'importante è fare in fretta, non perché nei precedenti
sette mesi del 2007 abbiamo avuto talmente tanta carne al fuoco che poi ci siamo ridotti a dover fare il
Piano dei Rifiuti in un giorno, no, abbiamo passato sette mesi sul nulla, arriva finalmente una questione
importante, la minoranza propone emendamenti, io credo assolutamente dignitosi, ed il problema della
maggioranza è di stare lì a sorridere, a fare le battutine, sperando che si finisca in fretta e mandando
ogni tanto emissari autorevolissimi a proporre uno scambio tra un contenuto politico rispetto alla
proposta della minoranza e fare più in fretta.
Nessuno ha provato a convincerci, perché non ci crede nessuno che non bisogna parlare di nuovi
impianti, che l'emendamento 6 è assurdo, perché non ci sarà nessun nuovo impianto, nessuno è venuto
a dirci, ma neanche distrattamente, ma piantatela, non ci sarà nessun nuovo impianto, i dati parlano
chiaro, sappiamo che potenziare e rifare porterà a smaltire, nessuno, neanche per finta lo ha fatto, la
battaglia politica della maggioranza, del centrosinistra, dei nuovi Gruppi del centrosinistra, quindi sono
anche nuovi, sono tarati up to date, non sono i rimasugli di vecchie questioni, il problema è fare in
fretta, finire in fretta, poter fare il comunicato e dire: oggi abbiamo iniziato, oggi abbiamo finito.
Io allora credo...”
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Presidente del Consiglio: “Ultimo minuto.”
Consigliere Dapei: “Che rimarrà una battaglia politica, poi condivisibile o meno, chi la fa la condivide,
chi invece la guarda e non passa da questa parte non la condivide, ma rimarrà una battaglia politica che
credo ci farà dire molto prima di altre volte, anche a parti rovesciate, che è una battaglia che andava
fatta, noi stiamo salvando l'onore non di una parte politica, ma anche di quest’aula. Quanto è durato il
Piano Rifiuti della Regione? Dodici giorni, quanto è durato il bilancio preventivo del Comune di
Milano, una volta durò mesi perché il meccanismo lo consentiva, quanto è durata la discussione e
l'approvazione degli emendamenti e delle controdeduzioni del Piano Rifiuti, che prende queste
fondamentali e delicatissime decisioni? Almeno è durato qualcosa più di qualche ora, perché c'è stata
una battaglia politica.
Non diteci quindi che di nuovo torniamo sulla questione del nuovo impianto anche con questo
emendamento, che è la cosa trita e ritrita, diteci al limite che stiamo facendo una battaglia politica
sbagliata, che stiamo difendendo un risultato indifendibile, ma ditelo al microfono, anche in un minuto,
ma ditelo al microfono, perché questo vuol dire che ci credete veramente. Non dirlo al microfono,
Presidente Ortolina, significa che in fondo anche voi vi rendete conto che alla nostra battaglia politica
non c'è una risposta politica e quindi bisogna chiudere in fretta.”
Nel frattempo è rientrato in aula il Consigliere Comincini. (presenti 30)
Presidente del Consiglio: “Chiuda per favore. Accame.”
Consigliere Accame: “Grazie, Presidente, ma si può dire tutto, si può dire il contrario di tutto, ma
affermare che questi emendamenti non siano dignitosi, non siano emendamenti che non hanno alcuna
volontà ostruzionistica è sicuramente difficile perché si tratta di emendamenti molto qualificanti e
molto pertinenti con la realtà del nostro territorio e con la realtà della stesura di questo piano.
Orbene, il collega De Nicola, e mi posso rammaricare con lui questa sera, forse perché questa mattina
alle ore 10.22, quando ha presentato questi emendamenti, non mi ha concesso l'onore e il privilegio di
poterli cofirmare, perché in alcuni casi si tratta di una stesura chiara, concreta e anche molto operativa
nel sottolineare quelli che sono i punti di caduta di questo piano, che tramite l'arricchimento di questi
pochi, ma utili e, secondo me, significativi emendamenti presentati, avrebbe dato la possibilità di dare
una svolta e una lettura molto più precisa a quelli che sono gli obiettivi che si vogliono dare in questo
piano.
Il problema ruota sempre intorno a quelle che sono le previsioni, sia di crescita che di incremento, delle
quote di rifiuti e delle necessità di smaltimento, che attualmente vedono il territorio della nostra
Provincia deficitario rispetto ad altre realtà lombarde, ma anche altre realtà italiane.
Posso fare l’esempio di Brescia, posso fare l'esempio di Reggio Emilia e di Modena, certo non
l'esempio di Napoli, dove impianti, ahimè, non ce ne sono, ed i cittadini, purtroppo, mi dispiace, perché
io ho anche tanti amici a Napoli e vivono in una condizione di grandissima difficoltà, perché una volta
alla settimana come media si trovano la loro fantastica e bellissima città ridotta ad un agglomerato
puzzolente di spazzatura di cui le montagne aumentano di giorno in giorno.
Orbene, noi che siamo il faro, la luce dell'Italia, del Paese, almeno dal punto di vista della realtà
imprenditoriale, della realtà industriale... collega Guerra, non creda che io non ho la voce, me la sto
solo risparmiando per i futuri interventi, io l’ho, ma aspetterò i momenti più pregnanti, come ritornando
all'emendamento 1...”
Presidente del Consiglio: “Ultimo minuto.”
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Consigliere Accame: “Che avevo definito il padre ed il figlio di questi emendamenti presentati dal
collega De Nicola, che ritengo e ribadisco, molto pertinenti ed efficaci per chiarificare quali sono le
posizioni politiche che differiscono tra noi del centrodestra e voi della maggioranza del centrosinistra.
Io quindi vado a concludere, Presidente, e mi atterrò assolutamente nel limite dei cinque minuti nel
ribadire che l'emendamento 6 in un certo senso fa seguito all'emendamento 5. (seguono interventi fuori
microfono)
Presidente del Consiglio: “Facciamolo finire per favore.”
Consigliere Accame: “Dal punto di vista ha un seguito logico, scusate e rido anch'io, l'ora è tarda, ma
ha un seguito logico molto pertinente, e concludo, sulla tematica di oggetto di quantitativo di rifiuti, le
famose 500.000 tonnellate annue, di cui c'è il fabbisogno, e quindi voterò favorevolmente, e concludo,
Presidente, all'emendamento n. 6. Grazie.”
Presidente del Consiglio: “Mettiamo allora in votazione l'emendamento n. 6.”
Il Presidente del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico.
Assenti al momento della votazione i Consiglieri Albetti, Arrigoni, Bernareggi, Bruschi, Caputo,
Clerici, Colli, De Nicola, Elli, Esposito, Fratus, Gavazzi, Lombardi, Mauri, Meroni, Musciacchio e
Patta.
E così risultano presenti il Presidente della Provincia Penati e 28 Consiglieri.
Terminate le operazioni di voto, dichiara respinto il 6° emendamento del Consigliere De Nicola
all’argomento n. 30 con venticinque voti contrari e quattro a favore (Consiglieri Accame, Dapei, Del
Nero, Russomanno).
Il Presidente del Consiglio dà atto del risultato della votazione.
Presidente del Consiglio: “Passiamo all'emendamento n. 7 dando la parola all'Assessore per il parere
della Giunta. Prego, Assessore.”
Assessore Brembilla: “Parere della Giunta è contrario in quanto in questo emendamento si propone di
eliminare il periodo transitorio e di realizzare durante il periodo transitorio un nuovo impianto. Invece
il periodo transitorio è necessario fino alla realizzazione di nuovi impianti o dell'ampliamento e
rifacimento di quelli secondo le previsioni del piano.”
Presiede il Vice Presidente Vicario del Consiglio Cavicchioli.
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “Dapei.”
Nel frattempo è rientrato in aula il Consigliere Bruschi (presenti 31).
Consigliere Dapei: “Presidente, io, nello studiare in questi mesi la proposta di piano, ho appreso cose
che mi hanno sorpreso e che sicuramente non conoscevo e che non mi immaginavo. Saluto il collega
Bruschi, che comunque ben conosce l'argomento ed il motivo del contendere.
Collega Bruschi, come è possibile che in una città e in una Provincia come Milano e una Provincia
come Monza e Brianza il 10% dei rifiuti urbani prodotti finisca fuori dai nostri confini?
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Come è conciliabile con l'obiettivo politico dichiarato dal Capo dell'Amministrazione Provinciale, anzi,
delle due Amministrazioni Provinciali, perché noi stiamo vivendo un momento unico, fantastico, in cui
due Province vanno talmente d'accordo che hanno un unico Presidente, come è conciliabile, come è
possibile che il 10%, cioè tantissimo, perché noi in 189 Comuni produciamo una montagna di rifiuti, il
10% di questi rifiuti possa finire fuori Provincia?
Cosa significa in termini di costi finanziari, economici, di costi sociali? Noi immaginiamoci quante
persone lavorano, pagate dalla collettività giustamente, perché rendono un servizio utile, per qualcosa
di perfettamente fuori dagli obiettivi politici, ma anche dal buonsenso, il fatto di dover trasportare
rifiuti e quindi camionate di scarti di lavorazione, camionate di rifiuti solidi urbani verso lidi lontani,
che sono a volte lidi lontanissimi, perché noi sappiamo degli amici che sono così gentili in Emilia
Romagna da accogliere la nostra produzione, ma noi stiamo parlando anche di Germania, di posti
lontani.
Ebbene, uno si immagina, pensando di botto alla Provincia di Milano, e anche sentendo alcuni degli
interventi di questo pomeriggio, perché poi non abbiamo più udito che il responsabile sia la città di
Milano, Milano produce tanti rifiuti, non ha pensato per tempo al suo smaltimento in autonomia e
quindi questo 10% di rifiuti, che la Provincia di Milano esporta, è causato dalla città di Milano.
Ebbene, io non so se il collega Maestri lo sa, ma la metà di questi rifiuti solidi urbani, che la Provincia
di Milano esporta, proviene dai Comuni della Provincia stessa e non dal capoluogo, quindi c'è un
problema metropolitano, c'è una logica metropolitana, c'è un'ottica metropolitana, che voi prima o poi
dovete assumere, non c'è Milano cattiva e poi la bucolica realtà dei Comuni della Provincia che si
devono fare carico del parente scomodo che brucia molto, produce molto e poi rifila altrove il conto, la
metà dei rifiuti che noi esportiamo, e sono tantissimi, vengono dai Comuni della Provincia, da Comuni
di centrodestra pochi, da Comuni di sinistra molti, anche se si sta riequilibrando, non per merito, devo
dire, del collega Comincini, ma per esempio del collega Albetti, si sta riequilibrando, e ci sono sempre
più Comuni di centrodestra e sempre meno di centrosinistra.
Questa è la realtà, questi sono i conti con cui dobbiamo confrontarci, 200.000 tonnellate/anno di rifiuti
che prendono il volo, non smaltititi, ma sbolognati, il termine può essere anche calzante in senso
geografico.
Allora se veramente noi ci rendiamo conto dell'entità del problema, della delicatezza del problema, e
stiamo facendo un piano, non stiamo approvando le linee guida per la sua redazione, Presidente
Cavicchioli, non stiamo facendo le linee guida.”
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “Ho capito, ma deve chiudere.”
Consigliere Dapei: “Noi stiamo dicendo ci sono dei problemi, li abbiamo analizzati e queste sono le
soluzioni, la vostra soluzione è analizzeremo i problemi e vedremo le soluzioni.”
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “Bene, De Nicola.”
Consigliere De Nicola: “Grazie, Presidente. Presidente, sull'ordine dei lavori, io le chiedo, posso
modificare l'emendamento, ai sensi del comma 7 dell'articolo 79 del Regolamento?”
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “Cosa dice?”
Consigliere De Nicola: “Io chiederei di modificare il mio emendamento inserendo, lasciando
perfettamente quello che è il testo e aggiungendo il suggerimento che l’Assessore mi ha dato, che il
periodo transitorio che è necessario fino alla realizzazione del nuovo impianto. Siccome l'Assessore
ritiene, io mi accontento, mi accontento che venga, e quindi chiedo la modifica...”
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Vice Presidente Vicario del Consiglio: “Può fare un subemendamento.”
Consigliere De Nicola: “Sì, prendendo il comma 7 dell'articolo 79, io chiedo (seguono interventi fuori
microfono) quindi io chiedo, lo debbo scrivere o lo posso leggere?”
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “Meglio scriverlo.”
Consigliere De Nicola: “Lo scrivo, chiederò la sospensione di due minuti per poterlo scrivere.”
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “Adesso quando poi lo enuncia, prego De Nicola. Dopo avrà tre
minuti e mezzo De Nicola da recuperare. Accame.”
Consigliere Accame: “Sono d'accordo anch'io di ottimizzare i tempi quindi mi sembra corretto che
mentre il collega De Nicola stende la sua proposta di emendamento si possa intervenire su quello
precedente, cioè sul n. 7, non so se voglia fare un emendamento sull'ordine dei lavori o un
emendamento 7 bis, ma questo poi ce lo dirà il collega De Nicola.
Cosa recita? Sintesi della relazione del piano. Gli impianti di trattamento termico dei rifiuti
indifferenziati e altri flussi derivanti dagli urbani, pagina 53, secondo capoverso, terza riga, sostituire
da “fuori Provincia” fino al punto con “nella Provincia, mediante la realizzazione di ulteriore
impianto”.
Amici e colleghi Consiglieri (segue intervento fuori microfono) mi rivolgo anche al pubblico, grazie
della presenza della Signora Dapei, presente a questo importante dibattito, l'emendamento 7, idem
come 1, come 4, è un emendamento importante, è un emendamento fondamentale, perché dice in
maniera chiara quello che sostanzialmente il piano non dice o che il piano accenna o che il piano
sussurra o che il piano adombra o lascia interpretare, ma in realtà chiaramente non dice, cioè quello che
nella Provincia di Milano ci vuole la realizzazione di un impianto.
Siamo sempre a bomba, non fra sei mesi, non fra un anno, non fra un sacco di tempo o un tempo
indefinito, c'è bisogno di mettersi a lavorare subito perché ad ora che un impianto venga progettato,
venga trovata la localizzazione, che passi il consenso delle Amministrazioni Locali, che si svolgano
tutte quelle procedure burocratiche e tecniche per poterlo mettere in opera e quindi renderlo operativo,
ad ora che raggiunge le certificazioni una volta di collaudo, una volta certificazione di qualità, eccetera,
passa un sacco di tempo, addirittura passano anni.
In questo lasso di tempo la quota di rifiuti prodotta dai cittadini e dall'industria sarà sicuramente
maggiore, bisognerà vedere se avrà ragione il Professor Corali, che dice che l'incremento sarà intorno
all'1%, o se avrà ragione la Regione Lombardia, che dice che l'incremento prevedibile è intorno al
2,5%, questo sarà un ulteriore argomento di confronto, probabilmente anche per tutto il 2008, perché è
un argomento non di secondaria importanza per questa Amministrazione, e quindi l'auspicio di vedere
quanto prima a dimora, operativo, un impianto di grande dimensionamento, come portata di
smaltimento dei rifiuti, è sicuramente un auspicio che noi abbiamo rimarcato fin dalle prime righe del
piano, e che cerchiamo di voler mantenere come impianto e come strumento basico su cui ragionare in
maniera alternativa rispetto alla maggioranza in questa sala.
Perché noi abbiamo questa impostazione che differisce, non totalmente, perché, ribadisco, non abbiamo
una metodologia di ragionamento completamente differente da quella della maggioranza, ma abbiamo
invece un'impostazione probabilmente più chiara, più pragmatica, che differisce, non nel sistema, ma
che differisce nella pratica di questo sistema.
È per questo che l'emendamento proposto dal collega De Nicola, l'emendamento n. 7, è un
emendamento importante, è un emendamento che, facendo riferimento al n. 1 e al n. 4, si tratta di un
emendamento fondante di quella che è la nostra impostazione tecnica nell'affrontare questa importante
problematica e quindi l'approvazione di questo emendamento potrebbe significare un cambio di
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impostazione da parte dell'opposizione in questa aula, rispetto a questo importante provvedimento, che
noi andremo ad approvare questa notte, o magari nelle prossime sedute, e che sicuramente gradiamo
abbia un'impostazione di maggiore pragmaticità e di maggiore efficacia... vado a concludere, grazie
collega, rispetto a quella proposta dall'Amministrazione. Grazie.”
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “Bruschi.”
Consigliere Bruschi: “Grazie, Presidente Cavicchioli, innanzi tutto per scusarmi...”
