racconterò loro? - l`angelo di forni di sopra

Transcript

racconterò loro? - l`angelo di forni di sopra
1
r
ballei:tino parraccHiale di
•ortiì
dì 3opra
NUOVA SERIE N. 12
FESTA DELL'ASSUNTA 1988
Gallina, che a star di piantone gli è
Cos
racconterò loro?
Circa due anni fa, verso la fine di
ai fatti suoi «saludame la me vecia».
giugno, mi era recato a Sigilletto con
alcuni ragazzi della quarta elementa
ranno le rose e s'avvicenderanno i
re e da lì ci eravamo avviati verso Pie-
rabech, per vedere il luogo da cui
sgorga l'acqua minerale «Goccia di
Carnia»: e così dopo essere arrivati
presso una fontanella, mentre i ragaz
zi si spruzzavano addosso dell'acqua
tra un gaio vocio e fresche risate mi
sono avviato verso una piccola chie
setta che li appresso è costruita.
C'ero passato tante volte per quei
luoghi, ma la stanchezza per il cammi
no, non aveva mai fatto sì che mi fossi
avvicinato a quella piccola casa di
preghiera. Per accorciare il percorso
ho saltato lo sgretolato muretto che la
cinge e non senza stupore mi sono ri
trovato in un piccolo cimitero della
Quando su questa valle allegra rifiori
raccolti e vendemmieranno ragazze
bionde le vigne, quando il contadino
cingerà di siepi spinose il suo campicello disfacendo i reticolti laboriosi,
allora sì, nel camposanto bianco sare
te ben morti, così dimenticati da nuo
vi prepotenti viventi, così lontani da
gli altri morti della famiglia. Oggi v'a
spetta a rapporto il capitano che ab
biamo portato giù stroncato dalla
bomba il giorno di settembre. La sua
lapide non è lontana, nel cimitero di
Strigno, con le sue parole semplici.
«Al capitano Fausto Bianchi — morto
combattendo — gli alpini». E dite al
capitano che la sua compagnia è sem
pre quella, e scatta, e nessuno ha pau
ra, se venga su il suo numero, di anda
re a raggiungerlo dove s'è già avviato
sereno. Non siete morti ancora, oggi.
Siete i compagni stanchi che riposano
di ritorno da una dura giornata d'a
vamposti; siete ancora con noi, solo
così stracchi che l'allarme non vi de
sta e il tenente esce in combattimento
senza di voi, siete come il compagno
che è rimasto di piantone agli zaini, e
che non vediamo con noi nell'ora che
le pallottole cominciano a frullare. E
c'è chi pensa; «Elo gnanca fortunà To
ni! Propi anco ghe toca far el pianton».
(A meno che non gli succeda come a
arrivata una scheggia di granata che
gli ha portato via tre dita, è vero che
va borghese ed ha finito di vedere le
streghe, ma dopo come farà a lavorare
nel campo?)».
Non voglio esaltare l'eroismo dei
battaglioni mandati al macello per
l'incompetenza dei Comandi, né tesse
re l'elogio dell'eroismo e neppure fare
il discorso su un falso ed eroico con
cetto di Patria. Le bandiere insangui
nate che si levano a catare la vittoria
della violenza e i cimiteri di croci sul
petto degli alti responsabili non sono
cose che mi attirino. Il ricordare che
siamo liberi, che possiamo respirare
senza paura, che possiamo permetter
ci tutte le nostre piccole pazzie, che
possiamo proclamare il nostro «cre
do» qualunque esso sia questo si
«m'interessa». Non so se quelle perso
ne sono morte gridando «Viva l'Ita
lia» o invocando il Padre Eterno o
biascicando l'ultima bestemmia, se
erano coscienti di alti ideali o se era
no lo strumento di chissà quale oscu
ro interesse: so che anche grazie al lo
ro sacrificio, purtroppo grazie a que
Grande Guerra. Piccoli cumuli di ter
ra ricordavano il luogo delle tombe,
una croce contorta, residui di filo spi
sto non vivo come un oppresso. È faci
nato arrugginiti, ortiche erbacce e sul
le dimenticare, e strappare i fili spina
ti dei tristi ricordi e piantare le vigne
che ci danno vino per ubriacarci di
ideologie, e cingerle con le siepi del
nostro perbenismo...
muro della chiesa la lapide che com
memorava i caduti... uno spettacolo di
«morte vera» che strideva con le gio
vani risa dei ragazzi portate dalla
brezza serale. Quella povera umanità
lìsepolta e veramente morta, dimenti
«Don Marco... andiamo o rimania
mo?». Una preghiera, il salto del mu
retto sgretolato e mi ritrovo tra l'alle
gra compagnia: cosa racconterò loro?
cata mi ha ricordato un tratto del li
bro «le Scarpe al Sole» di Paolo Mo
nelli, libro che narra i fatti degli alpi
don Marco
ni che combatterono nel primo con
flitto mondiale dal Tonale agli Alti
piani, dal Monte Santo al Grappa,
brano che qui voglio riportare:
«Abbiamo seppellito i nostri morti
ultimi, stanotte. Gli abbiamo reca i a
spalla nelle bare bianche che Carnai
ha costruito, attraverso le stradette
tortuose. S'assiepevano sulle porte egli accantonamenti i soldati, i rancie
ri s'affacciavano neri da antri vivi
di fiamme. Le montagne s intagliava
no su] frugare irrequieto dei ri e
,
erano sonore di cannonate, cj
il cappellano scandiva
!l nostro benvenuto agli emi
granti e il nostro sincero «mandi»
a quanti sono lontani dalPombra
parole latine del commiato,
d'un razzo si aprì sul cielo nero.
dì Cimacuta.
Non siete morti ancora,
stri che avete messo le scarpe a
durante la pattuglia, e
tempo di dire al compagno che
n valuta la sua bellc/za: generosamente ha ricevuto e generosamente dona» (R. Tagore). Nella
foto di'l. Pcrissutti: Raponzolo dì monte. Phyteuma Comosum-L.
don Marco e don Gildo
Lavori in S. Giacomo
Si potrebbe fare l'elenco dei nomi
"A jà bisuogna di una rinfhsciada»
di uomini, donne ed anche ragazzi,
che si sono prestati, per poco o tanto
si diceva una volta, quando la casa
dimostrava una certa stanchezza di
colori, di vernici, di metalli.
Anche la Casa del Signore, e in
non importa, ma con spirito di sacrifi
cio e con volontà per poter ottenere il
risultato visibile in ogni suo particola
questo caso la Chiesa di San Giaco
mo, ha subito una rinfrescata e lavori
di ripristino e restauro; più precisa
re.
Forse, vista l'umiltà e la sponta
neità della loro opera è preferibile
evitare un crudo susseguirsi di nomi,
mente:
1) Il tetto è stato completamente ri
pulito anche dalla ruggine, sono stati
col pericolo purtroppo non improba
bile di qualche spiacevole dimenti
otturati gli immancabili buchi, è stata
canza.
rifatta l'intera verniciatura, è stata po
sta in opera una nuova fila di ferma-
Non tralasciamo di ricordare colo
ro che hanno collaborato con le of
neve metallici.
ferte e la preghiera: pertanto è più
2) Nella sacristia è stata rifatta la
tinteggiatura, sostituito il pavimento
precedente con piastrelle: fornitura e
posa In opera di un nuovo armadio,
adatto un Grazie di cuore e «ca Diu
vi riendi meriti».
Armando Clerici
sostituzione del telaio di finestra.
3) L'interno è stato completamente
tinteggiato con materiali e colori
adatti, con particolare meticolosità in
ogni minimo particolare.
4} È stato revisionato completa
mente l'impianto elettrico, ora più
funzionale e razionale anche per la
posa dei faretti direzionali che tolgo
no le ombre.
5) Il pavimento in legno e le perline
laterali sono stati ripuliti con partico
lare cura, levigati e verniciati.
6) Il portone esterno è stato riverni
ciato previa pulizia totale.
Dipinto raffigurante la B. Vergine (olio su tela scc.
XIX).
Questi
sono
solamente
i
lavori
principali e più evidenti; ma si sa che
quando si mette mano in opere del
genere, saltano fuori tanti altri piccoli
imprevisti o inconvenienti non ultima
la pulizia completa.
«Camò a si sient al profum dal net
e al lusòu dal biel». Tutte queste ope
re sono state eseguite da persone
competenti e soprattutto di buona vo
Pala Centinata dell'Aitar Maggiore di S. Giaco
mo, raffigurante la Madonna con Bambino e Santi
(olio su tela, sec. XVIII).
lontà.
La tinteggiatura è stata eseguita
7) Sono stati ripristinati con argen
dalla ditta Pin Natalino di Pasian di
tatura i candelabri.
Prato, che, a dire il vero, oltre che ad
8) È stato posto in opera un nuovo
lampadario centrale.
9) É stata restaurata la porta del ta
bernacolo (dorata e argentata).
eseguire una precisa opera ha tenuto
la penna leggera sull'importo.
Tutto il resto, materiali a parte, è
stato eseguito «a pluovit» come una
volta.
Dipinto raffigurante S. Floreano (arte popolare te
desca, olio su tela, sec. XVIII).
10) Sono state restaurate le portelle laterali delle nicchie delle reliquie
e dell'olio santo. Si tratta di olio su la
miera del secolo XVII.
11) È stato ripulito anche l'altare
dal nero provocato dal fumo delle
candele.
12) Ripristino e rimessa in opera
dei vecchi quadri della Via Crucis.
.vTtE
13) Il portale esterno di pietra as
sieme ai riquadri delle finestre sono
stati ripuliti completamente e di con
seguenza sono state eseguite con cri
terio le opportune stuccature.
14) Da non dimenticare che in pre
cedenza era stato posto in opera un
generatore di aria calda per il riscal
Dipinto raffigurante la Madonna con Bambino e
devoti, opera di scuola tedesca del sec. W III che
ricorda un voto fatto per la peste del 1511 (olio su
tela, sec. XVIU).
damento che beneficiava di una nuo
va canna fumaria fatta esternamente.
15) Dotazione di un nuovo organo
elettronico.
Portene delle nicchie laterali delle Reliquie e degli oli della Chiesadi S. Giacomo.
Ricuperi di opere d'arte
'4
Nella chiesa di S. Giacomo, a se
/
\
racolo su quelle croste, definite di au
redazionale a parte, è stata ricolloca
ta la pala oggetto di un recente radi
cale ricupero sia del supporto che
della parte cromatica.
In un bugigattolo della soffitta del
l'edificio parrocchiale e della Chiesa
tori friulani e tedeschi.
sensibili verso il ricupero del patri
Parrocchiale, fra varie cose da rigat
tiere, sono saltate all'occhio attento
loro restauro.
ed accorto, coperte dalla polvere di
decenni, alcune tele prive di suppor
Questi restauri si inseriscono, co
me tasselli, in un mosaico complesso
È stata una vera scoperta, giacché
si trattava di opere d'arte di non poco
Santi (olio su tela, scc. XVIII).
Gli amministratori della Cassa Ru
rale ed Artigiana, particolarmente
monio storico-artistico, bene della co
munità, hanno deliberato un determi
nante contributo sull'intervento del
to.
Dipinto raffigurante la Madonna con Bambino e
ricorre da tempo, ha compiuto il mi
guito dell'intervento evidenziato nel
conto.
L'abituale restauratore, al quale si
di opere esistenti in loco, legittime
del paese e degne di valorizzazione.
Segno evidente di cultura e di sensi
bile interesse indirizzato verso i la
sciti dei nostri predecessori.
Dipinto rafngurante il ( rislo incoronato di Spine
(Arte popolare tedesca, olio su tela, sec. X\ II).
OFFERTE - OFFERTE
Per la chiesa di S. Giacomo
Nel
di matrimonio di Hduardo Cambo con Paola Colla >0.000; fam Mario Dm
ru 200.000: SA> ,00.000; .
