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AGRICOLTURA OGGI
WALTHER FAEDI E GIANLUCA BARUZZI
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LA CURIOSA
STORIA DELLA
FRAGOLA
La fragola a frutto grosso, oggi diffusa in tutto il
mondo, non era presente in natura. La sua origine
è avvenuta in Europa circa 300 anni fa grazie ad
un incrocio provocato dall’uomo fra una specie
selvatica del Nord America e una del Sud America.
Walther Faedi e Gianluca Baruzzi
Fragola bianca di origine cilena.
Già in tempi antichi il consumo di fragole era
rivolto alla fragolina di bosco (Fragaria vesca), specie
spontanea nei boschi di gran parte del mondo,
soprattutto in Europa.
La fragola a frutto grosso (Fragaria x ananassa), non
presente in natura ma oggi diffusa in tutto il mondo,
ha da alcuni secoli preso decisamente il sopravvento
sulle specie selvatiche. La sua storia è del tutto
curiosa e particolare in quanto si fa risalire a due
avvenimenti molto importanti. Il primo, agli albori
del 1600, legato all’introduzione in Europa della
specie selvatica Fragaria virginiana, spontanea nella
zona orientale del Nord America. Il secondo, invece,
è del secolo successivo (1714) quando un ufficiale
francese luogotenente di vascello esperto di botanica
Amédée-François Frézier, un ingegnere militare
esploratore in Cile e Perù, presenta in Francia al
Re Sole (Luigi XIV), notoriamente appassionato
a gustare fragole, piante provenienti dal Cile. La
fragola cilena apparteneva alla specie Fragaria
chiloensis, di cui alcuni cloni con frutti di colore
da rosa a bianco, erano da tempo coltivati dalle
popolazioni indigene del Sud America (i Mapuche
e gli Huilliche). Queste piante erano caratterizzate
da solo fiori femminili (“pistillifere”) e quindi non in
grado di fruttificare senza la vicinanza di altre piante
di varietà impollinatrici. Le piante originali, messe
a dimora in alcuni giardini botanici francesi, non
fruttificarono fino a quando entrarono in contatto
con piante di F. virginiana. In questo modo avvenne
l’impollinazione dei fiori e quindi si ebbero per la
prima volta in Europa frutti della fragola cilena di
pezzatura decisamente superiore alle fragole note
fino a quel momento (fragoline di bosco). Dai semi
di questi frutti si originarono delle piante che di
fatto dettero inizio alla storia della fragola coltivata
ottenuta appunto dall’ibridazione spontanea delle
due specie selvatiche del continente americano. Il
sapore di ananas dei frutti diede origine al suo nome
botanico: Fragaria x ananassa.
Tutte le varietà oggi coltivate a frutto grosso
appartengono a questa specie binomiale. Fu descritta
nel 1766 da Antoine Nicolas Duchesne che può
essere considerato il primo ricercatore a dedicarsi
pienamente allo studio e alla ricerca sulla fragola:
fu giardiniere reale alla corte di Luigi XVI e scrisse
la “Storia naturale della fragola”. Iniziò gli studi
descrivendo minuziosamente 18 varietà di fragola,
di cui alcune diffuse nella zona di Versailles. Siamo
all’inizio della fantastica storia della fragola a “frutto
grosso” che presenta anche dei risvolti romantici,
oltre che scientifici. Basti pensare il fortunato
incontro tra la fragola selvatica del Nord America e
quella del Sud America avvenuto in Francia per pura
casualità (aspetto romantico). L’incrocio fra questi
due parentali ha generato una nuova specie (aspetto
scientifico) di cui probabilmente non conosce pari
tra le specie “addomesticate” dall’uomo in termini di
complessità biologica e capacità di adattamento alla
diversità degli ambienti colturali mondiali.
Fin dall’inizio dell’800, Fragaria x ananassa è stata
oggetto di un’intensa attività di ricerca genetica, da
subito attiva sia nel continente europeo sia in quello
americano.
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Fragaria chiloensis e Fragaria virginiana: disegni di Lynda Chandler (Florida).
Fragaria virginiana glauca.
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Fragolina di bosco con frutti bianchi.
Fragolina di bosco rifiorente.
organolettiche. Può essere considerata la varietà
che iniziò il processo di specializzazione della
fragolicoltura italiana: venne coltivata fino agli anni
’60.
V.H. de Thurry, Frau Mielze Schindler, Lucida
Perfecta, Johannes Muller, Markee, Sieger, Deutsch
Evern, Tardiva di Leopoldo, Surprise de Halles,
Surprise de Campentras, Ville de Paris, Macherauch
Spaternte D.P Wallbaum, Regina, Cambridge
Favorite, Senga Precosana, Souvenir des Charles
Machiroux, Senga Sengana, Belrubi e altre varietà
sono state diffuse nel corso del ‘900 e rappresentano
un patrimonio importante per il germoplasma
varietale europeo.
