Esercitazioni di impianti termotecnici
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Esercitazioni di impianti termotecnici
getto didattica in re progetto didattica in rete Esercitazioni di impianti termotecnici P. Anglesio, P. Tronville, A. Vella Dipartimento di Energetica Politecnico di Torino, dicembre 2000 otto editore ESERCITAZIONI DI IMPIANTI TERMOTECNICI P. ANGLESIO, P. TRONVILLE, A. VELLA Otto Editore P.zza Vittorio Veneto 14 – 10123 Torino www.otto.to.it PREFAZIONE Le esercitazioni del corso di Impianti termotecnici sono iniziate a Vercelli nel 1990 e sono state realizzate in modo da favorire i contatti con la realtà industriale della zona. Per una fortunata coincidenza a Vercelli si trova l’unico inceneritore di rifiuti solidi urbani del Piemonte e vicino alla città c’è un’industria di lavorazione delle carni con un grande impianto frigorifero ad ammoniaca di tipo tradizionale. La evoluzione rapida della cogenerazione negli anni ‘90 ha richiesto qualche tentativo per individuare un impianto moderno, operante per un consorzio di industrie tessili. Questa esperienza decennale di visite e di contatti tra gli studenti e l’ambiente industriale ha avuto come seguito anche varie tesi di laurea e qualche attività lavorativa a Vercelli: mancava però un testo di esercitazioni. È quindi particolarmente apprezzabile il Progetto «Editoria telematica per l’università» della II Facoltà di Ingegneria, in cui si inserisce questo testo che speriamo servirà a consolidare la realtà universitaria locale in questo periodo di forti cambiamenti nazionali. Ringraziamo per i loro contributi di indirizzo, informazione ed esperienza l’Unione Industriali del Vercellese e della Valsesia, A.T.En.A. (Azienda Territoriale Energia Ambiente Vercelli), F.lli Schellino di Formigliana, Enerbiella di Cerreto Castello (Biella). Gli autori INDICE INDICAZIONI GENERALI .................................................................... 1 1. IMPIANTO DI INCENERIMENTO ...................................................... 2 1.1 GENERALITÀ .................................................................................... 2 DOMANDE .........................................................................................................2 DESCRIZIONE ....................................................................................................2 SCOPO DELL’ESERCITAZIONE ............................................................................5 1.2 CASO DI RIFERIMENTO .................................................................... 6 CAMERA PRIMARIA DI COMBUSTIONE ...............................................................11 CAMERA SECONDARIA DI COMBUSTIONE ..........................................................14 GENERATORE DI VAPORE A RECUPERO ..............................................................16 RISULTATI ..........................................................................................................18 1.3 STUDI DI SENSIBILITÀ ...................................................................... 27 CALCOLI DI SECONDA APPROSSIMAZIONE .........................................................28 EFFETTO DELL’INDICE D’ARIA ...........................................................................62 EFFETTO DEL POTERE CALORIFICO ...................................................................64 2. IMPIANTO COGENERATIVO.............................................................. 66 2.1 GENERALITÀ .................................................................................... 66 DOMANDE .........................................................................................................66 DESCRIZIONE ....................................................................................................66 SCOPO DELL’ESERCITAZIONE ............................................................................68 i 2.2 CASO DI RIFERIMENTO .................................................................... 68 CICLO COMBINATO A DERIVAZIONE E CONDENSAZIONE ..................................68 RENDIMENTO DI PRIMO PRINCIPIO ...................................................................74 RISPARMIO DI ENERGIA PRIMARIA .....................................................................75 BILANCIO ECONOMICO DI CONFRONTO ...........................................................76 2.3 STUDI DI SENSIBILITÀ ...................................................................... 85 CICLI SEMPLICI COGENERATIVI .........................................................................85 EFFETTO DELLA FRAZIONE SPILLATA .................................................................113 EFFETTO DELLA TEMPERATURA DEL CALORE ....................................................119 3. IMPIANTO FRIGORIFERO ................................................................... 124 3.1 GENERALITÀ .................................................................................... 124 DOMANDE .........................................................................................................124 DESCRIZIONE ....................................................................................................124 SCOPO DELL’ESERCITAZIONE ............................................................................128 3.2 CASO DI RIFERIMENTO .................................................................... 128 FABBISOGNO DI FREDDO DEGLI AMBIENTI ........................................................128 DISPONIBILITÀ DI POTENZA FRIGORIFERA DELL’IMPIANTO ...............................136 ACCOPPIAMENTO TRA IMPIANTO E AMBIENTI ...................................................145 3.3 STUDI DI SENSIBILITÀ ...................................................................... 146 CARATTERISTICA DI UNA SERIE E DI UN IMPIANTO ...........................................146 EFFETTO DELLA TEMPERATURA ESTERNA NEL CASO DEGLI AMBIENTI A 0 °C ........154 EFFETTO DELLA PORTATA DI CARNE NEL CASO DEGLI AMBIENTI A -40°C .............161 EFFETTO DELLA TEMPERATURA ESTERNA NEL CASO DEGLI AMBIENTI A -20°C......169 APPENDICE 1 ............................................................................................... 181 BIBLIOGRAFIA ......................................................................................... 181 APPENDICE 2 ............................................................................................... 182 SIMBOLI, GRANDEZZE E UNITÀ DI MISURA SI ......................................... 182 ii INDICAZIONI GENERALI Le esercitazioni sono sviluppate secondo la stessa sequenza: si tratta prima il caso di riferimento che corrisponde alla condizione nominale dell’impianto e ad una trattazione sufficientemente approfondita. Seguono i cosiddetti studi di sensibilità, dove si indaga sull’effetto di variazioni rispetto ai valori nominali di alcune grandezze significative. Per non appesantire il caso di riferimento si rimandano al paragrafo iniziale degli studi di sensibilità tutti i temi di seconda approssimazione, in particolare quelli che non sono applicazioni dirette degli argomenti dei corsi di Fisica tecnica e Impianti termotecnici. Quindi alcuni risultati del caso di riferimento sono ottenibili in modo convincente solo utilizzando la parte iniziale degli studi di sensibilità. I simboli sono gli stessi del libro di testo «Elementi di impianti termotecnici» citato nella Bibliografia; gli indici sono in parte comuni ai tre casi (e riportati in Simboli e unità di misura), in parte specifici di ogni capitolo. Le cifre indicate nei passaggi intermedi non sono tutte significative e sono usate per non introdurre errori di troncatura; nei risultati finali le cifre indicate sono significative. Si verificano piccole incongruenze tra i risultati di calcoli esplicativi e quelli di calcoli eseguiti automaticamente nella sequenza completa: sono dovute al fatto che i calcoli esplicativi sono svolti con le cifre indicate nel testo, mentre quelli automatici sono eseguiti con un maggior numero di cifre che non appaiono tutte nelle tabelle. Gli schemi utilizzano per quanto possibile i simboli unificati (vedi Bibliografia). I disegni privilegiano la chiarezza della descrizione rispetto alla completezza e alla coerenza grafica. Nei diagrammi in cui sono rappresentati gli andamenti di tre o più grandezze che utilizzano scale differenti una freccia indica quale curva è da riferire alla scala di destra. 1 1. IMPIANTO DI INCENERIMENTO 1.1 GENERALITÀ Domande L’impianto di incenerimento di rifiuti solidi urbani (rsu) descritto nel paragrafo successivo ha i seguenti dati di ingresso validi per una linea: – portata di rsu ṁ c = 75t ⁄ d ; – potere calorifico rsu H = 2100kcal ⁄ kg ; – portata di vapore ṁ t = 8t ⁄ h ; – portata di fumi nel generatore di vapore a recupero ṁ f = 6,5kg ⁄ s . Determinare temperatura e tempo di permanenza nel postcombustore, temperatura dei fumi allo scarico del generatore di vapore. Studiare l’effetto dell’indice d’aria e del potere calorifico. Descrizione L’impianto è situato a Vercelli dove svolge la funzione di inceneritore dei rifiuti solidi urbani dal 1978, con l’aggiunta di una terza linea avvenuta nel 1992. I rifiuti vengono scaricati da autocarri nella fossa R (fig. 1.1) e caricati mediante una benna nella tramoggia di un generatore di calore G; bruciano nella camera di combustione primaria lasciando una scoria pari al 20,7% della massa dei rsu: il 2,3% rimane in sospensione nei fumi sottoforma di ceneri volanti. I prodotti della combustione in fase gassosa passano nella camera di combustione secondaria (postcombustore) progettata per distruggere gli incombusti, in particolare i microinquinanti organoclorurati. I fumi vengono raffreddati in un generatore di vapore a recupero ad una temperatura compatibile con le operazioni di depolverazione, compressione e depurazione che avvengono in un precipitatore elettrostatico E, un ventilatore V e un depuratore L. I fumi saturi vengono scaricati attraverso un camino C previo riscaldamento per evitare la formazione di un pennacchio visibile dovuto a vapor d’acqua. 2 IMPIANTO DI INCENERIMENTO Fig. 1.1 – Schema dell’impianto di incenerimento per rifiuti solidi urbani: (3 linee, 2 funzionanti in modo continuo): R fossa dei rsu (comune alle 3 linee), G generatore di calore, E precipitatore elettrostatico, V ventilatore dei fumi, L depuratore, C camino (comune alle tre linee). L’impianto a vapore realizza un unico ciclo Rankine con rigenerazione nel degasatore D, con una turbina a vapore che aziona un alternatore GS e scarica il vapore in un condensatore raffreddato ad aria. La parte dell’impianto che interessa maggiormente ai fini di questa esercitazione è il generatore di calore G descritto nella figura 1.2. 3 IMPIANTO DI INCENERIMENTO C v 3c 1 2 3 4 PC w v w F E Fig. 1.2 – Schema del generatore di calore: F camera primaria di combustione, PC camera secondaria di combustione (postcombustore), 1 primo canale, 2 secondo canale, 3 terzo canale (r zona a irraggiamento, c zona a convezione con surriscaldatore), 4 quarto canale, E economizzatore, V tubi evaporatori, W ingresso e uscita per i tubi evaporatori immersi nel refrattario in F (water jacket), S soffiatori di vapore. 4 IMPIANTO DI INCENERIMENTO I rifiuti caricati nella tramoggia arrivano su una griglia a gradini mobili in modo da controllare la portata. La griglia è suddivisa in tre zone destinate alla essiccazione, alla combustione e alla scorificazione: l’aria primaria entra sotto la griglia spinta da un ventilatore e canalizzata in zone. La griglia costituisce la parte inferiore della camera di combustione primaria F le cui pareti sono rivestite di refrattario: questa zona è particolarmente delicata e richiede una manutenzione onerosa. La temperatura della parete interna del refrattario è mantenuta a t p = 900°C tramite tubi evaporatori (di cui sono indicati con W soltanto l’ingresso e l’uscita) e che costituiscono una piccola parte dei tubi evaporatori del generatore di vapore a recupero. Nella parte bassa del focolaio vengono scaricate le scorie in una fossa con acqua; nella parte superiore i prodotti della combustione passano nella camera di combustione secondaria PC nella quale si mantengono condizioni adatte per la postcombustione delle sostanze ancora ossidabili, in particolare i microinquinanti organoclorurati. La temperatura, il contenuto di ossigeno e il tempo di permanenza devono rispettare valori limite imposti, in modo da permettere lo svolgimento della postcombustione. Questa camera ha le pareti in refrattario, senza tubi contenenti il fluido termovettore: le pareti sono quasi adiabatiche, perché hanno una piccola perdita per dispersioni, presente anche nella camera primaria. I fumi hanno in questo punto la massima temperatura ed entrano in un generatore di vapore a recupero che deve ridurre la temperatura ad un valore accettabile per la zona di depolverazione. Il calore recuperato è trasferito all’acqua di un generatore di vapore a tubi d’acqua disposti in modo adatto alle attuali circostanze. Il circuito fumi è costituito da canali verticali a forma di parallelepipedi: i canali 1, 2 e 3r hanno le pareti rivestite di tubi e scambiano prevalentemente per irraggiamento, per evitare il contatto con i fumi e il deposito di scorie fuse. I canali 3c e 4 hanno sempre le pareti rivestite da tubi evaporanti, ma contengono anche banchi di tubi trasversali, rispettivamente il surriscaldatore e parte dell’evaporatore. L’acqua viene preriscaldata in un economizzatore E posto al termine del circuito fumi e perviene al corpo cilindrico C dal quale scendono i tubi (ne è indicato uno con tratteggio) che alimentano i collettori dei tubi evaporatori che sono disposti in varie zone e inviano vapore saturo V al corpo cilindrico. Dal corpo cilindrico parte il surriscaldatore che produce il vapore inviato nella turbina che aziona un alternatore. Una piccola parte del vapore viene soffiata in S per mantenere puliti i banchi di tubi in 3c, 4, E. L’impianto è costituito da tre linee indipendenti che si riuniscono (fig. 1.1) lato fumi a monte del camino e lato acqua a monte della turbina a vapore: si assume che funzionino con continuità due linee. Scopo dell’esercitazione Viene sottolineato l’aspetto termotecnico dell’impianto di incenerimento, che è attualmente meno importante di quello del trattamento chimico-fisico dei fumi. L’attenzione è quindi concentrata sulla combustione, sul trattamento termico dei fumi (postcombustione) e sullo scambio termico nel generatore di vapore a recupero. 5 IMPIANTO DI INCENERIMENTO 1.2 CASO DI RIFERIMENTO Si considera il funzionamento nelle condizioni nominali, indicato come caso 1 nel seguito: visto lo scopo dell’esercitazione si segue il percorso dei fumi determinando l’andamento della temperatura nel generatore di calore. Poiché i calcoli sono piuttosto complessi ci si limita alle applicazioni dirette della teoria, rinviando al paragrafo CALCOLI DI SECONDA APPOSSIMAZIONE per una trattazione e una giustificazione più esauriente dei risultati contenuti nella tabella 1.1. Tab. 1.1 – Valori delle principali grandezze seguendo il moto dei prodotti della combustione in una linea, nel caso di riferimento (1) e per studi di sensibilità a indice d’aria (2, 3) e potere calorifico (4, 5) CASO 1 2 3 4 5 n 1,935 1,667 1,4 1,858 1,935 H [ kcal/kg ] 2100 2100 2100 1600 2800 H [ kJ/kg ] 8790,6 8790,6 8790,6 6697,6 11720,8 t 0 [ °C ] 25 25 25 25 25 t pr [ °C ] 900 900 900 900 900 t ev [ °C ] 233,9 233,9 233,9 233,9 233,9 a t [ kg/kg c ] 3,472 3,472 3,472 2,777 4,493 y O2 10,147 8,34 6 9,7 10,147 ṁ f ⁄ ṁ c 7,488 6,556 5,631 5,912 9,544 ṁ c [ kg/s ] 0,868 0,868 0,868 0,868 0,868 ṁ c H [ kW ] 7631 7631 7631 5814 10174 ṁ f [ kg/s ] 6,500 5,691 4,888 5,132 8,284 c f [ kJ/(kgK) ] 1,193 1,220 1,255 1,212 1,184 t ad [ °C ] 1009 1124 1269 960 1062 ṁ t [ kg/s ] 2,222 2,348 2,478 1,655 2,990 (continua) 6 IMPIANTO DI INCENERIMENTO 1 2 3 4 5 A [ m2 ] 107,27 107,27 107,27 107,27 107,27 A WJ [ m 2 ] 29,0 29,0 29,0 29,0 29,0 ε fp 0,27 0,27 0,28 0,29 0,26 c f [ kJ/(kgK) ] 1,185 1,203 1,225 1,206 1,174 t C [ °C ] 945 983 1021 921 975 Ḣ i – Ḣ u [ kW ] 549 1072 1670 268 933 Q̇ d [ kW ] 187 187 187 187 187 Q̇ t [ kW ] 362 885 1482 81 746 τ' 0,915 0,840 0,761 0,951 0,879 D' 2,241 1,557 0,999 1,890 2,584 µ' 0,050 0,101 0,161 0,032 0,065 Ag [ m 2 ] 15 15 15 15 15 V [ m3 ] 61 61 61 61 61 ṁ c H ⁄ V [ kW/m 3 ] 125,1 125,1 125,1 95,3 166,8 ṁ c H ⁄ A g [ kW/m 2 ] 508,7 508,7 508,7 387,6 678,3 ṁ c H ⁄ A [ kW/m 2 ] 71,1 71,1 54,2 94,8 2 3 4 5 70 70 70 70 Q̇ d ⁄ A [ kcal/ ( hm 2 ) ] 1500 1500 1500 1500 1500 Q̇ d ⁄ A [ kW/m 2 ] 1,744 1,744 1,744 1,744 1,744 c f [ kJ/(kgK) ] 1,183 1,201 1,223 1,204 1,173 CAMERA PRIMARIA (F) CAMERA SECONDARIA A [ m2 ] 71,1 (PC) 1 70 (continua) 7 IMPIANTO DI INCENERIMENTO CAMERA SECONDARIA (PC) 1 2 3 4 5 t pc [ °C ] 930 967 1002 903 964 Ḣ i – Ḣ u [ kW ] 122 122 122 122 122 Q̇ d [ kW ] 122 122 122 122 122 V PC [ m 3 ] 45 45 45 45 45 τ 2,00 2,21 2,50 2,55 1,54 1 2 3 4 5 A [ m2 ] 119,4 119,4 119,4 119,4 119,4 ε fp 0,27 0,27 0,28 0,28 0,25 δ t p [ °C ] 2,0 2,1 2,1 1,8 2,3 c f [ kJ/(kgK) ] 1,156 1,168 1,183 1,172 1,149 t 1 [ °C ] 726 732 728 682 779 Ḣ i – Ḣ u [ kW ] 1693 1737 1774 1474 1947 1 2 3 4 5 A [ m2 ] 102,6 102,6 102,6 102,6 102,6 ε fp 0,26 0,26 0,27 0,27 0,22 δ t p [ °C ] 1,2 1,1 1,1 1,0 1,4 c f [ kJ/(kgK) ] 1,140 1,151 1,164 1,156 1,135 t 2 [ °C ] 620 614 597 572 680 Ḣ i – Ḣ u [ kW ] 858 843 813 707 1009 TERZO CANALE A RADIAZIONE (3r) 1 2 3 4 5 A [ m2 ] 61,8 61,8 61,8 61,8 61,8 ε fp 0,27 0,28 0,30 0,29 0,23 δ t p [ °C ] 1,0 0,9 0,9 0,8 1,2 c f [ kJ/(kgK) ] 1,133 1,143 1,154 1,148 1,128 PRIMO CANALE (1) SECONDO CANALE (2) (continua) 8 IMPIANTO DI INCENERIMENTO 1 2 3 4 5 t 3' [ °C ] 568 557 535 519 631 Ḣ i – Ḣ u [ kW ] 411 398 375 332 501 TERZO CANALE A CONVEZIONE (3c) 1 2 3 4 5 Aa [ m 2 ] 71,3 71,3 71,3 71,3 71,3 h a [ W/ ( m 2 K ) ] 14,6 13,2 11,7 12,1 17,9 δ t p [ °C ] 0,7 0,6 0,5 0,5 1,0 Ab [ m 2 ] 65 65 65 65 65 h b [ W/ ( m 2 K ) ] 44,8 41,2 37,4 38,6 52,5 U b [ W/ ( m 2 K ) ] 43,2 39,8 36,3 37,4 50,3 c f [ kJ/(kgK) ] 1,119 1,128 1,139 1,135 1,113 t 3 [ °C ] 469 457 438 431 517 t tu [ °C ] 320 306 291 315 327 Q̇ t,surr [ kW ] 529 478 410 374 765 Ḣ i – Ḣ u [ kW ] 773 687 579 544 1125 1 2 3 4 5 Aa [ m 2 ] 156,5 156,5 156,5 156,5 156,5 h a [ W/ ( m 2 K ) ] 15,7 14,1 12,5 13,0 19,2 Ab [ m 2 ] 145 145 145 145 145 h b [ W/ ( m 2 K ) ] 45,6 42,1 38,4 39,5 53,3 δ t p [ °C ] 2,0 2,0 2,0 2,0 2,0 c f [ kJ/(kgK) ] 1,096 1,105 1,117 1,115 1,086 t 4 [ °C ] 306 299 291 290 327 Ḣ i – Ḣ u [ kW ] 1227 1048 848 853 1814 1 2 3 4 5 1,134 1,146 1,143 1,118 TERZO CANALE A RADIAZIONE (3r) QUARTO CANALE (4) ECONOMIZZATORE (eco) c f ( t fu ,t fi ) [ kJ/(kgK) ] 1,125 (continua) 9 IMPIANTO DI INCENERIMENTO 1 2 3 4 5 7,313 6,456 5,603 5,866 9,259 c t ( t ti ,t tu ) [ kJ/(kgK) ] 4,312 4,303 4,294 4,313 4,312 C˙ max [ kW/K ] 9,582 10,103 10,643 7,144 12,891 t fi [ °C ] 306 299 291 290 327 t ti [ °C ] 130 130 130 130 130 h [ W/ ( m 2 K ) ] 55,1 50,9 46,5 48,2 63,8 U [ W/ ( m 2 K ) ] 53,5 49,6 45,4 47,0 61,7 NTU 0,48 0,50 0,53 0,52 0,43 ε 0,33 0,35 0,37 0,35 0,31 Q̇ r,eco [ kW ] 422 380 332 324 569 t tu [ °C ] 174 168 161 175 174 c f [ kJ/(kgK) ] 1,089 1,097 1,108 1,108 1,078 t 5 [ °C ] 248 240 231 235 266 Ḣ i – Ḣ u [ kW ] 422 380 332 324 569 RENDIMENTI E PERDITE 1 2 3 4 5 ṁ c H [ kW ] 7631 7631 7631 5814 10174 Q̇ f [ kW ] 1577 1344 1118 1192 2154 Pf 0,207 0,176 0,147 0,205 0,212 Q̇ d [ kW ] 514 514 514 514 514 Q̇ d parGV [ kW ] 204 204 204 204 204 Pd 0,067 0,067 0,067 0,088 0,050 η 0,726 0,757 0,786 0,707 0,738 Q̇ t [ kW ] 5540 5773 5999 4109 7507 Q̇ tev [ kW ] 4589 4915 5257 3411 6174 η 0,726 0,757 0,786 0,707 0,738 ECONOMIZZATORE (eco) C˙ min [ kW/K ] indiretto diretto 10 IMPIANTO DI INCENERIMENTO Camera primaria di combustione La camera viene modellizzata nel modo più semplice mediante un reattore ben mescolato: si assume che tutte le grandezze siano uniformi oltre che costanti. La potenza termica persa dai prodotti della combustione scendendo dalla temperatura adiabatica ( t ad ) alla temperatura della camera ( t C ) uguaglia la potenza termica scambiata per irraggiamento con le pareti della camera che si trovano a t pr = 900°C . Questa potenza viene in parte trasferita all’acqua ( Q̇ t ) e in parte dispersa all’esterno( Q̇ d ). Il rendimento della camera di combustione è definito: ṁ f c f ( t ad – t C ) η c = ----------------------------------- ṁ c H dove: ṁ f portata di massa dei fumi c f capacità termica massica dei fumi a pressione costante, media tra t 0 e t ad (per assunzione) t C temperatura nella camera di combustione ṁ c portata di combustibile H potere calorifico inferiore a pressione costante, riferito alla temperatura t e = 25°C t ad temperatura teorica della combustione calcolata con la: mc H t ad = t 0 + ----------mf cf 1.1 essendo: mf m ----- + ------ce- = 1 + na t mc mc 1.2 dove: n indice d’aria at aria teorica cf capacità termica massica dei fumi a pressione costante, media tra t 0 e t ad m ce massa di ceneri nel combustibile (che si suddivide nella massa m s di scorie che resta nel focolaio, e nella massa m cev di ceneri volanti che 11 IMPIANTO DI INCENERIMENTO sono trascinate dai fumi e risultano trascurabili ai fini dei bilanci energetici, escluso il calcolo delle emissività in 1.3). Poiché ṁ c H = ṁ f c f ( t ad – t 0 ) , essendo t 0 la temperatura di riferimento dell’entalpia, il rendimento si può esprimere: ṁ f c f ( t ad – t C ) T ad – T C T ad – T 0 η c = ---------------------------------- = -------------------- ṁ f c f ( t ad – t 0 ) 1.3 Eliminando t C tra la 1.3 e l’equazione dello scambio termico per irraggiamento si può scrivere la relazione: µ 'D' = ( 1 – µ ' ) 4 – τ ' 4 1.4 dove: T0 µ ' rendimento ridotto, definita µ ' = η c 1 – ------ Tad τ ' temperatura ridotta, definita Tpr ⁄ T ad ṁ c H D' densità ridotta definita D' = -------------------------------------------σε fp ATad3 ( t ad – t 0 ) dove: σ costante di Stefan-Boltzmann σ = 5,67 ⋅ 10 –8 W ⁄ ( m 2 K 4 ) ε fp emissività fumi parete A area della superficie della camera. È rappresentato in figura 1.3 l’andamento di c f in funzione della temperatura: è evidente che questo effetto non può essere trascurato per cui l’entalpia massica h f = c f ( t f – t 0 ) non è semplicemente proporzionale alla temperatura. Si noti la differenza tra il valore medio c f ( t 0 ,t ) e il valore puntuale c f ( t ) , chiarita in CALCOLI DI SECONDA APPROSSIMAZIONE in 1.3. 12 IMPIANTO DI INCENERIMENTO 1,35 1,30 cf [kJ/(kgK)] 1,25 cf (t) 1,20 cf (t0,t) 1,15 1,10 1,05 1,00 0 100 200 300 400 500 600 700 800 900 1000 t [°C] Fig. 1.3 – Capacità termica massica dei fumi ( c f ), a pressione atmosferica, in funzione della temperatura dei fumi ( t ), per la composizione del caso di riferimento. c f ( t ) è il valore a t , c f ( t 0 ,t ) è il valore medio tra t 0 e t . Con i dati della tabella 1.1 si ottiene: t ad = 1009°C τ ' = 0,915 D' = 2,241 µ ' = 0,050 da cui risulta che la temperatura della camera di combustione è t C = 945°C . La condizione nominale corrisponde al punto 1 nella figura 1.4 che è la rappresentazione grafica della 1.1: nel caso attuale ci si trova per valori di τ ' elevati e valori di D' grandi perché t ad è basso (vedi anche CALCOLI DI SECONDA APPROSSIMAZIONE in 1.3). La trattazione del reattore ben mescolato è la più semplice possibile e non può descrivere i fenomeni complessi che avvengono nella camera di combustione di un inceneritore: è accettabile se fornisce un valore sensato di t C come nel caso attuale. Vale la pena di osservare che sulla griglia si forma uno strato di combustibile di densità apparente ρ e spessore medio s : il tempo di permanenza medio dei rifiuti sulla griglia ( τ ) si può calcolare con la relazione: ρ sH τ = ------------ ṁ c H -----------Ag 13 IMPIANTO DI INCENERIMENTO dove: ṁ c H ------------ «carico» termico sulla griglia. Ag La potenza al focolaio vale ṁ c H = 7631 kW per cui il carico sulla griglia è ṁ c H ⁄ A g = 508,7 kW ⁄ m 2 e il carico di volume vale ṁ c H ⁄ V = 125,1 kW ⁄ m 3 : entrambi i valori rientrano nel campo usuale. Meno usato è il carico di superficie che compare in D' , significativo ai fini della manutenzione dei refrattari. Assumendo ρ = 200 kg ⁄ m 3 e s = 0,5 m si ottiene: 200 ⋅ 0, 5 ⋅ 2100 ⋅ 4, 186 508, 7 τ = ---------------------------------------------------------- = 1728s , cioè un tempo di permanenza dei rifiuti sulle griglie pari a mezz’ora. 0,25 0,20 τ ' = 0,7 J3 0,15 τ ' = 0,8 µ' J 0,10 2 τ ' = 0,9 0,05 τ ' = 0,95 0,00 0,0 0,5 4 1,0 1,5 J 2,0 1 J J5 2,5 3,0 D' Fig. 1.4 – Efficienza ridotta ( µ ' ) in funzione della densità ridotta ( D' ) di combustione e della temperatura ridotta ( τ ' ), nell’ipotesi di reattore ben mescolato. Sono indicati i cinque casi di tabella 1.1. Camera secondaria di combustione Nella camera si assume temperatura uniforme ( t PC ), temperatura di parete t pr = 900°C , dispersioni termiche tali che la potenza dispersa riferita all’area della superficie valga Q̇ d ⁄ A = 1500 kcal ⁄ ( hm 2 ) . 14 IMPIANTO DI INCENERIMENTO In questo caso si può scrivere: Q̇ d = ṁ f [c f' ( t C – t 0 ) – c f ( t PC – t 0 ) ] dove: c f' capacità termica massica dei fumi media tra t 0 e t C cf capacità termica massica dei fumi media tra t 0 e t PC . Mediante un calcolo interativo si ottiene: t PC = 930°C . Il tempo di permanenza dei fumi nella camera secondaria, ammettendo moto unidimensionale, si calcola con la: V PC V PC V PC T n V̇ PC ṁ f v f ṁ f v fn T PC τ PC = ---------- = ------------ = ------------------------ 1.5 dove: V PC volume della camera secondaria (45 m3) V̇ PC portata di volume dei fumi nella camera secondaria ṁ f portata di massa dei fumi calcolata con la relazione: ṁ f = ṁ c ( ṁ f ⁄ ṁ c ) = 0,868 ⋅ 7,488 = 6,500 kg/s vf volume massico dei fumi, si calcola con la 1a legge di Gay Lussac, noto il valore nelle condizioni normali ( ρ fn = 1,272 kg ⁄ m 3 in tabella 1.2). Si ottiene: 45 ⋅ 273 6,5 ⋅ 0,786 ⋅ 1203 τ = ------------------------------------------ = 2s La camera risulta quindi sufficientemente dimensionata; la temperatura t PC è sufficiente secondo i limiti attuali e può essere innalzata azionando bruciatori secondari a combustibile convenzionale. 