Campi della legalità 2015

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Campi della legalità 2015
Campi della legalità 2015
Mesagne (BR) 29 giugno- 5 luglio
Anche quest’anno sono ad un campo! È il quarto per me, due qui in Puglia e due in Calabria.
Sono sempre esperienze bellissime, emozionanti e arricchenti, sarà certo così anche questa volta. Ritorno a Mesagne, dove ho fatto il
mio primo campo, ma le due situazioni si presentano con molte differenze.
Allora alloggiavamo nella villa di Torchiarolo, bellissima ma in pessime condizioni, isolata da muri di cinta e da vigneti Oggi saremo
in
una scuola di Mesagne, nel centro di questa città che ricordo ricca di bei monumenti, il castello, le chiese barocche<
Quattro anni fa eravamo in cinque pensionati CGIL di Rimini: io non conoscevo nessuno neanche allora ed eravamo tutti alla prima
esperienza ; abbiamo dovuto tirar fuori molto ‚spirito di adattamento‛, ma siamo tornati molto soddisfatti. Questa volta di Rimini
siamo solo due, io Irene, e Gabriella; saranno con noi due ‚colleghi‛ di Reggio Emilia che
abbiamo conosciuto in un incontro preparatorio a Bologna; troveremo anche due compagne
provenienti dalla Sicilia; mi incuriosisce molto questa nuova ‚combinazione‛: le esperienze
passate mi hanno permesso di incontrare altri compagni SPI CGIL delle regioni del Sud da cui
ho imparato nuove ricette che ho sperimentato anche a casa!
I ragazzi saranno pochi, questo mi dispiace un po’, ma anche loro provengono da tutta l’Italia,
mentre nell’esperienza precedente erano in prevalenza Emiliani, e questo anche mi interessa
molto.
Dovremo anche questa volta cucinare i ‚brutti ma buoni‛ e questo richiederà molta
creatività, soprattutto in una situazione che, oltre alle ormai solite diete vegetariane o legate
ad intolleranze, fa prevedere anche diversità di gusti ed abitudini.
Io terrò il mio solito diario, mi piace riportare a casa, oltre alle emozioni che sono personali,
anche nuove conoscenze, che spero di poter utilizzare negli incontri con gli studenti delle
scuole riminesi a cui mi dedico durante l’anno.
1. Il nostro alloggio:
LA SCUOLA DELL’INFANZIA
“JOAN MIRÒ”
di Mesagne
2. LA
COOPERATIVA
TERRE
DI
PUGLIA-
LIBERA TERRA
È la cooperativa sociale fondata nel gennaio 2008 da giovani pugliesi per il riutilizzo dei
beni confiscati alla Sacra Corona Unita. Nasce dal progetto Libera Terra che
l’associazione Libera promuove nel Mezzogiorno d’Italia, là dove esistono beni confiscati
secondo la legge n. 109/96 da recuperare e rendere strumento di cambiamento sociale e
TERRE DI PUGLIA – LIBERA
TERRA
Società Cooperativa Sociale
Vico dei Cantelmo, 1 – 72023
Mesagne (BR)
P. Iva 02197060748 – REA n° BR
127836
tel. 0831.775981
[email protected]
promozione di legalità nei territori infiltrati dalle mafie. A seguito delle esperienze siciliane e
calabresi, il progetto Terre di Puglia – Libera Terra prevede inizialmente l’uso dei beni
confiscati alle mafie nella provincia di Brindisi, nei comuni di Mesagne, Torchiarolo e San
Pietro Vernotico. Si tratta di circa venti ettari di terreno coltivati a grano biologico – grazie al
quale già nel 2007 sono stati prodotti i primi tarallini pugliesi con marchio Libera Terra, diffusi
presso gli ipermercati Coop – e di circa trenta ettari di vigneto tipico, in via di recupero dopo
anni di abbandono anche grazie al lavoro di
agronomi del circuito Slow Food.I soci della
cooperativa sono stati individuati per mezzo
di un bando pubblico esteso a tutto il territorio nazionale; sono 8 e hanno partecipato
al periodo di formazione e stage finalizzato all’acquisizione di conoscenze e
competenze da spendere all’interno della nuova cooperativa.Partner del progetto,
oltre ai Comuni interessati dai beni confiscati, la Prefettura di Brindisi e Libera, sono
la Provincia di Brindisi ed Italia Lavoro Spa con le risorse del Programma Pari. Al
percorso partecipa l’agenzia nazionale Cooperare con Libera Terra. Fondamentale il
sostegno politico ed economico della Regione Puglia che scommette su questa
esperienza a vantaggio di tutto il territorio.
3. IL LAVORO IN COOPERATIVA
Alla Masseria Canali: lavoro nei campi di pomodori
Lavori di manutenzione della Masseria
Canali
Alla villa del boss Cosimo Antonio Screti , cassiere della SCU, a Torchiarolo
Lavori di manutenzione in vista dell’inaugurazione delle Cantine
Alla fine degli anni ’70 la penisola salentina fu teatro dello
sviluppo di una feroce e cruenta organizzazione criminale, che
intendeva mutuare la struttura e gli atteggiamenti tipici di
Cosa Nostra siciliana. La quarta mafia, la Sacra corona
unita, in pochi anni si insinuò nelle pieghe della società
pugliese, minandone la serenità, il vivere civile ed
inquinandone profondamente il tessuto economico. Specie nel
brindisino e nel leccese si costituirono i gruppi più violenti,
capaci di mettersi alla testa dell’intera consorteria criminale
sino alla fine del secolo scorso. Furono anni duri per l’intera
popolazione locale, una scia di sangue che sembrava non
dovesse avere fine. L’azione repressiva delle forze
dell’ordine e della magistratura decapitò tuttavia i vertici
dell’organizzazione, in realtà assai fluida nella struttura e
debole nel raccogliere il consenso dei cittadini. Oggi la Sacra
Corona Unita sembra domata, ma in realtà non dorme. I
clan non sparano più, ma continuano a gestire i traffici illeciti,
lavorando spesso da intermediari al servizio di altre mafie nei
rapporti
con
le
organizzazioni
criminali
d’oltre
Adriatico. Restano insomma gli affari criminali che
determinano un grave pericolo per la democrazia.
