TUNISIA, UN CODICE PER GLI INVESTIMENTI
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TUNISIA, UN CODICE PER GLI INVESTIMENTI
Africa settentrionale TUNISIA, UN CODICE PER GLI INVESTIMENTI di Jean Carlo Nardi e Francesco Misuraca Studi legali Massarotto, Mosca, Nardi e Associati, Padova, Castelfranco contributo dell’industria maniDal 1994 un nuovo fatturiera, che comprende l’incodice disciplina gli dustria tessile e del cuoio, si aginvestimenti. La filosofia gira intorno al 20%. Nella tavola 1 viene riportato il contributo guida è la massima dei diversi settori economici alapertura ai capitali la formazione del PIL. esteri. Si punta Al riguardo, più recenti dati sul decisamente verso il PIL indicano una crescita annua del 5% e per il 1999 il selibero mercato. guente dato pro capite sull’atBasso rischio paese tuale entità del PIL: 5.070 USD e manodopera specializ- per abitante. zata completano il VERSO favorevole quadro… IL LIBERO MERCATO Il nuovo Codice degli investimenti tunisino viene a collocarsi nel quadro di una economia relativamente diversificata con una spiccata rilevanza dei settori agricolo, manifatturiero, energetico e dei servizi. Gran parte della produzione agricola è, da un lato, destinata alle esportazioni, dall’altro, però, il paese rimane sostanzialmente dipendente dalle importazioni alimentari. Tra i principali produttori di fosfati, la Tunisia produce, inoltre, piccoli quantitativi di petrolio e di gas. Ma, oltre il 50% del PIL è rappresentato dai servizi mentre il Quindi l’adozione del Codice degli investimenti è una innovazione che collima perfettamente con il processo di apertura dell’economia tunisina al libero mercato. Nel corso degli ultimi anni, a partire dal 1987, questo processo ha visto una progressiva semplificazione delle procedure amministrative e l’eliminazione delle restrizioni previste sulle importazioni (oggi circa l’85% delle importazioni è liberalizzato). Non solo, l’integrazione con l’Europa e, più in generale, mondiale, costituisce, oggi, una delle prioritarie strategie di sviluppo del governo tunisino. Tavola 1 - Contributo dei diversi settori alla formazione del PIL a prezzi correnti Settore Agricoltura e pesca Industria Servizi 1993 (%) 1994 (%) 1995 (%) 1996 (%) 17,9 32,9 49,2 15,5 33,7 50,8 13,7 34,2 52,1 15,6 33,3 51,1 Fonte: Banca Centrale della Tunisia Tavola 2 - Interscambio commerciale (milioni di USD) Importazioni Esportazioni Saldo 1993 1994 1995 1996 6.218 3.811 –2.407 6.571 4.643 –1.928 8.032 5.785 –2.247 7.741 5.412 –2.329 Fonte: Elaborazioni ICE su dati FMI Nella tavola 2 vengono indicati i valori dell’interscambio commerciale negli anni 1993-1996. Inoltre, attualmente il paese si è andato sempre più trasformando da esportatore di materie prime (prodotti agricoli, petrolio e fosfati) a esportatore di prodotti finiti. Il settore tessile ha mostrato grande dinamicità coprendo nel 1994 il 18% delle esportazioni e il 23% delle importazioni. Nello stesso tempo, la stasi mondiale dei prezzi del petrolio, insieme all’accresciuto consumo interno, hanno ridotto notevolmente il contributo dell’industria petrolifera al commercio con l’estero della Tunisia. Attualmente il 76% delle esportazioni deriva dal turismo e industria manifatturiera. P PAESI E MERCATI 442 COMMERCIO INTERNAZIONALE n. 10/1999 L’INTERSCAMBIO ITALIA-TUNISIA Dopo la Francia, l’Italia è il più importante partner commerciale della Tunisia, assorbendo circa il 20% delle esportazioni tunisine e contribuendo per il 18,7% al totale delle importazioni. Nei rapporti commerciali con l’Italia, la Tunisia si pone al 36° posto tra i paesi clienti ed al 31° tra quelli fornitori (dati del 1996). Nonostante la battuta d’arresto registrata nel corso del 1994 dovuta alla contrazione delle nostre esportazioni a fronte di un aumento considerevole delle esportazioni tunisine - il saldo commerciale continua a essere in attivo ed in costante aumento grazie alla maggiore dinamicità delle nostre esportazioni a fronte di un aumento più contenuto, seppur rilevante delle importazioni. Per un quadro d’insieme si veda la tavola 3 (riportata alla pagina successiva). ▲ UN CODICE TUTTO NUOVO Nel gennaio 1994 è entrato in vigore il nuovo Codice degli investimenti (Legge 93-120 del 7 dicembre 1993) diretto ad