All`interno lo speciale - Dental Tribune International

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All`interno lo speciale - Dental Tribune International
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Anno V n. 12
Dicembre 2009
News e Commenti
All’interno
lo speciale
Hygiene
Tribune
“Una combinazione di circostanze impreviste o una
situazione che richiede un intervento immediato”.
Ecco come il MerriamWebster definisce la parola
“emergenza”, termine che
gli americani conoscono fin
troppo bene in questi giorni,
a causa della crisi economica globale.
Tanto dannosa quanto imprevista, la recessione ha causato gravi danni ad aziende
e consumatori praticamente
in ogni settore dell’economia
statunitense, e quindi richiede un intervento immediato,
proprio come dice il dizionario.
I dentisti e i loro pazienti
non fanno eccezione. Come i
loro corrispondenti nella produzione, vendita al dettaglio e
settore turistico, il loro lavoro
risente della recessione.
Il recupero è attuabile, in
odontoiatria e altrove, ma per
attutire il colpo i dentisti devono ridurre i rischi e abbassare
al minimo l’esposizione.
Tra i maggiori rischi, per
quanto riguarda le pratiche
dentali, ci sono le emergenze negli studi odontoiatrici
(secondo le statistiche più di
30.000 casi ogni anno negli
Stati Uniti). Un’attenuazione
dei rischi inizia, quindi, con
una pianificazione dell’emergenza e delle risposte conseguenti. Perché, mentre le
emergenze economiche mon-
Med. interdisciplinare
Smettere di fumare: un aiuto
La
dai docenti odontoiatri
del
Luca Levrini ha attivato un
corso di perfezionamento in disassuefazione al fumo presso
l’Università degli Studi dell’Insubria: un passo importante, di
impegno e responsabilità sociale.
> pagina 3
Lia Pappagallo e Franco Fussi
ci parlano della nuova tendenza
americana del lifting vocale, per
rimodellare e ringiovanire la
voce. Una procedura sempre più
diffusa anche nel nostro Paese.
> pagina 9
Il kit d’emergenza? Cinque
buone ragioni per averlo
diali non possono essere controllate, quelle del paziente sì,
a patto che lo studio abbia l’attrezzatura adeguata, compreso
un kit di farmaci come il Savalife’s M100, per il trattamento
di emergenze comuni relative
ad angina, asma, problemi di
insulina, reazioni allergiche,
svenimenti e attacchi di cuore.
I kit sono fondamentali
quando si tratta di salvare la
vita dei pazienti. Sono altrettanto importanti, tuttavia, se
si tratta di salvare lo studio,
in particolare durante una recessione economica, quando le
conseguenze finanziarie delle
emergenze del paziente possono risultare particolarmente dannose. Purtroppo, molti
dentisti ancora dicono a torto
“il mio studio è sicuro”.
Se si è tra coloro che condividono questo pensiero, si considerino i cinque buoni motivi
per dotare lo studio di un kit
di farmaci d’emergenza, che
aiuterà l’attività a mantenere
lo standard abituale durante
la recessione e a prosperare
durante il recupero.
DT
Euro 3,00
tendenza made in usa
“ voice lifting”
Medicina legale
Il
dilemma tra obbligazione
di mezzi e risultato
Mario Aversa delinea importanti linee guida per affrontare
l’annoso problema, spesso presente negli studi odontoiatrici, tra
l’obbligo di risultato e la mera
obbligazione di mezzi.
> pagina 25
Bianco: “Nel 2010 auspico un avvicinamento
tra livelli e accessibilità di prestazioni”
All’approssimarsi della fine del
2009, Dental Tribune ha incontrato il presidente della Fnomceo,
Amedeo Bianco, per una breve
intervista di sintesi sull’anno testé trascorso.
“Una riflessione sulla Sanità
italiana deve essere contestualizzata al nostro modello, che
è prevalentemente pubblico
– premette –. Indubbiamente,
uno degli aspetti più delicati
del nostro sistema è quello della
sostenibilità economica, vero e
proprio tormentone.
A questo proposito si può
notare che, mentre per alcune Regioni è scattato il meccanismo del cosiddetto ‘piano di rientro’, a progressivo
recupero dai disavanzi, altre
(soprattutto al Nord) hanno
dimostrato invece di saper stare entro previsioni di spesa”.
Dal passato
per conoscere
il presente
pagina 6
In occasione del XII Congresso Nazionale Sisos in
programma il 13 febbraio al
Lingotto, avrà luogo anche
l’apertura della “Collezione Storica di Odontoiatria”
nell’ambito della Dental
School, centro di eccellenza
odontoiatrica inaugurato il
15 febbraio del 2008.
Nella ricerca di fondi per
la prestigiosa iniziativa,
Giulio Preti è riuscito a ritagliare uno spazio anche per
la Collezione.
DT
pagina 2
Amedeo Bianco, presidente della Fnomceo.
Un’osservazione che porta a
una constatazione, non nuova,
che questo è un Paese, che corre
a doppia, tripla velocità: caratteristica che rischia di accentuarsi con l’avvento del federalismo.
“Un momento soddisfacente nell’accordo Stato/Regioni
in merito alla Sanità – osserva
Bianco – è quello che prevede di
adeguare il finanziamento alla
crescita dei tassi di inflazione e
al numero della popolazione”.
Un accenno quasi scontato
alla crisi che ha colpito ovviamente anche il comparto Sanità
che, nelle parole di Bianco, appare comunque venato da una
nota di ottimismo: “La crisi ha
colpito ovviamente anche noi
– osserva –, ma in queste circostanze il sistema ha dimostrato
tutto il suo valore di coesione e
tenuta sociale.
DT
pagina 2
2
News e Commenti
Anno V n. 12 - Dicembre 2009
Editoriale
Con il 2010 qualche
“buon fi ne” in più?
Carissimi
lettrici e lettori, ho riletto sul Dental Tribune
di gennaio
2009 l’editoriale, dove riportavo un testo
sulla figura del pioniere.
In sintesi, decidere di non
aspettare condizioni più favorevoli per continuare ad
avanzare, per cogliere nuove
opportunità, ma fare il primo
passo senza attendere gli altri,
inseguire i sogni, non abbandonare gli obiettivi di fronte
agli ostacoli. Per qualsiasi
professione in Europa, in pochi
sono riusciti ad affrontare i
tanti cambiamenti (e ostacoli).
Alcuni ce l’hanno fatta molto bene, anche tra noi.
Altri invece si fanno sopraffare dalle preoccupazioni del periodo, che certamente ci sono: i clienti (tutti
e per tutti) hanno meno soldi
da spendere o non hanno voglia di investire, spesso sono
lamentosi o quasi depressi,
prendono moltissime informazioni prima di accettare
un preventivo, e via discorrendo. In un corso della psicologa Patrizia Cascarano
tenutosi a Torino nei primi
giorni di novembre, ho assistito casualmente alla parte
riguardante l’ansia nei periodi di recessione nella presentazione dei preventivi e
la frustrazione degli insuccessi, relazione che seguiva
quella di Franco Tosco sullo
stesso tema da un punto di
vista gestionale.
Il punto focale era: l’autostima. Ovvero, prima devo
saper vendere a me stesso,
essere convinto del valore e
del prezzo che sto proponendo. “Autostima”, un difficile
equilibrio e cocktail tra tutte le parti della nostra vita:
lavoro, hobby, amore, amici,
famiglia. Vi racconto questo
perché non è affatto scontato dirigere in egual misura
percentualmente le nostre
energie (e attenzioni) a tutti
gli aspetti.
E se investo solo in uno o
due? La risposta dell’amica
Cascarano è stata inesorabile: giochiamo al Super
Enalotto, possiamo vincere
o perdere tutto.
Forse il periodo natalizio
esiste anche per questo: per
ricordarci di investire un po’
in tutto (compreso un po’ di
riposo, tempo libero e, perché
no, in qualche capriccio) e
così, come per magia (ma non
lo è ci assicurano gli esperti),
ritornano le idee, quelle che
magari cercavamo da tanto
e la voglia di iniziarle subito dal 1 gennaio e… qualche
preventivo in più andrà a
buon fine.
Arrivederci al 2010 e auguri di cuore da parte di tutte le
redazioni del mondo del Dental Tribune International.
L’Editore
Patrizia Gatto
[email protected]
Italian Edition
La storia odontoiatrica
nel cuore della Dental School
DT
pagina 1
Articolata su due piani per un totale di circa 13.000
mq (il terzo è dedicato alla didattica, con 5000 mq, il
secondo all’assistenza con 8000 mq), la Dental School
riserva alla Collezione parte del 3° piano. Nell’allestimento curato dall’architetto Massimo Venegoni,
l’interno si presenta come un ambiente raccolto, grazie all’attenta illuminazione, all’oscuramento delle
finestre e alla copertura del soffitto. Il nucleo storico
della collezione nasce dalla donazione di strumenti
chirurgici e testi scientifici del prof. Luigi Casotti.
Altre se ne sono aggiunte, tra cui quella di Giorgio
Bellagarda, donata dal figlio Michele, e si è ulteriormente arricchita con apparecchiature di fine Ottocento e primo Novecento, grazie alla passione della
famiglia Amoretti. L’esposizione si basa sul percorso
didattico ideato da Casotti per una breve storia della
protesi odontoiatrica a uso studenti, con schede, descrizioni e riproduzioni.
Il percorso si sviluppa, inoltre, attraverso la documentazione di protesi fenicie ed etrusche. Il XVIII
secolo è invece rappresentato dai lavori di Pierre
Fauchard e di Antonio Campani.
Due vetrine sono dedicate all’Ottocento con protesi in avorio, caucciù, celluloide, oltre a vari tipi di
denti in porcellana.
Grazie agli strumenti, vengono ricostruiti anche
diversi posti di lavoro per esemplificare la crescita
della cultura odontoiatrica e testimoniare l’evoluzione delle tecniche operative. Per una miglior visibilità gli oggetti sono collocati su pedane incorniciate da pareti divisorie, su cui compaiono immagini
e didascalie. Nella parte centrale l’ambientazione è
Amedeo Bianco
parla di Sanità
composta dalla poltrona “swinging chair” della S.S.
White 24, uno dei pezzi più importanti. Da segnalare, infine, un bell’apparecchio radiografico costituito
da un tubo di casa Ritter supportato da un ingegnoso
adattamento murale.
La collezione storica vanta anche la completa ricostruzione di un laboratorio odontotecnico frutto di
varie donazioni e prestiti temporanei, a cavallo tra
fine Ottocento e anni Quaranta.
La collocazione del prezioso materiale storico,
nell’ambito della Clinica Odontoiatrica, acquista
particolare rilevanza didattica in quanto fornisce un
ulteriore strumento di conoscenza. La realizzazione
della mostra ha richiesto un lavoro impegnativo per
raccolta, conservazione e catalogazione del materiale, attività da sole non sufficienti tuttavia a valorizzare tale patrimonio. Di qui l’auspicio da parte dei
fondatori di una collaborazione di privati con Enti
nazionali e internazionali.
Valerio Burello
DT
pagina 1
Pensiamo solo se i pazienti
avessero dovuto pagare, invece
di avere un’assistenza assicurata.
Pensiamo alla scuola, se non ci
fosse un’istruzione garantita per
tutti, ma se ognuno dovesse pagarsela”. E, visto che l’intervista
è rilasciata a un giornale di odontoiatria, quasi scontato appare il
richiamo a dove l’elemento pubblico sia scarso o del tutto assente,
come questo ambito della Sanità,
dove le preoccupazioni non solo
dei pazienti, ma degli stessi studi,
sono accentuate in conseguenza
del deficit economico.
“Il nostro è un Paese in cui
livelli di assistenza odontoiatrica sono indubbiamente elevati,
ma l’accesso alle prestazioni è
particolarmente ridotto per via
dei costi. Ritengo pertanto che
debba essere messo in campo, in
maniera coraggiosa ed efficace,
ogni progetto che cerchi di rendere meno distanti i due aspetti
del problema”. Un breve accenno
all’incremento degli anni di laurea di Odontoiatria (che Bianco
non condivide) per un richiamo
alle funzioni di un Ordine dei
Medici di cui riafferma funzione
e ruoli, secondo una visione più
moderna e avanzata, non dettata da chiusure corporative, ma a
difesa della qualità e della eticità
delle prestazioni.
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Anno V Numero 12, Dicembre 2009
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News e Commenti
Italian Edition
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Anno V n. 12 - Dicembre 2009
Odontoiatri e fumo, un esempio formativo per la classe medica
“Il fatto che venga attivato
un corso di perfezionamento in
disassuefazione al fumo da docenti di area odontoiatrica è di
rilevante importanza e rende
atto di impegno, sensibilità e
coinvolgimento da tenere in alta
considerazione”, è quanto afferma Roberto Boffi, responsabile
del centro antifumo dell’Istituto
Nazionale dei Tumori di Milano. Ogni operatore sanitario
(medico, infermiere, igienista
dentale ecc.) dovrebbe saper
dare un ‘minimal advice’ breve
e convinto che possa motivare il
fumatore a smettere.
Se esiste questa disponibilità,
dovrebbe saper pure intervenire
direttamente per consigliargli
un giusto percorso di disassuefazione col sostegno magari del
suo medico di famiglia o per
inviarlo ai centri antifumo distribuiti sul territorio e validati
dall’Istituto Superiore di Sanità.
Smettere di fumare è notoriamente difficile, dice. Occorre
individuare il paziente, valutare il suo stadio motivazionale e,
se non è ancora in fase di precontemplazione, offrire almeno
un counseling breve che metta
in evidenza anche gli strumenti farmacologici efficaci nella
cessazione”. Tredici milioni di
cittadini italiani fuma, ottantamila muoiono ogni anno per
questo motivo. Estendendo il
problema oltre confine, i numeri crescono e i morti all’anno
aumentano a circa 5 milioni in
tutto il mondo. Dati preoccupanti se si pensa che il fumo di
sigaretta è considerato semplicemente un vizio e il personale
sanitario spesso risulta disinteressato da tale comportamento.
Il paziente fumatore è in genere
pienamente consapevole che è
un comportamento a rischio e
lo vive con senso di colpa perché
non riesce a rinunciarvi; altre
volte, invece, non è adeguatamente informato di ciò che potrebbe causare. Molti i soggetti
che desiderano smettere: devono
essere aiutati e sono pronti a farsi sostenere. Nella definizione
dei rapporti fra tabacco e malattie del cavo orale, possono essere
individuati tre diversi livelli: il
primo è il ruolo del fumo quale
fattore di rischio dei tumori del
cavo orale, il secondo coinvolge
i rapporti fra tabagismo e patologie odontoiatriche, il terzo riguarda gli effetti del fumo sulle
problematiche di ordine estetico. Alla luce di queste realtà,
l’Università degli Studi dell’Insubria, attraverso Luca Levrini
(presidente del Corso di Igiene
dentale presso lo stesso ateneo),
ha bandito un corso di perfezio-
namento di oltre 60 ore diretto
a più figure afferenti all’ambito
sanitario, con l’obiettivo di sviluppare maggiormente le problematiche connesse al fumo.
“Sono felice di avere dato impulso e organizzato un corso di
perfezionamento che si pone
l’obbiettivo di salute, oltre i compiti precipui per i quali siamo
usualmente preparati e pronti
a intervenire terapeuticamente.
Ci auguriamo che tali iniziative
portino tutti gli operatori sanitari a non essere miopi, ma a
operare insieme per la sconfitta
del male. Se tutti gli odontoiatri
italiani decidessero di intervenire sui propri pazienti con un
breve intervento di minimal advice di 2 minuti, circa 8000 persone all’anno smetterebbero di
fumare”. Le figure che potranno partecipare saranno medici,
odontoiatri, igienisti dentali,
psicologi, educatori professionali, assistenti sociali, sociologi,
personale impiegato all’interno
dei centri anti-fumo ecc.
Marialice Boldi, docente del
corso e presidente dell’Associazione Igienisti Dentali Italiani,
ritiene che “nel momento in cui
l’igienista dentale accosta un
paziente fumatore, non può – in
relazione all’importante ruolo
preventivo che ricopre – limitarsi a riprendere con battute
moralizzanti il soggetto, ma essere in grado di instaurare una
comunicazione efficace che ren-
da possibile l’interesse reale del
soggetto a un cambiamento del
suo stile di vita. La persona va
motivata con argomentazioni
circostanziate che, nell’ambito
specifico, variano dalla salute
generale a quella orale e anche
al profilo estetico”.
Questo comune sentire si è
concretizzato nell’allestimento
del corso di perfezionamento
universitario che si svolgerà tra
gennaio e marzo 2010 (www.
uninsubria.it - sezione didattica, corsi di formazione). Il corso
nasce da un lavoro sinergico tra
Levrini e l’Ufficio Speciale per
l’Alta Formazione dell’Università degli Studi dell’Insubria, che
credono e intendono investire
nei progetti di formazione. Mira
a fornire le informazioni necessarie per seguire il paziente
fumatore nella disassuefazione
all’interno di strutture pubbliche e private. Obiettivo che rientra in un’ideale di salute generale, ma prima ancora di benessere
psicofisico, substrato necessario
per un contesto di salute e non
di “non-malattia”. Il valore
dell’iniziativa è riconosciuto anche dalla Regione Lombardia,
che ha concesso il patrocinio
all’evento, e al contributo educazione di Johnson & Johnson,
Azienda che sempre ha creduto
in questo importante progetto.
Angelica Belotti
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News e Commenti
Anno V n. 12 - Dicembre 2009
Italian Edition
Femminilizzazione della professione
Certo, ma con quali caratteristiche?
Nella nostra società e, in particolare, dagli anni ’70-’80 a
oggi, la femminilizzazione delle
professioni appare come un processo continuo.
Anche nella professione odontoiatrica è visibile l’aumento costante delle donne e soprattutto
le nuove generazioni sollecitano
a riflettere sulle loro strategie di
inclusione e modalità di esercizio professionale. Se tra i laureati in Medicina la componente
femminile ha da tempo attuato
il “sorpasso”, rispetto a quella
maschile, tra coloro che hanno scelto Odontoiatria le donne
sembrano seguire la stessa direzione (dati Miur).
D’altronde, Odontoiatria è
una laurea che favorisce l’inserimento lavorativo dei giovani
con una percentuale (75,4%) superiore ad altri percorsi formativi lunghi, anche se per le donne
sembra sempre meno facile degli uomini raggiungere stabilità lavorativa e alte retribuzioni
(dati Istat e AlmaLaurea).
Sulla femminilizzazione della professione odontoiatrica non
sono facilmente rilevabili le statistiche generali e la distribuzione tra dipendenti e indipendenti.
Questo “blocco” dei percorsi
femminili è comune agli altri
ambiti professionali perché,
come vedremo, il processo di
femminilizzazione delle professioni a tradizionale dominanza maschile ha due facce:
l’inclusione delle donne, ma
anche la de-valorizzazione del
loro lavoro.
Nella storia, le strategie di
inclusione delle donne nei gruppi professionali “chiusi” – che
hanno escluso in base al ceto e
al genere – sono apparse prima
come eccezioni e poi come fenomeni di massa regolati dalle
istituzioni pubbliche. È evidente
che esiste il diritto di accesso al
mercato del lavoro per tutte le
donne e anche il divieto di discriminazione.
Non è ugualmente evidente,
però, il presupposto della “neutralità” dei differenti lavori a
cui le istituzioni liberiste si riferiscono per “disincastrare” il
lavoro femminile dalle sue condizioni sociali e culturali che,
invece, funzionano da regolatori dei rapporti economici. Sono,
infatti, i meccanismi sociali e
culturali a definire relazioni
di genere, sia nelle istituzioni
familiari sia nel mercato e nei
luoghi di lavoro, e tali meccanismi possono spiegare le due
forme persistenti di discriminazione femminile: “allocativa” e “valutativa”.
La prima indica che le donne sono presenti nelle occupazioni meno prestigiose e meno
redditizie.
La seconda che, nelle occupazioni dove sono comparabili
le capacità lavorative, le donne
sono valutate meno degli uomini. Queste forme di discriminazione rientrano nella “devalorizzazione” delle attività
femminili.
Come si vede dalle analisi delle diverse professioni, le strategie femminili – di autoselezione
e poi di inclusione nei percorsi
di carriera o nelle posizioni di
responsabilità – hanno origine
nelle relazioni sociali contrassegnate da culture e status.
In altri termini, il possesso di un determinato capitale
culturale e sociale incide sulle
strategie femminili non solo
al momento dell’investimento
formativo e professionale, ma
anche nell’accesso (e nelle modalità di accesso) ai livelli professionali più elevati, corrispondenti generalmente ai livelli di
reddito più elevati.
Tuttavia, le strategie femminili di inclusione incontrano
nei luoghi e nelle organizzazioni professionali quei paradigmi
tradizionali di valorizzazione
delle attività professionali o del-
le capacità di comando e responsabilità che rispondono a stereotipi di genere.
