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Rischi legati all’uso del
Videoterminale
Titolo VII-Artt. 172-178 e Allegato XXXIV
del D.Lgs n. 81/2008
<G. Fazio>
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Igiene del lavoro e videoterminali
I sistemi dotati di videoterminali sono capillarmente diffusi
negli uffici e nelle attività produttive, con molteplici usi.
Progettazione
Calcolo
contabile
Operazioni su
procedure
Archiviazione
Gestione dati
VDT
Videoscrittura
Modellazione
Altro…
Controllo di
processo
<G. Fazio> - Corso di formazione sul lavoro al videoterminale
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Videoterminali e pericoli
Le attrezzature di lavoro fornite di
videoterminali sono considerate fonte di
pericolo per il lavoratore.
Ciò che caratterizza i VDT è la presenza
di uno schermo, su cui vengono
visualizzati i dati e che è necessario per
interagire con il sistema.
La durata dell’attività fa sì che questo
comporti sollecitazioni potenzialmente
dannose per l’ambito fisico e mentale
dell’operatore.
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Infortuni o malattie professionali?
Dal punto di vista dei VDT si
parla quindi quasi
esclusivamente di malattie
professionali
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Malattie professionali
Per i lavoratori degli uffici vengono denunciate numerose
malattie professionali.
Le
patologie
di
probabile
origine
professionale
maggiormente rappresentate in Italia sono la lombalgia e la
sindrome del tunnel carpale, e sono nella maggior parte dei
casi presentate da lavoratori che svolgono attività al VDT.
Malattie professionali denunciate (fonte INAIL)
UFFICI E ALTRE
ATTIVITA’
2003
2004
2005
2006
2007
1.546
1.737
1.859
1.247
1.118
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VDT e loro effetti sulla salute
Effetti
sulla vista
Effetti
sull’apparato
muscolo
scheletrico
Effetti sulla
sfera
dello stress
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D.Lgs. 81/08
Il D.Lgs. 81/08 dedica alle attrezzature munite di
videoterminali il Titolo VII, composto da 7 articoli,
dal 172 al 178.
Nell’allegato XXXIV vengono forniti i requisiti
minimi e le indicazioni fondamentali su
attrezzature di lavoro, ambiente e interfaccia
elaboratore/uomo.
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D.Lgs. 81/08: definizioni
a) videoterminale: uno schermo alfanumerico o grafico a prescindere
dal tipo di procedimento di visualizzazione utilizzato;
b) posto di lavoro: l’insieme che comprende le attrezzature munite di
videoterminale, eventualmente con tastiera ovvero altro sistema di
immissione dati, incluso il mouse, il software per l’interfaccia uomomacchina, gli accessori opzionali, le apparecchiature connesse,
comprendenti l’unità a dischi, il telefono, il modem, la stampante, il
supporto per i documenti, la sedia, il piano di lavoro, nonché
l’ambiente di lavoro immediatamente circostante;
c) lavoratore: il lavoratore che utilizza un’attrezzatura munita di
videoterminali, in modo sistematico o abituale, per venti ore
settimanali, dedotte le interruzioni di cui all’articolo 175.
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Computer portatili
I sistemi che utilizzano un portatile
come
unità
di
elaborazione
rientrano nella previsione dalla
legislazione sui videoterminali.
Precisamente l’allegato XXXIV stabilisce che per un uso
“prolungato” sia necessario fornire una tastiera, un mouse
o altro dispositivo di puntamento esterni nonché di un
idoneo supporto che consenta il corretto posizionamento
dello schermo.
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Interruzioni del lavoro
Il lavoratore addetto al VDT ha diritto a pause o
cambiamenti di attività. Tali pause, salvo indicazioni
diverse in contrattazione, sono di 15 minuti ogni 120
minuti di lavoro continuativo al VDT, e non possono essere
cumulate in un singolo periodo all’inizio o alla fine
dell’attività
Queste pause prevevìdono l’interruzione del lavoro al
VDT: possono essere svolti altri lavori che non richiedano
l’uso di videoterminali.