In cucina con i Brutti ma buoni!
Con il progetto Brutti ma buoni, nato nel 2003 in seguito a una
sperimentazione realizzata con l'associazione Last minute
market e la Facoltà di Agraria dell'Università di Bologna, Coop
Adriatica ha strutturato all'interno di alcuni punti vendita un
protocollo per l'attività di recupero dei prodotti alimentari
invenduti, così da poterli donare - nel massimo rispetto delle
normative igienico-sanitarie e fiscali - a organizzazioni che si
occupano di persone in difficoltà, di problemi sociali o in alcuni
casi di animali.
L'attività produce anche un notevole beneficio ambientale,
incidendo in modo apprezzabile sulla produzione di rifiuti e
riducendo le emissioni in aria provocate dalla combustione dei
rifiuti o dai mezzi di trasporto, nel caso in cui i prodotti
tornassero al produttore o andassero in discarica.
4. Tutti a tavola!
4. TUTTI A TAVOLA!
Alla scuola<
Buon Compleanno, Daniela!
Cena tipica pugliese: purè di fave con cicoria
e friarielli
. Focaccia. Melone
Grazie, Natalina!
Un classico tra i classici, che affonda le sue radici nella tradizione
contadina pugliese e che le nuove generazioni non sempre conoscono. Un
ottimo primo che si trasforma in piatto unico se accompagnato da tanto
pane croccante, magari caldo e insaporito con uno spicchio d'aglio. A
completare una semplice insalata.
(per 4 persone)
500 grammi di fave secche sgusciate
Lasciare in ammollo le fave in acqua fredda per una notte. L'indomani scolarle,
1 patata
sciacquarle e porle in una pentola dai bordi alti, insieme alla patata a tocchetti,
1 chilo di cicoria
ricoprendole di acqua. Salare e lasciar bollire dolcemente, fino a che non si sarà
1 spicchio d'aglio
creato una sorta di purè (ci vorrà circa mezz'ora). Se invece si preferisce una crema
olio extra vergine di oliva
più morbida, basta aggiungere un po' di acqua calda e mescolare. Aggiustare di
peperoncino a piacere
sale, pepare e completare con un giro d'olio. Nel frattempo lavare, mondare e
sale e pepe qb
lessare la cicoria in acqua bollente salata. Se si tratta di foglie giovani si possono
fette di pane casereccio per accompagnare
lasciare intere, in caso di cespi più grandi meglio tagliuzzare le foglie
grossolanamente. Scolare bene la cicoria e ripassarla per qualche minuto in
padella con un cucchiaio d'olio e l'aglio. Servire mettendo nel piatto il purè di fave
con sopra la cicoria, cospargendo di peperoncino - se piace - e completando con
dell'altro olio. Accompagnare con pane casereccio.
e
pranzo
siciliano
preparato
da
Nella
e
Sara:
penne
con
le
melanzane
e
caponata
Caponata siciliana
Tagliate le melanzane a dadi e distribuiteci sopra il sale per
eliminare l'acqua di vegetazione amara. Friggere le melanzane e
nel frattempo tagliate la cipolla e fartela rosolare in un tegame.
Tagliate il sedano, snocciolate le olive e metteteli in una
casseruola
con
acqua
bollente,
insieme
ai
capperi.
Lasciate cuocere fino a che il sedano risulta quasi cotto, scolate e
sciacquate con acqua fresca.
Versate il tutto in una casseruola, aggiungete la salsa, lo
zucchero, l'aceto, il cacao e mescolate costantemente.
Dopo circa dieci minuti, togliete la salsa dal fuoco e salate le
melanzane. Mettetele su un piatto di portata e versatevi sopra il
resto della salsa. Spolverate con un ciuffetto di basilico tritato.
Servitela fredda.
3 melanzane, 200 gr di olive
verdi, 100 gr. di capperini di
Pantelleria, 100 gr di sedano, 3
cipolle, 150 gr. di concentrato di
pomodoro;100 gr. di zucchero; 1
bicchiere di aceto bianco,3 gr.di
cacao,amaro,
1l
di
olio
extravergine,1 ciuffo di basilico
fresco.
Ma anche…
Pic-nic al mare, alla spiaggia della Riserva naturale di Torre Guaceto
E cena al Ristorante Ex Fadda
e
Ostuni
ni
5. IL TERRITORIO
Mesagne
È
un comune
italiano della provincia
di
Brindisi in Puglia. È situata lungo la via Appia
Antica, 10 km a ovest del capoluogo provinciale.
Fa parte dell'Associazione Rete Italiana Città
Sane - OMS ed è, con le sue 22 frazioni, fra le
città più popolose ed estese del Salento.
È la città d'arte che meglio rappresenta
il barocco pugliese insieme ad Ostuni in tutta la
provincia con numerosi esempi su edifici privati
e religiosi. Molto caratteristico è il centro storico,
con viuzze strette e con la sua forma unica di
cuore.