Incontrano, quindi, quei meccanismi sociali e culturali che
definiscono lo sviluppo delle relazioni di genere e che finiscono
per esplicitarsi come “presunzione di indisponibilità” a definite modalità di esercizio della
professione o “presunzione di
competenze” ritenute specifiche
del genere femminili (es.: avvocate che esercitano Diritto di
famiglia hanno capacità relazionale ma non di leadership!).
Rispetto a questi meccanismi,
spesso le professioniste appaiono
“adeguarsi”, perché interiorizzati dalle donne.
Invece, oggi, i paradigmi tradizionali, costruiti sulla professione al maschile, impediscono di recepire le innovazioni
nell’esercizio delle attività professionali.
Quel che di nuovo appare, non
solo nelle libere professioni, è il
declino della competenza intesa
come capacità del professionista
di definizione del bisogno e della
soluzione (stereotipi al maschile), e l’emergere della competenza intesa come capacità di relazione fiduciaria con chi esprime
il bisogno e accetta la soluzione
(leadership richiede intelligenza e gestione delle emozioni).
Nuovi paradigmi di valorizzazione delle attività, quindi, da
costruire sulla professione femminilizzata e su nuove relazioni
di genere.
Mirella Giannini
Mirella Giannini, docente presso
il Dipartimento di Sociologia
dell’Università degli Studi di Napoli
“Federico II”, ha partecipato alla
Tavola Rotonda svoltasi a Salerno
il 26 settembre 2009, nell’ambito di
un incontro sulle Pari Opportunità
organizzato dall’Andi Campania.
News Internazionali
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Anno V n. 12 - Dicembre 2009
Italian Edition
Ecco cinque buone ragioni per cui occorre
avere in studio un kit d’emergenza
DT
pagina 1
Un kit di emergenza può:
1)Salvaguardare lo standard
di base. Anche se aiuta a
ridurre l’onere finanziario
conseguente a una situazione di emergenza, una poliz-
za d’assicurazione non opera
per la prevenzione, la pianificazione e le iniziative utili a salvaguardare gli investimenti fatti nello studio.
2)Dare una copertura giuridica. In caso di emergenza, un equipaggiamento
di emergenza “giusto” può
salvaguardare l’attività da
costosi contenziosi.
3)Offrire un vantaggio competitivo. Avere apparecchiature non presenti in
altri studi dà punti in più
sulla concorrenza e aiuta a
richiamare nuovi pazienti
o mantenere gli esistenti.
4)Promuovere lo sviluppo
professionale. La pianificazione dell’emergenza richiede formazione e la crescita
professionale – è dimostrato – aumenta il coinvolgi-
mento dei dipendenti, la
loro fedeltà e produttività.
5)Incrementare il numero
dei pazienti. Poiché molti hanno paura di andare
dal dentista, solo con un
kit di farmaci d’emergenza
possiamo aiutarli a mantenere la calma. E visto che
un paziente soddisfatto poi
ne parla, può anche essere
d’aiuto nel far aumentare i
pazienti dello studio!
Jeff Sheets, USA
Eletto nuovo
presidente Ada
Ronald L.
Tankersley
L’Ada (American Dental
Association) ha un nuovo presidente. Ronald L. Tankersley,
DDS, specialista in chirurgia orale e maxillo-facciale a
Newport News, Williamsburg
e Hampton (Virginia, USA)
si è insediato durante la 150ª
Sessione Annuale dell’Ada tenutasi a Honolulu. Precedentemente ha rivestito la carica
di presidente eletto. Tankersley sarà alla guida di un’Associazione di 157 mila membri
la cui mission è di proteggere e
migliorare la salute orale pubblica e di promuovere lo sviluppo in ambito odontoiatrico.
Per 4 anni membro dell’Ada
Board of Trustees in rappresentanza del XVI Distretto,
che include il Nord e Sud Carolina e Virginia, Tankersley
ha svolto come amministratore una funzione di collegamento con Dental Economics
Advisory Group, Committee
on the New Dentist, Council
on Access, Prevention & Interprofessional Relations and
the Council on Ethics, Bylaws
& Judicial Affairs. I ruoli ricoperti in Ada: presidente del
Council on Dental Benefits,
Strategic Planning Committee, Advisory Committee on
the Code, Diagnostic Coding
Committee, Standing Committee for Diversity e Dental
Content Committee. Ha partecipato inoltre alla Future
of Healthcare/Universal Coverage Taskforce dell’Ada. È
stato inoltre presidente della
Virginia Dental Association,
della Virginia Society of Oral
and Maxillofacial Surgeons
e della Southeastern Society
of Oral & Maxillofacial Surgeons. Laureatosi al Medical
College of Virginia School of
Dentistry, dove ha anche completato la sua specializzazione
in chirurgia orale e maxillofacciale, è socio dell’American
College of Dentists, dell’International Colleges of Dentists
e della Pierre Fauchard Academy, Organizzazione onoraria internazionale per dentisti.
Fred Michmershuizen, DTA
News Internazionali
Italian Edition
Anno V n. 12 - Dicembre 2009
Dice l’Agd: “Chi ha problemi di denti sensibili
forse li spazzola troppo forte”
Secondo un’indagine a livello
nazionale condotta fra i propri
membri dall’Agd, sede a Chicago
(Illinois, Usa), un dentista su tre
riferisce che uno spazzolamento
aggressivo è la causa più comune
dei denti sensibili. Assunzione di
cibi e bevande acide sono invece
la seconda causa. Come emerge
da un comunicato stampa con i
risultati del sondaggio, l’ipersensibilità dentinale è una patologia
orale comune che colpisce circa
40 milioni di americani di tutte le età. È caratterizzata da un
fastidio o un acuto e improvviso
dolore a uno o più denti, spesso
dovuto al contatto con il caldo, il
freddo, il dolce o a cibi e bevande
acide, premendo sui denti o anche inspirando aria fredda.
Van B. Haywood, DMD, riferisce che uno spazzolamento
aggressivo e il consumo di cibi e
bevande acide possono portare a
tale ipersensibilità dentinale perché, nel tempo, si può rovinare lo
smalto (e le gengive).
“Quando lo strato protettivo di
smalto viene eroso o c’è una recessione gengivale, il tessuto molle
dei denti (dentina) può rimanere esposto”, dice Haywood. “La
dentina è collegata con il centro
nervoso interno del dente. E così,
quando non è protetta, il nervo
scoperto diventa vulnerabile alle
sensazioni, dolore incluso”.
L’indagine ha rivelato che molti altri fattori, oltre a uno spazzolamento troppo aggressivo e a
sostanze acide, possono causare
l’erosione dentale e contribuire
alla patologia orale. In tali fattori rientrano certi tipi di dentifrici e collutori, prodotti sbiancanti,
denti rotti o incrinati, la bulimia
e riflussi acidi. Dei circa 700 dentisti generici che hanno risposto
al sondaggio, circa il 60% dice che
l’incidenza dell’erosione dentale
è cresciuta rispetto a 5 anni fa.
“Forse il fattore più importante per prevenire l’ipersensibilità
dentale – dice Raymond K. Martin, DDS, MAGD – è poter individuare l’erosione dentale allo
stadio iniziale”.
Discolorazione, trasparenza, denti piccoli o fratture sono tutti segni
di erosione e si dovrebbe parlarne
con il proprio dentista il prima
possibile”. Il 56% degli intervistati riferisce che i pazienti trattano
la sensibilità dentale evitando bevande e cibi freddi, mentre il 17%
non spazzolando l’area sensibile
della bocca. “Se può sembrare il
modo più facile e veloce per prevenire la sensibilità, nessuna di tali
soluzioni può risolvere veramente
il problema”, sostiene Gigi Meinecke, DMD, FAGD.
Per chi è già affetto da sensibilità dentinale, l’Agd raccomanda
di seguire alcune precauzioni per
alleviare i sintomi:
1.cambiare il solito dentifricio
con uno desensibilizzante. Ci
sono molti tipi di dentifrici
specifici per i denti sensibili;
2. usare uno spazzolino morbido. Se si usa uno spazzolino
con setole dure, si potrebbe
rovinare lo smalto o causare recessioni gengivali;
3. buona igiene orale. Bisognerebbe usare regolarmente il
filo interdentale e lavarsi i
7
denti almeno due volte al giorno per tre minuti.
Lo spazzolino dovrebbe avere
un’angolazione di 45 gradi,
spazzolando delicatamente
con un movimento circolare
ed essere tenuto con la punta
delle dita piuttosto che nel
palmo della mano;
4. evitare cibi e bevande molto
acidi: si dovrebbe fare uno
sforzo per limitare l’assunzione giornaliera di cibi e
bevande fortemente acidi.
Fred Michmershuizen, DTA
Se i pazienti si lamentano dei
denti sensibili, dolore o disagio
derivante dal contatto con il
caldo o freddo, la colpa potrebbe
essere ricondotta al modo di
spazzolare. Secondo una recente
indagine compiuta dall’Agd
(Academy of General Dentistry)
uno spazzolamento troppo
energico può portare infatti a
ipersensibilità e dolore.
8
News Internazionali
Anno V n. 12 - Dicembre 2009
Italian Edition
L’esposizione a sostanze alcaline
può risultare dannosa per i denti
Immagine a scansione elettronica a 2000x della
superficie dello smalto dopo 8 ore di esposizione a
una soluzione NaOH (DTI/Per gentile concessione
dell’Università di Göteborg).
È risaputo che gli acidi possono erodere lo smalto, ma un nuovo studio svedese
proveniente dalla Sahlgrenska Academy
dell’Università di Göteborg dimostra che
sostanze alcaline forti possono anche danneggiare i denti.
Sostanze con valori di pH molto alto
possono distruggere parti del contenuto
organico del dente, lasciando lo smalto
più vulnerabile.
“Lo studio dimostra che l’esposizione a
sostanze alcaline può danneggiare i denti,
ma che il processo è diverso da quello causato da bevande o vapori industriali acidi”, riferisce Fabian Taube, igienista occupazionale e tra i ricercatori dello studio.
Sono state malattie professionali derivanti dalla riparazione
di auto ad avere attratto l’attenzione dei ricercatori.
Il comune denominatore era
l’esposizione a uno sgrassatore
alcalino che veniva spruzzato
in varie parti delle macchine.
Si scoprì che lo spray aveva un
valore di pH compreso tra 12 e
14, cioè molto alcalino.
“L’esposizione a tale sostanza
danneggiava la superficie dei
denti, da cui derivava lo smalto
‘squamato’”, dice il prof. Jörgen
Norén, senior officer alla Sahlgrenska Academy.
“Questo tipo di danno incrementa in modo rimarchevole il
rischio di carie e anche altre conseguenze negative per i denti”.
Sgrassatori alcalini sono usati nell’industria alimentare,
per esempio nella pulizia delle
cucine professionali, ma sono
comuni anche nell’industria automobilistica e per la rimozione
di scritte vandaliche.
“I danni professionali ai denti
dovuti all’esposizione a sostanze
alcaline non è probabilmente
così comune come quello derivante da sostanze acide, ma
diventa un problema quando i
datori di lavoro non informano i dipendenti dei rischi o non
danno loro accesso al necessario
equipaggiamento di protezione”, aggiunge Taube.
La ricerca espone i denti
estratti a sgrassatori e altre soluzioni alcaline. I campioni di
smalto sono stati esaminati con
un microscopio a scansione elettronica e analizzati utilizzando
vari metodi spettroscopici.
I ricercatori hanno scoperto
che il materiale organico sulla
superficie del dente si dissolve
rapidamente. I risultati indicano che anche i componenti organici dello smalto vengono intaccati nel momento in cui esso
diventa più poroso.
“Tuttavia, non siamo in grado
di dimostrare che le sostanze alcaline cambino la composizione
dei minerali che costituiscono
la maggiore componente dello
smalto”, dice Taube.
“In questo senso differiscono
dagli effetti derivanti da esposizione agli acidi”.
Lo studio è stato condotto presso il Dipartimento di Medicina
Occupazionale e Ambientale della Sahlgrenska Academy e pubblicato sul Journal of Dentistry.
Claudia Salwiczek, DTI
Fonte: Università di Göteborg
Medicina interdisciplinare
Italian Edition
Anno V n. 12 - Dicembre 2009
Lifting al viso? No, alla voce!
relazioni tra disfonie
e alterazioni occlusali
Lia Pappagallo*, Franco Fussi**
*Direttore sanitario del Renova Palace, Ravenna
**Responsabile del Centro Audiologico Foniatrico dell’Azienda USL di Ravenna
In un mondo in continua evoluzione non c’è da stupirsi se
dopo aver modificato qualunque
parte del corpo, le persone si sottopongano anche al “voice lifting” con l’intento di ringiovanire e rimodellare a piacimento
la voce, restituendole la “tridimensionalità” dei vent’anni.
Una tendenza made in Usa
che si sta diffondendo nel nostro
Paese. La voce è uno dei mezzi
più importanti della comunicazione non verbale, riesce a trasmettere gioia, tristezza, paura,
collera, disprezzo e tenerezza,
così come la bocca è in grado di
originare le espressioni, indipendentemente dal significato
delle parole.
Le sfumature sono infinite e
spesso le emozioni possono generare molta confusione e risultare poco riconoscibili, ma la
voce è uno strumento potente, in
grado di esprimere una notevole
varietà di situazioni emotive.
La tipologia comunicativa
di ogni genere vocale, non solo
canoro, è influenzata e caratterizzata da codici espressivi
del tutto particolari, in gran
parte condizionati da variabili
temporali, geografiche, sociali,
fisiologiche e funzionali; pertanto, la chiave per valutare un
disturbo della voce da parte di
un odontoiatra è l’individuazione dei sintomi di specifica
alterazione della funzione occlusale, sia da un punto di vista
funzionale sia da un punto di
vista percettivo e propriocettivo, in quanto la relazione tra
disturbi occlusali e funzione
vocale è ormai accertata.
Ci sono voluti molti anni per
dimostrare che la masticazione
è solo una delle funzioni dell’apparato dentale, in quanto tale
apparato è coinvolto direttamente e indirettamente nella
respirazione, nell’orientamento,
nell’equilibrio, nella postura,
9
nel parlato, nel cantato.
Nel panorama odontoiatrico
è la mandibola la struttura cruciale per l’emissione vocale.
Ad essa, infatti, fanno capo
i muscoli costituenti il pavimento della bocca, ai quali è
appeso in parte l’osso ioide (e
di conseguenza l’intera scatola
laringea). Essa è a sua volta articolata alla base cranica mediante il condilo ed è stabilizzata e mobilizzata dal sistema
dei muscoli masticatori, veri e
propri muscoli posturali partecipanti all’omeostasi staticodinamico-somatica.
Una corretta mobilizzazione
mandibolare garantisce, oltre
a una buona fonoarticolazione, un’apertura adeguata della
bocca e, quel che più conta, la
messa in atto di una corretta
postura linguale, ottimizzando di conseguenza l’assetto del
tratto vocale medio.
DT
pagina 10
10 Medicina interdisciplinare
Anno V n. 12 - Dicembre 2009
pagina 9
È ormai ampiamente riconosciuto il ruolo che le alterazioni
mandibolari rivestono nel provocare alterazioni della funzione fonatoria, esercitando il loro
effetto sulla muscolatura cervicale e sui movimenti.
In particolare, la rigidità mandibolare, con ridotta escursione
della mandibola durante l’articolazione del linguaggio, può
provocare innalzamento della
laringe, con deficit di occlusione
glottica e perdita di efficienza
fonatoria, nonché un incremento della lordosi cervicale.
Nel seguente lavoro si è voluto
approfondire la relazione funzionale esistente tra le articolazioni
temporo-mandibolari e la laringe, ipotizzando che una malocclusione possa creare un’asimmetria nel corretto equilibrio
posturale della laringe e nei
suoi rapporti con i distretti vicini (muscoli faringei, osso ioide,
base della lingua) conducendo
quindi a una asimmetrica tensione muscolare in questi perimetri durante l’attività fonatoria.
Questo studio si è reso necessario per l’esigenza di rispondere a
tre domande: la voce può essere
un segno di disturbo dell’ATM?
Può avere buon esito un trattamento sintomatico della voce
che non tenga conto delle problematiche odontoiatriche?
Come possono cambiare i
parametri psicofisici della voce
(altezza, timbro, intensità, ritmo) qualitativamente o quantitativamente in relazione a un
disturbo dell’articolazione temporo-mandibolare?
Partendo da questi presupposti abbiamo cercato di mettere
in luce le possibili relazioni tra
voce e occlusione, cioè tra la voce
e il funzionamento del distretto
osteo-muscolare dell’articolazione temporo-mandibolare.
Chi nel campo dell’odontoiatria si interessa di problemi della
voce, sa che i disturbi dell’ATM
sono ad ampissimo spettro, ma
in accordo con la recente letteratura li possiamo riunire in tre
gruppi causali:
- cause di origine muscolare;
- cause psicologiche;
- cause dipendenti da alterata
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DT
Italian Edition
SQUADRATO
CILINDRICO
meccanica articolare.
Il dentista, nell’ambito dello
studio dei disturbi della voce artistica e non, potrà quindi integrare la propria cartella clinica
ricercando la presenza di:
• Sindrome Algico Disfunzionale dell’ATM: i pazienti riferiscono bruxismo, rumori
articolari; dolore ai muscoli
masticatori (particolarmente sollecitati sono in genere gli ptegoridei laterali e
mediali); dolore dell’ATM
con diramazione sintomatologica unilaterale a livello dell’orecchio o della zona
adiacente; limitata apertura
della mandibola o segni di
deviazione in apertura; alterazioni occlusali con aumento di attività degli ptegoridei laterali.
• Dolore: se il dolore è l’affezione primaria sarà semplice individuare la sede
d’origine del problema e,
alla palpazione della zona
in questione, sarà facile rilevare una accentuazione del
dolore alla palpazione o alla
mobilizzazione attiva della
zona; se il dolore è secondario, se non c’è acutizzazione
né alla palpazione o mobilizzazione, la sede d’origine del disturbo è altrove.
Per la diagnosi differenziale
tra dolore primario e secondario nella pratica medica si
può anche ricorrere al blocco
anestetico locale dei tessuti.
• Limitazione del movimento
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della mandibola: è rilevabile sia nei disturbi muscolari
sia articolari.
Per cause articolari la limitazione di apertura non supera i 2,5-3 cm e c’è grande
rigidità muscolare, la mandibola non si mobilizza ulteriormente.
DT
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Medicina interdisciplinare 11
Italian Edition
DT
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Per cause muscolari la limitazione può invece presentarsi a qualsiasi grado,
anche per meno di 1 cm,
ma con sollecitazione passiva si può ottenere un’ulteriore apertura.
• Interferenza mandibolare:
nel caso in cui si rilevi una
condizione di deviazione o
allontanamento graduale
dalla linea mediana durante l’apertura. Entrambe
le condizioni sono riconducibili a cause muscolari e
articolari.
• Malocclusione, alterata struttura scheletrica e funzionalità muscolare: in genere il
paziente riferisce di sentire
che “i denti non si adattano
bene” o “sente spazio tra i
denti”, oppure un’alterazione
muscolare degli engrammi
muscolari, come la spinta
anteriore della lingua.
In sintesi, possiamo riassumere che ogni volta che disfonie disfunzionali dipendono
da problematiche odontoiatriche siamo in grado di riscontrare la presenza di bruxismo;
click articolatori; dolenzia dei
muscoli masticatori; dolenzia dell’ATM a riposo e/o in
movimento; dolenzia in zona
preauricolare; acufeni; limitazione mandibolare; interferenza mandibolare; condizione di malocclusione; cefalee;
respirazione nasale disturbata; risonanza vocale disturbata (particolarmente nella
autoregolazione di frequenza
e intensità); articolazione veloce nel parlato disturbata;
movimenti della lingua alterati; alterazioni posturali del
complesso cranio-sacrale.
Suddetti segni saranno oggetto di valutazione e indagine eziologica in sede di equipe,
pertanto andranno annotati come segni di alterazione
non direttamente riconducibili alla sola disfunzionalità
ATM. Da qui, la necessità di
controlli odontoiatrici in ogni
condizione disfonica e l’utilità
di una costante “manutenzione” delle capacità vocali.
Oltre ai normali trattamenti odontoiatrici necessari per
il ripristino dei principi occlusali (riabilitazioni temporo-mandibolari con positioner
occlusali), è utile sottoporre il
paziente a riprogrammazione
posturale globale, ginnastica
propriocettiva computerizzata, controllare i movimenti
del diaframma e, di conseguenza, il flusso di aria e le
vibrazioni delle corde vocali,
mantenendo tonica la muscolatura addominale.
Obiettivo: rendere più regolare la periodicità delle
vibrazioni, che in una donna
variano dalle 180 alle 250 al
secondo e in un uomo dalle
80 alle 150. Per lo stesso motivo, va aggiunta la massima
espansione del torace inferiore, in prossimità della cosiddetta “zona del salvagente”,
imparando a utilizzare con
sicurezza le cavità di risonanza (bocca e faringe) e le corde
vocali come amplificatori di
suoni; in questo modo ritocchi
odontoiatrici mirati correggono timbri sgradevoli e ringiovaniscono voci invecchiate.