15 IMPIANTO DI INCENERIMENTO Generatore di vapore a recupero Il generatore di vapore a recupero è uno scambiatore di calore fumi – acqua inserito nel generatore di calore a combustione di figura 1.2. Primo canale Lo scambio termico avviene solo per irraggiamento tra i fumi a t 1 e la parete esterna dei tubi, la cui temperatura differisce di δ t p (tabella 1.1) da quella del vapor saturo (vedi CALCOLI DI SECONDA APPROSSIMAZIONE in 1.3). A causa dello scambio termico i fumi si raffreddano dalla temperatura di ingresso t PC alla temperatura media t 1 . Questo è il significato della relazione ottenuta applicando il principio di conservazione dell’energia al sistema aperto costituito dal primo canale in cui i fumi scambiano con la faccia interna delle pareti la potenza Q̇ ; di conseguenza il flusso di entalpia Ḣ = ṁ h associato ai fumi scende dal valore di ingresso ( Ḣ i ) a quello di uscita ( Ḣ u ). Q̇ = Ḣ i – Ḣ u = ṁ f [c f' ( t PC – t 0 ) – c f ( t 1 – t 0 ) ] = σ A ε fp ( T 14 – T p4) 1.6 dove: c f' capacità termica massica dei fumi media tra t 0 e t PC cf capacità termica massica dei fumi media tra t 0 e t 1 . Dalla (1.6) si ottiene per tentativi t 1 = 726°C . Si noti che la potenza persa dai fumi arriva tutta alla parete formata dai tubi, ma non tutta al vapore perché una piccola parte viene dispersa dalle pareti esterne del canale. Secondo canale Con analogo procedimento si scrive: ṁ f [c f' ( t 1 – t 0 ) – c f ( t 2 – t 0 ) ] = σ A ε fp ( T 24 – T p4) 1.7 da cui si ottiene per tentativi t 2 = 620°C . Terzo canale (prima parte) Del terzo canale si considera qui solo la prima parte in cui lo scambio avviene per irraggiamento; con il solito procedimento si scrive: ṁ f [c f' ( t 2 – t 0 ) – c f ( t 3' – t 0 ) ] = σ A ε fp ( T 3'4 – T p4) 1.8 da cui si ottiene mediante successive iterazioni t 3' = 568°C . Terzo canale (seconda parte) Qui si trova il surriscaldatore del vapore nel quale la temperatura è variabile tra l’ingresso e l’uscita. Lo scambio termico avviene tra i fumi, il surriscaldatore (che è 16 IMPIANTO DI INCENERIMENTO un banco di tubi trasversale al moto dei fumi) e le pareti verticali rivestite di tubi evaporativi: essendo le temperature relativamente basse e piccola la dimensione caratteristica ai fini dell’irraggiamento, si assume che lo scambio termico avvenga per sola convezione con fumi isotermi, ma nonostante questa energica semplificazione si è lontani (vedi CALCOLI DI SECONDA APPROSSIMAZIONE in 1.3) dalla trattazione degli scambiatori di calore. Si ottiene dopo alcuni calcoli di tentativo t 3 = 469°C . Quarto canale Oltre ai tubi di parete evaporanti si trova un banco evaporante trasversale in quanto la temperatura è sufficientemente bassa per non avere scorie fuse e al tempo stesso si vuole riempire il volume di superficie di scambio per ridurre gli ingombri. In questo caso la complicazione rispetto alla teoria degli scambiatori (vedi CALCOLI DI SECONDA APPROSSIMAZIONE in 1.3) deriva dal fatto che il fluido freddo è suddiviso tra due superfici con diverso coefficiente di scambio. Si ottiene la temperatura dei fumi in uscita t 4 = 306°C dopo alcune iterazioni. Economizzatore Si tratta di un banco convettivo in cui sono note le temperature di ingresso dei due fluidi: si applica il metodo ε – NTU che nel caso attuale (correnti incrociate, un solo fluido miscelato) fornisce la relazione 1.9: – NTU ε = 1–e ⁄ Ċ min Ċ max 1–e – ----------------------------------------------------Ċ min ⁄ Ċ max 1.9 dove: ε efficienza, definita ε = Q̇ ⁄ ( Ċ min ( t i – t i' ) ) NTU numero di unità di trasporto, definita UA ⁄ Ċ min Ċ min è il minore tra ṁ c e m˙ ' c ' , Ċ max il maggiore tra ṁ c e m˙ ' c ' . Nel caso attuale il fluido non miscelato è l’acqua alla quale corrisponde: Ċ max = 9,582 kW ⁄ K per cui si ottiene: NTU = 0,48 ε = 0,33 Q̇ = 422 kW t 5 = 248°C , temperatura dei fumi in uscita. 17 IMPIANTO DI INCENERIMENTO 0,50 0,45 0,40 . . C min / C max = 0 J JJ4 J1 3 0,35 0,30 5 J 2 . . C min / C max = 1 0,25 ε 0,20 0,15 0,10 0,05 0,00 0,00 0,10 0,20 0,30 0,40 0,50 0,60 0,70 0,80 0,90 1,00 NTU Fig. 1.5 – Efficienza ε in funzione del numero di unità di trasporto NTU per correnti incrociate con una corrente ( C˙ min ) miscelata. Sono indicati i cinque casi di tabella 1.1. Risultati Una volta determinata la temperatura di scarico dal generatore di vapore a recupero vale la pena di rappresentare l’andamento della temperatura lungo il circuito dei fumi (fig. 1.6). 18 IMPIANTO DI INCENERIMENTO 1000 C 900 800 1 700 2 600 3r t [°C] 500 3c 400 4 t 300 ev surr = 234°C eco 200 100 0 0 100 200 300 400 500 600 700 800 900 1000 A [m2] Fig. 1.6 – Temperatura dei fumi ( t f ) e dell’acqua ( t t ) in funzione dell’area ( A ) della superficie di scambio, nel caso di riferimento. Questa figura corrisponde ai tipici diagrammi caratteristici degli scambiatori di calore: ha un’informazione in meno in quanto non compare l’andamento della temperatura dei fumi nelle zone assunte isoterme. Inoltre l’andamento della temperatura del fluido freddo (in questo caso il fluido termovettore acqua – vapore) è reso complicato dalla geometria delle superfici di scambio. Il legame energetico complessivo tra fluido caldo e fluido freddo appare nella figura 1.7a in cui al ciclo Rankine è accostata l’isobara di raffreddamento dei fumi: le aree sottese rappresentano la potenza termica persa dai fumi nei singoli tratti, e corrispondono alle aree della figura 1.6, ma non sono nelle stesse proporzioni di queste ultime a causa delle variazioni del coefficiente globale di scambio e dell’effetto delle dispersioni. Nella figura 1.7b è rappresentato il solo ciclo Rankine sul diagramma di Mollier, in forma qualitativa per rendere più chiaro il bilancio energetico dell’impianto a vapore: la portata viene inviata al degasatore dove serve a degasare l’acqua proveniente dal condensatore e a riscaldarla da B a L. Dal bilancio di massa e di energia del degasatore si ottiene: ( ṁ t – ṁ d ) ( h L – h B ) = ṁ d ( h V – h L ) per cui: 19 IMPIANTO DI INCENERIMENTO hL – hB ṁ d ------- = ---------------hV – hB ṁ t e quindi: potenza termica ricevuta dall’esterno Q̇ 1 = ṁ t ( h E – h L' ) ; potenza termica ceduta all’aria h V – h L ( h – hA ) ; Q̇ 2 = ( ṁ t – ṁ d ) ( h F – h A ) = ṁ t --------------- h V – hB F potenza meccanica di espansione hV – hL L̇ e = ṁ t ( h E – h V ) + ( ṁ t – ṁ d ) ( h V – h F ) = ṁ t h E – h V + ---------------( h – hF ) ; hV – hB V potenza meccanica di compressione hV – hL L̇ c = ( ṁ t – ṁ d ) ( h B – h A ) + ṁ t ( h L' – h L ) = ṁ t ---------------( h – h ) + h L' – h L . hV – hB B A I valori delle entalpie sono: punto A h [ kJ/kg ] 206,9 B L L’ E V F 207,2 545,3 548,3 3041,4 2700,5 2351,9 per cui si ottiene, supponendo funzionanti due linee: ṁ d ------- = 0,1356 ṁ t Q̇ 1 = 11080kW Q̇ 2 = 8241kW L̇ e = 2854kW L̇ c = 14,5 kW . 20 IMPIANTO DI INCENERIMENTO 1400 t C t 1200 PC t1 1000 t 2 t 3' 2 T [K] 3 600 5 400 3r t4 t F 1 t 800 3c t eco D ev 4 C 1.7a E V L,L' A,B 0 F t co 200 0 tad 2 4 6 8 10 . S [kW/K] 12 14 16 18 E D V . m d . F mt h . . 1.7b mt - md C L' L B A s Fig. 1.7 – Ciclo Rankine nel caso di riferimento: a) diagramma temperatura ( t ) e flusso di entropia ( S˙ ) con indicazione dell’isobara a pressione ambiente di raffreddamento dei fumi; b) diagramma qualitativo entalpia massica ( h ) e entropia massica ( s ). 21 IMPIANTO DI INCENERIMENTO La parte finale della tabella 1.1 riporta rendimenti e perdite di un generatore di calore a combustione: i calcoli sono stati eseguiti per una linea in quanto le altre due sono uguali e il ricongiungimento avviene lato fumi a monte del ventilatore e lato vapore a monte della turbina. Il rendimento è calcolato con il metodo indiretto e con il metodo diretto: l’identità dei valori risultanti richiede qualche spiegazione. Il rendimento indiretto ( η i ) è basato sulla determinazione delle perdite per fumi caldi ( Pf ), per dispersioni ( P d ), per scorie calde ( P s ) e per incombusti solidi ( P is ) e gassosi (P ig ) cioè: η i = 1 – Pf – P d – P s – P is – P ig . La potenza persa per fumi caldi ( Q̇ f , tabella 1.1) è il flusso di entalpia all’uscita dall’economizzatore. Nel caso attuale P s ,P is ,P ig sono trascurabili tenuto conto che le cifre significative del rendimento sono due. La potenza dispersa ( Q̇ d ) è ottenuta dal bilancio energetico del generatore di calore considerato in figura 1.1, con la relazione: Q̇ d = Ḣ i – Ḣ u – Q̇ t dove: Ḣ i flusso di entalpia iniziale dei fumi (coincide con la potenza al focolaio ṁ c H ) Ḣ u flusso di entalpia finale dei fumi (coincide con la potenza persa per fumi caldi Q̇ f ) Q̇ t potenza acquisita dal fluido termovettore (nota in quanto sono conosciute la portata e la temperatura di ingresso nell’economizzatore, ed è stata calcolata la temperatura di surriscaldamento). Il rendimento indiretto η i = 1 – Pf – P d con queste ipotesi non può che coincidere con il rendimento diretto η d = Q̇ t ⁄ ṁ c H . L’attendibilità del calcolo di verifica non può quindi derivare dal confronto dei rendimenti, ma dai valori dei termini che risultano come conseguenza del bilancio, senza essere stati calcolati autonomamente. Il primo è la potenza Q̇ dparGV dispersa dalle pareti del generatore di vapore (riportata nella tabella 1.1 alla fine) che si ottiene dalla: Q̇ dparGV = Q̇ d – Q̇ dC – Q̇ dPC 22 IMPIANTO DI INCENERIMENTO dove: Q̇ dC potenza dispersa dalla camera primaria, ottenuta moltiplicando la superficie per una potenza areica fornita dall’esperienza (tabella 1.1) per cui Q̇ dC = 107,27 ⋅ 1,744 = 187 kW Q̇ dPC potenza dispersa dalla camera secondaria, ottenuta moltiplicando la superficie per la potenza areica suddetta Q̇ dPC = 70 ⋅ 1,744 = 122 kW . Risulta che la potenza dispersa dalle pareti del generatore di vapore è Q̇ dparGV = 204kW che dà origine ad una perdita P dGV = 0,027 : questa perdita è considerata ragionevole in quanto un po’ superiore a quella dei generatori di vapore di pari potenza non a recupero che sono più compatti. L’altro termine critico per l’attendibilità della verifica è la potenza scambiata nel circuito evaporante del generatore di vapore; questa potenza si calcola con la relazione: Q̇ t, ev = Q̇ t – Q̇ t, eco – Q̇ t, surr dove: Q̇ t potenza termica acquisita dal fluido termovettore nel generatore di vapore Q̇ t, eco potenza termica acquisita dal fluido termovettore nell’economizzatore Q̇ t, surr potenza termica acquisita dal fluido termovettore nel surriscaldatore. La potenza termica acquisita nel circuito evaporante viene dedotta dagli altri tre valori calcolati autonomamente: la sua attendibilità è data dal fatto che la potenza areica risultante dividendo Q̇ t, ev per l’area dell’intera superficie di scambio evaporante risulta: Q̇ t, ev ⁄ A = Q̇ t, ev ⁄ ( A WY + ∑ ( A π ⁄ 2 ) + ∑ A a + A b, 4 ) = = ( 5540 – 422 – 529 ) ⁄ [ 29,0 + ( 119,4 + 102,6 + 61,8 ) ⋅ π ⁄ 2 + + 71 + 156 + 145 ] = 4589 ⁄ 847 = 5 kW ⁄ m 2 cioè un valore normale per apparecchi relativamente piccoli e «difficili» come quello considerato. L’impianto di incenerimento funziona con due linee uguali (fig. 1.1) per cui si ottiene il bilancio energetico di figura 1.8 dove la potenza ceduta dal condensatore Q̇ 2 è calcolata con la relazione: hV – hL Q̇ 2 = ṁ t ---------------( h – h A ) = 8241kW hV – hB F 23 IMPIANTO DI INCENERIMENTO mentre la potenza elettrica ai morsetti della macchina E˙ ' è calcolata con la: E˙ ' = L̇ e η m η e dove: L̇ e potenza meccanica di espansione η m rendimento meccanico, η e rendimento elettrico. Risulta quindi dispersa nell’ambiente la potenza: Q̇ d, mo = L̇ e – Ė = L̇ e ( 1 – η m η e ) = 2854 ⋅ ( 1 – 0,95 ⋅ 0,97 ) = 224kW. La potenza elettrica Ė uscente dalla superficie di controllo è minore di quella ai morsetti perché si è derivata la potenza Ė p = 15,7 kW per azionare le pompe che richiedono L̇ c . Risulta quindi dispersa nell’ambiente la potenza: Q̇ d, op = Ė p – L˙c = Ė p ( 1 – η m η e ) = 15,7 ⋅ ( 1 – 0,95 ⋅ 0,97 ) = 1,2 kW . Si noti che Ė p è solo una parte della potenza elettrica degli ausiliari dell’impianto, che è di circa 800 kW, di cui: – 2 ventilatori dei fumi 2 ⋅ 115 kW; – 3 ventilatori dell’aerocondensatore 3 ⋅ 40 kW. Queste potenze non figurano nel bilancio di figura 1.8 perché sono esterne alla superficie di controllo. 24 IMPIANTO DI INCENERIMENTO . . 2Qd 2Qf [1028] (7) [3154] (21) . Qc [8241] (54) . . Qd,mo 2mcH [224] (1) [15262] (100) . E . Qd,op [1,2] (0) . [2614] (17) Ep [15,7] (0) Fig. 1.8 – Diagramma a fiume per l’impianto di incenerimento funzionante con due linee nel caso di riferimento [kW] (%). Il bilancio di massa dell’impianto di incenerimento consente di determinare l’efficienza di incenerimento in massa ε m : ε m = 1 – ( m s + m cev ) ⁄ m c dove: ms portata di scorie m cev portata di ceneri volanti separata. Nel caso attuale è ε m = 0,77 , cioè la frazione in cenere dei rifiuti, nota a priori. Le cifre significative non sono influenzate dal fatto che la massa raccolta dall’impianto non è esattamente m ce in quanto una minima parte delle ceneri volanti esce al camino, infatti le ceneri sono il 23% in massa dei rifiuti, le ceneri volanti sono 0,1⋅23=2,3%, le ceneri volanti non trattenute sono 0,02⋅2,3=0,046%=0,00046 dei rifiuti. L’efficienza in volume ε v : ε v = 1 – ( V s + V cev ) ⁄ V c dove: Vs portata in volume di scoria di densità apparente ρ s = ms ⁄ V s 25 IMPIANTO DI INCENERIMENTO V cev portata in volume di ceneri volanti con densità apparente ρ cev = mcev ⁄ V cev ≈ ρ s εv è maggiore di ε m perché la densità della scoria è circa tripla di quella del rifiuto, per cui: ρc m s + m cev ρ c ε v = 1 – --------------------- ---- = 1 – ( 1 – ε m ) ---- = 1 – ( 1 – 0,77 ) ⁄ 3 = 0,92. ρs ρs mc Nell’impianto in esame la scoria (0,207 m c ) viene trattata separando il materiale ferroso e la frazione inferiore a 30mm che viene ceduta a industrie che la riutilizzano; la parte restante è inviata in discarica. In una discarica più costosa devono essere mandate le ceneri volanti abbattute nel generatore di vapore, nel precipitatore e nel depuratore: questa piccola frazione (0,023 m c ) concentra le sostanze più inquinanti. Il bilancio della quantità di moto mette in evidenza il contributo preponderante delle resistenze al moto lato fumi e lato acqua che richiedono una potenza elettrica per ausiliari pari a 800 kW, dei quali 15,7 sono usati per le pompe. Il circuito fumi è mantenuto in depressione crescente dalla camera di combustione fino all’ingresso nel ventilatore, che è aiutato dal tiraggio del camino: ai fini dei calcoli delle caratteristiche del fumo si assume che la pressione sia ovunque quella normale (la depressione massima è circa 500 Pa all’aspirazione del ventilatore, la pressione massima è circa 3000 Pa alla mandata). Si assume pressione uniforme anche lato acqua, alta pressione: qui l’incidenza relativa delle resistenze al moto è più elevata, pari a circa il 10% della pressione assunta per il fluido termovettore nel corpo cilindrico(30 bar), con il massimo a valle della pompa e il massimo negativo in ingresso alla turbina. Il bilancio dell’energia considerando due delle linee funzionanti con continuità nelle condizioni di riferimento (caso1 di tabella 1.1 ) mette in evidenza che l’impianto (fig. 1.8 ) è una centrale termoelettrica con potenza lorda Ė el = 2630 kW e potenza netta Ė e = 2630 – ( 800 + 15,7 ) = 1814,3 kW : il rendimento elettrico lordo vale 0,17, mentre il rendimento elettrico netto è 0,12 cioè un valore normale per impianti di questa taglia ed età. Il bilancio economico viene qui trattato in modo molto semplificato, allo scopo di determinare l’ordine di grandezza. Le entrate sono determinate dal prezzo di conferimento dei rifiuti solidi urbani e dal prezzo di vendita dell’energia elettrica; le uscite dipendono dal costo del personale, della manutenzione, dei materiali di consumo, dei conferimenti in discarica. Assumendo funzionamento continuo di due linee nelle condizioni di riferimento si ottiene che vengono inceneriti m˙ c = 2 ⋅ 0,868 ⋅ 3600 ⋅ 24 ⋅ 365 = 54.746.496 kg/a e vengono prodotti Ė e = 1814,3 ⋅ 24 ⋅ 365 = 15.893.268 kWh/a. Assumendo 120 L/kg per il conferimento dei rifiuti e 287 L/kWh per la cessione di energia elettrica, si ottiene il ricavo annuo 6569+4561 = 11.130 ML/a. 26 IMPIANTO DI INCENERIMENTO Ancora maggiore è l’incidenza della parte elettrica nella situazione, valida nell’anno 2000, in cui si acquista energia elettrica ad un prezzo minore di quello di cessione: conviene cedere la energia elettrica lorda e acquistare quella per gli ausiliari. In tal caso il diagramma di figura 1.8 e lo schema di figura 1.1 devono essere modificati di conseguenza. Le uscite dipendono essenzialmente dai costi del personale, di manutenzione (2000 ML/a), di smaltimento scorie (0,207 m c ) e ceneri (0,023 m c ). Sulla manutenzione incide molto il rifacimento delle pareti in refrattario; il costo di smaltimento scorie è valutato 200L/kg⋅11.333.250kg/a = 2.267 ML/a, il costo di smaltimento ceneri 250L/kg⋅1.259.250kg/a = 315 ML/a. 1.3 STUDI DI SENSIBILITÀ Il caso di riferimento ha permesso di legare le grandezze di ingresso con le grandezze di uscita che interessano questo studio. Tra le grandezze di ingresso hanno particolare interesse le variazioni di indice d’aria e di potere calorifico: infatti nella pratica impiantistica l’indice d’aria cambia perché varia il rapporto tra la portata d’aria e la portata di combustibile, per esempio per effetto dell’irregolarità della portata di rifiuti entranti nel focolaio. Inoltre è prevedibile che il potere calorifico dei rifiuti solidi urbani cresca come avviene da alcuni decenni per tendenza generale (ad esempio maggior uso di imballaggi) e per motivi specifici (ad esempio raccolta differenziata). A proposito di questi studi di sensibilità bisogna notare che non sempre è possibile far variare una sola grandezza senza dover intervenire su altre. Nei quattro casi esaminati oltre a quello di riferimento indicato con 1 nella figura 1.9, si sono mantenute fisse la pressione di evaporazione dell’acqua (30bar) e quindi la temperatura dell’acqua satura (234°C) nei tubi evaporanti, e la temperatura di parete dei refrattari (900°C) della camera primaria e della camera secondaria. La potenza dispersa è realisticamente mantenuta costante: ammonta a 514 kW di cui 204 kW nel generatore di vapore di una linea.Nei casi 2, 3, 4, 5 si è fatta variare la portata di acqua m˙ t e quindi la temperatura di surriscaldamento del vapore t E : infatti esiste un solo insieme di quattro valori compatibili per m˙ t , t E , la potenza ceduta dai fumi( Ḣ i, C – Ḣ u, eco ) e la potenza dispersa Q̇ d . Rimane da scegliere il criterio di variazione di m˙ t e t E : si è assunta come grandezza significativa, la ascissa di figura 1.9, il flusso di entalpia Ḣ u, PC dei fumi all’uscita dal postcombustore e quindi all’ingresso nel generatore di vapore a recupero. Nella figura 1.9 sono riportati i valori usati nel caso di riferimento (1) e negli studi di sensibilità all’indice d’aria (2, 3) e al potere calorifico (4, 5). 27 IMPIANTO DI INCENERIMENTO Caso 550 500 4 J 3 2 1 5 J J . Q 5 d 450 6 400 350 [°C] [kW] 300 250 200 150 J J J J J J J J t J J E . mt 4 3 [kg/s] 2 100 1 50 0 5000 6000 7000 . H u,PC 8000 9000 0 10000 [kW] Fig. 1.9 – Potenza dispersa ( Q̇ d ), portata di acqua –vapore ( m˙ t ), temperatura finale di surriscaldamento ( t E ) in funzione del flusso di entalpia associato ai fumi all’uscita dal postcombustore ( Ḣ u, PC ) nei casi seguenti: CASO 1 2 3 4 5 H [ MJ/kg ] 8,79 8,79 8,79 6,70 11,72 n 1,935 1,667 1,400 1,858 1,935 Calcoli di seconda approssimazione Sono qui riportati i calcoli che avrebbero appesantito eccessivamente il caso di riferimento perché non corrispondono a trattazioni correnti nei corsi di Fisica tecnica e Impianti termotecnici. La tabella 1.2 contiene i calcoli della combustione, basati sulle considerazioni seguenti. La composizione elementare del combustibile è legata al potere calorifico inferiore attraverso i valori della tabella; a partire dalla composizione si determina l’aria teorica in massa a t con la: m at ( 32 ⁄ 12 )x C + 8x H + x S – x O ------- = a t = ---------------------------------------------------------------0,232 mc dove: 28 IMPIANTO DI INCENERIMENTO x i frazione in massa del componente i-esimo. Noto l’indice d’aria n si calcola il contenuto di ossigeno in volume y O2 nei fumi secchi con la: y O2 = 0,21 ( n – 1 ) ⁄ n . Il rapporto tra le masse di aria e di combustibile ma ⁄ m c = a vale: ma ⁄ m c = a = na t . Il rapporto tra le masse di fumo e combustibile m f ⁄ m c si calcola con la: m f ⁄ m c = 1 + na t – x ce . A questo punto si può determinare la composizione dei fumi in massa con le relazioni seguenti che forniscono il contributo di ciascun componente i . COMPONENTE m i ⁄ m c ( kg ⁄ kg c ) m i ⁄ m f ( kg ⁄ kg f ) azoto 0,768 a + x N ( 0,768 a + x N )m c ⁄ m f ossigeno 0,232 ( a – a ⁄ n ) 0,232 ( a – a ⁄ n )m c ⁄ m f anidride carbonica 44 x C ⁄ 12 ( 44 x C ⁄ 12 )m c ⁄ m f acqua 9x H + x H2 O ( 9x H + x H2 O )m c ⁄ m f anidride solforosa 2x S 2x S ( m c ⁄ m f ) Determinata la composizione dei fumi in massa è possibile calcolare la capacità termica massica c f quando siano note le capacità termiche massiche dei componenti (l’argomento è trattato più avanti prima della tabella 1.2). Viene poi calcolata l’aria teorica in volume: xC ⁄ 12 + 0, 5 xH ⁄ 2 + xS ⁄ 32 – xO ⁄ 32 V at - 22, 4 . ------- = a vt = ------------------------------------------------------------------------------------0,21 mc L’aria effettiva in volume vale: a v = n a vt . A questo punto è possibile calcolare la composizione dei fumi in volume con le relazioni seguenti che forniscono il contributo di ciascun componente i . 29 IMPIANTO DI INCENERIMENTO COMPONENTE V i ⁄ m c [ m 3 ⁄ kg c ] V i ⁄ V f [ m 3 ⁄ m 3f ] azoto a 0,79 + 22,4 x N ⁄ 28 ( a 0,79 + 22,4 x N ⁄ 28 ) m c ⁄ V f ossigeno ( a – a t ) 0,21 ( a – a t ) 0,21 m c ⁄ V f anidride carbonica 22,4 x C ⁄ 12 ( 22,4 x C ⁄ 12 ) m c ⁄ V f vapore d’acqua 22,4 ( x H + 2x H2 O ⁄ 18 ) ⁄ 2 [ 22,4 ( x H + 2x H2 O ⁄ 18 ) ⁄ 2 ]m c ⁄ V f anidride solforosa 22,4 x S ⁄ 32 ( 22,4 x S ⁄ 32 ) m c ⁄ V f Il volume normale dei fumi riferito alla massa di combustibile vale: Vf ----- = [ x C ⁄ 12 + 0,5 ( x H + 2x H2 O ⁄ 18 ) + x S ⁄ 32 ] ⋅ 22, 4 + mc + ( a ⋅ 0, 79 + 22, 4x N ⁄ 28 ) + ( a – a t ) ⋅ 0, 21 La densità dei fumi in condizioni normali si determina con la relazione: mf ⁄ m c Vf ⁄ m c ρ fn = ---------------- ottenendo nel caso di riferimento ρ fn = 1,278 kg ⁄ m 3 . La densità normale dei fumi si calcola anche, per verifica, con l’equazione di stato dei gas perfetti: ρ fn = p n ( 28y N2 + 32y O2 + 44y CO2 + 18y H2 O + 64y SO2 ) ⁄ RT n dove: p n = 101325 Pa y i frazione in volume del componente i-esimo nei fumi, pari a ( Vi ⁄ m c ) ⁄ ( V f ⁄ m c ) R = 8315 J/kg K T n = 273,15 K . Nel caso di riferimento si ottiene ρ fn = 1,272 kg ⁄ m 3 . Nota la portata di massa del combustibile m˙ c si determina la portata di massa di fumi con la: 30 IMPIANTO DI INCENERIMENTO mf m˙ f = m˙ c ----- . mc La temperatura teorica di combustione t ad si calcola con la 1.1. La capacità termica massica a pressione costante dei fumi si calcola ricordando che per un corpo di massa m , formato da componenti di massa m 1 ,m 2 ,… con capacità termica massica a pressione costante c 1 ,c 2 … vale la relazione: Q2 m2 Q1 m1 Q1 + Q2 + … Q - ------ + ---------- ------ + … = c 1 x 1 + c 2 x 2 + … - = ---------c = --------- = ------------------------------m1 δ t m m2 δ t m mδt mδt dove: Q1 quantità di calore fornita a m 1 per scaldarla di δ t x 1 = m 1 ⁄ m frazione in massa di m , costituita da m 1 . Essendo il calore una funzione estensiva, la capacità termica massica dei fumi è la somma delle capacità termiche massiche dei componenti pesate sulla frazione in massa di ciascuno. L’effetto della composizione si vede nella tabella 1.2. L’effetto della temperatura si tiene in conto esprimendo la capacità c i del generico componente i in funzione della temperatura con la funzione: c i ( 0°C,t ) = a i t 6 + b i t 5 + c i t 4 + d i t 3 + e i t 2 + f i t + g i . I valori delle costanti riportati nella tabella 1.3 valgono per i componenti indicati e per capacità del componente i-esimo c i ( 0°C,t ) cioè media tra 0°C e t : con questi valori si può esprimere la funzione c f ( 0°C,t ) che risulta piuttosto complicata e non direttamente utilizzabile nel nostro caso in quanto si è assunta t 0 = 25°C come riferimento per la entalpia dei fumi, per coerenza con la temperatura di riferimento del potere calorifico. La capacità termica massica dei fumi media tra t 0 e t è definita: t ∫ cf ( t )dt t 0 c f ( t 0 , t ) = ------------------t – t0 1.10 dove: c f ( t ) capacità termica massica alla temperatura t . Di solito è noto il valore medio c i ( 0°C,t ) piuttosto che quello puntuale c i ( t ) in quanto il primo permette il calcolo diretto dell’entalpia: il secondo è però necessario nel nostro caso per il calcolo del numero di Prandtl (vedi tabelle 1.5, 1.6), per cui occorre risalire dai valori medi a quelli puntuali con la relazione seguente: 31 IMPIANTO DI INCENERIMENTO [ c i ( 0°C,t + δ t ) ] ( t + δ t ) – [ c i ( 0°C,t ) ]t c i ( t ) = ---------------------------------------------------------------------------------------------δt dove: δ t differenza di temperatura, in pratica il valore minimo compatibile con la stabilità del calcolo. Nella figura 1.3 si vede la differenza tra valori medio e puntuale, per una data composizione dei fumi. Nel caso si deve cambiare la temperatura di riferimento per il calcolo del valore medio c f ( t 0 ,t ) passando da t 0 = 0°C a t 0' = 25°C : questo può essere fatto usando la (1.10) direttamente se si conosce c f ( t ) oppure indirettamente scrivendo: t0 t t 0' ∫ cf ( t )dt ' – t t t–t t0 t0 0 0 - -----------0- = c f ( t 0', t ) = ---------------------------------------------+ ------------------- = ------------------------ -------------t – t 0 t – t 0' t 0 ' – t 0 t – t 0' t – t 0' ∫ cf ( t )dt + ∫ cf ( t )dt t 0' – ∫ c f ( t )dt t t0 t–t t 0' – t 0 = c f ( t 0 , t ) -----------0- – c f ( t 0 , t 0' ) -------------t – t 0' t – t 0' Le grandezze della tabella 1.2 sono usate come dati di ingresso in molte formule, precedenti e successive. 