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “È appena arrivato anche.”
Consigliere Bruschi: “Innanzi tutto per scusarmi con il Consiglio, ma purtroppo come sapeva il mio
capo Gruppo, non ero a farmi i cazzi miei, ma coinvolto purtroppo in un serio problema famigliare.
Detto questo, come sanno i colleghi, ho seguito sin dall'inizio la questione rifiuti e termovalorizzazione
e ho apprezzato in maniera particolare gli emendamenti estremamente puntuali dal collega De Nicola,
che è andato a squadernare la relazione sintetica del Piano Rifiuti come meglio non si potrebbe, io non
so quanti colleghi abbiano avuto modo di fare un lavoro tanto puntuale, come quello che il collega De
Nicola ha compiuto.
In particolare questo emendamento tocca uno dei punti cruciali della questione, la gestione degli avvii a
trattamento e smaltimento nel transitorio dovrà essere necessariamente supportata, così come avviene
attualmente, dal ricorso a conferimenti ad impianti fuori Provincia. È un punto cardine (seguono
interventi fuori microfono) chiedo...”
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “Continui, Bruschi.”
Consigliere Bruschi: “Non posso chiedere, deve chiedere il prossimo la presenza del numero legale?
Chiudo.”
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “De Nicola.”
Consigliere De Nicola: “Chiedo la verifica del numero legale, Presidente.”
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “Segretario (seguono interventi fuori microfono) prego, De
Nicola, intanto (segue intervento fuori microfono) prego Dapei.”
Consigliere Dapei: “Trattandosi di argomento serio, lo dico anche al collega Tranquillino, la presenza
del Segretario è obbligatoria per legge, non è un optional.”
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “Si è solo assentato un attimo, adesso arriva.”
Consigliere Dapei: “Siccome sentivo dire in fase di votazione, il Segretario deve essere presente, non è
un optional, quindi finché il Segretario... se poi è breve la sua assenza tanto meglio, finché il Segretario
non c'è, i colleghi non possono intervenire.”
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “D'accordo.”
Segue una breve sospensione dei lavori.
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “Prego De Nicola.”
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Consigliere De Nicola: “Presidente, io ho presentato una modifica ai sensi dell'articolo 79
dell’emendamento, volevo sapere se è stata accolta, se è accettata o meno.”
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “Stiamo verificando.”
Segretario Generale: “È legittima la presentazione, se è accoglibile o meno sarà l’aula a decidere.”
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “La parola al Segretario.”
Segretario Generale: “Ho detto che la proposta di modifica è legittima, se è accoglibile, se sarà accolta
o meno sarà l'aula a deciderlo.”
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “Prego, De Nicola. (Seguono interventi fuori microfono) La
parola all'Assessore.” (Segue intervento fuori microfono)
Assessore Brembilla: “Vado, la proposta del Consigliere dice di aggiungere dopo “transitorio”,
“periodo che è necessario fino alla realizzazione del nuovo impianto”, è accoglibile se viene formulata
“periodo che è necessario fino alla realizzazione dei nuovi impianti” il piano prevede più di un
impianto.”
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “De Nicola.”
Consigliere De Nicola: “Io non ho difficoltà di gradire e di accettare la modifica suggerita
dall'Assessore, fino alla realizzazione di nuovi impianti va benissimo comunque, io mi permettevo di
segnalare che l’Assessore prima aveva indicato nella realizzazione di un nuovo impianto, al singolare
l'aveva indicato l’Assessore, io utilizzavo il gergo dell'Assessore ma sono felice che Lei accetti che gli
impianti siano più di uno, meglio ancora, se servono perché no, meglio più di uno e meglio quindi la
realizzazione.
Il fatto che questa cosa che dimostra che l'autosufficienza della Provincia non si realizza né per gli
urbani né per i rifiuti speciali di origine non urbana e che di fatto lo si ammetta che comunque qui
siamo in un caso palese dichiarato di non autosufficienza, e poi però si aggiunga che comunque
realizzeremo uno o più rimpianti nuovi, questo mi riempie di gioia e io sono felice che l'Assessore
abbia condiviso e gradito questo emendamento, per cui in segno di riconoscenza, perché chi non
accetta non merita, direbbe il mio amico che ogni tanto ha dei buoni accenti e ricordi di proverbi
calabresi, in Calabria dicono chi non accetta non merita, qui io qui accetto, altrimenti non meriterei
(segue intervento fuori microfono) poi me lo dirà quello, dopo, me lo vuole dire subito? Per cui io mi
fermo qui, va bene così.”
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “Mettiamo in votazione, è aperta la votazione.”
Il Vice Presidente Vicario del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico.
Assenti al momento della votazione i Consiglieri Albetti, Arrigoni, Bernareggi, Caputo, Clerici, Colli,
De Nicola, Elli, Esposito, Fratus, Gavazzi, Lombardi, Mauri, Meroni, Musciacchio, Patta e
Russomanno.
E così risultano presenti il Presidente della Provincia Penati e 28 Consiglieri.
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Terminate le operazioni di voto, dichiara respinto il 7° emendamento del Consigliere De Nicola
all’argomento n. 30 con venticinque voti contrari e quattro a favore (Consiglieri Accame, Bruschi,
Dapei, Del Nero).
Il Vice Presidente Vicario del Consiglio dà atto del risultato della votazione.
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “Emendamento successivo, emendamento n. 8. Assessore?”
Assessore Brembilla: “Il piano deve segnalare per competenza i fabbisogni di trattamento e
smaltimento dei rifiuti speciali, però, come è già stato evidenziato prima, nella risposta ad un altro
emendamento proposto, sta in capo ai produttori la responsabilità dello smaltimento dei rifiuti speciali,
non è necessario che venga indicato nel piano. Il piano deve solo stimare il fabbisogno.”
Presiede il Presidente del Consiglio Ortolina.
Presidente del Consiglio: “Dapei.”
Consigliere Dapei: “Credo che il Presidente Penati evidentemente ci sappia fare meglio con la sua
maggioranza dell'Assessore ai rifiuti, che accoglie gli emendamenti e poi vede il voto favorevole solo
dell'opposizione, il Presidente Penati è riuscito a sfatare tabù ben più impegnativi.
Io ricordo in quest’aula chi diceva che sulla tangenziale est-esterna si sarebbe dovuti passare sul suo
cadavere politico, poi un cadavere politico di uno zombie politico forse è una cosa anche abbastanza
paradossale, però evidentemente il Presidente ha trovato la modalità per riuscire a sfatare, a sfondare
alcuni muri ideologici, che è quella del goccia a goccia.
Probabilmente noi stiamo sbagliando strategia, ai Verdi, ai Comunisti, se gli dici subito quali sono le
tue motivazioni loro non le condividono e subito ottieni un no, ma se la strategia invece è quella della
goccia a goccia, di dire all'inizio che non si faranno nuove autostrade, per stare alle infrastrutture, che
assolutamente no, che si dà parere contrario anche in Giunta, poi si inizia a dire, ma il problema non è
tanto l'autostrada in sé, ma forse è il tracciato, poi si dice forse il tracciato, se anche venisse rivisto, non
proprio come lo chiede il territorio, sarebbe già un risultato, poi alla fine scopri che il tracciato rimane
quello che era quando si diceva di no, di no, di no, ma alla fine quelli che parlavano di cadavere se ne
dimenticano e si arriva a dire, settimana scorsa, che entro luglio sulla tangenziale est-esterna e sulla
Pedemontana si chiude e si va avanti.
Evidentemente è solo il Presidente Penati che ha la capacità politica di far avere a questa Provincia un
nuovo impianto di termovalorizzazione, perché lui sa come si fa, non si può mettere subito nel piano,
altrimenti qualcuno dice che deve passare sul suo cadavere, allora come si fa? Si dice c'è questa
possibilità, non lo faremo, non è un nostro obiettivo, è lontano dai nostri pensieri, però prevediamo
l'eventualità, faremo lo studio, lo studio sarà la nostra priorità, prioritariamente analizzeremo,
studieremo, se poi alla fine questi studi dovessero inopinatamente portare a queste cose, obtorto collo,
noi non vorremmo mai, anzi non saremo noi a farlo, ma il nuovo impianto si controdeduce.
Quindi informo il Presidente Penati, che forse gli starà sfuggendo il senso del nostro intervento, che il
tuo Assessore aveva appena detto all'aula che era accoglibile l'emendamento 7, così come modificato
dal collega De Nicola, e tutta la maggioranza lo ha bocciato e quindi noi dicevamo evidentemente c'è
solo uno che riesce a far cambiare idea a chi ha scritto nel programma elettorale no alle nuove
tangenziali, no alle nuove autostrade e poi se le ritrova e si ritrova le conferenze stampa in cui si... ecco,
io ho letto il programma di Rifondazione Comunista, è su Internet, se lo vada a trovare, io l'ho anche
stampato e allegato ad un'interrogazione (segue intervento fuori microfono) no, io dico che ci è stato
riletto oggi il punto programmatico relativo all'emendamento, collega Foglia, capo Gruppo Foglia, mi
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segua nel ragionamento, oggi ci è stato ricordato cosa c'era scritto alla pagina, mi ricordo quale pagina,
del programma...”
Presidente del Consiglio: “Ultimo minuto.”
Consigliere Dapei: “C’era scritto di smantellare quello che adesso voi non solo dite di voler potenziare,
ma anche di fare nuovo, c'è scritto nella controdeduzione, addirittura ci è stato anche proposto di
metterlo nel piano.
Quindi il senso è questo, noi tutti, trasversalmente, Assessori e Consiglieri di minoranza, non abbiamo
la capacità che ha solo Filippo Penati di portare la mandria al pascolo, poi chi consuma il pasto
(seguono interventi fuori microfono) credo che letteralmente...”
Presidente del Consiglio: “Lasciamolo finire, pochi secondi, prego.”
Consigliere Dapei: “Ma sono argomenti che la Bibbia tratta (segue intervento fuori microfono) io credo
che mandria sia meno offensivo, se qualcuno si è sentito offeso chiedo scusa, omnia munda mundi.”
Presidente del Consiglio: “Chiuda, per favore.”
Consigliere Dapei: “Però volevo dire a quelli che mi hanno detto che prima delle pallottole ci sono le
sberle (seguono interventi fuori microfono) ma guardi, collega, ma anche se... non è questione che ci
riguarda, non è lei che presiede questo Consiglio, il Regolamento dice che è il Presidente che dà e
toglie la parola...”
Presidente del Consiglio: “Chiuda, per favore.”
Consigliere Dapei: “Presidente, io riesco a stare nei cinque minuti se non vengo...”
Presidente del Consiglio: “Disturbato, d'accordo, siamo a 5.54 però, grazie. Prego, De Nicola.”
Consigliere De Nicola: “Io vorrei testimoniare tutta la mia solidarietà all'Assessore Brembilla per aver
scelto di stare sull'emendamento con noi, credo che la votazione precedente testimoni chi è l'ispiratore
degli emendamenti ai piani precedenti, chi è colui che si assume, non solo perché gli compete in quanto
Presidente, ma in quanto ispiratore politico degli emendamenti che hanno levato la realizzazione del
termovalorizzatore, il fatto che lei, Presidente, abbia sconfessato il suo Assessore su quel punto vuol
dire che certamente, e in questo portandosi dietro pedissequamente tutta la sua maggioranza, che poi
nessuno vuole offendere, giammai, però io mi permetto di segnalare che normalmente i pastori portano
dietro le greggi, poi chi si offende, si offenda.
Ma, al di là della mia solidarietà, Assessore, (segue intervento fuori microfono) non ci sono cani sciolti,
Lei non ne ha, per fortuna, Presidente, come vede lei non ne ha, tranne che non sia un cane sciolto
l'Assessore, a questo punto, però scelga lei.
Invece l'emendamento che andiamo a discutere, che è l'emendamento n. 8, prende le mosse, e qui
parlate voi, qui parla lei, Presidente Penati, in sintesi lei dice che si possono evidenziare i seguenti
aspetti principali.
L’attuale sistema impiantistico provinciale non appare, non appare in grado di soddisfare i fabbisogni
stimati per lo smaltimento in discarica dei rifiuti e per il loro incenerimento e recupero energetico
relativamente ai rifiuti, sia non pericolosi che pericolosi.
L'attuale sistema impiantistico provinciale risulta inoltre deficitario rispetto ai fabbisogni di trattamento
chimico/fisico dei rifiuti pericolosi.
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Gli operatori del recupero attivi sul territorio sono per contro in grado di garantire il pieno
soddisfacimento dei fabbisogni di recupero delle principali diverse tipologie di rifiuti, registrandosi una
carenza solo per alcuni flussi particolari, quali rifiuti pericolosi avviabili a recupero, solventi e rifiuti
pericolosi avviabili a spandimento sul suolo.
Allora vede, Presidente, questa è un'affermazione che dice, noi non siamo in grado di far fronte alle
nostre necessità, cosa si dice a chi non è in grado di far fronte alle necessità di una autosufficienza
sbandierata, ma assolutamente e solamente proclamata, ma ineluttabilmente irrealizzabile?
Allora l'emendamento dice: aggiungere, dopo tutto quello che abbiamo letto, "si rende necessaria la
realizzazione di impianti di trattamento e smaltimento all'interno del territorio della Provincia o
all'avvio di una immediata programmazione per la realizzazione su più anni".
A questo punto io so bene perché il parere questa volta è negativo, il parere speso dall'Assessore, però,
attenzione, è una delle ultime ipotesi per comunque correggere non un vizio di chi ha steso il progetto,
non un errore dei valenti tecnici che hanno steso il progetto, ma è il momento di mettere una pezza a
quella che è una sua, Presidente, impostazione politica, smentita comunque nello stesso progetto di
piano, perché poc'anzi l'Assessore - in un momento, di distrazione? Di buona volontà? Di
ravvedimento? - ci dice è vero, serve un nuovo impianto.
Ecco perché, secondo me, fa ancora in tempo, perché fa in tempo all'avvio di una immediata
programmazione. Oggi la può fare la programmazione, non tra qualche anno, pertanto io sono convinto
che questo è un emendamento che va approvato, sono altrettanto certo che non verrà approvato, sono
altrettanto certo che noi continueremo questa sera ad offrirvi le occasioni per redimervi da una scelta
che il tempo testimonierà che è lesiva del vostro progetto e assolverà forse solo l'Assessore Brembilla
perché ci ha dimostrato che ingoia questo piano sicuramente controvoglia.”
Presidente del Consiglio: “Accame.”
Consigliere Accame: “La questione relativa ai rifiuti speciali e alla programmazione è una questione
nodale di un Piano Rifiuti. Sappiamo benissimo che il rifiuto, proprio quello di carattere speciale, ha
bisogno di particolari trattamenti, ha bisogno di particolari impiantistiche per il proprio smaltimento,
che spesso e volentieri non garantiscono nemmeno che il 100% o una percentuale molto alta di questo
rifiuto venga smaltita, perché sappiamo benissimo che l'industria chimica, l'industria meccanica e
comunque l'industria in generale, sia in grado di produrre, anche l'industria energetica, tutta una serie di
scorie di carattere speciale, che sono necessarie purtroppo per produrre determinati tipi di sostanze che
garantiscono lo sviluppo della nostra società e la tutela dei consumi pubblici e privati.
Orbene, in questo campo la programmazione è evidentemente uno dei fenomeni più importanti, è uno
dei fenomeni su cui fare leva per cercare di affrontare un problema che in passato ha richiesto
sistemazioni più fantasiose per lo smaltimento.
Faccio alcuni esempi, non si sa nelle discariche che ci sono state intorno a Milano, faccio l'esempio di
Cologno, di Cerro, eccetera, quanto tonnellaggio di rifiuti speciali siano stati stoccati, non si sa quando
il rifiuto magari altamente tossico finisce in barili bucherellati sul fondo dei mari, non si sa quando
addirittura si pagano dei Paesi poveri in via di sviluppo, dove già la popolazione vive in condizioni
pesanti di arretratezza sociale, culturale e alimentare e si fanno delle discariche, alle volte addirittura a
cielo aperto, in questi Paesi, per poter stoccare questa tipologia di rifiuti.
Orbene, un Paese civile, un Paese democratico, un Paese industrializzato come l'Italia dovrebbe, dico
dovrebbe, perché in questi anni non si è mai assestato fino in fondo questo fenomeno, ricordo, a
parentesi del mio ragionamento, gli effetti devastanti della cosiddetta ecomafia, delle mani della
criminalità organizzata presente su tutto il territorio nazionale su questa tipologia di rifiuti, ricordo il
commercio illegale che c'è dietro questo tipo di smaltimenti, ricordo i profitti a volte spaventosi, spesso
miliardari, che stanno dietro a fenomenologie del mercato nero agganciate al rifiuto speciale.