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I dispositivi speciali di correzione
Art.176: Il datore di lavoro fornisce a sue spese ai lavoratori dispositivi speciali di correzione visiva, in funzione
dell’attività svolta, quando l’esito della sorveglianza
sanitaria ne evidenzi la necessità e non sia possibile
utilizzare i dispositivi di normale correzione.
I dispositivi speciali di correzione non sono i normali
occhiali che correggono i difetti visivi del lavoratore.
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… e per quanto riguarda i VDT?
Il DL deve analizzare i posti di lavoro al VDT nella
valutazione del rischio prendendo in considerazione:
i rischi per la vista e per gli occhi;
i problemi legati alla postura ed all’affaticamento
fisico o mentale;
le condizioni ergonomiche e di igiene ambientale.
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… e per quanto riguarda i VDT? (segue)
Sulla base di quanto risulta dalla valutazione dei rischi, il
DL deve adottare le misure necessarie per ridurre i rischi
presenti, in particolare deve:
organizzare le postazioni di lavoro in modo che siano
conformi ai requisiti indicati nell’allegato XXXIV ovvero
all’insegna della massima flessibilità;
garantire la sorveglianza sanitaria;
garantire la formazione e informazione necessarie;
garantire le pause e le misure organizzative previste.
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DL e formazione
Il DL deve fornire ai lavoratori informazioni
complete e una adeguata formazione:
sulle misure adottate per ridurre i rischi individuati
sulle modalità corrette di svolgimento dell’attività
sulla protezione degli occhi e della vista
La formazione viene svolta secondo quanto stabilito in
sede di Conferenza Permanente Stato-Regioni (art. 37
c.2), per quanto riguarda durata, contenuti minimi e
modalità.
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Il Preposto
Il Preposto può essere considerato come
un’interfaccia tra il Datore di Lavoro e i
lavoratori.
Il Preposto ha obbligo di vigilanza e controllo
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… e per quanto riguarda i VDT?
Il Preposto deve…
verificare che tutte le attività, comprese quelle che
prevedono l’uso del VDT, siano svolte in modo da
assicurare condizioni di salute e sicurezza
qualora a conoscenza di situazioni a rischio, anomalie
o guasti segnalarle al DL (o al dirigente) e, se
necessario, interrompere l’attività
Sorvegliare sul regolare svolgimento del lavoro da
parte dei lavoratori secondo le disposizioni impartite
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… e per quanto riguarda i VDT?
Nel lavoro al VDT, il Lavoratore deve…
rispettare le norme vigenti e le disposizioni
aziendali in materia di igiene e sicurezza sul lavoro
segnalare i pericoli di cui vengano a conoscenza
collaborare nell’attuazione delle misure di SSL
svolgere l’attività secondo i principi di igiene e
sicurezza oggetto delle attività di informazione,
formazione e addestramento
L’art. 59 prevede sanzioni a carico dei lavoratori (fino a un
mese di arresto e € 600 di ammenda) per l’inosservanza di
alcuni degli obblighi di cui sopra
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Il Medico Competente (MC
(MC))
Medico […] che collabora con il Datore di Lavoro ai fini della
valutazione dei rischi ed è nominato dallo stesso per effettuare
la sorveglianza sanitaria (art. 2 c.1 lett. h) D.Lgs. 81/08).
Gli obblighi del Medico Competente sono:
collaborare con il DL e con il SPP alla valutazione dei rischi,
alla predisposizione della prevenzione e alla pianificazione
degli interventi di informazione e formazione dei lavoratori
programmare ed effettuare la sorveglianza sanitaria in
funzione dei rischi specifici, istituendo, aggiornando e
custodendo le cartelle sanitarie e di rischio dei lavoratori
visitare gli ambienti di lavoro
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Il Medico Competente e le attività di VDT
I lavoratori addetti al VDT devono essere sottoposti a sorveglianza
sanitaria al fine di valutarne:
l’idoneità, prima che il DDL assegni il lavoratore alla mansione
lo stato di salute nel tempo in seguito allo svolgimento delle
attività al VDT
Le visite di controllo hanno periodicità di 5 anni, tranne che nei
seguenti casi in cui è biennale:
lavoratori hanno compiuto 50 anni di età
lavoratori dichiarati idonei con prescrizioni o limitazioni
Anche il lavoratore può richiedere una visita di controllo, correlata ai
rischi professionali o alle sue condizioni di salute, secondo le
modalità previste all’art. 41
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Pericolo o rischio?
