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98-107 Taccuino Culturale 49_Layout 1 08/08/13 17:17 Pagina 102 dossier i nuovi cAmpioni Musica Mist sound da un vero villain delle telenovelas, l’attore Lisardo. Accetterà il corteggiamento tornando alla villa in piena notte, per accorgersi che il cattivo gradirebbe in realtà pratiche sadomaso. Troppo. Fuga precipitosa dalla villa in lacrime (llorar, llorar), mentre il fidanzato annoiato ha già lasciato l’hotel. Lieto fine sulla riva del lago, sotto la pioggia, coi due amanti in lacrime (llorar, e ancora llorar). Un osservatorio sulle classifiche discografiche dei MIST propone dolci melodie su amori contrastati, inni calcistici per la Nazionale, bamboline K-pop e duetti di post-punk elettronico. Questo si ascolta e si balla nei nuovi Paesi emergenti. di Alberto piccinini Jesse & Joy – Llorar (Messico) Jesse e Joy, fratello e sorella, sono un duo messicano di qualche fama alternativa. Il loro ultimo successo è uno dei temi della telenovela Coronas de Lagrimas, grande fenomeno televisivo della scorsa stagione in Argentina e in Messico. Il cuore vintage della storia riporta alle origini del genere: l’amore contrastato e tragico tra il bravo figlio di una famiglia povera, che cerca di nascondere le proprie origini, e la capricciosa figlia di un perfido e ricco avvocato. Ma la canzone, una generica ballata di amanti che si allontano (che a noi ricorda da vicino certe cose di Laura Pausini), ri- serva parecchie soprese nel videoclip girato senza economia di mezzi dallo stesso regista della telenovela, Pedro Torres. Seguiamo la notte brava di una coppia annoiata di ricchi creativi cittadini (due attori televisivi noti al pubblico più giovane), invitati al party esclusivo di un grande collezionista d’arte a Michoacán (qui, un cospicuo finanziamento del governo locale restituisce ottimamente l’incanto della zona). L’amore tra i due è al capolinea: lui sempre attaccato allo smartphone, lei rassegnata. Proprio durante la festa la ragazza sarà fatta oggetto delle attenzioni del collezionista, interpretato Z Jesse e Joy al latin Grammy Awards di las vegas dove hanno vinto quattro premi. REUTERS/CONTRASTO/STEVE MARCUS Z le Sistar, star del K-pop coreano, al Dream Festival di Seoul. 102 JUdiKA – indonesiaku (indonesia) Davvero curioso questo inno dedicato a una nazionale di calcio che non c’è, composto da Ananda Sukarlan – 44enne gloria internazionale del pianismo classico – e cantato da Judika, popstar di grido, vincitore a suo tempo dell’immancabile concorso televisivo Indonesian Idol. Inizia così: “Sono nato sotto una luna rossa (come il colore delle maglie della squadra, ndr)/ nel seno di madre Indonesia”. La canzone, che a noi fa l’effetto degli inni giallorossi di Antonello Venditti, si ascolta in un film di successo uscito all’inizio dell’anno: Hani iri pasti menang (Questo giorno sarà vittorioso). Sinossi approssimativa: la Nazionale di calcio indonesiana si qualifica per la fase finale del Mondiale 2014 e viene eliminata soltanto ai quarti di finale dal Brasile, ma la stella Gabriel Omar Baskoro deve fare i conti in patria con la lealtà al suo allenatore, le sfrenate ambizioni del padre, l’ombra della mafia delle scommesse sulla sua carriera. Nella realtà la Nazionale indonesiana si è qualificata ai Mondiali soltanto una volta e in età coloniale, 1938. La mafia globale delle scommesse invece è viva e vegeta, ha il suo centro proprio da quelle parti, e controlla la quasi totalità del calcio mondiale come ogni tanto si scopre attraverso scandali e inchieste. east european crossroads 98-107 Taccuino Culturale 49_Layout 1 08/08/13 17:17 Pagina 103 dossier REUTERS/ CONTRASTO/LEE JAE-WON tAccuino culturAle sistAr – Give it to me (sud Corea) Psy, il rapper coreano che ha invaso il mondo l’anno passato non è un caso solitario. In Corea, da almeno quindici anni la musica per ragazzini è dominata dal cosiddetto K-pop, diffuso capillarmente in tutta l’area. Canzonette modellate fino all’ossessione sui generi americani, costruite a tavolino da vere e proprie factory produttive come la Starship Entertaiment che ha messo in piedi 4 anni or sono, dopo lunghi e studiati casting, questo quartetto di ragazze, le Sistar. Give it to me, loro ultimo singolo già vendutissimo, fa sfoggio di coreografie, pose sexy, cambi d’abito, alto budget, lontani riferimenti a Madonna, a Rhianna e così via. numero 49 settembre/ottobre 2013 L’effetto, per noi, è piuttosto spiazzante. Si direbbe che l’esotismo, in questo caso, non si annidi nella differenza, ma nella somiglianza indistinguibile con l’originale occidentale, al punto che dopo un po’ non sai più chi copia chi. Le quattro bamboline, in ogni caso, sembrano uscite da un’animazione al computer. KiM Ki o – insan insan (turchia) Le Kim Ki O sono un duo di Istanbul, due ragazze: Ekin Sanaç e Berna Göl. Sintetizzatori e basso, nient’altro. La loro musica non è fatta per le classifiche di canzoni pop ma appartiene di diritto alla scena indipendente internazionale. Rielabora in maniera estremamente sofisti- cata il post-punk elettronico, richiama i Joy Division, i Suicide, l’elettropop inglese: è materia per critici e appassionati. In più il loro album Ground, uscito lo scorso marzo per un’etichetta francese, esplora – dicono – “la depressione e la disperazione che hanno preceduto la protesta”. Piazza Taksim. “Non c’era altro da fare che scendere in piazza, ed è stato come il punk – dice ancora Sanak – un vero laboratorio di creatività”. Insan, insan, significa “Umano, umano”. La canzone esce con un videoclip che fa collage di vecchi film, riprese di esplosioni, sport estremi, immagini dei vicoli di Istanbul, girato dalle documentariste turche Zeynep Dadak e Merve Kayan. 103