*^10,
m mem. di Luca Aiiioniacomi c Gian-
uig! Pcrissulii 100.000; in mem. di Dante
De Santa «Monco» 50.000; in mem di Lo-
'irnnnn'''"'''S. Giacomo
100.000. m mem. dei propri defunti
P.G.R
N.N. 100.000; <.La Gronda», in occasione
N.N. 1.670.000; Cassetta 285.000; in mem.
di Aldo Clerici «Dania», la famiglia
schi e femmine) la «Schola Canto-
Per Porgano di S. Giacomo
50.000; Fiorigi Antoniacomi 30.000; la clas
100.000; lam. Elio Anziutti 100.000; Mario
Per la chiesa di S. Vito
Luigia 50.000; in mem. della sorella Elena
Anziutti. Geremia Anziutti 200.000; nel
matrimonio di Bruno Pouchin con Òlisa
.Antoniacomi 50.000; in mem della zia Ma
ria Cella «Talamin» i nipoti Franco e Ma
ria 250.000; Augusto Giongo 50.000; in
mem. di Romana Olivotto 30T000; Isidoro e
Rita Perissutti 50.000; Elio Lozza 50.000; in
mem. di Lucia Clerici «Danta», Angelo,
pa» 50.000; da N.N. 264.000.
si è recata a Tricesimo nella chiesa
della Madonna Missionaria, retta da
Per la chiesa
della B.V. della Salute
don Renzo Infanti (i più anziani do
vrebbero ricordarsi di questo bravo
Sacerdote) ed ha eseguito la Messa
Cantata del Mitterer, di fronte a tan
tissimifedeli.
Don Renzo ha ringraziato la Schola
Cantorum e Forni di Sopra che la ri
corda con simpatia e affetto, offrendo
all'intera comitiva fornese il pranzo
preparato con bravura dalle Suore.
In mem. di Luigi Maresia «Bortoloni» la
famiglia 50.000; nel matrimonio di Denis
Dorigo con Nunzia Cecchini, la famigha
Carino Dorigo 50.000; in mem. dei suoi de
vanna Ticò 15.000; in mem. di Carlo Domeneghetti 40.000; in mem. di Carlo Domeneghetti 50.000; Giancarla Tatiana Co-
radazzi 50.000; Giovanni Ardito 30.000;
Maria Caposassi 50.000;
Rina Bianchi 40.000; in mem. di Germano
D'Andrea 100.000; da N.N. 407.000.
Maria Tramontini 40.000; Antonio e Gio
chepervengono dafuori.
Quest'anno, la «Schola Cantorum»
In mem. di Domenico Smaniotto 30.000;
tam. Coiman Vito 50.000; da N.N. 450.000.
funti Ida Coradazzi «Sinisa» 40.000; Alfeo
Tommaso e Genia 50.000; fam. Catan
50.000; Lice 10.000; fam. Dante «Danta»
50.000; in mem. di Mario Canu 100.000;
Rina Bianchi 10.000; in mem. di Antonina
De Pauli «Socia» 200.000; nella Prima Co
munione di Silvia Antonicomi, la nonna
Armando. Dante e Mauro 100.000; Anna
rum» di Forni di Sopra, si sono co
stantemente preparati nelle loro esecu
zioni, prima di tutto per far fronte alle
esigenze della Parrocchia dì S. Maria
Assunta, ma, anche per poter rispon
dere positivamente alle «chiamate»
Perissutti Anlonietta 70.000; in mem. di
Pierina Antoniacomi 50.000; Alessia Pezzé
se 1938. 50.000; Gioballa Coradazzi «Pa
Moratti 50.000; Gino Comis 100.000; in
meni, di Lucia Clerici le sorelle Agnese e
Come sempre, puntualissimi alle
prove serali, i trema componemi (ma
100.000; in mem. di Aldo Clerici «Dania»,
Armando. Licia e Mauro. 100.000.
della Marcia con il «Hiràl» 150.000- Gior<^ina Muser in mem. della Maestra Anna cTe-
nei >0.000; m mem. di Vanio Ferigo
Attività della
Scholn cantorum
fam.
Altra «chiamata» ed altra esecuzio
Teodoro
ne, questa volta nella Cappella dell'O
spedale Civile di Tolmezzo, difronte a
moha gente, malati, ecc..
Cella 100.000; Cassa Rurale ed Artigiana
1.500.000; in mem. di Bernardino Coradazzi 50.000; in mem. di Valentino Antoniacomi «Tinela» 50.000; in mem. di Aldo Clerici
«Danta» i familiari 115.000; Antonietta Pe
rissutti 100.000; Gemella Pavoni 50.000; da
Le offerte sono aggiornate al 7 luglio 1988
Qualora vifossero omissioni, inesattezze o
dimenticanze si prega vivamente di avvertire
il parroco o il sig. Isidoro Perissutti. Grazie!
È stato commovente, per cui, queste
esperienze saranno ripetute.
Gli operai della ditta PIn di Pasian di Prato che
hanno tinteggiato l'interno delia chiesa di S. Gia
como.
Relazione Finanziaria
dell'anno 1987
B.V. Salute
Offerte varie
4.043.500
Buste culto 1986
Entrate
3.728.250
Bollettino «L'Angelo»
Iconografia cristiana: / simboli dì Cristo
Il monogramma di Cristo appare già
nel III secolo dopo Cristo dapprima sia
come sovrapposizione di I + X (dal lati
no Jesus Christus), sia come soprappo
sizione di X + P (iniziali di Cristo in
lingua greca: infatti in greco X = Ch;
P = R). Venne usato a Roma inizial
mente non come riconoscimento trion
fale di Cristo, ma semplicemente come
abbreviazione, contrazione di sillabe.
Tuttavia più tardi questo monogram
nella Gallia e anche in Africa si sostituì
la P greca con una R latina: questo se
gno fu usato anche sulle monete merovinge. Infine esso servi come segno
d'interpunzione nella scrittura. Diventa
dunque gradatamente irrilevante. Un
bel monogramma di Cristo di partico
lare importanza si trova ancora, nel VI
sec., sullo scudo della guardia di palaz
zo dell'imperatore Giustiniano (mosai
co di S. Vitale a Ravenna): esso indica
raggi, per gli antichi cristiani simbolo
l'iscrizione del labaro di Costantino
Bernardino da Siena. L'ordine dei Ge
suiti lo assunse nel XVI sec. come inse
chiama Cristo «sol invictus», sole non
sole all^altezza dell'asse terrestre, la
Ulteriori spiegazioni lo collegano al
Questo trigramma sostituisce il mono
gramma di Cristo. Fu propagato, spe
cialmente nel XIV sec., dal predicatore
cosmico e solare (la primitiva liturgia
anche l'interpretazione bizantina della
gna e come abbreviazione per «/esulm
teocrazia. Più tardi è sostituito in Occi
//abemus Socium».
dente dal trigramma J.H.S.
cruna delFago, la porta stretta e, da ul
timo, perfino la porta del sole attraver
Entrate
Uscite
3.692.910
4.823.800
Tombola
Entrate
5.000.000
Uscite (Liquidazione premi,
tasse, spese tipografiche
per cartelle)
1.394.570
1.394.570
Spese di culto
Uscite (fiori, particole,
vino SS. Messe, catechismi,
energia elettrica, telefono,
edicole, incenso, arredamento
sus.
iniziali di Jesus //ominum Salvator.
serito in un cerchio è una ruota a sei
secondo segno, che si distingue dal pri
mo solo per Fansa della P, significa: il
me come era in uso nel Medioevo: Jhe-
«In Hoc Signo (vinces)», o alle lettere
ma acquistò un significato simbolico
non senza importanza: il segno IX in
vinto, che non conosce tramonto). Il
Questo trigramma cristologico lo
possiamo vedere in molte occasioni
specialmente riferito a! mistero eucari
stico, ma pochi di noi conoscono il si
gnificato. E abbreviazione o delle pri
me tre lettere del nome greco di Gesù
(J H E) o della scrittura latina del no
Attività culturali
Biblioteca Parrocchiale
e paramenti, materiale
per pulizie, riscaldamento,
compensi ai sacrestani
ecc.)
12.824.829
Assicurazioni
cancelleria
spese postali
Uscite
1.861.395
S. Giacomo
Entrate
Uscite
10.598.450
22.993.832
22.993.832
don Marco
Andrazza
Entrata
705.000
Canonica
so la quale, come frutto della Reden
zione operata da Cristo, si effettua 1e-
Uscite
2.067.500
Restauri quadri
sodo dal mondo (vedi il monogramma
usato sulle tombe cristiane).
Solo dal IV secolo questo segno
argenteria, paramenti
Uscite
3.260.000
Entrate varie
Entrale (borse, candele,
cassette, ofierte per
fiori ecc.)
19.658.277
RIEPILOGO
Tot. Entrale
Tot. Uscite
compare con grande frequenza, spesso
Passivo
Libretto Bancario
Tot. Passivo
circondata da un cerchio o da una co
rona trionfale. Questo uso venne intro
dotto con il labaro di Costantino che
portava alla estremità superiore il monogramma entro una ghirlanda dorata,
e interpretalo, in quell'epoca partico
larmente attenta ai simboli, come so
vranità di Dio sul mondo ^ tnonfo di
1.793.739
228.300
1.565.439
OFFERTE MISSIONI
PANES. ANTONIO
Offerte nella Giornata Missionaria
(cons. ai Miss. Saveriani)
Spese per l'adozione
di un bambino ad Haiti
Offerte per Tacquisto
di un furgone
a un Missionario
Elemosine varie
Cristo sul male. L'aggiunta ^^lle lettere
Alfa e Omega indica che Cristo rappre
senta l'inizio e la fine, mentre un accen
no alia crocifissione e dato con Iag
giunta dei segni del sole ^della una.
Ulteriore sviluppo: m Sina il
pramma è vivacemente risolto in
stella a otto punte; in Italia, in Spagna,
47.432.387
49.125.926
Il nuovo organo elettronico nella chiesa dì S. Giacomo.
2.670.000
450.000
670.000
220.000
NAZIONALE ALPINI -GRUPPO^TfORNI DI SOP^
62 anni di storia e umanità
Gemona perde la vita, assieme a numerosi
amici, l'Alpino fornese D'Andrea Tullio figlio
del socio Alpino D'Andrea Gheso. Il dolore
Pur non avendo rintracciato documenti
probatori, da varie testimonianze si sa per
certo che la fondazione del Gruppo ANA di
Forni di Sopra risale al lontano 1926.
della famiglia si estende a tutto il paese an
cora sotto shock per il sisma che fortunata
Mondiale promotori dell'iniziativa spicca la
figura di quello che sara per unghi anni,
praticamente fino alla fine della Seconda
me non ricordare in questa occasione l'e
norme lavoro svolto dagli alpini in congedo
Dal gruppo di reduci della Prima Guerra
mente a Forni non ha fatto grossi danni. Co
volontari a favore delle popolazioni friulane
Guerra Mondiale, l'animatore e pnmo Capo
colpite con un apporto di migliaia di ore di
Gruppo: Coradazzi Iginio «Bianchi», classe
1894 Combattente della Prima Guerra
Mondiale, egli segui tutte le gloriose vicende
del Btg Tolmezzo - 8" Reggimento Alpini.
Per le sue gesta che hanno dell'incredibile
per ardimento ed efficacia bellica e che gli
lavoro, materiali, mezzi ed una dimostrazio
ne di efficienza tale da indurre il governo
degli Stati Uniti ad impiegare i fondi stanzia
ti proprio tramite l'Associazione Nazionale
Alpini guidata allora dall'indimenticabile
attribuirono l'appellativo di «diavolo del Pai
Presidente Bertagnolli.
Grande» fu decorato con Medaglia d'Argen
to al V.M. Grande figura di Alpino e monta
po il Sottotenente Schiaulini Gianni cui suc
Nel 1977 assume la carica di Capo Grup
cede nel 1978 il serg. deir8°, cav. De Pauli
naro.