Il Castello: presumibilmente esisteva già in
periodo bizantino (XI secolo), ma la costruzione
di un Castrum Medianum è attestata solo
nel 1062. Nel XVI secolo la parte più antica del
castello, pericolante, venne abbattuta e sostituita
dal torrione ancora esistente, dotato di un ponte
levatoio. Al suo interno è allestito il Museo
archeologico Ugo Granafei.
LA RISERVA NATURALE DI TORRE GUACETO
La Riserva
naturale
statale
Torre
Guaceto è
situata
sulla costa
adriatica dell'alto Salento, a pochi chilometri da Brindisi. Le prime azioni a
tutela di Torre Guaceto risalgono al 1970, ma solo nel 1991 l’istituzione di una
riserva marina a Torre Guaceto diventa realtà con un decreto del Ministero
della Marina . Il Ministero dell’Ambiente nel 2000 istituisce poi la riserva
naturale dello Stato di Torre Guaceto. Il Consorzio di Gestione è costituito dai Comuni di Brindisi e Carovigno e dall’Associazione
Italiana per il WWF for Nature Onlus: dall'atto della sua costituzione gli è attribuita anche la gestione della riserva naturale marina.
Torre Guaceto si estende per circa 1.200 ha, presentando un fronte marino che si sviluppa per 8.000 m₂ L’area è attraversata e divisa
dalla strada statale 379.
I sistemi che si sviluppano a monte e a valle della strada statale sono
profondamente diversi. A monte permane un sistema agricolo tipico della
zona: grandi oliveti secolari attentamente mantenuti, divisione degli
appezzamenti e limitazione delle strade realizzate con muretti a secco di
pietra locale ed ancora negli oliveti, terreni rossi, non coperti da
vegetazione e non interessate da altre culture. Nell’area posta a valle della
superstrada i terreni hanno una connotazione più naturale. Qui sono
riconoscibili due tratti principali. In primo luogo, nella parte prossima al mare e per circa
metà della lunghezza della costa protetta della riserva vi è un apparato dunale imponente,
concluso verso terra da una fitta macchia mediterranea. Una significativa varietà di ambiti
diversificati si succedono in questo tratto costiero per alcune centinaia di metri verso
l’entroterra. Al suo interno vi sono piccole zone umide che si formano durante e dopo le
piogge e che scompaiono nei periodi più caldi, ed alcune risorgive di acqua dolce anche
esse stagionali.
La successione spaziale spiaggia, duna, macchia mediterranea si conclude con aree
agricole (prevalentemente orticole) ed alcuni rimboschimenti di non grande
qualità.
Il secondo tratto costiero, che si sviluppa verso sud, si caratterizza come una costa
bassa e rocciosa, con piccole
spiaggette ed una vegetazione
che si spinge fin sulla linea di
costa.
Successivamente la crescita dei canneti ha chiuso parzialmente le superfici libere
delle acque. Il sistema che n’è scaturito riviste un grande interesse da punto di vista
ambientale, essendo luogo di passo di numerose specie di avifauna e, inoltre,
essendo caratterizzato dalla presenza costante di uccelli, anfibi ed insetti connessi ai
sistemi umidi.
OSTUNI
Ostuni
è un comune
nella provincia di
Brindisi in Puglia, il suo territorio è parte
integrante della Murgia meridionale, al confine
con il Salento. Dal secondo dopoguerra , accanto
allo sviluppo dell'agricoltura e dell'industria di
trasformazione
ad
essa
correlata
(olio
di
oliva, mandorle,vino), la città è diventata una
rinomata meta turistica, riuscendo a valorizzare i
suoi beni culturali, storici e architettonici. È detta
anche Città Bianca
perché la caratteristica più
peculiare del centro storico è
l'imbiancatura
a calce delle case fino ai tetti. L'uso, attestato sin
dal Medioevo, deriva, oltre che dalla facile
reperibilità della calce come materia prima, dalla
necessità di assicurare alle viuzze e agli ambienti
ristretti di impianto medievale una maggiore
luminosità, data dalla luce sia diretta che riflessa.
Questo costume ha rivestito anche un ruolo
importante storicamente nel XVII secolo, quando
l'imbiancatura a calce fu l'unico modo per evitare
che la peste dilagasse nella cittadina ed il
contagio
aumentasse
distruzione.
sino
a
portarne
la
Colonna di Sant'Oronzo
6.LA FORMAZIONE
La nostra terra è la vostra terra
29 giugno , Incontro di presentazione
I campisti non sono ancora arrivati tutti, al momento ci sono Tommaso e Francesca da
Firenze; Maddalena da Torino; Daniela, da Molfetta, Matteo, da Milano;Gabriella, da
Napoli; Francesco, da Barletta; dopo qualche giorno,perché impegnato in un esame, ci
raggiungerà Michele, dalla provincia di Bari. Poi ci siamo noi dello SPI- CGIL: Nella e
Sara dalla provincia di Ragusa; Laura e Antonio, da Reggio Emilia; Lella e Irene da
Rimini. Il nostro coordinatore è Lorenzo, di Brindisi che ha studiato per dieci anni a
Bologna. È un gruppo piccolo, paragonato alle esperienze precedenti, ma interessante per le
molte diversità: di età, di generazioni, di genere, di provenienza. Colpisce il numero relativamente
alto di ragazzi che provengono dalla Puglia, è la prima volta che mi capita, di solito ci siamo
meravigliati della scarsa partecipazione dei giovani locali. Ci accolgono in tanti. Diversi soci e
collaboratori della Cooperativa: Fabio, Ivano, Francesco , Gigi; tutti sottolineano l’importanza
dell’esperienza dei campi, che genera cambiamento, nei partecipanti come nel territorio. Illustrano,
poi, la giornata-tipo. Per Libera-Puglia saluta Alessandro, responsabile regionale dei campi.