Lavorare il VDT è da considerarsi pericoloso per il lavoratore?
con le attrezzature e norma,
la corretta postura e le
pause previste dalla legge
RISCHIO TRASCURABILE
con attrezzature errate, in
condizioni e con ritmi
ergonomicamente
sfavorevoli
RISCHIO ELEVATO
Il lavoro al VDT può costituire un rischio in relazione ai suoi
possibili effetti.
Questa attività deve quindi essere considerata un PERICOLO
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VDT e salute
Varie patologie sono state associate al lavoro al VDT,
in particolare affaticamento visivo, dolore lombare,
dolore cervicale, tendiniti delle mani e tunnel
carpale.
Si tratta di patologie prevalentemente legate alla
postura assunta durante il lavoro e ai movimenti
svolti.
Stati di affaticamento mentale possono portare a
una amplificazione di questi effetti, oltre a
rappresentare un rischio in sé.
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Affaticamento visivo
L’affaticamento visivo (astenopia) può
presentarsi con vari sintomi:
Lacrimazione
Bruciore
Secchezza oculare
Pesantezza
Fastidio alla luce
Si tratta di uno stato che può essere reversibile con
adeguati periodi di riposo
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La linea di visione
In condizioni di riposo gli occhi
“guardano all’infinito”, come se
lo sguardo fosse su un oggetto
lontano. Inoltre lo sguardo è
diretto verso il basso, con una
inclinazione di circa 35°.
Fonte: UNI EN ISO 9241:2001 parte 5
Per questo motivo occorre posizionare lo schermo a circa
50-70 cm dal viso, e non più vicino.
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La postazione di lavoro
La postazione è costituita da diversi elementi:
Il computer e lo schermo
La tastiera, il mouse o altri dispositivi di immissione
Il piano di lavoro
Il sedile
Altri elementi (stampante, lampade, leggio ecc.)
L’ambiente circostante
Per questi elementi vengono fornite delle indicazioni
minime dal D.Lgs. 81/08, che possono essere integrate
con le indicazioni provenienti dalle norme tecniche.
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Postazione di lavoro
Fonte: UNI EN ISO 9241:2001 parte 5
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lay
lay--out della postazione di lavoro
Fonte: UNI EN ISO 9241:2001 parte 5
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Tastiera
La disposizione della tastiera e le caratteristiche dei tasti
devono agevolarne l’uso.
Quindi:
La tastiera, separata dallo schermo, deve essere
preferibilmente in posizione frontale rispetto
all’utilizzatore
Deve essere inclinabile, opaca. I simboli dei tasti
devono essere leggibili
Deve esserci dello spazio sul piano di lavoro davanti
alla tastiera, per appoggiare gli avambracci. In
mancanza le braccia devono essere sostenute dai
braccioli della sedia
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Uso sicuro
Per un corretto uso della tastiera:
Le braccia devono avere un appoggio stabile
Il gomito deve formare
un angolo di 90°
Il polso deve essere diritto,
senza deviazioni laterali o verticali
Non è necessario utilizzare
forza durante la digitazione
Non si deve digitare in appoggio sui polsi
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Mouse e dispositivi di puntamento
Il mouse deve trovarsi sullo stesso piano della
tastiera, in posizione facilmente raggiungibile.
Intorno al mouse deve esserci un adeguato
spazio operativo.