A guerra finita ritorna alla vita dura e
semplice delle sue montagne che ha sem
pre intensamente amato. Fu Guida Alpina,
Tito tuttora in carica. Gli sono a fianco quali
Vice Capo Gruppo prima il cav. De Santa
Fedele e quindi Perissutti Egildo Bareta.
gando al suo nome numerose ed impegna
Sottotenente Antoniacomi Elvio. Quest'ulti
guardiacaccia e gestore del Rifugio Giàf le
tive vie in roccia assieme ai più forti scalato
Ricopre la carica di Segretario dal 1978 il
ri dell'epoca nonché alla realizzazione di
Il gen. di C.A. Ferdinando Antoniacomi per 20 an
ni Presidente della Sez. ANA Gamica. (Fotografia
numerosi sentieri tutt'ora praticati dai fre
scattata il 4 novembre 1970).
quentatori della montagna fornese.
Fu anche ideatore, sostenitore e realizza
ni quale Segretario.
leguerre e della montagna.
fino a riportare la consistenza del Gruppo
Significativa la presenza, alla fondazione
del Gruppo, del Generale Medaglia d'Oro
Ugo Pizzarello che da capitano comandava
la Compagnia ove prestava servizio l'alpino
Coradazzi e che nell'occasione fece dono al
Gruppo del suo primo Gagliardetto.
Collaboratori quali Segretari nel periodo
citato furono prima l'alpino Clerici Giovan
ni, poi Dante Danta tuttora iscritto al Grup
po e quindi l'alpino Perissutti Amelio.
Inizialmente il sodalizio conta 25 unità, per
la maggior parte reduci della Guerra 1915-18
alcuni dei quali mutilati ed invalidi. Ad essi si
uniscono con il passare del tempo molti gio
vani desiderosi di fraternizzare con i fondato
ri fino a raggiungere le80 unità alla soglia del
tragico secondo conflitto mondiale.
Fra i soci fondatori ricordiamo, oltre ai già
citati Capo Gruppo e Segretari: Antoniaco-
mi Ermenegildo Canova, Clerici Pietro Perere, D'Andrea Lino Somp, Cappellari Guido
Mariela, Pavoni Francesco Preve, Perissutti
Marnante, Anziutti Carlo Piretu.
Dopo gli eventi bellici del 1939/45 il
Gruppo risorge nel 1947 e riprende la sua
Questi riunirono i reduci della seconda
Guerra Mondiale con i vecchi soci fondatori
Tenente Colonnello Mauro Not (lo stesso
del '66) recentemente presente a Forni per
tempo gli sono da efficaci collaboratori qua
li segretari il Capotai Maggiore Pavoni Giobatta Tabachin ed il Sergente Maggiore De
Santa Fedele.
Da ricordare la presenza nel Gruppo del
generale di C.A. Ferdinando Antoniacomi,
mutilato e decorato al V.M., che fu per qua
si 20 anni Presidente della Sezione ANA
Carnica dove, come a Forni, ha lasciato un
raro esempio di rettitudine morale e mate
riale e di grande attaccamento alla patria.
La sua figura è ricordata con la dedica di
un'aula della Scuola Materna.
Nel 1964 viene eletto Capo Gruppo l'alpi
no Perissutti Mario Coton che affiancato dai
segretari Perissutti Gigetto prima e Dorigo
Lidio poi reggerà le sorti degli alpini fornesi
fino al 1977. In questo periodo si susseguo
no numerose le attività sociali collegate tal
volta con le consorelle associazioni del CAI
nere.
indelebile nella vita dei fornesi.
Fautori della rinascita furono Cella Tizia
Capo Gruppo e Antoniacomi Amelio Pirin,
classe 1911, Sergente Maggiore dell'B® Alpi-
Grazie al lavoro di alcuni soci si sta infatti
completando la sistemazione di due locali al
piano terra della Latteria Sociale di Vico che
saranno appunto attrezzati a Sede Sociale
ed ufficio sia per l'ANA sia per le consorelle
associazioni Combattenti e Reduci, Mutilati
mente di nuovo chiamati a fare il servizio
militare fra gli alpini dopo il periodo dei
«pompieri», sentano il desiderio dì far parte
di questa Associazione che a Forni come in
tutta Italia ha dato sempre prova di sensibi
lità verso i problemi sociali nonché di attac
camento alle tradizioni che non sono certo
quelle di «guerrafondai» come qualcuno si
permette di asserire ma di rispetto per colo
ro che ci hanno preceduto e con il loro sa
ed un lutto. Gli alpini sono in prima fila nel
portare aiuto e soccorso alla popolazione.
Sia quelli in congedo (primi fra tutti il Grup
po ANA di Salsomaggiore (PR) sia quelli in
Onorino Cappellari e il sindaco Vito Maresia.
di Guerra, Famiglie Caduti e Dispersi. Ulte
riore obbiettivo la realizzazione di un picco
lo ma significativo «Parco delle Rimembran
ze» per ricordare l'olocausto che il paese ha
dovuto sopportare negli eventi bellici. Ben
65 Caduti e 26 dispersi sono il tragico bilan
cio di una follia che gli alpini per primi si au
gurano non abbia mai più a verificarsi.
L'augurio che i giovani, ora fortunata
crificio hanno contribuito a creare una na
zione libera e democratica.
Elvio Antoniacomi
Giovanni De Santa «Daco» e il I en. C ol. Mauro
Not.
Mauro Not al comando di una Compagnia
del Tolmezzo) si prodigano fra fango e ma
Conferimento dello Croce di Guerra
cerie con uno spirito di collaborazione fra
terna che fra alpini è una dote basilare.
ad Onorino Cappellari (Saco), Giovanni De Santa (Bino Daco) eFelice Schiaulini (Peli)
Il 22 febbraio 1988, prima deirinizio dei lavori del Consiglio Comunale il Sinrinm
nva ali ex militare Onorino Cappellari, la Croce di Guerra. Prima di appuntare al nPtfn r
re il Sindaco dava lettura delle determinazioni contenute nel brevetto di concessione a fi
pressi di Forcella Scodovacca un Gruppo di
Alpini in esercitazione. Purtroppo dopo al
del Distretto Militare di Udine. Colonnello Salvatore Licandro
cune oredi ricerche ed il salvataggio dei mi
litari investiti in maniera più leggera manca
mo conflitto mondiale (1940-1943).
all'appello l'Alpino Abruzzese Antonio Del
Nero. Le ricerche riprese il giorno successivo
con la collaborazione di volontari fornesi
coordinati dal Capo Gruppo Perissutti conti
nuano per ben tre giorni fino al ritrovamen
to della salma del giovane alpino. La popo
lazione fornese si stringe intorno ai commili
toni ed ai familiari cercando di lenire per
quanto possibile il grande dolore. Una targa,
Onorino Cappellari si distinse in azioni di assalto alle postazioni nemiche in terra nian«l.„.
r
"a
Comandante
,
Jugot-Uva durante 1ulti-
significativa
e semplice
cerimonia nella
sala ele
consiliare,
hannopatriottiche
Drp<^pr.7i«tn)';.f
le. Alla
1{familiari
del decorato,
le rappresentanze
d'arma
associazioni
localf -1pUh '• ' h T""'
Conclusa la cerimonia, 1Amministrazione Comunale ha offerto ai presLti un bnndisit Zn'
Il 28giugno 1988. ripetendo lacerimonia sperimentata con successo il 99
.
Sala Consiliare, prima deWinizio iei lavori dd Comglio. il confermmto della (™ rrWmV.Tr
ex militari farnesi: Giovanni De Santa «Bino Daco» eFelice Schiaulini «Feli"
"f"
('Uerra «due
Alla semplice ma doverosa cerimonia hanno presenziato un picchetto di niilitar, W./ Rf. r- ^ , ,
estivo aForm con dComandante T. Col. Noi, l'intero Consiglio Comunale ronnZL,! %
patriottiche con bandiere e labari ed i familiari dei due decorati
'
Il Col Not ha dato lettura del dispositivo della decorazione ed ha appuntato al n.ft.
pressi del luogo della tragedia ricorda lo
Croce al mento di Guerra, mentre il Sindaco cav. Vito Maresia aoLntnvn ni !!
Schiaulini, dopo aver dato lettura della motivazione «...per aver partfcinato In
sfortunato alpino.
6 maggio 1976 - Terremoto del Friuli. Sot
to le macerie della caserma Coi Pantanali di
orfano del padre Giuseppe, caduto nel corso della prma guara ««ZI,"
•'
<"
"" brmdis, u,
posata il 10 settembre dello stesso anno nei
«niunchì»: animatore c fondato
Finalmente, dopo 72 anni, il Gruppo ANA
di Forni di Sopra avrà una sua Sede Sociale.
4 novembre 1966 - Una disastrosa allu
Inverno 1972 - Una valanga investe, nei
Coradaz/i
le esercitazioni estive.
vione colpisce il paese creando distruzione
armi (ricordiamo fra essi l'allora Tenente
re del Gruppo ANA dì Fornì dì Sopra.
Importanti i rapporti consolidati sia con i
Gruppi ANA della Gamia, del Friuli e del Ve
neto sia con i reparti alpini primo fra tutti il
Btg. Cividale comandato attualmente dal
Subentra come Capo Gruppo, nel 1949,
l'Artigliere Alpino Clerici Angelino Danta.
Il Clerici mantiene la carica con impegno
e capacità fino al 1963 ed in tale lasso di
inconfondibili caratteristiche delle penne
no (1947) e Antoniutti Fiorino (1948) quali
sociale sia sportivo che ha portato la consi
sulle 60 unità.
e Soccorso Alpino di cui i Perissutti è pure
responsabile. Fanno parte di questo periodo
alcuni episodi che hanno lasciato un segno
attività intesa a tener vive le tradizioni e le
mo periodo di vita del Gruppo è contraddi
stinto da una buona attività sia in campo
stenza numerica a 115 unità.
tore della cappellina eretta nei pressi del Ri
fugio Ciaf, dedicata alla Madonna delle Roc
ce per ricordare ed onorare i caduti di tutte
Vito Maresia appunta la Croce di (.uerra a Felice
Schiaulini.
bellico imìS-IS. rimanendo mutilato...». USindaco ha voluto ricordale ai or LZTTZ',
d,,,
.
Oe bania. la
decorazione a Felice
'^^1 periodo
chezza e le altre sofferenze della ritira
Vietato Fumare
ta.
A dimostrare il loro eroismo basterà
ricordare l'eloquente motivazione della
medaglia d'oro conferita alla memoria
del carabiniere Plado Mosca Giuseppe
da Acquaviva Palatani (Caltanissetta).
«Addetto ad un comando di grande
LAssemblea Ordinaria dei Soci
svoltasi ii 23 aprile ha sancito la ri
presa dell'attività del CAI di Forni ri
presa che di fatto era stata preceduta
- i
-
unità, partecipava al ripiegamento dal
Don al Donez con truppe della divisione
«Torino». Rimasta questa, dopo tragiche
vicende, accerchiata e sottoposta a mici
r
dalla positiva esperienza della 1® Edi
diale fuoco di armi automatiche e di ar
zione del Rally Sci Alpinistico orga
nizzato per il 10 aprile che ha rappre
tiglieria, nel momento supremo in cui i
superstiti, provati da continui sanguino
sentato l'inizio di una nuova attività
si combattimenti, dalla fame, dal cammi
no eccessivo, dal gelo, erano rimasti col
piti dalla fatalità del destino che sem
invernale a far conoscere sempre più
le nostre montagne.
Alla presenza di un discreto nume
ro di soci il Presidente uscente Antoniacomi Elvio ha presentato il Bilan
cio non solo dell'ultimo anno ma di
tutto l'ultimo decennio culminato nel
1982 con la costituzione della Sezio
ne e con il raggiungimento di una
compagine sociale veramente nume
brava avesse decretato il loro annienta
'jmc
Antoniacomi Elvio consegna ildistintivo di Socio 25.le a De Santa Gino «Madiu».
Festa delParma 1988
rosa composta, alla data del 31 di
cembre 1987, da 200 Soci Ordinari, 83
Giovani e 27 Familiari per un totale di
310 unità.
