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MEMORIE SOC. ENTOMOL. ITAL., 92 (1-2): 77-82, ISSN 0037-8747 15 DICEMBRE 2015 Pier Mauro GIACHInO* Ricordo di Umberto Parenti (1932-2014) al us e on ly Presso tale Facoltà Umberto Parenti svolgerà tutta la sua carriera accademica ottenendo, nel 1964, l’abilitazione alla Libera Docenza in zoologia, nel 1968 la nomina a Professore Straordinario di zoologia e, infine, quella a Professore Ordinario di zoologia. Questi sono i dati ufficiali, ma io vorrei ricordarlo ponendo l’accento su particolari e su sensazioni N on -c om m er ci Umberto Parenti nasce il 12 dicembre 1932, da famiglia di origini lucchesi, a Casasco d’Intelvi, in provincia di Como, dove il padre, finanziere, prestava servizio in quel momento. negli anni successivi la famiglia, a causa dell’impiego del padre, si sposterà numerose volte in diverse località del nord Italia. Frequenta le scuole elementari a Modena e, sempre a Modena, ottiene il Diploma di scuola media superiore frequentando il Liceo Classico S. Carlo. Qui conosce Carlo Moscardini, specialista di Coleotteri Cantaridi, che saprà opportunamente indirizzare la giovanile passione del nostro verso l’Entomologia. Questo incontro lo segnerà per il resto della vita e lo porterà a guardare sempre con un occhio di riguardo gli entomologi non professionisti. Molti anni dopo, nel 1972, egli saprà guidare un giovane quindicenne appassionato di farfalle arrivato a lui grazie all’interessamento di una docente di geografia che insegnava nella stessa scuola dove insegnava la moglie Gabriella. Questo giovane, Graziano Bassi, è ora un apprezzato specialista di Microlepidotteri. nel 1958, la passione per l’Entomologia porterà Umberto Parenti a conseguire la laurea in Scienze naturali presso l’Università di Modena, dove compirà i primi passi verso la carriera universitaria sotto la guida del Prof. Enrico Vannini. Quando Vannini, nel 1957, si sposterà a Bologna, in sua sostituzione arriverà nel 1958, da Sassari, il Prof. Guido Bacci. Sotto la guida di Bacci, il nostro otterrà, nel 1961, la nomina ad Assistente Incaricato alla Cattedra di zoologia. Bacci però è destinato a non rimanere a Modena e quando, nel 1962, si sposterà a Torino porterà con sé Umberto Parenti. Dopo un iniziale periodo di pendolarismo tra Modena e Torino, Umberto Parenti si trasferisce definitivamente a Torino dove, nel 1963, otterrà la nomina ad Assistente Ordinario alla Cattedra di zoologia presso la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e naturali (cattedra tenuta appunto dal Prof. Bacci). * Umberto Parenti (a destra) insieme a Carlo Moscardini verso la fine degli anni ’50 del secolo scorso. Pier Mauro Giachino, Settore Fitosanitario Regionale, Environment Park, Palazzina A2 Via Livorno 60, 10144 Torino, Italia. E-mail: [email protected] 77 GIACHINO al us e on ly rio e poi di Professore Ordinario di zoologia: quella collegata al recupero e al riordino delle importantissime collezioni zoologiche storiche dell’Università di Torino. negli anni sessanta dello scorso secolo anche le collezioni del Museo di zoologia avevano pesantemente risentito dell’imperante clima di indifferenza verso il patrimonio museale, frutto in particolare dello sviluppo di filoni di ricerca lontani dai classici canoni della sistematica zoologica. La sempre cronica mancanza di spazi per i laboratori e l’accesso agli stessi da parte di un numero di studenti sempre crescente aveva portato a una tragica contrazione degli spazi dedicati alla conservazione delle collezioni e alla chiusura della parte espositiva aperta al pubblico. Pienamente consapevole del valore di queste collezioni, Umberto Parenti volle che le stesse afferissero all’Istituto di zoologia Sistematica − che assunse infatti la doppia denominazione di Museo ed Istituto di zoologia Sistematica − e guidò, grazie alla collaborazione di un esiguo numero di appassionati un nuovo momento di rinascita per le collezioni zoologiche. Oltre agli interventi di sistemazione e salvataggio delle collezioni, grazie ai finanziamenti ottenuti dagli Enti Locali e in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura della Città di Torino, il nostro riuscì a riaprire al pubblico scolastico una sezione espositiva del Museo di zoologia, rimasta poi aperta fino al 1982. nell’azione volta al salvataggio delle collezioni zoologiche, Umberto Parenti seppe appoggiarsi sia a collaboratori strutturati sia a semplici amatori. Ricordo, senza distinzioni di ruolo, per averli conosciuti personalmente quando muovevo i primi passi nel mondo dell’entomologia museale, alcuni di loro: i compianti Carlo Casolari e Orsetta Elter, ma anche nomi oggi noti della zoologia e della Museologia italiana quali