32 IMPIANTO DI INCENERIMENTO Tab. 1.2 – Calcoli della combustione nel casi di riferimento (1) e per studi di sensibilità a indice d’aria (2, 3) e potere calorifico (4, 5) CASO 1 2 3 4 5 H [ kcal/kg ] 2100 2100 2100 1600 2800 H [ MJ/kg ] 8,79 8,79 8,79 6,70 11,72 n 1,935 1,667 1,400 1,858 1,935 COMPOSIZIONE COMBUSTIBILE IN MASSA x [ kg ⁄ kg c ] E DATI CONSEGUENTI carbonio x C 0,270 0,270 0,270 0,216 0,350 idrogeno x H 0,036 0,036 0,036 0,029 0,046 ossigeno x O 0,202 0,202 0,202 0,162 0,262 zolfo x S 0,002 0,002 0,002 0,001 0,002 azoto x N 0,000 0,000 0,000 0,000 0,000 acqua x H2 O 0,260 0,260 0,260 0,342 0,190 ceneri x ce 0,230 0,230 0,230 0,250 0,150 at 3,472 3,472 3,472 2,777 4,493 ma ⁄ mc 6,718 5,786 4,861 5,162 8,694 mf ⁄ mc 7,488 6,556 5,631 5,912 9,544 COMPOSIZIONE FUMI IN MASSA [ kg ⁄ kg c ] , RIFERITA ALLA MASSA DEL COMBUSTIBILE azoto 5,159 4,444 3,733 3,964 6,677 ossigeno 0,753 0,537 0,322 0,553 0,975 anidride carbonica 0,991 0,991 0,991 0,793 1,283 vapor d’acqua 0,581 0,581 0,581 0,599 0,606 anidride solforosa 0,003 0,003 0,003 0,002 0,004 (continua) 33 IMPIANTO DI INCENERIMENTO CASO 1 2 3 4 5 COMPOSIZIONE FUMI IN MASSA [ kg ⁄ kg f ] azoto 0,689 0,678 0,663 0,671 0,700 ossigeno 0,101 0,082 0,057 0,094 0,102 anidride carbonica 0,132 0,151 0,176 0,134 0,134 vapore d’acqua 0,078 0,089 0,103 0,101 0,063 anidride solforosa 0,000 0,000 0,001 0,000 0,000 cf ( t0 ) 1,065 1,072 1,082 1,085 1,052 COMPOSIZIONE FUMI IN VOLUME [ m 3 ⁄ kg c ] , RIFERITA ALLA MASSA DI COMBUSTIBILE azoto 4,104 3,535 2,969 3,153 5,311 ossigeno 0,527 0,376 0,226 0,387 0,682 anidride carbonica 0,505 0,505 0,505 0,404 0,653 vapore d’acqua 0,723 0,723 0,723 0,745 0,754 anidride solforosa 0,001 0,001 0,001 0,001 0,001 COMPOSIZIONE FUMI IN VOLUME [ m 3 ⁄ m f3 ] : COINCIDE CON LA PRESSIONE PARZIALE azoto 0,700 0,688 0,671 0,672 0,718 ossigeno 0,090 0,073 0,051 0,083 0,092 anidride carbonica 0,086 0,098 0,114 0,086 0,088 vapore d’acqua 0,123 0,141 0,164 0,159 0,102 anidride solforosa 0,000 0,000 0,000 0,000 0,000 (continua) 34 IMPIANTO DI INCENERIMENTO CASO 1 2 3 4 5 DATI DI USO FREQUENTE y O2 [ % ] 10,147 8,4 6 9,7 10,147 ρ fn [ kg ⁄ m 3 ] 1,272 1,270 1,267 1,255 1,284 m˙ c [ kg ⁄ s ] 0,868 0,868 0,868 0,868 0,868 m˙ f [ kg ⁄ s ] 6,500 5,691 4,888 5,132 8,284 Tab. 1.3 – Coefficienti per il calcolo della capacità termica massica media tra 0°C e t , per tipici componenti dei fumi sostanza azoto ossigeno anidride carbonica anidride solforosa vapor d’acqua a -7,309E-21 2,005E-20 1,551E-20 -5,193E-21 1,896E-20 b 3,707E-17 -1,439E-16 -1,034E-16 3,975E-17 -1,243E-16 c -4,379E-14 4,075E-13 2,847E-13 -1,319E-13 3,033E-13 d -6,511E-11 -5,628E-10 -4,483E-10 2,673E-10 -3,067E-10 e 1,698E-07 3,449E-h07 4,318E-07 -4,121E-07 1,180E-08 f -1,344E-05 5,438E-05 1,023E-04 5,510E-04 2,775E-04 g 1,039 0,915 1,858 0,816 0,608 coefficiente Noti i dati sulla combustione è possibile passare ai calcoli dello scambio termico. Il generatore di vapore è formato da canali a forma di parallelepipedo (fig. 1.2): per i canali 1, 2 e 3r che hanno solo tubi di schermo alle pareti si è assunto che lo scambio termico avvenga per irraggiamento, trovando t 3r = 568°C nel caso di riferimento. Nelle zone successive del circuito fumi si è assunto che lo scambio termico avvenga per convezione, tenuto conto delle temperature e della presenza di tubi trasversali, oltre a quelli di parete. Lo scambio termico per irraggiamento è stato riportato al caso di due corpi grigi isotermi. Per il focolaio si è fatta una trattazione a parte mentre, a rigore, si sarebbero potute usare le stesse relazioni dei canali a radiazione: la classica teoria del reattore ben mescolato ha il vantaggio di fornire una relazione tra grandezze adimensionate che hanno un particolare significato impian- 35 IMPIANTO DI INCENERIMENTO tistico. Si può interpretare la figura 1.4 rilevando che il rendimento diminuisce al crescere della potenza al focolaio e della temperatura di parete, in accordo con l’intuizione e l’esperienza. L’interpretazione è riduttiva in quanto la relazione tra µ ' ,D' e τ ' è più ricca di contenuti, ma più astratta; nel nostro caso c’è poi una complicazione legata ad una delle ipotesi semplificative della teoria. Questa assume c f ( t 0 ,t ad ) = c f ( t 0 ,t C ) con il vantaggio di eliminare c f nell’ espressione del rendimento η c (1.3), ma producendo un flusso di entalpia all’uscita dal focolaio H˙ u ' diverso da quello che si otterrebbe senza la semplificazione. Se il calcolo prosegue oltre il focolaio è importante che H˙ u sia ottenuto dalla: H˙ i – H˙ u = m˙ f [ c f ( t 0 ,t ad ) ( t ad – t 0 ) – c f ( t 0 ,t C ) ( t C – t 0 ) ] invece che dalla: H˙ i – H˙ u ' = m˙ f [ c f ( t 0 ,t ad ) ] ( t ad – t C ) . In quanto il flusso di entalpia H˙ u ' non è coerente con il bilancio energetico e quindi non può essere usato in ingresso al postcombustore. Nella tabella 1.4 sono eseguiti i calcoli di emissività fumo - parete ε fp necessari per determinare lo scambio termico per irraggiamento nel focolaio e nei canali a radiazione. I calcoli sono piuttosto laboriosi perché devono essere eseguiti per ogni zona e per vari componenti dei fumi. Si assume che i prodotti della combustione siano un corpo grigio isotermo che scambia con una parete isoterma a emissività globale emisferica nota (fig. 1.10). Fig. 1.10 – Schema per lo scambio termico radiativo tra due corpi grigi isotermi di uguale area. La formula per lo scambio termico radiativo in questo caso assume la forma: Q̇ = ε fp σ A ( T 4 – T p4 ) 36 IMPIANTO DI INCENERIMENTO dove: ε fp = ( 1 ⁄ εf + 1 ⁄ ε p – 1 ) –1 A area della superficie, comune ai due corpi grigi. Il simbolo ε fp serve a esprimere in modo compatto il termine che raggruppa le emissività, dove: εf emissività dei fumi ε p emissività della parete. L’emissività della parete è una caratteristica del materiale della parete, del suo stato superficiale e della temperatura; nel caso in esame si assume 0,6 per le pareti refrattarie (a t p = 900°C ) e 0,9 per le pareti di acciaio (a circa 250°C). L’emissività dei fumi ε f si calcola partendo dalla constatazione per cui è uguale al fattore di assorbimento dei fumi in base alla legge di Kirchhoff ( ε f = a f ). Il fattore di assorbimento si calcola con la legge di Beer (fig. 1.11a): a f = 1 – e –α f L dove: α f coefficiente di assorbimento, dipendente dalla sostanza e dalla lunghezza d’onda della radiazione. La formulazione della legge di Kirchhoff con valori globali emisferici presuppone che i fumi si comportino come un corpo grigio con dimensione caratteristica L , per la quale si assume l’espressione: L = 0,88 ⋅ 4V ⁄ A dove: V volume irraggiante A area della superficie che racchiude V . L’uso della lunghezza equivalente L è basato su un ragionamento non ovvio: si considera una semisfera ideale contenente i fumi, con una parete perfettamente riflettente e isoterma con questi, e una superficie infinitesima dA al centro del piano di base (fig. 1.11b). Data la difficoltà del calcolo diretto dell’irradiazione, si passa ad una situazione più semplice immaginando che la semisfera sia vuota ed abbia superficie grigia con una emissività tale da riprodurre su dA l’irradiazione causata dal gas. L’irradiazione ( dE ⁄ dA ) i prodotta dalla semisfera grigia che emette con intensità uniforme i , vale: 37 IMPIANTO DI INCENERIMENTO dE ----- = π i = πε i n = εσ T 4 dA i dove: ε emissività globale emisferica del corpo grigio i n intensità della radiazione emessa da un corpo nero alla temperatura T ( in = σ T 4 ⁄ π ) . L’emissività del corpo grigio equivalente dipende dalle caratteristiche del gas, che emette se è capace di assorbire. La legge di Beer viene qui applicata al cono infinitesimo che proietta dA con il vantaggio di avere L uniforme per tutti gli elementi di area che compongono la semisfera grigia. Poiché nella realtà la situazione geometrica è diversa, si determina una lunghezza equivalente cioè il raggio della semisfera che produce su dA un’irradiazione pari a quella media del caso considerato. a) a) b) b) dx E E+dE T L L Fig. 1.11 – Assorbimento ed emissività di un volume: a) schema per il calcolo del fattore di assorbimento di un cilindro lungo L b) schema per il calcolo dell’irradiazione prodotta da una semisfera di raggio L nel suo centro. Il coefficiente di assorbimento si calcola considerando che la radiazione sia intercettata da ciascuna particella sferica che agisce attraverso la sua sezione frontale ( π d 2 ⁄ 4 ). Secondo lo schema della figura 1.12 nel tratto di spessore dx si trovano dn particelle indipendenti per cui si può scrivere: πd 2 dn -------dE 4 α f = – --------- = ----------------Edx Adx 38 IMPIANTO DI INCENERIMENTO dx E+dE E A Fig. 1.12 – Schema di volume infinitesimo contenente particelle che assorbono la radiazione in modo indipendente. Si assume che la concentrazione in volume dn ⁄ dV sia uniforme per cui vale n ⁄ V f e quindi: m n πd 2 m m 3 1 n πd 2 πd 2 n α f = ----- -------- = ----- ---- -------- = ----- -----------------3 -------- = ----- --- -----Vf m 4 Vf V Vf 4 4 πd f 2 ρd n ρ -------6 dove: m massa delle n particelle di densità ρ Vf volume dei fumi che contiene m . Risulta che α f è proporzionale alla concentrazione in massa di particelle nel volume dei fumi, inversamente proporzionale alla loro densità e dimensione. Ai fini del calcolo di a f si sommano i contributi dei coefficienti di assorbimento per cui nel caso attuale si ha: a f = 1 – e –( αcev + αg + αfu )L dove: α cev coefficiente di assorbimento delle particelle costituite dalle ceneri volanti αg coefficiente di assorbimento delle particelle costituite da molecole di gas 39 IMPIANTO DI INCENERIMENTO α fu coefficiente di assorbimento delle particelle costituite da fuliggine. Il coefficiente di assorbimento delle ceneri volanti viene calcolato assumendo che il 10% in massa delle ceneri sia disperso nei fumi sotto forma di particelle in sospensione (ceneri volanti) di diametro d=0,00015 m e densità ρ=2000 kg/m3, con concentrazione m cev ⁄ Vf : m m m m m cev --------- = 0,1 ------ce- = 0,1 ------ce- -----c -----f Vf mc mf Vf Vf dove: m ce ⁄ m c frazione in massa delle ceneri nel combustibile (si suddivide tra ceneri volanti e scorie) mf ⁄ Vf densità dei fumi alla temperatura assoluta T . In base ai coefficienti di assorbimento si determina il fattore di assorbimento a f dei fumi e l’emissività ε f dei fumi con le relazioni: a f = 1 – ( 1 – a cev ) ( 1 – a g ) ( 1 – a fu ) ε f = 1 – ( 1 – ε cev ) ( 1 – ε g ) ( 1 – ε fu ) L’emissività della fuliggine tiene conto dell’emissione con spettro continuo dovuta alle particelle di carbonio che bruciano: nel caso attuale si assume ε fu = 0,1 nel focolaio e valore nullo in tutti gli altri casi. L’emissività dei gas si calcola con la relazione: ε g = ε CO2 + ε H2 O – ∆ε dove: ε CO2 emissività dell’anidride carbonica ε H2 O emissività del vapore d’acqua ∆ε fattore di correzione. La trattazione è basata su quella fatta per le particelle, ma è complicata dal fatto che l’assorbimento avviene per bande (nell’infrarosso) e che c’è un effetto di interazione tra i due gas del quale tiene conto ∆ε . L’emissività è rappresentata in figura 1.12 in funzione della temperatura e di pL : i diagrammi sono di natura sperimentale, non si prestano ad una rappresentazione analitica e sono qualitativamente giustificabili solo per quanto riguarda pL . Infatti l’emissione presuppone l’assorbimento, il quale cresce con pL : se aumenta la pressione parziale p (cioè la concentrazione del gas) e la lunghezza dello strato di gas, cresce la probabilità che le particelle di gas (fig. 1.11) intercettino e assorbano la 40 IMPIANTO DI INCENERIMENTO radiazione. I dati sperimentali valgono per pressione atmosferica dei fumi e per pressione parziale bassa del gas assorbente (dell’ordine di 0,1) quale è nella realtà. Con riferimento al caso 1 e al primo canale si vede che: L = 1,59m , T = 726 + 273 = 999K , p H2 O L = 0,20 bar m per cui ε H2 O = 0,19 , p CO2 L = 0,14 bar m per cui ε CO2 = 0,11 minore della precedente. Il fattore di correzione dipende da: p H2 O ⁄ ( p H2 O + p CO2 ) = 0,59 e da ( p H2 O + p CO2 )L = 0,33 bar m. Risulta ∆ε = 0,029 riducendo del 10% la somma delle emissività, per cui ε g = 0,27 . Lungo il percorso dei fumi la temperatura diminuisce e quindi per mantenere la velocità circa costante il volume dei canali scende: l’emissività rimane circa costante perché gli effetti su T ed L quasi si compensano. 0,200 P CO2 L = 0,30 a tm 0,100 P CO2 L = 0, 030 a tm ε CO 2 P CO2 L = 0,0030 atm 0,010 m m 0,09 1 0,04 6 0,02 4 0 0,0,018 0,6 0,461 0,18 0,24 0,12 0,06 1 0, 12 0,000091 0,00 61 46 0 0,00 ,0024 0, 18 0,000015 0,00 12 0 0,00 91 061 m P CO L = 0,00 2 030 atm . m 0,003 500 1000 1500 2000 2500 3000 3500 4000 4500 5000 T [K] Fig. 1.13 – Emissività dei gas: a) emissività dell’anidride carbonica ε CO in funzione della temperatura T , e di p CO2 L 2 ( p CO2 pressione parziale (rispetto a 1 bar ≈ 1atm) dell’anidride carbonica; L lunghezza equivalente) 41 IMPIANTO DI INCENERIMENTO 0,700 P H2O L = 6,10 atm m P H2O L =0 ,18 0,100 atm m ε H2O 0,1 5 0,1 2 0,0 91 0,0 76 0,0 6 0,0 1 0,0 46 3 0 7 P H2 P H2 L O = 15 00 0, 0,007 250 500 m at 0,010 O L =0 ;02 4a tm 3,0 5 1,5 2 0,9 1 0,6 1 0,4 0,3 6 0,37 0,20 4 m ,03 0 0 0, ,00 0, 001 21 0 0,0 001 8 0 ,00 01 5 0, ,009 11 2 0, 007 1 6 0 00 0, ,00 61 0, 003 46 00 7 0,0 30 02 1 m 750 1000 1250 1500 1750 2000 2250 2500 T [K] Fig.1.13 – Emissività dei gas: b) emissività del vapore d’acqua ε H2 O in funzione della temperatura T , e di p H2O L ( p H2O pressione parziale (rispetto a 1 bar ≈ 1atm) del vapor d’acqua; L lunghezza equivalente) 0,07 0,07 ~ 125° C Tg ~ 0,06 0,05 ∆ε 0,06 (PCO2 + PH2O)L = 1,52 atm . m 0,04 0,05 0,07 0,06 1,52 atm . m 0,91 0,023 0,15 0,091 0,02 0,061 0,61 0,46 0,30 0,01 0,4 0,6 0,8 0,91 0,61 0,04 0,03 0,23 0,03 0,91 0,61 0,02 0,46 0,02 0,15 0,30 0,23 0,01 0,091 0,2 1,52 atm . m 0,05 0,04 0,03 0,00 0,0 Tg ≥ 930° C ~ 540° C Tg ~ 0,00 1,0 0,0 0,2 0,4 0,01 0,15 0,091 0,061 0,6 0,8 0,00 1,0 0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 1,0 PH20 / (PCO2 + PH2O ) Fig.1.13 – Emissività dei gas: c) fattore di correzione ∆ε in funzione delle pressioni parziali p CO2 e p H2O (riferite a 1bar ≈ 1atm) e della lunghezza equivalente L , per tre temperature T . 42 IMPIANTO DI INCENERIMENTO Tab. 1.4 – Emissività globali emisferiche ( ε ) seguendo il moto dei prodotti della combustione nel caso di riferimento (1) e per studi di sensibilità a indice d’aria (2, 3) e potere calorifico (4, 5) CASO 1 2 3 4 5 n 1,935 1,667 1,400 1,858 1,935 H [ kJ/kg ] 8790,6 8790,6 8790,6 6697,6 11720,8 CAMERA PRIMARIA (C) 1 2 3 4 5 a [m] 2 2 2 2 2 b [m] 7,5 7,5 7,5 7,5 7,5 h [m] 4,066 4,066 4,066 4,066 4,066 V [ m3 ] 61 61 61 61 61 A [ m2 ] 107,27 107,27 107,27 107,27 107,27 L [m] 2,00 2,00 2,00 2,00 2,00 t p [ °C ] 900 900 900 900 900 εp 0,6 0,6 0,6 0,6 0,6 GAS 1 2 3 4 5 t f [ °C ] 945 983 1021 921 975 p H2 O L [ bar m ] 0,25 0,28 0,33 0,32 0,20 ε H2 O 0,18 0,18 0,19 0,21 0,16 p CO2 L [ bar m ] 0,17 0,20 0,23 0,17 0,18 ε CO2 0,11 0,11 0,11 0,11 0,12 p H2 O -------------------------p H2 O + p CO2 0,59 0,59 0,59 0,65 0,54 (continua) 43 IMPIANTO DI INCENERIMENTO GAS 1 2 3 4 5 ( p H2 O + p CO2 )L 0,42 0,48 0,56 0,49 0,38 ∆ε 0,042 0,044 0,044 0,043 0,041 εg 0,25 0,25 0,26 0,28 0,24 CENERI VOLANTI 1 2 3 4 5 d cev [ µ m ] 150 150 150 150 150 ρ cev [ kg ⁄ m 3 ] 2000 2000 2000 2000 2000 m cev ⁄ V f [ kg ⁄ m 3 ] 0,0009 0,0010 0,0011 0,0012 0,0004 ε cev 0,009 0,010 0,011 0,012 0,004 FULIGGINE 1 2 3 4 5 ε fu 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 FUMI 1 2 3 4 5 εf 0,33 0,33 0,34 0,36 0,32 FUMI-PARETE 1 2 3 4 5 ε fp 0,27 0,27 0,28 0,29 0,26 PRIMO CANALE (1) 1 2 3 4 5 a [m] 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 b [m] 3,2 3,2 3,2 3,2 3,2 h [m] 12 12 12 12 12 V [ m3 ] 53,8 53,8 53,8 53,8 53,8 A [ m2 ] 119,4 119,4 119,4 119,4 119,4 L [m] 1,59 1,59 1,59 1,59 1,59 [ bar m ] (continua) 44 IMPIANTO DI INCENERIMENTO PRIMO CANALE (1) 1 2 3 4 5 t p [ °C ] 235,9 236,0 236,0 235,7 236,2 εp 0,9 0,9 0,9 0,9 0,9 GAS 1 2 3 4 5 t f [ °C ] 726 732 728 682 779 p H2 O L [ bar m ] 0,20 0,22 0,26 0,25 0,16 ε H2 O 0,19 0,195 0,2 0,21 0,17 p CO2 L [ bar m ] 0,14 0,16 0,18 0,14 0,14 ε CO2 0,11 0,105 0,11 0,105 0,11 p H2 O -------------------------p H2 O + p CO2 0,59 0,59 0,59 0,65 0,54 [ bar m ] 0,33 0,38 0,44 0,39 0,30 ∆ε 0,029 0,029 0,029 0,029 0,027 εg 0,27 0,27 0,28 0,29 0,25 CENERI VOLANTI 1 2 3 4 5 d cev [ µ m ] 150 150 150 150 150 ρ cev [ kg ⁄ m 3 ] h 2000 2000 2000 2000 2000 m cev ⁄ V f [ kg ⁄ m 3 ] 0,0011 0,0012 0,0014 0,0015 0,0005 ε cev 0,008 0,010 0,011 0,012 0,004 FUMI 1 2 3 4 5 εf 0,28 0,28 0,29 0,29 0,26 ( p H2 O + p CO2 )L (continua) 45 IMPIANTO DI INCENERIMENTO FUMI-PARETE 1 2 3 4 5 ε fp 0,27 0,27 0,28 0,28 0,25 SECONDO CANALE (2) 1 2 3 4 5 a [m] 0,85 0,85 0,85 0,85 0,85 b [m] 3,2 3,2 3,2 3,2 3,2 h [m] 12 12 12 12 12 V [ m3 ] 32,6 32,6 32,6 32,6 32,6 A [ m2 ] 102,6 102,6 102,6 102,6 102,6 L [m] 1,12 1,12 1,12 1,12 1,12 t p [ °C ] 235,1 235,0 235,0 234,9 235,3 εp 0,9 0,9 0,9 0,9 0,9 GAS 1 2 3 4 5 t f [ °C ] 620 614 597 572 680 p H2 O L [ bar m ] 0,14 0,16 0,18 0,18 0,11 ε H2 O 0,18 0,18 0,19 0,19 0,15 p CO2 L [ bar m ] 0,10 0,11 0,13 0,10 0,10 ε CO2 0,1 0,1 0,105 0,1 0,1 p H2 O -------------------------p H2 O + p CO2 0,59 0,59 0,59 0,65 0,54 [ bar m ] 0,23 0,27 0,31 0,27 0,21 ∆ε 0,013 0,015 0,017 0,014 0,013 εg 0,26 0,27 0,28 0,28 0,23 ( p H2 O + p CO2 )L (continua) 46 IMPIANTO DI INCENERIMENTO CENERI VOLANTI 1 2 3 4 5 d cev [ µ m ] 150 150 150 150 150 ρ cev [ kg ⁄ m 3 ] 2000 2000 2000 2000 2000 m cev ⁄ V f [ kg ⁄ m 3 ] 0,0012 0,0014 0,0016 0,0017 0,0006 ε cev 0,007 0,008 0,009 0,010 0,003 FUMI 1 2 3 4 5 εf 0,27 0,27 0,28 0,28 0,23 FUMI-PARETE 1 2 3 4 5 ε fp 0,26 0,26 0,27 0,27 0,22 TERZO CANALE, PARTE A RADIAZIONE (3r) 1 2 3 4 5 a [m] 1 1 1 1 1 b [m] 3,2 3,2 3,2 3,2 3,2 h [m] 6,6 6,6 6,6 6,6 6,6 V [ m3 ] 21,1 21,1 21,1 21,1 21,1 A [ m2 ] 61,8 61,8 61,8 61,8 61,8 L [m] 1,20 1,20 1,20 1,20 1,20 t p [ °C ] 234,9 234,8 234,8 234,7 235,1 εp 0,9 0,9 0,9 0,9 0,9 GAS 1 2 3 4 5 t f [ °C ] 568 557 535 519 631 p H2 O L [ bar m ] 0,15 0,17 0,20 0,19 0,12 (continua) 47 IMPIANTO DI INCENERIMENTO GAS 1 2 3 4 5 ε H2 O 0,18 0,19 0,21 0,21 0,16 p CO2 L [ bar m ] 0,10 0,12 0,14 0,10 0,11 ε CO2 0,105 0,105 0,105 0,1 0,1 p H2 O -------------------------p H2 O + p CO2 0,59 0,59 0,59 0,65 0,54 [ bar m ] 0,25 0,29 0,33 0,29 0,23 ∆ε 0,012 0,014 0,015 0,014 0,013 εg 0,27 0,28 0,30 0,29 0,24 CENERI VOLANTI 1 2 3 4 5 d cev [ µ m ] 150 150 150 150 150 ρ cev [ kg ⁄ m 3 ] 2000 2000 2000 2000 2000 m cev ⁄ V f [ kg ⁄ m 3 ] 0,0013 0,0015 0,0017 0,0018 0,0006 ε cev 0,008 0,009 0,010 0,011 0,004 FUMI 1 2 3 4 5 εf 0,28 0,29 0,31 0,30 0,24 FUMI-PARETE 1 2 3 4 5 ε fp 0,27 0,28 0,30 0,29 0,23 ( p H2 O + p CO2 )L Il calcolo della temperatura dei fumi è più complicato nelle zone in cui lo scambio avviene sia con i tubi evaporanti della parete che con i tubi di un banco trasversale: questa situazione si verifica sia nel canale 4 dove anche il banco è evaporante 1.15, che nel canale 3 (seconda parte) dove il banco è il surriscaldatore 1.16. 48 IMPIANTO DI INCENERIMENTO Lo scambio termico con i fumi è convettivo e, nel caso del banco, avviene in corrispondenza a deflusso trasversale sulla superficie esterna. Il coefficiente di scambio h si calcola con una formula basata sull’analisi dimensionale in cui le costanti sono state determinate per banchi convettivi di generatori di vapore: N Nu = 0,287 f d N Re0,61 N Pr1 ⁄ 3 dove: N Nu = hd ⁄ k numero di Nusselt, basato sul diametro esterno del tubo f d fattore di disposizione dei tubi, dipendente dai passi dei tubi e dal numero di Reynolds (fig. 1.14) N Re = ṁ f d ⁄ ( A min µ) numero di Reynolds, in cui A min è l’area minima di passaggio dei fumi (fig. 1.16a, 1.17a) N Pr = c p µ ⁄ k numero di Prandtl, calcolato con i valori di figure 1.3 e 1.15 alla temperatura di riferimento ( t rif ) media aritmetica tra fumi e parete. el / d = 3 1,10 et 1,08 el 1,06 1,04 et / d = 2 1,02 f d Direzione fumi 1,00 et / d = 3 0,98 0,96 0,94 0,92 0,90 0 4000 8000 12000 16000 20000 24000 28000 32000 N Re Fig. 1.14 – Fattore di disposizione f d per un banco di tubi con deflusso trasversale esterno e disposizione regolare. e t , passo trasversale, e l , passo longitudinale; N Re , numero di Reynolds definito convenzionalmente. 49 IMPIANTO DI INCENERIMENTO 0,06 5,0 4,5 0,05 4,0 3,0 µ 0,03 2,5 2,0 0,02 1,5 µ [10-5 kg/(ms)] λ [W/(mK)] 3,5 λ 0,04 1,0 0,01 0,5 0,00 0 100 200 300 400 0,0 500 t [°C] Fig. 1.15 – Conduttività termica ( k ) e viscosità ( µ ) dei fumi in funzione della temperatura t . I dati valgono a pressione normale e per la composizione del caso di riferimento. 50 IMPIANTO DI INCENERIMENTO a) b) c) Fig. 1.16 – Canale 4 contenente tubi verticali che delimitano la parete e tubi orizzontali che appartengono al banco evaporante: a) sezione orizzontale. A min , area della sezione minima di passaggio dei fumi b) dettaglio di a): superficie modulare di passaggio dei fumi in corrispondenza ai tubi di parete. A mod area del modulo, p perimetro di scambio termico c) schema per il calcolo dello scambio termico. 51 IMPIANTO DI INCENERIMENTO b) a) c) Fig. 1.17 – Canale 3, zona convettiva, contenente tubi verticali che delimitano la parete e tubi orizzontali che appartengono al surriscaldatore: a) sezione orizzontale. A min , area della sezione minima di passaggio dei fumi b) dettaglio di a): superficie modulare di passaggio dei fumi in corrispondenza ai tubi di parete. A mod area del modulo, p perimetro di scambio termico c) schema per il calcolo dello scambio termico. Il coefficiente di scambio convettivo con i tubi delle pareti riguarda il deflusso di fumi all’esterno di tubi, ma longitudinale in questo caso: si può individuare un canale verticale con caratteristiche modulari indicato in figure 1.16b, 1.17b e calcolarne il diametro equivalente d con la relazione: d eq = 4A mod ⁄ p dove: A mod area della superficie di passaggio p perimetro della superficie interessato allo scambio ( 2 π d ⁄ 4 ). 