Il breeding della fragola nel continente americano fu
avviato all’inizio dell’800 attraverso incroci fra
le prime varietà originate in Europa e alcune
selezioni della fragola selvatica nord americana
(Fragaria virginiana). Probabilmente il primo breeder
americano fu C. M. Hovey che diffuse nel 1834
l’omonima Hovey, coltivata, ma con limitato
successo, nella costa atlantica (area di Boston). La
varietà Wilson, con frutto più grosso di Hovey, ma di
colorazione piuttosto scura e di sapore leggermente
acidulo, contribuì alla piena affermazione della
coltura nella costa atlantica nel periodo 1850-1860.
Successivamente con l’ottenimento di altre varietà in
grado di adattarsi ad areali diversi, la coltivazione
In Europa si può affermare che tra i progenitori
delle moderne varietà di fragola, “Keens’ Seedling”,
selezionata da Michael Keens all’inizio dell’800
in Inghilterra, è sicuramente quello più ricorrente.
Andrew Knight è stato probabilmente il primo vero
“breeder” riconosciuto e all’inizio dell’800 costituì
in Inghilterra le prime due importanti varietà di
fragola (Downton ed Elton) le cui piante sono state
moltiplicate ed ampiamente coltivate dai produttori
di quell’epoca. Nella seconda metà dell’800 le
attività di breeding si intensificarono e portarono alla
realizzazione di varietà molto diffuse come Docteur
Morère (1860), Laxton Noble (1887) e Royal
Sovereign (1898); quest’ultima in
particolare può essere considerata la prima varietà di
rilevante importanza europea in quanto ampiamente
coltivata all’inizio del ‘900 soprattutto in Francia,
Germania, Inghilterra e Olanda.
Royal Sovereign e Docteur Morère sono i parentali
dell’incrocio da cui Charles Moutôt selezionò in
Francia nel 1906 la varietà Madame Moutôt che
presentava il primo vero significativo miglioramento
della pezzatura del frutto. Grazie soprattutto a
questo importante carattere, la varietà ebbe un
ampio successo nelle coltivazioni di tutta Europa,
Italia compresa. Il frutto era di colore rosso
aranciato, di forma un po’ irregolare, polpa biancarosa, poco consistente, ma di ottime caratteristiche
Primi genotipi italiani con frutti bianchi.
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Profumata di Tortona;
in basso: Ibrido fragola x potentilla a fiori rosa.
casi di varietà esaploidi (F. moschata), diploidi (F.
vesca) e decaploidi (Fragaria x vescana) queste ultime
ottenute attraverso un incrocio complesso fra F. x
ananassa, F. moschata e F. vesca poliploidizzata. Esistono
anche ibridi intergenerici di Fragaria x Potentilla
caratterizzati da fiori rosa di differente intensità ed
attraenza. Negli ultimi anni la quantità di varietà
diffuse è notevolmente aumentata grazie all’intensa
attività di miglioramento genetico soprattutto di
costitutori privati. Questi programmi privati mirano
a finanziarsi con le “royalty” assicurate dai brevetti,
ma le strategie di autofinanziamento sono sempre
più diffuse nel mondo, anche presso le istituzioni
pubbliche.
si estese anche nella parte ovest degli Stati Uniti e
soprattutto in California.
Fu Albert Etter il primo breeder che all’inizio del 1900
selezionò numerose nuove varietà (Rose Ettesburgh,
Ettesburgh 80-84-89, White Sugar, Ettersburgh
121, Fantastic, Fendalcino) adatte alla fragolicoltura
californiana le cui condizioni climatiche si
differenziavano decisamente da quelle della costa
atlantica. Harold Thomas e Earl Goldsmith alla
fine degli anni ’20 diedero ulteriore impulso alla
ricerca californiana che si concretizzò decisamente
con il loro successore, Royce Bringhurst, che, presso
l’Università della California, costituì importanti
varietà come Fresno (1961), Tioga, Sequoia, Aiko e
Cruz. Queste creazioni avviarono il grande successo
delle varietà californiane che ben si adattarono
alle aree con inverno mite di tutto il mondo, Italia
compresa. Questo materiale genetico, infatti, era
caratterizzato da piante con basso fabbisogno in
freddo invernale.
Allo stato attuale esistono programmi di
miglioramento genetico pubblici e privati in
numerosi Paesi del mondo, tutti finalizzati alla
costituzione di nuove varietà di fragola. La maggior
parte delle varietà diffuse appartiene alla specie
ottoploide Fragaria x ananassa, ma non mancano
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LE DIVERSE SPECIE: CURIOSITÀ TUTTE DA SCOPRIRE...