Olindo Bortesi, futuro Direttore del Museo Regionale di Scienze naturali, e Pietro Passerin d’Entrèves e Mario zunino, in seguito Professori ordinari di zoologia presso le Università di Torino e di Urbino, rispettivamente. All’ambiente del Museo di zoologia ebbi modo di avvicinarmi ulteriormente quando, nel 1976, mi iscrissi al laboratorio di zoologia Sistematica, anche questo gestito, per l’epoca, in modo innovativo da Umberto Parenti. Quel laboratorio, pensato per avvicinare gli studenti alle attività di campo, consisteva nel raccogliere, durante l’estate, un certo numero di Insetti che bisognava poi preparare in laboratorio. Il tutto si sarebbe dovuto concludere così, con qualche decina di in- N on -c om m er ci anche molto personali. A lui ritengo di dovere soprattutto la scelta che sta alla base della mia carriera professionale: quella di diventare un tassonomo, un sistematico. Scelta che risale all’ormai lontano 1974 quando, studente del Corso di Laurea in Scienze Biologiche, ebbi la ventura di conoscerlo quale docente del corso di zoologia Sistematica. Allora le mie conoscenze circa le diverse sfaccettature del mestiere di biologo erano assai rudimentali; come la maggior parte dei miei compagni di corso associavo la parola biologia soprattutto allo studio delle cellule o, al massimo, dei tessuti. Consideravo la sistematica e lo studio della stessa come un inutile e obsoleto fardello di nomi, spesso da imparare a memoria, poco degno di una “biologia moderna”. In quest’ottica avevo deciso, a priori, di non seguire il corso di zoologia Sistematica, corso inserito fra quelli facoltativi. C’era però un problema logistico: questo corso cadeva a metà mattina, in un’ora compresa fra le lezioni di due corsi fondamentali. La scelta era quindi: abbandonare l’aula per farsi un giro per le vie di Torino o restare ad ascoltare la lezione di zoologia Sistematica. Considerato il periodo invernale la mia scelta cadde sul rimanere, tanto ascoltare qualcosa in più non poteva certo farmi male! In quelle prime lezioni, ascoltate più che altro per necessità, Umberto Parenti riuscì a trasmettermi il suo amore per la sistematica, a farmi capire che la sistematica costituiva la base per la comprensione, su base evolutiva, del mondo dei viventi. “Vedrete – disse concludendo una delle prime lezioni con una delle sue caratteristiche e fulminanti battute accompagnate dal caratteristico accento emiliano – che la Zoologia Sistematica, interpretata su base evolutiva, eccezion fatta per lo studio dei Protozoi per affrontare il quale occorre avere tendenze maniacali, è una branca della biologia di estremo interesse.” Fu così che inserii la zoologia Sistematica nel piano di studi e che arrivai al fatidico giorno dell’esame. Giorno nel quale, inconsciamente, mi sarei avvicinato per la prima volta, seppure in maniera fugace, all’ambiente che avrebbe condizionato la mia vita per i decenni a venire. Gli esami di zoologia Sistematica si tenevano allora nel vecchio Museo di zoologia, in mezzo alla parte espositiva dedicata ai grandi vertebrati. Questo ricordo mi permette di accennare ad una delle azioni, forse quella culturalmente più meritoria, messa in atto da Umberto Parenti una volta assunto il ruolo prima di Professore Straordina78 Ricordo di Umberto Parenti (1932-2014) al us e on ly della propria carriera, nel quale si era dedicato, sotto la guida di Bacci, allo studio della determinazione del sesso su base genetica e ambientale nei Policheti marini liberi e parassiti di invertebrati e vertebrati, era diventato un appassionato specialista, apprezzato a livello internazionale, di Microlepidotteri e in particolare di Elachistidi. Una passione, la sua, per questo gruppo di minute farfalline, che non lo lascerà mai e lo accompagnerà fino alla fine. Ho vivo il ricordo, in occasione del nostro ultimo incontro, della passione con la quale mi illustrava i disegni relativi alla revisione tassonomica che aveva in corso di realizzazione e i materiali appena ricevuti in studio da numerosi Musei europei. La passione per questo gruppo di lepidotteri lo portò, nel corso della vita, ad indagarne non solo la sistematica, ma anche, più in generale, gli aspetti biologici. Dai locali del Museo Regionale era facile osservarlo sul ballatoio interno, quando l’Istituto era ancora ospitato nell’ala Ovest dell’ex Ospedale San Giovanni Vecchio, seguire lo sviluppo dei suoi allevamenti su Graminacee tenute in vaso. Una parte dei dati ricavati da questi allevamenti è stata poi utilizzata per la stesura dell’opera per la quale mi sento di affermare che verrà ricordato dalla comunità scientifica: la “A Guide to the Microlepidoptera of Europe”, pubblicata dal Museo Regionale e risultata essere un vero