52 IMPIANTO DI INCENERIMENTO A questo punto si tratta il problema come quello di un tubo con deflusso interno, per cui si applica la relazione: 0,3 0,8 N Nu = 0,023 N Re N Pr dove: N Re = ṁ f d eq ⁄ ( A min µ ) . Le proprietà termofisiche dei fumi sono calcolate alla temperatura media aritmetica dei fumi ( t rif ). Nel canale 4 (fig. 1.16c) considerato come un sistema unidimensionale i fumi riducono la loro entalpia ( h f ) in un tratto infinitesimo in cui si raffreddano di dt f dḢ = ṁ f dh f = ṁ f c f dt f . Il raffreddamento è conseguenza dello scambio termico con le pareti esterne dei tubi evaporanti verticali delle pareti e orizzontali del banco: dQ̇ = ha dA a ( tf – t p ) + h b dA b ( t f – t p ) dove: ha coefficiente di scambio per convezione all’interno di un elemento modulare dA a area della superficie di scambio infinitesima in corrispondenza alla parete hb coefficiente di scambio per convezione all’esterno dei tubi del banco dA b area della superficie di scambio infinitesima in corrispondenza al banco tp temperatura della parete esterna dei tubi, assunta uniforme: essendo ha ≠ h b risulta ( Q ⁄ A ) a ≠ ( Q ⁄ A ) b per cui le temperature esterne di parete sono diverse, ma meno di 1°C nel caso attuale. Essendo t p uniforme si può scrivere: h a dA a + h b dA b dt f ----------- = – --------------------------------tf –tp ṁ f c f Si pone: ha dA a + h b dA b = h ab dA dove: dA = dA a + dA b h ab = ha A a ⁄ A + h b A b ⁄ A 53 IMPIANTO DI INCENERIMENTO cioè si considera nel suo insieme l’area infinitesima dA che produce il raffreddamento dt f dei fumi come se scambiasse con un coefficiente uniforme h ab equivalente dal punto di vista della potenza scambiata. Il coefficiente h ab risulta pari alla s o m m a d e i c o e f fi c i e n t i c o n f a t t o r i p e s o dA a ⁄ dA = A a ⁄ A e dA b ⁄ dA = A b ⁄ A , dove A = A a + A b . Integrando tra l’ingresso e l’uscita del canale 4: Aa + Ab 4u ∫ d ( tf –tp ) -------------------- = – tf –tp 4i ∫ h ab ---------- dA ṁ f c f 0 e quindi: t 4u – t p = ( t 4i – t p ) e h ab ( A a + A b ) – -----------------------------ṁ f c f dove: c f è medio tra t 4i e t 4u . Nel caso del tratto convettivo del canale 3 (fig. 1.17c) l’intero volume dei fumi è isotermo a t 3 per cui c’è una discontinuità in ingresso da t 3' a t 3 . La riduzione del flusso di entalpia associato ai fumi vale: Ḣ i – Ḣ u = ṁ f ( h i – h u ) Ḣ 3' – Ḣ 3 = ṁ f [ c f' ( t 3' – t 0 ) – c f ( t 3 – t 0 ) ] dove: Ḣ flusso di entalpia associato ai fumi h f entalpia massica dei fumi c f' capacità termica massica dei fumi media tra t 0 e t 3' cf capacità termica massica dei fumi media tra t 0 e t 3 . La riduzione di entalpia dei fumi è dovuta allo scambio termico con le pareti dei tubi verticali evaporanti a temperatura esterna uniforme t pa e con le pareti del surriscaldatore in cui scorre il vapore a temperatura variabile tra t ti e t tu . Si assume che lo scambio termico avvenga per convezione essendo le temperature relativamente basse, per cui nel canale si può scrivere: 54 IMPIANTO DI INCENERIMENTO Ab ṁ f [ c f' ( t 3' – t 0 ) – c f ( t 3 – t 0 ) ] = ha A a ( t 3 – t pa ) + ∫ U b ( t 3 – t t )dA b 0 dove: ha coefficiente di scambio nel canale modulare corrispondente ai tubi di parete Aa area della superficie di scambio dei tubi di parete t pa temperatura della parete esterna dei tubi evaporanti Ub coefficiente globale di scambio termico tra fumi e vapore surriscaldato dA b superficie infinitesima del surriscaldatore considerato come un sistema aperto unidimensionale inserito nel canale e accoppiato al sistema a zero dimensioni costituito dai fumi tt temperatura del vapore surriscaldato (fluido termovettore). Trattando i due sistemi aperti in cui scorrono i fumi e il vapore come uno scambiatore di calore a correnti parallele, si può scrivere: t 3 – t t = ( t 3 – tti ) e Ub Ab – -------------ṁ t c t dove: t 3 temperatura del fluido caldo (i fumi isotermi) tt temperatura del fluido freddo (il vapore che si scalda da t ti a t tu ) U b coefficiente globale di scambio fumi- vapore (uniforme) ct capacità termica massica del vapore surriscaldato (media tra t ti e t tu ). E’ a questo punto possibile la risoluzione dell’integrale, ottenendo: Ub Ab – ------------- ṁ f [ c f' ( t 3' – t 0 ) – c f ( t 3 – t 0 ) ] = ha Aa ( t 3 – t pa ) + ( t 3 – tti )ṁ t c t 1 – e ṁt ct . Con questa equazione noto ṁ t si calcola un valore di tentativo di t 3 mediante il quale si determina t tu : poiché questa influenza U b e c t occorre fare un calcolo iterativo. Il coefficiente globale di scambio termico si calcola con la: 55 IMPIANTO DI INCENERIMENTO d e 1n ( d e ⁄ d i ) 1 –1 de - + ----- + ----------------------------U b = -------- ht di hf 2k dove: h t = 1600W ⁄ ( m 2 K ) k = 44W ⁄ ( mK ) h f coefficiente di scambio convettivo per deflusso esterno su tubi di diametro d e = 0,00483 m ( d i = 0,00411 m ) con fattore di disposizione f d = 1 . La temperatura di parete dei tubi varia tra la faccia interna e quella esterna: qui si assume che i tubi siano puliti grazie al trattamento dell’acqua e all’adozione dei soffiatori. I tubi di parete hanno una temperatura esterna t p che viene calcolata considerando lo scambio convettivo interno e lo scambio per conduzione nella parete, per cui eliminando le temperature interne di parete si ottiene: 1n ( d e ⁄ d i ) Q̇ 2 t p = t ev + ---------- ---------- + ------------------------- π nl h i d i k dove: t ev temperatura di evaporazione dell’acqua Q̇ potenza termica scambiata n numero di tubi l lunghezza di un tubo d i diametro interno (0,0681 m) d e diametro esterno (0,0761 m) k conducibilità dell’acciaio dei tubi (44 W/mK) h i coefficiente di scambio convettivo tra acqua che evapora e parete (10000 W/m2K). I tubi dei banchi (surriscaldatore, evaporatore ed economizzatore) hanno una temperatura esterna t p che viene calcolata con il metodo indicato sopra, assumendo che il fluido termovettore sia alla temperatura media aritmetica tra ingresso ed uscita: t ti + t tu Q̇ - + ---t p = --------------πl 2 1n ( d e ⁄ d i ) 1 --------- + ------------------------- hi di 2k 56 IMPIANTO DI INCENERIMENTO dove: t ti temperatura di ingresso del fluido termovettore nel banco t tu temperatura di uscita del fluido termovettore nel banco h i = 1600W ⁄ ( m 2 K ) per vapore surriscaldato, h i = 10000W ⁄ ( m 2 K ) per vapore saturo, h i = 3000W ⁄ ( m 2 K ) per acqua liquida. I dati e i risultati sono raccolti nella tabella 1.5 per i tubi di parete e nella tabella 1.6 per i tubi trasversali. Tab. 1.5 – Scambio termico tra fumi e vapore in tubi a parete (canali 3c e 4), nel caso di riferimento (1) e per studi di sensibilità a indice d’aria (2, 3) e potere calorifico (4, 5) TERZO CANALE (3c) 1 2 3 4 5 n H [ kcal/kg ] a [m] b [m] l [m] 1,935 1,667 1,400 1,858 1,935 8790,6 8790,6 8790,6 6697,6 11720,8 1 1 1 1 1 3,2 3,2 3,2 3,2 3,2 5,4 5,4 5,4 5,4 5,4 V [ m3 ] t pa [ °C ] 17,3 17,3 17,3 17,3 17,3 234,6 234,5 234,4 234,4 234,9 t rif [ °C ] 469 457 438 431 517 C [ J/kg K ] 1182 1191 1202 1195 1182 k [ W ⁄ ( mK ) ] 0,052982 0,052276 0,051090 0,050846 0,055753 µ [ kg ⁄ ( ms ) ] 3,38⋅10-5 3,32⋅10-5 3,24⋅10-5 3,22⋅10-5 3,56⋅10-5 N Pr 0,755 0,758 0,761 0,758 0,755 A mod [ m 2 ] 0,00513 0,00513 0,00513 0,00513 0,00513 p[m] 0,120 0,120 0,120 0,120 0,120 d eq [ m ] 0,172 0,172 0,172 0,172 0,172 A min [ m 2 ] 2,1384 2,1384 2,1384 2,1384 2,1384 N Re 15437 13754 12136 12785 18689 PARETI (continua) 57 IMPIANTO DI INCENERIMENTO TERZO CANALE (3c) 1 2 3 4 5 N Nu 47,4 43,3 39,2 40,8 55,3 ha [ W ⁄ ( m 2 K ) ] 14,6 13,2 11,7 12,1 17,9 Aa [ m 2 ] 71 71 71 71 71 QUARTO CANALE (4) 1 2 3 4 5 a [m] b [m] l [m] 0,95 0,95 0,95 0,95 0,95 3,2 3,2 3,2 3,2 3,2 12 12 12 12 12 V [ m3 ] 36,5 36,5 36,5 36,5 36,5 QUARTO CANALE (4) 1 2 3 4 5 t pa [ °C ] 235,9 235,9 235,9 235,9 235,9 t rif [ °C ] 387 378 364 361 422 k [ W ⁄ ( mK ) ] 0,047867 0,047244 0,046291 0,046241 0,049989 µ [ kg ⁄ ( ms ) ] 3,10⋅10-5 3,05⋅10-5 2,98⋅10-5 2,98⋅10-5 3,25⋅10-5 C [ J/kg K ] 1158 1167 1179 1173 1154 N Pr 0,751 0,754 0,759 0,755 0,749 A mod [ m 2 ] 0,00462 0,00462 0,00462 0,00462 0,00462 p[m] 0,120 0,120 0,120 0,120 0,120 d eq [ m ] 0,155 0,155 0,155 0,155 0,155 A min [ m 2 ] 1,9227 1,9227 1,9227 1,9227 1,9227 N Re 16838 14991 13192 13858 20521 N Nu 50,7 46,3 41,9 43,5 59,4 ha [ W ⁄ ( m 2 K ) ] 15,7 14,1 12,5 13,0 19,2 Aa [ m 2 ] 156 156 156 156 156 PARETI PARETI PARETI 58 IMPIANTO DI INCENERIMENTO Tab. 1.6 – Scambio termico tra fumi e vapore in tubi trasversali (canali 3c, 4 e economizzatore), nel caso di riferimento (1) e per studi di sensibilità a indice d’aria (2, 3) e potere calorifico (4, 5) TERZO CANALE 3c, 1 2 3 4 5 t fmedia [ °C ] 469 457 438 431 517 t pmedia [ °C ] 283,4 275,8 267,5 278,9 290,0 t rif [ °C ] 376 366 353 355 404 k [ W ⁄ ( mK ) ] 0,047161 0,046492 0,045528 0,045886 0,048824 µ [ kg ⁄ ( ms ) ] 3,07⋅10-5 3,01⋅10-5 2,94⋅10-5 2,96⋅10-5 3,18⋅10-5 C [ J/kg K ] 1154 1163 1175 1171 1149 N Pr 0,750 0,754 0,758 0,755 0,748 de [ m ] 0,0483 0,0483 0,0483 0,0483 0,0483 di [ m ] 0,0411 0,0411 0,0411 0,0411 0,0411 A min [ m 2 ] 2,1384 2,1384 2,1384 2,1384 2,1384 N Re 4790 4268 3757 3918 5882 el [ m ] 0,150 0,150 0,150 0,150 0,150 et [ m ] 0,150 0,150 0,150 0,150 0,150 Fd 1 1 1 1 1 N Nu 45,8 42,8 39,7 40,6 51,9 hf [ W ⁄ ( m 2 K ) ] 44,8 41,2 37,4 38,6 52,5 ht [ W ⁄ ( m 2 K ) ] 1600 1600 1600 1600 1600 k acc [ W ⁄ ( mK ) ] 44 44 44 44 44 Ub [ W ⁄ ( m 2 K ) ] 43,2 39,8 36,3 38,6 50,3 Ab [ m 2 ] 65 65 65 65 65 SURRISCALDATORE (continua) 59 IMPIANTO DI INCENERIMENTO QUARTO CANALE (4) 1 2 3 4 5 t fmedia [ °C ] 387 378 364 361 422 t p [ °C ] 235,9 235,9 235,9 235,9 235,9 t rif [ °C ] 311 307 300 298 329 k [ W ⁄ ( mK ) ] 0,042987 0,042595 0,042015 0,042102 0,044109 µ [ kg ⁄ ( ms ) ] 2,83⋅10-5 2,80⋅10-5 2,75⋅10-5 2,75⋅10-5 2,92⋅10-5 C [ J/kg K ] 1135 1145 1158 1154 1127 N Pr 0,748 0,752 0,757 0,754 0,745 de [ m ] 0,0483 0,0483 0,0483 0,0483 0,0483 di [ m ] 0,0411 0,0411 0,0411 0,0411 0,0411 A min [ m 2 ] 1,9227 1,9227 1,9227 1,9227 1,9227 N Re 5764 5112 4471 4686 7135 el [ m ] 0,150 0,150 0,150 0,150 0,150 et [ m ] 0,150 0,150 0,150 0,150 0,150 Fd 1 1 1 1 1 N Nu 51,3 47,7 44,1 45,3 58,3 hf [ W ⁄ ( m 2 K ) ] 45,6 42,1 38,4 39,5 53,3 Ab [ m 2 ] 145 145 145 145 145 ECONOMIZZATORE 1 2 3 4 5 t fmedia [ °C ] 277 270 261 263 297 t pmedia [ °C ] 155,4 151,8 148,3 155,3 156,6 t rif [ °C ] 216 211 205 209 227 k [ W ⁄ ( mK ) ] 0,036636 0,036122 0,035496 0,036016 0,037401 µ [ kg ⁄ ( ms ) ] 2,47⋅10-5 2,43⋅10-5 2,38⋅10-5 2,41⋅10-5 2,53⋅10-5 C [ J/kg K ] 1108 1117 1129 1128 1098 N Pr 0,748 0,752 0,758 0,755 0,743 de [ m ] 0,038 0,038 0,038 0,038 0,038 EVAPORATORE (continua) 60 IMPIANTO DI INCENERIMENTO ECONOMIZZATORE 1 2 3 4 5 di [ m ] 0,030 0,030 0,030 0,030 0,030 A min [ m 2 ] 1,536 1,536 1,536 1,536 1,536 N Re 6506 5790 5074 5266 8095 el [ m ] 0,120 0,120 0,120 0,120 0,120 et [ m ] 0,076 0,076 0,076 0,076 0,076 Fd 1,035 1,04 1,045 1,045 1,03 N Nu 57,1 53,6 49,8 50,9 64,8 hf [ W ⁄ ( m 2 K ) ] 55,1 50,9 46,5 48,2 63,8 ht [ W ⁄ ( m 2 K ) ] 3000 3000 3000 3000 3000 k acc [ W ⁄ ( mK ) ] 44 44 44 44 44 Ub [ W ⁄ ( m 2 K ) ] 53,5 49,6 45,4 47,0 61,7 Ab [ m 2 ] 65 65 65 65 65 61 IMPIANTO DI INCENERIMENTO Effetto dell’indice d’aria Si considerano due valori inferiori a quello del caso di riferimento ( n = 1,935 ) che è piuttosto alto (tabella 1.1 , fig. 1.17 , 1.18 , 1.19 ): l’effetto più evidente è l’aumento della temperatura teorica. Di conseguenza salgono le temperature dei fumi, ma l’effetto si attenua lungo il percorso per cui al camino sono circa le stesse del caso di riferimento. La perdita al camino diminuisce perché scende la portata dei fumi; essendo P d invariante il rendimento cresce e così la potenza utile perché la potenza al focolaio non cambia. Il noto vantaggio energetico conseguente alla riduzione dell’indice d’aria è qui espresso in forma quantitativa: negli inceneritori viene privilegiata la completezza della combustione rispetto al rischio della produzione di incombusti. Caso 1,0 0,9 0,8 3 2 J J 1 0,18 0,16 J 0,7 η J J µ' 0,6 0,5 0,14 0,12 0,10 0,08 0,4 J J J 0,3 0,2 0,1 0,0 1,30 J J J J 1,40 1,50 1,60 P f P 1,70 d 1,80 1,90 0,06 0,04 0,02 0,00 2,00 n Fig. 1.18 – Rendimenti (del generatore di calore η , ridotto µ' ) e perdite (per dispersione P d , al camino P f ) in funzione dell’indice d’aria n . 62 IMPIANTO DI INCENERIMENTO Caso 8000 3 2 . 7000 6000 Hu,PC J J J [kW] Qt 4000 J 3000 2000 4,0 J 3,5 3,0 J J . 5000 1 2,5 2,0 D' 1,5 J 1,0 0,5 1000 0 1,3 1,4 1,5 1,6 1,7 1,8 0,0 2,0 1,9 n Fig. 1.19 – Potenza utile Q̇ t , densità ridotta D' , flusso di entalpia Ḣ u,PC associato ai fumi all’uscita dalla camera secondaria, in funzione dell’indice d’aria n . Caso 1400 t [°C] 3 2 J t 1200 1000 J tC ad 1 J J JJ J J J J 800 600 t J 3 400 200 0 1,3 t J 1,4 f 1,5 1,6 1,7 1,8 1,9 2,0 n Fig. 1.20 – Temperatura dei fumi (teorica t ad , nella camera primaria t C , nel canale del surriscaldatore t 3 , all’uscita dal generatore di vapore t f ) in funzione dell’indice d’aria n . 63 IMPIANTO DI INCENERIMENTO Effetto del potere calorifico Si considerano un valore minore e uno maggiore di quello di riferimento (tabella 1.1, fig. 1.20, 1.21, 1.22): il confronto è complicato dal fatto che l’indice d’aria nel primo caso ha dovuto essere leggermente ridotto per mantenere il valore di Q̇ d . Il potere calorifico ovviamente influenza la potenza al focolaio, ma anche la temperatura teorica che sale con H : questa tendenza vale per tutte le temperature dei fumi, anche quella al camino t f . La perdita al camino sale leggermente con H , mentre quella per dispersione scende più marcatamente in quanto Q̇ d è invariante, ma ṁ c H aumenta: di conseguenza il rendimento cresce leggermente con H . L’aumento contemporaneo della potenza al focolaio e del rendimento produce un aumento marcato della potenza utile Q̇ t . L’effetto del potere calorifico è meno prevedibile di quello dell’indice d’aria, ma ha variazioni piuttosto lente rispetto alla vita tecnica degli impianti. 1 4 1,0 Caso 5 0,12 0,9 0,8 J J 0,7 η J 0,6 0,5 J 0,4 0,2 0,1 0,0 6 0,08 0,06 0,04 J J J 0,3 J µ' 0,10 P J J 7 8 J f Pd 9 J 10 11 0,02 0,00 12 H [MJ/kg] Fig. 1.21 – Rendimenti (del generatore di calore η , ridotto µ' ) e perdite (per dispersioni P d , al camino P f ) in funzione del potere calorifico H . 64 IMPIANTO DI INCENERIMENTO Caso 1 4 10000 5 J . H u,PC 8000 6000 J J J J JJ [kW] 4000 J . Qt J D' 4 3 2 1 2000 0 5 6 7 8 9 10 0 12 11 H[MJ/kg] Fig. 1.22 – Potenza utile Q̇ t , densità ridotta D' , flusso di entalpia Ḣ u,PC associato ai fumi all’uscita dalla camera secondaria, in funzione del potere calorifico H . Caso 1 4 1200 J J t ad J J JJ 1000 5 tC 800 t [°C] 600 J J 400 0 J J 200 6 7 8 9 10 t3 J tf J 11 12 H [MJ/kg] Fig. 1.23 – Temperatura dei fumi (teorica t ad , nella camera primaria t C , nel canale del surri- scaldatore t 3 , all’uscita dal generatore di vapore t f ) in funzione del potere calorifico H . 65 2. IMPIANTO COGENERATIVO 2.1 GENERALITÀ Domande L’impianto cogenerativo ha i dati nominali della tabella 2.1; è basato su un ciclo combinato formato dall’accoppiamento di due cicli Joule con un ciclo Rankine a derivazione e condensazione. Determinare il risparmio di energia primaria e il risparmio economico rispetto alla produzione separata. Studiare l’effetto della frazione di vapore derivata e della temperatura di derivazione. Descrizione L’impianto è stato costruito a Cerreto Castello (Biella) da un consorzio di aziende tessili (filature e tintorie) che consumano energia elettrica e calore, e che hanno colto tempestivamente i vantaggi della legge 10, 1991 contenente provvedimenti per il risparmio energetico. L’impianto è di costruzione recente (1994) in assoluto, ma non in senso relativo rispetto alla maggioranza degli impianti cogenerativi nazionali, per cui vanta una notevole esperienza. La naturale propensione degli impianti cogenerativi verso il ciclo cogenerativo combinato è nel caso attuale particolarmente giustificata dal rapporto elevato tra la richiesta di elettricità e di calore. La variabilità della richiesta del vapore tecnologico giustifica l’uso di un ciclo Rankine a derivazione e condensazione. L’impianto (fig. 2.1) riceve l’energia primaria attraverso gas naturale prelevato dalla rete ad alta pressione e laminato fino alla pressione di alimentazione di due gruppi turbogas (TG1 e TG2) che hanno potenza e pressione di alimentazione diverse. I gas di scarico delle due turbine a gas vengono inviati a due generatori di vapore a recupero (GV1 e GV2) che producono vapore surriscaldato alla stessa temperatura e pressione, anche se con portate diverse. Altrettanto vale per i fumi. La portata totale di vapore si espande nel corpo di alta pressione della turbina (TV) da 41 bar a 12 bar; la portata non derivata prosegue l’espansione fino a 0,2 bar. La potenza elettrica viene prodotta dai tre alternatori che corrispondono a TG1, TG2 e TV, e inviata all’esterno della centrale previa contabilizzazione (CE). La potenza termica esce della centrale associata ad una portata di vapore di mandata e ad una portata di condensa di ritorno. La portata di vapore richiesta, usata per la contabilizzazione in CQ, viene inviata in una rete a 12 bar che serve le aziende in serie. La corrispondente temperatura di equilibrio (180 °C) è scelta in base alle esigenze del livello termico più elevato (tintorie), mentre la temperatura di ritorno è come di consueto 80 °C e 2 bar per cui occorre adattare a quest’ultima le condizioni di scarico del vapore delle singole utenze. Per semplicità si esegue una laminazione con perdita di una piccola portata di vapore; l’acqua di ritorno viene 66 IMPIANTO COGENERATIVO raccolta in un serbatoio S che comunica con quello di raccolta dell’acqua proveniente dall’aerocondensatore che riceve vapore saturo (con titolo 0,96) dallo stadio di bassa pressione della turbina (TV). Nel serbatoio avviene il reintegro delle perdite mediante acqua demineralizzata. I dati nominali dell’impianto sono riportati nella tabella 2.1. mc'H ma' mc"H mc' mc" ma" Qf'+Qf" Qd' Q d" GS GS TG1 TG2 mf" mf' E" E' Qd,mo GV1 Qd,op mv mv CE GV2 E E'''+ Ep TV Ep GS C mt B S Z mv-mt mt Qc CQ Ql Q Fig. 2.1 – Schema dell’impianto. 67 IMPIANTO COGENERATIVO Tab. 2.3 – Dati nominali dell’impianto TG1 TG2 Portata combustibile ṁ c [ kg/s ] 0,270 0,777 Potere calorifico inferiore H [ kJ/kg ] 46225 46225 Potenza elettrica netta Ė [ kW ] 3700 12500 Portata di fumi ṁ f [ kg/s ] 16,4 43,4 Rendimento meccanico η m 0,965 0,972 Rendimento alternatore η a 0,945 0,952 Portata di vapore dal GV a recupero ṁ v [ kg/s ] 1,961 5,043 Portata di vapore all’utenza termica ṁ t [ kg/s ] 2,8 Scopo dell’esercitazione La motivazione dell’impianto cogenerativo è il risparmio economico rispetto alla produzione separata: la base per il calcolo è costituita dalla determinazione del risparmio di energia primaria. Questo impianto ha la normale strumentazione richiesta attualmente, che risulta superiore a quella di impianti termotecnici tradizionali e più datati: sono quindi disponibili molti dati sperimentali che possono essere utili a scopi didattici. In questa esercitazione si è preferito usare, per motivi di coerenza, dati dedotti da quelli nominali anche a rischio di qualche astrazione. Su questa base sarà possibile valorizzare l’immediatezza dei dati sperimentali. 2.2 CASO DI RIFERIMENTO Ciclo combinato a derivazione e condensazione Il ciclo combinato di figura 2.2 è costituito da due cicli Joule e da un ciclo Rankine a derivazione e condensazione. Nella tabella 2.2 sono riportati i dati termodinamici fondamentali dei tre cicli. 68 IMPIANTO COGENERATIVO 1200 C '' . mv hD C' 1000 . Qd . mf tf t [° C] 800 . mf tD . hg m v 600 D',D'' B'' B' 400 U f Z tf' C,D A,B 0 41 bar; 252°C 12 bar; 188°C E t '' 200 A' = A'' 0 G 1 2 bar W 2 3 F V 0,2 bar; 60°C 4 5 H 6 7 8 9 s [kJ/(kgK)] Fig. 2.2 – Ciclo combinato Joule-Rankine per cogenerazione, sul diagramma temperatura ( t ), entropia massica ( s ). Vedi anche tabella 2.2. 69 IMPIANTO COGENERATIVO Tab. 2.2 – Dati dei cicli termodinamici di riferimento CICLO JOULE1 t [ °C ] p [ bar ] s [ kJ/kgK ] h [ kJ/kg ] A' 15 1 0 0 B is' 313,9 12,64 0 307,1 B' 376,0 12,64 0,12 373,0 C' 1006,0 12,64 0,9 1129,3 D' 492 1 1,05 514,9 D is' 412,4 1 0,9 425,3 CICLO JOULE2 t [ °C ] p [ bar ] s [ kJ/kgK ] h [ kJ/kg ] A'' 15 1 0 0 B is'' 388,8 19,8 0 386,7 B'' 459,9 19,8 0,12 463,5 C '' 1125,1 19,8 0,9 1282,5 D'' 492 1 1,06 516,1 D is'' 403,3 1 0,9 416,3 CICLO RANKINE p [ bar ] t [ °C ] s [ kJ/kgK ] h [ kJ/kg ] A 0,2 60 0,832 251,5 B 2 60 0,832 251,6 C 2 84 1,125 352,9 D 41 84 1,125 356,8 E 41 252 2,810 1094,4 F 41 252 6,059 2800,1 G 41 405 6,773 3223,5 V 12 265 6,892 2968,0 U 12 188 2,217 798,7 W 2 120 2,277 798,7 Z 2 120 1,530 504,8 H 0,2 60 7,199 2373,2 70 IMPIANTO COGENERATIVO La potenza primaria ṁ c H fornita dall’esterno al sistema individuato dalla superficie di controllo di figura 2.1 vale: ṁ c H = ṁ c 'H + ṁ c ''H 2.1 dove: H potere calorifico inferiore del combustibile ṁ c ' portata di combustibile entrante nel turbogas TG1 ṁ c '' portata di combustibile entrante nel turbogas TG2. Dalla 2.1 e dalla tabella 2.1 si ottiene: ṁ c H = ( 0,270 + 0,777 ) ⋅ 46225 = 48398 kW . La potenza elettrica Ė è quella netta uscente in corrispondenza ai due turbogas TG1 e TG2 e al’impianto a vapore e vale: Ė = E˙ ' + E˙ '' + E˙ ''' 2.2 dove E˙ ' potenza elettrica netta uscente da TG1 E˙ '' potenza elettrica netta uscente da TG2 E˙ ''' potenza elettrica netta uscente dall’impianto a vapore E˙ ' ed E˙ '' si ricavano dalla tabella 2.1, mentre E˙ ''' si calcola con la relazione: L̇ c''' - = [ ṁ v ( h G – h V ) + ( ṁ v – ṁ t ) ( h V – h H ) ] η m η e + E˙ ''' = L̇ e''' η m η e – ----------ηm ηe ṁ v ( h D – h C ) + ( ṁ v – ṁ t ) ( h B – h A ) – ------------------------------------------------------------------------------------ 2.3 ηm ηe dove: L̇ e''' potenza della turbina a vapore L̇ c''' potenza delle pompe ηm rendimento meccanico assunto 0,95 sia per la turbina che per la pompa ηe rendimento elettrico assunto 0,965 sia per la turbina che per la pompa ṁ v portata di vapore entrante nella turbina a vapore 71 IMPIANTO COGENERATIVO ṁ t portata di vapore derivata per l’utenza termica. Con i dati di entalpia della tabella 2.2 si può calcolare: E˙ ''' = [ 7,0 ⋅ ( 3223,5 – 2968 ) + ( 7,0 – 2,8 ) ⋅ ( 2968 – 2373,2 ) ] ⋅ 0,965 ⋅ 0,95 + – [ 7,0 ⋅ ( 356,8 – 352,9 ) + ( 7,0 – 2,8 ) ⋅ ( 251,6 – 251,5 ) ] ⁄ ( 0,965 ⋅ 0,95 ) = = 3900 kW. Dalla 2.2 si ottiene: Ė = 3700 + 12500 + 3900 = 20100 kW . La potenza termica Q̇ uscente per le utenze termiche vale: Q̇ = ṁ t ( h V – h U ) 2.4 Dalla 2.4 e dalla tabella 2.2 si ottiene: Q̇ = 2,8 ⋅ ( 2968 – 798,7 ) = 6074 kW . La potenza termica ceduta dal condensatore Q̇ c vale: Q̇ c = ( ṁ v – ṁ t ) ( h H – h A ) 2.5 Dalla 2.5 e dalla tabella 2.2 si ottiene: Q̇ c = ( 7,0 – 2,8 ) ⋅ ( 2373,2 – 251,5 ) = 8911 kW . La potenza termica ceduta dopo la laminazione Q̇ l vale: Q̇ l = ṁ t ( h W – h Z ) 2.6 Dalla 2.6 e dalla tabella 2.2 si ottiene: Q̇ l = 2,8 ⋅ ( 798,7 – 504,8 ) = 823 kW . La potenza termica Q̇ r recuperata dai fumi e trasferita all’acqua con uno scambio interno al sistema nel generatore di vapore a recupero vale: Q̇ r = ṁ v ( h G – h D ) Dalla relazione precedente e dalla tabella 2.2 e dal bilancio energetico nel miscelatore (vedi oltre il paragrafo CICLI SEMPLICI COGENERATIVI) si ottiene: Q̇ r = 7,0 ⋅ ( 3223,5 – 356,8 ) = 20067 kW . La temperatura dei fumi all’uscita da ciascun generatore di vapore a recupero si può ottenere dal bilancio energetico del generatore (fig. 2.2): ṁ v h D + ṁf c f* ( t D – t 0 ) = ṁ v h G + ṁ f c f ( t f – t 0 ) + Q̇ d 2.7 dove: 72 IMPIANTO COGENERATIVO ṁ f portata di fumi cf capacità termica massica dei fumi media tra t 0 e t f c f* capacità termica massica dei fumi media tra t 0 e t D t0 temperatura di riferimento tD temperatura dei fumi all’ingresso del generatore (si assume t D = 492°C ) tf temperatura dei fumi all’uscita dal generatore Q̇ d potenza termica dispersa dal generatore di vapore: si assume pari a 1% del flusso di entalpia associato ai fumi entranti nel generatore di vapore ṁ f c f* ( t D – t 0 ) . Applicando la 2.7 a GV1 e GV2 con i dati delle tabelle 2.1 e 2.2 si ottiene t f ' = 174°C e t f '' = 185°C : risultano i valori delle potenze perse al camino ( Q̇ f ' e Q̇ f '' ) e delle potenze perse per dispersioni ( Q̇ d ' e Q̇ d '' ). Applicando al sistema di figura 2.1 il principio di conservazione dell’energia si ottiene: ( ṁ c' + ṁ c'' )H = Ė + Q̇ + Q̇ c + Q̇ l + Q̇ d ' + Q̇ d '' + 2.8 + Q̇ f ' + Q̇ f '' + Q̇ d,mo + Q̇ d,op dove: Q̇ d,mo potenza termica dispersa in corrispondenza alle macchine motrici Q̇ d,op potenza termica dispersa in corrispondenza alle macchine operatrici. Queste due potenze sono trascurabili dal punto di vista energetico: per il loro calcolo si rimanda al termine del paragrafo CICLI SEMPLICI COGENERATIVI. La 2.8 indica che la potenza primaria si converte in potenza elettrica Ė e in potenza termica Q̇ , ma non completamente perché esistono potenze perdute al condensatore Q̇ c , per laminazione Q̇ l , per dispersioni ( Q̇ d ' + Q̇ d '' ) e al camino ( Q̇ f ' + Q̇ f '' ) dei due generatori di vapore, per dispersioni ( Q̇ d,mo + Q̇ d,op ) in corrispondenza alle macchine motrici ed operatrici. Una rappresentazione grafica evidente del bilancio energetico è costituita dal diagramma a fiume (o di Sankey) di figura 2.3, relativa al caso di riferimento. 73 IMPIANTO COGENERATIVO . . Q d,op Ep (0) (0) . E (42) . mH c . (100) Q (12) . . Q d'+Q Q" d (1) . Q d,mo (3) . Q (2) . Q . c (18) . Q '+Q " (22) Fig. 2.3 – Diagramma a fiume per l’impianto cogenerativo, relativo al bilancio energetico con la superficie di controllo di figura 2.1. Rendimento di primo principio Vale la definizione consueta che confronta il risultato ( Ė + Q̇ ) con ciò che si è dovuto spendere per ottenerlo ( ṁ c H ) : Ė + Q̇ η IC = ---------------- 2.9 ṁ c H dove: Ė è data dalla 2.2, Q̇ dalla 2.3 e il denominatore dalla 2.1. Queste grandezze sono misurate negli impianti attuali, per cui non si usa in pratica l’espressione del rendimento ottenibile dalla 2.7 mettendo in evidenza le perdite: questa avrebbe il vantaggio di indicare la strada per migliorare il rendimento. Nel caso attuale dalla 2.9 si ottiene: 20100 + 6074 48398 η IC = --------------------------------- = 0,541 . Questo valore è piuttosto basso perché nella 2.7 c’è una grossa perdita al condensatore conseguente al fatto che l’utenza termica non è la massima possibile per l’impianto: la potenza elettrica è invece tutta utilizzata per cui il rapporto di potenze elettrica/termica ( Ė ⁄ Q̇ ) risulta elevato. Il problema, piuttosto comune, 74 IMPIANTO COGENERATIVO riguarda l’utenza piuttosto che l’impianto: questo ha solo la colpa delle potenze perse al camino, per dispersioni e per laminazione, non di quella al condensatore. Risparmio di energia primaria Il risparmio di energia primaria è calcolato per confronto con la produzione separata di Ė e Q̇ , per valori medi del rendimento termoelettrico η e e del rendimento termico η t dei generatori di calore a combustione. Indicando con ṁ c H la potenza primaria entrante nel caso di produzione cogenerativa di Ė e Q̇ si ottiene: ṁ c H R = 1 – ---------------Ė Q̇ ---- + ----ηe 2.10’ ηt Questa espressione non è di solito utile per analizzare gli effetti su R delle scelte impiantistiche, per cui si preferisce la 2.10” che mette in evidenza il rendimento di primo principio η IC e il rapporto delle potenze elettrica/termica. Ė ----- + 1 Q̇ R = 1 – --------------------------------------Ė 1 1 η IC ----- ---- + ---- Q̇ η e η t 2.10’’ Assumendo η e = 0,374 e η t = 0,85 si ottiene il diagramma di figura 2.4 nel quale il risparmio R è rappresentato in funzione di E ⁄ Q e di η IC : in questo quadro si inserisce il punto rappresentativo della condizione considerata (RIF) che corrisponde a E ⁄ Q = 3,31 e η IC = 0,541 per cui dalla 2.10” si ottiene R = 0,21 . Il valore η e = 0,374 corrisponde al consumo specifico 2300 kcal/(kWh) usato tradizionalmente; può essere interpretato attualmente come il prodotto di un rendimento 0,38 nella centrale e di un rendimento di distribuzione 0,984. Nel seguito si assume che il rapporto delle potenze ( Ė ⁄ Q̇ ) sia uguale al rapporto delle energie ( E ⁄ Q ) perché gli andamenti nel tempo delle due potenze sono uguali. Il valore di R cresce con E ⁄ Q (a pari η IC ) e con η IC (a pari E ⁄ Q ): il luogo dei punti di funzionamento di un impianto è costituito da una linea (nel seguito detta caratteristica) che non è né a η IC costante né a E ⁄ Q costante (vedi 2.3). L’esame della caratteristica permette di dare una giustificazione del risparmio di energia primaria (vedi oltre 2.3): si può qui ricordare che il risparmio deriva dal fatto che si riduce l’irreversibilità causata dalla produzione separata del calore, tanto maggiore quanto minore è la temperatura t Q > t e a cui il calore è prodotto. 