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È quindi quanto mai azzeccato l'emendamento proposto dal collega De Nicola che entra in una tematica
importante, una tematica forte di cui spesso si cerca di evitare...”
Presidente del Consiglio: “Ultimo minuto.”
Consigliere Accame: “Ho qua il timer, Presidente, me lo ricordo benissimo e concludo sempre nei
termini da lei indicati.
Una tematica calda su cui spesso e volentieri si cerca di omettere la notizia, ebbene, sarebbe importante
per la nostra Provincia di dare quel segnale, quel segnale evolutivo, quel segnale importante per cui si
facciano degli impianti oppure in alternativa si comincia a fare quell'attività immediata di
programmazione che porti alla realizzazione nei prossimi anni di tutta una serie di impianti che siano in
grado di smaltire e di riqualificare determinate tipologie di rifiuti.
Alcuni hanno fatto gli esempi degli inerti, alcuni hanno fatto l'esempio dei fanghi.
Vado a concludere, che questo è un emendamento molto forte, un emendamento di cui spesso si cerca
di non entrare nel merito ma che dà un segnale di verifica e di importanza, se approvato all'interno del
piano, non secondario. Grazie.”
Presidente del Consiglio: “Bruschi.”
Consigliere Bruschi: “Presidente Ortolina, vorrei articolare il mio intervento, seppur nel breve tempo
che mi è concesso, su due ordini di problemi.
Il primo ordine di problemi è quello appena accennato dal Consigliere Dapei, si diceva una volta gutta
cavat lapidem, goccia, goccia, goccia, il Presidente di questa Amministrazione Provinciale sta cercando
di far prendere alla sua maggioranza atto di una situazione, che non è la situazione di partenza
programmatica, e questo suona particolarmente importante nel momento in cui il Presidente Penati non
è il pifferaio di Hamelin. Mi piacerebbe che la regia facesse una panoramica sull'ala vuota nei banchi
della maggioranza...”
Presidente del Consiglio: “Magari chiedetevi anche il perché, però, scusi, chiedetevi anche il perché
(seguono interventi con voci sovrapposte) non dica così, stiamo parlando da quindici ore ripetendo ogni
minuto le stesse cose (segue intervento fuori microfono) lo abbiamo spiegato, l'Assessore non c'è la
prossima settimana, è già stato detto, scusi, nelle riunioni informali, comunque continui, Bruschi.
Chiedetevi il perché. Bruschi, continui, trenta secondi di interruzione, mi scusi.”
Consigliere Bruschi: “No, Presidente Ortolina, la ringrazio per questa sua attenzione nei miei confronti,
ma non intenderò avvalermi (segue intervento fuori microfono).”
Presidente del Consiglio: “No, Dapei, non si va sul personale (segue intervento fuori microfono) scusi,
Dapei, non si sta andando sul personale (segue intervento fuori microfono) ma non è personale, scusi
Dapei, è una reazione all'ostruzionismo di fatto che state facendo (segue intervento fuori microfono)
va bene così (seguono interventi fuori microfono) continui, Bruschi (seguono interventi fuori
microfono) chiedo un po' di buonsenso all'aula (seguono interventi fuori microfono) per favore,
Bruschi, continui (seguono interventi fuori microfono) Foglia per favore, stiamo calmi. Bruschi,
continui per favore.”
Consigliere Bruschi: “Mi riservo dopo, visto l'atteggiamento, non approfitto della sua cortesia
istituzionale, ma mi riserverò dopo di intervenire per dichiarazione di voto. Volevo soltanto...”
Presidente del Consiglio: “No, non stiamo facendo dichiarazioni di voto sui singoli emendamenti.”
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Consigliere Bruschi: “In base al regolamento li farò.”
Presidente del Consiglio: “Vi chiedo un po' di buonsenso (segue intervento fuori microfono) Accame
mi scusi (segue intervento fuori microfono) è la stessa cosa, Accame, è sostanzialmente la stessa cosa,
va bene, okay, vi ho offeso (seguono interventi fuori microfono) è finita la discussione generale, non
può più presentare emendamenti. Mettiamoci un po' di buonsenso, prego riprenda, Bruschi (segue
intervento fuori microfono) non si può. Bruschi, per favore, continui (seguono interventi fuori
microfono) per favore, Dapei, continui, per favore, scusi, Bruschi, continui.”
Consigliere Bruschi: “Le dicevo, Presidente, che non approfitterò della sua cortesia istituzionale per
recuperare i cinque minuti, auguro però che nessuno dei membri dell'opposizione, in particolare il
collega Foglia, altrimenti impegnato, abbia un familiare...”
Presidente del Consiglio: “Accame, La invito ad essere ragionevole per cortesia, io ho offeso l’aula?
Ma per favore! (Segue intervento fuori microfono) Mi scusi, Accame, guardi, allora chiedo scusa per
quello che ho detto, Accame, chiedo scusa per quello che ho detto. Prego, Bruschi. Ha finito. Accame.
(Segue intervento fuori microfono) Lo so, il termine ostruzionismo è inesatto, state tirando in lungo,
indubbiamente, diciamo così, va bene, d’accordo. (Segue intervento fuori microfono) Ma quando lo
avete detto mille volte, purtroppo l'hanno capito e la linea della maggioranza è quella lì, prendiamo
atto. (Segue intervento fuori microfono) Sì, d'accordo.”
Consigliere Accame: “Presidente, mi scusi, io accetto le sue scuse e mi scuso altrettanto per le mie
intemperanze, quello che mi ha veramente turbato ed in un certo senso colpito è l'atteggiamento che ha
avuto la maggioranza nei confronti del collega Bruschi, che è un collega che si è sempre comportato in
maniera dignitosa, leale con tutto il Consiglio, e che però è stato eletto da una forza politica di
opposizione e quindi anche come rappresentante di una Commissione di garanzia, che è in carico
all'opposizione, ha il diritto pieno di svolgere senza che riceva l'ignominia o lo schiaffo morale della
maggioranza di poter esercitare in questa aula dignitosamente, così come ha sempre fatto nel pieno del
rispetto delle regole democratiche ed in maniera direi anche molto civile, un atteggiamento di
Consigliere di opposizione, quale il collega Bruschi è.
Il collega Bruschi era impegnato in una questione di famiglia, però il capo Gruppo lo ha richiamato a
tornare in aula, ed è giusto che il collega Bruschi, al pari degli altri colleghi del suo Gruppo, possa
tranquillamente intervenire, in maniera civile e democratica, senza ricevere degli strani messaggi.
Questo è il principio per cui io mi sono alterato.
Io comunque Le chiedo scusa, se anch'io ho ecceduto in intemperanze, ma l’ora è tarda e siamo tutti
stanchi.”
Presiede il Vice Presidente Vicario del Consiglio Cavicchioli.
Vice Presidente Vicario Cavicchioli: “Prego, Penati.”
Presidente della Provincia Penati: “Io non accetto che nell'esercizio normale qualcuno possa dire che si
mandino dei messaggi mafiosi. È nel pieno diritto del Consigliere Bruschi fare il suo intervento e credo
sia nel pieno diritto prendersi una boccata d'aria dopo una giornata estenuante, me lo consentirà,
Consigliere Bruschi, e credo che sia nel pieno diritto anche averne piene le scatole di ascoltare delle
cose e di stare lì, tanto lo sappiamo, è solo una guerra di nervi, quindi nessuno di noi sta dicendo delle
cose fondamentali di cui chi ascolta può arricchirsi di questo fatto, non è questo il momento in cui
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avviene questo fatto per cui il contagio, la contaminazione, l’ascolto può portare ad un arricchimento,
quindi non facciamo quelli che fanno le vergini alla fonte.
Tra l'altro vorrei ricordare, non lo volevo fare, però vorrei ricordare agli esponenti della minoranza che
io fui tra coloro che, non tanto tempo fa, ma una settimana fa, accolse la richiesta di un rinvio della
delibera perché c'erano da fare degli approfondimenti e venne detto che non c'era nessuna indicazione
di voler fare dell’ostruzionismo. Prendo atto che si è cambiato idea perché di fatto stiamo assistendo ad
un ostruzionismo.
La prossima volta mi farò forza di essere un pochettino più sospettoso, quando mi si dicono delle cose
e poi mi trovo invece a doverle fare per altre, perché posso fare la figura del pastore, posso fare la
figura di quello che porta il gregge, della pecora, ma del cretino faccio sempre fatica ad accettarla,
dovendola fare, perché credo che ci sia anche un elemento di umiliazione in tutti noi e qualche
momento di irritazione, perché abbiamo accolto il fatto di poter aggiornare questa discussione, ci siamo
trovati dopo due giorni da parte di un esponente della stessa parte politica che ha una responsabilità in
Regione, rispetto al tema dei rifiuti, che ci ha accusato pubblicamente che avevamo rinviato il
Consiglio perché eravamo divisi, quando abbiamo accolto in un clima di distensione una proposta che
veniva da parte dei Gruppi di minoranza.
Questa sera, in modo surrettizio, pensando di prendere in giro le persone che stanno qui, si è introdotto,
senza doverlo dichiarare, senza doverne avere il coraggio di prendersi la responsabilità di questa cosa,
l'ostruzionismo. Siamo tutti qui a tirare il momento in cui si andrà a votare, non facciamo però quelli
che hanno in tasca il metro e che giudicano gli altri, perché io di messaggi mafiosi, come credo coloro
che sono usciti, non li si vuole... c'era un filo di indignazione ed un filo di rabbia per tutte le cose che in
questa settimana sono succedute attorno a questo tema e mi sembra che la disponibilità a discutere,
accolta subito, osservazione per osservazione, fatta una settimana fa, ci sia stata tutta la disponibilità da
questo punto di vista, poi ognuno ne tragga le proprie conseguenze, è un diritto quello che voi state
esercitando ed è un diritto democratico l'ostruzionismo, è un diritto anche nostro, forse è anche un
dovere, essere un po' più sospettosi in futuro.”
Presiede il Presidente del Consiglio Ortolina.
Presidente del Consiglio: “Del Nero. (Segue intervento fuori microfono) Dapei.”
Consigliere Dapei: “Evidentemente, Presidente, è stato informato male, e io la scuso solo perché lei
non c'era, non ci sono dei colleghi che sono usciti a prendere una boccata d'aria e forse dovrebbe essere
un po' più sospettoso e, se lo fosse, direbbe cose diverse al microfono.
L'intera maggioranza è uscita due volte quando stava parlando il collega Bruschi, non qualcun altro,
nessuna boccata d'aria, un messaggio che ci è poi stato spiegato essere dovuto al fatto che lui sarebbe
Presidente di una Commissione di garanzia ed invece è qua a fare l'ostruzionismo, questo è successo.
Allora io ho ricordato, l’ho ascoltata con attenzione ed in silenzio, io ho ricordato che nei cinque anni
precedenti anche noi abbiamo concesso due Presidenze di garanzia alla minoranza, alla collega Radice
dei DS e al collega Foglia dei DS e mai abbiamo rinfacciato loro di essere troppo oppositori, di fare
troppo ostruzionismo in aula, questo è successo.
Poi si rilegga i verbali, Presidente, perché lei forse è troppo sospettoso, noi siamo anche troppo
galantuomini, noi siamo arrivati a dire si rilegga i verbali, perché chi è sospettoso, chi dà il proprio cuor
all'altrui in misura, come dice la nonna di Gavazzi, è meglio che tocchi con mano, quindi si rilegga che
noi abbiamo motivato l'altra volta per quale motivo avremmo chiesto la sospensione ed il rinvio, che
invece chiedeva la Presidenza, perché si iniziava alle 22 invece che alle 15.
Questo è successo l'altra volta, se lo rilegga. La Presidenza ha chiesto, visto che erano le 22, e che non
era il caso di proseguire e di andare avanti, eppure io mi sono alzato e ho detto, se avessimo iniziato
alle 15 avremmo chiesto il rinvio, perché chiediamo un approfondimento su due temi e la nostra
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irritazione, uno dei motivi per cui non ci siamo abbandonati all'ostruzionismo, ma stiamo tirando un po'
più in lungo sui pochi emendamenti presentati, è che quando siamo andati nella riunione dei capi
Gruppo a chiedere conto dell'impegno che era stato preso - si rilegga anche quello - di chiedere alla
Regione lumi sulla nostra posizione rispetto alla VI, ci è stato prima detto che la Regione aveva
risposto che avevamo torto e aveva ragione il Segretario, abbiamo chiesto se allora c'era qualcosa di
scritto, e la cosa scritta era scritta tutta, legittimamente, dal Segretario, che ribadiva la sua posizione.
Questo è successo. Noi non abbiamo l'altra volta detto alcunché sull’ostruzionismo, se avessimo voluto
fare ostruzionismo avremmo presentato gli emendamenti che avevamo preparato.
Il vero motivo del contendere è che il poco di buonsenso è che, arrivati ad una certa ora, non si
aggiorni, se si tratta, come è stato fatto esattamente un anno fa o due anni fa, e noi lì ritirammo gli
emendamenti e non facemmo neanche gli interventi, dell'assemblea dei soci di TEM, che c'è il lunedì
dopo, è un conto, ma rispetto a questo Piano Rifiuti sappiamo benissimo quali sono i motivi per cui non
si rinvia, perché lunedì c'è quell'impegno e martedì quell'altro impegno, non è che lo ha ordinato il
dottore di finire oggi.
Allora siamo arrivati anche questa sera, finito il lungo dibattito in cui tutti sono intervenuti, molto tardi
ad affrontare gli emendamenti.
Noi abbiamo detto continuiamo la prossima volta, poi ci si è vicendevolmente intestarditi sulle
rispettive posizioni e abbiamo iniziato a tirare in lungo gli interventi, non dobbiamo chiedere scusa per
questo, perché il Consigliere Bruschi viene a fare il suo secondo intervento di cinque minuti, non si
merita un attacco personale, quando noi non abbiamo voluto dal punto di vista personale attaccare
nessuno.
Noi quindi ribadiamo il fatto che non era nostra intenzione fare gli emendamenti e gli emendamenti
presentati in tempi non sospetti lo provano. Oggi è primo giorno di discussione sul Piano Rifiuti, ha
preso un sacco di tempo la discussione generale, sapete perfettamente che noi puntavamo a presentare
degli emendamenti qualificanti, perché rimanessero agli atti tracce di quello che avverrà e che noi
avevamo anticipato, non erano presentati per tirare in lungo il nodo, eravamo di là, in una riunione in
cui si stava - credo possa confermarlo il collega De Nicola - tranquillamente arrivando ad una
soluzione, quando il capo Gruppo di maggioranza, forse inopinatamente o forse no, ha detto: allora
andiamo avanti a rullo compressore. Qualche collega se l'è avuta a male e siamo finiti all'1 di notte che
siamo ancora all'emendamento n. 9.
Non c'è stato nulla... nessuna lesa maestà e niente di personale contro nessuno, ci siamo sentiti feriti per
il collega Bruschi, se fosse stata una cosa (segue intervento fuori microfono) allora, mi si dice, se va
bene prendere l'impegno di finire entro lunedì prossimo, noi lunedì prossimo ci aggiorniamo qua, allora
rimanga a verbale che per la non volontà della maggioranza di aggiornarsi a lunedì prossimo, si deve
andare avanti a notte fonda.”
Presiede il Vice Presidente Vicario del Consiglio Cavicchioli.
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “De Nicola.”
Consigliere De Nicola: “Io non voglio ritornare a reiterare le cose che già egregiamente ha detto il
collega Dapei, mi permetto solamente di segnalare che all'ordine del giorno dei lavori di oggi c'erano
tre delibere, una è l'approvazione del Piano Provinciale dei Rifiuti, poi c'è la delibera relativa alla
nomina della Commissione per il Paesaggio del Parco Agricolo Sud Milano e poi c'è un'altra delibera,
sempre connessa con l'Assessore Brembilla, che è l'approvazione del Regolamento sull'accesso e la
diffusione dei dati ambientali (seguono interventi fuori microfono).”
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “I dati ambientali, De Nicola, l'abbiamo già approvata, prego.”
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Consigliere De Nicola: “Questa non c'ero. Allora io credo che la nomina della Commissione per il
Paesaggio del Parco Agricolo Sud sia una delibera importante, però questa delibera verrà assunta
probabilmente senza la presenza dell'Assessore Brembilla.