Un Bilancio più che positivo per la
mole di lavoro svolto ma con un po'
di rammarico per lo scarso coinvolgi
1740 anniversario
guente memorando discorso: «È l'Arma
delia fedeltà immobile e dell'abnegazio
ne silenziosa; l'Arma che nel folto della
mento che si è riusciti a dare ad ele
battaglia e di qua della battaglia, nella
menti giovani che possano garantire
un ricambio ed una nuova energia a
trincea e sulla strada, nelle città distrut
te e nel camminamento sconvolto, nel ri
schio repentino e nel pericolo durevole,
livello dirigenziale e di coordinamen
to delle varie attività. È su questi pun
dà ogni giorno eguali prove di valore,
tanto più gloriosa, quanto più avara le è
la gloria».
ti che il dibattito che ne è seguito si è
maggiormente soffermato pur esami
nando anche altre questioni di ordine
L'Istituzione si è rivelata eroica in
pratico quali il potenziamento dell'a
zione di segnaletica e manutenzione
guerra e collaboratrice preziosa in tutte
le armi sorelle, non meno che nelle Ar
sentieri. Il riatto della Casera di Val di
Brica finalmente
imminente,
mate del Mare e del Cielo. Arma com
alcuni
ARMA DEI CARABINIERI
lavori che interesseranno la Sede So
ciale, l'ammodernamento del Rif. Giàf
da parte dell'Amministrazione Comu
nale, la ricerca di una maggiore pro
fessionalità dal punto di vista tecnico
nei confronti di
un servizio basilare
quale l'organizzazione di Gite ed
Escursioni guidate.
Un minuto di raccoglimento del
l'Assemblea ha salutato la memoria
di Luciano Gergol, amico di Forni,
collaboratore alla realizzazione della
Ferrata Cassiopea, caduto in monta
gna lo scorso autunno.
Il distintivo dorato di Socio 25.le è
stato consegnato dal Presidente a De
Santa Gino Madiu, da sempre colla
boratore assiduo nelle varie attività;
dall'innaffiatura dei fiori della Sede
alla Guida nelle escursioni.
battente, dunque, ed i nostri uomini si
sentono soldati moralmente e spiritual
mente.
Si approssimava il tramonto dell'astro
napoleonico sulla piana di Waterloo,
quando si avvertì il bisogno di avere al
servizio dello stato legittimo un corpo di
militari scelti, preposto al servizio di po
lizia.
Così nacque, il 13 luglio 1814, il Corpo
dei Carabinieri, elevato a rango di Arma
nel 1861.
Ricordo che nella letteratura i carabi
nieri hanno anch'essi il loro posto e lo
tengono di pieno diritto sotto gli auspici
di due alti nomi: Costantino Nigra e Ga
briele d'Annunzio.
Il primo quale autore di una famosa
poesia «La Rassegna di Novara», poesia
che descrive i carabinieri «Usi obbedir
tacendo e tacendo morir»; l'altro del se-
Carabiniere fante, quindi carabiniere
alpino, guastatore, sciatore, elicotteri
sta e paracadutista, carabiniere mari
naio e di armi corazzate e blindate; ed
infine carabiniere onnipresente e onni
veggente, per gli infiniti compiti del ser
vizio in pace ed in guerra.
Da non dimenticare tutta la grande
famiglia dei carabinieri in congedo or
ganizzata in centinaia di sezioni. Enti
marginali certamente, ma anch'essi di
coesione, di forza morale e di prestigio,
così come le altre 16 Associazioni nazio
nali d'arma.
Anche nella lontana Russia, i carabi
nieri, che mobiliteranno ben 43 Sezioni,
furono sempre al loro posto e compirono
tutto il loro dovere, nonostante la stan-
Il rinnovo delle cariche per il trien
nio 1988-1990 ha dato questi risultati:
Consiglieri
Antoniacomi Elvio, Cedolin Mario,
De Santa Marco, Anziutti Anna Lui
gia, De Santa Nicolino, De Santa Re
nato, Cella Antonino, Antoniacomi
Nerina, Dorigo Lidio, Anziutti Alfio
per Forni di Sopra; Candotti Nazare
no per Forni di Sotto; Schneider
Giampiero per Sauris.
Revisori dei conti
Corisello Eligio, Ferigo Marco, Perissuttl Danilo.
Un sentito ringraziamento a coloro
che hanno ritenuto di non ricandidar
si per la collaborazione data.
Il Consiglio Direttivo successivo al
l'Assemblea ha riconfernnato alla
Presidenza Antoniacomi Elvio coa
diuvato sempre da Mano Cedolin
quale Vice Presidente e da Anziutti
Anna Luigia per la Segreteria.
Un augurio che l'inclemenza dejla
Primavera sia compensata
un e-
state splendida tale da
®
tutti, dai Gestori dei Rifugi agli escur A.itnrità orcsenti alla S. Messa nella ricorrenza del 174" anniversario della fondazione dell' Arma dei Casionisti ed alpinisti le massime sodd - rabinieri. Èla 1" S. Messa celebrata in S. Giacomo dopo i restauri {foto Aquilini).
sfazioni.
mento, inforcato un cavallo ed agitando
un drappo tricolore, si lanciava da solo
contro il nemico. Trascinava col suo ma
gnanimo grido ed il meraviglioso esem
pio migliaia di uomini in un travolgente
attacco all'arma bianca contro forze su
periori con tale ardente impeto da spez
zare il cerchio di morte e permettere
agli stremati reparti di porsi in salvo.
Esempio fulgido di virtù militari che
nessuna lode può degnamente esprime
re, scopariva nelle fiamme della batta
glia per ascendere nel cielo degli eroi».
Vallata di Arbusow (Russia) 22 dicem
bre 1942.
Ma vicino alle benemerenze civili e
militari di prima grandezza bisogna col
locare anche molte migliaia di atti di al
truismo, di filantropia, di soccorso occa
sionale, che tanto hanno valso a cemen
tare nell'animo del popolo italiano quel
la considerazione consapevole ed anche
affettuosa che ha sempre avuto per i ca
rabinieri, per i suoi carabinieri.
A tutt'oggi l'Arma è una fra le più va
lide ed insostituibili strutture della sto
ria nazionale italiana.
Il carabiniere ha un solo programma:
servire il Paese con purezza d'intenti e
assoluta giustizia, per l'ascesa della no
stra bella Italia nel mondo della scienza,
del progresso e della pace.
Solo così potremo ripetere il nostalgi
co coro del Nabucco e cantare con enfa
si l'immortale inno del Mameli: «Fratel
li d'Italia, l'Italia s'è desta».
VIVA L'ITALIA!
VIVA L'ARMA DEI CARABINIERI!
IL SOTTOTENENTE
Egeo Capessi
Cercare Dio...
Molti cercano Dio, ma prendono,
senza volerlo, la strada opposta a
quella che conduce a Lui: come dei
tecnici che costruiscono essi raccol
gono il materiale, tracciano dei
piani, verificano se tutto regge 0
no. Proprio cosi si fabbrica un raz
zo straordinariamente perfezionato
che si lancia nello spazio...
Ma quando si tratta della ricer
ca di Dio, un tale atteggiamento
fallisce sempre. La vera ricerca di
Dio è invece molto più somigliante
all'atteggiamento di un uomo che,
dopo essersi seduto, ascolta. Ed è
logico, giacché Dio in definitiva,
non è qualcuno da costruire o da
fare, ma qualcuno da ricevere. E
quando si riceve qualcuno, ci si sie
de e si ascolta. Sedersi e ascoltare
non è rinuncia, né pigrizia. E sem
pre cosi quando vogliamo lasciarci
impregnare da una verità troppo
grande per noi. Per conoscere il se
greto di un amico non ho che un
mezzo,
ascoltarlo,
soprattutto
quando penso che quest'amico ab
bia delle cose gravi che io ignoro.
Se invece parlo sempre non cono
scerò mai l'intimo segreto del mio
amico, anche se le mie parole gli si
aggirano intorno... Si trova Dio di
cendo, come il piccolo Samuele nel
Tempio: «Parla, Signore, il tuo ser
vo ti ascolta».
(J. Loew. Nella notte ho cercato)
o sport
Una stagione invernale discreta, carat
terizzata da una costante «tenuta» della
poca neve caduta già a novembre dello
scorso anno e, quindi, possibilità di effet
tuare regolari allenamenti per i ragazzi
della Società Sportiva Fornese, sia nel
settore dello sci alpino che in quello nor
dico (discesa e fondo).
Naturalmente, quando ci si allena in
tempo e bene, si ottengono anche ottimi
risultati agonistici e la Fornese, con le
sue squadre, ha portato a casa molti allo
ri e molto prestigio.
La Fornese, come sempre, ha organiz
zato anche diverse gare nella nostra val
le, gare zonali, ma anche una gara presti
giosa quale è la TRE C, manifestazione
internazionale di fondo, alla quale hanno
partecipato i migliori fondisti italiani ed
europei, ottenendo un successo pieno,
sia di partecipazione che di organizzazio
ne.
La primavera 1988 ha interessato la
preparazione tecnico-agonistica delle
squadre in classifica: al secondo posto
un'accoglienza festosa nella piazza cen
trale, con il Sindaco, cav. Vito Maresia
in testa, che ha fatto dono agli ospiti di
una targa del comune.
Per l'occasione l'Associazione Com
mercianti ed Albergatori, molto lodevole
per la sensibilità dimostrata negli ultimi
Cosa fa il Comune?
In collabora/ione con il Comune
di Forni di Sotto, si sta progettando
H circuito deirane lo d, fondo per
sia pure per brevi linee, su ciò una spesa prevista d, hre 500
Iniziamo questa rubrica, per
informare l'opinione pubblica,
che l'Amministrazione comuna
probabillmente aumentata a L. 750
le sta portando avanti, sia come
milioni.
anni all'attività atletica, ha donato una
mi a medio e lungo termine,
targa d'argento con incisi i nomi dei par
tecipanti alla staffetta, mentre la Cassa
Rurale ha voluto essere presente al ge
mellaggio sportivo e per la bella iniziati
va di Anesin Riccardo e soci, da tanti
anni amici di Forni di Sopra.
Non è mancata l'impronta de! volonta
riato artigiano nella cerimonia di pre
evitando, naturalmente, di ri
miazione, ove un pregevole lavoro in le
gno di Mario De Santa è passato ad ar
ricchire i ricordi di un maestro vetraio
combenze e prerogative riserva
milioni.
te al Comune per Legge.
Si è progettato l'amplimanento del
Rifugio Giàf, per una spesa comples
Sono completati i lavori di realiz
zazione della fognatura di Sottobalcons-Rio Comis, per una spesa com
plessiva di L. 100 milioni.
Anche i lavori di sistemazione in
terna del Municipio, mediante instal
lazione dell'impianto di sonorizzazio
ba, chitarra e bel canto, di una memora
ne all'interno della sala consiliare,
bile serata nel Ricreatorio parrocchiale.
l'installazione dell'argano quale eli
Quivi l'inventiva dei nostri soliti bravi
minazione delle barriere architettoni
«maestri culinari» (Paiot & C.). ha deli
che per il trasporto delle persone che
hanno difficoltà a fare le scale, allar
ti», al primo e secondo posto le squadre
dei «giovanissimi» e dei «pulcini» (assie
dell'arguzia di quell'artista di Murano,
con ottime specialità gastronomiche lo
stallazione di pareti attrezzate. Spesa
me alla Pro Nova Forni di Sotto).
È iniziata anche l'attività della corsa
cali.
sostenuta L. 50 milioni.
campestre e le squadre della Fornese, di
meno di ringraziare la Parrocchia per la
mostrano di maturare sempre più, grazie
alla costanza nella preparazione specifi
disponibilità del Ricreatorio, rivelatosi
ambiente ideale ad ospitare attività so
ca, che rende atleti e atlete più disinvolti
durante le gare e, quindi, con maggiori
ciali e culturali per la capienza e lumi
nosità delle sue sale.
