DIETA MEDITERRANEA: UN PATRIMONIO IMMATERIALE PER LO

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DIETA MEDITERRANEA: UN PATRIMONIO IMMATERIALE PER LO
DIETA MEDITERRANEA: UN PATRIMONIO IMMATERIALE
PER LO SVILUPPO DEI TERRITORI RURALI
Strategie ed azioni per la tutela e la valorizzazione dell’elemento UNESCO
Roma, 26 maggio 2014 - Il Consorzio Universitario per la Ricerca Socioeconomica e l’Ambiente (CURSA)
ha promosso il primo di una serie di incontri pubblici sul territorio nazionale, per presentare i valori
fondanti della Dieta Mediterranea Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità UNESCO, e per
favorire la valorizzazione e la corretta comunicazione questo importante riconoscimento.
L'Aula Magna del Polo Didattico di Agraria dell'Università degli Studi della Tuscia di Viterbo ha ospitato,
venerdì 23 maggio 2014, il primo degli incontri pubblici dedicati alla Dieta Mediterranea Patrimonio
Culturale dell'Umanità UNESCO.
Il grande interesse del pubblico e la competenza dei relatori e dei partecipanti alla tavola rotonda hanno
permesso un'approfondita analisi dei diversi aspetti connessi all'elemento Dieta Mediterranea: "Un
grande patrimonio del nostro paese che, oltre ai profili di natura salutistica e del benessere, presenta anche
un importante aspetto economico, collegato alla tutela e alla valorizzazione delle tipicità del nostro paese."
ha dichiarato il prof. Alessandro Ruggieri, Magnifico Rettore Università degli Studi della Tuscia di
Viterbo, che ha dato il via ai lavori insieme al sindaco di Viterbo Leonardo Michelini. Per quest'ultimo "il
riconoscimento da parte dell'UNESCO è un aspetto che qualifica particolarmente il nostro paese, che
rappresenta il centro del Mediterraneo, ed è una buona occasione per dare valore alle nostre produzioni
alimentari, che sono eccellenze imitate in tutto il mondo."
"È sempre molto importante dedicare del tempo a parlare di Dieta Mediterranea - ha ricordato l'on. prof.
Riccardo Valentini, Consigliere regionale Lazio - perché oggi salute umana e ambiente sono temi che si
intrecciano fortemente con l'agricoltura e con il cibo. Ora la Dieta Mediterranea è una grande cultura
millenaria che noi, in particolare in Italia, ci portiamo dietro e che è una risposta sia per la salute umana
che per il rispetto dell'ambiente."
Come ha ribadito il dott. Alessandro Zagarella del Cursa, "La Dieta Mediterranea patrimonio culturale
immateriale dell'UNESCO non è soltanto un elenco di cibi, ma è di più: è un elemento formato da tutte
quelle tradizioni e quegli elementi sociali e antropologici sottesi, che sono il territorio comune su cui si
incontrano le comunità del mediterraneo". Informare i territori circa i valori attribuiti all’Elemento Dieta
Mediterranea e circa il ruolo delle comunità emblematiche, secondo quanto indicato nel dossier UNESCO,
era infatti uno degli obiettivi del seminario, il primo di una serie.
Oltre agli aspetti culturali, Dieta Mediterranea ha importanti effetti anche sull'ambiente, in particolare nella
riduzione dei gas ad effetto serra, come ha espresso nella sua relazione il prof Mauro Moresi, del
Dipartimento per l’Innovazione dei sistemi Biologici, Agroalimentari e Forestali - DIBAF. Per quanto
concerne l'aspetto salutistico, il prof Niccolò Merendino, del Dipartimento di Scienze Ecologiche e
Biologiche - DEB ha ribadito il ruolo di Dieta Mediterranea nel ridurre malattie importanti come quelle
cardiovascolari e anche quelle infiammatorie.
Cultura, tradizioni, salute e impatto ambientale a cui si aggiunge la tutela del paesaggio, altro elemento
fondante della Dieta Mediterranea Patrimonio Culturale Immateriale dell'umanità: su questo tema si è
espresso il il prof. Giuseppe Scarascia Mugnozza - direttore del DIBAF ricordando che "Queste occasioni
di valorizzazione del riconoscimento UNESCO sono molto importanti e possono arricchire in termini di
maggiore conoscenza, di attività di ricerca, di conservazione e di tipicizzazione del paesaggio collegato alla
Dieta Mediterranea".
I seminari sono una delle azioni contenute nel piano operativo per la valorizzazione della Dieta Mediterranea
Patrimonio dell’Umanità UNESCO, che il CURSA ha elaborato su incarico del Ministero delle politiche
agricole agroalimentari e forestali (Mipaaf). Il Mipaaf "ha promosso insieme agli altri paesi del
Mediterraneo questo riconoscimento ed è fortemente indirizzato a mantenerlo, non solo a livello UNESCO,
ma anche a livello FAO" ha dichiarato il dott. Giuseppe Sallemi, dirigente Mipaaf, intervenuto durante la
giornata: "la prossima conferenza internazionale FAO di novembre sarà occasione importantissima per il
riconoscimento anche in questa sede del valore della Dieta Mediterranea."