successo editoriale. Una prima edizione stampata nel N on -c om m er ci setti raccolti e preparati. Ma nel mio caso, fin dall’inizio, andò diversamente. La sorpresa di Umberto Parenti fu moderata quando alla sua domanda «Lei quale gruppo di Insetti vorrebbe raccogliere?» si sentì rispondere, un po’ a caso lo confesso, «i Coleotteri Carabidi» della cui esistenza avevo avuto occasione di leggere proprio qualche giorno prima. La sorpresa invece aumentò considerevolmente quando, dopo le raccolte estive, mi vide arrivare non con qualche decina di esemplari, ma con quasi 2000! La sorpresa diventò infine totale quando, dopo averli preparati e aver quindi ultimato ufficialmente il Laboratorio, gli chiesi se frequentando ancora l’Istituto ci sarebbe stata la possibilità di “dare dei nomi” alle specie che avevo raccolto. «Lei può fermarsi quanto vuole» mi disse, «chiederò ad Achille Casale, specialista del gruppo, di venire a darle qualche dritta in tal senso». Fu così, quasi per caso, che iniziò la mia carriera di specialista in Entomologia. Un paio di mesi dopo, mentre ero intento a studiare i materiali raccolti lo vidi arrivare dicendo: «Giachino lei ce l’ha già una Tesi vero?» «Si, dovrei iniziare a breve la Tesi in Anatomia Comparata». «Senta, la Regione Piemonte ha deciso di istituire il Museo Regionale di Scienze Naturali, Museo nel quale confluiranno le collezioni di questo Istituto e ha bandito due Borse di Studio per Tesi di Laurea di argomento museologico; le interessa partecipare al bando?». Fu così che mentre da un lato io legavo la mia carriera entomologica al Museo Regionale, Umberto Parenti, dopo aver compiuto un primo “miracolo” salvando le collezioni zoologiche storiche dell’Università, imboccava la via della concessione in comodato d’uso di queste collezioni al costituendo Museo Regionale, via che si sarebbe rivelata in seguito irta di difficoltà e fonte di profonde amarezze. Dopo la Laurea e la mia nomina a Conservatore della Sezione di Entomologia del Museo Regionale le nostre strade un po’ si separarono. non mancarono, ovviamente, i momenti di contatto e di confronto, in particolare sui problemi relativi prima alla conservazione delle Collezioni Entomologiche e poi, da quando divenni Responsabile Scientifico del Museo, di quelle zoologiche in generale. Venne però a mancare sia la frequentazione quotidiana che aveva caratterizzato il periodo trascorso con lui in Istituto come allievo interno, sia quella che può legare due tassonomi che si occupano dello stesso gruppo zoologico. Umberto Parenti, infatti, dopo il periodo iniziale Tre generazioni entomologi a Torino negli anni ’70 del secolo scorso: Umberto Parenti (il terzo da sinistra) alla sessione di Laurea di Achille Casale insieme ad Athos Goidanich (il secondo da sinistra). (Foto G. Dellabeffa). 79 GIACHINO specializzato nella conservazione e depositate in ambienti inadatti. Voglio ricordare a questo proposito che, negli ultimi dieci anni, la sua fu une delle poche voci, e in molte occasioni l’unica, ad alzarsi autorevolmente per denunciare questa situazione di rischio. Umberto Parenti non venne mai meno a questo suo ruolo a difesa delle collezioni. Ricordo che durante il nostro ultimo incontro analizzammo, per l’ennesima volta, le varie possibili azioni da intraprendere in tal senso nell’estate successiva. La morte lo colse quindi, il 20 giugno 2015, pienamente attivo in questo suo ruolo di difesa. La sua vasta collezione di microlepidotteri, preparati con estrema cura, è oggi conservata presso il Museo della Città di Ginevra. on ly 2000 andò esaurita in breve tempo; ristampata nel 2002 risulta esaurita ormai da molti anni e meriterebbe certamente un’altra ristampa. Come riconoscimento per l’opera meritoria di salvaguardia delle collezioni Umberto Parenti venne nominato, nel 2003, Conservatore Onorario del Museo Regionale di Scienze naturali per l’Entomologia. Il suo sogno era quello, una volta raggiunta la quiescenza, di poter restare al fianco di quelle collezioni per la cui salvaguardia aveva così tanto operato. non fu così. Sopraggiunsero invece le amarezze legate alla progressiva perdita di identità del Museo Regionale e alla sua deriva culturale e curatoriale. Le collezioni, da lui tanto amate, stavano tornando inesorabilmente e velocemente in un uno stato di progressivo abbandono, prive di personale us e ELEnCO DELLE PUBBLICAzIOnI DI U. PAREnTI N on -c om m er ci al PAREnTI U., 1960. Citotassonomia del genera Ophryotrocha (Annelida, Polychaete). Recondiconti dell’Accademia nazionale dei Lincei, Roma, 3: 386-389. PAREnTI U., 1960. Self-fertilization in Ophryotrocha labronica. Experientia 16: 413-416. PAREnTI U., 1961. 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