Kamikaze con il biglietto in tasca

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Kamikaze con il biglietto in tasca
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DOMENICA 15 NOVEMBRE 2015 LA GAZZETTA SPORTIVA
5
italia: 51565055545555
orte in diretta
1
2
LA RICOSTRUZIONE
2 GATE J
Ore 21.20
Un secondo
kamikaze si fa
saltare in aria
con un gilet
esplosivo
Parigi
2
AVENUE
JULES-RIMET
1
1 GATE D
Ore 21.17
Un kamikaze
si fa esplodere
uccidendo un
passante
STADE DE FRANCE
3 MC DONALD’S
m
200
Ore 21.53
Un terzo
A1 kamikaze
si fa esplodere in Rue
de la Cokerie
3
3
A86
GDS
 1 Gli agenti francesi hanno blindato la zona davanti allo stadio  2 Candele per la
Francia sono state accese in tutto il mondo. Lasciati fiori e messaggi;  3 Silvestre, un
uomo che era a un passo dalle esplosioni allo stadio, è stato salvato dal suo smartphone
Kamikaze con il biglietto in tasca
1Il piano era entrare allo stadio. Ma uno dei tre, bloccato ai controlli, si è fatto esplodere
REAZIONI SOCIAL
INVIATO A PARIGI
L
a morte era stata sceneggiata: doveva esse­
re solenne in questo tempio laico di passio­
ne. Uno show di sangue in favore di camera
e in diretta tv, tra i campioni del mondo venuti a
sfidare la Francia. Ma questa folle Jihad “live” è
fallita: venerdì non è stata vera strage allo Stade
de France, eppure la notte più nera della Repu­
blique è iniziata davanti a queste tribune, “nella
casa di tutti i francesi”, come dice un tifoso ag­
grappato alla sciarpa fino a tarda sera. Il via alla
pioggia di fuoco in tutta la città l’ha dato il primo
kamikaze, alla Porta D, ore 21.17. E ormai è chia­
ro quale fosse il progetto delirante: aveva in ta­
sca un regolare biglietto, voleva entrare per poi
farsi saltare in aria tra gli 80 mila venuti ad ap­
plaudire Pogba. La cintura esplosiva sotto il
giubbino, però, non è sfuggita agli agenti: allora
l’attentatore si è dato alla fuga e, forse in preda al
panico, si è fatto esplodere. Ha ucciso un civile,
davanti a un negozio di abbigliamento sportivo,
in un’area ora presidiata in ogni centimetro. Ac­
canto al corpo, un passaporto siriano: sarebbe
nato nel settembre 1990, passato dalla Grecia e
registrato sull’isola di Leros a ottobre. La prima
esplosione quasi “a vuoto” sarebbe anche il fuori­
programma nella sceneggiatura del Califfo: tre
minuti dopo il secondo kamikaze, probabilmen­
te spiazzato e in trappola, ha deciso di uccidersi
vicino alla Porta J, accanto a un ristorante take
away. Addosso lo stesso giubbino esplosivo e, co­
me il collega, ha scelto il martirio in Rue Jules
l’icona
LA TORRE EIFFEL DIVENTA SIMBOLO DI PACE
 Sui social è diventato il simbolo del lutto e della
solidarietà a Parigi: una Torre Eiffel che imita il
simbolo della pace. L’autore non è il writer Banksy,
come sembrava inizialmente, ma il grafico di
Nantes Jean Jullien, trapiantato a Londra, penna
anche del “New York Times”. «L’ho buttato giù
d’impulso, come per dire “Merde”! - spiega Jullien
- È un’immagine di pace che appartiene al mondo».
Su Twitter
viaggiano
la rabbia
e l’orgoglio
L
Stade de France: il presidente francese François Hollande, 19’ dopo la prima esplosione, è informato degli attentati EPA
Rimet, l’uomo che inventò il Mondiale. L’unico
della storia di Francia è stato vinto qua, in una
notte eroica. Come sono lontane le lacrime di 17
anni fa assieme a Zidane.
nel lungo pellegrinaggio qualcuno ha portato
una maglia, qualcun altro ha cercato solo confor­
to. Come due ragazzi danesi, Fredrick e Patrick,
ancora scioccati: «Sembravano petardi, erano
bombe vere: con quale animo torneremo mai al­
LA FUGA Al momento del secondo botto, Evra lo stadio?». Sarà il cielo plumbeo, ma è inverno
giostrava la palla a sinistra: né giocatori né spet­ anche per loro: abituati al freddo, sono coperti
tatori sapevano ancora fin dove si sarebbe spinto da buffe, enormi sciarpe. Ed è inverno nel cuore
l’orrore attorno. Nell’aria, però, l’idea che qual­ dei parigini che a Saint Denis chiedono risposte
cosa di grosso fosse successo an­
alle mille domande ancora aperte.
che perché François Hollande ave­
Perché il kamikaze ha provato ad
va lasciato lo stadio di gran fretta.
