Il Primo Passo: la determinazione dei costi standard delle materie
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Il Primo Passo: la determinazione dei costi standard delle materie
Il Primo Passo: la determinazione dei costi standard delle materie prime nel periodo di stesura del “ Budget” È necessario fissare un target di costo a tutte le materie prime che compongono lo spend dell’azienda anche se non direttamente acquistate ma presenti, in termini percentuali significativi, nei prodotti. È indispensabile quindi conoscere e applicare in modo coerente le tecniche di Down Cost Management disponendo di schede analitiche con il costo dei prodotti. Essere in grado di interpretare le tendenze è fondamentale come essenziale è poi verificare la possibilità di utilizzare ed implementare, in accordo con il CFO, eventuali strumenti di copertura finanziaria. La suddivisione dei potenziali aumenti che non si concretizzano dalle attività di risparmio pianificate (schede buyers) Definiti i valori di materie prime si analizzano tutte le situazioni che vedono coinvolti i componenti oggetto delle potenziali previsioni di aumento stabilendo quali saranno i nuovi costi dei prodotti. Il dato risultante dalla somma di tutte queste variabili fornirà il valore di “potenziale aumento preventivato”. Questa analisi è molto importate perché fornisce trasparenza e visibilità creando una suddivisione chiara tra quelli che sono effettivamente i risparmi frutto dell’abilità negoziale del buyer dalle attività provenienti da scouting o da trattative parallele. Le schede saving collegate a ciascun buyer sono semplici documenti in cui vanno indicate tutte le attività pianificate con la suddivisione citata. Gli aumenti di costo: la misurazione Se le attività di saving vanno distinte dai ritardati aumenti, gli aumenti di costo devono essere misurati con attenzione ma soprattutto devono essere chiaramente identificabili nel report della PPV ( Purchasing Price Variance ). La PPV non è altro che lo strumento d’insieme con il quale il Responsabile del Procurement, a cadenza mensile, misura e mette a disposizione della Società l’andamento della sua performance e quella della sua squadra. È inutile sottolineare come le qualità umane e la formazione professionale degli uomini degli acquisti siano la struttura portante del DNA dei risultati che si possono ottenere. Gli strumenti informatici In una complessità di questo tipo è essenziale disporre di uno strumento informatico che, ogni mese, vada a suddividere e a trasferire su un foglio elettronico (anche rispetto allo stesso codice/fornitore/gruppo merceologico), quali sono state le variabili negative (risparmi) e quali invece le positive (aumenti). Un processo che non si può misurare è inutile ed estremamente pericoloso e un buon tecnico sa che non si può creare una figura definita senza i “tools” adeguati e quindi dobbiamo essere certi che la “macchina” che stiamo guidando dia risposte in linea con i comandi trasmessi La PPV: non solo strumento di valutazione consuntiva I concetti esposti sono necessari per misurare le performance ma diventano realmente efficaci quando possono essere utilizzati anche come uno strumento preventivo. È quindi necessario realizzare una parzializzazione mensile dello spend annuale previsto a budget in funzione degli andamenti degli esercizi precedenti. In tal modo si otterrà una proiezione degli andamenti di PPV. Tale attività di verifica e controllo è fondamentale e lo è in misura maggiore in funzione del periodo in cui si verificano gli eventi che possono modificare significativamente i valori di spend previsti. La trasposizione dei concetti di PPV in area tecnica e produttiva. Il Buyer si trasforma in Productivity Manager In realtà la P.P.V. è uno strumento di misura anche se, di fatto, la si può definire come un serbatoio che contiene il “propellente del saving” che deve essere alimentato in modo continuativo. In realtà il vero obiettivo è quello di riuscire a cambiare “le regole del gioco” anche nelle aree aziendali che non siano quelle degli acquisti. In questi contesti molto spesso le performance legate ai risparmi non vengono né proposte né implementate pur essendo i contesti stessi importanti fonti di saving a loro volta. In area tecnica, ad esempio, l’avvento di nuovi materiali che sono in grado di sostituire quelli tradizionalmente usati, pone temi che devono essere necessariamente essere presi in considerazione ed analizzati. Il tecnico non è, di regola, focalizzato sul costo del prodotto e quando subisce pressioni per introdurre materiali alternativi tende a tutelarsi o argomentando l’impossibilità di utilizzare le nuove soluzioni oppure proponendone magari altre che sono oltremodo conservative. Qui entra in gioco il “Productivity Manager”. Il ruolo è quello di un professionista che proviene dal mondo degli acquisti, che deve possedere una esperienza ed un bagaglio tecnico di assoluto rilievo. Il “Productivity Manager” è una sorta di “Black Belt” che opera trasversalmente nel sistema aziendale. Perché un uomo proveniente dall’area acquisti? Per la semplice ragione che deve essere in grado, con la sua pazienza ed abilità negoziale, di creare e gestire una serie di team interfunzionali parlando una sorta di “esperanto” che possa essere compreso dalle aree marketing, progetti, produzione e qualità gestendo l’introduzione e lo sfilamento di tutti quei componenti che, pur risultando funzionali e qualitativamente adeguati, risulteranno meno costosi dei precedenti impiegati. Il Productivity Manager è poi la figura che trasposte le logiche di PPV in aree tecnica e produttiva, riprende i concetti del Procurement creando anche in questo caso dei “piani di saving” che sono la “pietra miliare” di un sistema che trova la sua più corretta declinazione nell’acronimo CRRP ( Cost Reduction Rolling Plannig ). Operando in questo modo si formerà automaticamente un grande “contenitore” dove saranno presenti e verranno gestite e implementate le attività legate ai risparmi provenienti da tutte le aree aziendali: Acquisti, Tecnica e Produttiva. Il ruolo e l’importanza del committment L’esperienza, le capacità relazionali, la dettagliata conoscenza del sistema aziendale e il buon senso sono elementi indispensabili per raggiungere gli obiettivi che un uomo e il suo team si pongono ma devono essere fortemente “sponsorizzati” dalla Direzione Aziendale. Senza un credo di tale livello difficilmente il processo può risultare vincente. Se il committment è forte e gli uomini sono convinti e motivati il successo sarà certamente alla loro portata. In questo contesto la figura del Productivity Manager risulterà essere l’elemento che con l’aiuto del team sarà in grado di unire gli uomini sviluppandone le competenze e trasmettendo a questi stessi la consapevolezza di aver creato valore per l’Azienda. Stefano Fraccaroli Procurement Manager Burners Division Gruppo Riello Spa