Salutano, per lo SPI-CGIL: Roberto, dall’Emilia-Romagna; Cosimo, segretario provinciale SPI di
Brindisi; Mario, Antonio, Natalina, da SPI Mesagne; Lucia e Adolfo, dell’AUSER provinciale;
Michele, della segreteria provinciale CGIL.
La maggioranza dei campisti è alla prima esperienza, e manifestano tutti molto interesse, chi per ‚toccare con mano‛ situazioni di cui
ha conoscenza attraverso i media, chi perché
desidera conoscere il mondo del volontariato
Anche per essere utile nella propria terra.
L’esperienza dei campi è un atto
politico, una gemma nello stato
depressivo della scarsa partecipazione
30 giugno, alla Masseria Canali
Incontro con il Procuratore della Repubblica di Brindisi
Dott. Marco Dinapoli
Con parole appassionate e appassionanti, il magistrato ha raccontato la sua esperienza alla procura
di Brindisi, la sua lotta contro la malavita ma anche contro la complicità di una cultura dell’illegalità
radicata in tutti gli strati sociali in un territorio che da molto tempo trovava nel contrabbando delle
sigarette un business vantaggioso per tutti. ‚ Il fiume di sigarette ha profondamente inquinato il tessuto
sociale brindisino…le famiglie benestanti investivano sulle puntate, cioè sui carichi… i contrabbandieri erano
organizzati in squadre, motoristi o scaricatori, in genere studenti, poi c’erano le colonne contrabbandiere che trasferivano il carico via terra… si era persa la
consapevolezza che si trattasse di un reato. Ha sottolineato, quindi, la solitudine nella quale ha operato, all’interno delle Istituzioni come nella società
civile ‚ È stato un errore strategico gravissimo questa sottovalutazione…quando ho cominciato a contrastarla non ho trovato nessuna collaborazione la gente
doveva pur vivere. Dopo le sigarette, sono arrivate la droga e la prostituzione” . Ha ricordato commosso le vittime di questa lotta, che molti giudicano
ormai archiviata ma che, a suo giudizio, ha solo cambiato metodi e interessi, limitando le azioni violente a favore della corruzione, molto penetrata
anche nel mondo della politica. ‚ Il vero problema è che non si vuole fare… non è vero che da una parte ci sono solo le persone perbene e dall’altra tutti i
cattivi…ma la politica parla solo il linguaggio della convenienza< in Italia solo le morti emozionano l’opinione pubblica…non c’è strategia nella lotta alla
malavita…la SCU è una mafia giovane, si poteva intervenire subito per contrastarla, ma non ce ne è stata lo volontà, si diceva che trattare con la mafia
conveniva per mettere fine alle stragi…si preferiva minimizzare per tutelare l’onorabilità del territorio”.
Sollecitato anche dalle domande dei
presenti, ha ricordato come la Sacra Corona Unita (SCU) sia nata nel 1983 proprio ad opera di un mesagnese, Giuseppe Roccoli . Nel 1978
incontra, in carcere, un boss della ‘ndrangheta con cui si allea per contrastare la penetrazione
in Puglia della Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo che stava prendendo piede nel
foggiano. La quarta mafia, come viene chiamata la SCU, è organizzata sul modello delle
‘ndrine, ma non riesce a creare legami altrettanto forti, tanto è vero che il maggior numero di
pentiti proviene proprio dalla Sacra Corona Unita: sacra perché ogni membro riceve un
battesimo; corona perché gli appartenenti
sono come i grani di un rosario; unita
La mafia è nemica del bene comune
per indicare la coesione degli aderenti.
È un nemico con cui non si tratta
.
1 Luglio, mattina alla villa di Torchiarolo- San Pietro in Vernotico
Incontro con alcuni soci della Cooperativa, Fabio e Vincenzo
Fabio ci informa che la Cooperativa ha in affidamento due beni, uno a Mesagne, la
masseria Canali che abbiamo già visitato, e la tenuta di Torchiarolo. La prima era di
proprietà di Carlo Cantone, che vi ha risieduto, agli arresti domiciliari, fino al 2010. La
seconda apparteneva a Cosimo Antonio Screti, definito dagli inquirenti il cassiere della
SCU; oggi è libero dopo aver scontato sei anni di carcere.
Don Tonino, ufficialmente produttore di vino
risultato poi sofisticato, era il signore del posto,
riceveva i potenti: politici e religiosi ( nel giardino della villa c’è una
cappella nella quale ha officiato anche il vescovo), ma anche la gente
comune per cercare lavoro ma anche per risolvere controversie
familiari. Quando la tenuta è stata confiscata, villa e coltivazioni sono
state devastate,
mentre
incendi
e
intimidazioni
hanno cercato di
impedirne
la
Cooperativa non
mancanza di fondi, al ripristino della villa, mentre ha
nuova cantina, la cui apertura ufficiale avverrà il 13
È per i soci, la realizzazione di un sogno!
assegnazione.