Allora, Presidente, vede, lei è il Presidente del Consiglio, questa sera ci ha bollati dicendo che questi
nove emendamenti, ripeto nove, sono emendamenti di chiara matrice ostruzionistica, parafrasando un
vecchio slogan, sono nove emendamenti su nove argomenti diversi, sono nove emendamenti, che se
avessimo voluto solamente giocare un poco diventavano poco, poco, diciotto.
Sono nove emendamenti qualificanti, a nostro parere, che indubbiamente hanno un fine, non quello di
far saltare i nervi, il fine che noi ci ponevamo è un altro, era quello di arrivare ad una rivisitazione, ad
un convincimento, di una parte della maggioranza, sulla necessità di effettuare delle scelte.
Perché ci illudevamo di questo? Perché se una parte della maggioranza era riuscita a far cambiare idea
alla Giunta, ma perché non potevamo riuscirci anche noi, magari convincendo sempre quella parte che
invece già dall'inizio era d'accordo su un piano.
Allora, vede Presidente, dopodiché noi ci troviamo all'1, ma noi eravamo stati ben disponibili, già da
prima eravamo stati disponibili nell'accettare che il Consiglio iniziasse alle 9.30 questa mattina,
eravamo stati disponibili nel dire quando ci siamo riuniti da subito, lei non c'era (segue intervento fuori
microfono) ma certo, volevamo fare pomeriggio e sera, ma poi abbiamo accettato, non è che ci siamo
incatenati per dire: no, non facciamo il mattino (segue intervento fuori microfono) ma credo che
quando lei faceva opposizione (segue intervento fuori microfono) non lo ha mai fatto, lo farà,
Presidente. Non si preoccupi, Presidente, c'è sempre una prima volta nella vita, mi creda, abbia fede.
Dopodiché, Presidente, noi Le abbiamo offerto l'opportunità, gliela abbiamo offerta e gliela abbiamo
offerta da subito, oggi pomeriggio, di discutere gli ordini del giorno e mandare in un altro momento la
discussione degli emendamenti. Siamo ritornati a riunirci con lei e qualcuno ci ha fatto vedere i
muscoli dicendo: no, andiamo fino in fondo, che ce la facciamo.
Benissimo, siamo qui, pensare che sia veramente uno stiracchiamento delle norme, una provocazione
ostruzionistica il nostro comportamento, nel momento in cui noi non chiediamo di votare, di fare la
dichiarazione di voto, eppure l'avremmo potuto fare, su ogni emendamento, dopo aver parlato, la
dichiarazione di voto, il Regolamento ce lo consente, non lo abbiamo fatto, e sono talmente
ostruzionistici, e non lo dico a lei, lo dico a chi dalla maggioranza, magari anche Ortolina, ha visto
l'ostruzionismo, che uno degli emendamenti aveva avuto l'approvazione anche dell'Assessore
Brembilla.
Allora chiariamoci le idee, colleghi, se sono questi gli emendamenti ostruzionistici, quando decideremo
di fare ostruzionismo che accadrà? Quanto poi al concetto di minaccia o meno mafiosa, certamente non
è bello pensare che se uno diventa Presidente della Commissione di garanzia deve... ai ruoli di membro
dell'opposizione, questo è veramente pesante, che sia un comportamento intimidatorio, che sia mafioso
o qualifichiamolo come vogliamo, certamente è un comportamento inquietante.
L'ultima cosa e concludo, Presidente, quanto al fatto che la volta scorsa noi ci siamo accodati nel
concetto di chiedere... un secondo, la riflessione, la riflessione non nasceva dall'impossibilità allora di
scaricare, una settimana fa, i tanti emendamenti che avevamo pronti, perché lei saprà perfettamente,
certo non è che abbiamo illuminato le menti di nessuno questa sera con questa discussione, però forse
qualche riflessione, perché io vorrei scommettere...”
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “De Nicola, chiuda.”
Consigliere De Nicola: “Consiglieri di maggioranza che hanno letto o che avevano letto prima di
questa sera il Piano Provinciale dei Rifiuti.”
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “Prego, Presidente.”
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Presidente della Provincia Penati: “Siccome io prendo in parola il Consigliere De Nicola, vorrei gli
fosse concesso uno spazio in più, perché in cinque minuti non ha illustrato l'emendamento e siccome è
fondamentale l'emendamento e sono importanti e non c'è fine ostruzionistico, vorrei essere nella
coscienza di potergli votare contro o a favore, vorrei che fosse esteso il tempo per poter illustrare
l'emendamento, visto che nei cinque minuti che lei aveva a disposizione non lo ha illustrato, e vorrei
che fosse chiaro.”
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “Del Nero.” (seguono interventi fuori microfono).
Consigliere Del Nero: “Grazie, Presidente. Io sono qua da questa mattina fin alla 1.05, è la prima volta
che intervengo sugli emendamenti, questo a significare che non ero qua per fare ostruzionismo, però
non contavo di intervenire forse... forse non lo so a questo punto, se è il primo ed il mio ultimo
intervento o no, ma sono stato costretto ad intervenire proprio per questa polemica nata su delle
imprecisioni, su cui è già stato chiarito, ma è bene aggiungere qualcosa.
Non è che questo Consiglio si riunisca quattro o cinque volte la settimana, ha ampi dibattiti su quanto
la Giunta propone costantemente, mi sembra che in questo ultimo anno ci sono stati dei lavori
tranquilli, che sono andati avanti senza grandi problemi, ogni tanto viene presentato qualcosa di
significativo, il Piano Provinciale dei Rifiuti mi sembra una delle cose più significative delle
competenze della Provincia.
Allora, gli abbiamo dedicato una giornata perché, ripeto, come è già stato detto, la settimana scorsa il
dibattito è iniziato a serata inoltrata, a notte inoltrata perché è stata dedicata la seduta di settimana
scorsa, la maggior parte del dibattito al Partito Democratico. (seguono interventi fuori microfono)
Il Consigliere Caputo della maggioranza ha ricordato settimana scorsa che, a differenza di quando lui
ha presentato il nuovo Gruppo dei Socialisti Democratici, e lo ha fatto in articolo 83, il Partito
Democratico ha chiesto, o meglio, la Sinistra Democratica ha chiesto di poter intervenire come punto
all'ordine del giorno, a quel punto si è aperto, su un argomento altrettanto di tipo politico significativo
ed importante, un ampio dibattito su cui, mi rendo conto, volevate che noi non intervenissimo, siamo
intervenuti noi, ma anche molti della maggioranza su quell'argomento, e quindi sul Piano dei Rifiuti si
è quindi intervenuti sostanzialmente oggi.
Una giornata su un punto così fondamentale non mi sembra che sia ostruzionismo mentre, e questo è il
motivo per cui sono intervenuto e concordo, l'atteggiamento non di una boccata d'aria, perché è stato
detto chiaramente da alcuni Consiglieri di uscire tutti dall'aula perché interveniva il Consigliere
Bruschi, essendo Presidente di una Commissione di garanzia, è un atteggiamento che io invece non
reputo messaggio mafioso, ma altamente scorretto sì.
Per quanto riguarda la possibilità di aggiornare questa seduta ad un secondo momento, mi rendo conto
che per l'Assessore sia importante essere presente, vorrei dire che non so se dopo questo argomento
andiamo avanti, mi interesserebbe sapere anche sull'ordine dei lavori se, chiuso questo argomento,
votiamo anche le delibere successive e andiamo avanti anche sul resto, come è stato ricordato dal
Consigliere De Nicola, o se ci fermiamo qui, perché la delibera sulla nomina della Commissione
Ambiente del Parco Sud credo sia altrettanto importante e che richiederebbe la presenza dell'Assessore.
Quindi io invito l'Assessore, però vorrei appunto capire dalla Presidenza se è una delibera che verrà
votata al termine di questi lavori, perché anche quella è una delibera che doveva essere votata due anni
fa, siamo un po’ in ritardo su quella delibera, due anni non sono di poco conto, sarebbe quindi
importante capire da questo punto di vista, visto il fatto che l'Assessore vuole essere presente anche
sulla prosecuzione dei lavori, capire come vogliamo andare avanti.
Ripeto, gli emendamenti presentati sono un contributo che la minoranza ha voluto dare, una giornata di
dibattito credo che sia il minimo che su un argomento di questo genere si possa tenere, chiedo da parte
della maggioranza un atteggiamento corretto nei confronti di chiunque interviene in questa aula.”
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Nel frattempo è uscito dall’aula il Consigliere Nobili. (presenti 30)
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “Suggerimento accolto per la Presidenza, direi che possiamo
mettere in votazione l'emendamento. Relativamente alla sua richiesta, Del Nero, vediamo un po'
l'orario, non c'è preclusione, però verifichiamo. (seguono interventi fuori microfono).
Non lo so, io sono arrivata a metà, Lui dice che non lo abbiamo discusso, io non ero presente (seguono
interventi fuori microfono) va bene, è aperta la votazione.”
Il Vice Presidente Vicario del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico.
Assenti al momento della votazione i Consiglieri Accame, Albetti, Arrigoni, Bernareggi, Caputo,
Clerici, Colli, Elli, Esposito, Fratus, Gavazzi, Lombardi, Mauri, Meroni, Musciacchio, Nobili e Patta.
E così risultano presenti il Presidente della Provincia Penati e 28 Consiglieri.
Terminate le operazioni di voto, dichiara respinto l’8° emendamento del Consigliere De Nicola
all’argomento n. 30 con ventiquattro voti contrari e cinque a favore (Consiglieri Bruschi, Dapei, Del
Nero, De Nicola, Russomanno).
Il Vice Presidente Vicario del Consiglio dà atto del risultato della votazione.
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “Emendamento n. 9, la parola all'Assessore.”
Assessore Brembilla: “Per quanto riguarda l'emendamento n. 9, il nostro parere è contrario, in quanto si
propone di destinare l’85% dei rifiuti da imballaggio e fanghi alla termovalorizzazione, mentre il piano
prevedeva una ripartizione, 40 il recupero agronomico e il 45 la termovalorizzazione. C'è la sufficiente
convinzione di carattere tecnico che i fanghi, alcune categorie di fanghi possono essere recuperate e
destinate ad una destinazione agronomica, quindi, secondo il principio del recupero come prioritario,
chiediamo di respingere questo emendamento e di confermare le previsioni del piano.”
Riassume la presidenza dell’adunanza il Presidente del Consiglio Ortolina.
Presidente del Consiglio: “Dapei.”
Consigliere Dapei: “Grazie, Presidente. Ci risulta chiara l'argomentazione dell'Assessore, ma non ci
convince fino in fondo, c'è un decalogo della Comunità Europea che prevede prioritariamente, dopo la
good practice di produrre meno rifiuti, il fatto di recuperarli.
La termovalorizzazione va ricollocata, oggi credo che non sia mai stato detto, in quello che è
effettivamente, non è solo un modo di smaltire, la termovalorizzazione produce energia. Nel caso di cui
stiamo parlando, la soluzione che abbiamo in mente riguarda in concreto, per stare alla realtà
quotidiana, il teleriscaldamento, ci sono intere fette di città, anche di metropoli di Milano, che
potrebbero essere teleriscaldate, con risparmio soprattutto per i cittadini meno abbienti che abitano in
quelle zone, con tutti gli impliciti vantaggi sociali anche dal punto di vista dell'energia,
dell'inquinamento e quant'altro, da questa che, solo pochi anni fa, poteva sembrare, soprattutto dalle
nostre parti, qualcosa al limite della fantascienza e che oggi è una cosa assolutamente a portata di
mano.
Se voi parlate con il Sindaco di Rozzano, io dico oggi un nome, Rozzano, se voi parlate oggi con il
Sindaco di Rozzano e gli parlate dell'eventualità di un termovalorizzatore nel suo Comune che fornisca
ad una città, nella città metropolitana di mezzo milione di abitanti, calore per le abitazioni, non vi
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guarderà stranita, come dire ma questo mi sta parlando di qualcosa di interessante da approfondire, ma
che non ho mai sentito prima di oggi, il Sindaco di Rozzano, non sto parlando di una persona che
conosco direttamente né che è del mio partito di appartenenza e neanche della mia coalizione, sentirà
qualcosa che gli evoca riunioni, incontri, preaccordi di qualcosa che lei ha fatto sapere che le interessa
(segue intervento fuori microfono) Lui? Non è più... questo a maggiore riprova che non lo conosco,
persino il Sindaco di Rozzano vi dirà: allora vi siete decisi per il termovalorizzatore?
Per dire che, sgombrato il campo dalla questione come dicevano del fare ostruzionismo, noi abbiamo
posto un problema che è assolutamente trasversale, questa vuole essere la Provincia dei Comuni? I
Comuni chiedono più termovalorizzazione, ma non solo come risposta allo smaltimento, quindi non è
solo una cosa meno prioritaria del fornire materia all'agricoltura, ma cosa c'è di più prioritario delle
persone, delle famiglie, delle case? E non voglio fare retorica, perché di questo stiamo parlando...”
Presidente del Consiglio: “Ultimo minuto.”
Consigliere Dapei: “Non è che siamo un giorno innamorati dell'idea del termovalorizzatore, perché
siamo quelli a cui piace fare le guerre, a cui piace affamare i poveri e poi siccome è molto brutto, è
molto dannoso una bella ciminiera, allora ci siamo innamorati dell’idea di fare ciminiere. No, quando
parliamo di termovalorizzazione stiamo parlando di più piccioni, l’ora tarda, non mi ricordo più se sono
i piccioni o le fave... più piccioni con una fava.
Questo quindi non è un emendamento per ridire ancora una volta: serve un nuovo impianto. Non ha a
che fare con un nuovo impianto, questo è un emendamento per fissare delle priorità politiche.
Noi, anche rispetto alla termovalorizzazione, di cui parlate perché non avete detto di no, voi dite
usiamo gli impianti che ci sono, anzi, potenziamo anche quelli dismessi da poco, che hanno ancora la
cenere calda, noi diciamo attenzione che per la comunità milanese, non solo rispetto al problema dei
rifiuti, ma anche alla produzione di energia e la produzione, per esempio, di calore, la
termovalorizzazione è una risposta ampiamente prioritaria all'ipotesi di destinare anche la parte
organica all'agricoltura.
Sono gli stessi agricoltori, molto più perplessi di anni fa rispetto ad alcune modalità di compost,
mentre, ripeto, parlate con il Sindaco di Rozzano per farvi dire se è un'idea del centrodestra, che, per
esempio, in quel Comune, in quell'area della città, servirebbe un termovalorizzatore.”
Presidente del Consiglio: “Grazie. De Nicola.”
Consigliere De Nicola: “Sì, Presidente, io proprio per evitare di giocare la carta ipotetica di un
ostruzionismo, io non ripeterò le cose importanti e fondate dette dal collega Dapei, ma porterò
l'attenzione su un altro argomento.
Dapei argutamente parlava della Comunità Europea. Bene, l'indirizzo della Comunità Europea è quello
di non destinare i fanghi all'utilizzo in agricoltura, ma perché? Non per una presunzione o per una
cattiveria o per una condivisione di quello che è la filosofia del no alla termovalorizzazione, che si
respira in quest’aula, dice di no perché questi fanghi sono ricchi di metalli pesanti e di sostanze
inquinanti.
La cosa grave qual è? Che le anime contro l'ipotetico inquinamento, le anime verdi, il mio amico
Scarano e gli altri ambientalisti ed ecologisti non protestano se poi questi fanghi, o fanghi analoghi a
questi, ritenuti nell'indirizzo della Comunità Europea come veleni che poi mangiamo, veleni che poi
vanno a diventare parte di quel terreno di coltura dal quale poi provengono i frutti che andiamo a
comprare al mercato, al supermercato, allora questa puntualizzazione di ostacolo a questo ipotetico,
detto da qualcuno, nemico del buon vivere, che è il termovalorizzatore, avverbio per nascondere,
furbata per nascondere l'inceneritore, bene, è proprio la Comunità che dice non fatelo.
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Allora qual è la proposta? La proposta è quella di aggiungere questo 40% di recupero al 45% già
destinato alla termovalorizzazione. È un emendamento di ostacolo? Ostacolo a che? È un emendamento
che inficia la filosofia del piano? È un emendamento che corregge l'indirizzo politico? O è forse un
emendamento che va incontro e che avrebbero dovuto sostenere e presentare quelli che poi apertamente
o surrettiziamente sono contro il termovalorizzatore?
