Santuario di Loreto

Transcript

Santuario di Loreto
Loreto (AN) La città sorge sulla sommità d'una dolce collina, con un'ampia campagna attorno caratterizzata dalla coltivazione dell'ulivo. Svetta per altezza e maestosità la sagoma della cupola e del campanile della Basilica sulla cui cima si trova la figura della Madonna. Il panorama che si gode spazia dal mare a Monte Conero, fino all'Appennino umbro‐marchigiano. La leggenda cattolica Fin dai primi secoli dell’era cristiana, la tradizione affermava che a Nazaret si trovasse la piccola dimora della Vergine, dove ella nacque, dove ebbe luogo l’annuncio dell’Arcangelo Gabriele e dove visse con Gesù e Giuseppe nella Sacra Famiglia. Dopo la Risurrezione, gli Apostoli si sarebbero riuniti in questa casa e avrebbero celebrato l'Eucaristia conformemente all’insegnamento di Gesù.[5] Agli inizi di maggio del 1291, Nazaret e tutta la Palestina erano ormai dominio dei turchi; alcuni angeli allora, scesi dal cielo prelevarono la Santa Casa e la portarono in volo. Il 10 maggio 1291 gli angeli lasciarono la casa a Tersatto, nei pressi della città di Fiume; furono dei boscaioli, stupiti, a trovare la piccola dimora. In quel luogo, però, i pellegrini erano spesso preda di ladri e malfattori; così, tre anni e sette mesi dopo, gli angeli ripresero la casa di Nazareth e con essa si alzarono in volo. Attraversarono l'Adriatico e appena giunti nelle Marche la posarono nei pressi di Ancona, nel luogo in cui oggi sorge la chiesa di Santa Maria Liberatrice di Posatora, il cui nome la tradizione fa derivare proprio da questo evento: posa‐et‐ora (fermati e prega). La Santa Casa restò in quel luogo otto mesi; poi gli angeli la sollevarono nuovamente e la posarono nei pressi di Porto Recanati, in località "Banderuola". Questa volta furono dei pastori a vedere una luce abbagliante uscire dalle nubi e, dietro la luce, la casa[5]. Il luogo era però troppo vicino al mare e dunque esposto ai pericoli delle incursioni turche; inoltre anche lì cominciavano ad accorrere malfattori per derubare i fedeli che giungevano in pellegrinaggio. Otto mesi più tardi la Casa venne nuovamente spostata dagli angeli; il terreno su cui venne posata era di proprietà di due fratelli che presto iniziarono ad approfittarsi dei pellegrini e poi anche a contendersi i guadagni[6]. Di nuovo gli angeli sollevarono in volo la casa e la posarono, nella notte fra il 9 e il 10 dicembre del 1294, al centro della strada che da Recanati va al suo porto, e dunque in un luogo pubblico, che nessuno avrebbe potuto reclamare e sfruttare. Il luogo scelto si trovava sulla cima di una collina coperta di lauri. Dal termine latino laurus il luogo si chiamò Lauretum, e quindi "Loreto". Il viaggio della casa di Nazaret verso Loreto è detto "traslazione della Santa Casa" e con tale nome è rappresentato nelle opere degli artisti dei secoli passati[7]. Nelle Marche è viva la tradizione di accendere grandi fuochi (i focaracci) nella notte tra il 9 e il 10 dicembre per "rischiarare il cammino alla Santa Casa"; si tratta dei fuochi della notte della Venuta, intendendo per "venuta" l'arrivo della Santa Casa. Nel 1617, grazie all'iniziativa del frate cappuccino anconitano fra Tommaso, l'usanza si diffuse capillarmente in tutte le Marche[8]. Per questo motivo nel calendario cattolico la festa della Madonna di Loreto cade il dieci dicembre e la giornata delle Marche si celebra nello stesso giorno. La Madonna di Loreto è venerata come patrona degli aviatori, infatti il 12 settembre 1920 ebbe luogo a Loreto la festa per la proclamazione della Madonna di Loreto quale "Patrona degli Aeronauti", decretata con breve di papa Benedetto XV del 24 marzo dello stesso anno. L'attestazione storica Gli studi iniziati sin da pochi anni dopo questo evento, mettono in luce senza ombra di dubbio la provenienza della casa dalla Palestina, sia per stile architettonico che soprattutto per l'uso di materiali costruttivi sconosciuti al territorio delle Marche ed invece molto usati all'epoca in Terrasanta. Altre evidenze della terra di origine provengono dai dipinti e dai graffiti tuttora visibili che ritraggono santi della chiesa orientale e riportano il passaggio dei pellegrini che sin dall'era di Costantino visitavano