La
ha ancora provveduto, per
recuperato buona parte dei vigneti e attivato
luglio prossimo.
una
1 Luglio, pomeriggio, alla Masseria Canali: La risposta
democratica , popolare, intergenerazionale del territorio
Incontro con rappresentanti dell’A.N.P.I e dell’Unione degli
Studenti
Dal comunicato ufficiale dell’A.N.P.I. di Brindisi :
Il primo luglio scorso l’ANPI di Brindisi, ha tenuto un
incontro a Masseria Canali… La lotta alla mafia ha in sé
anche quello che fu il senso della lotta dei partigiani nella
Resistenza. Nel corso dell’incontro con il presidente Donato
Peccerillo si è discusso della Resistenza, dei suoi valori alla
base della Costituzione, tra i quali il diritto a una vita sociale
ed economica libera da ogni condizionamento illegittimo ed
illegale, e del coinvolgimento spesso dimenticato dei
partigiani brindisini e dell’intero Sud nella guerra di
Liberazione. E la lotta contro la mafia e per la Liberazione è
stato il tema discusso con i volontari…di tutte le età,
provenienti dalla Sicilia, da Rimini, Reggio Emilia, Puglia,
Firenze …
I temi messi in
campo
sono
stati
molti,
accomunati dal
rilievo
dato
alla
partecipazione
di
tutti, Dalla pagina Facebook dell’Unione degli Studenti di
Brindisi:
studenti
e
anziani
Oggi ci troviamo con Libera, l'Anpi e la CGIL presso
nell’impegno a Masseria Canali, bene confiscato alla Mafia presso
Mesagne, per parlare della Mafia nel passato e nel presente.
combattere
indifferenza,
egoismo, qualunquismo per contribuire ad uscire dalla ‚crisi‛ attuale, che non è solo crisi economica, ma anche valoriale. I volontari
dell’A.N.P.I hanno sottolineato l’opera di ricostruzione storica in cui sono impegnati per ‚raccontare la Resistenza al Sud‛ ignorata
per molti motivi: la minore durata dell’occupazione nazista in queste Regioni, un certo razzismo nei confronti del Sud ritenuto
tendenzialmente favorevole al fascismo e ossequiente nei confronti delle mafie; certamente ancora oggi una parte dell’ opinione
pubblica ricorda il fascismo come in grado di mantenere l’ordine pubblico ma molti sono stati i combattenti per la liberazione, prima
nei loro territori e poi anche nelle regioni del nord. ‚ La responsabilità maggiore del Meridione è stata quella di non richiedere con chiarezza la
riforma agraria che anche nel ’50 non è tata fatta in maniera democratica‛. Fare chiarezza sul passato è il punto di partenza per le lotte di
oggi, per questo è importante il dialogo con gli studenti. Questi sono impegnati nella lotta per una società autenticamente
democratica, quindi libera dalla mafia, con una scuola davvero per tutti, aperta ai migranti e rispettosa delle diversità.
2 luglio, pomeriggio San Vito dei Normanni : la risposta delle Istituzioni
Visita a EX FADDA: l’ Officina del Sapere
Ci riceve Martina, che ci guida per tutto il percorso. Ex Fadda è il nome di questo stabile che
ha una superficie di circa 4 000 m²: era un’azienda enologica di proprietà della famiglia
Fadda che ha venduto lo stabile al Comune di San Vito il quale lo ha lasciato inutilizzato
per molti anni. Nel 2010 il Comune
partecipa al programma regionale Bollenti
Spiriti 1 col progetto Laboratori urbani e
riceve finanziamenti per la ristrutturazione
dell’area. Vengono aperti un bar, una scuola
dell’infanzia,
si
tengono
molte
manifestazioni,
ma
la
struttura
è
decisamente sotto utilizzata, lo spazio si
presenta ‚essenziale e anonimo‛
ExFadda è un
progetto promosso
dal Comune di San
Vito dei Normanni e
dalla Regione Puglia
nell'ambito del
programma per le
politiche giovanili
Bollenti Spiriti.
ExFadda è gestito da
una cordata di realtà
locali composta da
Sandei s.r.l,
Magazzini Teatrali
Dardagnam,
Associazione Un
Futuro a Sud,
Associazione Bendicò
e le Stelle,
Associazione Epifani
Barbers
Nel 2012, dopo incontri con sociologo della
Regione, esponente della ‚sociologia dal
basso‛ si procede ad una riorganizzazione
dello spazio con l’aiuto di un collettivo di
architetti milanesi e ad un ‚arredamento‛
frutto di recupero di materiali. Ci si avvale
della collaborazione delle persone già
impegnate, ma ci si apre all’apporto di tutta la comunità cittadina. L’obiettivo è quello di
‚restituire il bene alla comunità‛, senza obiettivi preventivamente ‚dedicati‛ . Le relazioni
sono basate sulla fiducia: non ci sono ‚guardiani‛, ognuno deve sentirsi a casa propria,
moltissime persone hanno le chiavi; non c’è un ‚tariffario‛ chi utilizza gli spazi lascia ciò che vuole: alcuni versano una parte di
quanto ricavano, altri restituiscono ‚ in servizi‛, ad esempio di pulizia. Periodicamente si svolge un’assemblea. Il Project Manager è
Roberto Covolo .
C’è
un
centro
falegnameria,
fotografico,
ludico
una
una
per
scuola
la
di
libreria,
prima
musica,
un
bar,
infanzia,
un
una
una
collettivo
radio.
C’è
XLive, lo spazio all’aperto che i ragazzi affittano per
i concerti e le feste.