Perché ha ragione Dapei quando continua ad insistere sul fatto che la termovalorizzazione comunque è
una ricchezza. Che dire? So bene, leggo qual è il parere dell'Assessore e so bene quale sarà anche in
questo caso il verdetto di questa ennesima votazione però, attenzione, non un intervento filibustering,
non un emendamento ripetitivo, ma un emendamento ecologista, ambientalista, in linea con gli
standard e gli indirizzi della Comunità Europea, che, naturalmente, verrà bollato, non votato, respinto,
da una maggioranza che poi a parole continuerà a sostenere l'importanza di preservare l'ambiente,
continuerà a sostenere l'importanza di chiamare col nome nemico del popolo inceneritore quello che è
una ricchezza, quello che è uno strumento ormai diffusissimo in tutte le città evolute, quello che è
ormai uno strumento del quale comunque saremo costretti a riparlare in questa aula e del quale
comunque dovremo prendere atto perché, visto che è l'ultimo emendamento mio, è fuori discussione
che non sarà questo piano, non sarà la stima della crescita dei rifiuti e la stima dello smaltimento che ci
preserverà dalla realizzazione di un termovalorizzatore.”
Presidente del Consiglio: “Bruschi.”
Consigliere Bruschi: “Grazie. Avrei potuto intervenire prima a titolo personale, non l'ho fatto, utilizzo
metà del mio intervento di presentazione di questo emendamento, pur interessantissimo, per dare un
minimo di risposta.
Essere Presidente di una Commissione, avere un incarico istituzionale non vuol dire, come già detto dal
Consigliere Dapei e dagli altri Consiglieri del Gruppo di Forza Italia, che ringrazio per la solidarietà,
non usare di quelle che sono le prerogative di un qualunque Consigliere, a maggior ragione le
prerogative di un Consigliere di opposizione.
Io ricordo l'opposizione che faceva il Presidente di questo Consiglio, che è una persona sicuramente
mite, come Vincenzo Ortolina, alla Giunta Colli, non era sicuramente un'opposizione all'acqua di rose.
Ricordo il già Presidente della Commissione Bilancio intervenire in maniera pesantissima, reiterata,
ricordo passaggi alla magistratura, ricordo cose che si sono svolte in quest’aula e soprattutto fuori da
quest’aula. Ricordo altri grandi esempi di opposizione da parte di persone che nessuno ha tacciato di
violenza istituzionale, un nome per tutti, Basilio Rizzo, che continua ad operare in maniera indefessa
con lo stesso stile con cui opera da almeno una ventina d’anni, continuando ad alternare momenti di
indagine, proposizione politica e quant'altro a momenti dove gli emendamenti hanno uno scopo
puramente ostruzionistico.
Per cui non mi sono offeso per l'uscita dei Consiglieri di maggioranza dall'aula, ci sta anche questo in
un dibattito, non ci sta nel momento in cui si confondono le cose, dicendo semplicemente non è che
perché uno ha un incarico istituzionale che poi negli altri passaggi risulta in qualche maniera doveroso
autoevirarsi. Le cose vanno giudicate rispetto ai propri principi e alle proprie funzioni.
Ma vengo a questo punto, come promesso, all’emendamento De Nicola, è l'ulteriore dimostrazione che
tutto aveva in mente il Consigliere De Nicola, tranne che di fare ostruzione, questo emendamento tocca
due punti fondamentali che percorrono tutta la nostra critica al piano.
Il primo è un punto, mi si consentirà il termine, quasi ideologico, noi siamo a favore della
termovalorizzazione, per quanto soprattutto detto dal Consigliere Dapei e per quanto detto dal
Consigliere De Nicola in questo caso specifico, tralasciando il fatto che l'agricoltura è un settore dove
esercitiamo danni su danni, dagli aiuti surrettizi, ormai l'agricoltura in Provincia di Milano, ed in
generale in tutta Italia, è qualcosa che va avanti esclusivamente basandosi sui fondi strutturali europei,
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non si sa ancora per quanto, e spero per poco. Inutile aggiungere a questi danni economici ulteriori
danni alla salute di chiunque.
Ma c'è l'altro punto fondamentale, qui parliamo sempre di elementi presuntivi. Quella che è la nostra
discussione fondamentale rispetto al piano è che noi accusiamo il piano di non avere termini veridici di
riferimento. Allora, nel momento in cui si dice “è ipotizzabile che” noi sostituiamo a questa frase “è
ipotizzabile che” una certezza, quell'85% di termovalorizzazione per produrre calore e non far male ai
nostri stomaci e ai nostri organismi è quel 15% destinato all'uso a cui i fanghi vengono comunemente
destinati, che è quello della fabbricazione di ...”
Presidente del Consiglio: “Grazie. Accame.”
Consigliere Accame: “Grazie, Presidente. Ero andato a bere qualcosa, mi scuso per i 12 secondi di
ritardo, cercherò quindi di contenere.
Il problema della termovalorizzazione è sicuramente un tema che definirei caldo, per dare una
similitudine all'oggetto. I problemi energetici che sta affrontando il Paese e che affronterà nel prossimo
futuro con il petrolio, con le sostanze riscaldanti, che sembravano, nel corso del 2006, avere arrestato la
loro corsa, sembra che si riproporranno per il prossimo inverno. Il petrolio è tornato a 72 dollari al
barile, vi è un rincaro della bolletta della benzina, eccetera, e si prevedranno nei prossimi anni lacrime e
sangue per il riscaldamento domestico.
C’è il solare, ci sono anche tante altre alternative, però c'è anche il fatto che la realtà milanese, la realtà
italiana, è una realtà fortemente dipendente dai prodotti a gasolio e dai prodotti per bruciare le sostanze
di origine petrolifera per il riscaldamento ad uso domestico ed industriale.
Orbene, quale miglior occasione per, non dico risolvere a priori il problema, perché è evidente che per
riscaldare una città come Milano, riscaldare una Provincia come la Provincia di Milano, di impianti ce
ne vorrebbero parecchi, però è evidente che, qualora si riuscisse ad intervenire con questi sistemi, ed
utilizzando il calore prodotto dagli impianti per il riscaldamento domestico, che riguarda il
riscaldamento dell'acqua per i bisogni domestici ed il riscaldamento delle case, sarebbe sicuramente un
fenomeno positivo, che caratterizzerebbe in maniera particolare il risparmio energetico, ed, in secondo
piano, ma direi in maniera non indifferente, riqualificherebbe la salubrità dell'ambiente.
Sappiamo benissimo che le emissioni gassose per riscaldamento provocano le famose polveri sottili di
PM3 e PM10, che inquinano la nostra atmosfera e che spesso e volentieri le soglie minime di
attenzione, quando a Milano si creano quei periodi di assenza totale di vento, di assenza totale di
precipitazioni atmosferiche nel periodo invernale, queste sostanze inquinanti sono molto presenti in
atmosfera.
Uno dei motivi principali che proviene da questa cosa sono le fonti delle caldaie per il riscaldamento
durante il periodo invernale.
Bene, se si riuscisse ad intervenire su questa problematica, riuscendo a riscaldare una fetta della città,
una serie di Comuni interi dell'hinterland, e a portargli l'acqua calda domestica per risolvere il
problema...”
Presidente del Consiglio: “Ultimo minuto.”
Consigliere Accame: “Grazie, Presidente, Le ricordo che io finisco sempre nel tempo previsto, fino
adesso è sempre stato così. Si potrebbe fare un ulteriore passo importante verso il risparmio energetico
e verso il miglioramento della qualità ambientale.
Per questo penso che l'emendamento proposto dal collega De Nicola sia un emendamento serio, un
emendamento che vada nella bi direzione, che è quello del risparmio energetico e quello del
miglioramento dell'ambiente, e quindi possa essere accolto tranquillamente da tutte le forze presenti in
quest’aula. Grazie.”
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Presidente del Consiglio: “Dobbiamo allora procedere alla votazione. Invito tutti i Consiglieri a
rientrare in aula.”
Il Presidente del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico.
Assenti al momento della votazione i Consiglieri Albetti, Arrigoni, Bernareggi, Caputo, Clerici, Colli,
Elli, Esposito, Fratus, Gavazzi, Lombardi, Mauri, Meroni, Musciacchio, Nobili e Patta.
E così risultano presenti il Presidente della Provincia Penati e 29 Consiglieri.
Terminate le operazioni di voto, dichiara respinto il 9° emendamento del Consigliere De Nicola
all’argomento n. 30 con ventiquattro voti contrari e sei a favore (Consiglieri Accame, Bruschi, Dapei,
Del Nero, De Nicola, Russomanno).
Il Presidente del Consiglio dà atto del risultato della votazione.
Presidente del Consiglio: “Passiamo agli emendamenti presentati come primo firmatario da Dapei.
Prego, la parola a Maestri.”
Consigliere Maestri: “Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori per fare una proposta. Io
appartengo ad un partito che non ha problemi anche a dichiararlo e a farlo l'ostruzionismo, in maniera
anche dura, per impedire l'approvazione di un provvedimento in qualsiasi tipo di aula, quindi non
ritengo né scandaloso né provocatorio, lo ritengo sbagliato nello specifico, ma questa è una valutazione
che ognuno di noi può fare. La proposta non riguarda questo, la proposta è che più volte il capo Gruppo
Dapei, ed anche in altri membri dell'opposizione che sono intervenuti, hanno dichiarato che non c'è
volontà ostruzionistica ed hanno invitato a che invece gli emendamenti fossero un'occasione di
discussione politica.
Allora la proposta che mi sento di fare, che evidentemente è utile anche ad accelerare i lavori, ma che
invece serve anche per entrare nel merito degli emendamenti, è quella che ogni emendamento, dopo il
parere dell'Assessore Brembilla, come è stato fino adesso, venga illustrato, e ci sia un intervento nel
merito di un solo esponente dell'opposizione, a cui risponderà per altrettanto tempo un esponente della
maggioranza, per entrare nel merito e motivare politicamente il perché del voto eventuale a favore, se
dovesse esserci, o contrario.”
Presidente del Consiglio: “Scusate, mi sono distratto un attimo, la proposta qual era? Grazie.
Allora siamo ad un emendamento sulla relazione di piano, pagina 238 (segue intervento fuori
microfono) chiedo scusa, prego, Dapei.”
Consigliere Dapei: “Abbiamo detto alcune ore fa che avevamo un debito verso il collega Maestri, che
adesso possiamo onorare. Io devo dire che siamo in realtà dispiaciuti del fatto che, accettando, su
alcune questioni di merito squisitamente politiche, per stare all'accordo che abbiamo preso, prenderà la
parola uno solo di noi e, se ci fosse consentito di proseguire il dibattito settimana prossima, non
saremmo stati costretti a questo.
Tutte le altre istituzioni prevedono più giornate per argomenti di questo genere, in maniera che non ci si
debba ridurre o al muro contro muro o al dover mollare sul piano politico però, ottenendo quello che
abbiamo più volte richiesto, cioè un riconoscimento, mi verrebbe da dire politico, ma poi mi sento uno
delle BR che sta chiedendo chissà che cosa, ma il fatto di vedere che la maggioranza prende sul serio le
nostre proposte da discuterle in Consiglio, anche vista l'ora tarda, ripeto, il mittente della proposta,
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essendomi consultato con gli altri colleghi, conveniamo che sia il modo migliore a questo punto per
procedere.”
Presidente del Consiglio: “Grazie. Allora chi interviene, De Nicola?”
Consigliere De Nicola: “Se consente intervengo su questa proposta.”
Presidente del Consiglio: “Prego, scusi.”
Consigliere De Nicola: “Io so che lei, Presidente, considera che noi siamo già un Gruppo unico, forse
nella storia e negli sviluppi della storia politica nazionale diventeremo un blocco unico, io per amore...
prego? (Segue intervento fuori microfono) o 2 o 47, chi lo sa? Noi, come Alleanza Nazionale, per
amore di questa riconquistata serenità d’aula accettiamo questa proposta fatta da Maestri, che abbiamo
visto molto disponibile e molto meno, passatemi il termine, arrogante di altri nel corso dei lavori della
giornata.
Sicuramente non è una proposta che comunque, al di là delle belle parole, facilita e favorisce il
confronto sui temi, gli emendamenti che andremo... prego? (Segue intervento fuori microfono) Avete
voluto non partecipare, nessuno vi ha impedito di farlo, gli emendamenti che adesso andremo a
discutere, andremo in un plurale maiestatis, sono emendamenti presentati tutti da Forza Italia,
presentati in larghissima parte, credo, dal collega Dapei, quindi è cosa più che giusta che sia l'estensore
dell'emendamento a presentarlo, per quanto riguarda la minoranza, per quanto riguarda noi, quindi noi
non interverremo in questo dibattito.
Lo faremo con dolore, non perché avremo aggiunto qualcosa, molte cose nuove, ma certamente
qualche altro contributo lo avremo dato.
Siccome io mi rendo perfettamente conto che malgrado l'ora veramente presto, è un'ora molto corta
l’ora in cui mi sono alzato stamani, l'ora in cui normalmente quando è un giorno di festa io vado a
dormire, ciò nonostante io sono certo che avremmo potuto, senza infierire, andare avanti per fare
colazione domani mattina per cappuccino e brioche però, siccome non è che questo avrebbe modificato
l'indirizzo della storia e neanche della cronaca, io accetto questa proposta, limitandomi solamente come
ultima annotazione a dire che il Consiglio comunale di Milano ha programmato sedute tutti i giorni del
mese di luglio, perché il Consiglio comunale di Milano ha in discussione un provvedimento molto
importante nella loro agenda dei lavori, io credo che nell'agenda dei lavori della Provincia questo è un
argomento molto importante, per cui per chiudere polemiche e frecciate, io credo che tutto sommato
abbiamo avuto una minoranza molto responsabile e molto comprensiva.”
Presidente del Consiglio: “Io prendo atto con compiacimento della proposta. Ricordo che a questo
punto il calendario dei lavori sarà, dopo la discussione, l'approvazione o la respinta degli emendamenti,
l'approvazione della delibera, poi chiudiamo questa seduta. Annuncio peraltro che, essendosi
accumulate intanto diverse delibere, la seduta di giovedì prossimo viene proposta dalla Presidenza del
Consiglio come seduta anch'essa doppia, perché ci sono diverse delibere abbastanza importanti, doppia
con lo stesso calendario di oggi, anche in ragione di alcune esigenze dell'ufficio di Presidenza, poi
giovedì faremo poi il punto della situazione, perché intanto stanno andando in Commissione altre
delibere, alcune delle quali esse stesse urgenti, quindi non escluderei che, pur avendo fissato la
successiva seduta per giovedì 19, si possa anche ipotizzare, però lo decidiamo giovedì prossimo, anche
una seduta intermedia martedì, però lo decidiamo.
Allora, Dapei, per illustrare l'emendamento a pagina 238 sulla relazione di piano. Prego Dapei, cinque
minuti per cortesia.”
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Consigliere Dapei: “Grazie, Presidente, innanzi tutto mi corre l'obbligo di ringraziare i colleghi De
Nicola e Russomanno per l'ottimo lavoro che hanno fatto e che ha permesso a questo Consiglio di
confrontarsi su emendamenti di valore a cui non ci siamo sottratti, e mi spiace che invece, rispetto al
lavoro che abbiamo fatto, noi abbiamo adesso concordato modalità diverse.
Peraltro mi corre l'obbligo di ringraziare anche i colleghi Del Nero, Accame e Bruschi, perché per anni
ho fatto il Consigliere di maggioranza, è molto più facile imporsi qualche sacrificio quando si sta
parlando di una delibera in cui si crede e di cui si vuole l'approvazione, è più difficile poi il ruolo di
oppositore, che credo abbiano svolto oggi brillantemente.
Presidente, questo emendamento credo che possa essere presentato anche insieme a quello dopo.”
Presidente del Consiglio: “D'accordo.”
Consigliere Dapei: “Uno riguarda la relazione di piano e l'altro la sintesi della relazione di piano.”
Presidente del Consiglio: “Pagina 45, d'accordo.”
Consigliere Dapei: “Ha una doppia valenza, innanzi tutto propone il tema, che è già stato ampiamente
valutato sotto altri aspetti, della questione di chiarire da subito che i conti tornano solo con un nuovo
impianto e che non c'è tempo da perdere, e che soprattutto non si capisce quando e chi interverrà ad
avviare questa eventuale, come la chiamate voi, nuova fase, certamente non sarà il Consiglio
provinciale, e questo ci dispiace e ci sembra anche fuori linea e fuori legge.