incoraggiare la partecipazione straniera allo sviluppo economico con riferimento a tutti i settori d’attività con esclusione di quello minerario, energetico, finanziario e del commercio interno regolamentati da normativa ad hoc. I settori regolati dal Codice degli investimenti sono: – agricoltura e pesca; – industria di trasformazione; – lavori pubblici; – turismo; – artigianato; – trasporti; – educazione; – formazione professionale; – prodotti culturali e dello spettacolo; – spettacoli per bambini e giovani; – salute; – protezione dell’ambiente; – promozione del patrimonio; – altri servizi e attività non finanziarie. In virtù della nuova regolamentazione, l’investimento non è più sottoposto ad autorizzazione preliminare, ma a semplice dichiarazione all’autorità competente, ad eccezione delle attività inerenti la tessitura di tappeti, la fabbricazione di armi, munizioni, parti e pezzi di ricambio, il riciclaggio e trasformazione di rifiuti. Dalle nuove disposizioni si possono trarre importanti conseguenze. Visto che l’economia tunisina produce prevalentemente servizi (costituenti tendenzialmente la metà del PIL), è chiaro che la parte del leone negli investimenti esteri la avranno quelle piccole e medie imprese straniere che dedite, anche in patria, quasi esclusivamente ai servizi (specie di trasformazione delle materia prime in semilavorati e lavorati) possono efficacemente stipulare, in Tunisia, joint venture associative per l’esportazione. Ne viene conferma dai dati sui benefici di cui goderebbero, come sono indicati nei paragrafi successivi. Benefici fiscali e finanziari Ad ogni progetto d’investimento vengono concessi automaticamente benefici fiscali e finanziari ed in particolare: – deduzione fino ad un massimo del 35% dell’imposta sui redditi per gli utili reinvestiti; – riduzione del 10% delle imposte doganali ed esenzione dall’IVA per le attrezzature importate se non esistono localmente; – esenzione dall’IVA e dell’imposta di consumo per i beni strumentali fabbricati localmente; – possibilità di scelta di un sistema di ammortamento regressivo per le attrezzature la cui durata superi i 7 anni; – esenzione totale dal pagamento delle imposte sugli utili generati da esportazioni per 10 anni e imposizione del 50% della tassazione comune (35%) per un periodo illimitato a partire dall’11° anno. Vantaggi addizionali specifici possono essere concessi per progetti di investimento relativi a piccole e medie imprese o diretti a promuovere trasferimenti di tecnologia, ricerca e sviluppo, protezione dell’ambiente, risparmio energetico e produzione e commercializzazione di energie rinnovabili e geotermia. Ulteriori benefici di ordine fiscale e finanziario sono riservati alle società totalmente esporta- Tavola 3 - L’interscambio Italia-Tunisia (valori in miliardi di lire e variazioni sull’anno precedente) Esportazioni Importazioni Saldo 1993 1994 1995 1996 1.631 (+17,1%) 955 (+21,0%) 676 1.552 (–4,8%) 1.406 (+47,2%) 146 1.949 (+25,6%) 1.664 (+18,3%) 285 2.190 (+12,4%) 1.812 (+8,9%) 378 Fonte: Elaborazioni ICE su dati ISTAT trici e a quelle che operano nelle zone franche nonché alle imprese parzialmente esportatrici insediate nelle zone d’incentivazione allo sviluppo regionale stabilite per decreto (Governatorati di Beja, Gafsa, Jendouba, Kairouan, Kasserine, Kebili, Le Kef, Sidi Bouzid, Siliana, Tataouine, Tozeur, Zagouan; alcune delegazioni dei Governatorati di Biserta, Gabes, Mahdia, Medeline, Sfax, Susa). Il Codice degli investimenti prevede inoltre incentivi per i nuovi promotori, ovvero persone fisiche di nazionalità tunisina, che non disponendo di sufficienti beni mobili o immobili ma di adeguata esperienza e qualificazione, si apprestino a realizzare il loro primo progetto di investimento. Le piccole imprese che operano nei settori dell’industria, artigianato e servizi possono beneficiare di un contributo pari all’80-90% dell’autofinanziamento, rimborsabile senza interessi entro 11 anni, per nuovi investimenti o progetti di estensione non superiori a 30.000 DT e con almeno il 40% di fondi propri. Possono inoltre ricevere un ulteriore contributo del 6% del costo globale dell’investimento (concesso in due rate di uguale valore all’avvio del progetto e all’inizio della fase di produzione). P PAESI E