75 IMPIANTO COGENERATIVO 0,6 0 1 2 3 4 5 6 η IC 7 8 9 = 0,9 ηIC = 0,8 0,5 10 0,6 0,5 ηIC = 0,7 R 0,4 0,4 ηIC = 0,6 ηIC = 0,55 0,3 ηIC = 0,5 J RIF 0,2 0,1 0,0 0,3 0,2 0,1 0 1 2 3 4 5 E/Q 6 7 8 9 0,0 10 Fig. 2.4 – Risparmio di energia primaria R nella cogenerazione in funzione del rapporto delle potenze elettrica/termica ( E ⁄ Q ) e del rendimento di primo principio η IC . RIF, caso di riferimento. Bilancio economico di confronto Questo calcolo è in linea di principio un’applicazione dei comuni criteri economici: si tratta di verificare se il risparmio economico dovuto al risparmio di energia primaria, cioè di combustibile, che si ottiene con la cogenerazione è sufficiente per giustificare l’abbandono della produzione separata. Le assunzioni da fare sono più numerose che nel caso energetico, e quindi il risultato ha un carattere ancora più convenzionale. Inoltre se si vuol seguire il consueto criterio di determinazione del costo del gas naturale e dell’energia elettrica sono necessari calcoli laboriosi, indicati nella tabella 2.3. Si assume Q̇ = 6074 kW e Ė = 20100kW come fabbisogni per l’intero anno, esclusi agosto ( Q̇ = 0 kW, Ė = 0 kW ) , i sabati e le domeniche ( Q̇ = 3037kW, Ė = 10050 kW ) : nella tabella 2.3 si fa il bilancio economico di confronto tra produzione separata e produzione cogenerativa, ovviamente a parità di E e di Q in un periodo significativo, cioè un anno. In tabella 2.3a è calcolato il costo di Q prodotto in modo separato: si assumono alta utilizzazione e le tariffe del mese di dicembre 1999 uguali per tutto l’anno luglio 99 – giugno 2000. Alta utilizzazione significa che si consuma in media una 76 IMPIANTO COGENERATIVO portata non inferiore a metà di quella impegnata dal contratto ( V̇ im ) . La verifica si esegue in un intervallo di tempo pari ad un anno: si divide il volume V consumato per 365 e la risultante portata media giornaliera V̇ deve essere V̇ ≥ 0,5 V̇ im . Le tariffe del gas naturale variano di mese in mese e bisogna aggiungere le tasse erariali e locali: per semplicità questi elementi non sono tenuti in conto. Il calcolo viene eseguito nelle industrie mese per mese: in questa esercitazione si fa riferimento ad un mese tipo con i prezzi di dicembre 1999. Il costo mensile si compone di un termine di abbonamento, (500.000 Lire/mese), un corrispettivo di impegno e un corrispettivo di consumo. Lire ⁄ mese - ) per la Il corrispettivo di impegno è il prodotto di un prezzo (1436,2 -----------------------m3 ⁄ d portata impegnata, che nel nostro caso è quella massima, ottenuta da: m3 Q̇ 6074 V̇ im = ----------- = ------------------------------ = 0,207747 -----s 0,85 ⋅ 34397 ηt H dove: Q̇ potenza termica η t rendimento termico della generazione separata (cioè di una centrale ter- mica convenzionale) H potere calorifico inferiore del gas naturale in condizioni standard (288 K; 1,013 bar): qui è dedotto dal valore del potere calorifico riferito alla massa (46225 kJ/kg) e della densità (0,785 kg/m3) in condizioni normali (273 K; 1,013 bar). Per calcolare la portata mensile nel caso attuale c’è una complicazione: volendo fare i conti per un solo mese invece che per 12 mesi, bisogna ricorrere ad un mese tipo, cioè tale che il suo consumo moltiplicato per 11 produca il consumo annuale. Partendo dalla portata oraria V̇ im = 747, 889m 3 ⁄ h si calcola la portata annua tenuto conto della distribuzione delle ore contenuta nell’ultima colonna della tabella 2.3b ottenendo: V̇ = 747,889 ⋅ [ ( 520 + 1430 + 1172 ) + ( 375 + 1230 + 985 ) ] + + 747,889 ⁄ 2 ⋅ ( 1248 + 1056 ) = 5.133.510 m 3 ⁄ anno dove si tiene conto del fatto che la portata consumata corrisponde a quella impegnata dal lunedì al venerdì di tutte le settimane dell’anno (agosto escluso) e a metà di quella impegnata al sabato e alla domenica di tutte le settimane dell’anno (agosto escluso): la suddivisione di tabella 2.3b è più dettagliata del necessario perché ha uno scopo diverso. Dalla portata annuale si passa a quella del mese tipo dividendo per 11, cioè: V̇ = 5.133.510 ⁄ 11 = 466.683 m 3 ⁄ mese . 77 IMPIANTO COGENERATIVO Il corrispettivo del consumo mensile si calcola con un criterio a scaglioni come risulta nella tabella 2.3a in cui è indicato il costo totale mensile: per ottenere quello annuale occorre aggiungere il termine di abbonamento e il corrispettivo di impegno per il mese di agosto (che ha consumo nullo). Il coefficiente di utilizzazione risulta 5.133.510/(17949,3 ⋅ 365)= 0,78 > 0,5. Il calcolo del costo dell’energia elettrica è basato su un criterio diverso dal precedente anche se ha elementi in comune: altissima utilizzazione significa che si consuma in un anno una energia E pari al prodotto della potenza impegnata Ė im per un tempo τ > 5946 h . Si tiene conto della tensione di alimentazione (media in questo caso) e dei periodi della giornata (fasce orarie) in cui avviene il consumo: al produttore conviene un carico costante per cui agevola con le tariffe il consumo nei periodi di carico inferiore. La tabella 2.3b contiene i dati relativi alle fasce orarie: sono calcolati per un anno tipo e le differenze rispetto ad un anno generico sono trascurabili. La tabella 2.3c contiene i dati di potenza impegnata ( Ė im ) e di energia elettrica consumata ( E ) presentati in modo adatto per fare un calcolo annuale per ciascuna fascia. I valori di energia indicati in ciascun mese sono uguali anche se i mesi sono leggermente diversi, perché le ore di funzionamento sono ottenute dividendo quelle di tabella 2.3b cumulate (da ottobre a marzo, da aprile a settembre agosto escluso) per il numero di mesi interessati. La tabella 2.3d elenca i costi annui per impegno di potenza e per consumo di energia; l’impegno di potenza è calcolato con un criterio a scaglioni basato sul concetto generale per cui la potenza impegnata non può scendere passando da una fascia ad un’altra con numero d’ordine maggiore (per esempio da F1 a F2). Di conseguenza: C = C 1 Ė 1im + C 2 ( Ė 2im – Ė 1im ) + C 3 ( Ė 3im – Ė 2im ) + C 4 ( Ė 4im – Ė 3im ) dove: C costo mensile per impegno di potenza (il costo è mensile perché l’impegno di potenza può variare da un mese a un altro) C 1 costo dell’impegno della potenza Ė 1im corrispondente alla fascia 1. Si noti che Ė 4im ≥ Ė 3im ≥ Ė 2im ≥ Ė 1im e che, ai fini dell’impegno, conta la differenza tra la potenza impegnata e quella della fascia precedente. Nel caso attuale Ė im = 20100 kW . Anche il calcolo dei consumi è fatto per fasce: dalla potenza si passa all’energia annua per una data fascia e poi alla potenza mensile nel modo seguente: F1 20100kW 520h/6mesi = 1.742.000 kWh/mese F2 20100kW (1430+375)h/11mesi = 3.298.227 kWh/mese F3 20100kW 1230h/5mesi = 4.944.600 kWh/mese F4 [20100kW (1172+985)h+10050kW (1248+1056)h]/11mesi = = 6.046.445 kWh/mese 78 IMPIANTO COGENERATIVO Nel caso attuale si ottiene una energia annua: E=20100kW (520+1430+375+1230+1172+985+624+528)= 137.966.400 kWh e d i v i d e n d o p e r l a p o t e n z a i m p e g n a t a ( Ė im = 20100 kW ) s i o t t i e n e τ = 137.966.400 ⁄ 20100 = 6864 h per cui si è nel caso di altissima utilizzazione. La tabella 2.3e riguarda la produzione cogenerativa: è simile alla tabella 2.3a con valori maggiori perché in questo caso il gas naturale serve anche a produrre l’energia elettrica all’interno del sistema considerato. In conclusione nel caso della cogenerazione di E e Q si spendono per il gas naturale e altre voci (assunte pari al 25% della precedente) 11,3 GLire/anno mentre nel caso della produzione separata si spenderebbero per il gas naturale (cioè per Q ) 1,4 GLire/anno e per l’acquisto di energia elettrica ( E ) 14,9 GLire/anno. Il risparmio di 5,1 GLire/anno va confrontato con il costo di investimento (20,1 GLire) della centrale cogenerativa ottenuto assumendo 1 GLire/MW: con i dati della tabella 2.3f emerge che il tempo di ritorno dell’investimento è di 4 anni, valore attualmente considerato accettabile. In questi calcoli, per non appesantire la trattazione, sono state fatte molte approssimazioni: in particolare non si è tenuto conto degli interessi e delle tasse, né del costo della centrale termica convenzionale, ritenendo che debba esistere come riserva anche nel caso cogenerativo. Questi calcoli hanno finalità didattiche e quindi non sono applicabili a ogni azienda, in quanto la convenienza della cogenerazione dipende moltissimo da provvedimenti legislativi in continua evoluzione che qui non sono considerati. Tab. 2.3 – Bilancio economico di confronto tra produzione separata e cogenerativa di energia elettrica e termica ( V̇ H ) S = Q̇ ⁄ η t = 6,074 ⁄ 0,85 = 7,14588 MW V̇ im = 17949,3 m 3 ⁄ d V̇ = 466.683 m 3 ⁄ mese Costo mensile (alta utilizzazione) Lire/mese Termine di abbonamento 500.000 Corrispettivo d’impegno 1436,2⋅17949,3 25.778.785 Consumo (0,1⋅228,000+0,2⋅213,282+0,166683⋅207,394)⋅106 100.025.454 Totale mensile 126.304.239 Totale annuale 126.304.239⋅11+500000+25.778.785 = 1.415.625.414 Lire/anno Tab. 2.3a – Costo del calore (luglio 1999 – giugno 2000, prezzi dicembre 1999) nel caso di generazione separata 79 IMPIANTO COGENERATIVO PERIODO GIORNI FASCE SUDDIVISIONE ORARIA DURATA [H] DELLA SETTIMANA TARIFFARIE F1 ore di punta: 8.30-10.30, 16.30 18.30 520 F2 ore di alto carico: 6.30-8.30, 10.30-16.30, 18.30-21.30 1430 F4 ore vuote: 21.30-6.30 1172 sabato e domenica F4 ore vuote: 0-24 1248 da lunedì a venerdì F2 ore di alto carico: 8.30-12 375 F3 ore di medio carico: 6.30-8.30,12-21.30 1230 F4 ore vuote: 21.30-6.30 985 sabato e domenica F4 ore vuote: 0-24 1056 tutti i giorni F4 ore vuote: 0-24 744 Totale 8760 da lunedì a venerdì invernale da ottobre a marzo estivo: da aprile a settembre (escluso agosto) agosto Tab. 2.3b – Dati sulla energia elettrica nel caso di generazione separata. Suddivisione delle ore annue nelle 4 fasce orarie 80 IMPIANTO COGENERATIVO F1 F2 MESE E [ kWh ] Ė im [ kW ] E [ kWh ] Ė im [ kW ] Lug 99 0 0 3.298.227 20100 Ago 99 0 0 0 0 Sett 99 0 0 3.298.227 20100 Ott 99 1.742.000 20100 3.298.227 20100 Nov 99 1.742.000 20100 3.298.227 20100 Dic 99 1.742.000 20100 3.298.227 20100 Gen 00 1.742.000 20100 3.298.227 20100 Feb 00 1.742.000 20100 3.298.227 20100 Mar 00 1.742.000 20100 3.298.227 20100 Apr 00 0 0 3.298.227 20100 Mag 00 0 0 3.298.227 20100 Giu 00 0 0 3.298.227 20100 81 IMPIANTO COGENERATIVO F3 F4 MESE E [ kWh ] Ė im [ kW ] E [ kWh ] Ė im [ kW ] Lug 99 4.944.600 20100 6.046.445 20100 Ago 99 0 0 0 20100 Sett 99 4.944.600 20100 6.046.445 20100 Ott 99 0 0 6.046.445 20100 Nov 99 0 0 6.046.445 20100 Dic 99 0 0 6.046.445 20100 Gen 00 0 0 6.046.445 20100 Feb 00 0 0 6.046.445 20100 Mar 00 0 0 6.046.445 20100 Apr 00 4.944.600 20100 6.046.445 20100 Mag 00 4.944.600 20100 6.046.445 20100 Giu 00 4.944.600 20100 6.046.445 20100 Tab. 2.3c – Dati sulla energia elettrica nel caso di generazione separata. Suddivisione di potenza elettrica impegnata ( Ė im ) ed energia elettrica ( E ) per fasce e per mesi di un anno (luglio 1999 – giugno 2000) 82 IMPIANTO COGENERATIVO Impegno di potenza Lire Lire 3000kW ⋅ 289320 --------------------- + 7000kW ⋅ 258000 --------------------- + kW anno kW anno Lire + 10100kW ⋅ 225600 --------------------- = 4.952.520.000 Lire/anno kW anno Consumo kWh Lire mesi 1.742.000 ----------- ⋅ 123,0 ----------- ⋅ 6 ----------- = 1.285.596.000 Lire/anno mese kWh anno F1 kWh Lire mesi 3.298.227 ----------- ⋅ 86,3 ----------- ⋅ 11 ----------- = 3.131.006.891 Lire/anno mese kWh anno F2 kWh Lire mesi 4.944.600 ----------- ⋅ 69,3 ----------- ⋅ 5 ----------- = 1.713.303.900 Lire/anno mese kWh anno F3 kWh Lire mesi 6.046.445 ----------- ⋅ 57,9 ----------- ⋅ 11 ----------- = 3.850.980.821 Lire/anno mese kWh anno F4 F1 + F2 + F3 + F4 totale 9.980.887.612 Lire/anno totale Costo totale anno 14.933.407.612 Lire/anno Tab. 2.3d – Costo dell’energia elettrica (aprile 1999 – maggio 2000, prezzi dicembre 1999) nel caso di generazione separata. Costi annui per impegno di potenza e consumo nel caso di media tensione e altissima utilizzazione ( V̇ H ) C = ( Q̇ + Ė ) ⁄ η IC = 26,174 ⁄ 0,541 = 43,3808 MW V̇ im = 121.525 m 3 ⁄ d V̇ = 3.159.649 m 3 ⁄ mese Costo mensile (alta utilizzazione) Lire/mese Termine di abbonamento 500.000 Corrispettivo d’impegno 1436,2⋅121.525 174.534.205 Consumo (0,1⋅228,000+0,2⋅213,282+0,2⋅207,394+0,2⋅204,028+ 628.066.355 +0,3⋅200,031+1⋅196,667+1⋅193,091+0,159649⋅191,409)⋅106 Totale mensile 803.100.560 Totale annuale 803.100.560⋅11+500000+174.534.205 = 9.009.140.365 Lire/anno Tab. 2.3e – Costo dell’energia (luglio 1999 – giugno 2000, prezzi dicembre 1999) nel caso di cogenerazione 83 IMPIANTO COGENERATIVO GENERAZIONE SEPARATA COGENERAZIONE Investimento 20100 kW⋅1.000.000 Lire/kW = =20.100.000.000 Funzionamento Energia primaria per calore 1.415.625.414 Energia primaria 9.009.140.365 Energia elettrica 14.933.407.612 Altre voci 0,25⋅9.009.140.365 = 2.252.285.091 Totale 16.349.033.026 Totale 11.261.425.456 Differenza costi = 5.087.607.570 Lire/anno Tab. 2.3f – Elementi del bilancio economico semplificato (luglio 1999 – giugno 2000) in Lire Per avere ulteriori elementi di confronto si calcolano i costi specifici (C) dell’energia elettrica e del calore nel caso di produzione separata: il rapporto dei costi (30,1/9,3) è termodinamicamente giustificato solo in parte in quanto oltre ai rendimenti (0,85/0,374) intervengono elementi di natura economica qui non considerati. Energia elettrica: C 14.933.407.612 Lire/anno = ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ = 20100kW ⋅ ( 520 + 1430 + 375 + 1230 + 1172 + 985 + 624 + 528 )ore/anno Ė 14.933.407.612 Lire/anno = ------------------------------------- ------------------------- = 108 Lire/kWh = 30,1 Lire/ MJ 137.966.400 kWh/anno Gas naturale: 126.304.239 Lire/mese C GN = ----------------------------------------------------- = 271 Lire/ m 3 466.683m 3 /mese Calore: 271 Lire/ m 3 C Q̇ = ------------------------------------------------ = 9,3 Lire/ MJ 34,397 MJ/ m 3 ⋅ 0,85 84 IMPIANTO COGENERATIVO Il risparmio di energia primaria si calcola con la formula 2.10” nella quale il rapporto Ė ⁄ Q̇ viene determinato in base ai valori massimi (il cui rapporto coincide con i valori medi in quanto si è assunto lo stesso andamento nel tempo della potenza elettrica e della potenza termica) e per verifica in base ai dati annuali. In base ai dati delle tabelle 2.1 e 2.2 si ottiene: Ė ----- = 20100 ⁄ 6074 = 3,31. Q̇ In base ai dati annuali (vedi sopra) si ottiene: Ė 137.966.400 kWh/anno ⋅ 3,6 MJ/ kWh ----- = --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------= 466683 m 3 /mese ⋅ 11mesi/anno ⋅ 34,397 MJ/ m 3 ⋅ 0,85 Q̇ 496.679.040 = ------------------------------ = 3,31 150.090.830 2.3 STUDI DI SENSIBILITÀ Fissata la condizione di riferimento, ha interesse studiare il comportamento dell’impianto al variare della utenza termica cioè di Q̇ , visto che costituisce la parte migliorabile. Prima è però opportuno riesaminare il ciclo combinato, scomponendolo nei cicli componenti, in modo da considerare gli effetti in modo separato e graduale. Cicli semplici cogenerativi I due cicli Joule sono rappresentati in figura 2.5 che corrisponde ai dati della tabella 2.4. 1200 C'' C' 1000 t [°C] 800 600 D '' B '' D' 400 B' 200 A ' = A'' 0 0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 1,0 1,2 s [kJ/(kgK)] Fig. 2.5 – Cicli Joule nel diagramma temperatura ( t ), entropia massica ( s ). 85 IMPIANTO COGENERATIVO Data la composizione del gas naturale si calcolano il potere calorifico inferiore a pressione costante, riferito alla massa ( H ) e la densità in condizioni normali (a 0°C e 1,013 bar). La portata di fumi è ottenuta applicando il principio di conservazione dell’energia al sistema chiuso che esegue il ciclo Joule: Q̇ 1 – L̇ = Q̇ 2 dove: Q̇ 1 potenza termica fornita al sistema dall’esterno L̇ potenza meccanica ceduta dal sistema all’esterno Q̇ 2 potenza termica ceduta dal sistema all’esterno. Nel caso attuale si può scrivere: Ė ṁ c H – ------------ = ṁ f c f ( t D – t A ) ηm ηa 2.11 da cui si deduce ṁ f ricordando che c f è medio tra t A e t D . Noto ṁ f si ottiene l’indice d’aria n con la relazione: ṁ ------f = 1 + na t ṁ c 2.12 dove: at aria teorica in massa (si ricava dalla tabella 2.4 dove è riportata anche ṁ f ⁄ ṁ c ). 86 IMPIANTO COGENERATIVO Tab. 2.4 – Dati dei due cicli Joule TG1 TG2 USCITA TG1 TG2 ṁ c [ kg/s ] 0,27 0,777 H [ kJ/kg ] 46225 46225 Ė [ kW ] 3700 12500 ρ GN [ kg ⁄ m 3 ] 0,785 0,785 t A [ °C ] 15 15 c f ( t A ,t D ) 1,079 1,082 t D [ °C ] 492 492 ṁ f [ kg/s ] 16,4 43,4 p A = p D [ bar ] 1 1 a t [ kg/kg c ] 15,992 15,992 β 12,64 19,8 n 3,745 3,446 ηm 0,965 0,972 η is,c 0,823 0,834 ηa 0,945 0,952 η is,e 0,873 0,885 η is,e ⁄ η is,c 88/83 88/83 η 0,325 0,376 L̇ [ kW ] 4057 13508 Q̇ 1 [ kW ] 12498 35930 INGRESSO [ kJ/(kgK) ] Tab. 2.4a – Dati di ingresso e di uscita 87 IMPIANTO COGENERATIVO COMPOSIZIONE GN % VOLUME %MASSA COMP ELEMENTARE GN %MASSA metano (CH4) 92 83,914 C 70,8 azoto (N2) 3,5 5,604 H 22,7 etano (C2H6) 2 3,419 O 0,9 propano (C3H8) 1 2,507 N 5,6 n-butano (nC4H10) 1 3,305 anidride carbonica (CO2) 0,5 1,251 COMPOSIZIONE FUMI (IN MASSA) TG1 TG2 kg/kg di combustibile fumi kg/kg di kg/kg di combustibile fumi kg/kg di N2 45,853 0,756 42,198 0,755 O2 10,141 0,167 9,037 0,162 CO2 2,596 0,043 2,596 0,046 H2O 2,042 0,034 2,042 0,037 COMPOSIZIONE FUMI (IN VOLUME) TG1 TG2 m 3 ⁄ kg di m 3 ⁄ m 3 di m 3 ⁄ kg di m 3 ⁄ m 3 di combustibile fumi combustibile fumi N2 36,476 0,769 33,568 0,767 O2 7,098 0,150 6,326 0,145 CO2 1,322 0,028 1,322 0,030 H2O 2,541 0,054 2,541 0,058 Tab. 2.4b – Composizioni del gas naturale e dei fumi 88 IMPIANTO COGENERATIVO TG1 p [ bar ] t [ °C ] c f [ kJ/(kgK) ] h [ kJ/kg ] A' 1 15 1,010 0 B is' 12,64 313,9 1,027 307,1 B' 12,64 376,0 1,033 373,0 C' 12,64 1006,0 1,140 1129,3 D' 1 492 1,079 514,9 D is' 1 412,4 1,070 425,3 TG2 p [ bar ] t [ °C ] c f [ kJ/(kgK) ] h [ kJ/kg ] A'' 1 15 1,010 0 B is'' 19,8 388,8 1,035 386,7 B'' 19,8 459,9 1,042 463,5 C '' 19,8 1125,1 1,155 1282,5 D'' 1 492 1,082 516,1 D is'' 1 403,3 1,072 416,3 Tab. 2.4c – Grandezze caratteristiche nei punti fondamentali dei cicli Gli stati A e D sono dati in ingresso; per ricavare B e C si impongono due condizioni indipendenti: 1. il bilancio energetico al combustore: Q̇ 1 = ṁ f h C – ( ṁ a h a + ṁ c h c ) Trascurando l’entalpia del combustibile h c si ottiene: ṁ c H = ṁ f c f ( t C – t 0 ) – ṁ a c a ( t B – t 0 ) 2.13 dove: cf capacità termica massica dei fumi media tra t 0 e t C 89 IMPIANTO COGENERATIVO ca capacità termica massica dell’aria media tra t 0 e t B . Questa relazione lega tra loro t C e t B , essendo gli altri termini noti. 2. Il valore del rapporto dei rendimenti isentropici. Si ricorda che il rendimento isentropico di un compressore è il rapporto tra le potenze delle compressioni isentropica e reale: L̇ is L̇ ṁ a ( h B – h A ) c a' ( t B – t 0 ) is is - = ------------------------η is,c = ------ = -------------------------------- ṁ a ( h B – h A ) ca ( tB – t0 ) 2.14’ dove: ca capacità termica massica dell’aria media tra t A = t 0 e t B c a' capacità termica massica dell’aria media tra t 0 e t Bis hA entalpia massica dell’aria a t A . È nulla essendo t A = t 0 = 15°C la temperatura di riferimento dell’entalpia. La temperatura T Bis della isentropica AB is è legata al rapporto di compressione p A ⁄ p B = β e all’esponente γ , il cui valore dipende dalla temperatura in quanto c a' e R a* sono funzioni di t secondo la relazione seguente: T Bis = T A β γ–1 ----------γ . Il rendimento isentropico dell’espansione è il rapporto delle potenze delle espansioni reale e isentropica: L̇ L̇ is ṁ f ( h C – h D ) cf C ( t C – t 0 ) – cf D ( t D – t 0 ) cf C ( t C – t 0 ) – cf Dis ( t Dis – t 0 ) η is,e = ------ = --------------------------------- = ---------------------------------------------------------------- ṁ f ( h C – h Dis ) 2.14’’ dove: cf C capacità termica massica dei fumi media tra t 0 e t C cf D capacità termica massica dei fumi media tra t 0 e t D cf Dis capacità termica massica dei fumi media tra t 0 e t Dis . La temperatura T Dis dell’isentropica CD is è legata al rapporto di compressione β e all’esponente γ ' , il cui valore dipende dalla composizione dei fumi oltre che dalla temperatura secondo la relazione: 90 IMPIANTO COGENERATIVO T Dis = T C β 1 –γ' -----------γ' Il rapporto dei rendimenti isentropici, assunto pari a 88/83, lega t C a termini noti. Essendo i due cicli Joule definiti e verificata la coerenza dei valori attraverso i dati risultanti per i rendimenti isentropici e il rendimento termodinamico, si può considerare l’aspetto della cogenerazione corrispondente a recuperare calore dai fumi. La potenza termica Q̇ si calcola con la relazione: Q̇ = ṁ f [ c f* ( t D – t 0 ) – c f ( tf – t 0 ) ] 2.15 dove: c f* capacità termica massica dei fumi, media tra t 0 e t D cf capacità termica massica dei fumi, media tra t 0 e t f tD temperatura di scarico dal gruppo turbogas e di ingresso nel GV a recupero (fig. 2.5) tf temperatura di uscita dei fumi dal GV a recupero. In questo caso essendo ṁ c H ed Ė invarianti, la 2.9 scritta nella forma seguente: Ė + ṁ f [ c f* ( t D – t 0 ) – c f ( tf – t 0 ) ] η IC = ---------------------------------------------------------------------------------- ṁ c H mostra che η IC cresce linearmente al diminuire di tf . La 2.10’ fa vedere direttamente che R aumenta se Q̇ cresce, cioè se tf diminuisce. Nelle figure 2.6 e 2.7 è indicato come la temperatura dei fumi in uscita dal recuperatore influenzi il rendimento di primo principio e il rapporto E ⁄ Q il quale cresce con tf , ma poco per t f < 300°C . Si noti che nelle figure compare anche la temperatura media t Q a cui è disponibile il calore: TD ∫ T ds T f t Q = ---------------sD – sf che nel caso di un isobara si può scrivere: hD – hf t Q = --------------sD – sf dove con l’indice f si indica un punto generico sull’isobara AD in figura 2.5. Ai fini dei calcoli che seguono si è usata l’espressione: 91 IMPIANTO COGENERATIVO tD – tf t Q = ------------tD ln ---tf basata sull’assunzione di una capacità termica massica media, usata anche per il calcolo di s nella tabella 2.2. tQ [°C] 200 18 16 300 350 400 450 - JJ J 250 JJ 14 12 JJ B JJ 10 J J ηIC JJ 0,7 JJ 0,6 JJ 6 4 0 B B B B BB B B B B B B B B B B B E/Q 0 100 0,9 0,8 8 2 500 1,0 200 300 400 0,5 J JB JJ B B 0,4 0,3 0,2 0,1 0,0 500 tf [°C] Fig. 2.6 – Rendimento di primo principio nella cogenerazione ( η IC ) e rapporto energie elettrica/ termica ( E ⁄ Q ) in funzione della temperatura dei fumi allo scarico del generatore di vapore a recupero ( t f ) e media ( t Q ), nel caso dell’impianto TG1. 92 IMPIANTO COGENERATIVO t [°C] Q 200 25 300 350 400 450 500 1,0 15 10 5 0 - BB BB BB J B B BB B B η IC BB BB BB B BJ B J J J E/Q J J J J J J J J J JJ J J J J J 20 0 250 100 200 300 tf [°C] 400 0,9 0,8 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0,0 500 Fig. 2.7 – Rendimento di primo principio nella cogenerazione ( η IC ) e rapporto energie elettrica/ termica ( E ⁄ Q ) in funzione della temperatura dei fumi allo scarico del generatore di vapore a recupero ( t f ) e media ( t Q ), nel caso dell’impianto TG2. In questa situazione si ha un risparmio di energia primaria R che è rappresentato in figura 2.8 in funzione della temperatura media dei fumi allo scarico. R cresce al diminuire di t Q , di più per TG2 che ha rendimento η maggiore. 93 IMPIANTO COGENERATIVO 0,5 0,4 R 0,3 0,2 JJ J BB J B BJJ B BJ J B JJ B B J TG2 TG1 B JJ B B 0,1 0,0 200 250 300 350 B J B 400 J B J J J 450 500 tQ [°C] Fig. 2.8 – Risparmio di energia primaria ( R ) in funzione della temperatura del calore ( t Q ). Per riportarsi alla rappresentazione usuale di R al diagramma della figura 2.4 si aggiunge nella figura 2.9 il luogo dei punti che corrispondono al caso degli impianti TG1 e TG2 considerati: sono le linee caratteristiche. Le caratteristiche risultano discendenti al crescere di E ⁄ Q , cioè al crescere di t Q : la ragione è che se si produce calore a temperatura più elevata diminuisce il vantaggio rispetto alla produzione termica separata. 94 IMPIANTO COGENERATIVO 0,45 0,40 IC = 0,8 η IC = 0,7 289 °C 0,35 334 °C 0,30 R η IC = 0,9 η 215 °C ηIC = 0,6 0,25 378 °C J RIF 0,20 0,15 tQ = 419 °C η IC = 0,5 0,10 TG1 0,05 0,00 0,0 0,5 1,0 TG2 1,5 2,0 E/Q 2,5 3,0 3,5 4,0 Fig. 2.9 – Caratteristiche degli impianti TG1 e TG2 sul diagramma risparmio ( R ), rapporto energie elettrica/termica ( E ⁄ Q ), rendimento di primo principio η IC . 95 IMPIANTO COGENERATIVO 450 G 400 350 300 E t [°C] 250 200 U V 41 bar; 252°C F 12 bar; 188°C 150 Z 100 C,D 50 0 W 2 bar 0,2 bar; 60°C H A,B 0 2 4 6 8 10 s [kJ/(kgK)] Fig. 2.10 – Ciclo Rankine con condensazione, derivazione e laminazione, sul diagramma temperatura ( t ), entropia massica ( s ). Il ciclo Rankine a derivazione e condensazione del caso di riferimento (fig. 2.2) è rappresentato in figura 2.10, usando i dati della tabella 2.5 nella quale sono indicati innanzitutto in 2.5a i dati di ingresso: si assume che il rendimento del generatore di vapore sia costante. Sono poi riportati i valori delle grandezze che interessano la cogenerazione cioè in particolare il rendimento di primo principio η IC , il rapporto delle energie elettrica/ termica ( E ⁄ Q ), il risparmio di energia primaria R . Il loro calcolo richiede di conoscere l’entalpia dei punti caratteristici del ciclo. 