Lo stesso vale per gli altri tipi di dispositivi
di puntamento, che a volte possono anche
sostituire la tastiera (tavolette grafiche,
touchpad, ecc..). A seconda dell’attività da
svolgere, si deve scegliere il sistema di
puntamento più adatto.
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Piano di lavoro
Indicazioni dell’allegato XXXIV:
Il piano di lavoro deve essere stabile,
con una superficie poco riflettente
Inoltre si chiede che sia sufficientemente ampio da
permettere la “disposizione flessibile” di schermo,
tastiera, documenti e altro materiale necessario.
La profondità deve permettere la corretta distanza
dallo schermo
L’altezza sia indicativamente tra 70 e 80 cm da
terra, con spazio inferire per permettere il
movimento delle gambe e il comodo ingresso del
sedile (eventualmente con i braccioli??)
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Sedile di lavoro
Il sedile di lavoro è fondamentale
per proteggere la schiena e permettere
di lavorare a lungo in condizioni confortevoli.
Per questo motivo esistono moltissime indicazioni sulle
caratteristiche di un sedile
di lavoro in grado di ridurre
i rischi per l’operatore.
Supporto lombare
Seduta
Base
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Il sedile di lavoro…
Deve essere stabile: base a 5 razze,
antislittamento, antiribaltamento
Deve permettere libertà di movimento:
girevole, che non ostacoli i movimenti
di gambe e braccia
Deve essere adattabile alle caratteristiche
antropometriche dell’utilizzatore: seduta regolabile in altezza
e profondità, supporto lombare regolabile in altezza e in
inclinazione; altezza e posizione dei braccioli regolabile.
Deve essere confortevole: quindi in materiale imbottito e
traspirante, di disegno anatomico
Deve essere sicuro: non deve presentare spigoli, la seduta
deve essere antiscivolo
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Altezza
L’altezza del sedile va regolata in modo che sia corretta la
posizione delle braccia sul piano di lavoro.
Se i piedi non poggiano comodamente al suolo, devono
essere utilizzati poggiapiedi regolabili (piani).
Altrimenti è necessario utilizzare piani di lavoro con
altezza regolabile.
I poggiapiedi servono anche a permettere una corretta
posizione delle caviglie nel caso in cui si distendano le
gambe in avanti (poggiapiedi angolati).
Il poggiapiedi deve essere fornito su richiesta.
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Schienale
L’altezza dello schienale va regolata in modo
che:
Inferiormente ci sia spazio per i glutei,
la colonna vertebrale sia ben supportata,
la colonna non assuma una postura
scorretta.
L’estensione dello schienale deve essere tale
da non dare ostacolo al movimento degli arti
superiori.
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L’illuminazione
La giusta illuminazione del posto di lavoro migliora
la produttività e permette di evitare disturbi alla
vista.
Come definisco un’illuminazione adeguata?
Non deve causare abbagliamenti, deve essere tale
da permettere di distinguere agevolmente gli
oggetti, deve essere omogenea nell’area di lavoro.
Per la valutazione dell’illuminazione occorre fare
riferimento alle norme tecniche
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Spazio della postazione di lavoro
La postazione di lavoro deve avere
intorno uno spazio di movimento,
che permetta un facile accesso.
Deve esserci abbastanza spazio per
permettere i cambi di postura.
Sotto al piano di lavoro deve esserci
un adeguato spazio per il movimento
delle gambe
Fonte: UNI EN ISO 9241:2001 parte 5
Dal punto di vista della geometria della postazione è
importante notare che i braccioli possono ostacolare
l’assunzione della postura corretta.
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Vie di passaggio
I cavi di collegamento e di alimentazione non
devono attraversare né le superfici di lavoro né i
pavimenti, ma devono essere previste delle
apposite canalizzazioni.
Le attrezzature devono
essere accessibili
per la manutenzione.
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Microclima
Nell’ambiente di lavoro non ci
devono essere correnti d’aria
né differenze di temperature
tali da causare disagio agli
addetti.