MERCATI 443 COMMERCIO INTERNAZIONALE n. 10/1999 Disinvestimento L’investitore straniero è libero di disinvestire in qualsiasi momento. La possibilità di disinvestimento, e quindi di rimpatrio dei capitali investiti presuppone l’apertura di un conto presso una banca tunisina nel momento in cui viene effettuato l’investimento iniziale. Questo conto deve essere utilizzato per pagare gli impianti di produzione importati. Al momento del rimpatrio l’importo della vendita o della liquidazione della società viene garantito anche se questo è superiore all’investimento iniziale. IL SISTEMA FISCALE Il nuovo Codice degli investimenti incide su un panorama fiscale tunisino sia con le esenzioni che le deduzioni indicate ▲ nel paragrafo «Benefici fiscali e finanziari». Il quadro fiscale è stato modificato dalla nuova legge fiscale del 1988, che ha introdotto nel paese l’imposta sul valore aggiunto. L’attuale sistema prevede la distinzione tra imposte dirette (nelle quali vengono fatte rientrare l’imposta sul reddito delle persone fisiche, giuridiche e l’imposta per la formazione professionale) ed indirette (imposta sul valore aggiunto, imposta al consumo, sui viaggi all’estero e sull’assicurazione). Imposte dirette Per quanto concerne l’imposta sul reddito delle persone fisiche, l’aliquota applicata va dallo 0 al 35%, in funzione del reddito dichiarato (per redditi superiori a 50.000 DT l’imposta è pari al 35%): – da 0 a 1.500 DT: 0%; – da 1.500 a 5.000 DT: 15%; – da 5.000 a 10.000 DT: 20%; – da 10.000 a 20.000 DT: 25%; – da 20.000 a 50.000 DT: 30%; – oltre 50.000 DT: 35%. L’imposta sul reddito delle persone giuridiche è fissata al 35% per le imprese operanti sul mercato tunisino; sono tuttavia previste riduzioni e sgravi in funzione del settore e/o della tipologia d’attività dell’impresa, su cui ha pesato, appunto, il nuovo Codice degli investimenti. Riepilogando, le imposte sul reddito sono: 1) 35% sugli utili societari per le imprese operanti sul mercato tunisino; 2) 10% per: – imprese agricole, artigianali e della pesca; – piccoli commercianti e artigiani; – formazione e insegnamento; 3) esenzione totale per i primi 10 anni per: – redditi da esportazione; – progetti di sviluppo agricoli; – progetti di sviluppo regionali; 4) riduzione del 50% per: – progetti di sviluppo regionale per ulteriori 10 anni; – redditi da esportazione per un periodo illimitato a partire dall’11° anno. La tassa sulla formazione infine, equivalente all’1% dei salari, si applica a tutti i settori; le società possono tuttavia beneficiare di una esenzione dal pagamento dell’imposta laddove attuino programmi di formazione interni. Imposte indirette L’imposta sul valore aggiunto applicata alle importazioni, alla produzione, alla distribuzione all’ingrosso e al dettaglio in tutti i settori, ad esclusione del settore agricolo - ha un tasso di base pari al 17% applicato sull’85% dei prodotti. Tassi speciali - pari rispettivamente al 6, al 10 ed al 29% - sono previsti per particolari tipologie di prodotti e di servizi: – prodotti medici e farmaceutici, servizi turistici: 6%; – prodotti della tecnologia dell’informazione: 10%; – trasporti su strada, macchine, prodotti di lusso: 29%. Diritti d’accisa - variabili tra l’11 ed il 60% con eccezioni per particolari prodotti (alcool) - sono applicati su un’ampia gamma di prodotti, prevalentemente d’importazione o di lusso (prevalentemente prodotti a base di alcool, tabacco, carburanti e veicoli). Un regime fiscale preferenziale viene applicato alle imprese a «vocazione all’esportazione» ed alle imprese «parzialmente a vocazione all’esportazione». LE ZONE FRANCHE Incentivi particolari sono previsti per le imprese a «vocazione all’esportazione» o a «parziale vocazione all’esportazione». In particolare, il regime applicabile alle imprese totalmente esportatrici si traduce in: – esenzione su imposte doganali e IVA; – franchigia su diritti e tasse per materie prime, semilavorati e servizi necessari alla produzione; – esenzione totale dall’imposta sui redditi o utili delle società o dall’imposta sul reddito delle persone fisiche per i primi 10 anni di attività calcolati a partire dalla prima operazione di esportazione e riduzione del 50% per gli anni successivi; – libero e totale trasferimento degli utili; – sgravio