96 IMPIANTO COGENERATIVO Tab. 2.5 – Dati di cicli Rankine utili per lo studio del ciclo Rankine del caso di riferimento GRANDEZZA VALORE pD = pE = pF = pG 4100000 Pa p spillamento 1200000 Pa pW = pZ 200000 Pa pH = pA 20000 Pa tG 405 °C xH 0,9 ηm 0,965 ηa 0,95 η GV 0,9 Tab. 2.5a – Dati di ingresso G E 41 bar F t D A 0,2 bar H s hA 251,5 [ kJ/kg ] e 775,1 [ kJ/kg ] hD 255,6 [ kJ/kg ] q 0 [ kJ/kg ] hE 1094,4 [ kJ/kg ] q1 2967,9 [ kJ/kg ] hF 2800,1 [ kJ/kg ] q 1 ⁄ η GV 3297,7 [ kJ/kg ] hG 3223,5 [ kJ/kg ] η IC 0,235 hH 2373,2 [ kJ/kg ] E⁄Q ∞ R - 0,591 Fig. 2.5b – Ciclo con condensatore freddo 97 IMPIANTO COGENERATIVO G 41 bar E t 12 bar D Z V F U 2 bar W s hZ 504,8 [ kJ/kg ] e 230,0 [ kJ/kg ] hD 508,7 [ kJ/kg ] q 2169 [ kJ/kg ] hE 1094,4 [ kJ/kg ] q1 2715 [ kJ/kg ] hF 2800,1 [ kJ/kg ] q 1 ⁄ η GV 3016 [ kJ/kg ] hG 3223,5 [ kJ/kg ] η IC 0,795 hV 2968 [ kJ/kg ] E⁄Q 0,106 hU 798,7 [ kJ/kg ] R 0,047 hW 798,7 [ kJ/kg ] Tab. 2.5c – Ciclo con condensatore caldo e laminazione 98 IMPIANTO COGENERATIVO G E 41 bar V F t U 12 bar D C B Z 2 bar W 0,2 bar A H s hA 251,5 [ kJ/kg ] hB 251,7 [ kJ/kg ] hE 1094,4 [ kJ/kg ] hF 2800,1 [ kJ/kg ] hG 3223,5 [ kJ/kg ] hV 2968 [ kJ/kg ] hU 798,7 [ kJ/kg ] hW 798,7 [ kJ/kg ] hZ 504,8 [ kJ/kg ] hH 2373,2 [ kJ/kg ] f h C [ kJ/kg ] h D [ kJ/kg ] η IC E⁄Q R 0 251,7 255,6 0,235 ∞ -0,591 0,05 264,3 268,2 0,261 6,894 -0,544 0,1 277,0 280,9 0,287 3,322 -0,499 0,15 289,6 293,5 0,313 2,131 -0,456 0,20 302,3 306,2 0,339 1,535 -0,415 0,25 315,0 318,9 0,366 1,178 -0,376 0,30 327,6 331,5 0,393 0,940 -0,338 0,35 340,3 344,2 0,420 0,769 -0,303 0,4 352,9 356,8 0,447 0,642 -0,269 0,45 365,6 369,5 0,475 0,543 -0,236 (continua) 99 IMPIANTO COGENERATIVO f h C [ kJ/kg ] h D [ kJ/kg ] η IC E⁄Q R 0,5 378,2 382,1 0,503 0,463 -0,205 0,55 390,9 394,8 0,531 0,398 -0,175 0,6 403,6 407,5 0,559 0,344 -0,147 0,65 416,2 420,1 0,588 0,298 -0,119 0,7 428,9 432,8 0,617 0,259 -0,092 0,75 441,5 445,4 0,646 0,225 -0,067 0,8 454,2 458,1 0,675 0,195 -0,042 0,85 466,8 470,7 0,705 0,169 -0,019 0,9 479,5 483,4 0,735 0,146 0,004 0,95 492,1 496,0 0,765 0,125 0,026 1 504,8 508,7 0,795 0,106 0,047 Tab.2.5d – Ciclo a condensazione, derivazione e laminazione Questo viene trattato a livello crescente di complessità passando dal ciclo Rankine con il solo condensatore freddo a 0,2 bar (tabella 2.5b), al ciclo con solo condensatore caldo a 12 bar con laminazione a 2 bar (tabella 2.5c), al ciclo con condensazione e derivazione con laminazione (tabella 2.5d ). In quest’ultimo caso la posizione del punto C di ingresso nella pompa e del punto D di ingresso nel generatore di vapore a recupero si ottiene con le relazioni seguenti: h C = f hZ + ( 1 – f )h B 2.16 dove: f frazione di vapore derivata ( ṁ t ⁄ ṁ v ) h D = h C + ( p D – p C )v C 2.17 La 2.16 è ottenuta dal bilancio di energia nel serbatoio S (fig. 2.1, tabella 2.5d) tra il liquido in B proveniente dalla pompa a valle del condensatore e il liquido saturo in Z proveniente dalla dispersione isobara del calore di laminazione ( h W – h Z ) : ṁ t h Z + ( ṁ v – ṁ t )h B = ṁ v h C . 100 IMPIANTO COGENERATIVO La seconda è ottenuta dal principio di conservazione dell’energia e dall’equazione di Bernoulli generalizzata, assumendo il liquido a densità costante durante la compressione tra C e D . Nel caso della tabella 2.5d , quella di maggiore interesse, valgono le relazioni seguenti: Ė = [ ṁ v ( h G – h V ) + ( ṁ v – ṁ t ) ( h V – h H ) ] η m η e + ṁ v ( h D – h C ) + ( ṁ v – ṁ t ) ( h B – h A ) - = ṁ v e – ----------------------------------------------------------------------------------- 2.18 ηm ηe Q̇ = ṁ t ( h V – h U ) = ṁ t q 2.19 q1 ṁ v ( h G – h D ) Q̇ 1 = ------------------------------ = ṁ v -------- 2.20 η GV η GV con le quali si possono calcolare, ricordando le 2.9 e 2.10’: Ė + Q̇ e + fq q1 -------- η IC = -------------- = ------------- Q̇ 1 2.21 η GV q1 -------η GV Q̇ 1 R = 1 – ---------------- = 1 – -------------------q e Ė Q̇ ---- + f ------- + ---η η ηe ηt e 2.22’ t Si noti che nelle tabelle 2.5b e 2.5c le formule si semplificano perché m 1 = m t e quindi: e+q q1 -------- η IC = ----------- 2.21’ η GV e -- + 1 q R = 1 – -----------------------------------e 1 1 η IC -- ---- + ---- q η e η t 2.22’’ Analoghe considerazioni valgono per il caso con derivazione a 2 bar (tabella 2.6, fig. 2.11). 101 IMPIANTO COGENERATIVO 3500 G T = 405°C 3000 F 2 bar; 120 °C 2500 h [kJ/kg] V H 41 bar; 252 °C 2000 1500 0,2 bar; 60 °C E 1000 Z 500 C,D A,B 0 0 1 2 3 4 5 s [kJ/(kgK)] 6 7 8 9 Fig. 2.11 – Ciclo Rankine a condensazione e derivazione sul diagramma entalpia massica ( h ), entropia massica ( s ). Sono indicate le differenze di entalpia legate alla derivazione del vapore. Tab. 2.6 – Dati di cicli Rankine utili per lo studio di sensibilità alla temperatura di derivazione pD = pE = pF = pG 4100000 Pa xH 0,9 p spillamento 200000 Pa ηm 0,965 pH = pA 20000 Pa ηa 0,95 tG 405 °C η GV 0,9 102 IMPIANTO COGENERATIVO Tab. 2.6a – Dati di ingresso G E t 41 bar F D A 0,2 bar H s hA 251,5 [ kJ/kg ] e 775,1 [ kJ/kg ] hD 255,6 [ kJ/kg ] q 0 [ kJ/kg ] hE 1094,4 [ kJ/kg ] q1 2967,9 [ kJ/kg ] hF 2800,1 [ kJ/kg ] q 1 ⁄ η GV 3297,7 [ kJ/kg ] hG 3223,5 [ kJ/kg ] η IC 0,235 hH 2373,2 [ kJ/kg ] E⁄Q ∞ R - 0,591 Tab. 2.6b – Ciclo con condensatore freddo 103 IMPIANTO COGENERATIVO G E t 41 bar F D 2 bar V Z s hZ 504,8 [ kJ/kg ] e 500,0 [ kJ/kg ] hD 508,7 [ kJ/kg ] q 2169 [ kJ/kg ] hE 1094,4 [ kJ/kg ] q1 2715 [ kJ/kg ] hF 2800,1 [ kJ/kg ] q 1 ⁄ η GV 3016 [ kJ/kg ] hG 3223,5 [ kJ/kg ] η IC 0,885 hV 2673,5 [ kJ/kg ] E⁄Q 0,231 R 0,224 Tab. 2.6c – Ciclo con condensatore caldo 104 IMPIANTO COGENERATIVO hA 251,5 [ kJ/kg ] hB 251,7 [ kJ/kg ] hE 1094,4 [ kJ/kg ] hF 2800,1 [ kJ/kg ] hG 3223,5 [ kJ/kg ] V hV 2673,5 [ kJ/kg ] H hZ 504,8 [ kJ/kg ] hH 2373,2 [ kJ/kg ] G E 41 bar F t D Z 2 bar C B 0,2 bar A s f h C [ kJ/kg ] h D [ kJ/kg ] η IC E⁄Q R 0 251,7 255,6 0,235 ∞ -0,591 0,05 264,3 268,2 0,265 7,021 -0,518 0,1 277,0 280,9 0,295 3,447 -0,451 0,15 289,6 293,5 0,325 2,256 -0,388 0,2 302,3 306,2 0,356 1,660 -0,331 0,25 315,0 318,9 0,387 1,303 -0,278 0,3 327,6 331,5 0,418 1,064 -0,228 0,35 340,3 344,2 0,449 0,894 -0,181 0,4 352,9 356,8 0,481 0,767 -0,138 0,45 365,6 369,5 0,513 0,667 -0,097 (continua) 105 IMPIANTO COGENERATIVO f h C [ kJ/kg ] h D [ kJ/kg ] η IC E⁄Q R 0,5 378,2 382,1 0,545 0,588 -0,059 0,55 390,9 394,8 0,578 0,523 -0,023 0,6 403,6 407,5 0,611 0,469 0,010 0,65 416,2 420,1 0,644 0,423 0,042 0,7 428,9 432,8 0,677 0,384 0,073 0,75 441,5 445,4 0,711 0,350 0,101 0,8 454,2 458,1 0,745 0,320 0,128 0,85 466,8 470,7 0,780 0,294 0,154 0,9 479,5 483,4 0,814 0,270 0,179 0,95 492,1 496,0 0,849 0,249 0,202 1 504,8 508,7 0,885 0,231 0,224 Tab. 2.6d – Ciclo a condensazione e derivazione Rispetto al caso dei cicli Joule la variabile non è più t Q (che è fissata dalla pressione di derivazione), ma la frazione di vapore f derivata per inviarla all’utenza termica, sottraendola alla espansione. Nella figura 2.12 appare l’effetto della frazione spillata sul rendimento di primo principio: questo aumenta perché l’effetto su Ė è minore di quello su Q̇ (vedi 2.18 e 2.19). Ciò è più evidente nel diagramma di Mollier di figura 2.11 dove sono indicati i salti di entalpia perso ( h V – h H ) ai fini di Ė e acquisito ( h V – h Z ) ai fini di Q̇ come conseguenza della derivazione del vapore. 106 IMPIANTO COGENERATIVO 1,0 8 J J J 0,8 EJ 0,9 6 E/Q 3 EJ J JE E E V1 1 0,1 JE JE E J JE 0,6 0,5 JE E J E JE JE J J JE E 2 0 0,0 JEE J J E V2 5 4 JEEE J J E 0,7 η IC 7 0,4 0,3 0,2 EJ J V2 E EJ J 0,1 E EJ EJ EJ J J E E EJ EJ EJ EJ JE EJ EJ JE V1 0,0 0,2 0,3 0,4 0,5 f 0,6 0,7 0,8 0,9 1,0 Fig. 2.12 – Rendimento di primo principio nella cogenerazione ( η IC ) e rapporto energie elettrica/termica ( E ⁄ Q ) in funzione della frazione di vapore derivata ( f ) per impianto a ciclo Rankine (V1) con temperatura del calore t Q = 191°C e per impianto V2 con t Q = 120°C . Il risparmio di energia primaria R dipende dalla frazione spillata come appare in figura 2.13 e cresce con questa per la ragione appena spiegata. Il vantaggio è maggiore a temperatura minore perché in questa condizione la produzione separata è più onerosa. 107 IMPIANTO COGENERATIVO 0,30 0,25 R 0,20 0,15 V2 0,10 0,05 0,00 0,0 J 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 f 0,6 J J J J J J V1 0,7 0,8 B 0,9 J B J B 1,0 Fig. 2.13 – Risparmio di energia primaria ( R ) in funzione della frazione derivata ( f ) per gli impianti V1 e V2. Nella figura 2.14 è mostrata la linea caratteristica dell’impianto considerato: è un tratto molto esiguo nel caso di t Q = 191°C . 108 IMPIANTO COGENERATIVO 0,30 0,25 R 0,20 η IC V2 tQ = 120 °C 0,15 0,10 V1 0,05 tQ = 191 °C J 0,00 0,0 J 0,1 J J ,9 =0 η IC f=1 ,85 =0 η IC ,8 =0 J f = 0,95 ,75 =0 J f = 0,9 η IC Jf = 0,85 ,7 =0 η IC J f = 0,8 J f = 0,75 ,65 =0 f = 0,7 J η IC J f = 0,65 J f = 0,6 0,2 0,3 0,4 0,5 E/Q Fig. 2.14 – Caratteristiche degli impianti V1 e V2 sul diagramma risparmio ( R ), rapporto di energie elettrica/termica ( E ⁄ Q ) e rendimento di primo principio η IC . Sono indicate anche la frazione di vapore derivato ( f ) e la temperatura del calore ( t Q ). Nel caso dei cicli combinati come è noto il ciclo ad alta temperatura cede calore al ciclo a temperatura minore con uno scambio interno al sistema: nel caso attuale i fumi caldi uscenti dai due gruppi turbogas sono usati per generare vapore surriscaldato in due generatori di vapore a recupero. 109 IMPIANTO COGENERATIVO 25000 J TG2 20000 tQ"=257°C ηIC"=0,97 (tf"=15°C) Jt "=257°C η " IC =0,90 Q (t "=75°C) f TV (12 bar; 191°C) . Q [kW] J f=1 ηIC=0,80 15000 J f=0,8 10000 J f=1 ηIC=0,68 J t "=325°C η "=0,76 J (tf"=185°C) J f=0,8 η =0,63 Q η =0,67 IC J J f=0,6 ηIC=0,56 . Q=6074kW 5000 Jf=0,4 ηIC=0,45 0 0 E .' E''' J 5000 IC tQ"=349°C ηIC"=0,70 (t "=225°C) f tQ"=391°C ηIC"=0,61 (tf"=300°C) IC J f=0,6 ηIC = 0,59 J tQ =432°C ηIC"=0,51 J (tf"=375°C) J f=0,2 ηIC=0,34 . C (12 bar; 191°C) f=0 η =0,23 IC 10000 J . E" f=0,4 ηIC=0,54 f=0,2 ηIC= 0,49 J tQ"=492°C ηIC"=0,35 . (tf"=492°C) E=20100kW . E [kW] 15000 f=0 η =0,45 J J 20000 IC 25000 Fig. 2.15 – Potenza termica Q̇ in funzione delle potenze elettriche Ė , in corrispondenza ai gruppi turbogas TG1 e TG2, alla turbina a vapore TV e all’impianto cogenerativo a ciclo combinato C. I dati tra parentesi non valgono per l’impianto C. Nella figura 2.15 sono messe in evidenza le potenze elettriche e termica che l’impianto cede all’esterno: le tre potenze elettriche corrispondono a TG1, TG2 e TV e escono complessivamente dall’impianto C a ciclo combinato. La potenza termica Q̇ corrisponde a TV e all’impianto C. Non compaiono invece, perché interne all’impianto, le potenze termiche cedute ai generatori di vapore a recupero. Ciascuno di questi è uno scambiatore di calore (fig. 2.2) il quale raffredda i fumi ad una temperatura che non può scendere al di sotto di quella di ingresso dell’acqua ( t tD corrispondente ad h D ). La corrispondente temperatura di scarico dei fumi dipende dallo scambiatore e dalle condizioni di funzionamento: nel caso attuale valgono i diagrammi di figura 2.16. 110 IMPIANTO COGENERATIVO (a) 195 190 tf [°C] 185 180 175 170 165 160 60 70 80 t tD 90 [°C] 100 110 120 100 110 120 (b) 205 200 tf [°C] 195 190 185 180 175 170 60 70 80 t tD 90 [°C] Fig. 2.16 – Temperatura di scarico dei fumi ( t f ) in funzione della temperatura di ingresso dell’acqua ( t tD ) per i generatori di vapore a recupero GV1 (a) e GV2 (b). Nell’impianto di figura 2.1 e nel diagramma di figura 2.3 compaiono due potenze termiche disperse attraverso la superficie di controllo ( Q̇ d,mo e Q̇ d,op ) che richiedono qualche considerazione supplementare. La potenza meccanica scambiata tra il fluido e le parti in moto di una macchina motrice ( L̇e ) è maggiore della potenza meccanica disponibile all’albero ( η m L̇e ) dove η m è il rendimento meccanico. La potenza elettrica ai morsetti del generatore trascinato dalla macchina è minore di η m L̇e e vale Ė = η e η m L̇e dove η e è il rendimento elettrico. 111 IMPIANTO COGENERATIVO Nel caso in esame ci sono tre turbomacchine motrici TG1, TG2 e TV (assunte adiabatiche) quali producono una potenza dispersa Q̇ d,mo che si calcola con la relazione: 1 ˙ – E˙'' ) + ( L̇ e''' – E˙''' ) = E˙' -------------- – 1 + Q̇ d,mo = ( L'˙ – E˙' ) + ( L'' η m ' η e' 1 + E˙'' ----------------- – 1 + L̇ e''' ( 1 – η m''' η e''' ) η m'' η e'' dove: L'˙ potenza del gruppo motore TG1 (l’albero è comune a turbina e compressore) ˙ potenza del gruppo motore TG2 (l’albero è comune a turbina e compressore) L'' L̇e''' potenza della turbina a vapore TV (inclusa in 2.3). Assumendo η m' = 0,965 , η m'' = 0,972 , η m''' = 0,965 e η e' = 0,945 , η e'' = 0,952 , η e''' = 0,95 si ottiene Q̇ d,mo = 1723 kW . La potenza meccanica scambiata tra le parti in moto di una macchina operatrice e il fluido ( L̇ c ) è minore della potenza meccanica che deve essere disponibile all’albero ( L̇ c ⁄ η m ). La potenza elettrica ai morsetti del motore elettrico è maggiore della potenza all’albero e vale E˙ = L̇ c ⁄ ( η m η e ) . I rendimenti η m ed η e conservano i nomi e i simboli del caso precedente in quanto tengono conto degli stessi fenomeni: l’attrito dell’albero e gli ausiliari ( η m ), le perdite elettriche ( η e ). Nel caso in esame ci sono macchine operatrici in TG1, TG2 e nel ciclo a vapore, ma delle prime due si è già tenuto conto essendo l’albero in comune con le macchine motrici, mentre nel terzo caso si hanno due turbopompe (assunte adiabatiche) azionate da motori elettrici per cui: 1 Q̇ d,op = Ė p – L̇ c''' = L̇ c''' ------------- – 1 ηm ηe dove: Ė p potenza dei motori elettrici L̇ c''' potenza delle pompe (inclusa in 2.3). Assumendo η m = 0,95 η e = 0,965 si ottiene Q̇ d,op = 3 kW. 112 IMPIANTO COGENERATIVO Effetto della frazione spillata L’effetto della frazione spillata si studia utilizzando le relazioni 2.2, 2.3, 2.9 e 2.10: si riporta qui la 2.2 mettendo in evidenza f : Ė = E˙' + E˙'' + ṁ v [ h G – h V + ( 1 – f ) ( h V – h H ) ] η m η a + hD – hC + ( 1 –f ) ( hB – hA ) – ṁ v -----------------------------------------------------------ηm ηa È evidente che Ė diminuisce al crescere della frazione spillata, ma l’effetto si fa sentire molto meno che nel caso dell’impianto V1 perché la potenza elettrica degli impianti TG1 e TG2 ( E˙' + E˙'' ) è invariante. Nella tabella 2.7 sono riportati valori delle grandezze importanti per la cogenerazione (vedi il paragrafo CICLO COMBINATO A DERIVAZIONE E CONDENSAZIONE) corrispondenti a frazione spillata compresa tra 0 e 1: il caso di riferimento è quello per f = 0,4 (vedi anche fig. 2.15). 113 IMPIANTO COGENERATIVO Tab. 2.7 – Effetto della frazione spillata sulle prestazioni dell’impianto di riferimento con le seguenti portate di vapore: ṁ v' = 1, 961 [ kg ⁄ s ] , ṁ v'' = 5, 043 [ kg ⁄ s ] , ṁ v = ṁ v' + ṁ v'' = 7, 004 [ kg ⁄ s ] f 0 0,1 0,2 0,3 0,4 ṁ t [ kg ⁄ s ] 0 0,7 1,4 2,1 2,8 h C [ kJ/kg ] 251,6 277,0 302,3 327,6 352,9 h D [ kJ/kg ] 255,5 280,9 306,2 331,5 356,8 T D [ °C ] 60 66 72 78 84 L̇' [ kW ] 4057 4057 4057 4057 4057 L̇'' [ kW ] 13508 13508 13508 13508 13508 L̇''' [ kW ] 5927 5511 5094 4678 4261 L̇ TOT [ kW ] 23493 23077 22660 22244 21827 E˙ ' [ kW ] 3700 3700 3700 3050 3700 E˙ '' [ kW ] 12500 12500 12500 12500 12500 E˙ ''' [ kW ] 5429 5047 4665 4284 3902 Ė TOT [ kW ] 21629 21247 20865 20484 20102 Q̇ d,mo [ kW ] 1862 1827 1792 1758 1723 Q̇ d,op [ kW ] 3 3 3 3 3 Q̇ [ kW ] 0 1519 3039 4558 6078 Q̇ c [ kW ] 14861 13375 11889 10403 8916 Q̇ l [ kW ] 0 206 412 618 823 ṁ c H [ kW ] 48428 48428 48428 48428 48428 Q̇ r' [ kW ] 5821 5772 5722 5672 5623 Q̇d ' [ kW ] 84 84 84 84 84 (continua) 114 IMPIANTO COGENERATIVO f 0 0,1 0,2 0,3 0,4 c f ' [ kJ/(kgK) ] 1,046 1,046 1,046 1,046 1,046 t f ' [ °C ] 163 166 169 172 174 Q̇ r'' [ kW ] 14967 14839 14712 14584 14456 Q̇d '' [ kW ] 224 224 224 224 224 c f '' [ kJ/(kgK) ] 1,049 1,049 1,049 1,050 1,050 t f '' [ °C ] 174 176 179 182 185 η IC 0,447 0,47 0,494 0,517 0,541 E⁄Q ∞ 13,98 6,87 4,49 3,31 R 0,163 0,174 0,184 0,195 0,205 (continua) f 0,5 0,6 0,7 0,8 0,9 1 ṁ t [ kg ⁄ s ] 3,5 4,2 4,9 5,6 6,3 7,0 h C [ kJ/kg ] 378,2 403,5 428,9 454,2 479,5 504,8 h D [ kJ/kg ] 382,1 407,4 432,8 458,1 483,4 508,7 T D [ °C ] 90 97 103 109 115 121 L̇' [ kW ] 4057 4057 4057 4057 4057 4057 L̇'' [ kW ] 13508 13508 13508 13508 13508 13508 L̇''' [ kW ] 3845 3428 3012 2595 2179 1762 L̇ TOT [ kW ] 21411 20994 20578 20161 19745 19328 E˙ ' [ kW ] 3700 3700 3700 3700 3700 3700 E˙ '' [ kW ] 12500 12500 12500 12500 12500 12500 E˙ ''' [ kW ] 3520 3138 2756 2375 1993 1611 (continua) 115 IMPIANTO COGENERATIVO f 0,5 0,6 0,7 0,8 0,9 1 Ė TOT [ kW ] 19720 19338 18956 18575 18193 17811 Q̇ d,mo [ kW ] 1688 1654 1619 1584 1550 1515 Q̇ d,op [ kW ] 3 3 3 3 2 2 Q̇ [ kW ] 7597 9117 10636 12155 13675 15194 Q̇ c [ kW ] 7430 5944 4458 2972 1486 0 Q̇ l [ kW ] 1029 1235 1441 1647 1853 2058 ṁ c H [ kW ] 48428 48428 48428 48428 48428 48428 Q̇ r' [ kW ] 5573 5523 5474 5424 5374 5325 Q̇d ' [ kW ] 84 84 84 84 84 84 c f ' [ kJ/(kgK) ] 1,047 1,047 1,047 1,047 1,048 1,048 t f ' [ °C ] 177 180 183 186 189 191 Q̇ r'' [ kW ] 14329 14201 14073 13946 13818 13690 Q̇d '' [ kW ] 224 224 224 224 224 224 c f '' [ kJ/(kgK) ] 1,050 1,050 1,051 1,051 1,051 1,051 t f '' [ °C ] 188 190 193 196 199 201 η IC 0,564 0,588 0,611 0,635 0,658 0,682 E⁄Q 2,60 2,12 1,78 1,53 1,33 1,17 R 0,215 0,224 0,234 0,243 0,252 0,261 In figura 2.17 si vede l’effetto sul rendimento di primo principio: questo sale con f ma con valori maggiori che in figura 2.12. 116 IMPIANTO COGENERATIVO 20 1,0 18 0,9 16 0,8 14 0,7 C2 0,6 C1 10 0,5 8 0,4 6 0,3 4 0,2 2 0 0,0 C2 C1 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 η IC E/Q 12 0,1 0,9 0,0 1,0 f Fig. 2.17 – Rendimento di primo principio nella cogenerazione ( η IC ) e rapporto di energie elettrica/termica ( E ⁄ Q ) in funzione della frazione di vapore spillata ( f ) per impianto a ciclo combinato C1 con temperatura del calore t Q = 191°C e per impianto C2 con t Q = 120°C . In figura 2.18 si vede l’effetto sul risparmio di energia primaria: si hanno valori maggiori che in figura 2.13. 117 R IMPIANTO COGENERATIVO 0,32 0,30 0,28 0,26 0,24 0,22 0,20 0,18 0,16 0,14 0,12 0,10 0,08 0,06 0,04 0,02 0,00 0,0 C2 C1 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 f 0,6 0,7 0,8 0,9 1,0 Fig. 2.18 – Risparmio di energia primaria ( R ) in funzione della frazione derivata ( f ) per gli impianti C1 e C2. Nella figura 2.19 è riportata la caratteristica dell’impianto cioè la curva che corrisponde a t Q = 191°C . Il risparmio diminuisce al crescere di f , ma con valori maggiori che in figura 2.14: la ragione è sempre la stessa e conferma il vantaggio dei cicli combinati Joule Rankine che hanno R maggiore dei ciclo Rankine da solo e consentono di produrre Q̇ variabile mantenendo costante t Q . 118 IMPIANTO COGENERATIVO f=1 0,8 =0 ,7 0,30 R 0,15 0, 6 IC 0,5 = η 55 0, 0,3 C2 tQ = 120 °C 0,2 RIF IC ,5 η IC 0,4 9 = IC IC η η 0,20 0,6 =0 ,65 η 0,25 =0 C1 t = 191 °C Q 0,10 0,05 0,00 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 4,5 5,0 5,5 6,0 6,5 7,0 E/Q Fig. 2.19 – Caratteristiche degli impianti C1 e C2 sul diagramma risparmio ( R ), rapporto di energie elettrica/termica ( E ⁄ Q ) e rendimento di primo principio η IC . Sono indicate anche la frazione di vapore derivato ( f ) e la temperatura del calore t Q . Effetto della temperatura del calore La pressione di derivazione corrisponde alla temperatura del calore t Q . Se questa viene abbassata passando da 12 bar a 2 bar, cioè da 191°C a 120°C (fig. 2.18) è naturale che il risparmio di energia primaria aumenti a pari f (tabella 2.8) perché il calore è fornito a temperatura minore e quindi nella condizione meno favorevole alla produzione separata. Nella figura 2.19 si vede il vantaggio ai fini di R rappresentato dall’innalzamento della caratteristica (linea a 120°C). 119 IMPIANTO COGENERATIVO 1200 C '' C' 1000 t [° C] 800 600 B'' D', D'' G B' 400 t '' 200 F f Z tf' A' = A'' 0 41 bar;252° C E 0 2 bar;120° C V H C, D 0,2 bar;60° C A, B 1 2 3 4 5 6 7 8 9 s [kJ/(kgK)] Fig. 2.20 – Ciclo combinato Joule-Rankine a condensazione e derivazione per cogenerazione, sul diagramma temperatura ( t ), entropia massica ( s ). 120 IMPIANTO COGENERATIVO Tab. 2.8 – Effetto della frazione spillata sulle prestazioni dell’impianto con derivazione a 2 bar con le seguenti poratate di vapore: ṁ v' = 1, 961 [ kg ⁄ s ] , ṁ v'' = 5, 043 [ kg ⁄ s ] , ṁ v = ṁ v' + ṁ v'' = 7, 004 [ kg ⁄ s ] . f 0 0,1 0,2 0,3 0,4 ṁ t [ kg ⁄ s ] 0 0,7 1,4 2,1 2,8 h C [ kJ/kg ] 251,6 277,0 302,3 327,6 352,9 h D [ kJ/kg ] 255,5 280,9 306,2 331,5 356,8 T D [ °C ] 60 66 72 78 84 L̇' [ kW ] 4057 4057 4057 4057 4057 L̇'' [ kW ] 13508 13508 13508 13508 13508 L̇''' [ kW ] 5927 5717 5507 5297 5087 L̇ TOT [ kW ] 23493 23283 23073 22863 22652 E˙ ' [ kW ] 3700 3700 3700 3050 3700 E˙ '' [ kW ] 12500 12500 12500 12500 12500 E˙ ''' [ kW ] 5429 5236 5044 4851 4658 Ė TOT [ kW ] 21629 21436 21244 21051 20858 Q̇ d,mo [ kW ] 1862 1844 1827 1809 1792 Q̇ d,op [ kW ] 3 3 3 3 3 Q̇ [ kW ] 0 1519 3038 4557 6076 Q̇ c [ kW ] 14861 13375 11889 10403 8916 Q̇ l [ kW ] 0 0 0 0 0 ṁ c H [ kW ] 48428 48428 48428 48428 48428 Q̇ r' [ kW ] 5821 5772 5722 5672 5623 Q̇d ' [ kW ] 84 84 84 84 84 (continua) 121 IMPIANTO COGENERATIVO f 0 0,1 0,2 0,3 0,4 c f ' [ kJ/(kgK) ] 1,046 1,046 1,046 1,046 1,046 t f ' [ °C ] 163 166 169 172 174 Q̇ r'' [ kW ] 14967 14839 14712 14584 14456 Q̇d '' [ kW ] 224 224 224 224 224 c f '' [ kJ/(kgK) ] 1,049 1,049 1,049 1,050 1,050 t f '' [ °C ] 174 176 179 182 185 η IC 0,447 0,474 0,501 0,529 0,556 E⁄Q ∞ 14,11 6,99 4,62 3,43 R 0,163 0,181 0,198 0,214 0,230 (continua) f 0,5 0,6 0,7 0,8 0,9 1 ṁ t [ kg ⁄ s ] 3,5 4,2 4,9 5,6 6,3 7,0 h C [ kJ/kg ] 378,2 403,5 428,9 454,2 479,5 504,8 h D [ kJ/kg ] 382,1 407,4 432,8 458,1 483,4 508,7 T D [ °C ] 90 97 103 109 115 121 L̇' [ kW ] 4057 4057 4057 4057 4057 4057 L̇'' [ kW ] 13508 13508 13508 13508 13508 13508 L̇''' [ kW ] 4876 4666 4456 4246 4035 3825 L̇ TOT [ kW ] 22442 22232 22022 21811 21601 21391 E˙ ' [ kW ] 3700 3700 3700 3700 3700 3700 E˙ '' [ kW ] 12500 12500 12500 12500 12500 12500 E˙ ''' [ kW ] 4465 4273 4080 3887 3695 3502 (continua) 122 IMPIANTO COGENERATIVO f 0,5 0,6 0,7 0,8 0,9 1 Ė TOT [ kW ] 20665 20473 20280 20087 19895 19702 Q̇ d,mo [ kW ] 1774 1757 1739 1722 1704 1687 Q̇ d,op [ kW ] 3 3 3 3 2 2 Q̇ [ kW ] 7595 9114 10633 12152 13671 15190 Q̇ c [ kW ] 7430 5944 4458 2972 1486 0 Q̇ l [ kW ] 0 0 0 0 0 0 ṁ c H [ kW ] 48428 48428 48428 48428 48428 48428 Q̇ r' [ kW ] 5573 5523 5474 5424 5374 5325 Q̇d ' [ kW ] 84 84 84 84 84 84 c f ' [ kJ/(kgK) ] 1,047 1,047 1,047 1,047 1,048 1,048 t f ' [ °C ] 177 180 183 186 189 191 Q̇ r'' [ kW ] 14329 14201 14073 13946 13818 13690 Q̇d '' [ kW ] 224 224 224 224 224 224 c f '' [ kJ/(kgK) ] 1,050 1,050 1,051 1,051 1,051 1,051 t f '' [ °C ] 188 190 193 196 199 201 η IC 0,584 0,611 0,638 0,666 0,693 0,720 E⁄Q 2,72 2,25 1,91 1,65 1,46 1,30 R 0,246 0,260 0,274 0,288 0,301 0,314 (continua) 123 3. IMPIANTO FRIGORIFERO 3.1 GENERALITÀ Domande Un impianto frigorifero per un macello è costituito da gruppi ad ammoniaca che mantengono la temperatura prescritta in celle frigorifere. Le caratteristiche delle celle e dei gruppi sono indicate in tabella 3.1, mentre in figura 3.1 è fornito una planimetria generale. Calcolare il fabbisogno di freddo e verificare l’accoppiamento tra le celle e i gruppi frigoriferi. Studiare l’effetto della temperatura esterna sulle celle a 0°C e sulle celle a –20°C, e l’effetto della portata di carne sulle celle a –40°C. Descrizione Il macello è situato vicino a Vercelli ed è costituito da vari ambienti che ai fini attuali sono suddivisi in tre zone, destinate alla lavorazione delle carni, al congelamento e alla conservazione. Ciascuna zona si compone di ambienti, nel seguito chiamati celle, mantenuti ad una temperatura interna ( t i ) inferiore a quella esterna ( t e ) da un impianto frigorifero composto da gruppi a compressione di vapore azionati elettricamente, con evaporatori allagati. La prima zona è dedicata alla lavorazione della carne ed è costituita da due celle mantenute a t i = 0°C (fig. 3.1) da un gruppo che raffredda acqua glicolata. Questo è il fluido termovettore che collega il gruppo alle celle , dove scambia calore con l’aria ambiente attraverso una batteria alettata. Il fluido frigorigeno è completamente separato dalle celle per motivi di sicurezza delle persone che vi lavorano continuativamente; la temperatura di evaporazione è relativamente bassa (rispetto a t i ) a causa del doppio passaggio di freddo tra ammoniaca e acqua glicolata, e tra questa e l’aria. I compressori sono cinque, la velocità di rotazione è diversa da quella dei motori elettrici, di cui è indicata la potenza di targa (tabella 3.1). Il condensatore è a fascio tubiero e cede calore ad acqua di pozzo; l’organo di laminazione è una valvola che alimenta un serbatoio separatore. Da questo il liquido saturo viene inviato all’evaporatore mediante una pompa di circolazione. Il gruppo è situato nella centrale frigorifera CF1, con l’eccezione dell’evaporatore. La seconda zona è dedicata al congelamento della carne: questo avviene in tre celle uguali e separate che operano due alla volta a temperatura t i = – 40°C in modo da raffreddare velocemente la carne disposta su carrelli. Il gruppo frigorifero comprende tre compressori bistadio uguali posti in una apposita centrale frigorifera CF2; l’ammoniaca compressa viene inviata ad un condensatore evaporativo CE esterno. Il gruppo ha in posizione centrale il separatore da cui aspirano i compres- 124 IMPIANTO FRIGORIFERO sori e a cui è collegato l’evaporatore costituito da batterie alettate poste nella parte superiore delle celle e attraversate da aria forzata. La terza zona è dedicata alla conservazione della carne congelata: questa avviene in tre grandi celle uguali e separate, mantenute a t i = – 20°C da un gruppo frigorifero che comprende tre compressori bistadio posti in una apposita centrale CF3 adiacente al condensatore evaporativo comune CE. Il separatore alimenta l’evaporatore che è costituito da batterie alettate poste nella parte superiore delle celle. Il magazzino ha ricambi d’aria minori degli altri ambienti e portata di carne che, ai fini di questa esercitazione, si può considerare nulla dati i grandi tempi di permanenza. 10 m ti=0∞C ti=0∞C CF1 ti= - 40∞C CE CF3 CF2 ti= - 20∞C ti= - 20∞C ti= - 20∞C Fig. 3.1 – Planimetria generale. 