Il solito buon esempio dagli animali

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Il solito buon esempio dagli animali
Il solito buon esempio dagli animali
Di: Franco Libero Manco
Gli animali tutti, sanno essere se stessi a meraviglia, in continuazione e in piena coerenza e,
sotto questo aspetto, come del resto in tanti altri modi, fungono da modello e da insegnamento
per l’uomo.
Il gatto esprime in continuazione la sua gatticità o la sua felinità, fatta di mosse agili e di
prudenza, di gioco e di astuzia, di attendismo e concentrazione, di pigrizia e rilassamento.
Il bovino trasuda la sua bovinità, fatta di bonarietà e saper vivere, di pazienza e generosità
smisurate, di rispetto proverbiale verso le altre creature, di saggezza e calma comportamentale,
di utilizzo intelligente e responsabile dei suoi potenti strumenti di difesa, di disponibilità ad
imparare e a concedersi alle richieste che gli vengono fatte e alle condizioni che gli vengono
imposte.
I bufali del Sud-Est Asiatico, dotati di corna appuntite e micidiali, capaci di tenere alla larga le
tigri più feroci, portano spesso allegramente in groppa due o tre ragazzini, e stanno attentissimi
a non muovere la testa per non ferire i bambini di quell’uomo che un giorno o l’altro sarà capace
di ricompensarli col macello.
Lo stesso elefante dimostra doti tipiche di elefanticità che nessun altro animale possiede.
Basta andare in Thailandia e osservare come gli elefanti lavorano nel trasporto del legname,
come giocano al pallone, come se la godono nei giochi con l’acqua, come si divertono a
dipingere dei quadri con la loro proboscide, come si dimostrano responsabili e attenti
nell’avvicinare le persone e soprattutto i bambini.
Come la mucca è considerata animale sacro in India (lo era in tutta Europa fino al Medioevo),
l’elefante è considerato, non a caso, sacro in Thailandia.
Qualche settimana fa, un elefante di nome Tommy stava masticando tranquillo e beato la sua
razione di cespugli ai confini con la Cambogia, quando una mina nascosta sul terreno gli
maciullò la zampa anteriore sinistra. Uno di quegli ordigni tipico frutto della peggiore malignità e
imbecillità umana, magari fabbricato nella zona di Brescia, cioè vicino a noi tutti e non su un
altro pianeta.
Il governo locale della regione orientale mandò prontamente un camion e una autogru per
recuperare il pachiderma ferito e portarlo in clinica. Gli venne amputato l’arto. Un team di
specialisti fu in grado di costruirgli una grossa protesi, e il povero animale è di nuovo in grado di
camminare. La sua foto, apparsa sul Bangkok Post dei giorni scorsi, era davvero toccante, con
quella enorme e vistosa gamba di legno legatagli sapientemente e con non poche difficoltà
intorno al moncone.
Poche settimane prima, mi trovavo di sera in una via di Bangkok, affollata all’inverosimile da
turisti, arrivò un elefante condotto dal suo padroncino mediante una semplice cordicciola.
Si muoveva in modo agile e disinvolto, nonostante la sua stazza, in mezzo alla folla.
Per niente imbarazzato, andò a pescare, con precisione millimetrica, mediante la sua
proboscide, alcune manciate di pop-corn dal minuscolo imbuto di carta che una bambinetta, in
braccio al padre, gli offriva. Una scena davvero toccante. Avrei voluto soffermarmi ad
accarezzare quella grossa creatura, così fine, così puntuale, così attenta e civile.
Il gatto si comporta sempre e dovunque da gatto, il bovino da bovino e l’elefante da
elefante, e così è per tutta la fauna.
Novembre 2008
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