Giuseppe Brundu La legislazione italiana in materia di specie

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Giuseppe Brundu La legislazione italiana in materia di specie
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A CURA DI GABRIELE GALASSO, GIORGIO CHIOZZI, MAMI AZUMA & ENRICO BANFI
Giuseppe Brundu
La legislazione italiana in materia di specie vegetali alloctone
Italian legislation on alien plants
Le invasioni biologiche sono un processo ambientale che
richiederebbe di essere affrontato, in primo luogo, con adeguate norme di diritto internazionale dell’ambiente, disciplina
che nasce e si sviluppa in relazione all’estensione di diversi
problemi di natura globale, come i cambiamenti climatici,
l’inquinamento marino, la diminuzione della biodiversità, la
desertiÞcazione (Lugaresi, 2008). Esiste però un’oggettiva difÞcoltà nell’imposizione di obblighi rigorosi agli Stati ed alle
multinazionali, oltre alla necessità di non interferire con le regole dettate da organismi come la World Trade Organisation.
Si sono affermati soprattutto alcuni principi generali, come
l’obbligo di “cooperare per la tutela dell’ambiente” di cui alla
Dichiarazione di Stoccolma del 1972. Le diverse problematiche sono state affrontate soprattutto attraverso strumenti così
detti di soft law, ossia per mezzo di risoluzioni e dichiarazioni
di natura non vincolante. Non è stata istituita alcuna procedura
giudiziale speciÞca per risolvere i casi di violazione delle norme, si è preferito invece istituire un certo numero di organismi
con funzioni di controllo e di prevenzione (Cassese, 2004).
In un periodo di tempo relativamente limitato, la comunità
internazionale ha sperimentato la progressiva entrata in vigore di un imponente corpus di norme in materia ambientale,
molte delle quali trattano direttamente od indirettamente delle invasioni biologiche (ad es., la International Convention
for the control and management of ships’ ballast water and
sediments, 13/02/2004). Uno dei primi riferimenti è presente
nella Convenzione di Berna. Le parti contraenti s’impegnano
a “controllare rigorosamente l’introduzione di specie non indigene”. La Convezione sulla Biodiversità (CBD), ratiÞcata
dall’Italia con la L. n. 124/1994, richiede ai Paesi Þrmatari
di impegnarsi quanto più possibile e con i sistemi più idonei, per “prevenire l’introduzione, promuovere il controllo e
l’eradicazione” di quelle specie esotiche che minacciano la
conservazione di ecosistemi, habitat od altre specie. La CBD
è senza dubbio il riferimento più importante, cui si rifanno diverse fonti comunitarie e nazionali, come il DPR n. 357/1997
e succ. mod., recante l’attuazione in Italia della Dir. n. 92/43/
CEE del Consiglio del 21/05/1992. Nonostante lo sforzo della EU teso al perseguimento degli obbiettivi della CBD, per
quanto concerne le specie esotiche il Consiglio dell’Unione
Europea ha recentemente richiamato la Commissione sulla
necessità di “assess gaps in the current legal, policy and economic framework for the prevention of introduction and for
the control and eradication of invasive alien species” (2773rd
Council Meeting - Environment, 16/12/2006). In effetti, coesistono tuttora a livello comunitario norme piuttosto contrastanti in materia di IAS (Invasive Alien Species).
In Italia, le modiÞche al Titolo V della costituzione (ex
L.C. n. 3/2001) hanno dato ingresso esplicito nel testo costituzionale alla “tutela dell’ambiente e dell’ecosistema” (art.
117.2.s), materia rientrante nella potestà legislativa dello
Stato. Tuttavia è da rilevare che tra le materie di legislazione concorrente delle regioni (art. 117.3) ve ne sono diverse
che hanno relazioni evidenti con le invasioni biologiche
(tutela della salute; governo del territorio; valorizzazione
dei beni culturali ed ambientali; produzione, trasporto e
distribuzione nazionale dell’energia). Inoltre nell’ambito
della potestà legislativa regionale residuale (art. 117.4) è
verosimilmente possibile ricomprendere “agricoltura e foreste, caccia e pesca” (De Marzo et al., 2005).
Nonostante le IAS costituiscano una minaccia per
“ambiente ed ecosistemi”, non esiste ancora un piano od
un quadro di riferimento nazionale unitario e non sono
note applicazioni di “strumenti” come il “danno ambientale” (ex D.Lvo n. 152/2006) che sarebbero tuttavia applicabili in linea di principio anche alle invasioni
biologiche. Solo alcune norme regionali hanno prestato
particolare attenzione al problema e rivestono pertanto
portata innovativa (ad es. la L.R. 31/03/2008, n. 10, della
Regione Lombardia, od alcune norme del piano paesaggistico della Regione Sardegna). Per il resto, si citano le
specie esotiche in diversi atti normativi, non sempre utilizzando una terminologia coerente (“specie estranee” ex
art. 11.3 L. n. 394/1991; “specie avventizie” ex DGR n.
1004, 30/06/2008, della Regione Emilia-Romagna) e con
punti di vista, talvolta, tra loro molto contrastanti. È del
tutto assente lo sforzo di adeguare gli strumenti normativi
nazionali a strategie globali ed integrate già condivise a
livello internazionale (come la European Strategy on IAS
del 2003, o il Code of conduct on horticulture and invasive alien plants della EPPO), nonché lo studio di misure
adeguate anche a livello locale o secondo il principio della
sussidiarietà, per la prevenzione, la rimozione, il controllo
ed il monitoraggio. La normativa vigente risulta, inÞne,
altrettanto insufÞciente sotto il proÞlo sanzionatorio.
Bibliografia
Cassese A., 2004 – Diritto internazionale. II. Problemi della comunità
internazionale. Il Mulino, Bologna.
De Marzo G., Liguori A. & Mancuso G., 2005 – La tutela dell’ambiente
tra prevenzione e repressione. Esame degli illeciti civili e amministrativi. IPSOA, Milano.
Lugaresi N., 2008 – Diritto dell’ambiente. III Ed. CEDAM, Padova.
Giuseppe Brundu
Assessorato della Difesa dell’Ambiente, Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, Regione Autonoma della Sardegna,
Direzione Generale CFVA, Via Biasi 7, 09131 Cagliari, Italia
e-mail: [email protected]
Le specie alloctone in Italia: censimenti, invasività e piani di azione
Memorie della Società Italiana di Scienze Naturali e del Museo Civico di Storia Naturale di Milano
Volume XXXVI – Fascicolo I