totale degli utili reinvestiti nel capitale della società. Le società totalmente esportatrici devono comunque versare imposte relative a opere di manutenzione e bonifica, tasse e diritti su autovetture da turismo e sul trasporto stradale. Vantaggi particolari ed esenzioni specifiche sono riconosciute alle imprese a «parziale vocazione all’esportazione». In Tunisia esistono due sole zone franche, a Zarzis e Biserta (quest’ultima operativa dalla seconda metà del 1995). Le imprese che sorgono nelle zone franche beneficiano degli stessi vantaggi riservati alle società totalmente esportatrici (offshore) potendo beneficiare, in aggiunta, di infrastrutture efficienti e di una notevole flessibilità dell’impiego: i contratti con la manodopera sono infatti solitamente a durata determinata, qualunque sia la forma legale della società. Fin dal 1992, inoltre, con la legge n. 92/81, la Tunisia incoraggia le industrie manifatturiere totalmente esportatrici, che possono sorgere ovunque sul territorio tunisino e possono operare sotto il regime di zona franca. Da segnalare che tutte le procedure legali di costituzione di una società sono esercitate dall’API e APIA con il sistema dello «sportello unico» presso il quale sono presenti rappresentanti delle principali istituzioni: entrambe le agenzie garantiscono pertanto la risoluzione di ogni pratica burocratica per la creazione di una società in Tunisia in 24 ore. P PAESI E MERCATI 444 COMMERCIO INTERNAZIONALE n. 10/1999 LA DISCIPLINA DOGANALE Per quanto riguarda il sistema doganale, la Tunisia adotta il sistema armonizzato di classificazione delle merci, in cui predomina il criterio dell’applicazione di dazi ad valorem. Nel quadro del programma di liberalizzazione dell’economia tunisina, le restrizioni quantitative sono state progressivamente rimpiazzate da dazi doganali il cui valore oscilla tra il 10 ed il 43%. Nell’ambito dell’Accordo di libero scambio concluso con l’Unione Europea è previsto, entro un periodo massimo di 12 ▲ anni, l’abbattimento di tutte le barriere doganali. Le tasse sulle importazioni, in aggiunta alle tasse doganali, sono indicate nella tavola 4. Per quanto riguarda gli esoneri, le sospensioni e le riduzioni si veda la tavola 5. Documentazione richiesta Documenti richiesti per le importazioni (redatti in francese e autenticati dalle autorità consolari tunisine): – fattura commerciale in 5 copie, firmata dall’esportatore, contenente una descrizione dettagliata delle merci spedite; – fattura proforma (per le merci che necessitano licenza); – certificato d’origine, se richiesto (legalizzato dalla Camera di Commercio); – polizza di carico; – lista di carico (se la spedizione comprende più colli separati); – certificati sanitari, per animali vivi, carne, frutta e verdura. IL SISTEMA CREDITIZIO E FINANZIARIO Faciliterà il processo di attuazione del Codice degli investimenti un sistema molto agile di finanziamento, ma anche stabile. Oltre alla Banca Centrale (BCT), fondata nel 1958, il sistema bancario della Tunisia comprende 12 banche di deposito, due delle quali statali, 8 banche di sviluppo, una Cassa di Risparmio, una merchant bank (aperta nel giugno ’95) e numerosi istituti finanziari sia pubblici sia privati. Otto banche tunisine, in aggiunta alla BCT, sono abilitate agli scambi esteri. I tassi d’interesse risultano essere tendenzialmente rigidi. La differenza fra i tassi controllati dalla Banca Centrale e quelli di mercato è di norma costante, principalmente in virtù di un accordo di «non concorrenza» stipulato fra tutti i principali attori del sistema bancario. La Banca Centrale obbliga le banche dal 1989 a costituire riserve infruttifere dell’ordine del 2%. Le banche devono inoltre destinare il 10% dell’ammontare globale dei depositi a settori considerati «prioritari» quali lo sviluppo delle PMI, il settore agricolo e le attività destinate all’esportazione. Tavola 4 - Le tasse sulle importazioni Tassa sul valore ag- Introdotta nel 1988 con la Dal 6% al 29% giunto Legge n. 88-61 Imposta sul consumo Modificata nel 1993 Imposta sulle pratiche doganali Tra il 16% e il 60% del valore CIF delle merci, fino al 648% per i superalcolici 1,5% delle imposte doganali Sovrattassa su tutte le In vigore dal 1991; deno- 5% minata prelievo