125 IMPIANTO FRIGORIFERO Tab. 3.1 – Caratteristiche generali degli ambienti e dell’impianto frigorifero 2 CELLE A 0°C 3 CELLE A–20°C 2 CELLE A–40°C Larghezza di una cella m 52,6 4,8 Lunghezza di una cella m 24 11,4 Altezza m 4,6 8 4,6 Perimetro complessivo m 372,2 459,6 64,8 Area pianta complessiva A p m2 2966 3787,2 109,44 Volume complessivo V m3 13643,6 30297,6 503,4 Spessore pareti s m 0,15 0,15 0,15 Conduttività k W ⁄ mK 0,032 0,032 0,032 Ricambi aria n h –1 0,5 0,1 0,5 Carica carne ( m c ⁄ A ) n kg ⁄ m 2 300 300 300 Coefficiente riempimento r 0,2 0,4 Tempo permanenza τ h 15 ∞ Condensatore Tipo fascio tubiero evaporativo evaporativo Organo laminazione Tipo valvola a valvola a valvola a galleggiante galleggiante galleggiante Evaporatore Tipo allagato allagato allagato Temperatura interna t i °C 0 -20 -40 Temperatura evaporazione t ev °C -20 -30 -45 Temperatura t co condensazione °C 30 35 35 4 (continua) 126 IMPIANTO FRIGORIFERO CELLE A 0°C Tipo compressori Numero giri motore [ g ⁄ min ] Numero giri compressore n c [ g ⁄ min ] Potenza elettrica motore [ kW ] 14 1440 1440 18 14 1440 1440 18 16 1440 1440 26 18 1471 1471 37 28/2 970 970 92 28/2 1480 1023 90 CELLE A -20°C Tipo compressori Numero giri motore [ g ⁄ min ] Numero giri compressore n c [ g ⁄ min ] Potenza elettrica motore [ kW ] 28/2 1485 1026 92 28/2 1470 1010 90 28/2 1470 1016 90 CELLE A -40°C Tipo compressori Numero giri motore [ g ⁄ min ] Numero giri compressore n c [ g ⁄ min ] Potenza elettrica motore [ kW ] 28/2 1480 1026 90 28/2 1465 1012 110 28/2 1480 1026 90 127 IMPIANTO FRIGORIFERO Scopo dell’esercitazione Gli aspetti energetici sono meno rilevanti che nelle esercitazioni 1 e 2 in quanto il prodotto ha un valore notevole rispetto al costo energetico specifico; non disponendo di dati sperimentali, né di progetto ci si concentra sulla verifica della compatibilità tra fabbisogni e disponibilità. È una situazione tipica che si incontra in stabilimenti produttivi non recentissimi. 3.2 CASO DI RIFERIMENTO Fabbisogno di freddo degli ambienti Gli ambienti a temperatura inferiore a quella esterna sono qui indicati come celle frigorifere. Per mantenere la temperatura prescritta bisogna sottrarre dagli ambienti la potenza termica che vi entra: occorre quindi calcolare questa potenza tenendo conto dello scambio di calore attraverso le pareti e di altre potenze termiche che entrano negli ambienti. Fig. 3.2 – Schema di una cella frigorifera generica. 128 IMPIANTO FRIGORIFERO Applicando il principio di conservazione dell’energia ad una generica cella frigorifera con la superficie di controllo di figura 3.2 si ottiene: Ė + Q̇ = u i j=1 j=1 ∑ ( ṁ h )j – ∑ ( ṁ h )j dove: Ė potenza elettromagnetica entrante (potenza elettrica in questo caso) Q̇ potenza termica entrante per dispersione dalle pareti Q̇ d e uscente attraverso uno scambiatore di calore Q̇ t ṁ h = Ḣ flusso di entalpia associato alla portata di massa ṁ con entalpia massica h . Nel caso attuale i = 2 e u = 2 , in quanto attraverso il sistema entrano ed escono due portate (aria di ventilazione e carne) per cui si ottiene: Ė + Q̇ d – Q̇ t = ṁ a ( h au – h ai ) + ṁ c ( h cu – h ci ) 3.1 dove appare che il fabbisogno di freddo ( Q̇ t ) è pari alla somma di tutte le potenze che entrano nel sistema: Q̇ t = Ė + Q̇ d + ṁ a ( h ai – h au ) + ṁ c ( h ci – h cu ) 3.1’ Le ultime due sono associate a flussi di massa: la prima indica che esiste un flusso netto di entalpia associato all’aria di ventilazione ( Ḣ a ) che si calcola con la: Ḣ ai – Ḣ au = ρ a V̇ a c a ( t ai – t au ) 3.2 dove: ρ a densità dell’aria in ingresso ( a t ai ) V̇ a portata di volume dell’aria ( a t ai ) c a capacità termica massica dell’aria ( a t ai ) t ai temperatura dell’aria in ingresso, uguale alla temperatura esterna t e t au temperatura dell’aria in uscita, pari alla temperatura interna t i . In pratica V̇ a si calcola ricorrendo al concetto di ricambio orario ( n ) dovuto alla ventilazione per cui V̇ a = nV essendo V (in m3) il volume interno dell’ambiente in cui la portata V̇ a (in m 3 ⁄ h ) produce i ricambi orari n . L’ultimo termine della 3.1’ indica che entra un flusso netto di entalpia associato alla carne ( Ḣ c )che si calcola con la: 129 IMPIANTO FRIGORIFERO Ḣ ci – Ḣ cu = ṁ c c c ( t ci – t cu ) 3.3 dove: ṁ c portata di carne c c capacità termica massica della carne, media tra t ci e t cu t ci temperatura della carne in ingresso t cu temperatura della carne in uscita (uguale alla temperatura interna t i ). La poratata di carne si calcola in pratica ricorrendo al concetto di carica sul pavimento e di tempo di permanenza. La carica sul pavimento è la massa di carne riferita all’area della superficie del pavimento: l’esperienza indica il valore nominale ( m ⁄ A ) n e un coefficiente di riempimento ( r ) tale che m c ⁄ A = r ( m c ⁄ A ) n . Il tempo di pemanenza della carne nell’ambiente τ (espresso in ore) consente di calcolare la portata: m 1 ṁ c = -----c r A ------------- A n 3600 τ 3.3’ Il calcolo di Q̇ d viene fatto supponendo geometria unidimensionale piana, per cui si usa la relazione: n Q̇ d = ∑ ( UA )j ( te – ti ) 3.4 j=1 dove: U coefficiente globale di scambio termico, corrispondente ad A A area della superficie di scambio (calcolata in corrispondenza a metà spessore della parete) te temperatura esterna ti temperatura interna. Il coefficiente globale di scambio termico nel caso delle pareti (che sono piane) si calcola con la relazione: 1 U = -----------------------1 s 1 ---- + -- + ---hi k he 3.5 dove: h i coefficiente liminare di scambio termico interno 130 IMPIANTO FRIGORIFERO s spessore della parete assunta monostrato k conduttività termica equivalente della parete h e coefficiente liminare di scambio termico esterno. Il coefficiente globale di scambio termico con il pavimento viene calcolato con la relazione: 1 U = ------------1 s ---- + -hi k 3.6 dove: s spessore considerato del terreno k conduttività termica del terreno te temperatura del terreno alla distanza s . 5,4 13 19 20 ,3 ,4 11 4,6 Fig. 3.3 – Schema delle celle a 0°C per lavorazione e immagazzinamento carni (quote in metri). Nel caso delle celle a 0°C (fig. 3.3, tabella 3.1) lo scambio termico attraverso le pareti e il tetto vale: Q̇ d ' = UA ( t e – t i ) dove: U coefficiente globale di scambio termico 131 IMPIANTO FRIGORIFERO A area della superficie di scambio te temperatura esterna (si assume 30°C) ti temperatura interna (0°C). Dalla 3.5 per h e = 20W ⁄ ( m 2 K ) , s = 0,15 m , k = 0,032W/mK , h i = 15W ⁄ ( m 2 K ) si ottiene: W 1 U = --------------------------------------- = 0,208 ---------1 0,15 1 m2K ------ + ------------- + -----20 0,032 15 E quindi si calcola: Q̇ d ' = 0,208 ⋅ 4678,1 ⋅ ( 30 – 0 ) = 29191W . Lo scambio termico attraverso il pavimento si calcola con la: Q̇ d '' = UA ( t e – t i ) dove: U coefficiente globale di scambio termico A area della superficie del pavimento (2966m2) te temperatura del terreno (si assume pari a 15°C). Dalla 3.4 per h i = 15W ⁄ m 2 K , k = 0, 6 W ⁄ mK , s = 2m , t e = 15°C si ottiene: W 1 U = ----------------------- = 0,304 ---------2 1 m2K ------ + ---------15 0,62 E quindi: Q̇ d '' = 0,304 ⋅ 2966 ⋅ ( 15 – 0 ) = 13525W . Il flusso di entalpia per ventilazione si calcola con la 3.2: n Ḣ ai – Ḣ au = ρ a ------------ Vc a ( t ai – t au ) 3600 dove: ρ a densità dell’aria (si assume 1,2 kg/m3) n numero di ricambi orari (si assume 0,5 h-1) 132 IMPIANTO FRIGORIFERO V volume delle celle a 0°C (13643,6 m3) c a capacità termica massica dell’aria, media tra 0°C e 30°C (1004 J/kg K) t ai temperatura dell’aria esterna (uguale a t e = 30°C ) t au temperatura dell’aria interna (uguale a t i = 0°C ). Si ottiene Ḣ ai – Ḣ au = 68491 W . Il flusso di entalpia associato alla carne si ottiene dalla 3.3: m 1 Ḣ ci – Ḣ cu = ---- r A -------------- c c ( t ci – t cu ) A n 3600 τ dove: ( m c ⁄ A ) n carica sul pavimento in condizioni nominali (si assume 300 kg/m2) r coefficiente di riempimento (si assume 0,2) A area della superficie del pavimento (2966 m2) τ tempo di permanenza (15h) c c capacità termica massica della carne, media tra 0°C e 30°C (3270 J/kg K) t ci temperatura della carne in ingresso (uguale a t e = 30°C ) t cu temperatura della carne in uscita (uguale a t i = 0°C ). Si ottiene Ḣ ci – Ḣ cu = 323294 W . Il fabbisogno di potenza frigorifera è quindi: Q̇ t = Q̇ d ' + Q̇ d '' + ( Ḣ ai – Ḣ au ) + ( Ḣ ci – Ḣ cu ) = 434501 W . Per il calcolo della potenza frigorifera Q̇ 2 necessaria si assume un coefficiente di maggiorazione 1,2 che tiene conto degli imprevisti, per cui si ottiene: Q̇ 2 = 1,2 ⋅ Q̇ t = 521,4 kW . 133 IMPIANTO FRIGORIFERO ,6 52 8 24 Fig. 3.4 – Schema di una cella a t i = – 20°C per conservazione carne (quote in metri). Nel caso delle tre celle a –20°C, uguali (fig. 3.4, tabella 3.1) e separate, si ottiene che lo scambio termico attraverso le pareti laterali e il tetto vale: Q̇ d ' = UA ( t e – t i ) = 0,208 ⋅ 7464,0 ⋅ [ 30 – ( – 20 ) ] = 77625 W . Lo scambio termico attraverso il pavimento risulta: Q̇ d '' = UA ( t e – t i ) = ( 0,304 ⋅ 3787,2 ⋅ [ 15 – ( – 20 ) ] ) = 40296 W . Il flusso di entalpia per ventilazione vale: Ḣ ai – Ḣ au = ρ a ( n ⁄ 3600 ) Vc a ( t ai – t au ) = 1,2 ⋅ ( 0,1 ⁄ 3600 ) ⋅ ⋅ 30297,6 ⋅ 1004 ⋅ [ 30 – ( – 20 ) ] = 50698 W. Il flusso di entalpia associato alla carne in questo caso è nullo. Il fabbisogno di potenza frigorifera è quindi: Q̇ t = Q̇ d ' + Q̇ d ' + ( Ḣ ai – Ḣ au ) = 168619 W . Per cui l’impianto deve fornire, tenuto conto degli imprevisti con il coefficiente di maggiorazione 1,2, la potenza frigorifera: Q̇ 2 = 1,2 ⋅ Q̇ t = 202,3 kW. 134 IMPIANTO FRIGORIFERO 4,8 11 .4 4,6 Fig. 3.5 – Schema di una cella a t i = – 40°C per congelamento carne (quote in metri). Nel caso di due delle tre celle, uguali (fig. 3.5, tabella 3.1) e separate, a –40°C si ottiene che lo scambio termico attraverso le pareti laterali e il tetto vale: Q̇ d ' = UA ( t e – t i ) = 0,208 ⋅ 407,5 ⋅ [ 30 – ( – 40 ) ] = 5933 W . Lo scambio termico attraverso il pavimento risulta: Q̇ d '' = UA ( t e – t i ) = 0,304 ⋅ 109,44 ⋅ [ 15 – ( – 40 ) ] = 1829 W . Il flusso di entalpia per ventilazione vale: Ḣ ai – Ḣ au = ρ a ( n ⁄ 3600 ) Vc a ( t ai – t au ) = 1,2 ⋅ ( 0,5 ⁄ 3600 ) ⋅ ⋅ 503,4 ⋅ 1004 ⋅ [ 30 – ( – 40 ) ] = 5896 W. Il flusso di entalpia associato alla carne ammonta a: Ḣ ci – Ḣ cu = ( m c ⁄ A )n rA [ 1 ⁄ ( 3600τ ) ] c c ( t ci – t cu ) = 300 ⋅ 0,4 ⋅ 109,44 ⋅ ⋅ [ 1 ⁄ ( 3600 ⋅ 4 ) ] ⋅ 3270 ⋅ [ 0 – ( – 20 ) ] = 59645 W. Il fabbisogno di potenza frigorifera è quindi: Q̇ t = Q̇ d ' + Q̇ d ' + ( Ḣ ai – Ḣ au ) + ( Ḣ ci – Ḣ cu ) = 73303 W . 135 IMPIANTO FRIGORIFERO Per cui l’impianto deve fornire, tenuto conto degli imprevisti con il coefficiente 1,2, la potenza frigorifera Q̇ 2 = 1,2 ⋅ Q̇ t = 88,0 kW. Disponibilità di potenza frigorifera dell’impianto Un impianto con ciclo termodinamico a semplice compressione e semplice laminazione (fig. 3.6) ha una potenza frigorifera Q̇ 2 : Q̇ 2 = ṁ ( h A – h D ) = ṁ q 2 3.7 dove: ṁ portata di fluido frigorigeno q 2 calore massico che il fluido frigorigeno evaporando a t ev riceve dall’ambiente da mantenere freddo a t i < t e . La potenza meccanica che bisogna fornire dall’esterno per generare il freddo vale: L̇ = ṁ ( h B – h A ) = ṁ l 3.8 dove: l lavoro massico del ciclo, coincidente in questo caso con il lavoro massico di compressione h B entalpia massica di fine compressione, determinata attraverso il rendimento isentropico della compressione η is = l is ⁄ l = ( hB ' – h A ) ⁄ ( h B – h A ) B * punto finale della compressione isentropica. La potenza termica che il sistema cede all’esterno vale: Q̇ 1 = ṁ ( h B – h C ) = ṁ q 1 3.9 dove: q 1 calore massico che il fluido frigorigeno condensando a t co cede all’esterno a t e . L’efficienza frigorifera del ciclo ε vale: Q̇ 2 L̇ q2 l hA – hD hB – hA ε = ------- = ----- = ----------------- 3.10 136 IMPIANTO FRIGORIFERO Q1 B C m te t co C p B* B te ti t i A D D A t ev Q2 h Fig. 3.6 – Gruppo frigorifero e ciclo termodinamico a semplice compressione e laminazione sul diagramma pressione ( p ), entalpia massica ( h ). Nel caso di compressori volumetrici la portata si esprime nel modo seguente: ṁ = ρ A V̇ A = ρ A η v V̇ g = ρ A η v n c V g dove: ρ A densità del fluido frigorigeno all’ingresso nel compressore V̇ A portata di volume con la densità ρ A V̇ g portata di volume geometrica ( n c V g ) n c numero dei cicli (nel caso attuale numero dei giri riferito al tempo) V g cilindrata del compressore (prodotto del volume di un cilindro per il numero dei cilindri) η v rendimento volumetrico, rapporto tra la portata di massa mandata e V̇ mandabile a pari densità ρ A , quindi η v = --------A- . V̇ g Se si usano motori elettrici si esprime la potenza elettrica Ė entrante in funzione della potenza meccanica L̇ con la relazione: L̇ Ė = ----------ηm ηe 3.11 137 IMPIANTO FRIGORIFERO dove: η m rendimento meccanico del compressore η e rendimento elettrico del motore. La portata geometrica V̇ g ha l’espressione: ṁ V̇ g = ----------ρA ηv 3.12 Un ciclo termodinamico a doppia compressione e doppia laminazione (fig. 3.7) ha una potenza frigorifera: Q̇ 2 = ṁ ( h A – h E ) = ṁ q 2 dove: ṁ portata di fluido frigorigeno nella zona di bassa pressione. La potenza meccanica di compressione L̇ + L˙ ' vale: L̇ + L˙ ' = ṁ ( h B – h A ) + m˙ ' ( hB' – hA ' ) = ṁ ( l + l ' ) 3.13 dove: m˙ ' portata di fluido frigorigeno nella zona di alta pressione l lavoro massico di compressione nella zona di bassa pressione l' lavoro massico di compressione nella zona di alta pressione, riferito a ṁ . La potenza termica ceduta all’esterno Q̇ 1 vale: Q̇ 1 = m˙ ' ( hB' – hC ' ) = ṁ q 1 3.14 dove: q 1 calore massico ceduto all’esterno, riferito a ṁ . Le portata nelle zone di alta pressione ( m˙ ' ) e di bassa pressione ( ṁ ) sono legate dalla relazione: hB – hC m˙ ' ------ = -----------------hA ' – hD ' ṁ 3.15 L’efficienza frigorifera risulta: 138 IMPIANTO FRIGORIFERO q2 l +l' Q̇ 2 L̇ + L˙ ' hA – hD ε = ---------------- = ---------- = ----------------------------------------------------------------- 3.16 hB – hC h B – h A + ( hB' – hA' ) -----------------hA ' – hD ' Q1 B' C' m' te L' A' D' B C t co C' m te C D' Q2 B' B* B A' ti A D B '* te p t ev D A h Fig. 3.7 – Gruppo frigorifero e ciclo termodinamico a doppia compressione e doppia laminazione sul diagramma pressione ( p ), entalpia massica( h ). Da un punto di vista impiantistico si pone il problema della scelta della pressione intermedia: questa si ottiene scegliendo un criterio, ad esempio il minimo di L̇ + L˙ ' a pari Q̇ 2 . In genere si procede per tentativi partendo dalla pressione media geometrica che sarebbe giustificata nel caso di gas perfetto e si determina facilmente come valore intermedio sul diagramma di Mollier in cui la pressione è in scala logaritmica. Fissati i punti A e C' (fig. 3.7) si calcola il rapporto delle portate con la 3.15 e L̇ + L˙ ' con la 3.13, si ripete il calcolo fino a rendere minimo L̇ + L˙ ' ; a questo punto si scelgono le velocità di rotazione ( n c e n c' ) in modo da realizzare le portate desiderate. Negli impianti si ha spesso un vincolo aggiuntivo: i cilindri di bassa e alta pressione sono azionati dal medesimo albero, cioè n c = n c' , perché questo semplifica la costruzione del compressore. Di solito il rapporto delle cilindrate di bassa e alta pressione ( V g ⁄ V g' ) vale 3 perché è quello più adatto nelle attuali circostanze: si cerca allora la pressione intermedia che soddisfa contemporaneamente la 3.15 e l’espressione: ρA ' η v V̇g ' m˙ ' - in cui V̇g ' ⁄ V̇ g = V g' ⁄ V g . ------ = ---------------------ṁ ρ A η v V̇ g 139 IMPIANTO FRIGORIFERO Il risultato che si ottiene è obbligato, ma non ha particolari controindicazioni per l’efficienza. La portata geometrica di bassa pressione ha l’espressione 3.12; la portata geometrica di alta pressione ha l’espressione analoga: m˙ ' V g' = -------------ρA' η v' 3.12’ Per i compressori qui considerati (tabella 3.2) i rendimenti meccanico ( η m ), isentropico ( η is ) e volumetrico ( η v ) sono riportati nella figura 3.10. Nel caso delle celle a 0°C si usa l’impianto di figura 3.8 che esegue un ciclo semplice ad NH3 (fig. 3.9). Nella tabella 3.3 ci sono anche i dati del caso di riferimento. Essendo Q̇ 2 =521,4 kW dalla 3.7 si ottiene: ṁ = Q̇ 2 ⁄ ( h A – h D ) = 521,4 ⁄ ( 1425,8 – 298,5 ) = 0,463 kg/s . Dalla 3.9 si calcola: Q̇ 1 = ṁ ( h B – h C ) = 0,463 ⋅ ( 1742,6 – 298,5 ) = 668,6 kW . Dalla 3.8 si ottiene: L̇ = ṁ ( h B – h A ) = 0,463 ⋅ ( 1742,6 – 1425,8 ) = 146,7 kW . Assumendo rendimento meccanico η m = 0,901 e rendimento elettrico η e = 0,95 si ottiene la potenza elettrica: L̇ Ė = ----------- = 146,7 ⁄ ( 0,901 ⋅ 0,95 ) = 171,4 kW . ηm ηe 140 IMPIANTO FRIGORIFERO NH3 Fig. 3.8 – Schema dell’impianto frigorifero per le celle a 0°C. p [bar] 100,000 C 11,67 10,000 t = 30°C co B* B t = 0°C i t = - 14°C ev 2,472 1,000 A D 0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600 1800 2000 h[kJ/kg] Fig. 3.9 – Ciclo termodinamico ad ammoniaca per le celle a 0°C. 141 IMPIANTO FRIGORIFERO 1,0 S S S S S S S S S S S S S S S SηmS S S J 0,8 J J 0,7 J J J J 0,6 J J η is 0,5 J J J η v 0,4 J J J J 0,3 J J 0,2 J η 0,9 0,1 0,0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 pco /pev Fig. 3.10 – Rendimenti ( η v , volumetrico; η is , isentropico della compressione; η m , meccanico) in funzione del rapporto di compres sione p B ⁄ p A . Nel caso delle celle a –20°C si usa l’impianto di figura 3.11 che esegue un ciclo termodinamico con doppia compressione e doppia laminazione (fig. 3.12). Nella tabella 3.5 ci sono anche i dati del caso di riferimento; la pressione intermedia è determinata come indicato prima quando n c = n c' . Essendo Q̇ 2 = 202,3 kW , applicando la 3.7 si ottiene: ṁ = Q̇ 2 ⁄ ( h A – h D ) = 202,3 ⁄ ( 1404 – 192,4 ) = 0,167 kg/s . m˙ ' 1662,6 – 192,4 Dalla 3.15 si calcola ------ = ------------------------------------ = 1,3101 per cui si può determinare 1444,9 – 322,7 ṁ con la 3.14: m˙ ' Q̇ 1 = ------ ṁ ( hB ' – hC ' ) = 1,3101 ⋅ 0,167 ⋅ ( 1643,8 – 322,7 ) = 289,0 kW. ṁ Applicando la 3.13 si ottiene: m˙ ' L̇ + L˙ ' = ṁ h B – h A + ------ ( hB ' – hA ' ) = 0,167 ⋅ [ 1662,6 – 1404 + ṁ + 1,3101 ⋅ ( 1643,8 – 1444,9 ) = 43,2 + 43,5 = 86,7 kW. 142 IMPIANTO FRIGORIFERO Assumendo rendimento meccanico η m = 0,903 per la bassa pressione e η m' = 0,906 per l’alta pressione, rendimento elettrico η e = 0,95 si calcola la potenza elettrica: Ė + E˙ ' = 43,2 ⁄ ( 0,903 ⋅ 0,95 ) + 43,5 ⁄ ( 0,906 ⋅ 0,95 ) = = 50,4 + 50,5 = 100,9 kW. NH3 Fig. 3.11 – Schema dell’impianto frigorifero per le celle a –20°C. 100,000 p [bar] t = 35° C C' 13,504 B'* B' co 10,000 C t = 2,6° C D' A' A' B*B 4,745 t = - 20° C i 1,195 1,000 0 t D 200 400 600 ev = - 30° C A 800 1000 1200 1400 1600 1800 h [kJ/kg] Fig. 3.12 – Ciclo termodinamico ad ammoniaca per le celle a –20°C. 143 IMPIANTO FRIGORIFERO Nel caso delle celle a –40°C si usa l’impianto di figura 3.13 che esegue il ciclo della figura 3.14. Nella tabella 3.4 ci sono anche i dati del caso di riferimento; la pressione intermedia è determinata come indicato prima quando n c = n c' . Essendo Q̇ 2 = 88,0 kW si ottiene dalla 3.7: ṁ = Q̇ 2 ⁄ ( h A – h D ) = 88,0 ⁄ ( 1380,0 – 121,7 ) = 0,070 kg/s. m˙ ' 1672,9 – 121,7 Con la 3.15 si calcola ------ = ------------------------------------ = 1,4043 per cui con la 3.14 si può 1427,3 – 322,7 ṁ determinare: m˙ ' Q̇ 1 = ------ ṁ ( hB ' – hC ' ) = 1,4043 ⋅ 0,070 ⋅ ( 1772,8 – 322,7 ) = 142,5 kW. ṁ Applicando la 3.13 si ottiene: m˙ ' L̇ + L˙ ' = ṁ h B – h A + ------ ( hB ' – hA ' ) = 0,070 ⋅ [ 1672,9 – 1380,8 + ṁ + 1,4043 ⋅ ( 1772,8 – 1427,3 ) = 20,4 + 34,0 = 54,4 kW. Assumendo rendimento meccanico η m = 0,901 per la bassa pressione e η m' = 0,90 per la alta pressione, rendimento elettrico η e = 0,95 si calcola la potenza elettrica: Ė + E˙ ' = 20,4 ⁄ ( 0,901 ⋅ 0,95 ) + 34,0 ⁄ ( 0,90 ⋅ 0,95 ) = = 23,8 + 39,8 = 63,6 kW. NH3 Fig. 3.13 – Schema dell’impianto frigorifero per le celle a -40°C. 144 IMPIANTO FRIGORIFERO 100,000 p [bar] 2,603 tco = 35° C C' 13,504 10,000 C tA' = - 12,8° C D' 0,100 0 A' B* B t i = - 40° C 1,000 0,545 B'* B' D t ev = - 45° C A 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600 1800 2000 h [kJ/kg] Fig. 3.14 – Ciclo termodinamico ad ammoniaca per le celle a –40°C. Accoppiamento tra impianto e ambienti Noti il fabbisogno di freddo e la capacità di produrlo da parte dei gruppi frigoriferi nella condizione di riferimento, si constata che nel caso delle 2 celle a 0°C il fabbisogno Q̇ 2 = 521,4 kW corrisponde a Ė = 171,4 kW , nel caso delle 3 celle a -20°C Q̇ 2 = 202,3 kW corrisponde ad Ė = 100,9 kW , nel caso di 2 celle a -40°C Q̇ 2 = 88,0 kW corrisponde a Ė = 63,6 kW . In tabella 3.1 si constata che la disponibilità di potenza elettrica per la produzione di freddo supera il fabbisogno del 39% per le celle a 0°C, del 63% per le celle a-20°C, del 78% per le celle a - 40°C. In queste condizioni, tipiche degli impianti, interviene la regolazione che nel caso in esame viene fatta in base al numero dei compressori funzionanti. La disposizione impiantistica con evaporatori allagati rende disponibile una notevole riserva di freddo sotto forma di ammoniaca allo stato di liquido saturo e questo crea un elemento di elasticità e di prontezza nella regolazione dell’impianto. 145 IMPIANTO FRIGORIFERO 3.3 STUDI DI SENSIBILITÀ Caratteristica di una serie e di un impianto I gruppi frigoriferi hanno prestazioni che in genere sono espresse riportando in ascissa la temperatura di evaporazione ( t ev ), in ordinata la potenza frigorifera ( Q̇ 2 ) e la potenza meccanica ( L̇ ) usando come parametro la temperatura di condensazione ( t CO ): le curve risultanti verranno dette nel seguito caratteristiche e sono individuate quando siano noti il fluido frigorigeno ed altri dati precisati più avanti. Le temperature di evaporazione e condensazione sono necessarie, ma non sufficienti per identificare il ciclo di Rankine inverso di un fluido frigorigeno. L’irreversibilità considerata nel caso attuale si limita a quella interna nella fase di compressione, e se ne tiene conto attraverso il rendimento isentropico del compressore; è questa l’unica differenza rispetto al ciclo ideale che già prevede l’irreversibilità della laminazione (fig. 3.6). Per individuare il ciclo viene data la temperatura del liquido uscente dal condensatore e del vapore uscente dall’evaporatore: nel caso attuale si assume sottoraffreddamento pari a 5°C (al di sotto di t CO ) e surriscaldamento nullo in quanto il compressore aspira vapore saturo secco, essendo l’impianto a evaporatore allagato. Infine si constata che i compressori appartengono tutti a due serie del medesimo costruttore (tabella 3.2). 146 IMPIANTO FRIGORIFERO Tab. 3.2 – Dati nominali di due serie di compressori frigoriferi volumetrici alternativi TIPO Numero cilindri 2 3 14 16 18 2 3 4 6 8 Alesaggio mm 82 82 82 82 82 Corsa mm 70 70 70 70 70 Numero giri n c g ⁄ min 1450 1450 1450 1450 1450 Portata geometrica V̇ g m3 ⁄ h 64 96 128 192 256 Massa kg 210 245 403 470 520 Diametri aspirazione mm 28/34 33/38 42/48 54/60 54/60 Diametri mandata mm 28/34 33/38 42/48 54/60 54/60 Tab. 3.2a – Compressori monostadio 147 IMPIANTO FRIGORIFERO TIPO 18/2 24/2 26/2 28/2 212/2 216/2 Numero cilindri BP 6 3 4 6 9 12 Numero cilindri AP 2 1 2 2 3 4 Alesaggio mm 82 130 130 130 130 130 Corsa mm 70 105 105 105 105 105 3 3 2 3 3 3 g ⁄ min 1450 1000 1000 1000 1000 1000 m 3 ⁄ h 192 251 335 502 753 1005 m 3 ⁄ h 64 83,7 167,5 167,5 251 335 Massa kg 550 835 990 1180 2050 2450 Diametri aspirazione mm 54/60 64/70 82,5/ 89 100,5 /108 125/ 133 125/ 133 Diametri mandata mm 22/27 33/38 42/48 42/48 54/60 54/60 Rapporto cilindri Numero giri n c Portata geometrica BP V̇ g Portata geometrica AP V̇ g' Tab. 3.2b – Compressori bistadio La 3.7 può essere scritta: hA – hD Q̇ 2 = V̇ g η v ---------------vA dove: V̇ g portata di volume geometrica, pari al prodotto della velocità di rotazione ( n c ), del numero di cilindri e del volume di un cilindro. Fissato il ciclo termodinamico la produzione frigorifera volumetrica [ ( h A – h D ) ⁄ V A ] è univocamente determinata e altrettanto vale per il rendimento 148 IMPIANTO FRIGORIFERO volumetrico che per questa serie (tabella 3.2a) ha i valori forniti dalla figura 3.10: essendo la serie omogenea, è giustificato che η v dipenda solo dal rapporto di compressione. Di conseguenza: hA – hD Q̇ 2 ------- = η v ---------------vA V̇ g 3.17 è un invariante per tutti i componenti della serie, cioè un valore «specifico» che moltiplicato per la portata geometrica (legata alla grandezza del compressore) fornisce la potenza frigorifera. La 3.8 può essere scritta: L̇ = V̇ g η v ρ A ( h B – h A ) Di conseguenza: L̇ ------ = η v ρ A ( h B – h A ) V̇ g 3.18 è un invariante per tutti i componenti della serie quando sia fissato il ciclo e η v (che è giustificato dipenda solo dal rapporto di compressione essendo la serie omogenea). Q̇ L̇ Nella figura 3.15 sono riportati ------2- e ------ in funzione delle temperature di evaporaV̇ g V̇ g zione e di condensazione: da questo diagramma è possibile dedurre la caratteristica di un determinato apparecchio per una data velocità di rotazione. Nella figura 3.16 è rappresentata la caratteristica nel caso di compressore con 8 cilindri e n c = 1471 g/min (tipo 18 in tabella 3.1 ); per maggiore realismo è rappresentata la potenza elettrica Ė corrispondente a L̇ . Questo diagramma è meno generale del precedente perchè soltanto per una velocità di rotazione e un numero di cilindri del compressore, un rendimento meccanico e un rendimento del motore elettrico ( η m secondo fig. 3.10, η e = 0,95 in questo caso). Si noti che questo diagramma vale per un gruppo frigorifero in cui il compressore è ben definito, mentre gli altri tre componenti sono individuati attraverso la corrispondente trasformazione termodinamica e la portata del fluido frigorigeno: ṁ = ρ A η v V̇ g . E’ questo il motivo per cui si è indotti a parlare di caratteristica del compressore. 