O,
cio artificiale sta andando avanti e la
spesa prevista supera di poco L. 300
veneziano, accompagnatore degli atleti
e artefice, a suon di fisarmonoica. trom
Per l'occasione non possiamo fare a
vo impianto di pattinaggio su ghiac
portare quelle che sono le in
ziato i corpi già paghi della musica e
dietro l'U.S. Gavazzo la squadra «dilettan
Anche la progettazione di un nuo
esecuzione, sia come program
gamento dell'Ufficio Tecnico e in
Sono iniziati i lavori di sistemazio
ne del cimitero. Si tratta di lavori di
versi, porfìdatura viali, sistemazione
muri, installazione impianto di illu
minazione
e
sistemazione
cancelli.
Spesa L. 60 milioni.
siva di circa 200 milioni.
Alcune strade importanti hanno
già ottenuto la promessa d'intervento
regionale. Esse sono: Madai - Pian
dal Moru; Cianeit - Varan - Pian dala Madona; Puont dai Fasoi - Fossiana o strada dai Cianeis; Massaroul Val di Daguosas; Tiviei - Clapus -Tamaras.
Gli operai del Comune hanno ef
fettuato un ottimo lavoro di ripristi
no di alcune strade di terra battuta,
mediante inghiaiatura e decespugliatura marginale, quali la Davost - Palas, la strada di Trada e quella di Sorapiera - Tiviei.
Il Comune sta attualmente trattan
do con i proprietari, per la demoli
zione, entro quest'anno, dei seguenti
ruderi: Casa Pio IX fra la piazza cen
possibilità di successo.
Fra breve tempo, verrà stilato il calen
dario zonale per le gare di sci nordico e
via Tolina e la baracca della Spimac,
alpino da parte del Comitato Carnico-Giu-
antistante il Cimitero.
liano della FISI. Speriamo che i responsa
bili della Società Sportiva Fornese riesca
no ad accapparrarsi qualche gara impor
Sta procedendo la progettazione
delle opere per la sistemazione di al
cune zone della frazione di Andrazza:
tante in entrambe le discipline.
allargamento di via Venezia davanti
trale e Via Latteria, la casa Milan in
la chiesetta di San Vito, per ricavare
alcuni posti macchina, sostituzione
"fv|
Cronaca podistica
della vecchia fontana dala Biorcia.
con sistemazione di un'area di riposo
nei pressi, con panchine, aiuola e
Quest'anno l'attività podistica degli
atleti di casa marcia sotto il segno di
fontana illuminata, sistemazione zo
na della Primula con istallazione di
alcuni attrezzi dondoli, altalene, ecc.
Spesa prevista L. 90 milioni.
Carpenedo; infatti ad inizio stagione, il 4
giugno, i simpatici podisti di Carpenedo
(Venezia), hanno ricambiato la visita fat
ta dai fornesi
una staffetta
dell'Adriatico
atleti, con al
lo scorso anno, lanciando
di marinai dalle sponde
alle Alpi, Una trentina di
seguito medici e tecnici,
-
Sistemazione e ampliamento del
a-- -
Parco Giochi per bambini nella pine
ta per una spesa complessiva di circa
20 milioni.
hanno coperto la distanza di 170 chilo
metri
in circa dodici ore.
ricevendo
Acquisizione e sistemazione, come
in origine, della Casa «Giordan» in
I podisti di Carpenedo il 4 giugno assieme ai fornesi.
collaborazione con VIACP, per una
spesa complessiva di L. 800 milioni.
Riflessioni
Sistemazione del vecchio Munici
pio per una spesa di circa 300 milio
Mani scarne e monconi protesi,
devastati dalla lebbra, ti sono di
ni.
fronte, occhi spenti nelle orbite sca
vate dalla fame ti guardano, ti chie
dono un pane, un pane per l'Amore
Appalto, entro il mese di agosto
1988, dei lavori di ripristino fognatu
ra e acquedotti (distribuzione inter
di Dio.
na) per importi di circa 700 milioni di
Il gesto viene recepito dal fratello
meno povero. L'altro, che evangeli
camente si dubita lo sia, non si fa
trovare in quel momento, tutto pre
so nei tentativi di far quadrare il
hre, con mutuo CC. Depositi e Pre
stiti a totale carico dello Stato.
Il Comune sta trattando con l'Agip Petroli e TAmministrazione Re
gionale, per servire l'intero territorio
di borni di Sopra, di rete di distribu
bilancio delle cose vacue e di assur
di egoismi, non di certo del pane
quotidiano. Problema primario del
fratello indio, etiope, gabonese ed
anche non di rado di quello del pia
nerottolo accanto.
Fino a quando!
La riflessione si porta difilati al
lo spreco concertato del danaro
pubblico, il quale, da solo, converti
to, basterebbe a far avanzare tante
ceste dopo avere saziato quei figli
zione di gas (aria propanata), per un
importo di circa due nìihardi di lire a
E
totale carico degh Enti suindicati.
gU utenti spetterà la spesa del dirit(circainterna
500 mila
lie) e ^yl^iamento
della dislribu/ione
nelle
r
case (Circa 600 mila lire), il tutto mutuabileconvenieniemente.
dello stesso padre, nati con la no
stra stessa dignità, che implorano
il più elementare dei bisogni: un
pezzo di pane, un pezzo di pane per
l'Amor di Dio.
I. P.
Sono in corso trattative per reperie 1tinanz^iamenti necessari al funzio-
namenlo della piscina.
scono- iSnato
•'«"lesc (con qualche rinforzo extra fornese) si rie
trdcTvignfdel l d iSotto (i due Capi Distacca.
»v ricono-
accamen-
hi.l'
ottenuto un contri-
" ^ iinfdue
^lotti
p boschivi.
e i - lavoli colturali
della febbre tifoidea detta la «spagnola».
Passata la bufera della guerra e smobilitato
dal servizio militare, fu inviato come cap
pellano parrocchiale a Lungis di socchieve,
dove rimase dal 7 agosto 1919 al 30 settem
bre 1921. Il l ottobre di quell'anno passò
Il settore
alberghiero
si rinnova
nel Seminario di Udine con l'incarico di
Da alcuni anni, nel settore alberghie
professore nelle classi ginnasiali; mantenne
tale ufficio per un quadriennio, ossia fino al
30 settembre 1925. Nel quadriennio succes
sivo fino al 1929 esplicò le mansioni di Vi
ro di Forni di Sopra, si notava un certo
rilassamento, dovuto a tanti fattori che è
inutile sottolineare.
Abbiamo assistito alla chiusura dell'al
cerettore nel Seminario minore di Castelle-
bergo «Dolomiti» e, successivamente,
anche dell'albergo «All'Ancora». En
trambi questi due grandi complessi, po
sti al centro del Capoluogo di Vico, po
rio (Pagnacco) di recente costruzione. Infi
ne dal l ottobre 1929 al 30 settembre 1965,
tevano ospitare all'incirca una ottantina
1
di persone. Naturalmente, mancando
questi due alberghi, la potenzialità ricet
tiva di Forni di Sopra ne ha subito un
calo pauroso (almeno il 20%).
Ma. da qualche tempo, qualche cosa
si sta muovendo a Fomi di Sopra: Finiziativa privata si è rimessa in moto, con
prospettive molto confortanti nel settore
turistico paesano.
Recentemente è stato inaugurato
Ricupero edilizio di notevoli dimensioni. L'intero caseggiato dei Morets-Bareta, in borgata Ongiar, è sta
to ristrutturato in albergo. L'Hotel Coton — a tre stelle — (2" categoria) va ad arricchire il patrimonio
della ricettività pubblica di Forni di Sopra. Alla famiglia di Mario Perissutti gli auguri per la coraggiosa
iniziativa turistica.
1Hotel Coton di Mario Perissutti in loca
a dar lustro alla nostra località.
Da qualche mese si sta lavorando in
diversi alberghi fomesi; l'Hotel Davost di
Eduardo Cambò, nella zona sportiva di
Davost sta cambiando immagine: di
venterà anche questo complesso una
grossa realtà turistica fornese; anche En
zo Cella ha pensato bene di creare
qualche cosa di «suo», piuttosto di affit
tare gli alberghi degli altri. Infatti sta la
vorando alacremente per trasformare la
vecchia casa in fondo a! Tarandan {Via
Vittorio Veneto) in un bar-tavola calda
meublé, con denominazione «Taran
dan»? che ne dici Enzo!!! Sarebbe bello
no?
Qualche ritocco necessario l'ha porta
suore, laici.
Mons. Giuseppe Perissutti:
un maestro di spiritualità
Il 15 agosto 1966 — festa di S. Maria As
sunta in Cielo, patrona della nostra Parroc
chia — ritornò a Forni di Sopra per cele
brare il 50® di sacerdozio il nostro compae
sano mons. Giuseppe Perissutti (Morèt).
Tale solenne cerimonia era stata preannun
ciata con articoli e programma sul bolletti
no parrocchiale «L'Angelo» dello stesso
mese d'agosto '66 già stampato e distribui
to; di quella giornata però cosi piena e dav
vero magnifica non rimase alcuna nota
to avanti anche Nino Coradazzi nel suo
scritta, nè sui numeri successivi del bolletti
Albergo Centrale, in Piazza del Comu
ne. Speriamo che si sblocchi la variante
no, né sulle pagine del libro storico della
parrocchia.
Un vero peccato! Rivedendo le fotografie
(che conservo) e rinvangando nei miei ri
cordi, posso dire che fu davvero «un giorno
al PRG e che Nino e la sua truppa rea
lizzino l'ottimo albergo già progettato a
fondo valle, sulla destra prima del ponte
sul Tagliamento e Vico.
Anche l'Hotel Edelweiss, dopo aver
ampliato la sala da pranzo, ecc. ha pre
disposto i lavori per dotare l'ottimo al
bergo di ascensore.
La pensione «Lena» è stata interessa
ta peralcuni importanti lavori di amplia
mento e di ammodernamento.
Altri programmi sono stati annunciati
ed in breve, certamente, saranno con-
cretizzati in tangibile e validissima realtà:
si tratta dei lavori preannunciati da Fa
bio De Santa alla Villa Alpina, che sarà
trasformata e ammodernata convenien
temente; anche l'Albergo Cridola in lo
calità Mauria subirà presto una trasfor
mazione, con i necessari ammoderna
menti: Sinto e Manno Cappellari non
ne fanno mistero ormai.
_
Cristina e Tita Bandiera, tai Cianeis,
vogliono ingrandire la loro azzeccata at
tività di «polenta e frico», perche la
clientela è in continuo aumento, corne
lo è stato per la prole della famiglia
Bandiera...
. .
Infine, per il settore importantìssimo
degli alberghi, abbiamo lasciato 1HoteJ
Muions, che sorgerà proprio m localìta
«Muions»; l'opera grandiosa (sono pre
visti quasi duecento posti letto) ven-a
realizzata dalla Coop 2 di Udine, con la
collaborazione della Cooperativa Mum
di Bologna.
. .
^
Quindi, in un paio d'anni, ipostì letto
in albergo nella nostra cittadina, saran
no sicuramente raddoppiati con enor
mi vantaggi economici per chi opera ne
settore (posti di lavoro), per
do per l'artigianato
tutte lecamp,
strut
toeLstìche
impiantie per
di risalita,
Sportivi, piscina, palestra ealtro.
in sordina, il suo lavoro seminando i tesori
della sua saggezza e della sua bontà fra tut
ti quelli che ricorrevano a lui: chierici, preti,
lità Ongiar. Un esercizio alberghiero di
prim'ordine che certamente contribuirà
per lunghi anni, ricoperse l'incarico delica
tissimo ed importantissimo di direttore spi
rituale nel Seminario maggiore di Udine
per le classi liceali e teologiche; era nel con
tempo prezioso e ricercato consulente dei
sacerdoti giovani, nonché confessore e con
sigliere di religiose e di laici impegnati nel
l'apostolato. Il 27 gennaio 1959 S.E. mons.
Giuseppe Zaffonato, arcivescovo di Udine,
volle premiare tanta dedizione, conceden
dogli il titolo di Monsignore e di Canonico
del Duomo di Udine; continuò in seguito,
Quando lo osservai, pochi minuti dopo
nata sulla spalla destra come Gesù, dissi fra
me: «Era un prete autentico!». E subito
quella camera mi si trasformò in cappella
votiva e quel letto in altare, ove il prete ave
va offerto se stesso in olocausto al Signore.
