0503 cs Gioco d`azzardo

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0503 cs Gioco d`azzardo
COMUNICATO STAMPA
Torino, 5 marzo 2015
SAITTA E PENTENERO, UN DISEGNO DI LEGGE
PER IL CONTRASTO AL GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO
“Aiutare i malati e le loro famiglie e dare sostegno legale ai Comuni”
Nel 2013 in Piemonte i SerD hanno assistito 2512 persone
Un paziente preso in carico dai SerD costa in media 2000 euro l’anno
Un disegno di legge per il contrasto al gioco d’azzardo patologico. Lo hanno annunciato oggi
l’assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta, e l’assessore all’Istruzione, Gianna
Pentenero, nel corso del convegno “Ragazzi, non giochiamoci! Minori e gioco d’azzardo”
che si svolto a Palazzo Lascaris, organizzato dall’Osservatorio regionale sull’usura. Il disegno
di legge sarà presentato nei prossimi giorni.
In Italia il fenomeno del gioco d’azzardo è in continua crescita, come si desume dalle
statistiche dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ex AAMS) relative alla quantità di
denaro giocato.
Il fatturato del gioco in Italia nell’anno 2011 è stato di 79,9 miliardi e di 86 miliardi nel
2012. La spesa degli italiani negli ultimi anni si attesta a poco meno di 90 miliardi: in
pratica è come se ogni italiano spendesse 1400 euro all’anno per tentare la fortuna.
“In Piemonte- sottolinea l’assessore Antonio Saitta- la spesa per il gioco d’azzardo è stimata
in circa 5 miliardi di euro. A questi costi vanno associati i costi sociali legati all’impatto
sulle famiglie, gli interessi economici da parte delle criminalità (usura, riciclaggio di denaro,
irretimento dei giocatori, gestione del gioco illegale); i costi derivanti dall’impatto negativo
sull’economia e sul mondo del lavoro, ma anche i costi sanitari della presa in carico per la
cura dei giocatori: un paziente preso in carico dai SerD costa mediamente 2000 euro l’anno.
L’azzardo costa: costa a chi gioca perché spende, costa alle famiglie che si rovinano, costa
alla sanità pubblica che deve seguire chi è malato”
Il fenomeno del gioco d’azzardo interessa il mondo giovanile, nonostante sia espressamente
vietato ai minori di anni 18: la prevalenza del gioco d’azzardo patologico è stata stimata in
circa l’8% nella popolazione tra i 15 e i 19 anni.
Se in Italia la stima dei giocatori d’azzardo patologici varia dallo 0,5% al 2,2% (dati
Ministero della Salute), in Piemonte nel 2013 sono stati trattati, presso i Servizi per la
cura delle Dipendenze (SerD), 1256 soggetti per gioco d’azzardo, 10 per gambling
problematico e 1246 per gambling patologico.
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Le donne sono 268, i maschi 988, 3,7 volte più numerosi delle donne. I nuovi utenti sono stati
578, gli utenti rientrati o già in carico 655.
L’età media è di 47,9 anni: 51,9 nelle donne e 46,7 negli uomini, 46,8 nei nuovi utenti 48,8 tra
gli utenti rientrati o già in carico.
L’assessore all’Istruzione Pentenero ha ricordato “l’importanza del coinvolgimento delle
scuole per sensibilizzare i ragazzi e le ragazze piemontesi sull’esigenza di contrastare un
fenomeno purtroppo assai diffuso. È importante creare una rete sul territorio che possa sia
diffondere la conoscenza del problema che prevenirlo e per far questo bisogna iniziare dai
ragazzi, fornire loro strumenti, competenze e conoscenze per aiutarli a comprendere che il
gioco d’azzardo può diventare patologico e quindi un vortice incontenibile.”
Il ministero della Sanità ha annunciato, di recente, l’inserimento nei livelli essenziali di
assistenza della cura delle nuove forme di dipendenza come la ludopatia: a corollario di
questo provvedimento legislativo nazionale, il disegno di legge della Regione si pone
l’obiettivo principale di prevenire e contrastare sul nostro territorio le dipendenze da gioco
patologico attraverso il trattamento terapeutico ed il recupero dei soggetti che ne sono affetti
ed il supporto delle loro famiglie, nell’ambito delle competenze regionali in materia sociosanitaria, partendo da azioni di comunicazione strutturate sull’intero territorio piemontese.
Conclude l’assessore Saitta: “Nel disegno di legge è previsto anche un sostegno legale ai
Comuni, perché le amministrazioni locali non possono essere lasciate solo nella loro
battaglia contro l’azzardo, devono essere aiutate e sostenute. In troppi casi abbiamo visto
Comuni introdurre limitazioni per le sale gioco (orari, distanze da luoghi sensibili) ed essere
poi costretti a resistere davanti al Tar e ad affrontare onerose richieste di risarcimento danni
avanzate dai gestori. Abbiamo il dovere morale di contrastare un fenomeno che vede alcuni
soggetti privatizzare i profitti scaricando sulla comunità e sul pubblico i costi. Siamo
consapevoli dei limiti di un intervento legislativo regionale e per questo chiediamo al
Governo Renzi di prendere coscienza dell’impatto del gioco d’azzardo patologico sulla
popolazione, in particolare quella giovanile e di dare un segnale forte ed univoco per
affrontare e risolvere il problema, soprattutto per quanto riguarda l’azzardo on line. E
sarebbe molto importante che partisse una grande iniziativa di mobilitazione nei confronti del
Governo, a cominciare dalle scuole”
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