Va evitato il soleggiamento
eccessivo e tutte le asimmetrie
di temperatura (pavimento
troppo freddo, una parete
molto più calda ecc.),
progettando adeguatamente
l’ambiente.
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Microclima
Alcuni speciali ambienti di
lavoro al VDT comportano
l’esposizione dei lavoratori a
basse temperature o a correnti
d’aria.
Questo vuol dire fornire DPI
adeguati all’ambiente freddo, e
limitare le correnti d’aria con
diffusori sugli impianti di
condizionamento, o con schermi
separatori vicino alla
postazione di lavoro.
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Polveri
Le stampanti vicino alla
postazione di lavoro devono
essere tenute pulite,
dato che spesso
nell’ambiente si
rilevano particelle
di toner disperse da stampanti o
fotocopiatrici.
È importante pulire
regolarmente le
attrezzature di lavoro,
come
ad esempio
la tastiera
e il mouse.
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Stampanti e fotocopiatrici
Nel caso in un luogo di lavoro si utilizzino estesamente
fotocopiatrici o stampanti di rete, è opportuno
raccoglierle in un’area a loro dedicata, lontano dalle
postazioni dei lavoratori, in modo da proteggere gli
stessi dal disturbo sonoro.
Andrà realizzato un impianto
di aspirazione per allontanare
le sostanze chimiche, soprattutto
ozono e polveri di toner,
dall’ambiente di lavoro.
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Radiazioni e campi elettromagnetici
I lavoratori che fanno un uso corretto del VDT in
postazioni adeguate non sono esposti a valori di CEM
superiori a quelli previsti per la popolazione, valori
che sono di gran lunga inferiori a quelli previsti per i
lavoratori
E’ stato comunque verificato che i VDT non
sono fonti di radiazioni pericolose quando
presentano la marcatura CE che include la
dichiarazione di compatibilità magnetica.
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Ambiente di lavoro
Nell’analisi di una postazione di lavoro va anche
considerata la posizione all’interno dell’ambiente
stesso.
Le postazioni di lavoro in condizioni ottimali vanno
disposte in modo che la scrivania non si trovi di fronte
a una parete, o che l’operatore dia le spalle a un
punto di entrata o un percorso molto frequentato,
perché questo causa spesso una condizione di disagio,
oltre a esporre a rumori. Se possibile la postazione
deve essere rivolta in modo da permettere di vedere
le altre persone presenti senza dover ruotare il corpo.
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Esercizio fisico
Nella formazione deve essere dato
spazio anche agli esercizi da svolgere
negli intervalli del lavoro al VDT.
Esistono esercizi mirati per i vari
segmenti corporei: colonna
vertebrale, braccia e spalle, gambe,
e per riposare la vista.
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Prevenzione dei danni alla schiena
Gli esercizi consigliati per questo distretto
prevedono allungamenti della colonna
vertebrale, sia da fare in piedi che seduti.
Lo scopo è quello di ridare mobilità alla
colonna vertebrale, utilizzando estensioni
laterali e rotazioni del busto
Per il collo vengono consigliate rotazioni,
inclinazioni in avanti e indietro
Tutti gli esercizi vanno eseguiti senza
arrivare a provare dolore.
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Prevenzione della fatica visiva
Per gli occhi il rimedio principale è
distogliere lo sguardo dallo schermo
per fissare un punto lontano, oppure
chiudere gli occhi e riposare così la
vista.
Esercizi specifici prevedono di spostare
lo sguardo lateralmente, verso l’alto e
verso il basso, e ruotare lo sguardo in
senso orario e antiorario
Lo scopo è quello di dare mobilità all’occhio,
senza che lo sguardo sia fissato in un punto
specifico.
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Esercizi per braccia e gambe
Braccia e gambe restano spesso
in posizioni costanti durante
il lavoro; gli esercizi specifici
prevedono movimenti
di estensione degli arti e rotazione.
Per le gambe il rimedio
più semplice è alzarsi
dalla postazione di lavoro, anche svolgendo
compiti diversi.
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