Simile fu la sensazione in tutti i presenti a
quell'istante.
Oggi fra il clero giovane ed il laicato cri
stiano si ricerca spesso l'identikit del prete;
si rifiutano le definizioni tradizionali e se ne
Mons. Giuseppe Perissutti
da mons. Giuseppe Grosso amministratore
del medesimo e da altri sacerdoti. Quivi av
vengono i primi saluti delle autorità locali,
venne Papa Paolo VI.
dei parenti, dei paesani e di molti ospiti-vil
leggianti; si formò poi il corteo e si entrò
porale dell'E.I. nella VI compagnia di sani
Nel 1915 fu richiamato alle armi e fu ca
nella Chiesa parrocchiale per la s. Messa
tà di stanza a Padova. Si stava consumando
del cinquantenario. Fu una cerimonia direi
«gustatissima» da parte di tutti per il bel
canto corale, per le brevi e stupende parole
di augurio dette da mons. Fantini e dal
la prima guerra mondiale, con centinaia di
migliaia di morti, d'ambo le parti specie in
Europa; tutto il Friuli e le vallate della Carnia sentivano l'orribile peso di lutti e di mi
serie che l'odio degli uomini porta con sè in
ogni confiitto armato. Proprio durante que
sto aspro periodo ed in una zona che sape
va di fuoco e di combattimenti don Giusep
pe Perissutti saliva all'altare per offrire al
Signore la sua Prima S. Messa, il sacrificio
eucaristico cioè che riconcilia Dio con gli
ta alla sede della Cassa Rurale e della Coo
perativa di Consumo, l'omaggio dei doni
ed il rinfresco per il festeggiato nella taver
na «Aurora» ed infine nel pomeriggio, do
po i Vespri solenni, l'estrazione della tom
bola a favore delle opere parrocchiali. In
serata mons. Perissutti rientrò nel Semina
rio di Udine.
Tutto Forni gioì allora con quel suo fi
glio benemerito, diventato la guida sicura
di tante anime giovanili avviate all'altare,
di sacerdoti, di religiose e di laici dell'arcidiocesi udinese.
Era nato a Forni il 6 gennaio 1891 da
Paolo Perissutti e da Coradazzi Elisabetta,
primo di cinque fratelli. Crebbe sano, forte
e buono sotto la guida dei genitori intelli
genti esaggi, di insegnanti capaci ediligenti
e soprattutto del parroco: don Fortunato
De Santa. Frequentò gli studi secondari
presso il Seminario di Cividale e di Udine,
sotto l'occhio attento e compiaciuto del ret
tore mons. Fortunato De Santa, ad eccezio
ne d'un biennio liceale passato al collegio
«Arici» di Brescia ove ebbe come condisce
polo Giovanni Battista Montini che poi di-
nell'ottobre del 1965, in occasione della ria
pertura dell'anno scolastico.
Per i sacerdoti friulani, per le centinaia di
ex-alunni, per le religiose del Paulini e di S.
Spirito, che lo ricordano sempre caramente,
egli fu e resta il «padre». Il suo tramonto fu
placido, in un lettuccio dell'ospedale civile
di Udine, il 3 novembre 1969, all'età di 78
la morte, bianco e sereno con la testa recli
Mons. Perissutti giunse nella piazzetta di
Cella in automobile accompagnato dal fra
Parroco don Riccardo Talotti. Seguì la visi
frase bella e concisa all'assemblea plenaria
dei Moderatori e Professori del Seminario
anni.
memorabile».
tello Bernardo, da mons. Fino Fantini ret
tore del Seminario Arcivescovile di Udine,
«Egli resta sempre una fulgida bandiera
del clero friulano!» disse l'Arcivescovo con
uomini ed è sempre l'unica e vera garanzia
di pace.
Periodo assai fortunoso per il caporale
Giuseppe Perissutti: il 6 agosto 1916 fu nel
Duomo di Udine ordinato sacerdote dal
l'arcivescovo mons. Anastasio Rossi e l'in
domani domenica 7 agosto potè celebrare
la sua prima s. Messa nella Chiesa parroc
chiale del suo paese natale, Forni di Sopra;
più tardi la rotta di Caporetto e la conse
guente invasione austro-tedesca di tutto il
Friuli lo sorpresero in licenza di convale
scenza proprio a Forni di Sopra e cosi ri
mase quassù, unico sacerdote, in qualità di
Economo Spirituale della parrocchia, dal
settembre 1917 al gennaio 1919.
La Provvidenza Divina volle in tal modo
lasciarlo in mezzo al suo popolo, quale mi
nistro delle Sue grazie e delle Sue consola
zioni nei momenti più tragici della fame e
tentano altre di nuove. Per me, questo è un
inuUle affannarsi, una retorica risorgente...
Infatti è più facile dire del prete — come di
Dio! — ciò che egli non è, piuttosto che di
re ciò che egli è. Il popolo cristiano, il quale
non ama le definizioni astratte, sente invece
subito la presenza del vero prete e, direi an
zi, la fiuta.
Mons. Giuseppe Perissutti fu un autenti
co prete. Fu (e ne ebbe la coscienza limpida
e sicura) un inviato di Cristo Salvatore; fu
l'uomo della preghiera, fu il ministro della
parola di Dio, fu il dispensatore della Gra
zia salvifica soprattutto nel sacramento del
la Penitenza, fu il consigliere saggio per
ogni dubbioso, fu il medico esperto di tanti
cuori tormentaU, fu l'uomo povero che ge
nerosamente aiuta i fratelli poveri. Quante
vocazioni sacerdotali e religiose crebbero e
si rafforzarono sotto la guida sicura di que
sto direttore di anime; quanti problemi ri
solse non solo morali, ma anche di vitto e
di vestito!
Schivo senza essere scontroso, riservato
ma non asociale, passò tra gli uomini quasi
in punta di piedi per non disturbare. Amò il
silenzio ed il raccoglimento che arricchisco
no la persona; attinse a queste fonti con ab
bondanza per distribuire poi agli altri con
generosità. Fu testimone del messaggio
evangelico in mezzo al clero friulano e —
per esso — in mezzo al popolo, in paroleed
in opere.
Cosi lo ricordano sempre grati ancora sa
cerdoti, religiose e laici che spesso sostano
in riverente saluto nella cappellina nuova
del cimitero di Raspano, ove egli riposa.
Per Forni di Sopra e la sua gente egli re
sta «pre Sèf»; una gloria da ricordare ed un
esempio da imitare.
don Gildo De Santa
I
Stavolo degli eredi De Santa detti «Sualdòn» in Val di Làur, ultimato il 30 maggio 1786, dalla famiglia
Cappellari allora proprietaria, come si nota dalla scritta intagliata nella travc-colmo del (etto «Il S.G.
Sao e f.llo Cap. F.F.». Sul davanti c'è la Croce, costruita da Titta Daco nel settembre 1931 c rinnovata
per la terza volta da Mario Daco.
«Il Cristo delle vette»
Sul doppio vetro della finestra del ri
fugio, sono rimasti liberi dalla galaverna pochi centimetri quadrati, tanti pic
coli elementi di un «puzzle» che per
l'assemblaggio lascia spazio alle meta
foriche fantasie di chi si presenta da
vanti. Oltre il vetro c'è solo nebbia, fit
ta, profonda, qualche momento scura,
a volte più chiara e luminosa.
Raffiche di vento violentissime scuo
tono la «Margherita», (il rifugio più al
to d'Europa m. 4567 sul M.te Rosa), ri
cordi di terremoti vissuti in prima per
sona, i cavi di ancoraggio vibrano
emettendo un suono grave e prolunga
to, come di viola toccata con l'arco.
Il mio puzzle prende forma, il rifugio
novella arca, naviga nello spazio co
smico del caos originario alla ricerca
della dimensione tempo sul pianeta
Terra, ore sideree si susseguono, qual
cuno soffre nell'attesa. È indispensabi
le dimensionare lo spazio, scandire il
tempo, perdere quota per vincere il ma
lessere.
Uno scossone più forte, siamo fermi,
ma fuori tutto è immutato, alcuni esco
Il vento rafforza ancora, punge, ta
glia sul mento e sulle guance, mentre
compaiono sprazzi di luce bianco gial
lastri.
Improvvisamente sopra di noi uno
squarcio più intenso sbrega le nubi e
sopra uno sperone roccioso appare una
figura mistica, arcana, dalle fattezze
umane, che immobile sotto la lucente
galaverna indica la strada per la ca
panna «Gnifetti».
È «Il Cristo delle vette», una statua
di bronzo posta sopra un rilievo lungo
Domenica 22 maggio, sei bambini della nostra comunità si sono accostati non senza emozione, per la pri
ma volta alla Mensa Eucaristica. Durante la preparazione, iniziata il mese di novembre oltre agii argo
menti specifici, numerosi temi sono stati trattati, quali «il Senso della Festa, L'amore verso gli altri, la
Pace e la Fratellanza» e altri. Alla fine il gran giorno, dopo aver trascorso la vigilia a Tricesimo presso il
Santuariodella Madonna Missionaria. Hanno pregato perché il Signore li illumini sempre e sempre stia
loro vicino durante il cammino della vita, per i loro genitori e parenti, per i fornesi tutti, vicini e lontani!
(Foto Agiiilinf).
la via normale al M.te Rosa.
Seguiamo quella via, intanto in po
chi momenti tutto il Monte Rosa si
scopre, ora è libero dalla nebbia che si
è dissolta, tutto intorno neve lucente
ricopre ogni cosa, ogni colle, ogni vet
ta: Doufur, Gnifetti, Parrod, Vincent, i
Lyskam e più lontano gran Combin,
M.te Bianco, Mon Viso, un'apoteosi al
la natura che giova al fisico provato e
gratifica lo spirito.
Continuiamo a incidere la nostra
traccia nel bianco immacolato giù ver
so il rifugio Gnifetti.
no nella tormenta nel tentativo di sco
A.I.D.O.
'Sociasìon ItalianaOonatdrs di Organo
che ch'i ni ài clamai,
sul fà scùr,
prìn dal ultìm frélt,
la tasca vuota, una piaga rossa.
la mano che aspetta, lo sguardo attento
che prova il vostro cuore
mìtèit tal ciàlt di atra vita
al me còur... i me vuolis...
cusì la muart
a mi sumiarà mancu fréida.
Mario Cedolin
prire, capire la nostra posizione, dopo
I poveri non sono quelli che vedete
mostrare la fame e la sete,
gli abiti pieni delle loro ossa
Cuan ch'a rivarà
sullapietra come l'argento.
Ipoveri sono altrove,
lontano dallo sguardo di tutti:
vecchine sole, uomini distrutti.
Gente che ogni giorno si toglie
un boccone dal boccone
e per piangere si nasconde
poche ore ritornano sconfitti, solo neb
bia, solo neve, solo vento.
e non vuole compassione.
Vive pulita e decente
Aspettiamo fiduciosi o meglio, ansio
si che l'astro del nostro sistema si im
dentro l'ombra d'altra gente.
ponga; l'ammalato migliora.
1poveri sono quelli che seggono
Nel pomeriggio appaiono sprazzi di
luce, «Eolo» sfrangia la nebbia, la no
compiti sulle panchine dei viali
che ascoltano musiche, leggono
stra nave, si è fermata sull'orlo di un
vecchi ingialliti giornali
E li spaura il pensiero
dell inverno imminente
precipizio sopra un misterioso mare
opaco di nuvole.
Abbandoniamo l'arca approfittando
di una schiarita, prima per un versante
la foglia che cade
la pioggia sottile
di modesta pendenza, poi lungo un
che più non ha luce d'aprile
candido plateau sotto grossi serracchi.
Un crostone di neve compattata dal
vento piomba fra la prima e la seconda
cordata, attimi di incertezza, la nebbia
Il .w^,
che lascia deserte le strade.