Il genere Fragaria L. (famiglia delle Rosaceae) comprende complessivamente 15 specie a corredo
cromosomico diverso, da diploide a ottoploide (2n=8x=56).
marcata resistenza ad alcune malattie dell’apparato
aereo; altre varietà manifestano tolleranza alla
salinità e alla siccità, in particolare i cloni originari
dei litoranei dell’oceano Pacifico. Infine i genotipi
che presentano colorazione bianca o rosa del frutto,
tuttora coltivati in alcune aree del Cile, mostrano un
notevole interesse per via oltre che della qualità del
frutto anche per il basso potere allergenico che i frutti
depigmentati hanno a confronto dei tradizionali
frutti rossi.
LE FRAGOLINE DI BOSCO
F. vesca, meglio nota come “fragolina di bosco”
è spontanea e alcune varietà sono ampiamente
coltivate in molte aree europee. Le varietà più diffuse
sono rifiorenti e non emettono stoloni, come Regina
delle Valli, Alpine e Alexandra, ma sono note e
coltivate anche varietà unifere e stolonifere. Altre
specie “diploidi” del genere Fragaria sono: F. viridis
(spontanea in Europa), F. nigerrensis, F. daltoniana, F.
nubicola, e F. iinumae, quest’ultime tutte spontanee nel
continente asiatico.
LE FRAGOLE RIFIORENTI
Fragaria virginiana, l’altra specie “parentale” della
fragola oggi coltivata cresce spontanea nella parte
nord-orientale dell’America settentrionale. In
pratica non ha nessun interesse colturale, ma ha
un grande interesse storico-scientifico in quanto
una sua sottospecie (F. virginiana glauca) è portatrice
del carattere rifiorente “neutrodiurno” in grado di
conferire alle piante la possibilità di differenziare
continuamente gemme a fiore e quindi di fiorire
fino ai freddi invernali. F. virginiana glauca cresce
con più frequenza nelle aree settentrionali del
continente nord-americano: fu scoperta nel 1955 da
un ricercatore californiano (Royce Bringhurst) nelle
montagne dello Utah vicino a Salt Lake City.
Attraverso alcune generazioni di incroci con varietà
unifere a frutto grosso si è arrivati a costituire nel
1979 le prime varietà rifiorenti neutrodiurne,
la cui coltivazione oggi nel mondo è in costante
aumento. L’importanza di questo carattere è legata
alla concreta possibilità di produrre fragole per
lunghissimi periodi, anche nei mesi “fuori stagione”.
LE FRAGOLE “MOSCATE”
Fragaria moschata (l’unica specie esaploide nota) è stata
coltivata in Europa prima dell’avvento delle varietà
di Fragaria x ananassa caratterizzata da un frutto più
grosso della fragolina di bosco (circa il doppio).
È spontanea in un vasto areale del Centro-Nord
Europa, che va dalla Francia, Germania, Russia
fino all’Italia dove presenta il limite meridionale di
espansione in Valle Padana. Le caratteristiche della
pianta e del frutto di questa specie sono state descritte
in numerosi testi antichi in cui viene citata la varietà
Profumata di Tortona (nota fin dal 1600) ancora oggi
coltivata nell’area di Tortona. Alcuni programmi di
miglioramento genetico della fragola utilizzano cloni
di Fragaria moschata (fra cui la varietà Profumata di
Tortona), in programmi di ibridazione, per inserire il
carattere di “aroma moscato” nei frutti delle varietà
di fragola a frutto grosso. I frutti di Profumata di
Tortona sono poco consistenti, di colore da rosa chiaro
a rosso violaceo, non uniforme, di solito di forma
arrotondata, caratterizzati da un penetrante aroma
moscato e dal calice molto reflesso che si distacca
abbastanza agevolmente a completa maturazione. È
noto che i frutti erano molto apprezzati nelle mense
dei ricchi consumatori europei anche per le “grosse”
dimensioni, tenuto conto che qualche secolo fa un
frutto di circa 5 grammi veniva considerato grosso.
LA FRAGOLA DEL CILE
È il parentale materno dell’incrocio che ha originato
la fragola coltivata a frutto grosso. Fragaria chiloensis,
diffusa nella parte occidentale del continente
americano, lungo tutta la costa dalle Montagne
Rocciose del Canada fino alla Cordigliera delle
Ande in Cile, viene ancora oggi coltivata in alcune
aree cilene e denominata “frutillar”. L’interesse
verso queste tipologie di fragole è molteplice: alcune
varietà caratterizzate da una colorazione intensa e
particolarmente lucida delle foglie presentano una
Walther Faedi
CRA-FRF Consiglio per la Ricerca
e la Sperimentazione in Agricoltura
Unità di Ricerca per la Frutticoltura
Forlì
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