Anno V n. 12 - Dicembre 2009
Autori
Lia Pappagallo si è laureata in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Bologna nel 1984, ha poi proseguito gli studi all’estero (Australia, Stati
Uniti e Londra) acquisendo esperienze in diversi contesti specialistici. Socio Fondatore della Sezione Italiana dell’International Charter of the Tufts University di Boston nel 1998. Membro Internazionale dell’Harold Gelb and Cranio Mandibular and Orofacial Pain Center della Tufts dal 1997. Dal 1994 si
occupa di problematiche occluso-posturali, prima secondo la scuola gnatologica, poi come membro della Tufts University di Boston (reparto Harld Gelb
Craniomandibular and Orofacial Pain). Docente di Tecnologie avanzate per la risoluzione degli inestetismi del volto all’Università la Sapienza di Roma.
Svolge attualmente attività di libero professionista a Ravenna. È direttore sanitario del Renova Palace (Istituto Internazionale di Odontoiatria Cosmetica
ed Estetica - Posturologia - Laboratorio della Voce e del Linguaggio).
Franco Fussi è medico chirurgo, specialista in Foniatria e Otorinolaringoiatria; responsabile del Centro Audiologico Foniatrico dell’Azienda USL di
Ravenna. Direttore del corso di Alta Formazione in Vocologia Artistica dell’Università di Bologna (sede a Ravenna). Docente al Corso di Laurea di Logopedia dell’Università degli Studi di Bologna (sede di Ravenna) e al Corso di Specializzazione in Audiologia e Foniatria dell’Università di Ferrara. È inoltre
consulente foniatra del Teatro Comunale di Bologna, delle Accademie d’Arte Lirica di Osimo, Cagli, Martina Franca e dell’Accademia del Teatro Comunale
di Firenze. Ha svolto seminari di Foniatria sulla voce artistica presso numerose scuole di musica, conservatori e corsi di perfezionamento in Canto lirico.
12 Attualità
Anno V n. 12 - Dicembre 2009
Italian Edition
Dentista o attore? Questo è il problema
Giulio Berruti, sex symbol, tra TV e riunito
La sua foto è apparsa ai primi
di novembre sulla copertina di
un noto settimanale specializzato in gossip ad alta tiratura, seguito da un ampio servizio all’interno, corredato da foto più che
accattivanti. In alto, il titolone su
due pagine: “Ho una doppia vita:
sono un attore in TV, ma mi laureo per fare il dentista”.
A Giulio Berruti 25 anni, protagonista de Il falco e la colomba e nuovo “sex symbol delle
fiction”, come viene definito,
mancano solo due esami per la
laurea. E a chi gli chiede come
pensa al suo futuro professionale, come se lo immagina, quali le sue ambizioni, risponde
convinto: “Recitare dà grandi
emozioni, ma io sto pensando
a laurearmi in Odontoiatria.
Voglio diventare dentista. Fare
l’attore è bellissimo, ma è un
lavoro fatto di incertezze. La sicurezza per me è la strada della
Medicina”. Figlio di un chirurgo e di una avvocatessa, il giovane idolo delle telespettatrici
vuole seguire le orme paterne,
pur scegliendo l’Odontoiatria,
altra branca della Medicina.
Durante la lavorazione della
fiction ricorda le corse in camerino con i libri, non appena il
regista, sul set, dava lo stop.
“Quando giravamo a Roma,
finite le riprese – dice – lasciavo spada, casacche e farsetti, mi
cambiavo per andare all’Università [Tor Vergata, Nda] dove,
indossato il camice bianco, seguivo il tirocinio, cioè assistevo
i professori mentre curavano i
denti dei loro pazienti.
Poi tornavo a casa a studiare
e la mattina dopo ero di nuovo
sul set”. Alla richiesta di quale
sia l’obiettivo della sua vita, il
giovane quasi-dentista risponde
che è “provare a realizzare tutte e due le cose.
Ho intrapreso due strade e a
entrambe mi sto dedicando con
passione e impegno”.
Nell’intervista il giovane attore accenna anche alle tappe
del suo successo: dalle prime
sfilate come modello per circa
quattro anni (durante le quali studiava e lavorava), al suo
primo spot pubblicitario fino
alla svolta tre anni fa con un
ruolo da protagonista ne La
figlia di Elisa. Il ritorno a Rivombrosa, che ne ha consacrato
definitivamente il successo.
Alla domanda conclusiva –
“Se un giorno dovesse essere
chiamato a scegliere tra il mestiere di attore e quello di dentista, che cosa farebbe?” –, la
risposta è possibilista: “È ovvio:
quello di attore è un mestiere
che fa sognare a occhi aperti.
E io spero di mantenere il
successo. Però mi dispiacerebbe
rinunciare alla professione di
dentista in cui ho messo tanto
impegno e tanta passione.
Potrei aprire uno studio tutto
mio e continuare a dividermi
tra il set e la medicina.
Così sarei contento io e lo sarebbero anche i miei genitori”.
Quello di Berruti non è il solo
caso di un professionista incerto tra lo schermo e il riunito.
Qualche anno fa, alla seconda
edizione del “Grande Fratello”
partecipò anche Alessandro
Lukacs, allora studente in cerca
di un semplice periodo di svago, oggi dentista affermato con
studio a Napoli.
Talmente infastidito, allora,
dall’accanimento dei giornali, da andarsene via dall’Italia
dopo quella esperienza mediatica: “Devo dire però che fui fortunato perché lavorai per una
grossa clinica svizzera con molti vip a livello internazionale”.
Molti divennero anche pazienti e amici, e vengono a trovarlo a Napoli quando vi approdano con le loro barche.
Della sua esperienza mediatica dice che “è stata bella, in un
periodo della mia vita in cui volevo stare in vacanza. Oggi ho
obiettivi assai diversi”.
Il rapporto di Lukacs oggi con
la TV è tale da averla eliminata
da almeno quattro anni.
Alla domanda, infine, se si
guadagna di più in un anno
da concorrente del “Grande
Fratello” o da dentista, si
schermisce dietro a un “no
comment”.
Anno II n. 2
Dicembre 2009
Inserto di Dental Tribune Italian Edition
Anno V, n. 12 - Dicembre 2009
Olivia M archisio, igienista
e (da poco) sposa modello
Patologia
cariosa dei solchi
e delle fessure occlusali
A limentazione in gravidanza
I consigli dell’ igienista
Gianna Maria Nardi intervista per Hygiene Tribune Olivia
Marchisio, splendido esempio di
donna impegnata nella sua professione di igienista, nello sport e ora
anche nella vita matrimoniale.
> pagina 14
Un attento lavoro sperimentale
valuta e analizza i solchi e le fossette di molari e premolari alla
ricerca dei processi cariosi nascosti, in denti estratti e, a prima
vista, privi di lesioni rilevanti.
> pagina 16
Alimentarsi durante la gravidanza
e il periodo dell’allattamento: preziosi consigli di due igieniste dentali, C. Mazza e N. De Chiara, con
uno occhio di riguardo anche alla
salute orale delle neo mamme.
> pagina 19
La figura
dell’igienista
per la Sio
Dimensione anagrafica
del concetto di igiene orale
Sugli importanti temi
all’ordine del giorno nella
sessione d’Igiene del Congresso nazionale della Sio
(Società Italiana di Osteointegrazione) “Qualità in Implantology” – in programma a Roma il 5 e 6 febbraio
2010 –, Dental Tribune ha
intervistato il presidente
Giuseppe Luongo.
Con l’allungamento della vita media, cambia il concetto sia di salute orale sia di salute sistemica più in generale, poiché questo viene
inevitabilmente definito in seguito all’instaurarsi di alcune condizioni patologiche, di altre legate a fattori ambientali e alle variazione delle abitudini di vita che sono una logica conseguenza dell’effetto dell’invecchiamento dell’individuo.
Le più recenti proiezioni evidenziano un progressivo incremento
della popolazione anziana (popolazione di 65 anni e oltre) che, dagli
attuali 11,9 milioni circa di persone (popolazione residente in Italia al 1° gennaio 2008 - dati Istat), ammonterà entro il 2051 a 20,3
milioni. In termini percentuali, gli anziani raggiungeranno il 33%
della popolazione totale e quelli che vengono considerati i cosiddetti
“grandi vecchi” (per convenzione, individui > 85 anni) passeranno
da 1,4 milioni del 2008 a 4,8 milioni nel 2051. Secondo i dati Istat (report 6/2008) circa la metà della popolazione anziana ultrasessantacinquenne dichiara di avere
almeno due o tre malattie croniche in atto. Accanto al quadro patologico sistemico, si affiancano manifestazioni di demenza, talvolta anche
disordini apparentemente minori come deficit
di memoria o di equilibrio emotivo che possono
interferire gravemente negli aspetti relazionali
e di autonomia. La fragilità dell’anziano, “frail
elderly”, è riconducibile non solo alle caratteristiche fisiologiche e patologiche, ma anche a
una condizione socioeconomica in cui l’anziano
si viene a trovare: condizione dettata dalla povertà, dalla solitudine e dalla disabilità. Il soggetto anziano molto spesso necessita di ricoveri
ospedalieri dove maggiormente si acuiscono le
problematiche legate all’autonomia gestionale
nella cura dell’igiene del cavo orale, dove oltre
a un deficit funzionale si unisce un deficit emotivo che contribuisce al senso di abbandono e
trascuratezza. A questo si aggiungono gli effetti
delle malattie sistemiche e della polifarmacoterapia, che l’anziano deve assumere a causa di
più patologie concomitanti, co-morbidità, con
disastrosi effetti sul cavo orale. L’uso di benzodiazepine, specie quelle a lunga durata di
azione, gli antinfiammatori non steroidei, gli
anticoagulanti, gli antiaggreganti piastrinici,
gli aminoglucosidi, gli antidepressivi triciclici, l’isoniazide, i diuretici tiazidici impiegati a
dosi elevate, gli antineoplastici, la digitale e gli
antiaritmici, possono causare riduzione della
salivazione (ipofunzionamento delle ghiandole
salivari) e percezione di secchezza delle fauci
(xerostomia). Inoltre, possono verificarsi discinesia tardiva (movimenti involontari anomali,
ripetitivi e stereotipati) e sindromi extrapiramidali (digrignamento dei denti e delle protesi), che rendono difficili le manovre di igiene,
oltre che maggiore prevalenza di lesioni della
mucosa orale con rischio di insorgenza di lesioni precancerose. Nell’anziano si crea una si-
HT
pagina 22
XIX
Congresso
Aidi
Gianna Maria Nardi
intervista per Dental Tribune il presidente Aidi,
Marialice Boldi, sui contenuti del XIX Congresso
nazionale del 6-7 novembre di Milano, dove si è
trattato l’argomento delicato dell’“anestesia”.
HT
pagina 24
Paola Lastella, Gianfranco Sorgente
Popolazione giovane e anziana in Italia 1950-2020
tuazione di omeostenosi, ovvero la perdita delle riserve funzionali
di organi e sistemi, la riduzione della capacità omeostatica e quindi
la riduzione dei meccanismi di difesa nei confronti delle variazioni
ambientali che unite alla scarsa igiene orale determinano l’aumento
della suscettibilità a diverse patologie odontostomatologiche.
HT
pagina 15
14 Speciale
Anno II n. 2 - Dicembre 2009
Italian Edition
Neo sposa Olivia Marchisio,
campionessa nello sci e nella professione
Olivia Marchisio: un concentrato di energia, stacanovismo
e forza fisica. Facile ritrovarla
negli aeroporti internazionali
col PC acceso. Da poco giovane
sposa, nel porgerle i più sentiti
auguri per una vita lunga e felice, vogliamo ricostruire con lei
i momenti di una carriera ricca
di soddisfazioni.
randi del Liceo. La curiosità mi
ha spinto: mi sembrava una professione nuova, “diversa”, sebbene
le informazioni che avevo fossero
esigue. All’università conobbi
Annamaria Genovesi e Consuelo
Sanavia che con la loro passione mi stregarono letteralmente.
Che cosa ti ha spinto a intraprendere la professione di
igienista dentale?
La professione si basa sulla
prevenzione. Quindi, la prima
risposta che darei è “aiutare il
paziente a raggiungere il benessere”, perché mira a mantenere
(o ottenere) il benessere di un
Non conoscevo la professione
prima delle presentazioni dei
corsi di laurea che fanno ai matu-
Qual è l’obiettivo professionale primario?
soggetto. La risposta corretta,
oggi più che mai, è la necessità
di far conoscere la professione nel
mondo odontoiatrico, medico e
soprattutto alla popolazione. Se
il lavoro compiuto sinora dai sindacati ha reso più consapevole il
mondo odontoiatrico dell’importanza della nostra figura, rendendo possibile una collaborazione attiva, occorrono ancora tanti
sforzi per far conoscere al mondo
medico e sanitario l’importanza di un approccio di team. Per
non parlare della popolazione, da
motivare nella ricerca della prevenzione e benessere.
Da sinistra: A. Genovesi , O. Marchisio, G.M. Nardi, C. Colonna, C. Sanavia, M. Perno Goldie, M. Palmitessa, E. Goggi.
Hai vinto i Campionati italiani, la Coppa del Mondo Cittadini nel 2001, la Medaglia d’oro
ai Campionati italiani universitari, partecipando come portacolori dell’Italia alle Universiadi di Innsbruck del 2005.
È più difficile essere una brava
atleta o una brava igienista?
A un primo esame sembrano
due mondi completamente diversi,
ma le analogie sono infinite.
Per essere un bravo atleta occorrono impegno, dedizione, costanza, caratteristiche che ritrovo nella
professione. Il valore aggiunto di
un buon igienista sta nel riuscire a
dedicarsi all’attività con un approccio di questo tipo. Infine, un’ultima
similitudine: un buon atleta raggiunge alti livelli con l’allenamento (non solo fisico, ma psicologico,
pratico, tattico) e un buon igienista
deve essere in costante aggiornamento/allenamento per affrontare
al meglio la professione!
La professione consente l’agonismo o sei stata costretta
all’abbandono?
Purtroppo i troppi impegni lavorativi mi hanno portato a un
bivio: continuare a fare l’atleta
ad alti livelli (dedicandovi gran
parte del mio tempo) o cercare
di diventare una brava igienista.
Scelta dura, perché forte è la passione per lo sci, ma non mi sono
allontanata troppo dai campi:
sono maestra di sci e ho la fortuna di allenare un gruppo di bimbi
fantastici nei week-end invernali.
Con loro mi diverto, cerco di trasmettere le mie esperienze, passo
momenti indimenticabili!
Quanto ti ha aiutato lo sport
nella professione?
Tanto, direi tantissimo. Primo, lo sport insegna a perdere
e ad accettare le sconfitte. Nella
professione è fondamentale: a chi
non è capitato un insuccesso? Lo
sport insegna a non arrenderti, a
gestire la situazione, a fare tuoi
gli errori per migliorarti e non
ripeterli più.
Dove sta la maggiore difficoltà nella professione d’igienista
dentale?
L’approccio con il paziente,
l’empatia, la comunicazione, la
manualità, la destrezza, l’aggiornamento continuo per conoscere
tutte le tecnologie…
Le difficoltà sono tante e per
questo vanno allertate tutte le
abilità.
Avendo un incarico anche
all’Università, di cosa i giovani
hanno maggiormente bisogno?
Di maggior motivazione.
La società porta ad avere cose
facili, senza troppi sforzi e sacrifici, non esistono più sogni da raggiungere, e con essi viene meno la
determinazione negli obiettivi.
Quali novità ti hanno più impressionato all’ultimo congresso di ricerca in Igiene
dentale, cui hai partecipato, a
Bethesda?
Il “North American Dental
Hygiene Research Conference”
è stato uno dei momenti scientifico-culturali più importanti nella mia carriera professionale. È
stato bellissimo potersi confrontare al tavolo con nomi illustri
dell’Igiene dentale.
Mi ha impressionato poter apprezzare come la categoria è ormai matura per immergersi in
quel fantastico mondo che è la
ricerca. La ricerca traslata alla
pratica, soprattutto fatta da igienisti dentali per igienisti dentali
inizia ad essere una realtà.
In un profilo immaginario di
igienista chi e quali caratteristiche utilizzeresti?
Penso allo spirito di unione di
Esther Wilkins, alla scientificità
di Michele Darby, alla scrupolosità e precisione di Birgitta Söder
e Anna Pattison, alla conoscenza
del dettaglio di Carla Beneduce,
alla simpatia di Tammy O’Byrd,
di Michael Wheeler e di Ann
Battrell, alla didattica ed empatia di Sherry Burns, all’infaticabilità e creatività di Maria Perno
Goldie. Ce ne sarebbero ancora
altri, senza dimenticare il genio
italiano di… meglio non dirlo,
preferisco la suspense!
Con una famiglia, come riuscirai a conciliare gli impegni
con la professione, l’Università, l’Accademia e i rapporti internazionali?
Sempre più difficile. Ma
“quando il gioco si fa duro… i
duri entrano in campo!”. Cercherò di praticare la citazione.
Goethe diceva: “Le cose migliori si ottengono con il massimo della passione” e io, nel mio
piccolo, cercherò di mettercela
tutta. Perché, come diceva Papa
Giovanni XXIII, “non conta nella vita fare cose grandi o piccole, vistose o insignificanti, ma la
passione con cui esse si fanno”.
Il tempo dirà se ce l’avrò fatta
oppure no.
Gianna Maria Nardi
Speciale 15
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Anno II n. 2 - Dicembre 2009
La dimensione anagrafica
del concetto di igiene orale
Paola Lastella, Gianfranco Sorgente
zando le dimissioni del paziente
e offrendogli un’assistenza integrata e personalizzata che comprenda la cura e le istruzioni,
ove possibile, dell’igiene orale.
I pazienti anziani non sono
tutti uguali e hanno bisogno di
modelli di comunicazione diverHT
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Una naturale deplezione proteica nell’anziano esacerbata da
un’inadeguata alimentazione per
deficit vitaminici e carenze proteiche in seguito a difficoltà masticatoria porta come conseguenza
a dei cambiamenti nella capacità
di alimentarsi (disfagia), nell’assunzione del tipo di dieta (ridotta
capacità masticatoria), a cambiamenti del peso corporeo.
Tutto questo influenza la capacità di comunicazione, il comportamento, l’aspetto esteriore, l’interazione sociale con un conseguente
peggioramento della dimensione
emotivo-affettiva. L’aspetto sociale
e quello sanitario hanno l’obbligo
di interagire: gli anziani hanno
bisogno di risposte differenziate,
personalizzate e flessibili che tengano conto della loro diversità e
peculiarità attraverso un approccio
multiprofessionale integrato.
Sarebbe necessario avere la possibilità di offrire al paziente geriatrico un percorso di cura dell’igiene
orale a livello domiciliare da parte
di una figura professionale esperta nella valutazione del bisogno
dell’anziano fragile, come ci suggeriscono le esperienze nazionali
e internazionali dei programmi
integrati di intervento socio-sanitario centrati sul modello del
“case-management”, cioè una figura che si prenda cura dei bisogni
dell’anziano e gli assicuri l’effettiva
erogazione del servizio necessario,
prevenendo attraverso la cura e la
motivazione all’igiene orale anche
il rallentamento cognitivo.
Questa figura potrebbe sicuramente essere l’igienista dentale, il
quale possiede tutti gli strumenti
per poter intraprendere un percorso assistenziale personalizzato.
L’Oms si è posta degli obiettivi
di riduzione dell’incidenza della
patologia odontostomatologica per
il 2020: ciò significa che si deve
fare qualcosa in una popolazione
anziana che sta invecchiando sempre di più e per la quale abbiamo la
necessità di migliorarne la qualità
della vita. L’influenza della patologia parodontale sulle malattie
sistemiche, dovuta essenzialmente
a scarsa igiene orale, può portare
all’alterazione di valori ematochimici quali ad esempio iperglicemia e ipercolesterolemia con un
peggioramento dei quadri patologici clinici e quindi aumento del
rischio di malattia cardiovascolare con conseguente innalzamento
della spesa pubblica.
Nei pazienti ospedalizzati si
verifica spesso l’allungamento
dei tempi di degenza a causa di
infezioni batteriche dovute a una
scarsa igiene orale con un incremento dei costi per la sanità
pubblica. È auspicabile l’inserimento della figura professionale
dell’igienista dentale nel Sistema
Sanitario Nazionale che intervenga in questi reparti, velociz-
si a causa delle diverse difficoltà
oggettive che presentano.
L’obiettivo è il miglioramento dello stato funzionale, fisico,
cognitivo e affettivo dell’anziano, attraverso la modulazione
del messaggio e l’applicazione
di protocolli standardizzati, ma
nello stesso tempo specifici e
programmati e la conseguente
riduzione della spesa sanitaria,
identificando percorsi assistenziali che siano in grado di migliorare la qualità della vita,
attraverso attività continuative e
multidisciplinari di équipe.