I poveri sono quelli
che sentite tossire
rimonta, con la neve al ginocchio, fi
nelle case chissà dove.
nalmente raggiungiamo il colle del
come tarli nei vecchi legni
Lys.
senza poter morire.
Sono quelli che troverete
un giorno, con gli occhi spenti:
morti sema prete
Un ricordo vecchio
affamati di Sacramenti.
di Tina Palota
Sicomincia apianger dalle fasce,
Cassa Rurale ed Artigiana è stato oggetto di un apprezzato intervento
0 Dio, perché si nasce?
esterno consistente nel consolidamento degli intonaci, nella tinteggiatura e rifacimento del Dof'wioln nori
Nel lungo mar della vita
non si conoscon rive,
0 Dio perché si vive?
pàparziale,
Se"da'n
da ntll occhio.
T'T'
Ne guadagna mdecoro la Via Roma.
E se ungiamo rinascer
dobbiamo Signore,
0 Dio, perché si muore?
Renzo Pezzani
melrale del sottotetto. Nel prossimo autunno verranno completate anche le terrazze dei piani inferiori so'
trad^ionLlfu risulti'0^
'
de"L facciata
ri?'
f
Via Roma, èstato dato Pabito di festa con la tinteggiatura
Xo
nfaumento
delle vetrme
negozio
di abbigliamento-sartoria.
Altre mi/iatne realizzate
recentcmente
e chedelhanno
migliorato
l'aspetto e l'offerta dei sprvi7i «i
.
^
Le Sante Messe, negli anniver
sari, per favore, prenotatele al
«11 gomitolL''dmrSsìtt,'lS!S
disfiizioni.
LE SS. MESSE
meno un mese prima: ciò evita
*sacrifici siano coronati da meritato successo e sod-
spiacevoli «non posso».
Un parroco esemplare:
don Bernardino Coradazzi
Fu certamente una giornata splendida
la domenica 7 giugno 1903, quando il no
vello sacerdote don Bernardino Coradaz
zi celebrò nella chiesa parrocchiale di S.
Maria Assunta in Forni di Sopra la sua
prima S. Messa. Lo assisteva nella ceri
monia liturgica il parroco di Forni: don
Fortunato De Santa, che era anche suo
parente; lo attorniavano i familiari, gli
amici e la gran parte dei compaesani, fe
lici ed osannanti. Tale letizia era stata le
gittimata e potenziata anche dalla pubbli
cazione, fatta dal parroco De Santa, di un
libretto sulla famiglia e i parroci Coradaz
zi. Esso evidenzia infatti che il casato dei
Coradazzi, da secoli stabilitosi in Forni di
Sopra, diede alla Chiesa diversi sacerdo
ti: Bernardino ricordato dal 1501 al 1524,
Bernardino citato dal 1574 al 1605 quale
parroco locale; Sebastiano, che pur fu
parroco e maestro a Forni nel medesimo
secolo; Antonio, parroco di Forni dal 1818
al 1831, che rifulse come una stella tra i
suoi parrocchiali-paesani e nella diocesi
udinese.
vm 4
di «pre' saète». Di carattere forte e corag
gioso non si piegava davanti alle difficoltà
od alle ingiustizie; aveva però un cuore
sensibile a tutte le miserie, una fede in
crollabile nella Provvidenza di Dio ed un
impegno scrupoloso per i propri doveri.
Mise mano all'aratro in quell'arido campo
affidatogli dal Signore e, senza voltarsi
indietro, continuò instancabile per 37 anni
a dissodare ed a seminare fin quando le
forze glielo permisero.
Ed il suo lavoro non fu vano; le sue spe
ranze non restarono deluse, benché in
sorgessero altre e nuove difficoltà lungo il
corso degli anni. La vigna però sterile e
selvaggia si liberò pian piano dai sassi e
dalla sterpaglia e cominciò a dare i frutti
attesi che compensano ogni fatica. Sul
piano umano cadono le diffidenze e le
ostilità per lasciare il posto al rispetto, al
la stima, all'ammirazione, alla confidenza
tanto che per moltissimi diverrà il consi
gliere e il padre sempre pronto a com
prendere e a perdonare. La chiesa, all'i
nica 7 giugno 1903 per Forni di Sopra e
per il neo-levita don Bernardino Coradaz
10 anni...
Caserta — la benedizione dell'Asilo In
Dio e della buona gente. Ma nel 1939
alla presenza dei fedeli nelle feste mag
giori e anche nelle domeniche.
fantile già ampliato e meglio arredato.
Nel 1917, qualche mese dopo la rotta di
Caporetto, gente di passaggio mise tra le
giunse, tra capo e collo, l'ordine di chiu
Non ci soffermiamo sulle attività ordi
mani delle Suore due sorelline rimaste
nizio semideserta, diventerà insufficiente
Giornata dunque memorabile la dome
1" gennaio 1988: i coscritti di alcune classi dopo la S. Messa a Cella: auguri per ritrovarsi in forma tra
orfane d'ambo i genitori durante la ritira
ta, quando scoppiarono le mine sul ponte
del Tagliamento presso Codròipo, dicen
do: «Non c'è nessuno che possa prender
Avendo manifestato indubbi segni di vo
cazione religiosa entrò nel Seminario di
Udine, ove compì brillantemente gli studi
narie di don Bernardino Coradazzi, pieva
no di Invillino e Villa Santina, che egli
svolse con impegno continuo e solerte
per quasi otto lustri. Buona cosa è invece
ricordare qui certi suoi meriti od episodi
straordinari. Illuminate dal suo esempio
ed alimentate dalla sua preghiera e dal
suo consiglio fioriscono le vocazioni sa
sità del suo cuore e diede subito il suo as
fino all'ordinazione sacerdotale. Esercitò
cerdotali. Sette, come i Sacramenti o co
senso.
il suo primo ministero pastorale come
cappellano parrocchiale a Paluzza, ove
rimase fino al 1907,
me i doni dello Spirito Santo, sono le vo
cazioni che giungono al traguardo dell'Al
tare: prima quella di don Cortiula, il futuro
na furono sostituite da una nuova famiglia
religiosa, che doveva consacrare la sua
L'B marzo 1908, accompagnato da
mons. Fortunato De Santa a quel tempo
parroco-martire di Ovaro, trucidato dai
attività anche all'orfanotrofio recentemen
cosacchi nell'eccidio del 1 maggio 1945;
te istituito. Esse saranno chiamate «Figlie
Rettore del Seminario di Udine, fece il
l'ultima quella di don Gino Job, attuale
parroco di Ovaro che nella sua infanzia e
del SS. Sacramento». Fedeli al motto di S.
che la chiesa di S. Lorenzo di Villa Santi
fanciullezza crebbe nell'orfanotrofio S.
Pio X creato a Villa da don Coradazzi.
na. Il nuovo pievano era giovane, ricco di
fede, di idee e di voglia di lavorare; ma il
giunto in parrocchia, si rivolse alla infan
più grande azienda agricola di Villa Santi
na di quei tempi e con la stessa serenità
sapranno sgranare la corona del rosario
ed impugnare falce e rastrello, passando
dal profumo dell'incenso della chiesa al
zi.
Era nato il 4 agosto 1878 da famiglia
benestante; crebbe sano, forte e buono
sotto la guida di don Fortunato, prima
cappellano-maestro e poi parroco in loco.
suo ingresso nella pieve di S. Maria Mad
dalena di Invillino da cui dipendeva an
terreno affidato alle sue mani d'apostolo
era duro, sassoso, inselvatichito. L'acco
glienza fu glaciale. Lo annota lui stesso
nella prima pagina del libro storico, cui
consegnerà via via le vicende gioiose e
amare della sua vita fino agli ultimi gior
ni, Motivo? «il paese è quasi tutto sociali
sta, specialmente Invillino»; e a quei tem
pi socialismo voleva dire (soprattutto) ri
fiuto della fede cristiana, della religione
definita «oppio del popolo», disprezzo
della Chiesa, lotta ai prete e ad ogni sua
iniziativa. Le condizioni morali e religiose
della parrocchia potevano essere ben pa
ragonate alle condizioni di degrado della
Pieve «per le intemperie e per l'incuria
degli uomini ridotta in stato pericolante, e
Uno dei suoi primi pensieri, appena
zia abbandonata lungo le strade od in ba
to carente di servizi ed inadatto a svolge
re la sua attività. Motivazioni fasulle (di
remmo noi oggi), ma valide per il partito
fascista che allora voleva il monopolio
della educazione giovanile. Gli orfani
vennero portati via da Villa Santina e tra
si cura di loro; siate voi la loro Provviden
sferiti in una colonia a Fratta di Pordeno
za». Don Bernardino vide in quest'episo
dio un nuovo richiamo di Dio alla genero
tornare alle loro case od a Villa. Cosa che
Nel 1920 le suore francescane di Gemo
Benedetto «Ora et labora», gestiranno la
ne, donde scrissero ai loro parenti per
pian piano, alla chetichella si realizzò,
anche perché con la dichiarazione di
guerra (Il Guerra mondiale) il Fascismo e
l'Italia intera furono travolti da problemi
ben più gravi ed impellenti.
Don Bernardino Coradazzi però, colpito
nelle fibre più intime del suo cuore, di
nanzi allo scempio fatto all'opera sua più
personale (l'orfanotrofio S. Pio X) si chiu
se nella preghiera e nel silenzio. Invec
chiato anzitempo e colpito da disturbi alle
coronarie chinò il capo e s'avviò lenta
mente al suo Calvario. La salute andò
inesorabilmente peggiorando rendendo
l'odore acre della stalla. L'azienda, gesti
gli impossibile ogni attività e penoso ogni
ta dalle suore fondate da don Coradazzi,
sforzo; dovette trasferire la sua dimora
stabile nell'orfanotrofio ove, circondato
dalla stima, dall'affetto e dalla venerazio
lia di genitori non del tutto compresi della
loro missione. Fece erigere, in via Pai
Piccolo, una modesta scuola materna e vi
accolse il primo gruppo di frugoletti. Con
generosità affrontò sacrifici e stenti per
ottenne attestati di lode e premi nella cosidetta «battaglia del grano» e diplomi
d'onore per l'ellevamento dei bachi da
ché l'iniziativa ottenesse i frutti desidera
seta.
ti; affidò il ruolo di maestra ad una brava
signora, che veniva assistita da un'inser
Dal 1928 principiò una campagna deni
gratoria ai danni dell'orfanotrofio e del
viente. Poi nel settembre 1912 ne lasciò la
direzione a tre suore francescane salite
suo direttore; si muovevano critiche al
l'ordinamento, all'economia, ai servizi
da Gemona.
igienici. Don Bernardino però e le sue
L'11 ottobre 1914 venne impartita da
S.E. Mons. Fortunato De Santa, Vescovo
eletto di Sessa Aurunca — provincia di
sura immediata dell'orfanotrofio dichiara
ne generale, attese il tramonto della sua
lunga e faticosa giornata. Se ne andò in
silenzio, nel mattino del 17 ottobre 1944.
Tutta la Carnia e specialmente la piana
di Villa Santina in quei giorni erano og
suore continuarono a lavorare nell'Asilo,
getto di soprusi e di angherie d'ogni fatta
da parte delle truppe nazifasciste lanciate
alla caccia dei partigiani rifugiati sulle
nell'Orfanotrofio e nella azienda agricola
montagne.
con perserveranza, fidando nell'aiuto di
Nonostante la pericolosità del momento
e le difficoltà logistiche create dalla man
canza di tutti i ponti (stradali e ferroviari),
una fiumana di gente locale e forestiera
della Madonna del Sasso che fà acqua da
partecipò ai funerali di don Bernardino
fuori».
Coradazzi. Mentre il lungo corteo scende
va al cimitero, un aereo salì lungo la val
lata, abbassandosi visibilmente quanto
tutte le parti e piove dentro come piove
In parrocchia trova 18 unioni illegittime
0 legate da semplice matrimonio civile.