Abbiamo però voluto nell'emendamento richiamare anche l'esistenza della Provincia di Monza e
Brianza, che è dimenticata nel passaggio che stiamo emendando, ma sul piano metodologico, e quindi
in questo senso la maggioranza, l'esecutivo, potrebbe anche cogliere anche solo questo aspetto, noi
rappresentiamo l'esigenza, anche a futura memoria, ho fatto prima l'esempio di chi si scarica la
relazione di piano dal sito Internet e poi pensa che quello sia il piano, senza sapere che deve andare a
vedere le controdeduzioni, quindi l'esigenza, al di là di come la si pensi sulla questione di merito, di
emendare il piano come risultato delle osservazioni accolte, cioè è veramente anomalo che non si sia
pensato come effettivamente il piano viene emendato, viene modificato, dal momento che si accoglie
anche solo parzialmente una osservazione.
Quando trattiamo argomenti urbanistici nei nostri Comuni e abbiamo le osservazioni e controdeduzioni
è molto più scontato, è molto più immediato, c'è uno che dice guarda che hai sbagliato il retino e, se
accogli, il retino viene modificato, ma se pensiamo alla controdeduzione all'osservazione di Milano,
che stravolge il piano, non quanto avremmo voluto, ma oggettivamente un piano costruito su un
assunto che si modifica, beh, non si può lasciare alla libera interpretazione di chiunque, e nel tempo
questa interpretazione può anche variare l'effetto di quell'approvazione, quindi anche solo per questo
aspetto noi invitiamo l'esecutivo, oltre che la maggioranza sul piano politico, a valutare quantomeno la
metodologia, mentre sul piano politico ed amministrativo ribadiamo il fatto che il piano stesso dice che
i conti non tornano, il piano stesso ci dice che i conti devono tornare e non abbiamo assolutamente il
tempo, non ci possiamo permettere il lusso di rinviare una decisione che deve essere politica e che
quindi deve essere assunta in Consiglio provinciale, che se non viene assunta oggi in Consiglio
provinciale non tornerà mai. Grazie.”
Nel frattempo sono usciti dall’aula i Consiglieri Del Nero e Russomanno. (presenti 28)
Presidente del Consiglio: “Gaiardelli, stiamo commentando due emendamenti, la pagina 238 della
relazione al piano e la pagina 45 della sintesi. Prego, Gaiardelli.”
Consigliere Gaiardelli: “Grazie, Presidente... prego, prima l'Assessore.”
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Presidente del Consiglio: “Certo, scusi, ha ragione chiedo scusa, è ora tarda. Prego, Brembilla.”
Assessore Brembilla: “Rispetto ai due emendamenti, come già diceva il Consigliere Dapei, sono due
emendamenti identici, perché il primo affronta questo tema nella relazione, e l'altro nella sintesi, però
sono identici e, come già introduceva nel suo intervento, questi due emendamenti sono di fatto accolti,
in quanto abbiamo accolto le osservazioni presentate come controdeduzione alle osservazioni
presentate dal Comune di Milano, quindi l'emendamento 1 e 2, presentati dal Consigliere Dapei, sono
già ricompresi nel nostro piano perché, approvando il piano, approviamo le controdeduzioni alle
osservazioni.”
Presidente del Consiglio: “Gaiardelli.”
Consigliere Gaiardelli: “Grazie, Presidente. Come diceva anche l'Assessore noi abbiamo fatto un
lavoro anche in Commissione di analisi delle osservazioni e il ragionamento sulle necessità, le
eventuali necessità impiantistiche era già stato sviluppato, comunque, per ricordarlo brevemente,
abbiamo discusso anche qui, per la verità, collegato agli ordini del giorno, abbiamo detto che questa
Provincia si è data un metodo diverso per arrivare alla determinazione di eventuali necessità, di nuove
necessità impiantistiche, che è quello che passa, prima di tutto, attraverso i principi della raccolta
differenziata, della riduzione dei rifiuti, fino ad arrivare alle modifiche all’impiantistica esistente, per
poi passare, nell'eventualità, ai ragionamenti intorno ad una nuova impiantistica e rispetto
all'impiantistica di termovalorizzazione, questo è già tutto contenuto all'interno delle osservazioni che,
se accolte dal Consiglio insieme alla proposta, andranno ad emendare la proposta di piano.
Diciamo quindi che nell'emendamento della minoranza si leggono due aspetti, uno legato alla
realizzazione della nuova impiantistica ed il secondo legato all’individuazione dei fabbisogni della
Provincia di Monza e Brianza.
Per la verità, rispetto a questo punto, già nella proposta (segue intervento fuori microfono) però a
questo punto della distribuzione dei fabbisogni tra le due future Province di Milano e di Monza e
Brianza, queste erano riportate nella proposta di piano per una corretta individuazione anche con la
quantità massima dei 507.000 tonnellate/anno, che è stata spacchettata sia tra Monza e Brianza, sia tra
le tipologie di rifiuti, per cui voteremo no a questa proposta.”
Presidente del Consiglio: “Ma io li metto in votazione comunque? Però abbiamo parlato solo del primo
e del secondo finora, Gaiardelli, per essere chiari.
Metto in votazione l'emendamento relativo alla pagina 238 della relazione di piano, così come illustrati
da Dapei e Gaiardelli (seguono interventi fuori microfono) il 3 no (seguono interventi fuori microfono)
Penati, prego (Intervento fuori microfono) (Seguono interventi fuori microfono) Passo alla votazione
del primo emendamento”
Il Presidente del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico.
Assenti al momento della votazione i Consiglieri Albetti, Arrigoni, Bernareggi, Caputo, Clerici, Colli,
Del Nero, Elli, Esposito, Fratus, Gavazzi, Lombardi, Mauri, Meroni, Musciacchio, Nobili, Patta e
Russomanno.
E così risultano presenti il Presidente della Provincia Penati e 27 Consiglieri.
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Terminate le operazioni di voto, dichiara respinto il 1° emendamento del Consigliere Dapei
all’argomento n. 30 con ventidue voti contrari e sei a favore (Presidente della Provincia Penati e
Consiglieri Accame, Bruschi, Dapei, De Nicola, Re).
Il Presidente del Consiglio dà atto del risultato della votazione.
Presidente del Consiglio: “Dapei.”
Consigliere Dapei: “Siccome ha ragione l'Assessore, l'emendamento 2 è ritirato, perché riguarda la
sintesi e quindi non serve più.”
Presidente del Consiglio: “Passiamo al terzo emendamento, controdeduzione n. 2/12 Comune di
Milano, prego Dapei. Gaiardelli, 2/12, osservazione Comune di Milano. Assessore, prego.”
Assessore Brembilla: “Allora, con chiarezza, si chiede di esplicitare nella controdeduzione
all'osservazione del Comune di Milano la possibilità di realizzare degli impianti anche in Brianza.
Anche questa è inutile perché è già così, noi prevediamo nel piano (seguono interventi fuori microfono)
sì, è suddiviso già il bisogno tra Brianza e Milano.” (seguono interventi fuori microfono).
Presidente del Consiglio: “Dichiarazione della maggioranza che vota a favore a questo emendamento.”
Il Presidente del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico.
Assenti al momento della votazione i Consiglieri Albetti, Arrigoni, Bernareggi, Caputo, Clerici, Colli,
Del Nero, Elli, Esposito, Fratus, Gavazzi, Lombardi, Mauri, Meroni, Musciacchio, Nobili, Patta e
Russomanno.
E così risultano presenti il Presidente della Provincia Penati e 27 Consiglieri.
Terminate le operazioni di voto, dichiara approvato il 3° emendamento del Consigliere Dapei
all’argomento n. 30 con venti voti a favore, uno contrario (Consigliere Modugno) e sette astenuti
(Consiglieri Angiuoni, Gaiardelli, Gatti, Guerra, Pezzoni, Scarano e Tranquillino).
Il Presidente del Consiglio dà atto del risultato della votazione.
Presidente del Consiglio: “Passiamo all’emendamento successivo che riguarda il Comune di
Abbiategrasso. Prego, Dapei.”
Consigliere Dapei: “Presidente, noi crediamo molto in questo emendamento che però ha visto il
Sindaco Albetti adoperarsi per verificare le condizioni politiche e tecniche per una sua... che non
abbiamo potuto riscontrare.
Malgrado questo riteniamo importante porlo comunque in votazione perché rimaniamo convinti che
accadrà a breve quello che abbiamo oggi previsto e quindi ci auguriamo che anche solo in un secondo
tempo si possa recuperare un concetto di questo genere.”
Presidente del Consiglio: “Assessore Brembilla.”
Assessore Brembilla: “Questa proposta non è accoglibile, in quanto contrasta con le finalità del piano.
È chiaro così?”
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Presidente del Consiglio: “Maestri.”
Consigliere Maestri: “Mi verrebbe da dire che votiamo contro perché contrasta con le previsioni del
piano, io credo che più seriamente, ma su questa linea noi abbiamo previsto un percorso, ripeto quello
che già dicevamo in sede di discussione generale, che prevede tutta una serie di passaggi, tra questi
passaggi c'è anche, e sono previsti sul piano, il potenziamento o il rinnovamento degli impianti esistenti
con delle quote che prevedono dai fabbisogni, dentro quelle previsioni per impianti esistenti si
intendono i quattro impianti con determinate possibilità di rinnovamento e rifacimento.
Prevedere che anche quello di Abbiategrasso rientri tra gli impianti esistenti, quindi sottoposto a
rinnovamento o potenziamento, significa in realtà quella diffusione, quell'aumento di impianti ed
inceneritori che in questo momento noi non prevediamo e per questo votiamo contro (segue intervento
fuori microfono) dovremmo votare contro tutti.”
Presidente del Consiglio: “Chiamo i Consiglieri al voto. Dichiaro aperta la votazione su questo
emendamento che riguarda impianto Comune Abbiategrasso.”
Il Presidente del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico.
Assenti al momento della votazione i Consiglieri Albetti, Arrigoni, Bernareggi, Caputo, Clerici, Colli,
Del Nero, Elli, Esposito, Fratus, Gavazzi, Lombardi, Mauri, Meroni, Musciacchio, Nobili, Patta e
Russomanno.
E così risultano presenti il Presidente della Provincia Penati e 27 Consiglieri.
Terminate le operazioni di voto, dichiara respinto il 4° emendamento del Consigliere Dapei
all’argomento n. 30 con ventiquattro voti contrari e quattro a favore (Consiglieri Accame, Bruschi,
Dapei, De Nicola).
Il Presidente del Consiglio dà atto del risultato della votazione.
Presidente del Consiglio: “Passiamo al successivo che riguarda il Comune di Rescaldina. Prego,
Dapei.”
Consigliere Dapei: “Grazie, Presidente. Io mi auguro che su questo l'Assessore vorrà richiamare più in
generale la linea politica ambientalista della maggioranza e quindi chieda l'accoglimento di questo
emendamento per modificare le controdeduzioni del Comune di Rescaldina che, dico francamente, non
so neanche di quale colore politico sia, ma che ci sembra che sollevi una questione concreta, reale ed
importante, il fatto che si siano fatti alcuni investimenti ambientali a seguito di interventi riguardanti la
logistica e altro che verrebbero messi a rischio dalle norme, che in questo caso andrebbero modificate.”
Presidente del Consiglio: “Assessore Brembilla, prego.”
Assessore Brembilla: “Propongo di respingere questo emendamento in quanto già nelle
controdeduzioni avevamo respinto le osservazioni del Comune di Rescaldina, perché abbiamo già
respinto l'emendamento che affrontava il tema dei PLIS, quindi in coerenza con il dibattito anche di
questa sera questo emendamento è da respingere.”
Presidente del Consiglio: “Prego Re.”
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Consigliere Re: “Intervengo su questo argomento anche perché il tema della possibile inclusione di
nuovi impianti o meno nelle zone a parco era stato trattato anche in seno alla Commissione 5^, io ero
allora già intervenuto nel sottolineare come il fatto di escludere queste aree a parco dalle previsioni di
possibili impianti di fatto poteva comportare, in un'area come quella milanese molto urbanizzata, una
linea che poteva essere interpretata nell’avvicinare sempre più gli impianti a zone densamente popolate.
Mi pare quindi che anche dal punto di vista dell'impostazione del piano queste zone a parco non
vengano escluse da possibili insediamenti, fatto salvo come sappiamo che questo ragionamento è fatto
in termini generali, e non con esplicito riferimento al Comune di Rescaldina, che è oggetto
dell'osservazione.
La proposta è quindi quella di non accogliere, come mi pare sia anche il suggerimento tecnico
dell'Assessore.”
Presidente del Consiglio: “Metto in votazione l'emendamento che riguarda il Comune di Rescaldina.”
Il Presidente del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico.
Assenti al momento della votazione i Consiglieri Albetti, Arrigoni, Bernareggi, Caputo, Clerici, Colli,
Del Nero, Elli, Esposito, Fratus, Gavazzi, Lombardi, Mauri, Meroni, Musciacchio, Nobili, Patta e
Russomanno.
E così risultano presenti il Presidente della Provincia Penati e 27 Consiglieri.
Terminate le operazioni di voto, dichiara respinto il 5° emendamento del Consigliere Dapei
all’argomento n. 30 con ventiquattro voti contrari e quattro a favore (Consiglieri Accame, Bruschi,
Dapei, De Nicola).
Il Presidente del Consiglio dà atto del risultato della votazione.
Presidente del Consiglio: “Passiamo ai successivi emendamenti che hanno sempre come primo ed
unico firmatario Dapei, quello che riguarda una proposta di aggiungere un paragrafo nelle premesse
della delibera. Prego, Dapei.”
Consigliere Dapei: “Credo che questa sia una questione poco trattata oggi, ma di fondamentale
importanza perché torniamo, come l'emendamento precedente, sul tema dell'impatto ambientale, lo
dico da profano del piano. Anche da odierni, anzi da contatti presi con la Regione, sia ieri, a questo
punto, che l'altro ieri, ci è stato a più riprese confermato, non so quanto le verifiche fatte dal Segretario
coincidano con quello che sto dicendo, che la legge, in particolare viene citata nel primo paragrafo, gli
articoli 1 e 2, stabiliscono che la mancanza di valutazione di incidenza inficia l'ammissibilità stessa alla
Regione del piano, quindi è ovvio che si sta parlando dell'adozione, se si dovesse seguire il
ragionamento di cui abbiamo letto, non si parlerebbe di inammissibilità, dal momento che è la Regione
stessa, si diceva nel ragionamento, che poi approva il piano stesso, quindi la banale considerazione che
la Direzione Ambiente, nel momento in cui approva la valutazione di incidenza, potrà fare una o più
osservazioni che vanno obbligatoriamente tenute in considerazione in fase di adozione, ci fanno dire
che l'adozione non può anticipare la conclusione dell'iter della valutazione di incidenza stessa.
A questo punto quindi la Provincia, che è risoluta ad adottare il piano oggi, avrà due opzioni, o quella
di tenere il piano in un cassetto finché non è finita la valutazione di incidenza e a quel punto mandare il
piano adottato per l'approvazione, perché se lo mandasse domani si vedrebbe respingere l'atto, perché
la legge lo ritiene inammissibile, oppure l'altra opzione è incrociare le dita e sperare che questa
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valutazione vada liscia, che si concluda senza alcuna osservazione, senza alcun suggerimento, anche
solo della competente Direzione della Regione, perché così nessuno possa dire che l'adozione oggi o
più avanti non avrebbe modificato le cose.
Presidente Penati, noi abbiamo presentato questa questione sotto forma di emendamento, quindi
sapendo che la maggioranza ha un orientamento diverso, una valutazione diversa dalla nostra,
semplicemente perché dal punto di vista politico riteniamo importante che rimanga agli atti questa
nostra sottolineatura, perché un giorno noi si possa chiedere scusa di aver sollevato una problematica
che non aveva motivo di essere, oppure per poter ricordare che questa cosa, eventualmente dovesse
emergere in fase istruttoria in Regione, non è arrivata tra capo e collo, ma era stata più volte
sottolineata ed evidenziata.”
Presidente del Consiglio: “Assessore, prego.”
Assessore Brembilla: “(Intervento fuori microfono) il Consigliere Dapei, qui c'è una differente
interpretazione sulla modalità di approvazione del piano. Secondo noi la valutazione di incidenza,
come è già stato illustrato dal Segretario, è un provvedimento che deve essere assunto successivamente.
Speriamo di avere ragione noi, quindi propongo di respingere questo emendamento.”
Presidente del Consiglio: “Gaiardelli.”
Consigliere Gaiardelli: “Io intervengo per la verità per onore di accordo fra gentiluomini, perché non
posso che ribadire quanto detto dall'Assessore, il percorso che comunque noi abbiamo individuato è un
percorso diverso, che è un percorso anche sostenuto dal parere tecnico del Segretario e quindi
respingiamo l'emendamento sicuri che la procedura da noi adottata è una procedura corretta.”