16 Speciale
Anno II n. 2 - Dicembre 2009
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Analisi microscopica dei solchi e delle fessure
occlusali affetti da patologia cariosa
Salvatore Solomita*, Loredana Bellia**, Pietro Ausiello***
*Igienista dentale, libero professionista
**Coordinatore CLID Università “Federico II” Napoli
***Professore Associato Reparto Conservativa “Federico II” Napoli
Introduzione
È sempre più frequente il riscontro nei soggetti molto giovani di processi cariosi non
evidenziabili clinicamente, che
impongono un’attenta disamina
da parte di chi si accinge a eseguire una sigillatura dei solchi.
Nella “vecchia” tradizione
odontoiatrica veniva proposto il
metodo “visivo-tattile” per diagnosticare la carie dei solchi(2),
ritenendo sufficiente l’analisi
visiva e la specillatura dei solchi per diagnosticarla; venivano
quindi sigillati i solchi considerando non dannosi eventuali
batteri, rimasti in profondità,
in quanto inibiti dall’ambiente
anaerobico. Oggi, questa tecnica è considerata improponibile,
perché è stato dimostrato(30) che
l’utilizzo dello specillo nel fondo
del solco potrebbe accelerare il
processo carioso.
Per la diagnosi di carie dei solchi non è consigliabile attuare le
procedure radiologiche convenzionali (endo-orale, bitewing,
OPT), in quanto risultano del
tutto inadeguate a evidenziarle
(Figg. 1a, 1b). Per ovviare alla
carenza dei sistemi convenzionali, l’industria tecnologica ci
ha fornito delle nuove apparecchiature diagnostiche in grado
di rilevare la presenza di carie
dei solchi, evidenziando con metodiche qualitative e quantitative la presenza di processi cariosi
quali le “hidden caries”(29), non
riscontrabili con le metodiche
classiche. Questi strumenti diagnostici detti “Diagnostic Tools”
hanno la capacità di mostrare
minime e invisibili decalcificazioni dello smalto, che possono
evolvere in tempi più o meno
rapidi in cavitazioni cariose.
Tra i sistemi più conosciuti,
nella pratica clinica, ritroviamo
il DIAGNOdent (Kavo, Germania), laser a fluorescenza con fibra ottica che impiega un raggio
luminoso della lunghezza d’onda di 655 nanometri.
Fig. 1a - Solco con carie.
Il raggio laser viene puntato
verso la parte del dente da analizzare e grazie all’ausilio di un
ulteriore fascio di fibre ascendenti, aventi la proprietà di captare
la fluorescenza prodotta dai tessuti dentali e dai batteri, questo
strumento diagnostico è in grado di rilevare in valori numerici
l’evidenza reale della presenza
di un processo carioso e della
sua entità. Vari studi sono stati
eseguiti per poter analizzare e
interpretare i valori numerici
dati da DIAGNOdent; tra questi, riscuote i maggiori consensi
la tabulazione fatta da Lussi e
riportata nella Tabella 1 che è
anche quella più coerente con
i dati prodotti dal fabbricante.
Lo strumento DIAGNOdent è
stato messo a punto da Hibst e
Gall e i tanti lavori seguiti alla
loro pubblicazione ne hanno
confermato ulteriormente l’affidabilità; anche se è consigliabile
per un corretto impiego un periodo di apprendimento che può
essere svolto su denti estratti.
Risulta opportuno, prima di
eseguire la tecnica di sigillatura, effettuare una diagnosi con
Diagnostic Tools, in quanto non
è possibile ignorare preventivamente la presenza di una hidden caries. Le carie nascoste,
o carie coperte, definite anche
“fluoride syndrome” o “fluoride
bomb”(29) – definizioni che meglio identificano l’iter eziologico
di queste lesioni – possono essere sospettate quando i solchi
appaiono debolmente pigmentati, nonostante non risultino
positivi al test della sonda o
all’esame radiografico. In alcuni casi, utilizzando strumenti
ingrandenti, possiamo notare
una opacizzazione dello smalto a
livello di una o più fosse, mentre
la restante parte della superficie
occlusale appare integra.
Uno studio condotto da Campus et al. nel 2003(11) ha evidenziato la correlazione stretta tra
la presenza nel cavo orale di concentrazioni elevate di ioni fluoro
e la presenza di hidden caries.
Il continuo contatto con sostanze contenenti sali fluorati (e
non il fluoro introdotto per via
sistemica) determina una marcata resistenza alla aggressione
batterica da parte dei solchi delDIAGNOdent
valori
0-5
5-10
10-15
15-20
20-25
25-30
30+
Fig. 1b - Carie non evidente con RX.
Tab. 1
No action
lo smalto, con i quali i fluoruri
sono venuti a contatto.
Quindi, le aree superficiali risultano troppo protette, mentre
in quelle profonde dei solchi, soprattutto se conformate a goccia,
i batteri riescono a penetrare attraverso micro fessure, trovando
un ambiente favorevole al loro
sviluppo e creando i presupposti per un processo carioso che
interessi lo smalto prima e la
dentina successivamente (Figg.
2a, 2b). Nel momento in cui ci
troveremo a dover prendere una
decisione sul tipo di trattamento
da effettuare su un dente (di solito in soggetti di giovane età) con
presenza di solchi anfrattuosi o
pigmentazioni, ci sarà sempre di
ausilio il DIAGNOdent.
Quando troveremo valori al
di sotto di 15 non eseguiremo
alcun intervento aggressivo, ma
ci limiteremo a sigillare i solchi dopo aver deterso accuratamente la superficie. Una buona
detersione dei solchi può essere
effettuata con mezzi poco aggressivi ma sicuramente efficaci
come l’air poliscing(7).
L’air polishing è uno strumento capace di proiettare sul
dente un getto di particelle di
bicarbonato di sodio, veicolate
da aria e acqua, non particolarmente violento, producendo un
modesto effetto escavazione e
una buona rimozione delle discromie. Nel caso in cui i solchi,
valutati con il DIAGNOdent,
risultino affetti da fenomeni di
demineralizzazione si consiglia
il trattamento con apparecchiature più aggressive come l’air
abrasion o la fissurotomia.
L’air abrasion (micro abrasione superficiale) è uno strumento
capace di proiettare sulla superficie del dente un getto di aria
e particelle di ossido di alluminio (27 micron di diametro)
alla pressione di 6-8 atmosfere.
L’impatto delle particelle determina una rimozione veloce
dello smalto, mentre è più lenta
quella della dentina, in quanto
l’elasticità di questo tessuto ammortizza l’impatto delle particelle. La rimozione del tessuto
dentale è molto precisa e le superfici ottenute sono molto lisce
e suscettibili a una efficace mordenzatura.
Preventive
therapy
Record e
monitor
Fig. 2a - Le hidden caries
possono essere presenti
anche quando lo smalto
appare integro
(da SSWITE).
Fig. 2b - La carie potrebbe superare lo spessore dello smalto e raggiungere la dentina.
L’unica
controindicazione
dell’air abrasion è la dispersione nell’ambiente di una grande
quantità di polvere e di ossido
di alluminio, che possono creare danni sia al paziente sia agli
operatori. Si cerca di ovviare a
questo inconveniente usando un
sistema di aspirazione ad alta
velocità correlato da grosse cannule adiacenti all’elemento dentale trattato.
La tecnica detta “fissurotomy”
è una metodica più aggressiva
delle precedenti e prevede l’allargamento dei solchi mediante
l’utilizzo di piccolissime frese
“multilame” in carburo di tungsteno (SS White, USA). Vi sono
frese di diversa forma, ma tutte
di dimensioni molto piccole, capaci di produrre un taglio molto
netto e rapido. La forma delle
frese consente la conservazione
dell’integrità strutturale della
superficie occlusale del dente,
nella diagnosi e nel trattamento
delle carie nascoste. Inoltre, la
minima invasività lavorativa,
dataci dalle ridotte dimensioni,
ci permette di lavorare senza
l’uso di anestetici.
Sealand
Preparation
Le frese creano una micro cavità con pareti divergenti che
ci permettono di ottenere un
ottimale ancoraggio della resina sigillante nel fondo del solco
grazie anche alla capacità di rendere molto levigate le superfici.
Il lavoro sperimentale
Scopo del presente lavoro è
stato quello di valutare e analizzare i solchi e le fossette di
molari e premolari di denti
sani, umani, provenienti da una
popolazione giovanile, di razza
europea, avendo come obiettivo
la ricerca di processi cariosi nascosti in denti estratti che si presentavano all’esame visivo privi
di lesioni rilevanti.
Per ottenere questo sono stati
impiegati solo denti che hanno
presentato valori di attendibilità di un processo carioso attraverso il DIAGNOdent (compresi
tra 10 e 30 secondo la tabella di
Lussi) compatibili con l’applicazione di sigillanti in vivo.
Materiali e metodi
Sono stati selezionati 92 denti,
estratti da pazienti giovani di
età compresa tra 14 e 25 anni.
Gli elementi selezionati sono
stati resi privi della presenza di
residui di tessuto paradontale.
In seguito, dopo averli catalogati, sono stati singolarmente immersi e conservati in soluzione
fisiologica per il tempo necessario all’esplicazione della sperimentazione.
Inizialmente tutti i solchi
sono stati detersi, impiegando
l’air flow (ProSmile HandySirona Dental System Gmbh,
Germania) a getto di aria, acqua e bicarbonato di sodio, per
circa 20 secondi.
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Speciale 17
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I campioni sono stati analizzati con il laser diagnostico DIAGNOdent, escludendo gli elementi dentari che presentavano
valori superiori a 30 (vedi Tab. 1),
potendo contare, a questo punto,
su un campione di 72 denti atti
allo scopo (20 non rispondevano
ai requisiti della nostra ricerca).
In seguito, all’analisi attuata i
72 campioni di denti, sono stati
suddivisi per tipologia:
- premolari inferiori: 14;
- premolari superiori: 13;
- molari inferiori: 11;
- molari superiori: 14;
- molari del giudizio
superiori: 10;
- molari del giudizio
inferiori: 10.
(Vedi Tabb. 2a, 2b).
Tutti i nostri campioni sono
stati sezionati lungo un piano
orizzontale passante per la giunzione amelo-cementizia.
Risultante una parte superiore (corona) e una inferiore (radice). Sia le corone sia le
radici sono state sezionate su
piano sagittale per rilevare la
profondità, la morfologia e la
presenza di decalcificazioni e/o
carie dei solchi.
Per sezionare i denti è stato
utilizzato un microtomo con
lama diamantata circolare di
circa 10 cm di diametro e 1 mm
di spessore (Figg. 3a, 3b).
Infine, le sezioni dei denti sono
state nuovamente fotografate e
analizzate per valutare visivamente e al microscopio ottico la
veridicità dei valori ottenuti con
il DIAGNOdent.
Risultati
L’osservazione eseguita alla
microscopia ottica (Fig. 4) sui
campioni di denti sezionati ha
consentito di illustrare le diverse tipologie di solchi e fossette,
definendo anche le caratteristiche peculiari di alcune di esse.
L’osservazione della Fig. 5 illustra la classica conformazione
dei solchi definiti a “V”.
In questa immagine è evidente la diversa svasatura del solco
stesso, più o meno stretta.
La presenza di carie è evidenziata dalla modifica di organizzazione dei tessuti, smalto e
dentina, visibile alla microscopia ottica dell’immagine. Nella
Fig. 6, invece, si osservano i solchi definiti a “T”, quelli in cui
si presenta la difficoltà di potere
rimuovere i detriti dal fondo del
solco, in quanto stretto verso la
superficie occlusale.
Nelle Figg. 7 e 8 si osservano i
tessuti dentali disorganizzati al
di sotto dell’imbocco del solco,
che apparentemente sembra ancora non affetto dalla patologia.
Le Figg. 9a e 9b, infine, illustrano altre tipologie meno
complesse di solchi, dal punto
di vista anatomico, in cui però
si osservano tutti i fenomeni
tipici della disorganizzazione dentinale e smaltea conseguente a carie.
La gravità del processo carioso, da relazionare in funzione all’estensione orizzontale e
verticale nei tessuti smalto e
dentina, in tutte le immagini è
limitata dalla bidimensionalità
delle fotografie, che caratterizzano le sezioni analizzate e che
non riflettono, invece, la reale
estensione a 360° del processo
carioso stesso.
Anno II n. 2 - Dicembre 2009
Discussione
È solo da pochi anni, dopo
il parziale successo di metodiche chimiche in grado – per lo
meno nelle intenzioni dell’industria – di individuare selettivamente siti cariosi che
l’industria (Kavo, Germania)
ha introdotto un dispositivo in
grado di individuare con un
margine di sicurezza quasi assoluto siti esenti da processi di
demineralizzazione e carie da
quelli, invece, colpiti dai fenomeni iniziali della patologia.
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Fig. 3a - Microtomo “Isomet”.
Fig. 3b - Particolare del microtomo al lavoro.
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I risultati di questa ricerca
preliminare hanno confermato
i dati peraltro già presenti in
letteratura sull’efficacia del dispositivo elettronico Diagnodent nel distinguere solchi sani
e solchi affetti. Nell’analisi delle sezioni dei nostri campioni,
abbiamo riscontrato che molti
denti, che all’ispezione visiva o
con specillo appaiono minimamente compromessi, in realtà
presentano zone di demineralizzazione che raggiungono, in
alcuni casi, anche la dentina
sottostante evidenziando già il
processo carioso. Su 72 sezioni di
denti analizzati al microscopio
ottico, 48 non presentano nessun
processo patologico a carico dei
tessuti sottostanti il fondo dei
solchi (smalto-dentina) e l’analisi microscopica è perfettamente
equiparabile al range “5-20” del
DIAGNOdent, quindi compatibili con il normale protocollo
operativo della sigillatura.
Tuttavia, ben 24 sezioni (il
33% dei nostri campioni) presentano decalcificazioni (16 denti) o addirittura carie al di sotto
dei solchi (8 denti), che necessitano di trattamenti operativi
pre-sigillatura. Anche in questo
caso vi è perfetta sintonia di valori tra la diagnosi strumentale
e quella visiva al microscopio.
Successivamente, abbiamo diviso i 24 campioni in 2 gruppi
da 12: gruppo A e gruppo B.
Il gruppo A è stato trattato con
la tecnica detta M.A.S. (Micro
Abrasione Superficiale), mentre
il gruppo B con la Fissurotomia.
Tab. 2a - Alcuni campioni dei premolari trattati (visti al microscopio ottico a 10x).
Tab. 2b - Alcuni dei molari trattati (visti al microscopio ottico a 10x).
Fig. 4 - Microscopio ottico STEMI SV 6 della ZEISS.
Dalla nostra esperienza abbiamo riscontrato un miglior
risultato operativo nei denti del
gruppo B, in quanto con l’utilizzo delle frese Fissurotomy si
riesce a mantenere una buona
morfologia del dente e dei solchi, in quanto, essendo molto
piccole e calibrate, permettono
di operare con molta precisione. Invece, con la M.A.S. è più
difficile controllare la quantità
di tessuto abraso, e inoltre la
produzione di grandi quantità
di fumi può creare danno sia
all’operatore che al paziente. Le
frese Fissurotomy hanno anche
la peculiarità di creare delle
Fig. 5 - Solco a “V” ingrandimento 15x.
Fig. 6 - Solco a “T” ingrandimento 15x.
Fig. 7 - Demineralizzazione dei tessuti, ing. 20x.
Fig. 8 - È evidente la profondità della lesione, ing. 20x.
Fig. 9a - Evidente hidden carie, ing. 25x.
Fig. 9b - Evidenza di decalcificazione, ing. 20x.
pareti dei solchi tali da permettere un ottimo ancoraggio
dei prodotti sigillanti, creando
anche l’accesso per lo specillo
e quindi, migliorando ulteriormente l’operatività. Ultimo, ma
non meno importante, valore di
queste frese è la possibilità di
poter operare senza l’utilizzo di
anestetico, in quanto, lavorando
su una superficie molto ridotta,
sia in profondità che in larghezza, non possono creare nessuna
sensibilità al paziente.
Da questa distinzione in poi,
anche le indicazioni terapeutiche si modificano. Applicazione
di Sealants in assenza di carie
dei solchi e delle fessure. Fissurotomia nel caso di interessamento di queste aree e protocolli
terapeutici adesivi mediante resine composite o cementi vetroionomerici.
La bibliografia è disponibile
presso l’Editore.
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Anno II n. 2 - Dicembre 2009
Alimentazione in gravidanza e allattamento
secondo i consigli dell’igienista dentale
Clelia Mazza, Nicoletta De Chiara Igieniste dentali
Sane abitudini alimentari
della gestante sono la migliore
garanzia per la salute del feto e
del primo periodo di vita del neonato, soprattutto se il bambino
sarà allattato al seno(1).
Molta attenzione va data alla
qualità degli alimenti: vanno limitati, o meglio eliminati, i cibi
contenenti additivi come conservanti e coloranti, preferendo ad
essi cibi freschi, poco trattati, e
optando per cotture veloci come
quella al cartoccio e al vapore,
ideali anche per limitare i grassi e tenere a bada il proprio peso
(in gravidanza l’incremento di
peso non dovrebbe superare i
10-12 kg).
Tenere d’occhio la bilancia
significa non soltanto ritornare
facilmente al proprio peso dopo
la nascita del bambino ma, soprattutto, condurre una gestazione tranquilla, prevenendo
problematiche quali il diabete
gravidico e l’ipertensione che
predispone alla gestosi, una sindrome che impedisce una corretta conduzione delle sostanze
nutritive dalla madre al feto(2).
In gravidanza il fabbisogno
di calcio aumenta considerevolmente per un’appropriata coagulazione del sangue e per la
formazione e sviluppo di ossa e
denti del nascituro(1).
Considerando che la deposizione di calcio nei denti del
feto comincia al quarto mese di
gravidanza, è intuibile pensare
come un’efficace prevenzione
delle malattie della bocca del
bambino debba iniziare proprio
nel periodo fetale(3).
Maggiore attenzione va data
anche alle quantità di ferro, essenziale per la maggiore sintesi
di emoglobina materna.
La gestante sarà sensibilizzata dall’igienista dentale anche
sull’importanza di un corretto
apporto di vitamine al fine di
evitare il verificarsi di stomatomucositi, dovute, appunto, a
carenze vitaminiche.
In particolare:
- un deficit di vitamina A
causa ipercheratosi della
mucosa orale e predispone a
processi infiammatori;
- insufficienti quantità di
vitamina C provocano facilità di sanguinamento,
oltre a rendere la gengiva più vulnerabile alle
endotossine
batteriche;
- un ridotto apporto di vitamina PP determina alterazioni gengivali (edema, ulcerazioni e sanguinamento);
- una carenza di vitamine
del complesso B predispone
a stati infiammatori della
mucosa orale, in particolare la carenza di vitamina
B6 sembra determinare alterazioni regressive dell’osso alveolare e dell’epitelio
delle papille interdentali(4).
In generale, il fabbisogno
delle vitamine del complesso B
aumenta durante la gravidanza, in quanto cresce la necessità
di produrre grandi quantità di
energia. Nell’ambito del gruppo
delle suddette vitamine è importante, per la gestante, assicurarsi adeguate quantità di acido
folico (vitamina B9), una cui
carenza sembrerebbe correlata
alla comparsa del labbro leporino. Tale vitamina riveste un
ruolo fondamentale nella maturazione dei globuli rossi del
feto e nel corretto sviluppo dei
tessuti embrionali, soprattutto
durante le prime settimane di
gravidanza, allorquando avviene l’organogenesi(1).
Anche le richieste di vitamina C aumentano per aiutare la
placenta a formarsi correttamente e accrescere la resistenza
alle infezioni. Tra le donne in
gravidanza che fumano il fabbisogno di vitamina C giorna-
liero è raddoppiato rispetto alle
non fumatrici.
L’igienista dentale, comunque, motiverà le future mamme a non fumare, suggerendo
di non frequentare ambienti
fumosi. Il fumo, infatti, sia
esso attivo o passivo, induce un restringimento dei vasi
sanguigni con riduzione del
flusso del sangue e interferisce
con la disponibilità di nutrienti al feto e con la capacità di
trasporto dell’ossigeno a causa
della formazione di carbossiemoglobina(1).
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20 Speciale
Anno II n. 2 - Dicembre 2009
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pagina 19
Altro aspetto da non trascurare è il problema relativo all’assunzione di crackers, biscotti,
fette biscottate, caramelle ecc.,
consumati dalla gestante per
mitigare il senso di nausea frequente soprattutto durante il
primo trimestre di gravidanza
per la produzione di lattogeno
placentare, ormone deputato
alla crescita della placenta.