C’è Vito Valente, con la stessa determinazione degli
inizi, quando con gli amici della sua società decise di
partecipare al bando; c’è Roberto Covolo detto Rambi,
il
project
manager,
una
laurea
in
Sociologia
e
la
convinzione che “fare le cose con gli altri non solo è
più bello, ma più utile”. C’è una comunità organizzata
che
ha
cancellato
la
parola assistenzialismo,
e
ha
fatto dell’aggregazione un’opportunità professionale ed
economica.
Soprattutto
0 fresco
ragazzi
c’è XFood,
di
inaugurazione,
disabili
gestione
ristorante
in
che
sala,
dell’orto
in
sociale
impiega
cucina
biologico.
a
km
sedici
e
nella
Sono
stati
selezionati con avviso pubblico, formati e avviati
attraverso il programma regionale di job coaching
destinato alle persone svantaggiate.
Altri 26 stanno per essere selezionati, l’obiettivo
è di stabilizzare almeno il 30 per cento. Le cucine
sono state acquistate con il contributo de Il Mio
Dono, la fondazione Unicredit per il no profit;
attraverso la vendita di abbonamenti per il pranzo
o
per
la
affrontare
cena,
invece,
le
spese
ristrutturazione. Qualcosa
i
ragazzi
per
di
slogan di XFood. Diverso sì.
hanno potuto
l’arredo
diverso,
e
recita
la
lo
3-4 Luglio, pomeriggio alla Masseria Casali
LIBERA 2 e la promozione dell’impegno
Su richiesta dei campisti, gli ultimi due incontri hanno permesso il confronto con la rete di Libera sul territorio e hanno consentito di
conoscere meglio la sua struttura anche a livello nazionale. Il primo incontro ha visto come protagonisti studenti e volontari di varie
associazioni di Ceglie Messapica, una cittadina della provincia di Brindisi che vanta il riconoscimento di città d'arte e terra di
gastronomia. Tra le più antiche della regione e fu fondata attorno
al XV secolo a.C. Il territorio si caratterizza per i trulli, le masserie,
gli oliveti secolari e le grotte carsiche; ed è molto apprezzato dai
turisti. Non fa pensare alla malavita, anche se i locali sanno che ci
sono almeno 7 beni confiscati. Sono attive varie associazioni di
volontariato, con vocazioni diverse, e da circa 2 anni in 15 si sono messe
in rete dando vita ad un presidio di Libera. Ciascuna Associazione si
occupa di temi specifici, ma attraverso il presidio sostengono lotte
comuni, organizzano percorsi di educazione alla legalità nelle scuole,
diffondono le campagne di Libera. Uno degli impegni più condivisi
riguarda la difesa del territorio, che è la principale risorsa del luogo,
anche allo scopo di limitare la migrazione dei giovani. È stata richiesta
l’adesione della Amministrazione alla carta di Pisa3, sono stati creati
spazi di socializzazione (
biblioteca,
teatro,
cinema,<) in cui un
gruppo
di
studenti
autogestito organizza cineforum, dibattiti su letture
condivise,
incontri
con
docenti
considerati
esperti<Lavorando con la scuola sono riusciti,in vista
dell’EXPO, ad ottenere la certificazione Slot-food per il
Biscotto di Ceglie, preparato secondo un’antica ricetta
popolare.
Gabriella ha poi spiegato, rispondendo ad una domanda, che un Presidio di Libera non è un’Associazione, ma una rete e richiede, per la
sua costituzione, almeno tre soggetti, che possono essere Associazioni, scuole, Parrocchie< Ciascuno mantiene la propria autonomia,
si condividono temi ed esigenze. Il presidio si mette in rete con l’organizzazione provinciale, si dà uno Statuto 4 che è estrapolato dallo
Statuto nazionale, senza sopprimere lo statuto proprio di ogni aderente.
Il giorno successivo, sempre alla Masseria Canali, incontro con esponenti dell’Ufficio Regionale di Libera : Alessandro Cobianchi
referente regionale, Giovanna della segreteria, Angelo responsabile dei presidi e
Gloria,
responsabile
della formazione.
Molti campisti sono
interessati all’impegno
di Libera, desiderano
conoscere
l’organizzazione e come
contattarla nei loro
territori. Viene quindi
spiegato che si
Tratta
di
un'Associazione
a
‚struttura piramidale‛,
in cui base e vertice
sono
entrambi
fondamentali. Al vertice c’è la Segreteria Nazionale, che elabora le linee-guida grazie alle informazioni che arrivano dai territori, dove
operano Coordinamenti regionali, provinciali e presidi presenti nelle città. I principi ispiratori sono: l’etica della bellezza e la difesa
del bene comune, il ‚vangelo‛ è la
Costituzione della Repubblica. Chiunque lo
desideri può cercare i presidi operanti nel
proprio territorio.
L’etica libera la bellezza
La lettura del fenomeno mafioso in Puglia è difficile, perché la malavita è divisa in
molte organizzazioni: oltre alla Sacra Corona Unita, presente soprattutto nel Salento
e a Taranto, operano la mafia foggiana, quella del Gargano, quella barese molto
simile alla camorra.
La magistratura ha difficoltà a riconoscere ‚reati di mafia‛, perché il territorio non è
‚intrinsecamente mafioso‛ sono presenti ‚anticorpi‛e questo ha portato anche alla
sottovalutazione del fenomeno, così come è avvenuto in molte zone del nord d’Italia.
Malgrado ci siano state molte vittime di mafia, queste non sono mai state ‚eccellenti‛
e questo ha fatto sì che i Pugliesi si siano distratti per troppi anni, anche se sono nate sul territorio molte associazioni e iniziative di
contrasto.