Presidente del Consiglio: “Possiamo dunque passare alla votazione di questo emendamento.”
Il Presidente del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico.
Assenti al momento della votazione i Consiglieri Albetti, Arrigoni, Bernareggi, Caputo, Clerici, Colli,
Del Nero, Elli, Esposito, Fratus, Gavazzi, Lombardi, Mauri, Meroni, Musciacchio, Nobili, Patta e
Russomanno.
E così risultano presenti il Presidente della Provincia Penati e 27 Consiglieri.
Terminate le operazioni di voto, dichiara respinto il 6° emendamento del Consigliere Dapei
all’argomento n. 30 con ventiquattro voti contrari e quattro a favore (Consiglieri Accame, Bruschi,
Dapei, De Nicola).
Il Presidente del Consiglio dà atto del risultato della votazione.
Presidente del Consiglio: “Passiamo al successivo che riguarda ancora la richiesta di aggiungere un
paragrafo alle premesse della delibera. Prego, Dapei.”
Consigliere Dapei: “Grazie, Presidente. Se consente io presento insieme a questo emendamento anche
gli otto successivi.”
Presidente del Consiglio: “Le consento ben volentieri.”
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Consigliere Dapei: “Queste nove questioni che presentiamo come emendamento perché qualcuno le
legga, sono un po' il sommario delle questione che settimana scorsa avevamo chiesto di poter
approfondire in un tavolo a cui non siamo stati poi convocati, quindi le lasciamo agli atti sottoforma di
emendamenti delle premesse, perché non ci è venuta in mente un'altra modalità per porre la questione
con la dovuta attenzione da parte dei colleghi dell'Esecutivo.
Anche solo leggere il testo prenderebbe più tempo di quello che a questo punto sarebbe di buonsenso
utilizzare e quindi grazie a chi avrà avuto la pazienza di leggerli e li lasciamo...”
Presidente del Consiglio: “Guardi che sono nove e non otto.”
Consigliere Dapei: “Questa più le otto successive.”
Presidente del Consiglio: “D'accordo, nove in totale.”
Consigliere Dapei: “Se lei consente, dopo gli eventuali interventi di dibattito, possiamo procedere a
nove votazioni.”
Presidente del Consiglio: “Ci sono interventi? Prego, Assessore.”
Assessore Brembilla: “Mi spiace dire che noi proponiamo di respingere gli emendamenti che sono stati
presentati, che sono un'osservazione puntuale ad alcune parti del piano che a nostro parere trovano già
le risposte precise nel piano e di conseguenza apprezziamo il lavoro fatto dal Consigliere Dapei, nella
ricerca di una proposta che potesse migliorare il nostro piano, ma, dalle verifiche che abbiamo fatto
successivamente, siamo nelle condizioni di poter dire che ci sono le risposte adeguate, le previsioni
adeguate, non c'è stata una sottovalutazione, e quindi propongo al Consiglio tutto di respingere questi
emendamenti.”
Presidente del Consiglio: “Dobbiamo procedere a nove votazioni consecutive. Primo emendamento,
metto in votazione il primo dei nove.”
Il Presidente del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico.
Assenti al momento della votazione i Consiglieri Albetti, Arrigoni, Bernareggi, Caputo, Clerici, Colli,
Del Nero, Elli, Esposito, Fratus, Gavazzi, Lombardi, Mauri, Meroni, Musciacchio, Nobili, Patta e
Russomanno.
E così risultano presenti il Presidente della Provincia Penati e 27 Consiglieri.
Terminate le operazioni di voto, dichiara respinto il 7° emendamento all’argomento n. 30 con ventiquattro voti contrari e quattro a favore (Consiglieri Accame, Bruschi, Dapei, De Nicola).
Il Presidente del Consiglio dà atto del risultato della votazione.
Presidente del Consiglio: “Passiamo alla votazione del secondo.”
Il Presidente del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico.
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Assenti al momento della votazione i Consiglieri Albetti, Arrigoni, Bernareggi, Caputo, Clerici, Colli,
Del Nero, Elli, Esposito, Fratus, Gavazzi, Lombardi, Mauri, Meroni, Musciacchio, Nobili, Patta e
Russomanno.
E così risultano presenti il Presidente della Provincia Penati e 27 Consiglieri.
Terminate le operazioni di voto, dichiara respinto l’8° emendamento all’argomento n. 30 con ventiquattro voti contrari e quattro a favore (Consiglieri Accame, Bruschi, Dapei, De Nicola).
Il Presidente del Consiglio dà atto del risultato della votazione.
Presidente del Consiglio: “Passiamo alla votazione del terzo emendamento.”
Il Presidente del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico.
Assenti al momento della votazione i Consiglieri Albetti, Arrigoni, Bernareggi, Caputo, Clerici, Colli,
Del Nero, Elli, Esposito, Fratus, Gavazzi, Lombardi, Mauri, Meroni, Musciacchio, Nobili, Patta e
Russomanno.
E così risultano presenti il Presidente della Provincia Penati e 27 Consiglieri.
Terminate le operazioni di voto, dichiara respinto il 9° emendamento all’argomento n. 30 con ventiquattro voti contrari e quattro a favore (Consiglieri Accame, Bruschi, Dapei, De Nicola).
Il Presidente del Consiglio dà atto del risultato della votazione.
Presidente del Consiglio: “Passiamo alla quarta.”
Il Presidente del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico.
Assenti al momento della votazione i Consiglieri Albetti, Arrigoni, Bernareggi, Caputo, Clerici, Colli,
Del Nero, Elli, Esposito, Fratus, Gavazzi, Lombardi, Mauri, Meroni, Musciacchio, Nobili, Patta e
Russomanno.
E così risultano presenti il Presidente della Provincia Penati e 27 Consiglieri.
Terminate le operazioni di voto, dichiara respinto il 10° emendamento all’argomento n. 30 con ventiquattro voti contrari e quattro a favore (Consiglieri Accame, Bruschi, Dapei, De Nicola).
Il Presidente del Consiglio dà atto del risultato della votazione.
Presidente del Consiglio: “Passiamo alla quinta votazione.”
Il Presidente del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico.
Assenti al momento della votazione i Consiglieri Albetti, Arrigoni, Bernareggi, Caputo, Clerici, Colli,
Del Nero, Elli, Esposito, Fratus, Gavazzi, Lombardi, Mauri, Meroni, Musciacchio, Nobili, Patta e
Russomanno.
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E così risultano presenti il Presidente della Provincia Penati e 27 Consiglieri.
Terminate le operazioni di voto, dichiara respinto l’11° emendamento all’argomento n. 30 con ventiquattro voti contrari e quattro a favore (Consiglieri Accame, Bruschi, Dapei, De Nicola).
Il Presidente del Consiglio dà atto del risultato della votazione.
Presidente del Consiglio: “Passiamo alla sesta votazione.”
Il Presidente del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico.
Assenti al momento della votazione i Consiglieri Albetti, Arrigoni, Bernareggi, Caputo, Clerici, Colli,
Del Nero, Elli, Esposito, Fratus, Gavazzi, Lombardi, Mauri, Meroni, Musciacchio, Nobili, Patta e
Russomanno.
E così risultano presenti il Presidente della Provincia Penati e 27 Consiglieri.
Terminate le operazioni di voto, dichiara respinto il 12° emendamento all’argomento n. 30 con ventiquattro voti contrari e quattro a favore (Consiglieri Accame, Bruschi, Dapei, De Nicola).
Il Presidente del Consiglio dà atto del risultato della votazione.
Presidente del Consiglio: “Settima votazione.”
Il Presidente del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico.
Assenti al momento della votazione i Consiglieri Albetti, Arrigoni, Bernareggi, Caputo, Clerici, Colli,
Del Nero, Elli, Esposito, Fratus, Gavazzi, Lombardi, Mauri, Meroni, Musciacchio, Nobili, Patta e
Russomanno.
E così risultano presenti il Presidente della Provincia Penati e 27 Consiglieri.
Terminate le operazioni di voto, dichiara respinto il 13° emendamento all’argomento n. 30 con ventiquattro voti contrari e quattro a favore (Consiglieri Accame, Bruschi, Dapei, De Nicola).
Il Presidente del Consiglio dà atto del risultato della votazione.
Presidente del Consiglio: “Ottava votazione.”
Il Presidente del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico.
Assenti al momento della votazione i Consiglieri Albetti, Arrigoni, Bernareggi, Caputo, Clerici, Colli,
Del Nero, Elli, Esposito, Fratus, Gavazzi, Lombardi, Mauri, Meroni, Musciacchio, Nobili, Patta e
Russomanno.
E così risultano presenti il Presidente della Provincia Penati e 27 Consiglieri.
Terminate le operazioni di voto, dichiara respinto il 14° emendamento all’argomento n. 30 con ventiquattro voti contrari e quattro a favore (Consiglieri Accame, Bruschi, Dapei, De Nicola).
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Il Presidente del Consiglio dà atto del risultato della votazione.
Presidente del Consiglio: “Nona votazione.”
Il Presidente del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico.
Assenti al momento della votazione i Consiglieri Albetti, Arrigoni, Bernareggi, Caputo, Clerici, Colli,
Del Nero, Elli, Esposito, Fratus, Gavazzi, Lombardi, Mauri, Meroni, Musciacchio, Nobili, Patta e
Russomanno.
E così risultano presenti il Presidente della Provincia Penati e 27 Consiglieri.
Terminate le operazioni di voto, dichiara respinto il 15° emendamento all’argomento n. 30 con ventiquattro voti contrari e quattro a favore (Consiglieri Accame, Bruschi, Dapei, De Nicola).
Il Presidente del Consiglio dà atto del risultato della votazione.
Presidente del Consiglio: “Passiamo agli ultimi tre emendamenti. Il primo dice modificare le premesse
come segue: "Premesso che l'elaborazione del progetto di piano ha preso le mosse dal documento
programmatico preliminare che conteneva la previsione di una nuova discarica ad Inzago, presentato
come informativa alla 5^ Commissione consiliare Ambiente". Prego, Assessore.”
Assessore Brembilla: “Suggerisce un parere negativo all’emendamento? (Segue intervento fuori
microfono) Ho capito, grazie, ma il piano non ha mai previsto la discarica di Inzago, quindi voto
contrario.”
Presiede il Vice Presidente Vicario del Consiglio Cavicchioli.
Vice Presidente Vicario del Consiglio: “Dapei.”
Consigliere Dapei: “Presidente Ortolina, noi vogliamo evitare di indurre in errore chi legge la delibera,
stiamo parlando quindi non della relazione o di qualche allegato, ma noi stiamo parlando proprio della
delibera che poi viene messa in votazione.
Quello che viene riportato in delibera non rispetta assolutamente la realtà dei fatti, tanto meno quello
che abbiamo appena sentito a microfono. Noi abbiamo partecipato in prima persona a quella seduta di
Commissione di cui parla la delibera. È stato presentato questo documento programmatico preliminare
che aveva la stellina su Inzago, al punto che quando lo abbiamo allegato in fotocopia e quindi agli atti
di nuovo dell'Amministrazione di un nostro ordine del giorno, io ricordo il collega Calaminici che ci
diceva: ma guardate che quella è una bozza e non ha nessun valore formale.
Allora, bozza o non bozza, riappare, Assessore Brembilla, questa storia della presentazione in
Commissione di quel documento programmatico preliminare, è un falso dire che non prevedesse
Inzago, è un falso clamoroso, c'era la stellina, è agli atti dell'Amministrazione (segue intervento fuori
microfono) io non ho detto che lei è bugiarda, Assessore, se l'è detto da sola che è bugiarda, io dico,
ripeto, chi è stato il primo a dare del bugiardo all'altro lo lascio all'uditorio, io presento un
emendamento che dice che conteneva la previsione di una discarica ad Inzago e lei dice che non è così,
e mi sta dando del bugiardo, ma siccome non voglio essere puerile, non scendo a questo livello, noi
abbiamo il documento, è una questione seria, è l'ultima, ma spero, Assessore, visto che ha solo oggi da
dedicare al suo piano, è una questione seria. Allora, il documento programmatico preliminare, che voi
richiamate, aveva una stellina su Inzago.
136
Io lo chiedo allora ai tecnici, aveva una stellina su Inzago o non aveva una stellina su Inzago il
documento programmatico preliminare?
Allora, cos'è successo? Nel paragrafo dopo voi dite, ricordando che il documento programmatico
preliminare è stato presentato ai 188 Comuni, la cosa che è stata presentata ai 188 Comuni non è la
stessa che è passata in Commissione, è stata tolta la stellina, questo noi stiamo dicendo. Sentirci dire
che non è così è gravissimo.
Io capisco molto di più il fatto di aver messo i due paragrafi così, ma venirci a dire che non è vero
quello che noi abbiamo in mano e che abbiamo toccato con mano è di una gravità assoluta, che lascio
giudicare ai colleghi.”
Presiede il Presidente del Consiglio Ortolina.
Presidente del Consiglio: “Assessore Brembilla, prego.”
Assessore Brembilla: “(Intervento fuori microfono) perché vogliamo chiudere con tranquillità (segue
intervento fuori microfono) no, Consigliere, scusi, abbiamo proprio allegata la cartina, poi le chiedo di
guardarla, c'è la famosa stellina, e la famosa stellina dice, lo leggo: "Giacimento di scarico controllato
in itinere" vuol dire che vi era una richiesta di. Questo. Ma non che il piano lo prevedeva, forse non ci
intendiamo sulle parole. Basta poi.”
Presidente del Consiglio: “Dapei.”
Consigliere Dapei: “Proprio perché con l’Assessore Brembilla è difficile intendersi sulle parole, noi le
scriviamo, noi non abbiamo mai scritto che il piano prevedeva una discarica ad Inzago ma che il
documento programmatico preliminare prevedeva la previsione di una nuova discarica in itinere.
Allora, prima si è detto che non era vero, adesso si dice che era in itinere, va benissimo, mettetela come
volete, ma il documento programmatico preliminare e quella cartina lì, quella che ha in mano
l’Assessore Brembilla adesso, è diversa nella versione che è andata in Commissione, è nella versione
che è andata in mano ai Comuni, e chi dice che non è vero non è un bugiardo patentato, ma dice una
cosa falsa.”
Presidente del Consiglio: “Io metto in votazione in ogni caso questo emendamento (segue intervento
fuori microfono) scusi, Angiuoni, prego.”
Consigliere Angiuoni: “Volevo intervenire per spiegare un attimo la vicenda della discarica di Inzago.
La discarica di Inzago è stata dismessa nel 2003, il documento programmatico che cita il Consigliere
Dapei faceva lo stato di fatto della situazione a quel tempo, però a quel tempo, dove veniva fotografata
la presenza della discarica, però era già nello stato di dismissione, quindi la successiva documentazione
ed il Piano della Provincia non ha più previsto la discarica di Inzago. Questa è la realtà delle cose. Così
stanno le cose. (Segue intervento fuori microfono)
In itinere non c'era il piano, c'era una richiesta della società di poter proseguire nell'escavazione, che
noi non abbiamo mai dato, cioè la dovevate dare voi e non siete mai riusciti a darla. Dopo siamo
arrivati noi e noi l'abbiamo depennata dal piano, e questo è il piano...”
Presidente del Consiglio: “No, per favore, resistiamo un attimo con calma. Metto in votazione
l'emendamento.”
Il Presidente del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico.
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Assenti al momento della votazione i Consiglieri Accame, Albetti, Arrigoni, Bernareggi, Caputo,
Clerici, Colli, Del Nero, Elli, Esposito, Fratus, Gavazzi, Lombardi, Mauri, Meroni, Musciacchio,
Nobili, Patta e Russomanno.
E così risultano presenti il Presidente della Provincia Penati e 26 Consiglieri.
Terminate le operazioni di voto, dichiara respinto il 16° emendamento all’argomento n. 30 con ventiquattro voti contrari e tre a favore (Consiglieri Bruschi, Dapei, De Nicola).
Il Presidente del Consiglio dà atto del risultato della votazione.
Presidente del Consiglio: “Sul successivo Penati voleva intervenire, mi pare (Intervento fuori
microfono).”
Presidente del Consiglio: “Prego, Dapei.”
Consigliere Dapei: “In realtà stiamo trattando una cosa molto seria, credo che rimanga agli atti la
contraddittorietà dei due interventi. L'Assessore dice la stellina riguarda una cosa in itinere, il
Consigliere di maggioranza dice: guarda che stai parlando di qualcosa che si stava dismettendo.
