Presentazione_Discriminazioni multiple
Transcript
Presentazione_Discriminazioni multiple
DISCRIMINAZIONI MULTIPLE 3° Convegno Nazionale La persona down visioni nuove e utopie possibili Varese, 18 ottobre 2013 Luisa Cortese Consigliera di Parità della provincia di Varese Chi sono Sono pubblici ufficiali e hanno il compito di promuovere e controllare l’attuazione dei principi di uguaglianza, pari opportunità e non discriminazione di donne e uomini sul lavoro. Sono figure istituite dalla Legge n. 125/1991, aggiornata in base al Decreto Legislativo n. 198/2006. 2 La DISCRIMINAZIONE DIRETTA e INDIRETTA Codice delle Pari Opportunità nel Lavoro (L. 10 aprile 1991 n° 125, art. 4 commi 1 e2) 1 Costituisce discriminazione DIRETTA, qualsiasi disposizione criterio, prassi, atto, patto o comportamento che produca un effetto pregiudizievole discriminando le lavoratrici o i lavoratori in ragione del loro sesso e, comunque il trattamento meno favorevole rispetto a quello di un’altra lavoratrice o di un altro lavoratore in situazione analoga. 2 Si ha una discriminazione INDIRETTA quando una disposizione, un criterio, una prassi, un atto, un patto o un comportamento mettono i lavoratori/lavoratrici di un determinato sesso in una posizione di svantaggio rispetto a lavoratori dell’altro sesso 3 La DISCRIMINAZIONE MULTIPLA è definita a sua volta: •ADDITIVA •AMPLIFICATRICE •INTERSEZIONALE 4 La discriminazione ADDITIVA si riferisce a una situazione nella quale la discriminazione risulta da più fattori disgiunti tra loro. Ovvero, una persona è discriminata in una determinata situazione per un fattore e in un’altra situazione per un altro fattore. Esempio: una donna inizia un nuovo lavoro e, poiché disabile, non ottiene la copertura completa da parte dell’assicurazione professionale. Sei mesi più tardi, durante una conversazione con un suo collega uomo si rende conto che per le stesse mansioni e con le stesse qualifiche percepisce un salario notevolmente più basso. 5 La discriminazione AMPLIFICATRICE si riferisce a una situazione nella quale una persona è discriminata in base a due o più fattori concomitanti. In un caso del genere i due fattori agiscono alimentandosi l’un l’altro in modo cumulativo. Esempio: una donna lesbica si candida per l’elezione di un organo esecutivo. La sua candidatura non va a buon fine perché da un lato le donne non sono ritenute all’altezza di assumere una simile funzione e dall’altro gli omosessuali non sono visti di buon occhio nei posti di potere. 6 La discriminazione INTERSEZIONALE si riferisce a una situazione nella quale una persona è discriminata in base a diversi fattori che interagiscono tra loro e che pertanto sono inseparabili. Esempio: un uomo nero è sospettato di detenere stupefacenti e viene per questo controllato dalla polizia senza ragioni fondate, solo a causa del suo sesso, età e colore della pelle (racial profiling). 7 La discriminazione MULTIPLA è propria della DONNA DISABILE. Essere donna e avere una disabilità comporta una vita all’insegna della discriminazione multipla che si riscontra nell’istruzione, nella vita affettiva e nel lavoro. I dati Anmil-Istat-Censis ci dicono che le donne disabili trovano con più difficoltà lavoro, spesso devono rinunciare alla maternità e subiscono più discriminazioni rispetto ai maschi. Le politiche di genere non influenzano la loro condizione e le politiche sulla disabilità non tengono conto del genere (denuncia Luisella Bosisio Fazzi consigliera LEDHA). Il concetto di disabilità eclissa il genere. 8 PROVINCIA DI VARESE - COLLOCAMENTO MIRATO DISABILI PERSONE DISABILI ISCRITTE AL 31.12.2012 TOTALE 5.715 TITOLO DI STUDIO MASCHI % FEMMINE % Senza Titolo 164 5% 104 4.4% Licenza Elementare 571 17.5% 337 14% Licenza Media 1629 49% 1104 46% Diploma+ Attestato Qualifica 936 28% 834 35% Laurea 16 0.5% 20 0.8% TOTALE 3.316 58% 2.399 42% 9