Libera si propone non di ‚fagocitare‛ ma di organizzare in rete le tante realtà, per consentire loro di essere più visibili e più efficaci. Sostiene
progetti nelle scuole per diffondere la conoscenza della Costituzione, sollecita le Amministrazioni anche attraverso il progetto‚SOS Giustizia‛,
nato nel 2010; è un Servizio di ascolto e di assistenza alle vittime della criminalità organizzata", finanziato dal Ministero del Lavoro della Salute e
delle Politiche Sociali (legge 383/2000 ), che ha permesso l'attivazione in alcune regioni di vari sportelli di ascolto finalizzati ad accogliere, orientare
e offrire consulenza a quanti faranno richiesta in particolari ambiti di disagio quali usura, estorsioni., corruzione.
Libera ha rapporti con le Forze dell’ordine, con le Istituzioni, con le Amministrazioni, con i soggetti economici.
Tenere insieme soggetti
differenti per salvaguardare il
bene comune
7. CONCLUSIONI
5 luglio, ultimo giorno
Non c’è stato un vero e proprio ‚incontro di verifica‛, i ragazzi hanno compilato un questionario preimpostato.
Però, forse anche perché il gruppo non era molto numeroso, le occasioni di scambio sono state frequenti: è piaciuto a tutti il clima
collaborativo, a dispetto delle tante differenze, già sottolineate.
Ha colpito noi, più ‚grandi‛ , l’entusiasmo ma anche il desiderio di conoscere di più per impegnarsi di più dei ‚ragazzi‛ e,
naturalmente, hanno fatto piacere anche gli apprezzamenti per la cucina.
Molto interessante è stato anche vedere la presenza di molti giovani provenienti dal territorio pugliese: spesso, negli anni precedenti, è
stata sottolineata l’invisibilità delle persone del luogo, ad esclusione di quelle impegnate nelle Associazioni.
Per tutti, riassume Laura:
II campo di Mesagne
Noi possiamo! Potrebbe essere questo, parafrasando Obama,
il motto di queste oasi di legalità nel mare dell' indecenza. Un
mare diventato oceano che tutto sommergerà' con le sue
onde. Ma qui a Mesagne, sotto il sole che si erge alto nel cielo,
il motto diventa "noi potremo". Un noi fatto di persone di
tutte le età e credo, sesso e suoi vari orientamenti. Ma
sopratutto i giovani, che alla spicciolata ma sempre più'
numerosi si apprestano a trascorrere insieme una settimana o più nel caldo e nella scomodità della camerata con bagno in comune, che
dopo il primo momento di smarrimento diventa fonte di Ilarità e confidenza. Non è una sistemazione 5 stelle ma nessun hotel
potrebbe regalare momenti di unione e solidarietà paragonabili ai nostri... Quando mi hann o chiesto con chi sarei andata nella
"masseria canali" di Mesagne, nel senso di quale organizzazione può sobbarcarsi questo impegno, alla mia risposta "SPI-CGIL" ecco
che venivo bollata come l'anziana ideologizzata. E perché no? La caduta delle ideologie ha provocato l'egoismo e l'arraffismo più
sfrenato, se noi, o soltanto alcuni di noi, i più anziani, i pensionati, coloro che momenti bui ne hanno passati, riescono a trasportare
ancora sulle loro spalle gli ideali di giustizia, qui e ora tutta terrena, facendosi aiutare da giovani di tutte le latitudini d'Italia, perché ci
credono, hanno l' obbligo e il dovere di crederci, per loro e per un domani per i loro figli e nipoti. Nonostante il lavoro dei campi non
sia leggero questi ragazzi non se ne curano e faticano senza lamentarsi, portano vita, rumore e sorrisi gioiosi in questa terra
conquistata da sempre dalle mafie, che ha i colori di questa terra faticosa, rossa la terra che si sbriciola, azzurro intenso del cielo
spazzato dalle nuvole mai cariche, il verde lucido dei fichi e delle palme. Il sole è alto ma la brezza costante tutto il giorno, rende il
lavoro per tutti sopportabile. Tutto qui è a misura di persona. Ciò che è stato tolto a chi molto ha tolto, torna a nuova vita e più carica
di significato in queste case dove tutto è stato recuperato, dai muri ai mestieri che con passione uomini e donne tramandano ai giovani
di questi luoghi, dai campi che donano tutto ciò di cui una comunità ha bisogno per il suo sostentamento, ogni oggetto e momento è
carico di vitalità e bellezza che questa porta con sé. E non c'è chi è sfortunato ed è partito con meno possibilità dei suoi compagni, qui
le opportunità e possibilità si riequilibrano e tornano ad operare in sintonia. Ma non ogni momento è lavoro o svago cameratesco, ci
sono anche i momenti in cui la riflessione si impone dura come la roccia. L'incontro col
magistrato Di Napoli dell'antimafia di Bari ha toccato tutti, lui stesso per primo. Dalle
indagini incrociate col Montenegro per aggredire il contrabbando della sacra corona
unita, che causa intrecci di politica corrotta e collusa ed una informazione asservita ai
potenti tanti lutti ha causato alle giovani forze dell'ordine e a persone innocenti. Il
pensiero e un ringraziamento anche se doloroso e stanco va a loro e a chi, come persone
qualunque, ancora investe tempo e spazio anche mentale per testimoniare che ancora si
può. Non poteva mancare l'incontro coi responsabili di "libera" e delle giovani
associazioni che ne fanno parte, che con notevole fatica, tra una burocrazia collusa e
inetta e tanta indifferenza, portano avanti l'idea che i beni dei mafiosi (a quando anche i beni
della mafia come stato?) possono redistribuire be ne e meglio ciò che hanno tolto. Ma non è
tutto "lavoro e impegno sociale" il tempo che trascorriamo qui. Anche l'aspetto ludicoculturale è cibo per menti sane. La gita a Torre Guaceto, una splendida oasi naturalistica
protetta sia di mare che di terra con la torre normanna a protezione dell'entroterra, dove
possono crescere centinaia di piante officinali ad uso gastronomico, e che contiene anche il
mare, cosa che ai ragazzi fa venire voglia di tuffarsi tra onde cristalline. M are, sole e tante
risate! Anche l'"ex Fadda" a san Vito dei normanni, immobile sottratto, utilizzato dai giovani
per attività ludiche e culturali per tutti, ha in sé anche un ristorante. Infine la splendida
Ostuni, la città bianca, che ci accoglie dalla collina proprio al tramonto, dove la luce della sera
fa risplendere di mille colori le bianche costruzioni di tufo. Non potevamo perdere la visita al
museo del paleolitico che ospita ceramiche e reperti che ben si addicono al luogo. La nostra
settimana è finita, ma durante il viaggio di ritorno si cementano ancora di più le amicizie che si sono costruite sul campo, tanto che ci
si può organizzare per rivederci. a presto!