la Casa. Inoltre, le dimensioni dell'abitazione coincidono con quelle del "buco" rimasto a Nazaret dove prima si trovava la Casa. Una recente teoria, supportata dal ritrovamento di documenti posteriori al 1294 afferma che il trasferimento fu operato dai principi Angeli Comneno, un ramo della famiglia imperiale di Costantinopoli: questa teoria è comunque tuttora oggetto di discussione, principalmente per il fatto che tutti i mattoni della Casa sono ancora saldati dalla malta che si usava in Palestina, un misto di solfato di calcio idrato (gesso) impastato con polvere di carbone di legna secondo una tecnica dell’epoca, nota in Palestina 2000 anni fa, ma mai impiegata in Italia, e questo rende evidente che i crociati avrebbero dovuto fisicamente staccarla e trasportala come un unico blocco. Entrambe le tesi sono concordi sul fatto che, come accennato precedentemente, la Casa partì da Nazaret nel 1291 e, dopo essere transitata per la Dalmazia, ossia dopo essere rimasta per circa tre anni a Tersatto (ora un quartiere della città di Fiume in Croazia), giunse a Loreto nel dicembre del 1294. Sulle modalità dell'arrivo della reliquia a Loreto si presenta qualche discordanza con la tradizione. Infatti riguardo al suo trasporto sembra trattarsi di altri angeli. Nel maggio 1900 al vescovo di Digione mons. Landrieux venne confidata, in segreto, da Giuseppe Lapponi, archiatra pontificio, la scoperta certi di documenti negli archivi vaticani. Essi testimoniavano come una nobile famiglia bizantina di nome Angeli o De Angelis, discendente dagli imperatori di Costantinopoli, nel secolo XIII, asportò le mura della Casa della Madonna da Nazaret, salvandole dalle devastazioni musulmane e le portò in Italia. La notizia è ben confermata dall'apparizione di un antico codice diplomatico dalla Biblioteca Pubblica Statale dell'Abbazia di Montevergine. Il Chartularium Culisanense[9] codice diplomatico dell'ordine Costantiniano Angelico Originario di Santa Sofia, istituito dal despota dell'Epiro Niceforo I Angelo‐Comneno, detto "culisanense" in quanto conservato nel palazzo dei principi Angelo‐Comneno di Collesano, in provincia di Palermo, conosciuti come De Angelo o De Angelis. É un antico manoscritto costituito da alcuni fogli che parlano anche della vicenda della Santa Sindone. Fra questi il numero 181, recentemente pubblicato (1985), attesta che le Sante pietre prese dalla Casa della Vergine Maria di Nazaret e un'icona raffiguante la "Madonna col Bambino in grembo" (esistente già agli inizi del sec. XIV nel sacello e poi sostituita con una statua lignea), elementi costitutivi del Santuario Lauretano, furono donate da Niceforo I Angelo‐Comneno, detto Niceforo Angeli, nel settembre‐ottobre 1294 come dote di matrimonio della figlia Thamar Angela Comnena Ducena, detta Tamara o Margherita Angeli, con Filippo I d'Angiò principe di Taranto e figlio del re di Napoli Carlo II. La corrispondenza cronologica fra il matrimonio e la data d'arrivo della "Santa Casa" nelle Marche, il 10 dicembre 1294, è evidente. La traslazione a Loreto avvenne sotto il breve papato di Celestino V. Questi, incoronato a L'Aquila il 29 agosto 1294 per volontà di Carlo II d'Angiò e trasferitosi poi a Napoli, il 13 dicembre successivo rinunciò al pontificato. Non mise mai piede a Roma, dove lo sostituiva in qualità di Vicarius Urbis (Vicario del papa) Salvo, vescovo di Recanati. Salvo era stato nominato dall'ascolano Papa Niccolò IV nel 1291 e svolse quest'incarico fino al 1296. Il "Vicarius Urbis" durante le assenze dei pontefici da Roma, esercitava un potere giuridico in spiritualibus (indulgenze, reliquie, ecc.). Probabilmente allora il vescovo Salvo, dovendo destinare a nome del papa, le "sante pietre" di una reliquia così insigne, pensò al territorio della sua Diocesi facendole approdare al suo Porto, attivo fin dal 1229 per concessione dell'imperatore Federico II Un diretto collegamento con la famiglia Angeli dell'Epiro sono due monete rinvenute nel sottosuolo della Santa Casa, le uniche riconducibili alla data della traslazione tra le centinaia ivi rinvenute. Sono inerenti a Guido II de la Roche, duca del feudo francese di Atene dal 1287 al 1308; figlio di Elena Angelina Comnena, detta Elena Angeli, nipote di Niceforo