I residui di tali carboidrati, se
non allontanati attraverso una
scrupolosa igiene orale, possono
diventare fattori promuoventi la
formazione della placca batterica, aggravando il già delicato
equilibrio del cavo orale in cui
la saliva si arricchisce di mucoproteine, fattore che già di per
sé predispone alla placca(3).
L’igienista dentale potrà consigliare alla gestante sciacqui al
bicarbonato di sodio dopo il vomito per neutralizzare l’attacco
acido sui denti e la informerà
e istruirà circa l’importanza di
conservare uno stato di salute
orale durante i mesi di gestazione, quale presupposto fondamentale per l’integrità della
salute propria e per lo sviluppo
ottimale di denti e cavità orale
del nascituro.
A tale scopo l’igienista dentale darà informazioni utili alla
paziente gravida per la prevenzione della carie dentale e il
mantenimento della salute delle strutture di supporto del dente(5), attraverso una dieta varia,
contenente i gruppi nutritivi
essenziali, con un minimo di
cibi cariogeni.
Compito dell’igienista è,
inoltre, quello di impostare un
programma di preparazione al
parto per offrire alla paziente
gravida un’adeguata cura prenatale, per cui l’istruzione alla
salute orale del nascituro deve
cominciare prima della sua nascita per preparare non solo la
mamma, ma anche il papà, alle
attenzioni di cui il piccolo avrà
bisogno(3). Durante l’allattamento è richiesto un apporto di
energia maggiore rispetto alla
gravidanza(1), tuttavia la dieta
deve consentire sia alla mamma
di ritornare al proprio peso forma sia di stimolare e mantenere
la lattazione.
Italian Edition
Per bruciare le calorie in eccesso un po’ di moto può essere
utile. Per avere un buon latte
bisogna mangiare alcuni tipi
di alimenti, vale a dire cibi
oleosi, frutta secca, legumi,
cereali e uova; per idratare
frutta e verdura: l’idratazione
è fondamentale poiché il latte è un alimento liquido e per
produrne a sufficienza occorre
bere molta acqua(2).
Nei primi mesi di vita del
bambino uno degli errori più
comuni è quello di tenerlo tranquillo con una tettarella intinta
nello zucchero o nel miele, oppure di somministrargli con il
biberon liquidi zuccherati come
acqua, camomilla o succhi di
frutta. Tali abitudini sono determinanti per lo sviluppo della cosiddetta carie da biberon o
“baby bottle tooth decay”, una
delle principali cause di lesioni
cariose dei bambini nei primi
anni di vita.
La carie da biberon si manifesta solitamente a carico degli
incisivi centrali e laterali superiori e, solo quando il processo
carioso ha coinvolto in maniera
destruente le superfici dei suddetti elementi, vengono coinvolti anche i canini.
La distruzione delle corone
degli elementi interessati è rapidamente progressiva, tale che
già verso i 3-4 anni sono visibili
le sole radici.
Ciò è collegato alla sottigliezza
dello smalto degli elementi decidui che presentano uno spessore
smalteo di 0,5 mm contro 1 mm
dei denti permanenti(3). Il gruppo frontale inferiore è protetto
dall’autodetersione esercitata
dalla lingua e dal labbro inferiore, nonché dalla produzione
notturna di secrezione mucinosa delle ghiandole salivari.
La sindrome da biberon riconosce un’eziologia multifattoriale:
- errate abitudini alimentari;
- elevata permanenza del
contatto tra denti e alimenti
cariogeni;
- scarsa igiene orale;
- abitudini scorrette all’utilizzo di sostanze zuccherine
veicolate dal biberon o dal
ciuccio, soprattutto durante
le ore notturne(2).
È utile ricordare che il latte,
sia che si parli di latte bovino
Le sostanze zuccherine possono determinare carie nel bambino.
che di quello umano, contiene
una quantità importante di lattosio; più precisamente, il latte
umano contiene una quantità
doppia di lattosio rispetto al latte di vaccino.
Ampiamente riconosciuta è
l’attività cariogena del lattosio
ed è pertanto superfluo, se non
addirittura errato, aggiungere
al latte altri dolcificanti che influenzano lo sviluppo della patologia in questione, fornendo
alla flora batterica cariogena,
S. Mutans in particolare, substrati per la produzione di acidi
e loro adesione sulle superfici
dentali. Di contro il latte, oltre
al lattosio, contiene anche grandi quantità di calcio e fosforo,
elementi che gli conferiscono
attività anticarie in quanto contribuiscono alla remineralizzazione dello smalto(4).
Il grado di resistenza conferita da calcio e fosforo allo smalto
nei confronti della produzione
acida è stato dimostrato misurando comparativamente il diverso grado di dissoluzione dello
smalto nella saliva osservato in
presenza di latte o di solo lattosio. La dissoluzione è risultata
maggiore nel secondo caso.
Il latte contiene alcune proteine come la caseina, capace di
costituire un rivestimento organico protettivo della superficie
dello smalto. Per quel che concerne il tipo di allattamento, materno o artificiale, viene portata
avanti la tesi che l’allattamento
al seno rappresenti un fattore di
protezione nei confronti della
patologia cariosa(2), inoltre mostra numerosi vantaggi rispetto
all’utilizzo del biberon, non solo
perché rappresenta la forma fisiologica dell’alimentazione, ma
anche perché influisce in maniera positiva sul corretto sviluppo psicofisico del bambino.
Nel latte naturale sono presenti principi nutrienti in percentuali idonee alle esigenze e
alle capacità digestive del neonato, percentuali difficilmente
riproducibili nel latte artificiale; in più, le immunoglobuline
della madre, contenute nel latte,
immunizzano il neonato, incapace nei primi mesi di produrre
anticorpi in maniera autonoma.
Attraverso la suzione al seno,
inoltre, il neonato stabilisce una
simbiosi con la madre e soddisfa il proprio bisogno d’affetto,
aspetto importante ai fini di
un corretto sviluppo psicoaffettivo(5). Per quel che concerne
l’apparato stomatognatico, la su-
zione al seno facilita lo sviluppo
neuromuscolare, stimola le creste alveolari attraverso l’esercizio continuo, rende la conformazione palatale più concava per
la sollecitazione esercitata dalla
lingua contro di esso, sviluppando nel bambino la capacità
di respirare attraverso il naso(7).
Secondo quanto riportato
dall’Oms e dall’Unicef, il mancato allattamento al seno durante i primi sei mesi di vita può
rappresentare un importante
fattore di rischio predisponendo i neonati ad ammalarsi con
più facilità, oltre a una minore
produttività e un diminuito sviluppo intellettuale e sociale durante l’infanzia.
Per tali motivi si raccomanda
di protrarre l’allattamento al
seno in modo esclusivo per i primi 6 mesi di vita e di continuarlo
fino a oltre 1 anno, associandolo
a idonei alimenti complementari durante lo svezzamento(6).
Nel caso di allattamento artificiale, l’igienista dentale potrà
consigliare l’utilizzo di tettarelle
anatomiche la cui forma riproduca il più fedelmente possibile
quella del capezzolo materno,
non troppo lunghe per mantenere la funzione che si realizza
durante la suzione del capezzolo,
ossia la pressione che la lingua
esercita sul palato duro.
Inoltre, è opportuno che i fori
sulla tettarella non siano troppo
larghi affinché il latte non defluisca rapidamente o comunque spontaneamente, evitando
di sopprimere il coinvolgimento
attivo dei muscoli(5).
In genere i pediatri consigliano di sospendere l’allattamento
al seno o con il biberon intorno
ai nove mesi; in ogni caso l’utilizzo prolungato del biberon
dovrebbe essere scoraggiato,
soprattutto l’uso aggiuntivo nel
latte di dolcificanti o la somministrazione attraverso il biberon
di bevande dolci dal momento
che tutte queste abitudini possono avere ripercussioni negative sul cavo orale.
L’igienista dentale motiverà
i genitori sull’importanza che
assume l’alimentazione seguita
dal bambino e sulla necessità
di eseguire manovre di igiene
orale per prevenire problematiche patologie dell’apparato
orodentario, quale la sindrome
da biberon. Per queste ragioni
l’igienista spiegherà la modalità di pulizia di denti e gengive dopo ogni pasto: il capo
del bambino viene messo sul
grembo con le gambe distese in
avanti, tenendogli il mento con
una mano e una garza viene
passata gentilmente sulle superfici da detergere(8).
Bibliografia
1. “Il benessere invisibile” in Sapere & salute.
2. Di Pietro P. Gravidanza e parto in piena salute. Biblioteca della salute
- Ed. Red.
3. Fonzi L., Passagrilli B., Kaitsas V. Prevenzione dentale. 2° ediz. Servizio Informazione Scientifica - Mentadent.
4. Liuzzi D. Prevenzione odontoiatrica in gravidanza. Riv Italiana di
Stomatologia 2002: lug-set; 127- 134.
5. Fitzsimons D, Dwyer JT, Palmer C, Boyd L.D. Nutrition and oral health guidelines for pregnant women, infants and children. J Am Diet
Assoc. 1998 Feb; 98 (2): 182-186.
6. Valentino C., Riccio C., Di Pietro G., Guidetti A.M. Carie dentaria
nel bambino sottoposto ad allattamento artificiale. Eziologia e conseguenze cliniche odontostomatologiche. Doctor Os 2000: 5; 565-568.
Ed. Ariesdue, Como.
7. Toselli A., Ricciardi C., Ghezzi L., Malerba A. Carie da biberon. Inquadramento epidemiologico, patogenesi, terapia e prevenzione. Prevenzione & Assistenza dentale 1994: 3; 5-10. Ed. Masson Milano.
8. Ottolenghi L., Polimeri A., Giordano G., Lucera L., Capasso F. La carie della prima infanzia. Aspetti clinici e terapeutici. Dental Cadmos
2000: 11; 9-24. Ed. Masson Milano.
9. Levrini L., Calmozzi A., Tagliabue A. Alimentazione nel neonato e
malocclusioni. Revisione della letteratura. Doctor Os 2000; Set:889897. Ed. Ariesdue Como.
10.Balestrini G., Corrao C.R.N. Trattato di biomeccanica applicata all’apparato stomatognatico. Vol. 1. Ed. Piccin Padova, 1986.
11.www.Ministero della Salute /Nutrizione/Allattamento al seno.it
12.Delitala G. Linee guida per la prevenzione in età pediatrica. Prevenzione & Assistenza dentale 1998: 6. Ed. Masson Milano.
Speciale 21
Italian Edition
Anno II n. 2 - Dicembre 2009
Uno studio clinico dimostra i benefici dell’uso
del Triclosan sulla mucosite perimplantare
Il prof. Ramberg, ospite di punta
del Congresso nazionale Aidi, presenta i risultati dello studio: effettiva riduzione dell’infiammazione
perimplantare entro sei mesi con
l’utilizzo regolare di un dentifricio
con Triclosan.
Il programma scientifico del
Congresso nazionale dell’Aidi (Associazione Igienisti Dentali Italiani) quest’anno vede sul podio
dei relatori un ricercatore di prestigio internazionale: il professor
Per Ramberg, del Dipartimento di
Parodontologia della Sahlgrenska
Academy presso l’Università di
Gothenburg (Svezia), che ha contribuito alla validazione clinica
dell’innovativa formula del dentifricio Colgate Total (Triclosan
+ copolimero). La relazione del
prof. Ramberg focalizza “l’uso
degli antisettici nel trattamento
della mucosite perimplantare e
della perimplantite” e riferisce di
alcuni importanti risultati scaturiti da un suo recente studio sugli
effetti del Triclosan nella mucosite perimplantare. Presupposto
dello studio è la consapevolezza
di quanto emerso dal sesto “European Workshop on Periodontolo-
La protezione
di Colgate Total
Con la sua formulazione clinicamente testata, Colgate Total fornisce fino a 12 ore di protezione completa dai batteri.
La combinazione di Triclosan (un efficace antibatterico) e di uno
speciale copolimero che ne prolunga la ritenzione sulla superficie di
denti e gengive consente infatti la creazione di una barriera protettiva di lunga durata. Testato con oltre 200 studi clinici nel mondo,
Colgate Total è il primo dentifricio ad aver ottenuto l’approvazione
dell’ente governativo americano Food and Drug Administration e
globalmente è un brand che vale 1 miliardo di dollari in termini
di vendite. In Italia è approvato dall’Associazione Dentisti Italiani
(ADI). È disponibile anche nelle versioni Advanced Whitening (che
aiuta a ripristinare il bianco dei denti) e Advanced Fresh (per una
protezione completa e un alito fresco più a lungo).
www.colgate.it
gy” (2008), e cioè che la mucosite
perimplantare si verifica in circa
l’80% dei soggetti portatori di implantoprotesi e nel 50% dei siti implantari, mentre la perimplantite
ha un’incidenza variabile tra il 28
e il 56% dei soggetti con impianti
(12-50% dei siti implantari) (Lindhe & Meyle 2008).
Lo scopo dello studio del professor
Ramberg era verificare gli effetti
di un dentifricio a base di Tricolosan nel trattamento della mucosite
in soggetti portatori di impianti.
Sono stati perciò selezionati 60
pazienti (tra 30 e 70 anni) con infiammazione della mucosa perimplantare e suddivisi in due gruppi:
- il Gruppo sperimentale
(30 soggetti), che ha previsto lo spazzolamento 2 volte al giorno con un dentifricio al fluoro e Triclosan;
- il Gruppo placebo (30 pazienti),
che ha effettuato lo spazzolamento 2 volte al giorno con un
comune dentifricio al fluoro.
Il confronto dei dati clinici all’inizio dello studio, a 3 e a
6 mesi ha mostrato nel Gruppo
sperimentale una riduzione del
sanguinamento al sondaggio
(BoP) dal 53,8% al 29,1%, mentre nel Gruppo placebo un incremento dal 52,35% al 58,8%.
Inoltre, la profondità media della tasca individuale (PPD) e anche
l’incidenza di tasche profonde (5
mm e ≥ 6 mm) risultano significativamente ridotte nel Gruppo sperimentale trattato con Triclosan
rispetto al Gruppo placebo.
L’approccio standard ai problemi
di gengive e mucose perimplantari
consiste nell’impiego di antimicrobici che contengono principi attivi
antisettici sotto forma di dentifrici
e collutori.
Tra questi il Triclosan, un antisettico ad ampio spettro, è stato
utilizzato nella formulazione del
dentifricio Colgate Total: frutto
di 10 anni di lavoro di ricerca e
innovazione da parte di ColgatePalmolive, Colgate Total presenta
una formula unica e brevettata,
che lo rende rivoluzionario perché
in grado di fornire una copertura
antibatterica ad ampio spettro e di
lunga durata.
Oltre al Fluoruro di Sodio e al
Triclosan, Colgate Total contiene
un innovativo copolimero (chiamato Gantrez) che permette l’adesione del Triclosan sullo smalto con
una prolungata azione antibatterica e protettiva su denti e gengive
fino a 12 ore dopo l’uso.
Addirittura dopo aver mangiato
o bevuto. Senza il copolimero, infatti, l’effetto benefico del Triclosan sparirebbe rapidamente. Tale
azione è stata clinicamente dimostrata sulle diverse problematiche
orali in oltre 230 studi clinici svolti
in tutto il mondo.
Primi diplomati
del Master
di Igiene Orale
Complimenti ai primi
dottori in igiene dentale che
hanno concluso il Master in
“Tecnologie Avanzate nelle Scienze di Igiene Orale”
all’Università “Sapienza”
di Roma. Il percorso formativo, della durata di un
anno e che ha rilasciato 65
crediti formativi, ha preso
in esame tutte le tecnologie
avanzate esistenti per i protocolli operativi di prevenzione, per rispondere alle
moderne esigenze professionali e culturali derivanti dalla necessità di fornire
un approfondimento nel
campo dell’Igiene orale. A
dicembre scade il Bando per
il Master 2009-2010, che vedrà impegnati nella docenza
relatori di fama nazionale e
internazionale.
Per ulteriori informazioni:
www.uniroma1.it oppure
chiamare il 328 9850146
Prognosi parodontale:
A Bologna, un corso sull’“Igiene orale
workshop teorico-pratico e la terapia causale in Parodontologia”
Si è svolto a Torino lo scorso
24 ottobre il workshop “La prognosi parodontale: dall’approccio diagnostico alla strategia terapeutica”, promosso da GABA
Vebas e coordinato dal Centro
di Ricerca e Servizi per lo Studio delle Malattie Parodontali
dell’Università di Ferrara diretto dal prof. Leonardo Trombelli.
L’incontro di Torino, ultimo
appuntamento del 2009, è stato
realizzato in collaborazione con
i Corsi di Laurea in Odontoiatria e Igiene dentale dell’Università di Torino e ha visto la
partecipazione di circa 200 professionisti, odontoiatri, igienisti
dentali e studenti. Il workshop,
cui sono stati attribuiti 3 crediti
ECM, verrà replicato anche nel
2010 in diverse città italiane.
Il Centro di Ricerca e Servizi per lo Studio delle Malattie
Parodontali dell’Università di
Ferrara ha sviluppato una metodica, sulla base di fattori e indicatori di rischio validati scientificamente, per la valutazione
rischio della prognosi parodontale. Durante il workshop viene
affrontata l’applicazione clinica
del metodo attraverso casi clinici paradigmatici di terapia parodontale non-chirurgica e chirurgica, discussi sulla base delle
evidenze scientifiche.
Il team dei relatori, guidato dal
prof. Leonardo Trombelli, direttore del Centro di Ricerca di Ferrara, comprende il dott. Roberto
Farina, la dott.ssa Maria Elena
Guarnelli, il dott. Luigi Minenna.
In uno studio recentemente pubblicato (Trombelli et al.
2009), il metodo sviluppato dal
team dell’Università di Ferrara
(UniFe) è stato comparato a un
algoritmo informatizzato di calcolo del rischio, il metodo PAT®,
basato su un algoritmo che prende in considerazione un numero
maggiore di parametri rispetto
al metodo UniFe. I due metodi
hanno mostrato una completa
concordanza nel 74,8% dei casi,
una discordanza minima nel
20,5% dei casi e solamente nel
4,6% dei casi una discrepanza
sostanziale tra i giudizi generati
dai due metodi. Il metodo UniFe si è quindi rivelato uno strumento di facile utilizzo per la valutazione del rischio parodontale.
Il metodo è reperibile gratuitamente sul sito dell’Università di
Ferrara (www.unife.it/parodontologia) oppure può essere richiesto presso la GABA Vebas in
formato di opuscolo interattivo.
Leonardo Trombelli.
È organizzato dal Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche dell’Università di Bologna
(Reparto di Parodontologia, diretto da Luigi Checchi) il corso
di Alta Formazione (36 crediti
ECM richiesti) in programma da
gennaio ad aprile 2010.
Intitolato “Igiene orale e terapia causale in parodontologia”,
prende in esame la formazione teorica dell’odontoiatrica e
dell’igienista dentale su argomenti specifici della terapia iniziale e
del mantenimento in Parodontologia. Ossia: esame extraorale,
intraorale, diagnosi microbiologica, motivazione igienica nonché caling e root planino, con e
senza ausilio dell’endoscopia, che
verranno esaminati e spiegati in
dettaglio ai partecipanti.
Grazie all’utilizzo di varie me-
todologie didattiche (didattica
frontale,con audiovisivi, diretta
del lavoro in clinica e stage) il
partecipante, al termine del corso, sarà in grado di applicare conoscenze e capacità diagnostiche
in ambito parodontale, conoscerà
e saprà applicare terapie nei casi
iniziali di parodontite sarà in
grado di sviluppare le capacità
conoscitive per una corretta gestione della fase di mantenimento igienico. Destinato a laureati
in Igiene dentale, in Medicina
con specializzazione in Odontoiatria e Protesi dentaria, laureati
in Odontoiatria annovera tra i
docenti Luigi Checchi, professore ordinario presso l’Università
degli Studi di Bologna e direttore dei Reparti di Parodontologia
e Ortodonzia (Dipartimento di
Scienze Odontostomatologiche)
nonché presidente del Corso di
laurea in Igiene dentale all’Università di Bologna; M. Montevecchi ricercatore universitario
(svolge attività clinica, didattica
e di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche - Reparto di Parodontologia all’Università a Bologna)
G. Daprile, professore a contratto
di Parodontologia II (CLOPD Università di Bologna), C. Camorali, igienista dentale, professore
a contratto di “Scienze e tecniche
di Igiene dentale” nel Corso di
Laurea in Igiene dentale (Università di Bologna), O. Marchisio, igienista dentale, docente e
tutor clinico al Corso di Laurea
in Igiene dentale (Università di
Pavia) e al Master di I livello in
Prevenzione Odontostomatologica (a Roma, “Sapienza” ).