Nell'ottica di offrire alle realtà locali un'occasione per identificare e condividere potenziali azioni con cui
tutelare e valorizzare l’Elemento Dieta Mediterranea, in una logica di stimolo allo sviluppo integrato
territoriale, l'incontro ha visto anche una tavola rotonda aperta ad imprenditori, associazioni di categoria,
comunità rurali, mondo associativo e cittadini.
Il confronto e l'analisi di alcune case history ed iniziative emblematiche dell'approccio Dieta, hanno
promosso una riflessione partecipata con gli stakeholder relativamente alla valorizzazione della Dieta
Mediterranea quale ricchezza peculiare del nostro ambiente e della nostra società.
In particolare, Donato Ferrucci (segretario dell'Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Viterbo) ha
offerto una testimonianza sull'evoluzione delle azioni di sviluppo territoriale promosse dai GAL della
provincia, incentrate su progetti riguardanti, cibo, storia e cultura, ambiente e paesaggio.
La programmazione del sistema di Sagre e Feste come eventi rituali che agevolano la coesione e la socialità
nelle comunità rurali del nostro territorio è stato invece il tema dell'intervento di Giovanni Iapichino
(responsabile sportello Tuscia Viterbese Cefas - CCIAA).
Da Bologna, Luca Falasconi (Ricercatore Università Alma Mater Studiorum) ha parlato della valenza
sociale legata al recupero degli sprechi alimentari di Last Minute Market, esperienza testata anche a
Viterbo.
Infine, Alberto Valentini (Imprenditore Agricolo) è intervenuto sul ruolo dell'ospitalità agrituristica e della
vendita diretta come tramite di diffusione dei valori legati alla produzione, trasformazione e consumo di
cibo.
In conclusione, il seminario ha raggiunto gli obiettivi prefissati, come ha ricordato il prof. Silvio Franco del
Dipartimento Economia e Impresa - DEIM: "Abbiamo avuto importanti presenze politiche ed istituzionali
che hanno dimostrato sensibilità ed una profonda conoscenza del tema. Gli interventi di carattere scientifico
e all'interno della tavola rotonda hanno esplorato i molti elementi di interesse di Dieta Mediterranea
Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità. L'auspicio è che altri eventi di questo genere sul territorio
possano avere una medesima impostazione e un medesimo risultato, affinché questo importante
riconoscimento UNESCO possa essere comunicato correttamente, tutelato e valorizzato."
Utilizzando lo stesso schema e il medesimo approccio, il CURSA è impegnato nell'organizzazione di altri
seminari su Dieta Mediterranea Patrimonio Culturale Immateriale dell'umanità UNESCO, diffusi sul
territorio; le date e luoghi saranno comunicati a breve sul sito del CURSA www.cursa.it
DIETA MEDITERRANEA
PATRIMONIO CULTURALE IMMATERIALE DELL’UMANITÀ UNESCO
Nel 2010 la Dieta Mediterranea è stata iscritta - quale eccellenza mondiale - nella Lista Rappresentativa del
Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dell’UNESCO, che fa riferimento a quell’insieme di
pratiche, rappresentazioni, espressioni, conoscenze e saperi che le comunità riconoscono come parte del loro
patrimonio culturale.
Essa rappresenta molto di più di un semplice elenco di alimenti, ma fa riferimento ad uno stile di vita ed
asset etno-antropologico unico e di eccezionale valore culturale, sociale, storico e nutrizionale. La Dieta è
costituita dunque da un substrato di valori, pratiche e tradizioni che accomunano i popoli di tutto il bacino
del Mediterraneo, dal paesaggio alla tavola.
Questo insieme di peculiarità di tipo immateriale garantisce la salvaguardia della biodiversità e la
conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali e artigianali collegate alla pesca e all’agricoltura,
passando per la coltura, la raccolta, la conservazione, la trasformazione, la preparazione e il consumo di cibo.
Allo stesso tempo l’UNESCO riconosce all’Elemento Dieta Mediterranea un ruolo unico nella promozione
dell’interazione sociale, dal momento che i pasti comuni sono la pietra angolare dei costumi quotidiani e
degli eventi festivi, nei quali si praticano e si tramandano i gesti di riconoscimento reciproco, l’ospitalità, la
cortesia, la convivialità, la trasmissione intergenerazionale e il dialogo interculturale.
Per questo motivo la Dieta Mediterranea Patrimonio dell’Umanità può rappresentare un importante traino
per il settore agroalimentare italiano, apportando un unico valore di differenziazione sia alle filiere
produttive, sia alle imprese dell’ospitalità, della ristorazione e del commercio.
Non è da trascurare, infine, l’impatto che la creazione di un’identità unica e non sostituibile può determinare
sui flussi di incoming turistico e sulla notorietà dei prodotti e delle aree nei quali vengono coltivati e
trasformati, nonché nel favorire dinamiche di aggregazione e integrazione sociale nelle comunità.
Per informazioni:
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Tel. 06 44 51 707
Fax. 06 44 36 04 33