Angeli e cugina di Margherita Angeli. Nei secoli passati era sovente sotterrare monete nelle fondamenta di edifici importanti, soprattutto sacri, per indicare l'epoca e i protagonisti della loro costruzione. Lo sviluppo Medievale L'arrivo dell'importante reliquia contribuì immediatamente a fare dell'antica Silva magna de laureto una delle mete più ambite di pellegrinaggio del mondo cattolico. Ben presto le mura originarie vennero sopraelevate in laterizio e coperte da una volta. La prima citazione riguardante Loreto risale al 1315, dove si accenna a un rustico Sacello visitato da devoti fedeli. Il piccolo borgo che crebbe tutt'attorno fu chiamato Villa Loreti. Dopo solo una ventina d’anni dall’arrivo della Santa Casa si ha già la orazione di un vero e proprio borgo abitato. L’afflusso di pellegrini portava generose offerte tanto che insieme ai devoti arrivarono anche i malfattori che assaltavano i pellegrini lungo il cammino. I rischi riguardavano anche gli ex voto di materiali preziosi e le donazioni che i Papi cominciarono a inviare a Loreto già dal XIV secolo. Si iniziò così la costruzione di mura di protezione. Per circa un secolo si protrasse la costruzione di un quadrilatero fortificato con quattro torri angolari sorvegliato giorno e notte da guardie. Nella "Descriptio Marchiae Anconitanae" del 1360 ad opera del cardinal Egidio Albornoz la Villa Sanctae Mariae de Laureto è elencata tra i "Castra" appartenenti al comune di Recanati. Quest'ultimo, già grosso centro della Marca anconitana, organizzava ogni anno una fiera di notevole richiamo sia per l'Italia del centro‐nord, sia per l'Europa. Commercio, curiosità e devozione mariana finirono per intrecciarsi. Verso il Rinascimento La pietà popolare e il numero dei visitatori crebbero a tal punto che nel 1437 Recanati inviò dapprima un sindaco e quindi un capitano della villa. Dal 1468, per volere del vescovo di Recanati Nicolò de Astis, si diedero inizio ai grandi lavori della Basilica‐Fortezza, ben protetta da imponenti muraglioni che le danno ancora oggi un aspetto rocchesco. L'anno seguente Papa Paolo II diede forte impulso al cantiere. Infatti da qualche tempo gravava una grande minaccia, i Turchi. Erano atti a continue scorribande nell'Adriatico e quando approdavano a terra compivano violente razzie, distruzioni e uccisioni. Notizie di tentativi di sbarchi si hanno nel 1456 a Porto Recanati col pieno proposito di assaltare il Santuario, coraggiosamente respinto dagli abitanti; un altro nel 1479 a Grottammare con gravi conseguenze; ancora l'anno seguente con stragi in Puglia. Il 5 giugno 1518 successe un grave fatto, Selim I, detto il crudele, assaltò Porto Recanati riuscendo a penetrare nel castello e depredarlo. Il terrore scaturito da questo gesto spinse Papa Leone X a ordinare la costruzione di una nuova e forte cinta muraria in brevissimo tempo. Furono impiegati tre grandi architetti del tempo: Cristoforo Resse da Imola, Andrea Sansovino e Antonio da Sangallo il Giovane e messi al lavoro ben 400 operai. Nel 1482 Loreto viene elevata a parrocchia dal sempre più crescente numero dei residenti e da quanti operavano per e nel paese; aumentavano così tutti quei servizi che facevano accrescere sia il benessere, sia il lavoro e tutti quegli uffici che attiravano popolazioni da altre zone. Venne costruito un ospedale e dimore per i pellegrini che arrivavano da ogni parte del mondo. L'indulgenza plenaria[10] che Papa Gregorio XIII concesse ai fedeli che avessero visitato il luogo sacro nelle "Feste principali del Signore e della Madonna" contribuì a far lievitare il flusso dei pellegrini. Papa Sisto V diede un forte impulso allo sviluppo urbanistico di Loreto. Col suo proclama del 1586 elevò il borgo a città e così Loreto vide notevolmente aumentare la sua popolazione e crebbe il numero di pellegrini, tanto che si dovette pensare a un nuovo acquedotto atto a condurre l’acqua delle vigne di Recanati alla piazza del Santuario, completato il 2 dicembre 1606. Le vicende Napoleoniche Spariti i Turchi arrivò la minaccia napoleonica. Napoleone Bonaparte stava svolgendo la sua Campagna d'Italia e, vittorioso, costrinse il 23 giugno 1796 papa Pio VI a firmare l'Armistizio di Bologna in cui permetteva l'occupazione di