L'Amministrazione
civile
più si avvicinava. Ci furono alcuni intermi
anticlericale
nabili istanti di sgomento e di sbanda
mento; poi il velivolo scomparve all'oriz
boicotta ogni sua iniziativa, occupa la ca
zonte. La salma fu collocata provvisoria
mente nella tomba della famiglia Masieri,
nonica di Villa e così impedisce I arrivo
del Cappellano. Popolazione pigra, insen
sibile ad ogni sforzo di elevazione inorale
e spirituale. Molti genitori negano il Bat
in attesa d'esser riesumata e collocata
nella cappella dell'Istituto di S. Pio X. La
traslazione avvenne il 18 gennaio 1948 e
tesimo ai neonati, la prima Comunione ai
fu il trionfo della fede e dell'amore, nel ri
fanciulli e — di conseguenza —• ogni
cordo vivissimo di un prete fattosi tutto a
istruzione ed ogni partecipazione aMa vita
religiosa. Insomma una vigna arida più
che le ghiaie del Tagliamento; aspra e
selvaggia al pari degli anfratti e dei dirupi
tutti.
••
^
• V
'
-
Nota. Gran parte delle notizie sono desunte
da! libretto "Memorie della famiglia e del par
della Vinadia.
roci Coradazzi" di mons. Fortunato De Santa,
Ad Invillino e Villa Santina don Bernar
dino Coradazzi rimase per oltre 37 anni,
fino alla morte. Dotato di una costituzione
dal libro "Villa e InviliinO" del prof. Mario Tal-
fisica sana e robusta, instancabile alla fa
tica, con la sua bicicletta era sempre e Esempi di ricupero del patrimonio edilizio dei secoli scorsi Cella, ecco
dovunque, tanto da meritarsi l'appellativo eBalilla aseguito dell'intervento della Regione di cui 1art. 8della Legge n. 30 del 1987.
ier; dai "Discorso commemorativo nei 40° della
morte» tenuto a Villa Santina da mons. Giulia
no De Crignis, attuale parroco di Raveo ed al
lora cappellano di Invillino.
don Gildo De Santa
ANAGRAFE
PARROCCHIALE
Ilfilosofo francese Voltaire, amore di ope
re storiche, saggi, racconti, tragedie, consi
dera la tolleranzafiglia della ragione, fattore
essenziale di pace sociale, di rispetto e di
amore reciproco, e difesa della libertà umana
contro ogni forma disuperstizione, di inquisi
zione e di censura.
La tolleranza può quindi essere ritenuta
una suprema conquista della coscienza uma
tra, e cosi uguali davanti a te, non siano
d'ostacolo alla tolleranza reciproca; fà che
tutte le piccole sfumature che distinguono
questi atomi chiamati uomini, non siano se
gnale di odio e di persecuzione; fà che colo
ro i quali accendono ceri in pieno mezzo
giorno per celebrarli sopportino coloro che
na e la base stessa del vivere civile, come ap
pare chiaro dalla preghiera che segue e che
non detestino coloro che dicono la stessa
conclude il Trattato dello tolleranza. Elevata
monito agli uomini.
Non più dunque agli uomini mi rivolgo;
ma a te, Dio di lutti gii esseri, di tutti i
mondi e di tutti i tempi. Se è permesso a de
boli creature, perdute nell'immensità e im
(^L£RÌC1 ALDO «DANTA»
di anni 52
deceduto a Tolmezzo
il 27 maggio 1988
si accontentano della luce del tuo sole; fà
che coloro i quali coprono la veste loro di
una tela bianca per dire che bisogna amarli,
a un Dio inteso come essere soprannaturale,
al difuori di ogni dogma o rivelazione, que
sta preghiera laica si risolve in un solenne
DECEDUTI
Ha svolto un certo periodo nella Guardia
di Finanza, quindi, rientrato a Form si ède
dicato allarligianato quale imhianchmo- decoratore e ad altri lavori. Schivo per ma in-
cosa portando un mantello di lana nera; fà
che sia uguale adorarti in un gergo prove
dote ho sempre mantenuto ottimi rapporti
niente da una lingua morta, o in un gergo
con 'il prossimo. Lascia la moglie eduefiglie.
più nuovo; fà che coloro il cui abito é tinto
di rosso 0 di violetto, che dominano su una
CLERICI LUCIA VED. ANTONIACOMI
piccola parte di un piccolo mucchio di fan
go di questo mondo e che posseggono alcu
deceduta a Forni di Sopra
ni frammenti arrotondati di un certo metal
«DANTA»
di anni 82
il 12 febbraio 1988
quanto eterni, degnati di guardare con mi
sericordia gli errori legati alla nostra natu
ra. Che questi errori non generino le nostre
lo, godano senza orgoglio di ciò che essi
Moglie e madre esemplare, ha vissuto per
chiamano grandezza e ricchezza, e che gli il lavoro nei campi e per la casa. Lascia tre
altri guardino a costoro senza invidia; poi
figlie.
ché tu sai che nulla vi è in queste cose vane,
né che sia da invidiare né che possa inorgo
glire.
Possano tutti gli uomini ricordarsi che
sventure. Tu non ci hai dato un cuore per
sono fratelli! che essi abbiano in orrore la
ché noi ci odiassimo, né delle mani perché
tirannide esercitata sugli animi, cosi come
esecrano il brigantaggio che strappa con la
forza il frutto del lavoro e dell'industria pa
cifica! Se i flagelli della guerra sono inevita
bili, non odiamoci però, non laceriamoci a
vicenda quando regna la pace, e impieghia
mo ristante della nostra esistenza per bene
dire egualmente, in mille lingue diverse, dal
percettibili al resto dell'universo, osar do
mandare qualcosa a te, a te che hai dato
tutto, a te i cui decreti sono immutabili
ci strozzassimo. Fà che ci aiutiamo l'un l'al
tro a sopportare il fardello di una esistenza
penosa e passeggera; fà che le piccole diver
sità tra i vestiti che coprono i nostri deboli
corpi, tra tutte le nostre lingue insufficienti,
tra tutti i nostri usi ridicoli, tra tutte le no
stre leggi imperfette, tra tutte le nostre opi
nioni insensate, tra tutte le nostre condizio
Siam sino alla California, la tua bontà che
ni ai nostri occhi cosi diverse l'una dall'ai-
questo istante ci ha dato.
CARLO DOMENEGHETTI
di anni 71
deceduto a Udine
il 14 aprile 1988
Dopo lunga e irreversibile malattia, la
CELLA MARIA «COLETI»
di anni 87
Lazzaro ed Epulone
Siamo diventati dei ricchi Epuloni.
Lazzaro è accoccolato all'angolo della
deceduta a Tolmezzo
il 2 febbraio 1988
Alcune
manifeslazioni
Il suo tratto gentile ed il suo comporta
mento verso il prossimo, hanno fatto di lei
una persona mólto benvoluta nella piccola
frazione di Cella.
briciole che cadono: un centesimo, due
to nazionale. Il paese più ricco del mon
do, quello che da due centesimi ci assor
da con il frastuono che fa attorno alla
sua estrema generosità. Alcuni suoi doni
sono sinceri e ben orientati, altri sono
sordidi e interessati. I Lazzari sono a le
gioni, l'immensa maggioranza dell'uma
nità. Lazzaro una volta, era lontano nel
l'Oltremare...
7 Agosto
— Incontro presso il Rifugio Giàf
per ricordare i caduti in mon
tagna (al mattino S. Messa al
le ore n.30 presso la cappelletta del Rifugio.
— La sera: FIESTA
GRONDA.
Lazzaro comincia ad esistere per noi;
l'abbiamo appena scoperto. A giudicare
dai nostri giornali, ha un grande posto
nella vita del mondo. Non l'amiamo an
cora ma ci fa paura. Lazzaro ha imparato
a ribellarsi. Lazzaro ha molti figli e noi
gli abbiamo insegnato a buon mercato a
non lasciarli morire. Lazzaro sta per di
ventare il 90% della popolazione del
mondo. Lazzaro impara a leggere e a rea
o
DA
con Ballo e chioschi fornitissimi...
gire, minaccia la nostra sicurezza e la no
stra pace. I nostri cuori rimangono duri
o
davanti a Lazzaro che, secondo le parole
di un delegato di un popolo povero, si
aspettava «comprensione e amore».
(L.J. Lebret, «Dimensionidella carità»)
Sacchetti Edi di Verio e di Zanella Cele
"s nata a Gemona del Friuli il
♦ o
Dorigo Thomas di Franco e di Corba tto
Laura nato a Gemona del Friuli il 14 feb
braio 1988.
Bruno Roberto di Paolo e di Calanna RiANZIUTTl GIUSEPPINA-ELENA
VED. CORADAZZI «LENA»
1988^^° ^ Gemona del Friuli il 19 aprile
Cappellari Maicol di Carlo e di Penssutti
yama nato a Pieve di Cadore il 29 aprile
deceduta a Tolmezzo
il 12 febbraio 1988
Giovanni e di Mezza-
Donna caparbia e volitiva è riuscita, nel-
1988
per la propria famiglia, una struttura alber
Poi?
l immediato dopoguerra, a creare, per se e
ghiera denominata, appunto, pensione Lena.
^
Pordenone il 9 maggio
Geminiano edi
Lascia duefigli.
m.
14 Agosto
gno 1988
^ di Antoniaco-
" Gemona del FnuI, U13 g,u-
Ore 14.30 Gara di Campanòn,
e di Clau-
marzr98r " " '
nell'ambito della festa
di Cella.
1938-1988
50 anni dalla scomparsa
o
di S.E. mons.
Fortunato De Santa
Il 25febbraio 1938 moriva a Napoli
S.E. mons. Fortunato De Santa.
Ritornava alla casa del Padre la
la Chiesa 'parroccS/ltr" hattezzato presso
Cilefamiglie dei
o
♦ o
natia.
La comunità farnese, domenica 28
febbraio 1988, a 50 anni dalla sua
una guardata anche ai manifestini
scomparsa, durante la S. Messa solen
affìssi lungo il paese... non si sa
10
D"™«St. Etienne
città di Oulu fKini./ 1- V
Tuìra nella
Antonanecli di I »
Tuurc Velenius
nen.
^
^
Marija Leena Kerii-
Ore 17.30 Estrazione della Tom
bola in Via Roma.
per ben 24 anni e quello della sua terra
mutata gratitudine.
n.q^ue"n u!,"fri'l'
(FraLm)'
♦ o
15 Agosto
sciando nella costernazione il popolo
della sua Diocesi, che lo vide pastore
ne da requiem, lo ha ricordato con im
febbraio
1988.
di anni 80
di Cella
Pouchin Bruno con Antoniacomi Olisa a
Forni di Sopra il 27 febbraio 1988,
Ferigo Marco con Minisini Laura a Forni
stina nato a Tolmezzo il 16 gennaio 1988
Dorigo Elena di Eddi e di Gei Maria No-
♦ o
Festa del Borgo
MATRIMONI
NATI
LA
14-15 Agosto
certamente hanno influito con consigli e sug
gerimenti nel carattere aperto di Carlo.
di Sopra il 25 giugno 1988.
Pieli Enrico-Giovanni con Steinemann
Yvonne-Carole a S. Gallo (Svizzera) il 18
giugno 1987.
nostra tavola, e deve accontentarsi delle
centesimi, un millesimo del nostro reddi
sciava la moglie Annamaria Antoniacomi ed
i tre figli. Innamorato ai Forni di Sopra e
delle sue montagne aveva imparato ad amare
anche la gente farnese. grazie alla spontanei
tà dei familiari, la moglie ed i suoceri, che
Per non fare «corse inutili» date
mai!
di una
nati un benvenuto te\tn
'''
sposimi
de PAULI ANTONINA
VED. PAVONI «TILIA»
.tii atulazioni v/v/w/wf. J '!
'"ondo e con'oro fietìitori.
di anni 90
bollettino PARRCXX-HIALE
deceduta a Pordenone
di Sopra
il 10 maggio 1988
Lavoro nei campi efamiglia sono stati eli
scopi principali dello sua hoiga vita.
Lascia un figlio eduna figlia.
Autori??
^«•li Giatìchc Fnni
responsabile
^ --^-H)-I948
Ldinc. Via Troppo. 1