IL NUMERO
entrare a partita in corso? Perché i
Oliver de Lois Bueis, giornalista di
jihadisti non si sono mimetizzati
Foot365, c’era, ha visto il presiden­
nel flusso un’ora prima, momento
te fuggire: «Paura, confusione: lì
migliore per completare la strage?
ho avuto la certezza del pericolo e
Diverse le ipotesi sul tavolo, dal
un poliziotto mi ha supplicato di
problema “tecnico” dei terroristi
non dire niente di tutta quella fo­ Le migliaia
al ritardo per il traffico infernale
ga». Evitare il panico anche perché di spettatori presenti del quartiere. Ma il giallo resta e,
il terzo attacco sarebbe arrivato a
intanto, un agente può camminare
minuti: alle 21.53 un nuovo ka­ alla partita Franciacon noi e ripercorrere i passi degli
mikaze, forse 15ennne, ha finito Germania allo
attentatori: sono arrivati dal Bou­
di profanare il monumento. Ha Stade de France
levard Periferique, poi lungo un
usato due granate prima del­
vialone fino alla Porta A, tra stem­
l’esplosione in un McDonald’s distante appena mi della Nazionale e immagini di festa. Hanno
300 metri.
girato a sinistra sulla Rue Rimet, il resto è stato
solo terrore. E, nel silenzio, su uno schermo digi­
IL MIRACOLO La decisione di giocare la partita è tale è rimasta una scritta: biglietti disponibili per
arrivata dai vertici della Federazione e ha per­ Francia­Germania. Silvestre lo ha letto venerdì,
messo di evitare una calca ingestibile. Chi voleva ne voleva uno in extremis e, a pochi metri dalla
andare via all’intervallo, come Karim, tifoso av­ seconda esplosione una scheggia lo ha colpito. Il
vertito dalla sorella via sms del caos in città, è cellulare in tasca ha deviato il colpo sul fianco:
stato bloccato dalla polizia: «Era tutto chiuso, ci c’è stato pure un miracolo allo Stade de France.
hanno tenuto qua in piedi prima dell’uscita», ha
cont
detto ieri di fronte alle transenne. Non era solo:
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50
Uno dei video
più toccanti
di ieri mostra
gli spettatori
lasciare
lo Stade
de France
cantando
la Marsigliese
a top ten degli hashtag
più frequenti su Twitter
riflette il dibattito che di­
vampa da noi dopo la strage. A
24 ore dal massacro le tenden­
ze italiane sono dominate da
due cinguettii: #iononhopau­
ra e #PrayForWorld. Il primo,
cavalcato dal leader della Lega
Matteo Salvini, raduna la rab­
bia di tanti (Renzi, Alfano, gli
immigrati i bersagli, tra ban­
diere francesi e citazioni della
Fallaci). E sgomita con
#PrayforWorld, lungo cui si
incrociano commenti più mo­
derati, video di Lennon e degli
U2, riflessioni pacifiste. Anche
se, in entrambi gli hashtag, a
ricorrere è lo sgomento. Ma
Twitter rilancia altro, come
#MuslimsAreNotTerrorist, in­
teressante specchio della rea­
zione di chi si definisce «mu­
sulmano, orgoglioso, non ter­
rorista». Mentre su #PrayFor­
Paris si affollano immagini
ormai simbolo, come il volto
della Marianne rigato da una
lacrima nera come il lutto.
TETTO I social diventano an­
che uno strumento per orien­
tarsi nel caos. La funzione
“Safety check” di Facebook,
introdotta nell’ottobre 2014,
ha rassicurato chi aveva pa­
renti o amici a Parigi, confer­
mando che il contatto stava
bene. E sotto l’hashtag #Por­
teOuverte si sono radunati i
cittadini che offrivano o cer­
cavano un tetto sicuro. Ma c’è
il rovescio della medaglia:
secondo il governo belga
«l’Isis comunica attraverso
la chat della PlayStation 4»,
perché meno controllabile.
f.riz.
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