Ancona (assieme alla stessa Bologna e Ferrara) da parte dell'esercito francese. Mentre le principali città delle Marche settentrionali spingevano per la proclamazione della Repubblica Anconitana al fine di non tornare sotto lo Stato Pontificio, Loreto, da sempre papalina, trepidava per il saccheggio al tesoro del Santuario. Il 9 febbraio 1797, alle sette di sera, Napoleone, diretto a Tolentino, giunse a Loreto fermandosi a Porta Romana. Qualche notabile lo accolse offrendogli anche le chiavi della città, ma su un bastione vicino era appostato un uomo che armato di fucile aprì il fuoco. La carica fece cilecca e l’attentatore fu preso e fucilato in Piazza dei Galli. Il giorno seguente i soldati francesi portarono via tutto quanto trovarono. Nonostante il tesoro fosse già stato stipato in tante grosse botti da vino e trasportato a Roma e nascosto a Castel Sant’Angelo per ordine di Pio VI, sembra che i francesi requisirono 94 chili d’oro e 17 quintali d’argento, quadri e cristalli di Boemia degli armadi. Napoleone entró anche nella Santa Casa e pose il suo sigillo sulla statua della Madonna ordinando di spedirla a Parigi insieme al tesoro. Durante il periodo di esilio il culto della Vergine Lauretana nella Santa Casa di Loreto fu affidato al simulacro in legno di pioppo (identico all'originale) oggi conservato a Cannara (PG) e che attualmente rimane l'unico esemplare del periodo napoleonico, dopo l'incendio della statua originale del 1921, ad essere stato venerato nella Santa Casa[11].Con il Trattato di Tolentino la statua originale finì a Roma e poi rinviata, con un viaggio da "Madonna pellegrina" di otto giorni, a Loreto, dove giunse il 9 dicembre 1801. Tempi moderni Nel 1921 nel Sacello della Santa Casa divampò un furioso incendio che incenerì la scultura della Madonna Nera. Venne subito rifatta per volere di Papa Pio XI utilizzando il legno di un cedro del Libano proveniente dai Giardini Vaticani. Fu modellata da Enrico Quattrini ed eseguita e dipinta da Leopoldo Celani. Nel 1922 il papa la incoronò nella Basilica di San Pietro in Vaticano e la fece trasportare solennemente a Loreto dove si trova ancora oggi. Il 15 settembre 1934 papa Pio XI con la bolla Lauretanae Basilicae soppresse la cattedra vescovile di Loreto, ponendo il Santuario sotto la diretta autorità della Santa Sede. L'11 ottobre 1935 venne estesa la giurisdizione dell'Amministratore Pontificio al territorio della città di Loreto. Infine, il 24 giugno 1965, papa Paolo VI con la bolla Lauretanae Almae Domus soppresse l'Amministrazione Pontificia e creò la Delegazione Pontificia per il Santuario di Loreto e la Prelatura della Santa Casa, istituendo nello stesso tempo la cattedra vescovile nella basilica. Oggi la cattedra arcivescovile della Prelatura territoriale di Loreto è nella Basilica della Santa Casa. Dove sostare … AA – LORETO ‐ Area attrezzata in Via Maccari, immediatamente dietro la Basilica della Santa Casa (a 200 metri) e con una stupenda veduta panoramica sul mare Adriatico (Porto Recanati, Numana), il Monte Conero ed a soli 7.3 Km da Recanati.. Dispone di 66 piazzole con i seguenti servizi: punto autopulente per scarico acque nere; isola ecologica; punto rifornimento acqua; bagni separati uomini, donne e disabili; docce (uomini/donne) con acqua calda; punto lavaggio con lavelli separati (indumenti / stoviglie ); punto informazioni turistiche. Completamente illuminata, max 48 ore continuative. Costi € 12.00 diurno/pernotto, 3.00 € per l'elettricita', doccia € 1.00 con gettone. Sosta fino a 4 ore € 5,00. Aperta tutto l’anno. Pro Loco "Felix Civitas Lauretana" ‐ Corso Boccalini, 67‐ 60025 Loreto ‐ Info 071.977748. Coordinate GPS N 43° 26' 92" ‐ E 13° 36' 48.74" (foto area sotto). AA – LORETO ‐ Area attrezzata in Via Benedetto XV. A pagamento, acqua, pozzetto, servizi igienici. GPS N 43° 26' 52.33" ‐ E 13° 36' 33.66". Conclusioni : Luogo di culto tra i più famosi al mondo e davvero molto bello, interessante ed emozionante è la visita alla Santa Casa, dove un momento di raccoglimento può donare ad ognuno di noi l’occasione per una profonda meditazione e ricerca di un momento di pace interiore. Fonti : Santuario della Casa di Loreto – Loreto.it – Comune di Loreto – Camperweb – Comuni 360 gradi.