149 IMPIANTO FRIGORIFERO 5000 4800 4600 4400 4200 4000 E J C H 8 3800 3600 3400 3200 . 3 [kW/(m s)] 3000 Q2 / Vg 2800 2600 2400 2200 2000 1800 1600 1400 1200 tco = 25 °C 1000 JCE 35 °C 800 E 600 J 400 LR 200 E J C H 8 . 30 °C 0 -30 RLS JCE H40 °C XLRS JE C H 8 E J C H 8 E J C H 8 45 °C . g XQLS R XQLS R LR t co -25 -20 . L /V XQS -15 -10 -5 E J C H 8 XQS XQS XQS 5 10 45 °C LR L R L R = 25 °C 0 t ev [°C] Fig. 3.15 – Caratteristica di una serie di impianti frigoriferi a semplice compressione e laminazione. Potenza frigorifera riferita alla portata in volume ( Q̇ 2 ⁄ V̇ g ), potenza meccanica riferita alla portata in volume ( L̇ ⁄ V̇ g ), in funzione della temperatura di evaporazione ( t ev ) e della temperatura di condensazione ( t CO ). 150 [kW] IMPIANTO FRIGORIFERO 350 340 330 320 310 300 290 280 270 260 250 240 230 220 210 . 200 Q2 190 B 180 E 170 J 160 150 H B 140 E 130 J 120 B H 110 E 100 J 90 B H 80 tCO = 25°C E . 45°C J 70 E 60 40°C EJB 50 35°C B 40 E JM JM JM M J 30 30°C J M M 20 J 10 0 -30 -25 -20 -15 -10 -5 tev [°C] B E J B E J B E J H H JM M J tCO = 25°C 0 5 H M J 10 Fig. 3.16 – Caratteristica di un impianto frigorifero a semplice compressione e laminazione. Potenza frigorifera ( Q̇ 2 ) e potenza elettrica ( Ė ) in funzione delle temperature di evaporazione ( t ev ) e di condensazione ( t CO ). Se il ciclo è a doppia compressione e doppia laminazione (fig. 3.7) vale un procedimento analogo: nel caso attuale il compressore bistadio appartiene a una serie con le caratteristiche di tabella 3.2. Scelto il fluido frigorigeno il ciclo è univocamente determinato se oltre a t ev , t CO , sottoraffreddamento, surriscaldamento all’aspirazione e rendimenti isentropici 151 IMPIANTO FRIGORIFERO nelle compressioni di bassa e alta pressione, è nota anche la pressione nel separatore intermedio: nel caso attuale il sottoraffreddamento è 5°C, il surriscaldamento nullo (vedi sopra), η is e η is' sono ricavati dalla figura 3.10, la pressione intermedia è determinata ricercando il valore che rende compatibili i valori di m˙ ' ⁄ ṁ ottenuti dal bilancio energetico del separatore 3.15 e dalle proprietà del compressore ( V g ⁄ V g' ). La 3.17 è ancora valida e viene qui ripetuta: hA – hD Q̇ 2 ------- = η v ---------------vA V̇ g La 3.13 viene scritta: V̇ ' L̇ + L˙ ' = V̇ g η v ρ A ( h B – h A ) + η v' ρA ' ( hB ' – hA ' ) ------gV̇ g dove: V̇ g portata di volume geometrica dei cilindri di bassa pressione. Si ottiene quindi: V̇ ' L̇ + L˙ ' ---------------- = η v ρ A ( h B – h A ) + η v' ρA ' ( hB ' – hA ' ) ------g- . V̇ g V̇ g 3.19 La caratteristica della serie vale per un ciclo termodinamico, un andamento di η v in funzione del rapporto di compressione, un valore del rapporto delle portate geometriche di bassa e alta pressione ( V̇ g' ⁄ V̇ g ). L̇ Nella figura 3.17 sono riportate le grandezze della figura 3.15 con l’aggiunta di ( ------ ) V̇ g che riguarda la parte di bassa pressione. Nel caso in esame è di particolare interesse il compressore con 8 cilindri per cui nella figura 3.18 è indicata la caratteristica ottenibile per n c = 1015,6 g/min (un apparecchio tipo 28/2 nella tabella 3.1). Si assume inoltre η m secondo fig. 3.10, η e = 0,95 per cui esistono quattro ragioni che rendono la caratteristica del gruppo meno generale di quella della serie. Anche in questo caso il compressore è ben definito, mentre si assume che gli altri componenti realizzino il ciclo termodinamico essendo la portata di bassa pressione ṁ = ρ A η v V̇ g . Si noti infine che la potenza elettrica consumata per la bassa pressione non è misurabile essendo il motore elettrico unico. 152 IMPIANTO FRIGORIFERO 1500 1400 BJH F 1300 1200 BJH F 1100 1000 . [kW/(m3/s)] 900 . Q2 / Vg BJH F 800 700 BJH F tco = 25 °C 600 40 °C BJHF 500 . . g BJHF 400 BJF 300 H 7 200 M 7 40 °C M 7 7 M M . 7 7 7 M M M 40 °C t tco = 25 °C 100 0 -50 . (L + L')/ V co = 25 °C . L / Vg -45 -40 -35 t [°C] ev -30 -25 -20 Fig. 3.17 – Caratteristica di una serie di impianti frigoriferi a doppia compressione e doppia laminazione. Potenza frigorifera riferita alla portata in volume ( Q̇ 2 ⁄ V̇ g ), potenza meccanica riferita alla portata in volume ( L̇ ⁄ V̇ g , parte di bassa pressione, L˙ ' ⁄ V̇ g , parte di alta pressione, in funzione della temperatura di evaporazione ( t ev ) e della temperatura di condensazione ( t CO )). 153 [kW] IMPIANTO FRIGORIFERO 200 190 180 170 160 150 140 130 120 110 100 90 80 70 60 50 JFBH 40 7 30 M 20 10 0 -50 JFBH JFBH . Q2 t co = 25°C JFBH 40°C JFBH JFBH 7 M JFBH . 40°C 7 7 7 M M M tco = 25°C . -40 -35 7 M 7 M 40°C tco = 25°C E -45 . E+E' -30 -25 -20 tev [°C] Fig. 3.18 – Caratteristica di un impianto frigorifero a doppia compressione e doppia laminazione. Potenza frigorifera ( Q̇ 2 ) e potenza elettrica ( Ė , bassa pressione; E˙ ' , alta pressione) in funzione delle temperature di evaporazione ( t ev ) e di condensazione ( t CO ). L’apice indica la parte del ciclo ad alta pressione. Effetto della temperatura esterna nel caso degli ambienti a 0°C In questo caso l’impianto frigorifero (fig. 3.8) ha il condensatore raffreddato con acqua di pozzo, per cui si assume che la temperatura di condensazione sia costante. Il ciclo termodinamico è univocamente determinato nella tabella 3.3a e rappresentato in figura 3.9; i calcoli seguono lo schema di 3.2 FABBISOGNO DI FREDDO DEGLI AMBIENTI. 154 IMPIANTO FRIGORIFERO Tab. 3.3 – Effetto della temperatura esterna t e nel caso delle celle a 0°C PUNTO p ( bar ) h ( kJ/kg ) s ( kJ/kgK ) v ( m 3 ⁄ kg ) t ( °C ) A 2,472 1425,8 5,525 0,486 -14 B* 11,67 1650,7 5,525 0,147 96,7 B 11,67 1742,6 5,762 0,164 133,7 C 11,67 298,5 1,121 0,0017 25 D 2,472 298,5 1,175 0,0689 -14 q 2 ( kJ/kg ) 1127,3 l ( kJ/kg ) 316,8 q 1 ( kJ/kg ) 1441,1 ε 3,56 Tab. 3.3a – Ciclo termodinamico con R717, t CO = 30°C , t CO – t C = 5°C , t ev = – 14°C , η is = 0,71 . 155 IMPIANTO FRIGORIFERO h esterno 20W ⁄ ( m 2 K ) h interno 15W ⁄ ( m 2 K ) k parete 0,032 W ⁄ ( m 2 K ) spessore parete 0,15 m U globale 0,208 W ⁄ ( m 2 K ) superficie tetto 2966 m 2 perimetro disperdente 372,2 m altezza 4,6 m superficie laterale disperdente 1712,1 m 2 superficie totale disperdente 4678,1 m 2 ti 0°C t e [ °C ] 30 25 20 15 10 5 0 Q̇ d ' [ W ] 29213 24344 19475 14606 9738 4869 0 Tab. 3.3b – Scambio termico attraverso le pareti laterali e il tetto 156 IMPIANTO FRIGORIFERO h interno 15W ⁄ ( m 2 K ) k terreno 0,62 W ⁄ ( m 2 K ) spessore terreno 2m U globale 0,304 W ⁄ ( m 2 K ) superficie pavimento 2966 m 2 ti 0°C t e* 15°C alla profondità di 2 m Q̇ d '' 13513 W Tab. 3.3c – Scambio termico attraverso il pavimento n 0,5 h –1 ρa 1,2 kg ⁄ m 3 ca 1004 J ⁄ ( kgK ) t au 0°C t ai [ °C ] 30 Ḣ ai – Ḣ au [ W ] 68491 25 20 15 10 5 0 57076 45661 34245 22830 11415 0 Tab. 3.3d – Flusso netto di entalpia per ventilazione 157 IMPIANTO FRIGORIFERO tempo di perman. della carne nella cella 15 h m carnenominale ⁄ A pavimento 300 kg ⁄ m 2 coefficiente di riempimento 0, 2 cc 3270 J ⁄ ( kgK ) t cu 0°C t ci [ °C ] 30 25 20 15 10 5 Ḣ ci – Ḣ cu [ W ] 323294 269412 215529 161647 107765 53882 0 0 Tab. 3.3.e – Flusso netto di entalpia associato alla carne 158 IMPIANTO FRIGORIFERO t e [ °C ] 30 25 20 15 10 5 0 Q̇ d ' + Q̇ d '' [ W ] 42726 37857 32988 28119 23250 18381 13513 Ḣ ai – Ḣ au [ W ] 68491 57076 45661 34245 22830 11415 0 Ḣ ci – Ḣ cu [ W ] 323294 269412 215529 161647 107765 53882 0 Q̇ t [ W ] 13513 434510 364344 294178 224012 153845 83679 COEFF. MAGG. 1,2 1,2 1,2 1,2 1,2 1,2 1,2 Q̇ 2 [ kW ] 521,4 437,2 353,0 268,8 184,6 100,4 16,2 ṁ [ kg ⁄ s ] 0,463 0,388 0,313 0,238 0,164 0,089 0,014 Q̇ 1 [ kW ] 667,9 560,1 452,2 344,3 236,5 128,6 20,8 L̇ [ kW ] 146,5 122,9 99,2 75,5 51,9 28,2 4,6 η meccanico 0,901 0,901 0,901 0,901 0,901 0,901 0,901 η elettrico 0,95 0,95 0,95 0,95 0,95 0,95 0,95 Ė [ kW ] 171,2 143,5 115,9 88,2 60,6 33,0 5,3 η volumetrico 0,667 0,667 0,667 0,667 0,667 0,667 0,667 V̇ g necessario [ m 3 ⁄ h ] 1213 1017 821 625 430 234 38 frazione V̇ g necessaria 0,59 0,50 0,40 0,31 0,21 0,11 0,02 Tab. 3.3f – Risultati 159 IMPIANTO FRIGORIFERO VM14 127,8 VM14 127,8 VM16 191,6 VM18 261,0 VM28 648,9 VM28 684,1 TOTALE 2041 Tab. 3.3g – Tipi di compressori presenti e relativi volumi generati [ m 3 ⁄ h ] L’effetto della temperatura esterna si risente nel fabbisogno di freddo delle celle a causa della potenza termica che entra attraverso le pareti laterali e il tetto (tabella 3.3b) e attraverso il pavimento (tabella 3.3c), a causa del flusso netto di entalpia associato all’aria di ventilazione (tabella 3.3d) e alla carne (tabella 3.3e). I risultati dei calcoli sono raccolti nella tabella 3.3f: si vede che prevale il contributo della carne (con le ipotesi fatte), mentre dispersione e ventilazione hanno un effetto minore. La portata di volume necessaria nella condizione più gravosa è pari al 59% della portata generabile: altrettanto vale per la potenza frigorifera. Nella condizione più gravosa è comunque necessaria uno dei compressori VM28. Gli andamenti della potenza frigorifera e della potenza elettrica (fig. 3.19) confermano l’indipendenza della efficienza da t e , in quanto il ciclo termodinamico è sempre lo stesso e altrettanto vale per i rendimenti meccanico ed elettrico. 160 IMPIANTO FRIGORIFERO 550 J 500 J 450 400 . [kW] 350 Q2 300 J J 250 J 200 150 100 J 50 E J 0E 0 5 E 10 . E 15 E E 20 E 25 E 30 35 t [°C] e Fig. 3.19 – Potenza frigorifera ( Q̇ 2 ) e potenza elettrica ( Ė ) in funzione della temperatura esterna ( t e ) nel caso delle celle a 0°C. Effetto della portata di carne nel caso degli ambienti a –40°C La portata di carne è tenuta in conto attraverso il coefficiente di riempimento che è il parametro nella tabella 3.4. Il ciclo termodinamico (fig. 3.14) è individuato nella tabella 3.4a, per cui è possibile il calcolo delle energie riferite alla portata nella zona di bassa pressione (dove si trova l’evaporatore) e dell’efficienza frigorifera. Lo scambio termico attraverso le pareti laterali e il tetto (tabella 3.4b) e attraverso il pavimento (tabella 3.4c) e il flusso netto di entalpia per ventilazione (tabella 3.4d) sono costanti, mentre varia il flusso netto di entalpia associato alla carne in modo proporzionale alla sua portata. Nella tabella 3.4f si vede che il termine dovuto alla carne è prevalente. 161 IMPIANTO FRIGORIFERO Tab. 3.4 – Effetto della portata di carne nel caso delle celle a –40°C PUNTO p ( bar ) h ( kJ/kg ) s ( kJ/kgK ) v ( m 3 ⁄ kg ) t ( °C ) A 0,545 1380,8 6,0534 -45 B* 2,603 1587,9 6,0534 56,3 B 2,603 1672,9 6,297 93,8 C 2,603 121,7 -12,8 D 0,545 121,7 -45 A' 2,603 1427,3 5,5065 B' * 13,504 1669,5 5,5065 106,3 B' 13,504 1772,8 5,7664 147,5 C' 13,504 322,7 30 D' 2,603 322,7 -12,8 q 2 ( kJ/kg ) 1259,1 l ( kJ/kg ) 292,1 m˙ ' ⁄ ṁ 1,4043 l' ( kJ/kg ) 485,2 q 1 ( kJ/kg ) 2036,4 ε 1,62 2,006 0,463 -12,8 Tab. 3.4a – Ciclo termodinamico a doppia compressione e doppia laminazione con R717, t CO = 35°C , t CO – tC ' = 5°C , t ev = – 45°C , η is = 0,709 , η is' = 0,701 162 IMPIANTO FRIGORIFERO h esterno 20W ⁄ ( m 2 K ) h interno 15W ⁄ ( m 2 K ) k parete 0,032 W ⁄ ( m 2 K ) spessore parete 0,15 m U globale 0,208 W ⁄ ( m 2 K ) larghezza 4,8 m (per 1 cella) lunghezza 11,4 m (per 1 cella) altezza 4,6 m (per 1 cella) superficie laterale disperdente 298,1 m 2 (per 2 celle) superficie totale disperdente 407,5 m 2 (per 2 celle) ti – 40 °C te 30°C Q̇d ' 5938W Tab. 3.4b – Scambio termico attraverso le pareti laterali e il tetto 163 IMPIANTO FRIGORIFERO h interno 15W ⁄ ( m 2 K ) k terreno 0,62 W ⁄ ( m 2 K ) spessore terreno 2m U globale 0,304 W ⁄ ( m 2 K ) superficie pavimento 109,44 m 2 (per 2 celle) ti – 40 °C t e* 15°C alla profondità di 2 m Q̇d '' 1828W Tab. 3.4c – Scambio termico attraverso il pavimento n 0,5 h –1 ρa 1,2 kg ⁄ m 3 ca 1004 J ⁄ ( kgK ) t au – 40 °C t ai 30°C Ḣ ai – Ḣ au 5897W Tab. 3.4d – Flusso netto di entalpia per ventilazione 164 IMPIANTO FRIGORIFERO tempo di perman. della carne nella cella 4h m carnenominale ⁄ A pavimento 300 kg ⁄ m 2 coefficiente di riempimento 0, 2 cc 3270 J ⁄ ( kgK ) t cu – 20 °C t ci 0°C Coeff. di riempim. 0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 Ḣ ci – Ḣ cu [ W ] 0 14911 29822 44734 59645 74556 Coeff. di riempim. 0,6 0,7 0,8 0,9 1 Ḣ ci – Ḣ cu [ W ] 89467 104378 119290 134201 149112 Tab. 3.4e – Flusso netto di entalpia associato alla carne 165 IMPIANTO FRIGORIFERO Tab. 3.4f – Risultati COEFF. DI RIEMPIM. 0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 Q̇ d ' + Q̇ d '' [ W ] 7766 7766 7766 7766 7766 7766 Ḣ ai – Ḣ au [ W ] 5897 5897 5897 5897 5897 5897 Ḣ ci – Ḣ cu [ W ] 0 14911 29822 44734 59645 74556 Q̇ t [ W ] 13663 28574 43485 58396 73308 88219 Coeff. magg. 1,2 1,2 1,2 1,2 1,2 1,2 Q̇ 2 [ kW ] 16,4 34,3 52,2 70,1 88,0 105,9 ṁ [ kg ⁄ s ] 0,013 0,027 0,041 0,056 0,070 0,084 m˙ ' [ kg ⁄ s ] 0,018 0,038 0,058 0,078 0,098 0,118 Q̇ 1 [ kW ] 26,5 55,5 84,4 113,3 142,3 171,2 L̇ [ kW ] 3,8 8,0 12,1 16,3 20,4 24,6 L˙ ' [ kW ] 6,3 13,2 20,1 27,0 33,9 40,8 η meccanico 0,901 0,901 0,901 0,901 0,901 0,901 η ' meccanico 0,900 0,900 0,900 0,900 0,900 0,900 η elettrico 0,95 0,95 0,95 0,95 0,95 0,95 Ė [ kW ] 4,4 9,3 14,1 19,0 23,8 28,7 E˙ ' [ kW ] 7,4 15,5 23,5 31,6 39,6 47,7 (continua) 166 IMPIANTO FRIGORIFERO COEFF. DI RIEMPIM. 0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 Ė + E˙ ' [ kW ] 11,8 24,7 37,7 50,6 63,5 76,4 η volumetrico 0,665 0,665 0,665 0,665 0,665 0,665 η ' volumetrico 0,648 0,648 0,648 0,648 0,648 0,648 V̇ g necess. [ m 3 ⁄ h ] 141 296 450 604 759 913 V̇ g' necess.m 3 ⁄ h 47 98 150 201 252 304 V̇ g ⁄ V̇ g' 3,0 3,0 3,0 3,0 3,0 3,0 0,19 0,29 0,39 0,49 0,60 frazione V̇ g necessaria 0,09 (continua) COEFF. DI RIEMPIM. 0,6 0,7 0,8 0,9 1 Q̇ d ' + Q̇ d '' [ W ] 7766 7766 7766 7766 7766 Ḣ ai – Ḣ au [ W ] 5897 5897 5897 5897 5897 Ḣ ci – Ḣ cu [ W ] 89467 104378 119290 134201 149112 Q̇ t [ W ] 103130 118041 132952 147864 162775 Coeff. magg. 1,2 1,2 1,2 1,2 1,2 Q̇ 2 [ kW ] 123,8 141,6 159,5 177,4 195,3 ṁ [ kg ⁄ s ] 0,098 0,113 0,127 0,141 0,155 m˙ ' [ kg ⁄ s ] 0,138 0,158 0,178 0,198 0,218 (continua) 167 IMPIANTO FRIGORIFERO COEFF. DI RIEMPIM. 0,6 0,7 0,8 0,9 1 Q̇ 1 [ kW ] 200,2 229,1 258,0 287,0 315,9 L̇ [ kW ] 28,7 32,9 37,0 41,2 45,3 L˙ ' [ kW ] 47,7 54,6 61,5 68,4 75,3 η meccanico 0,901 0,901 0,901 0,901 0,901 η ' meccanico 0,900 0,900 0,900 0,900 0,900 η elettrico 0,95 0,95 0,95 0,95 0,95 Ė [ kW ] 33,5 38,4 43,2 48,1 52,9 E˙ ' [ kW ] 55,8 63,8 71,9 80,0 88,0 Ė + E˙ ' [ kW ] 89,3 102,2 115,1 128,1 141,0 η volumetrico 0,665 0,665 0,665 0,665 0,665 η ' volumetrico 0,648 0,648 0,648 0,648 0,648 V̇ g necess. [ m 3 ⁄ h ] 1067 1222 1376 1530 1685 V̇ g' necess.m 3 ⁄ h 355 406 458 509 560 V̇ g ⁄ V̇ g' 3,0 3,0 3,0 3,0 3,0 0,70 0,80 0,90 1,00 frazione V̇ g necessaria (continua) 168 IMPIANTO FRIGORIFERO Tipi di compressori presenti e relativi volumi generati [ m 3 ⁄ h ] Bassa pressione Alta pressione VM28 513,0 171,0 VM28 507,8 169,3 VM28 513,0 171,0 TOTALE 1534 511 La portata di volume necessaria nella condizione più gravosa è pari al 110% della portata generabile: altrettanto vale per la potenza frigorifera. Nella pratica la condizione più gravosa viene evitata riducendo r nei rari periodi in cui t e ≥ 30°C . Effetto della temperatura esterna nel caso degli ambienti a –20°C La variazione della temperatura esterna influenza in questo caso anche il ciclo termodinamico. Come risulta in tabella 3.1 il condensatore è evaporativo e quindi la temperatura di condensazione varia con t e come indicata in tabella 3.5.5. Nella tabella 3.5.1 sono riportati i dati termodinamici dei cicli corrispondenti a quattro valori di t e , e infine i valori delle energie massiche e della efficienza: l’andamento di ε risente del legame assunto tra t e e t CO (vedi anche fig. 3.21). 169 IMPIANTO FRIGORIFERO Tab. 3.5 – Effetto della temperatura esterna ( t e ) nel caso delle celle a t i = – 20°C t e = 0°C , η is = 0,727 , η is' = 0,745 PUNTO p ( bar ) h ( kJ/kg ) s ( kJ/kgK ) v ( m 3 ⁄ kg ) t ( °C ) A 1,195 1404 5,7778 -30 B* 4,607 1586,9 5,7778 59,6 B 4,607 1655,6 5,9752 89,1 C 4,607 188,7 1,8 D 1,195 188,7 -30 A' 4,607 1444 5,3068 B' * 11,67 1573,6 5,3068 66,8 B' 11,67 1618 5,435 83,9 C' 11,67 298,5 25 D' 4,607 298,5 1,8 0,963 0,271 1,8 (continua) 170 IMPIANTO FRIGORIFERO t e = 10°C , η is = 0,732 , η is' = 0,752 PUNTO p ( bar ) h ( kJ/kg ) s ( kJ/kgK ) v ( m 3 ⁄ kg ) t ( °C ) A 1,195 1404 5,7778 -30 B* 4,176 1571,6 5,7778 52,3 B 4,176 1633,0 5,9595 78,7 C 4,176 176,7 -0,8 D 1,195 176,7 -30 A' 4,176 1441,3 5,3412 B' * 7,286 1515,5 5,3412 36,3 B' 7,286 1540,0 5,4201 45,8 C' 7,286 227,2 10 D' 4,176 227,2 -0,8 0,963 0,297 -0,8 (continua) 171 IMPIANTO FRIGORIFERO t e = 20°C , η is = 0,729 , η is' = 0,748 PUNTO p ( bar ) h ( kJ/kg ) s ( kJ/kgK ) v ( m 3 ⁄ kg ) t ( °C ) A 1,195 1404 5,7778 -30 B* 4,451 1581,5 5,7778 57,0 B 4,451 1647,5 5,9693 85,4 C 4,451 184,5 0,9 D 1,195 184,5 -30 A' 4,451 1443,1 5,3189 B' * 10,032 1554,4 5,3189 56,8 B' 10,032 1591,9 5,4305 71,2 C' 10,032 274,5 20 D' 4,451 274,5 0,9 0,963 0,28 0,9 (continua) 172 IMPIANTO FRIGORIFERO t e = 30°C , η is = 0,725 , η is' = 0,742 PUNTO p ( bar ) h ( kJ/kg ) s ( kJ/kgK ) v ( m 3 ⁄ kg ) t ( °C ) A 1,195 1404 5,7778 -30 B* 4,745 1591,5 5,7778 61,8 B 4,745 1662,6 5,9805 92,3 C 4,745 192,4 2,6 D 1,195 192,4 -30 A' 4,745 1444,9 5,2964 B' * 13,504 1592,5 5,2964 76,9 B' 13,504 1643,8 5,4395 96,5 C' 13,504 322,7 30 D' 4,745 322,7 2,6 0,963 0,263 2,6 Tab. 3.5.a – Ciclo termodinamico a doppia compressione e doppia laminazione con R717, t CO – tC ' = 5°C , t ev = – 30°C , per diversi valori di t e e dei conseguenti rendimenti isentropici 173 IMPIANTO FRIGORIFERO te 0°C 10°C 20°C 30°C q 2 ( kJ/kg ) 1215,3 1227,3 1219,5 1211,6 l ( kJ/kg ) 251,6 229,0 243,5 258,6 m˙ ' ⁄ ṁ 1,2806 1,1995 1,2519 1,3101 l' ( kJ/kg ) 222,8 118,4 186,3 260,6 q 1 ( kJ/kg ) 1689,6 1574,6 1649,3 1730,8 ε 2,56 3,53 2,84 2,33 Tab. 3.5b – Determinazione delle efficienze del ciclo frigorifero 174 IMPIANTO FRIGORIFERO te 0°C 10°C 20°C 30°C h esterno [ W ⁄ ( m 2 k ) ] 20 20 20 20 h interno [ W ⁄ ( m 2 k ) ] 15 15 15 15 k parete [ W ⁄ ( m 2 k ) ] 0,032 0,032 0,032 0,032 spessore parete [ m ] 0,15 0,15 0,15 0,15 U globale [ W ⁄ ( m 2 k ) ] 0,208 0,208 0,208 0,208 Larghezza [ m ] (per 1 cella) 52,6 52,6 52,6 52,6 Lunghezza [ m ] (per 1 cella) 24 24 24 24 Altezza [ m ] 8 8 8 8 Superficie laterale disperdente [ m 2 ] (per 3 celle) 3676,8 3676,8 3676,8 3676,8 Superficie totale disperdente [ m 2 ] (per 3 celle) 7464,0 7464,0 7464,0 7464,0 t i [ °C ] -20 -20 -20 -20 Q̇d ' [ W ] 31073 46610 62146 77683 Tab. 3.5c – Scambio termico attraverso le pareti laterali e il tetto 175 IMPIANTO FRIGORIFERO te 0°C 10°C 20°C 30°C h interno [ W ⁄ ( m 2 k ) ] 15 15 15 15 k terreno [ W ⁄ ( m 2 k ) ] 0,62 0,62 0,62 0,62 spessore terreno [ m ] 2 2 2 2 U globale [ W ⁄ ( m 2 k ) ] 0,304 0,304 0,304 0,304 Superficie pavimento [ m 2 ] (per 3 celle) 3787,2 3787,2 3787,2 3787,2 t i [ °C ] -20 -20 -20 -20 t e * [ °C ] (alla 15 15 15 15 40259 40259 40259 40259 profondità di 2 m) Q̇d '' [ W ] Tab. 3.5d – Scambio termico attraverso il pavimento te 0°C 10°C 20°C 30°C n [ h –1 ] 0,1 0,1 0,1 0,1 ρ a [ kg ⁄ m 3 ] 1,2 1,2 1,2 1,2 c a [ J ⁄ ( kgK ) ] 1004 1004 1004 1004 t au [ °C ] -20 -20 -20 -20 t ai [ °C ] 0 10 20 30 Ḣ ai – Ḣ au [ W ] 20279 30419 40558 50698 Tab. 3.5e – Flusso di entalpia per ventilazione 176 IMPIANTO FRIGORIFERO te 0°C 10°C 20°C 30°C t CO [ °C ] 30 15 25 35 tC ' [ °C ] 25 10 20 30 7,3 16,4 25,4 t e,bu [ °C ] Q̇ d ' + Q̇ d '' [ W ] 71332 86869 102405 117942 Ḣ ai – Ḣ au [ W ] 20279 30419 40558 50698 Ḣ ci – Ḣ cu [ W ] 0 0 0 0 Q̇ t [ W ] 91611 117287 142964 168640 Coeff. magg. 1,2 1,2 1,2 1,2 Q̇ 2 [ kW ] 109,9 140,7 171,6 202,4 ṁ [ kg ⁄ s ] 0,090 0,115 0,141 0,167 m˙ ' [ kg ⁄ s ] 0,116 0,138 0,176 0,219 Q̇ 1 [ kW ] 152,8 180,6 232,0 289,1 L̇ [ kW ] 22,8 26,3 34,3 43,2 L˙ ' [ kW ] 20,2 13,6 26,2 43,5 η meccanico 0,903 0,904 0,904 0,903 η ' meccanico 0,906 0,908 0,907 0,906 η elettrico 0,95 0,95 0,95 0,95 (continua) 177 IMPIANTO FRIGORIFERO te 0°C 10°C 20°C 30°C Ė [ kW ] 26,5 30,6 39,9 50,4 E˙ ' [ kW ] 23,4 15,7 30,4 50,6 Ė + E˙ ' [ kW ] 49,9 46,3 70,3 100,9 η volumetrico 0,703 0,718 0,709 0,698 η ' volumetrico 0,76 0,796 0,773 0,747 V̇ g necess. [ m 3 ⁄ h ] 446 554 688 830 V̇ g' necess.m 3 ⁄ h 149 185 230 277 V̇ g ⁄ V̇ g' 3,0 3,0 3,0 3,0 0,36 0,45 0,54 frazione V̇ g necessaria 0,29 (continua) Tab. 3.5f – Risultati Tipi di compressori presenti e relativi volumi generati [ m 3 ⁄ h ] Bassa pressione Alta pressione VM28 514,8 171,6 VM28 509,6 169,9 VM28 509,6 169,9 TOTALE 1534 511 In figura 3.20 sono individuabili i quattro cicli che corrispondono alle diverse temperature di condensazione ( t CO ) a pari temperatura di evaporazione ( t ev ). Non sono indicate le linee di compressione e di espansione per evitare confusioni. 178 IMPIANTO FRIGORIFERO 100,000 tco = 35°C C' 13,504 10,000 p [bar] B' 30 °C 25°C tco = 15°C 7,286 4,745 4,176 tA' = 2,6 °C D' C A' B t = - 0,8 °C A' t = - 20 °C i 1,195 1,000 t = - 30 °C ev D 0 200 400 600 800 A 1000 1200 1400 1600 1800 h [kJ/kg] Fig. 3.20 – 4 Cicli termodinamici a doppia compressione e doppia laminazione, per quattro temperature di condensazione nel caso delle celle a –20°C. Si noti come la pressione intermedia (corrispondente tA ' ) sia lontana dal valore medio geometrico, soprattutto al diminuire della temperatura di condensazione. La potenza dispersa attraverso le pareti laterali e il tetto (tabella 3.5a) e attraverso il pavimento (tabella 3.5c), il flusso netto di entalpia associato all’aria (tabella 3.5d) determinano il fabbisogno di potenza frigorifera: in questo caso trattandosi di un magazzino si considera nulla la portata di carne. La tabella 3.5e raccoglie i risultati: al crescere della temperatura esterna ovviamente diminuisce la efficienza. Si noti che con le ipotesi fatte prevale il termine dovuto alla trasmissione del calore attraverso le pareti laterali e il tetto delle grandi celle frigorifere. La portata di volume necessaria nella condizione più gravosa è pari al 0,54% della portata generabile: altrettanto vale per la potenza frigorifera. Il notevole margine è giustificato dal valore del materiale conservato. 179 IMPIANTO FRIGORIFERO 50 B J 300 . Q1 [kW] 250 200 J 150 B B B . Q1 40 35 30 J 25 t 20 co J 100 45 tco [°C] 350 15 10 50 0 5 0 5 10 15 20 25 30 0 35 t [°C] e Fig. 3.21 – Temperatura di condensazione ( t CO ) e potenza termica ceduta all’esterno ( Q̇ 1 ) dal condensatore evaporativo delle celle a –20°C, in funzione della temperatura esterna a bulbo secco ( t e ). Nella figura 3.21 si vede il legame assunto tra la temperatura esterna, la temperatura di condensazione e la potenza che esce attraverso il condensatore evaporativo, il quale funziona a secco per t e < 10°C . Nella tabella 3.5e con t e si intende la temperatura esterna a bulbo secco, con t e,bu la corrispondente temperatura a bulbo umido per umidità relativa 70%. Come è noto t e,bu costituisce il limite inferiore della temperatura dell’aria umida: qui ci si limita a verificare che t e,bu < tC ' . 180 APPENDICE 1 APPENDICE 1. BIBLIOGRAFIA Anglesio P., Elementi di impianti termotecnici, Pitagora, 1998 Annaratone D., Generatori di vapore, CLUP, Milano, 1985 Guglielmini G., Pisoni C., Elementi di trasmissione del calore, Masson, Milano, 1996 Snamprogetti, Documentazione tecnica, Milano, 1992 Autorità per l’energia elettrica e il gas, Criteri e proposte per la definizione di cogenerazione e per la modifica delle condizioni tecniche di assimilabilità degli impianti che utilizzano fonti energetiche assimilate a quelle rinnovabili, Milano, agosto 2000 Macchi, Documentazione tecnica, Fagnano Olona (Va), 1993 Gregorio P., Comino C., Wineva, Torino, 1997 Bonauguri E., Miari D.,Tecnica del freddo, Hoepli, Milano, 1977 Baltimore Aircoil Italia, Documentazione tecnica, Chiuro (Sondrio), 2000 Dell’Orto, Documentazione tecnica, Milano, 1973 UNI 9511 Disegni tecnici, Rappresentazione delle installazioni, Segni grafici per impianti di refrigerazione (parte 4a), 1989 CEI 3-30, Segni grafici per impianti termoelettrici e nucleotermoelettrici, 1985 181 APPENDICE 2. SIMBOLI, GRANDEZZE E UNITÀ DI MISURA SI Simboli, grandezze e unità di misura SI a fattore di assorbimento; aria totale (rapporto aria/combustibile) A area di una superficie(m2) c capacità termica massica a pressione costante (J/kg K) C˙ capacità termica di una portata (W/K) d diametro (m) D' densità ridotta di combustione Ė potenza elettrica (W) f fattore h entalpia massica (J/kg K); coefficiente di scambio Ttermico per convezione (W/m2K) H potere calorifico inferiore a pressione costante(J/kg) Ḣ flusso di entalpia(W) k conduttività termica (W/m K) l lavoro massico(J/kg) L lunghezza (m) L̇ potenza meccanica(W) m massa (kg) ṁ portata di massa (kg/s) n indice d’aria; ricambi d’aria NTU Numero Unità di Trasporto p perimetro (m) 182 APPENDICE P perdita q calore massico (J/kg) 2 Q calore (J) Q̇ potenza termica (W) R costante universale dei gas (J/?K) R * costante di e di un gas (J/kgK) s spessore (m), entropia massica (J/kgK) S˙ flusso di entropia (W/K) t temperatura (°C) T temperatura assoluta (K) U coefficiente globale di scambio termico (W/m2K) v volume massico (m3/kg) V volume (m3) V̇ portata di volume(m3/s) w velocità (m/s) x frazione in massa (kg/kg) y frazione in volume (m3/m3) α coefficiente di assorbimento (m-1) δ differenza ∆ differenza ε efficienza, emissività η rendimento µ ' rendimento ridotto ρ densità (kg/m3) σ costante di Stefan- Boltzmann (5,67 10-8 W/m2K4) τ tempo (s) 183 APPENDICE 2 τ ' temperatura ridotta Indici b superficie c combustibile d derivato; dispersione e esterno ev evaporazione f fumi, camino g gas i ingresso; interno n normale p parete t fluido termovettore u uscita 0 riferimento Altri indici sono definiti caso per caso 184