Inoltre, Gianna Nardi, igienista dentale, ricercatrice presso
la Facoltà di Medicina (a Roma,
“Sapienza”), Mara Ziliotto, igienista dentale, professore a contratto di “Scienze e tecniche
di Igiene dentale” nel Corso di
Laurea in Igiene dentale all’Università di Bologna. L’iscrizione
deve essere effettuata online tramite il sito www.almawelcome.
unibo.it; per le modalità di iscrizione consultare il bando relativo
al Corso di Formazione Permanente sul sito dell’Università di
Bologna: www.unibo.it/Portale/
Offerta+formativa/Altaformazione. La scadenza ultima per
l’iscrizione è il 20 gennaio 2010.
22 Speciale
Anno II n. 2 - Dicembre 2009
Italian Edition
Igienista: figura professionale irrinunciabile
per una implantologia di qualità
HT
pagina 13
Nella sua presentazione Lei
parla dell’igienista come di
una figura irrinunciabile nella professione e nella pratica.
Vuole entrare più nel dettaglio?
Tutti noi che ci occupiamo
di implantologia non abbiamo
dubbi: la figura dell’igienista
dentale è essenziale per il mantenimento del risultato. Già preventivamente, il paziente viene
loro affidato perché sia preparato e
motivato all’applicazione delle regole fondamentali dell’igiene orale.
In seguito, la stabilità del manufatto protesico è strettamente dipendente dalle corrette procedure di igiene
orale professionale e domiciliare.
Trattando, in più relazioni della sessione congressuale, il tema
della perimplantite, può indi-
carci preventivamente l’importanza della figura professionale
per evitare questo tipo di problema, che pure verrà trattato
nella relazione di Matrigiani?
In caso contrario, quali sono
le ipotesi di trattamento non
chirurgico (relazione Koch)?
“Campagna
abbonamenti
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Giuseppe Luongo, presidente della
Società Italiana di Implantologia
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L’insorgenza di una perimplantite è la principale causa di
insuccesso del trattamento implantare, e i dati recenti della
letteratura ci offrono un quadro
meno roseo di quanto avremmo
sperato attraverso il progressivo affinarsi delle tecniche e
dei materiali. Il trattamento di
questa patologia è sempre molto
complesso e le tecniche chirurgiche rigenerative rispondono
meno bene rispetto a quello eseguito su dentatura naturale.
In tal senso si fa molta attenzione ai risultati dei trattamenti non chirurgici cui è dedicata
un’ampia parte del programma
scientifico.
Quale ruolo si ipotizza per
l’igienista in una implantologia di eccellenza?
Non credo, per riprendere il
filo conduttore del congresso,
si possa aspirare a un’implantologia d’eccellenza o, quanto
meno, “di qualità”, senza che il
team disponga di un igienista
con specifica competenza implantologica. Nelle principali
realtà cliniche internazionali pubbliche e private, spesso è
l’unica figura professionale che
segua il paziente nei controlli
di routine post trattamento.
Un programma interessante,
pratico, a carattere internazionale, in linea con il resto
dell’evento. Che cosa vorrebbe aggiungere per stimolare i
lettori a una più ampia partecipazione?
Guardando il programma
scientifico del Congresso, è facile rendersi conto dello straordinario impegno riposto nella
sua realizzazione, come è ormai
tradizione della Società.
Dal momento in cui la Sio ha
deciso di istituire una sessione
dedicata agli igienisti, in occasione del nostro corso autunnale e del Congresso annuale, il
riscontro di partecipazione è
sempre stato molto lusinghiero.
Il corso per igienisti di Padova
è andato esaurito due mesi prima dell’evento.
Contiamo di ottenere altrettanto interesse anche a Roma.
Patrizia Gatto
Speciale 23
Italian Edition
Anno II n. 2 - Dicembre 2009
OptraGate facilita l’accesso
al campo operatorio
Difficilmente uno strumento
presenta un così ampio spettro
d’indicazione come OptraGate.
La sua particolare struttura lo rende uno strumento in
grado di assicurare l’accesso
al campo operatorio in modo
ottimale per il medico e decisamente confortevole per il
paziente: è pertanto apprezzato
in tutti i trattamenti odontoiatrici. La sua peculiarità è la
forma tridimensionale anatomica, che consente una retrazione circolare e uniforme di
labbra e guance. Per assecondare il desiderio dei pazienti
di un posizionamento ancora
più confortevole, l’affermato
OptraGate è oggi presente in
versione “ExtraSoft”.
Oltre all’ottimizzazione delle
caratteristiche del materiale, è
stato modificato l’anello interno a contatto con i frenuli superiori e inferiori. Grazie a questo
adattamento, l’uso di OptraGate “Extra Soft” in trattamenti
prolungati risulta decisamente
più comodo per il paziente. Rispetto agli apribocca convenzionali, rigidi e duri, OptraGate “Extra Soft”, grazie alla
sua flessibilità tridimensionale
si adatta in modo ottimale alle
esigenze individuali.
OptraGate “Extra Soft” è
un prodotto monouso, che soddisfa tutti i requisiti igienici
del moderno studio odontoiatrico. Oltre alla funzione
principale di retrarre labbra
e guance, OptraGate “Extra
Soft” supporta l’apertura della bocca del paziente anche in
trattamenti prolungati.
Grazie alla sua struttura, le
labbra e gli angoli della bocca
sono protetti da eventuali contaminazioni da prodotto che
potrebbero portare a irritazioni. OptraGate “Extra Soft“ è
pertanto molto apprezzato sia
da adulti che da bambini. Le
tre versioni – Junior, Small e
Regular – consentono all’odontoiatra la scelta della dimensione idonea, che è presupposto
per un posizionamento funzionale e stabile importante quanto la corretta applicazione.
Il campo di indicazione di
OptraGate “Extra Soft” è molto ampio e inizia già dall’anamnesi clinica. Nella profilassi, il
suo utilizzo permette un’elevata autonomia dell’assistente
dentale. In parodontologia, la
conformazione elastica e flessibile di OptraGate permette ai
pazienti di sopportare più gradevolmente i trattamenti fastidiosi, come curettage oppure
levigature radicolari. Inoltre,
OptraGate consente la rapida
cementazione adesiva vestibolare di brackets, proteggendo
contemporaneamente le labbra
da pinze e legature durante il
trattamento ortodontico.
Questo strumento innovativo, semplifica la gestione
delle attività per tutto il team
odontoiatrico soprattutto nei
casi in cui i tempi di lavoro
siano prolungati, come la preparazione di monconi in protesi fissa, oppure la presa di
impronte di precisione.
OptraGate Extra Soft è disponibile nei seguenti confezionamenti:
• OptraGate Extra Soft Assortment (40 pz. Regular 40 pz. Small);
• OptraGate Extra Soft Regular (80 pz.);
• OptraGate Extra Soft Small (80 pz.);
• OptraGate Extra Soft Junior (80 pz.);
• OptraGate Extra Soft PromoPack (3 pz. Regular, 3 pz. Small, 2
pz. Junior).
24 Speciale
Anno II n. 2 - Dicembre 2009
Italian Edition
XIX Congresso Aidi
“Pazienti: speciali sempre”
Il tema scelto del Congresso parte da
quale considerazione?
Il titolo è stato scelto per puntualizzare
sulla centralità del paziente, che sempre
merita l’attenzione di chi si prende cura
di lui come un individuo “speciale”. Di rimando, mi piacerebbe che i pazienti considerassero gli igienisti dentali come professionisti particolari alle cui cure ricorrere
con regolarità e fiducia nella certezza di
ricevere ogni attenzione.
Il Congresso ha offerto l’intervento di
tanti relatori, ma quali ritiene siano stati i temi più fedeli al tema dell’evento?
Mi riesce davvero difficile stilare una
classifica: come si fa a scegliere tra tanti
big? Per Ramberg , Rolando Crippa, Maria Grazia Cagetti, Filippo Graziani, Stefano Chieffi… Ogni relatore ha, con le sue
parole, catturato l’attenzione della numerosissima platea (oltre 400 persone). Non
credo comunque di far torto a nessuno citando la lectio magistralis del prof. Maurizio Tonetti che ha evidenziato come, per
il trattamento ottimale di pazienti affetti
da parodontite e ad alto rischio sistemico,
sia necessario un “approccio di squadra”.
E l’igienista dentale è elemento indispensabile della squadra.
Ma tra le presentazioni dei colleghi
igienisti dentali?
Accanto a nomi tanto illustri non hanno poi certo sfigurato i relatori igienisti
dentali: Elisabetta Polizzi, Salvatore Sauro, Antonella Barone, Selvaggia Mason,
che hanno presentato le loro esperienze
lavorative e i loro lavori di ricerca a testimonianza di quanto stiano crescendo la
professionalità e le competenze di questa
figura professionale.
La tavola rotonda ha trattato un tema
che sta diventando per l’Aidi un impegno difficile e controverso. Non le
sembra che oggi, dato che le evidenze
scientifiche parlano di approccio alla
professione di “minimum interventium”, forse l’anestesia non è proprio
in linea come richiesta, visto che esiste
una tecnologia che senza ago permette all’igienista di risolvere il problema
dell’ansia?
Indubbiamente il tema della tavola rotonda “L’igienista dentale e l’anestesia”
ha contribuito a suscitare interesse, a destare curiosità e anche, sicuramente, qualche mal di pancia.
So perfettamente che si tratta di un argomento spinoso, che incontra la disapprovazione di molti odontoiatri e di molti
medici, ma ritengo sia giunto il momento
di affrontare il problema anche in Italia.
Quali argomentazioni sono state disquisite e da chi?
Durante il dibattito sono stati presi in
considerazione i punti di vista dell’igienista dentale (Irene Guarrella), del presidente della Commissione dei Clid (Mario
Giannoni), dell’odontologo forense (Marco
Scarpelli) dell’anestesista (Gastone Zanette), dell’avvocato esperto in diritto sanitario (Silvia Stefanelli).
Certamente non si aveva la pretesa di uscire dal Congresso con delle certezze, ma la
possibilità per l’igienista dentale di prati-
care l’anestesia loco-regionale per infiltrazione sarà oggetto della richiesta dell’Aidi
nell’immediato futuro.
A tal fine ho fatto pervenire al Ministero
competente il parere legale dell’avv. Stefanelli che mi auguro venga attentamente
considerato, senza pregiudizi di sorta, prima di un qualunque pronunciamento.
Quali altre categorie hanno queste opportunità nello scenario delle professioni sanitarie?
L’infermiere; mi chiedo perché l’infermiere possa somministrare farmaci (ben inteso prescritti dal medico) e
l’igienista dentale no?
Perché l’igienista dentale può lavorare
come libero professionista e non deve essere messo in condizione di svolgere al meglio il suo lavoro?
Credo sia eticamente corretto che, se
un intervento quale la levigatura radicolare (pratica che rientra nel profilo
professionale dell’igienista dentale) necessita di anestesia, la si possa, anzi la si
debba, somministrare.
Ma ritengo che l’infermiere abbia un
percorso formativo profondamente diverso e che abbia opportunità di condividere scelte con il medico in maniera
molto diretta.
Non crede?
Nei nostri corsi di laurea sono previsti
sia l’insegnamento di anestesiologia, sia
quello di farmacologia e praticamente
tutti gli igienisti dentali seguono i corsi di
BLSD (questo si che dovrebbe essere reso
obbligatorio!); non facciamo tirocinio pratico per l’infiltrazione?
Facciamolo!
Negli altri paesi qual è l’atteggiamento
nei confronti dell’anestesia?
In molti paesi in Europa e nel mondo
l’igienista dentale può praticare l’anestesia: mi sembra legittimo chiedere che così
sia anche in Italia e io continuerò a chiedere come, a suo tempo, hai fatto tu e mi
auguro di trovarti al mio fianco.
Cosa si sente di lasciare come messaggio al mondo odontoiatrico?
Un’ultima considerazione: vorrei che
Un servizio di “Striscia la notizia” ha
mostrato come va considerato purtroppo anche il problema dell’abusivismo
e l’Ordine dei Medici è fortemente attento e contrario. Con quali argomenti
risponde l’Aidi?
Il problema è che si teme di incrementare l’abusivismo? Mi viene da ridere…
Chi vuol fare l’abusivo lo fa comunque.
L’abusivismo è una grossa piaga per
tutte le professioni sanitarie ed è certamente diffusissimo in odontoiatria.
Non dimentichiamo, tuttavia, che ancora in molti studi (le ispezioni dei
Nas ne danno testimonianza sempre
più spesso) l’ igiene orale viene eseguita
dall’assistente alla poltrona, certamente complice l’odontoiatra: anche questo
è abusivismo!
Credo sarà un braccio di ferro molto
duro e che metta a “rischio” di una forte avversità, verso una professione che
finalmente viene riconosciuta importante per la salute del cittadino.
Ne vale davvero la pena?
Lo so che sarà una lotta dura, ma non dimentichiamo che sto rispondendo a Gianna Nardi; quanto hai lottato, fatto anticamera, scritto, girato per uffici, parlato con
politici e funzionari per ottenere il riconoscimento anche in Italia della professione
di igienista dentale?
Auguro un buon lavoro al presidente e all’Aidi, in attesa di poter ritornare
sull’argomento dopo che le istituzioni si
saranno pronunciate ufficialmente.
Gianna Maria Nardi
Ricercatore Università di Roma “Sapienza”
L’interdisciplinarità
chiave del successo
Non sarebbe più semplice inserire
nell’insegnamento anche tecniche di
approccio psicologico per il controllo
dell’ansia e utilizzare strumentazione
soft di ultima generazione e anestetici
topici “senza ago”?
Il problema è la puntura con l’ago? E
allora i tatuatori? Le estetiste che praticano la depilazione definitiva? Gli orefici
che bucano i lobi delle orecchie? Coloro
che applicano i piercing? E tutti questi
non sono neppure lontanamente degli
operatori sanitari!
quanto prima gli odontoiatri, tutti, considerassero l’igienista dentale una risorsa,
un collaboratore indispensabile e non un
problema fastidioso.
Congresso interessante quello Nazionale Unid, svoltosi dall’1 al 3 ottobre nella sede dell’Università Tor Vergata di Roma.
Non solo per i contenuti scientifici,
in linea su tematiche abbastanza ricorrenti, ma per la parte sindacale, avendo posto l’accento sull’interazione fra le
discipline mediche e il ruolo importante dell’igienista dentale nel potenziare,
attraverso il controllo del cavo orale, la
capacità omeostatica del nostro organismo di ristabilire un equilibrio, condizione essenziale dello stato di salute e
benessere sistemico.
Si è parlato quindi di genetica e di
come i fattori ambientali possano influenzare l’insorgenza di patologie sistemiche e del cavo orale.
Relatori italiani e stranieri hanno disquisito sulle ultime tecnologie in campo
diagnostico, indispensabili per un percorso terapeutico innovativo ed efficace.
Di grande interesse per la professione, la Tavola Rotonda (cui la scrivente ha preso parte quale docente Clid),
con il presidente Unid, G. Sorgente,
il presidente Aio, G. Migliano e altri
personaggi di rilievo (come il capitano M. Datti dei NAS, e S. Proia, rappresentante del Ministero della Salute
ed esperto in legislazione). Sempre di
interesse il tema dell’abusivismo, fenomeno incontrollato di appropriazione
di ruoli fra le categorie. Sottolineata,
inoltre, l’importanza di considerare le
forze dell’ordine al servizio non solo
del cittadino, ma delle professioni, e
auspicata una proficua collaborazione.
Alla premiazione del concorso Unid,
cui hanno partecipato neo laureati del
2008-2009, da dieci Università italiane,
non è stato semplice per la Commissione esaminatrice, scegliere soltanto un
lavoro, dato il numero e la qualità.
Miglior lavoro, quello presentato da F. Raschi dal titolo “Effetti
dell’air polishing sulla superficie del
titanio: studio morfologico e microbiologico”, relatrice L. Rimondini. La
vincitrice, ha ricevuto in premio un
biglietto aereo per il prossimo congresso dell’Ifdh (Glasgow, luglio 2010).
G. M. N.
Medicina legale 25
Italian Edition
Anno V n. 12 - Dicembre 2009
Nel trattamento odontoiatrico
obbligazione di mezzi o risultato?
Una questione che, da sempre, interessa l’attività medica
e odontoiatrica è il dilemma
tra l’obbligazione di mezzi e di
risultato. Cerchiamo di fare il
punto della situazione.
Quando si ordina un mobile a
un falegname, si stipula un contratto d’opera per il quale si pretende che il manufatto (opus)
risulti costruito secondo progetto e a perfetta regola d’arte:
si pretende quindi un risultato.
Viceversa, quando chiediamo a
un professionista di prestare le
sue capacità professionali per
tutelare un interesse e/o risolvere un problema, non si può
pretendere che questi raggiunga il risultato e quindi soddisfi le nostre speranze. Si potrà
solo pretendere che egli adotti
quella diligenza che la fattispecie richiede usando tutto il suo
bagaglio di esperienze e cognizioni, onde tentare di risolvere
al meglio il problema: quindi,
un’obbligazione di mezzi.
Pur essendo entrambe le prestazioni inquadrabili nell’ambito del contratto d’opera, la
prima, quella del falegname,
riguarda solo il compimento di
un’opera materiale, per cui se
ne pretende un risultato; invece, quella che si richiede al professionista, essendo relativa solo
a prestazioni intellettuali, non
può essere mirata a raggiungere uno scopo come risultato, ma
solo al tentativo di raggiungerlo, essendo in ogni caso influenzato da elementi esterni molte
volte imponderabili. Rispetto
ai professionisti in genere (avvocati, notai, commercialisti,
ingegneri ecc.), per medici e
odontoiatri il discorso è ancora
più complesso e per molti aspetti diverso, dal momento che
ogni paziente ha una situazione
biofisica differente.
Quand’anche l’intervento sia
di facile soluzione, routinario,
raggiungere il risultato voluto
non sempre dipende dell’opera
del medico.
In qualche circostanza, la
prestazione riguarda un aspetto
dinamico materiale che la sola
diligenza non consente di risolvere favorevolmente.
Il caso diventa ancora più particolare quando trattasi di interventi a prevalente interesse
estetico come, ad esempio, una
protesi dentaria su un paziente
che vuol solo migliorare il suo
aspetto esteriore, come sempre
più spesso accade.
In campo odontoiatrico, quindi, e in particolare ogni qualvolta si applica un manufatto
protesico – ovvero quando vi sia
una decisa componente estetica
della prestazione – la situazione cambia perché “l’obiettivo
desiderato dal paziente/committente è il risultato stesso dell’attività professionale”.
Quindi, se è vero che l’obbligazione del medico, in genere,
non è di risultato, è evidente che
l’operato dell’odontoiatra deve
offrire in concreto (in specie,
nei casi particolari protesicoestetici), un risultato corretto
sotto il profilo anatomo-funzionale ed estetico.
In giurisprudenza e in dottri-
na, un balletto di opinioni.
La giurisprudenza prevalente
si schiera a favore dell’obbligo
di risultato.
Citiamo, fra le tante, una
famosissima, anche se non recente, sentenza del Tribunale
di Modena: “L’odontoiatra in-
caricato della predisposizione
e applicazione di una protesi
contrae un’obbligazione di risultato con la conseguenza che
il rischio del lavoro non grava
sul paziente […].
DT
pagina 26
26 Medicina Legale
Anno V n. 12 - Dicembre 2009
DT
pagina 25
L’odontoiatra incaricato della
predisposizione ed applicazione di protesi viola gravemente
i doveri inerenti alla propria
attività professionale – ed è
pertanto tenuto a risarcire il
danno biologico e patrimoniale cagionato al paziente – nel
caso di errata progettazione
delle protesi […]”.
Molto meno numerose le
sentenze d’orientamento diverso. Favorevoli, cioè, alla tesi
dell’obbligazione di mezzi: “La
errata applicazione di una protesi […] non dà mai origine ad
un opus materiale giacché in
tale fattispecie assume rilievo
l’attività, riservata esclusivamente al medico-odontoiatra,
di diagnosi della situazione del
paziente, di scelta della terapia
idonea, di successiva applicazione di protesi, di controllo
della stessa […]” (Sentenza n.
10.741 - Cassazione Civile Sezione III del 23/07/2002).
Anche in dottrina non vi è
univocità di pareri, e la schiera
dei favorevoli si contrappone a
quella dei contrari.
Vi è, poi, chi ritiene non sia
possibile utilizzare un criterio
univoco affermando che l’obbligo di risultato è accettabile solo per quanto riguarda la
corretta effettuazione tecnica
del manufatto protesico in rapporto ai materiali impiegati,
ovvero per la sua morfologia,
valutata in rapporto alle impronte (Fiori).
E ancora chi, giustamente,
sottolinea che se l’intervento
riveste finalità curative di un
Italian Edition
difetto funzionale, lo specialista avrà una “mera obbligazione di mezzi”, mentre se
l’intervento ha una finalità
essenzialmente estetica, l’obbligazione del medico sarà di
risultato (Montagna, De Leo,
Carli). In caso di prestazione
con finalità sia curativa che
estetica, si dovrà considerare
quale dei due aspetti risulta
“maggiormente privilegiato”
(De Palma).