Iemmi Laura
NOTE
1
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COS'E' BOLLENTI SPIRITI?
Benvenuta, benvenuto!
Questo è Bollenti Spiriti 2.0, il nuovo sito web del programma della Regione Puglia per la Politiche Giovanili. In questa pagina trovi alcune
informazioni di massima sul Programma Bollenti Spiriti. Se hai delle domande da farci e non trovi la risposta qui sotto, invia una mail ai nostri
recapiti di contatto. Ti risponderemo al più presto.
Cosa è Bollenti Spiriti?
Bollenti Spiriti è il programma della Regione Puglia per le Politiche Giovanili cioè un insieme di interventi e di azioni per consentire
ai giovani cittadini pugliesi di partecipare a tutti gli aspetti della vita della comunità.
Perché questo nome?
Perché l’idea di Bollenti Spiriti è considerare i giovani come una risorsa e non come uno dei problemi della Puglia. L’accento è sul
talento, l’energia e la voglia di partecipare. Sullo spirito, insomma.
Cosa vuol dire “programma”?
Vuol dire che le politiche regionali per i giovani non sono fatte di tanti singoli progetti, scollegati tra loro e di breve respiro, ma
costruiscono un disegno coerente per realizzare un grande obiettivo: fare delle giovani generazioni il vero motore della rinascita
sociale, economica e culturale della nostra terra.
Sì, ma in concreto, che c’è di nuovo?
Bollenti Spiriti è un dispositivo che produce attivazione dei giovani: non li ‚sistema‛ ma li incoraggia.
Perché considerare i giovani una risorsa non significa dimenticare i loro problemi, ma immaginare che i giovani stessi possano
contribuire a trovare le migliori soluzioni.
2. Libera: chi siamo
www.libera.it
"Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie" è nata il 25 marzo 1995 con l'intento di sollecitare la società civile nella lotta alle
mafie e promuovere legalità e giustizia. Attualmente Libera è un coordinamento di oltre 1500 associazioni, gruppi, scuole, realtà di
base, territorialmente impegnate per costruire sinergie politico-culturali e organizzative capaci di diffondere la cultura della legalità.
La legge sull'uso sociale dei beni confiscati alle mafie, l'educazione alla legalità democratica, l'impegno contro la corruzione, i campi di
formazione antimafia, i progetti sul lavoro e lo sviluppo, le attività antiusura, sono alcuni dei concreti impegni di Libera. Libera è
riconosciuta come associazione di promozione sociale dal Ministero della Solidarietà Sociale. Nel 2008 è stata inserita dall'Eurispes tra
le eccellenze italiane. Nel 2012 è stata inserita dalla rivista The Global Journal nella classifica delle cento migliori Ong del mondo: è
l'unica organizzazione italiana di "community empowerment" che figuri in questa lista, la prima dedicata all'universo del no-profit.
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La Carta di Pisa è un codice etico, destinato agli amministratori pubblici, contenente specifiche regole di condotta e di comportamento finalizzate
a rafforzare la trasparenza e la legalità nella pubblica amministrazione. Questo codice etico, promosso dall'associazione di Comuni "Avviso
Pubblico" a partire dal 2012, può essere sottoscritto volontariamente dagli eletti locali (Presidente regionale e provinciale, Sindaco, Assessori ecc.)
e configura come un importante strumento in grado di fornire precise indicazioni su una serie di questioni rilevanti quali la trasparenza di redditi,
patrimoni e finanziamenti politici, la totale pubblicità e pubblicazione degli Atti, il conflitto di interessi, il divieto di accettare regali e di cumulare
cariche, i criteri di nomina in enti e società pubbliche e i rapporti con l'autorità giudiziaria. Ma forse l’aspetto veramente rivoluzionario del codice
consiste nelle sanzioni applicate a chi non lo rispetta. Essendo rivolto ad amministratori politici, anche le sanzioni hanno natura politica. Vanno
dal richiamo formale, alla censura pubblica, fino alla revoca del mandato fiduciario – ossia l’obbligo di dimissioni.
www.avvisopubblico.it
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V. Statuto di Libera www.libera.it