Allora sgombriamo il campo dalle stelline (segue intervento fuori microfono) allora, Angiuoni, la
Regione l’ha data quell'autorizzazione, ma la stellina è scomparsa, certo che l’ha data, ma avete pure
fatto ricorso contro l'autorizzazione della Regione, per piacere, non mi interrompere, altrimenti non
finiamo più, la Regione ha dato l'autorizzazione ad Inzago e sull’autorizzazione ad Inzago della
Regione avete pure fatto ricorso al TAR, che è successivo ad un ordine del giorno, che tu hai
presentato, che diceva: facciamo ricorso al TAR.
Io sto dicendo un'altra cosa, non sto dicendo se era bene o male, non ho mai inteso, neanche in maniera
subdola, dire che siete stati voi a prevederla, io sto dicendo togliamo anche le stelline.
Nei conti che faceva il documento programmatico preliminare c’era Inzago nuova versione, non il
vecchio, c'era il nuovo Inzago, chiedi al tecnico, non guardare di là, il tecnico è di lì, chiediglielo. Nel
documento programmatico preliminare c'era in cartografia la stellina con la legenda che ha appena letto
l'Assessore, autorizzazione in itinere, che poi è stata data. Nei conti si facevano i conti su Inzago
perché, si diceva, hanno fatto una richiesta che verrà accolta, e infatti è stata accolta, quando poi la cosa
è andata ai Comuni la stellina non c'era più e nei conti non c'era più Inzago.
Io sono stato ad una trasmissione televisiva a Telenova, insieme all'Assessore, e ho portato la stellina e
ho detto guardate che in Commissione è andata qualche giorno fa questa cosa.
Quando poi abbiamo avuto in audizione il Sindaco di Inzago e gli ho detto: “Vedo che Lei ha il
documento programmatico preliminare”, ha visto quello che ci dicevano in trasmissione non era vero,
Lui me lo ha fatto vedere dicendo: “Ma, Dapei, sta scherzando, non c'è nulla di tutto ciò” e questa è la
stessa versione che hanno avuto tutti i Sindaci.
Noi volevamo un attimino mettere una parola di verità su questa questione, che in Commissione è
venuto un documento programmatico preliminare che prevedeva Inzago sia in cartografia che per far
tornare i conti, e che poi quel documento programmatico è girato per i Comuni ritoccato, oppure, come
qualcuno giustamente dice, taroccato.
Adesso di taroccato, Presidente, non ho detto da parte di chi, quindi è rimasto fuori microfono,
taroccate sono le vostre premesse, chi legge le premesse pensa che ai Comuni è stato mandato quel
documento preliminare che è andato in Commissione, questo si legge, questa è una versione taroccata.”
Presidente del Consiglio: “Penati, prego. (Seguono interventi fuori microfono) La parola a Penati.”
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Presidente della Provincia Penati: “Se posso, io credo che in più volte il Consiglio provinciale si è
pronunciato, una volta per proposta della maggioranza, altre volte per proposta delle stesse minoranze,
non ultimo giovedì scorso contro la riapertura della discarica di Inzago, credo che quindi la volontà di
non percorrere quella strada sia una volontà assolutamente unanime.
Se c'è una diversità di valutazione sugli atti preliminari, come si è considerata in quel momento la
discarica di Inzago, io credo che sia obiettivamente, se mi posso permettere, poco influente rispetto alla
posizione chiara che questo Consiglio, non dico solo questa maggioranza, ha espresso rispetto al
destino di Inzago e alle sue cose, per cui credo che sia superato nei fatti da questo punto di vista, per
quello che mi sono permesso di scherzare sulla battuta (segue intervento fuori microfono) non è così,
Dapei, io credo che le parole abbiano valore e la parola data ha sempre valore, ma io credo che su
questa cosa, se l'Assessore dice, non c'è contraddizione con quello che diceva anche il Consigliere
Angiuoni, perché se quella è una richiesta in itinere la si considera, nel momento in cui non solo
decidiamo che ci opponiamo a quella richiesta sul piano politico, ma addirittura ci opponiamo con un
ricorso al TAR, e quindi sostenendo anche in sede legale la riapertura di quella cosa, per noi non è più
neanche considerata in itinere, ma viene tolta dalla programmazione anche degli atti preliminari del
piano (segue intervento fuori microfono).
Sì, ma non cambia, se prima c'era, con una classificazione di una procedura in itinere, nel momento in
cui si raccoglie da parte di tutti la volontà di non andare avanti su quella discarica ed in più
l'Amministrazione Provinciale apre un contenzioso legale per bloccarne la riapertura, coerentemente
con questo anche con la procedura che prima poteva essere considerata in itinere perché c'era una
richiesta di riapertura, viene addirittura cancellata (segue intervento fuori microfono).
Io credo che nella sostanza ci siamo capiti però rispetto ad Inzago, credo che ci sia poca cosa.” (segue
intervento fuori microfono).
Presidente del Consiglio: “Metto ai voti il penultimo emendamento, dichiaro aperta la votazione.”
Il Presidente del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico.
Assenti al momento della votazione i Consiglieri Albetti, Arrigoni, Bernareggi, Caputo, Clerici, Colli,
Del Nero, Elli, Esposito, Fratus, Gavazzi, Lombardi, Mauri, Meroni, Musciacchio, Nobili, Patta e
Russomanno.
E così risultano presenti il Presidente della Provincia Penati e 27 Consiglieri.
Terminate le operazioni di voto, dichiara respinto il 17° emendamento all’argomento n. 30 con ventiquattro voti contrari e quattro a favore (Consiglieri Accame, Bruschi, Dapei, De Nicola).
Il Presidente del Consiglio dà atto del risultato della votazione.
Presidente del Consiglio: “Siamo all'ultimo emendamento che riguarda il sito di Mediglia. Prego,
Dapei.”
Consigliere Dapei: “Presidenti, tra l'altro onorevoli, perché la vostra delibera parla della Commissione,
parla del Consiglio e poi della onorevole Giunta, in più passaggi la onorevole Giunta, il Consiglio e la
Commissione.
Tra le varie questioni che avremmo voluto trattare in questa convocazione, che non c'è stata in questa
settimana, c'è anche questa, che abbiamo posto come emendamento per sentire la risposta che adesso
cortesemente ci vorrete dare, cioè la nostra preoccupazione, penso di tutti, non solo rispetto al fatto di
139
cronaca avvenuto, ma anche rispetto al fatto che Mediglia era parte integrante della programmazione,
sui cui numeri e relativo smaltimento avevamo già detto delle nostre perplessità.
Ci risulta quindi che questo incendio abbia compromesso la funzionalità del sito e quindi vorremmo un
attimino, in sede di approvazione del piano rifiuti, capire lo stato dell'arte di questa situazione,
ovviamente adesso con brevi cenni ed eventualmente con un approfondimento in un successivo
momento, augurandoci che almeno su questa questione si vorrà prevedere un successivo momento.
Grazie.”
Presidente del Consiglio: “Prego, Assessore.”
Assessore Brembilla: “Io distinguerei, se permette il Consigliere, in due momenti.
La prima, la risposta all'emendamento che io propongo al Consiglio di respingere perché in una
delibera che parla del piano, il tema che già è stato trattato anche nell'intervento del Consigliere Gatti,
della preoccupazione sulla dotazione impiantistica del piano della Provincia di Milano, legata
all'incendio all'impianto di Mediglia non si tiene, perché l'impianto che è andato a fuoco era l'impianto
dismesso, da dismettere, la potenzialità di questo impianto non era prevista nel piano, tra l'altro è un
impianto di trasferimento di tritovagliatura, mentre il piano prevedeva e prevede, su questo non ci sono
ragioni per non prevederlo, un impianto di compostaggio che ha avuto già l'autorizzazione, già la
conferenza di servizio e altro ancora, siamo nella fase proprio del rilascio dell'autorizzazione, parliamo
di due cose differenti, quindi non incide questo fatto sul piano, e questa è la prima cosa.
La seconda, se vogliamo chiudere questa (segue intervento fuori microfono) va bene.”
Il Consigliere Dapei ritira il 18° emendamento all’argomento n. 30.
Presidente del Consiglio: “Allora l'emendamento è ritirato, siamo alle dichiarazioni di voto sulla
delibera Piano Rifiuti. Non ci sono dichiarazione di voto? De Nicola.”
Consigliere De Nicola: “Posso sapere quanti minuti ho per la dichiarazione di voto?
Presidente del Consiglio: “Five.”
Presidente della Provincia Penati: “Fino alle 6.”
Consigliere De Nicola: “Io ci provo fino alle 6.”
Presidente del Consiglio: “Cinque minuti.”
Consigliere De Nicola: “Forse ce la faccio in tre ore. Io credo che questa delibera, che così
pervicacemente avete voluto non modificare, io credo che questo Piano Provinciale Generale dei Rifiuti
dimostra da un lato una ritrovata compattezza della maggioranza, ma sono quelle battaglie vinte, non
guerre, questa sera noi non volevamo vincere, volevamo far vincere un vostro ragionamento, volevamo
far vincere la concezione del Partito Democratico, la concezione espressa da Veltroni a Torino, la
scelta del termovalorizzatore, volevamo far vincere i tecnici che avevano lavorato nel 2005 per la
Provincia di Milano e nel 2006 sempre per la Provincia di Milano, indicando una strada, volevamo
evitare, evitarvi, farvi vincere adesso o farvi masticare un po' amaro adesso per evitarvi di masticare
amaro tra qualche tempo.
Noi abbiamo tentato in tutti i modi di offrirvi la possibilità di emendare, di emendare voi quel lavoro
che avete malamente emendato prima, volevamo offrirvi di cambiare quello che dentro di voi avreste
voluto cambiare, di cambiare la logica che impianti obsoleti possono far fronte a richieste nuove, di
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cambiare la logica che si chiudono, si rifiuta la cultura della discarica e non si crea un'alternativa reale
alla discarica, volevamo farvi correggere in un modo semplice, riconoscendo la possibilità che magari
sbagliavamo, farvi scegliere di prevedere la realizzazione di un nuovo termovalorizzatore,
subordinandola ad una verifica posteriore, si partiva oggi per evitare di perdere del tempo.
Abbiamo perso del tempo, hanno perso i cittadini della Provincia di Milano del tempo, ci ritroveremo
in questa sala, mi auguro, per riparlare e per quella volta, sì, senza molta comprensione, senza molta
responsabilità, per addebitarvi il pregiudizio ideologico di alcuni, che ha costretto questa finta coesa
maggioranza a negare l'evidenza.
Presidente Penati, noi questa sera ce ne andiamo consegnando alla Provincia e ai cittadini della
Provincia di Milano un nuovo piano quinquennale che si regge su un certificato deficit di
autosufficienza, un nuovo piano quinquennale che di fatto vuole convincere, non noi, ma i cittadini
milanesi, da un lato della non necessità di realizzare il nemico del benessere, il nemico del buon vivere,
il nemico della pulizia dell'aria, che è l'inceneritore, furbescamente, dice qualcuno della sua
maggioranza, gabellato come termovalorizzatore.
Bene, Presidente, stasera vince la sua maggioranza. Io sono certo che nei mesi a venire questa scelta è
perdente, io sono certo che nei mesi a venire Lei sarà costretto ad ammettere quello che in cuore suo
già oggi sa, che questa è una scelta di penalizzare il benessere dei cittadini milanesi solamente per non
scontrarsi con chi vive ancora ancorato ad un pregiudizio che nel campo dell'ambiente ci condiziona
così, nel campo della viabilità, dei trasporti e della sicurezza ci condiziona e ci penalizza in altro modo.
Io voterò contro, voi ovviamente so già come farete, e voterà contro tutta l'opposizione.”
Presidente del Consiglio: “Gaiardelli.”
Consigliere Gaiardelli: “Grazie, Presidente. Sarò più breve del collega nel fare la dichiarazione di
maggioranza, la dichiarazione di voto a nome di tutta la maggioranza, e ringrazio i colleghi di
maggioranza che mi affidano questo compito.
Io credo che quello che noi abbiamo fatto è un piano vero, è un piano vero, che ha dei contenuti
innovativi, ha degli obiettivi che sono perseguibili ed è un piano che si ispira ad un principio semplice,
il principio semplice è quello che noi vogliamo offrire un servizio ai cittadini, non abbiamo altri
interessi o altri fini, il nostro interesse ed il nostro fine è quello di dare un servizio vero ai cittadini della
nostra Provincia e questo servizio vero lo vogliamo dare nel modo più trasparente e nel modo più
efficiente, sia dal punto di vista ambientale, sia dal punto di vista economico.
Per fare questo si è individuato quello che è contenuto anche nei principi delle pianificazioni a livello
nazionale e a livello regionale, che è il ciclo integrato dai rifiuti, e quindi il processo di riduzione dei
rifiuti, il processo di recupero dei rifiuti, il processo del recupero sia della materia sia del recupero
energetico, il processo di riutilizzo dei rifiuti.
Dunque quella che facciamo è una scelta coerente ad obiettivi in cui crediamo, è una scelta sicuramente
politica, non è un piano privo di contenuti politici, però sono allo stesso tempo dei contenuti
raggiungibili, noi non stiamo facendo un piano che verrà calato con forza sulla testa dei Comuni.
Ancora una volta questa Amministrazione si caratterizza per voler fare un piano che dovrà trovare la
condivisione con i Comuni per la sua realizzazione e per il suo sviluppo, è chiaro che senza la
collaborazione dei Comuni questo piano troverà difficile attuazione.
Allora la Provincia non ha la forza coercitiva per obbligare i Comuni a seguire le linee del piano,
questo la legge non ce lo consente, noi crediamo però che il percorso individuato all'interno del piano
sia il percorso più coerente a quei principi che abbiamo enunciato tante volte e che passano anche
attraverso l'autosufficienza... diventa difficile fare l'intervento, scusate.
Dicevo che il percorso logico che abbiamo fatto è quello che passa attraverso questi principi della
riduzione dei rifiuti, del recupero della materia e del riutilizzo, le già richiamate tante volte tre erre, la
questione della termovalorizzazione allora diventa una questione importante, ma marginale, come le
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altre questioni impiantistiche per le quali si è verificata l'insufficienza di dotazione nella nostra
Provincia, io penso agli impianti per il compostaggio, ad esempio, quindi il piano degli obiettivi
possibili a questo punto diventa una realtà, passa nelle mani della Regione, quindi ringrazio ancora una
volta l'Assessorato, i tecnici e tutti quelli che hanno lavorato intorno a questo piano in questi mesi, io
credo che questo piano, se lo vorremo, potrà dare una svolta ambientalmente compatibile alla nostra
Provincia. Grazie.”
Presidente del Consiglio: “Allora, passiamo alla votazione della proposta di deliberazione relativa al
Piano Rifiuti della Provincia di Milano. Dichiaro aperta la votazione. (Seguono interventi fuori
microfono). Si può rivotare, eccolo. (Seguono interventi fuori microfono) Sì, si può cambiare durante il
voto.”
Il Presidente del Consiglio sottopone ai voti del Consiglio il provvedimento proposto dalla Giunta,
comprensivo delle modifiche apportate durante l’adunanza consiliare.
Il Presidente del Consiglio dà inizio alla votazione con sistema elettronico.
Assenti al momento della votazione i Consiglieri Albetti, Arrigoni, Bernareggi, Caputo, Clerici, Colli,
Del Nero, Elli, Esposito, Fratus, Gavazzi, Lombardi, Mauri, Meroni, Musciacchio, Nobili, Patta e
Russomanno.
E così risultano presenti il Presidente della Provincia Penati e 27 Consiglieri.
Terminate le operazioni di voto, dichiara approvata la deliberazione con ventiquattro voti a favore e
quattro contrari (Consiglieri Accame, Bruschi, Dapei, De Nicola).
Il Presidente del Consiglio dà atto del risultato della votazione.
Presidente del Consiglio: “Ringrazio tutti voi per la fatica che avete sostenuto (Seguono interventi fuori
microfono). Adottato. Ha ragione, ha ragione, adottato. Ci vediamo giovedì 12 ore 9,30. Okay?
Grazie.”
Dopodiché, alle ore 2.56 del 6 luglio 2007, il Presidente del Consiglio toglie la seduta e significa che il
Consiglio è convocato per il giorno 12 luglio 2007.
Del che si è redatto il presente verbale che viene come in appresso sottoscritto.
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
(Vincenzo Ortolina)
IL SEGRETARIO GENERALE
(Antonino Princiotta)
IL VICE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
(Arianna CAVICCHIOLI)
IL VICE SEGRETARIO GENERALE
(Liana Bavaro)
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