Personalmente, mi schiero
a favore di queste ultime posizioni, precisando che quanto
più l’intervento assume connotazioni di natura estetica, tanto
più cauta deve essere la nostra
esposizione circa una promessa
di certo risultato.
Di recente, anche alla luce
di una nuova sentenza della
Corte di Cassazione (n. 3520
depositata il 14 febbraio 2008)
sia la dottrina sia la giurisprudenza appaiono avviate al
superamento della dicotomia
tra obbligazioni di mezzi e di
risultato attraverso soluzioni
facenti capo ai due aspetti, rappresentati:
a)dalla individuazione dei
trattamenti routinari ovvero di facile esecuzione;
b)dal dovere di completa e
ampia informazione.
Mario Aversa
Mario Aversa, specialista medicolegale e odontoiatra, libero
professionista in Salerno
Diminuisce l’acconto Irpef di novembre
Il commento di Roberto Callioni
A margine del Seminario
promosso da Confprofessioni “Professioni nel futuro - I
servizi professionali alla prova dell’Europa - La Direttiva
2006/123/CE ed il suo recepimento”, tenutosi presso la Sala
delle Colonne Palazzo Marini
in Roma, dopo che l’Assemblea
di Confprofessioni aveva approfondito le proposte attinenti la
riforma delle libere professioni
all’esame della commissione
parlamentare preposta, il presidente Andi Roberto Callioni
ha manifestato la soddisfazione per le misure adottate dal
Consiglio dei Ministri sulla ri-
duzione dal 99 al 79% dell’acconto Irpef di fine novembre e
le dichiarazioni inerenti i correttivi per gli Studi di Settore
rispetto all’annualità d’imposta 2009. Primi timidi segnali, certamente significativi, di
un’attenzione verso la libera
professione in cui l’Odontoiatria italiana (e Andi in particolare) si riconosce.
È la presa d’atto della grave
difficoltà in cui si trova il cosiddetto “popolo delle partite
Iva”, di cui fanno parte anche
i dentisti italiani che tanto pesantemente stanno subendo gli
effetti della crisi economica
dovuta, fatto molto grave, alla
diminuita frequentazione da
parte dei cittadini degli studi
odontoiatrici, conseguenza di
scelte prioritarie che mettono
a repentaglio il livello di salute
orale raggiunto in questi anni,
grazie all’impegno dell’odontoiatria privata.
Callioni ha inoltre manifestato compiacimento per l’istituzione del Ministero della
Salute, riferimento fondamentale per le problematiche che
attanagliano la professione,
anche alla luce della firma del
Decreto che dà il via libera ai
Fondi Sanitari Integrativi.
Bibliografia
1. Ferrari M. La responsabilità civile in odontoiatria. Danno e responsabilità 2004; (2):121.
2. Betti D, Bordigon D, Massara A. Obbligazione di mezzi o di risultati in odontoiatria: rilevanza della documentazione clinica di studio. Commento a sentenza del Tribunale di Modena. Riv. Ital. Med. Leg. 1994; (4):1111.
3. Fiori M. Obbligo di mezzi e dei risultati: problematica di interesse stomatologico. Minerva stomatologia; 1989;
(38):1319.
4. Pinchi V. Commento a sentenza Corte di appello di Genova 2005. Riv. Ital. Med. Leg. 2006; (6):1173.
5. Montagna F, De Leo D, Carli P.O. La responsabilità nella professione odontoiatrica. 1998:29.
6. Giannini G, Polgliani M. La responsabilità da illecito civile. 1996:243.
7. Cialella C, Durso D, Del Vecchio S, Nardecchia E. La responsabilità professionale dell’odontoiatra.
SEU,1996:123.
8. De Palma T. Sulla responsabilità contrattuale dell’odontostomatologo con riferimento alla fase protesica. CIC,
1986:301.
9. Sartori T, Valli P. Obbligazione di mezzi o di risultato nella fornitura di protesi odontoiatriche. CIC, 1986:311.
10.Tribunale di Napoli, 1 Luglio 1972. Diritto e giurisprudenza, 1973:402.
Attualità 27
Italian Edition
Anno V n. 12 - Dicembre 2009
A Duno nasce un centro per lo studio e la promozione
delle professioni mediche
Martedì 29 settembre, dinanzi al notaio Aurelio Gavazzi, è
stato costituita l’Associazione
“Centro per lo Studio e la Promozione delle Professioni Mediche”. Il Centro ha sede in Duno
presso Villa Malcotti, storica residenza dei parroci dunesi e recentemente acquisita dall’Amministrazione comunale sita
nella piazza del Tempio Votivo
dei Medici d’Italia.
Fatto costruire nel 1938 da
don Carlo Cambiano, caso
unico di dedica a figure professionali, il Tempio presenta una duplice valenza: sacra
come luogo di culto e civile
come perpetuazione della memoria del sacrifici di medici
morti in guerra (Pro Patria) o
nell’esercizio della professione
(Pro Humanitate), i cui nomi
sono incisi sulle pareti del
Sacrario posto all’interno del
Tempio. Il Centro che, anche
in ragione della sede gravita
intorno allo storico Santuario,
si propone l’analisi delle problematiche scientifiche, etiche e logistiche riguardanti i
medici e, allo stesso tempo, la
costellazione di altre professionalità senza le quali non si
può più “pensare la sanità”.
Il primo significativo e caratteristico metodo per risalire la corrente del pensiero
clinico consiste nella ricerca
e ricostruzione delle biografie
di medici, noti oppure sconosciuti al grande pubblico, esaltando il comune valore di una
vita di sacrificio, dedicata agli
altri attraverso la specifica
professione. Punto di partenza
delle attività è l’archivio esistente presso il Tempio, ricco di
Nelle foto:
Chiesa dei Medici d’Italia; il sacrario
dei Medici defunti; Villa Malcotti.
documenti che illustrano la vita
di tutti i medici ricordati nel
Sacrario. Riunioni, incontri
scientifici, seminari saranno
spunto di partecipazione degli
Ordini dei Medici, momenti di
collegamento tra figure meritevoli di ricordo e iniziative
che toccano la sensibilità di
una categoria professionale.
Particolare rilevanza verrà
data all’attivazione di rapporti di interscambio con istituzioni e associazioni nazionali e internazionali aventi lo
stesso scopo.
I membri dell’Associazione da poco costituita a Duno (Varese).
28 Attualità
Anno V n. 12 - Dicembre 2009
Italian Edition
Le professioni sanitarie e lo sviluppo
storico-culturale delle competenze
La dizione “in scienza e coscienza” sanciva il modo di operare del medico nei confronti
del paziente. Un rapporto di tipo
sacrale con soli diritti da parte
del medico e doveri da parte del
paziente, il quale, a causa della
scarsa informazione e delle poche alternative nulla poteva,
nella convinzione della fatalità.
L’evoluzione del concetto di
bene umano e di salute, l’enorme
sviluppo tecnologico e la diffusione delle informazioni sanitarie in termini di incertezze e di
probabilità, di rapporto rischi/
benefici, hanno portato da una
parte all’aumento dei diritti dei
cittadini in termini di autodeterminazione e consapevolezza e
dei doveri di coloro che operano
per la salute con una possibile
crescita esponenziale dei dubbi
sulla scelta migliore (deresponsabilizzazione, rigidità di interpretazione normativa).
I grandi cambiamenti della
medicina moderna sono stati:
dalla medicina tradizionale a
quella olistica; dal generalismo
allo specialismo; dalla medicina
individuale a quella “organizzata”; da una visione romantica a
una problematica del bisogno.
Al tempo stesso per le organizzazioni sanitarie sono sorte
problematiche nuove: come conciliare esigenze di autonomia e
di coordinamento organizzativo? La responsabilizzazione individuale con le esigenze di cooperazione poste dall’evoluzione
delle medicina moderna? Quale
ruolo per il management?
La scarsezza di risorse non è
fonte del problema, lo rende solo
più acuto e pressante.
Quasi sempre le prestazioni
sanitarie rappresentano “prodotti” complessi composti da
più prestazioni parziali, erogate
da più professionisti e più reparti indipendenti i cui comportamenti influenzano il “prodotto
finale”. Oggi è ineludibile la capacità di assicurare, utilizzando
le risorse disponibili in modo
efficiente, servizi e prestazioni
efficaci, ovvero di rispondere
alla domanda di salute espressa
e inespressa individuale, familiare e sociale.
Nei Sistemi Sanitari l’agente
finale, che ha libertà di comportamento, non è l’unità organizzativa, ma il singolo professionista che adotta, caso per caso,
propri comportamenti.
Per questo motivo deve essere consapevole delle proprie
responsabilità e assumere comportamenti appropriati. I cittadini/pazienti si fidano delle
capacità e competenze dei professionisti sanitari che li hanno
in cura e forniscono loro prestazioni sanitarie in relazione
ai bisogni di salute.
Fondamentale, quindi, che i
professionisti della salute siano
in possesso di credenziali idonee e delle competenze per curare i pazienti nel rispetto di un
codice etico e comportamentale. Le nuove professioni, quali
“garanti” della qualità professionale, dell’appropriatezza delle cure e delle evidenze scientifiche mantenute nel tempo con
l’aggiornamento professionale.
Devono rappresentare il riconoscimento dei diritti della
persona, la tutela e la solidarietà con la persona che si affida al
professionista.
Le prove derivanti dalla ricerca, le verifiche, le opinioni degli
esperti e i punti di vista degli
utenti contribuiscono alle decisioni riguardanti il modo migliore di offrire assistenza sanitaria nell’ambito delle specialità
e dei contesti che costituiscono i
servizi sanitari.
La buona organizzazione e
l’attiva partecipazione delle professioni della salute ai percorsi
di diagnosi e terapia avranno
sempre maggior rilevanza anche ai fini del progresso delle
performance cliniche.
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solo quindi esegue delle operazioni, ma rileva i bisogni di
salute dei singoli individui,
progetta e sceglie gli interventi correttivi, assume decisioni
tempestive nei campi di propria
competenza e riveste, in questi,
piena responsabilità.
Per questa nuova funzione
occorreva una preparazione rinnovata tale da permettere di inserire le conoscenze scientifiche
nel quotidiano operare.
Di qui il passaggio dalla formazione di base all’Università con l’istituzione delle lauree triennali e magistrali, dei
master e dottorati di ricerca.
Irreversibilmente tramontata
la figura ausiliaria, il processo
giuridico e lo sviluppo culturale delle professioni sanitarie
hanno determinato una identità nuova, dotata di autonomia e
responsabilità professionale, soprattutto a tutela del cittadino.
Restano, ad oggi, alcuni
aspetti di coerente completamento dell’identità giuridica
ed economica di queste figure
professionali che stanno comunque dimostrando di produrre
già efficienza di sistema, assumendo posizioni dirigenziali ed
efficacia clinica, impegnandosi costantemente nella ricerca
scientifica; l’istituzione degli
Ordini professionali, a “freno”
del dilagante abusivismo; un
degno inquadramento economico nell’assetto contrattuale del
CCNL nonché la facilitazione
all’accesso ed alla carriera accademica, proprio come è stato
concesso ad altre professioni in
passato, rappresenta la legittima
attesa delle professioni sanitarie
per l’immediato futuro.
Antonio Bortone
Antonio Bortone, Presidente
Coordinamento Nazionale
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IL VILLAGGIO DENTALE
VOLANDO CON L’ANIMA
Questo libro, apre agli occhi dei lettori un microcosmo, svelando un mondo “paralello” multiforme e
variegato. Un mondo naturalmente sconosciuto ai
più - colleghi dentisti e persone comuni - che, spesso all’insaputa, condividono con personaggi analoghi
o del tutto simili a quelli tratteggiati in questo libro,
situazioni ed esperienze ben più convenzionali”.
Quanto costa, a volte, realizzare un sogno? Nella mente e nel cuore di Matthew Blackmoore
il sacrificio necessario per coronare il proprio sogno di divenire ètoile viene vissuto dapprima
con l’incoscienza di un ragazzino e poi con la consapevolezza di un adulto. E così, nello scorrere
veloce della sua vita, gioia, delusioni, fama e sofferenza sono solo momenti di una battaglia combattuta con determinazione, forza di volontà e cuore. Ma giunge sempre il momento della resa
dei conti e solo chi ha avuto il merito di non lasciarsi alle spalle i valori fondamentali della vita.
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Notizie dalle Aziende
Anno V n. 12 - Dicembre 2009
Italian Edition
Analisi delle risposte al test
Colgate Total Advanced Clean
Il rilevamento, effettuato nel
giugno 2009, è avvenuto tramite 977 interviste telefoniche
a un campione rappresentativo
della popolazione nazionale tra i
20 e i 60 anni. I dati rappresentano il 95% della popolazione in
questa fascia d’età, con un errore
massimo di ±3,2%.Il campione
è composto in maggioranza da
donne (67,1%; uomini: 32,9%)
ed è così ripartito geograficamente: Nord - 56,7%; Centro 22,9%; Sud e Isole - 20,4%.
Dal punto di vista statistico,
la distribuzione per età è molto buona, poiché sono ben rappresentate tutte le fasce (20-30
anni: 22,1%; 30-40 anni: 33,1%;
40-50 anni: 32,3%; 50+: 12,4%)
e anche la distribuzione per numero dei componenti della famiglia è ben calibrata.
Fuma?
DONNE
UOMINI
30,5%
32,0%
Frequenza lavaggio denti al dì:
Una volta........................ 4,6%
Due volte........................ 44,5%
Tre o più volte............... 50,9%
DONNE
UOMINI
55,6%
41,1%
Consuma cibi pigmentati?
Sì...................................... 82,1%
No..................................... 17,9%
DONNE
UOMINI
Abitudini igieniche
Nell’analizzare i dati, è necessario ricordare che il campione d’analisi non rappresenta la popolazione italiana, ma
la tipologia di persona reclutata della rete d’igienisti dentali interessata.
Inoltre, bisogna considerare
che le risposte sulle proprie
abitudini igieniche e personali
in genere tendono a essere leggermente migliorative rispetto
alla realtà.
Uso pratico del dentifricio
Sì...................................... 31,6%
No..................................... 68,4%
80,5%
84,3%
Dopo l’utilizzo di Colgate Total Advanced Clean ha la sensazione di avere i denti più lisci, come dopo una seduta d’igiene orale
professionale?
1. Sì (69,6%) 2. No (30,4%)
Dopo l’utilizzo di Colgate Total Advanced Clean, la sensazione
di pulizia è stata:
1. Molto simile a quella ottenuta in una seduta di igiene professionale (61,8%)
2.Non ho notato alcuna differenza rispetto ad altri dentifrici per
uso quotidiano (38,2%)
La percezione della sensazione di pulizia è:
1. Profonda, in tutto il cavo orale (48,1%)
2.Profonda, ma solo sui denti (28,1%)
3. Profonda, ma solo sulle gengive (1,4%)
4. Uguale a quella coi dentifrici per uso quotidiano (22,4%)
Le è sembrato che dopo l’utilizzo di Colgate Total Advanced Clean il dente appaia “più chiaro”?
1. Sì (48,7%) 2. No (51,3%)
Le è sembrato che con Colgate Total Advanced Clean i denti si
macchino di meno rispetto a prima?
1. Sì (41,2%) 2. No (58,8%)
Le piace che il dentifricio faccia poca schiuma?
Frequenza pulizia dentale:
Due volte l’anno............ 49,5%
Una volta l’anno............ 40,9%
Ogni due anni o meno 9,6%
DONNE
UOMINI
50,7%
40,3%
Cavitron® SPS™ Easy Install Scaler
1. Sì (83,7%) 2. No (16,3%)
Ha notato un miglioramento dell’infiammazione gengivale (sanguinamento)? (se il paziente soffre di gengiviti: base 524 - 54%)
1. Sì (53,4%) 2. No (46,6%)
Crede che Colgate Total Advanced Clean possa aiutarla nella
prevenzione di carie e malattie gengivali?
1. Sì (71,9%) 2. No (28,1%)
DENTSPLY presenta il
nuovo ablatore a ultrasuoni
CAVITRON® SPS™ Easy Install che combina le imbattibili caratteristiche della tecnologia CAVITRON® con un
nuovo e innovativo design per
massimizzare praticità e maneggevolezza. Il nuovo sistema è facilissimo da installare
e da mettere in funzione: per
lavorare comodi su qualsiasi
riunito, al top standard clinico.
La tecnologia magnetostrittiva e gli inserti CAVITRON®
consentono un facile accesso
alle zone interprossimali e sottogengivali per curare le tasche parodontali più profonde.
Il movimento ellissoidale
della punta, in linea con la
superficie del dente e con 4 superfici attive, permette di operare nel massimo comfort per
operatore e paziente, con un
maggior rispetto della superficie smalto cemento radicolare in confronto al movimento
“picchiettante” tipico della
tecnologia piezoelettrica.
Cinquant’anni di Tecnologia CAVITRON® oggi racchiusi nel nuovo CAVITRON®
SPS™ Easy Install:
• Blu Zone per rendere più
confortevole l’ablazione
sottogengivale riducendo
la potenza senza diminuire
l’efficacia del trattamento.
• SPS™ (Sustained Performance System) tecnologia
brevettata che regola automaticamente la potenza
del sistema per rimuovere efficacemente anche il
tartaro più tenace.
• Manipolo autoclavabile
con agevole e veloce sostituzione degli inserti.
• Modalità Boost (Turbo),
attivabile con il pedale del
riunito, per aumentare la
potenza del 25%.
• Nuovo design con dimensioni ridottissime: 15 cm x
5 cm x 9 cm, peso di 950 g.
Compatibile praticamente
con tutti i riuniti presenti sul
mercato grazie al facile posizionamento a strappo!
Presentiamo in anteprima
anche un nuovo inserto – che
completa la gamma di inserti CAVITRON® rendendola la
più vasta del mercato – e un
nuovo innovativo accessorio.
THINsert™ è il nuovo inserto CAVITRON® per il trattamento parodontale non chirurgico con diametro il 47%
più sottile di un inserto FSI
Slimline. Questo inserto permette di raggiungere gli spazi
interprossimali e le tasche più
profonde senza perdere sensazione tattile e nel massimo
comfort del paziente.
Steri-Mate™ Light Lighted
Sleeve è il nuovo accessorio
CAVITRON® ideato per essere
inserito sul manipolo CAVITRON® e illuminare la cavità
orale, migliorando la visibilità
durante i trattamenti.
Inserendo Light Lighted
Sleeve nel manipolo CAVITRON® la luce si accende
automaticamente una volta
attivato l’ablatore, non è necessaria una fonte di energia esterna.
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DENTSPLY Italia
Via Curtatone, 3
00185 Roma
Tel.: 06.7264031 - Fax: 06.72640372
Nuovi pilastri
anatomici Neoss
Colgate Total Advanced Clean
Per mantenere quella durevole sensazione di pulizia professionale tra una seduta con l’igienista
dentale e l’altra, da oggi c’è Colgate Total Advanced Clean, il nuovo dentifricio che contiene un
avanzato sistema pulente con silice, simile a quello usato durante la seduta di pulizia dentale.
Colgate Total Advanced Clean: per una durevole sensazione di pulizia professionale.
Colgate Total, frutto di 10 anni di lavoro di
ricerca e innovazione da parte di Colgate-Palmolive, ha una formula unica in grado di fornire 12 ore di protezione completa dai batteri.
La formula contiene Fluoruro di Sodio, Triclosan e un innovativo co-polimero che permette l’adesione del Triclosan sullo smalto con una
prolungata azione antibatterica e protettiva su
denti e gengive fino a 12 ore dopo l’uso.
Anche dopo aver mangiato o bevuto.
Colgate Total è il primo dentifricio ad aver
ottenuto l’approvazione dell’ente governativo
americano Food and Drug Administration; la
sua formula è stata approvata da 50 Associazioni
Dentali nel mondo, tra cui l’Associazione Dentisti Italiani (ADI).
L’azione di Colgate Total è stata dimostrata
sulle diverse problematiche orali negli oltre 230
studi scientifici svolti in tutto il mondo.
Per ulteriori informazioni:
Vox Idee per il Business Srl
via Castelbarco, 5 - Milano
Tel.: 02.5829980.1 - www.voxidee.biz
Per soddisfare le esigenze nei
settori estetici, Neoss presenta
i nuovi pilastri anatomici interamente realizzati in Peek,
che possono essere utilizzati
sia come pilastri provvisori sia
come pilastri di guarigione
Il Peek è un polimero biocompatibile facilmente modificabile e ben adattabile ai
materiali utilizzati per il restauro protesico. Adatti sia per
i restauri provvisori cementati
che per quelli avvitati, i nuovi
pilastri sono disponibili in 6
diverse forme anatomiche, per
rispondere alle esigenze dei
singoli casi clinici.
Il restauro provvisorio può
essere realizzato separatamente e successivamente cementato sul pilastro, oppure può
essere realizzato direttamente
sul pilastro stesso. In questo
caso, sarà sufficiente creare
una ritenzione meccanica nel
camino del pilastro.
Se utilizzati con funzione di
pilastri di guarigione, i nuovi
pilastri in Peek possono essere lasciati in situ fino a 180
giorni, permettendo così il
corretto modellamento dei
tessuti e favorendo così l’ottenimento di un restauro finale
altamente estetico.
Per ulteriori informazioni:
Neoss Italia Srl
Via Marco Antonio Colonna, 42
20149 Milano
Tel.: 02.92952.1 - Fax: 02.92952.250
www.neossimplant.com
E-mail: [email protected]
Notizie dalle Aziende
Italian Edition
Anno V n. 12 - Dicembre 2009
Primo Congresso nazionale Camlog
Chi ben comincia…
protesica hanno reso ancora più
interessati i partecipanti per la
veste indipendente e oggettiva delle lezioni, questione non
certo scontata in un congresso
aziendale. Le domande ai relatori, magistralmente dirette
Gli organizzatori del Congresso dal titolo “Implantologia
osteointegrata: evidenze cliniche e prospettive future”, che si
è svolto a Verona, Palazzo della
Gran Guardia, il 23-24 ottobre,
possono ritenere di aver posto
una base importante per le future iniziative. Partecipazione
oltre le aspettative, pubblico
attento e disciplinato, relatori
di grande spessore scientifico e
relazioni molto interessanti con
particolare rilievo alle tecniche
rigenerative, sviscerate in modo
esauriente con opinioni differenziate (e talvolta contrastanti).
A parte una sessione apposita, dedicata agli studi scientifici
promossi dalla Camlog Foundation presso alcune Università italiane, le diverse sessioni
in cui sono state presentati gli
studi più avanzati nel settore
della riabilitazione implanto-
Università
e Industria
L’Università di Bologna
e Isasan sono liete di comunicare di aver stipulato un accordo per il trasferimento a Isasan della
licenza di brevetto per la
produzione e la commercializzazione di cementi
appartenenti alla famiglia dei leganti idraulici
calcio-silicatici.
Isasan renderà disponibili per il mercato internazionale alcune formulazioni
innovative,
studiate e messe a punto
presso i laboratori di ricerca dell’Università di
Bologna, per rispondere
alle diverse esigenze della
chirurgia endodontica.
Saranno disponibili: un
cemento per otturazioni
retrograde; un cemento per incappucciamento
pulpare; un cemento per
utilizzo come sealer per
otturazione ortograda con
tempi di indurimento lunghi; un cemento per apicogenesi degli elementi con
apice immaturo a indurimento lento e caratterizzato da biocompatibilità e
da marcata bioattività.
Le quattro formulazioni
sono commercializzate con
il nome di Tech Biosealer
Apex, Tech Biosealer Capping, Tech Biosealer RootEnd e Tech Biosealer Endo.
Per ulteriori informazioni:
ISASAN Srl
www.isasan.com
31
dai Chairman C. Maiorana, R.
Rodriguez y Baena, A. Baruffaldi, sono state molteplici.
Simpatico il cocktail di gala
allestito nella stessa struttura
e deliziato da un concerto di
musica jazz. Partecipazione di
sponsor prestigiosi a dimostrazione della stima e delle molteplici collaborazioni introdotte
dalla Alta Tech a livello internazionale e anche in Italia.
Auguri dunque… per le prossime opere!
32 Dental Meeting & Congressi
Anno V n. 12 - Dicembre 2009
Italian Edition
Primo congresso Andi a Biella
“Una ventata di freschezza”
Sabato 24 ottobre si è tenuto
a Biella il primo congresso culturale della sezione Andi della
cittadina piemontese.
La provincia non è grande, i
soci Andi non tantissimi, ma
l’interesse per l’aggiornamento
culturale è una tradizione antecedente all’era ECM.
L’argomento scelto “Implantologia nel moderno piano di
trattamento: certezze e controversie” era di grande attualità
e la partecipazione di relatori di
rilevo, quindi il concorso degli
sponsor è stato particolarmente
qualificato. Le varie relazioni
hanno descritto approcci diversi.
Alcune molto tradizionali
hanno ricordato tecniche chirurgiche raffinate e invasive,
altre hanno affrontato il tema
della chirurgia ambulatoriale spaziando fino agli impianti
“corti” con vivo interesse e un
dibattito perfino troppo acceso.
Mettendo a confronto differenti metodiche e tecniche
operative nonché valutando i
fallimenti implantari e paragonandoli a quelli endodontici o
parodontali, si volevano fornire
al “general practitoner” strumenti valutativi e prognostici
per valutare il piano di trattamento del singolo paziente.
I temi sono stati affrontati
da giovani ricercatori, affermati professionisti e prestigiosi accademici in un mix favorevole al confronto d’idee e al
dibattito. Secondo chi scrive,
il risultato è stato all'altezza
delle aspettative e anche Bartolomeo Griffa, vicepresidente
vicario Andi, presente ai lavori
congressuali, ha detto: “Come
debutto, un successo.
Anatomia chirurgica
a Vienna con Labanca
Per il mio incarico mi trovo a
frequentare spesso eventi simili in molte parti d’Italia e devo
dire che un tale concorso di congressisti, sponsor, un’organizzazione così impeccabile potrebbe
far invidia a molte sezioni di
province più grandi”.
Organizzata dall’Andi Biella
con il concorso dei consiglieri
e del presidente Claudio Praloran, la kermesse è stata animata con entusiasmo ed efficienza
dal segretario culturale Mauro
Rigolone, fatto oggetto di unanime elogio.
In questa stagione di corsi
online e serate, ridotte spesso a
passerelle un po’ sterili, dinanzi
ad audience svogliate, una ventata di freschezza?
A noi pare di sì.
Dal 3 al 7 maggio 2010, presso
l’Istituto di Anatomia dell’Università di Vienna, si terrà l’“XI
Corso di Anatomia chirurgica e di dissezione su preparati
anatomici”, sotto la direzione e
il coordinamento di Mauro Labanca e del corpo docente (Rita
Rezzani, Luigi Fabrizio Rodella
e Manfred Tschabitscher).
Il corso, che “vanta numerosi tentativi di imitazione”,
è giunto alla sua undicesima
edizione, con un notevole successo di pubblico, garantendo
un’assistenza completa a livello
scientifico e logistico, per rispondere a ogni esigenza formativa. Nella precedente edizione,
il raggiungimento del numero di iscritti molto prima dei
termini fissati, ha portato gli
organizzatori ad aumentare il
numero dei partecipanti assicurando però anche un contributo
più cospicuo da parte di tutori
e collaboratori con un rapporto di 1:1 tra corsisti e docenti.
Fiore all’occhiello del corso
l’ampia dotazione di materiale
(grazie anche all’estesa partecipazione delle aziende coinvolte)
e modelli di esercitazione opportunamente selezionati, per
offrire ai discenti un ambito
operativo all’avanguardia.
L’esperienza formativa e il
rigore scientifico, contornati da
un forte senso di convivialità e
di gruppo, fanno di questo Corso un’importante occasione di
crescita professionale.
Paolo Gilardini
TECNICHE DI MEDICINA ESTETICA DEL VISO
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IVA E SPESE DI SPEDIZIONE ESCLUSE
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La collana presenta i materiali d’uso più recenti e innovativi. Verranno illustrate modalità di utilizzo, profondità e zone di iniezione
e le tecniche per avere i migliori risultati. Per la parte pratica, l’opera dà la possibilità di valutare anamnesi, analisi facciale e piano
di trattamento su modelle. Seguiranno per ognuno dei casi la dimostrazione accurata di ogni fase terapeutica con immagini video e
documentazione fotografica. L’intenzione è quella di dare un facile supporto consultativo.
Un’elegante confezione regalo, con dedica
personalizzabile, che contiene 14 esclusivi
brani Chill out per atmosfere rilassanti.
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Dental Meeting & Congressi 33
Italian Edition
Anno V n. 12 - Dicembre 2009
All’Università di Siena corsi Aiola
su laser e nuove tecnologie
Da 8 anni Aiola organizza, con
Romano Grandini, il corso “Utilizzo del laser e delle nuove tecnologie nel trattamento dei tessuti molli, orali e periorali” e da
3 quello di “Utilizzo delle nuove tecnologie in Odontoiatria e
Igiene dentale: Ozono e Laser”.
Loro particolarità? I docenti
sono interscambiabili: ognuno
di loro interviene a turno, dando luogo a una lezione “composita” in cui tutti hanno una
parte nella spiegazione globale,
ma nessuno esce dopo il proprio intervento, bensì attende
il termine dell’intera giornata.
In questi anni sono state diplomate più di 500 persone, prodotte 200 tesi, 14 pubblicate.
Quest’anno, per il nono anno,
Aiola organizza per la prima
volta i corsi presso l’Università di Siena, diretta da Simone
Grandini (figlio di Romano)
con l’ausilio della competenza
del padre che ora, in pensione, si dedicherà sempre di più
all’insegnamento.
Se il ciclo fiorentino può ritenersi concluso, il testimone
passa ora all’Università di Siena, dove il medesimo gruppo
coordinerà un corso di perfezionamento attivo a partire dal
prossimo anno.
L’incontro tra gli attuali coordinatori (Maurizio Maggioni, Francesco Scarpelli, Pietro
Cremona) e Romano Grandini
ha avviato un viaggio condiviso
negli anni da circa 500 allievi,
che hanno affrontato in modo
organico e documentato gli step
di una curva di apprendimento
troppo spesso frettolosamente
contratta in incontri tendenti
più a evidenziare aspetti merceologici che a offrire basi di
una scelta e uso consapevole
delle attrezzature.
La tecnologia laser applicata
all’Odontoiatria e ai tessuti periorali viene illustrata partendo da basi storico-filosofiche,
che ne individuano la valenza
in un’ottica di mininvasività e
di efficacia, obiettivi principali di una terapia rispettosa del
moderno concetto di salute.
L’analisi delle basi fisiche e biologiche consente di appropriarsi dei meccanismi più intimi
che conducono all’effetto laser
sui tessuti, rendendo l’operatore
capace di modulare i parametri
di lavoro, adattandosi alle varie
situazioni cliniche.
Le varie tipologie di laser
sono analizzate nelle potenzialità di applicazione in ogni
branca dell’odontoiatria, valutando con rigore scientifico
aspetti positivi e non. Con i suoi
responsabili e coordinatori, diretti da Maurizio Maggioni,
Aiola è l’associazione di professionisti di maggior riferimento
nel mondo del laser italiano.
Con il suo sito, www.aiola.it,
è in contatto con gli iscritti e
con l’utenza, e attenta a ogni
momento di divulgazione. Offrirà collaborazione con le sue
risorse umane per contribuire
al successo dell’iniziativa.
I crediti formativi assegnati
negli scorsi anni sono stati 50
per il corso sull’utilizzo del La-
ser e 44 per quello su Ozono e
Laser. A oggi, è l’unica realtà
in Italia in grado di garantire
un numero di crediti ECM così
alto. I corsi verranno effettuati
anche grazie alla collaborazione delle Aziende Kavo, EmmeciQuattro e Rident.
Direttore dei corsi:
Simone Grandini, professore
aggregato al Dipartimento di
Scienze Odontostomatologiche
dell’Università di Siena. Docente
presso la Scuola di Specializzazione
in Ortodonzia, autore di numerose
pubblicazioni. [email protected]
Alcuni neo-diplomati dell’ultimo Corso Aiola.
34 Dental Meeting & Congressi
Anno V n. 12 - Dicembre 2009
Italian Edition
Infopoint
ITALIA
MASTER
UNIVERSITARIO
DI II LIVELLO: FUNZIONE E
DISFUNZIONE DELL’ATM APPLICAZIONE TEMPOROMANDIBOLARE. APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE
-Data: Anno Accademico 20092010
-Dove: Università degli Studi
di Padova
-Contatti: Segreteria Clinica
Odontoiatrica - Università
degli Studi di Padova
-Tel.: 049.8218098
-E-mail: [email protected]
II CONVEGNO DI ODONTOIATRIA E IGIENE DENTALE
- ESTETICA DEL SORRISO:
VALORE AGGIUNTO?
-Data: 11-12 dicembre 2009
-Dove: Aula Magna Centro Didattico Universitario Policlinico, Modena
-Contatti: TUEOR Servizi Srl
-Tel.: 011.19715665
-Fax: 011.19715882
-E-mail: [email protected]
-Web: www.tueor.com
USO DELLE TECNICHE DI
MEDICINA ESTETICA NEL
TERZO MEDIO-INFERIORE
DEL VOLTO
-Data: 12 dicembre 2009
-Dove: Gorgo al Monticano
(TV)
-Contatti: Medical Aesthetic
-Tel.: 346 1294010 Susanna 045.8680233 Federica
-E-mail: info@docredaelli.
com; [email protected]
-Web: www.medicalaesthetic.it
DENTAL TIME 2010 - INNOVAZIONE IN ODONTOIATRIA
-Data: 21-23 gennaio 2010
-Dove: Hotel President - Via
Roncadelle, 48 - Roncadelle di
Castel Mella (BS)
-Contatti: Segreteria territoriale
-Tel.: 030.2055674
-E-mail: segreteria@dentaltime.
bs.it
-Web: www.dentaltime.bs.it
CONSEGUENZE
DELLE
ABITUDINI FUNZIONALI E
POSTURALI VIZIATE - UN
APRROCCIO COMPLETO AL
TRATTAMENTO PRECOCE
DELLA MALOCCLUSIONE
-Data: 22 gennaio 2010
-Dove: Sala corsi Mazzola - via
Arona 18, Milano
-Contatti: Odontoservice - Caterina, Morena, Andrea
-Tel.: 800824071
-E-mail: [email protected]; morena@
mazzola-odontoservice.it;
[email protected]
CORSO VIA SATELLITE - LA
CHIRURGIA DEL SENO MASCELLARE E LE ALTERNATIVE TERAPEUTICHE
Prof. Carlo Maiorana
Dr. Tiziano Testori
-Data: 23 gennaio 2010
-Contatti: Geistlich Biomaterials Italia Srl
-Tel.: 0445.376266
-Fax: 0445.370433
-E-mail: [email protected]
-Web: www.geistlich.it
5° SIMIT DAY
-Data: 5-6 febbraio 2010
-Dove: Bologna Congressi
Piazza Costituzione 4/A
Bologna
-Contatti: e20srl - Sig.ra Jennifer Ciullini
-Tel.: 010.5960362
-Fax: 010.5370882
-E-mail: Jennifer@e20srl-com;
[email protected]
-Web: www.e20srl.com
SIO ROME INTERNATIONAL
CONGRESS - QUALITY IN
IMPLANTOLOGY
-Data: 5- 6 febbraio 2010
-Dove: Hotel Cavalieri - Roma
-Contatti: Medicina Viva
Servizio congressi Spa
-Tel.: 0521.290191
-Fax: 0521.291314
-E-mail: siorome2010@mvcon-
gressi.it
-Web: www.osteointegrazione.it
2° CONGRESSO INTERNAZIONALE - 8° CONVEGNO
NAZIONALE SIMO
-Data: 11-13 febbraio 2010
-Dove: Ospedale G. Eastman Aula Magna Andrea Benagiano Roma
-Contatti: SIMO
-Fax: 06.84483363
-E-mail: maxillo.odonto@
gmail.com
-Web: www.simo-santapollonia.it
XII CONGRESSO NAZIONALE SIOS
-Data: 13 febbraio 2010
-Dove: Dental School - Lingotto via Nizza 230 - Torino
-Contatti: Sig.ra Lia Genchi
Dental School Lingotto Torino
-Tel.: 011.6331532
-Fax: 011.6331513
-E-mail: rgrnchi@molinette.
piemonte.it
CORSO VIA SATELLITE –
RIGENERAZIONE
OSSEA
ORIZZONTALE E VERTICALE NELLA RIABILITAZIONE IMPLANTARE DI ZONE
ESTETICHE
Dr. Massimo Simion
Dr. Emilio Maschera
Dr.ssa Isabella Rocchietta
-Data: 20 febbraio 2010
-Contatti: Geistlich Biomaterials Italia Srl
-Tel.: 0445.376266
-Fax: 0445.370433
-E-mail: [email protected]
-Web: www.geistlich.it
14° CONGRESSO NAZIONALE SIDOC
-Data: 25-27 febbraio 2010
-Dove: Grand Hotel Parco dei
Principi - Roma
- Contatti: Segretera SIDOC
- Tel.: 06.97277570
- Fax: 06.97277571
- Web: www.sidoc.it
1° SCI-ENDO AIE
-Data: 26-28 febbraio 2010
-Dove: Monte Zoncolan (UD)
-Contatti: Segreteria Aie, dr.
Massimo Mariani
-Tel.: 031.269671
-E-mail: [email protected]
-Web: www.accademiaitalianaendodonzia.it
3° CONGRESSO “COMPETENCE IN ESTHETICS”
-Data: 27 febbraio 2010
-Dove: Palazzo dei Congressi Riccione
-Contatti: Centro Consulenze
Srl - ICDE
-Fax: 0473.670210
DICEMBRE
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TU.E.OR. Srl - C.so Sebastopoli, 225 - 10137 Torino - Tel. 011 19715665 - Fax 011 19715882
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Dental Meeting & Congressi 35
Italian Edition
Anno V n. 12 - Dicembre 2009
Infopoint
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CHIRURGICA E DI DISSEZIONE SU PREPARATI ANATOMICI
LA RICOSTRUZIONE DEI
DENTI TRATTATI ENDODONTICAMENTE
CON
PERNI IN FIBRA E MATERIALI COMPOSITI: MODERNI
ORIENTAMENTI
CLINICI
-Data: 3-7 maggio 2010
-Dove: Istituto di Anatomia
Università di Vienna
-Contatti: Medicina Viva Spa
Dott.ssa Chiara Boschi
-Tel.: 0521.290191
-Fax: 0521.291314
-Data: 27 febbraio 2010
-Dove: Athena Srl - Centro
Ingresso Settore A2 n. 22-23 Pordenone
-Contatti: Andrea Merlo
-Tel.: 0434.513215
-Fax: 0434.513200
-E-mail: [email protected]
XVI CONGRESSO NAZIONALE SIdP – PARODONTOLOGIA 2010:
VECCHI PROBLEMI, NUOVE
SOLUZIONI?
-Data: 4-6 marzo 2010
-Dove: Palazzo della Cultura e
dei Congressi
-Contatti: Segreteria Scientifica
-Tel.: 055.2009154
-E-mail: [email protected]
-Web: www.sidp.it
XV SIMPOSIO DELLE SCUOLE ORTODONTICHE
-Data: 12-13 marzo 2010
-Dove: Siena
-Contatti: Fasi Srl
-Tel.: 06.97605610
-Fax: 06.97605650
-E-mail: [email protected]
- Web: www.fasiweb.com
EUROPA
MASTER DI 2° LIVELLO IN
CHIRURGIA A PROTESI SU
IMPIANTI ENDO-OSSEI
-Data: n. 10 incontri da febbraio a dicembre 2010
-Dove: Università degli studi
di Firenze - Dipartimento di
Odontostomatologia
-Contatti: Università di Firenze
-Tel.: 055.678863
- Web: www.unifi.it
L’IMPLANTOLOGIA NELLO
STUDIO: SISTEMA IMPIANTARE SYBRON PROSERIES
-Data: 27 febbraio 2010
-Dove: Ordine dei Medici
Chirurghi e degli Odontoiatri
della provincia di Venezia
-Contatti: COI AIOG Tre Venezie
-Tel./Fax: 041.5319217
-E-mail: [email protected]
14° WORLD SYMPOSIUM
DENTSPLY FRIADENT
-Data: 19-20 marzo 2010
-Dove: Palau de Congressos de
Catalunya, Barcellona, Spagna
-Web: www.dentsply-friadent.com
8th ANTI-AGIN MEDICINE
WORLD CONGRESS
-Data: 8-10 aprile 2010
-Dove: Grimaldi Forum- Montecarlo
-Contatti: Euromedicom
-Tel.: +33.1.56837800
-Fax: + 33.2.56837805
XI CORSO DI ANATOMIA
-E-mail: [email protected]
RESTO DEL MONDO
ICAD & 3RDECAA ASIA
-Data: 21-23 gennaio 2010
-Dove: Bangkok, Thailand
-Contatti: Euromedicom
-Tel.: +33.1.56837800
-Fax: + 33.2.56837805
CURRENT CONCEPTS IN
AMERICAN DENTISTRY: ADVANCES AND INNOVATIONS IN
CLINICAL IMPLANTOLOGY
-Data: 5-9 marzo 2010
-Dove: New York University
College of Dentistry
-Contatti: Simit Dental Srl
-Tel.: 0376.267811
-E-mail: [email protected]
2°CONGRESSOINTERNACIONAL DA REVISTA CLINICA
-Data: 21-24 aprile 2010
-Dove: Florianopolis, Santa
Catarina, Brasile
-Web: www.editoraponto.com.br