congiuntuimportazioni rale di importazione Tariffa di importazione per i beni di investimento Massimo 25% Tavola 5 - Esoneri, sospensioni e riduzioni Beni di investimento desti- esonero nati al turismo Medicinali Dal pagamento dell’imposta sul valore aggiunto e sui consumi e tasso ridotto di dogana sospensione Dal 1991 è sospesa la tassa sul valore aggiunto Industrie totalmente espor- esonero tatrici Dal pagamento delle tasse doganali sulle attrezzature, dal canone sulle prestazioni doganali e dall’IVA Industrie parzialmente espor- riduzione tatrici Delle imposte Nel febbraio 1994 è stata introdotta una nuova legge finanziaria per la regolamentazione del settore bancario al fine di creare una rete di banche, controllate dalla Banca Centrale, che abbiano maggior libertà nella concessione di crediti e nell’approvazione di nuovi depositi. Si prevede anche la creazione di banche d’affari, finora inesistenti in Tunisia, specializzate nella pianificazione, gestione e finanziamento di nuovi progetti imprenditoriali. La Legge mira inoltre a stimolare la competizione fra gli istituti bancari, al fine di raggiungere una gestione più accurata e più efficiente e di risanare il debito accumulato (complessivamente di 3 miliardi di USD), cui ogni singola banca dovrà destinare almeno il 50% dei propri profitti. Ulteriore obiettivo che si vuole raggiungere e quello di rendere le banche meno specialistiche, e con la nuova legge tutte dovrebbero essere abilitate allo sviluppo commerciale (in precedenza solo le banche di sviluppo erano autorizzate a concedere prestiti a lungo termine) e alle transazioni con l’estero. La normativa valutaria tunisina prevede la possibilità per i nonresidenti di aprire conti esteri, presso una banca autorizzata, sia in valuta straniera che in dinari convertibili, ma non in dinari ordinari. Possono avere conti in dinari ordinari, esclusivamente per coprire spese locali, le società estere vincitrici di un contratto d’appalto autorizzate dalla Banca Centrale. Nel novembre del 1994 il Governo ha privatizzato la Borsa dei Cambi (Bourse des valeurs mobilières - BVM) e ha creato un organo di controllo indipendente, il «Conseil du marché financier». Per tutto il 1994 la Borsa ha registrato un fortissimo aumento del volume d’affari (+228%), con una crescita dell’indice di cambio del 102%. Nel marzo ’95, al fine di limitare le speculazioni, è stata introdotta una legge che regola il movimento di prezzo giornaliero. Tra le banche italiane presenti nel paese, la Banca Commerciale Italiana, il Monte dei Paschi di Siena, e l’Istituto Banca- P PAESI E MERCATI 445 COMMERCIO INTERNAZIONALE n. 10/1999 ▲ rio San Paolo di Torino che hanno acquisito partecipazioni in banche locali. LA NORMATIVA SOCIETARIA In Tunisia, l’impresa è regolata dal Codice civile del 1959 (da non confondere con il nuovo codice degli investimenti). Le principali forme societarie che sono a disposizione degli investitori, incentivati dal nuovo codice degli investimenti, sono rappresentate da: – la società per azioni o a responsabilità limitata (società di capitali); – la filiale di impresa straniera; – l’impresa individuale; – la società cooperativa; – la joint venture. Società per azioni Le società per azioni possono emettere titoli sul mercato. Il numero dei soci non può essere inferiore a sette, mentre non sono stabilite limitazioni al numero massimo. Le azioni sono liberamente trasferibili. Alle società quotate in borsa è consentita l’acquisizione sul mercato di propri titoli, a condizione che ciò sia stato espressamente autorizzato dall’assemblea degli azionisti. Nel 1996 la Tunisia ha adottato un nuovo codice di compatibilità per le società quotate in borsa in virtù di un adeguamento alla disciplina internazionale auspicato dalla Federazione Internazionale delle Borse Valori. Il paese ha scelto il sistema di compatibilità anglosassone, che prevede un sistema di controllo della gestione orientato all’investitore, contrariamente a quello europeo che invece prevede una gestione delle informazioni prevalentemente diretta alle banche. Questo sistema costringerà le imprese a stabilire un sistema affidabile di gestione e controllo. Il nuovo regolamento prevede la presentazione da parte delle società quotate in borsa del bilancio (soggetto a revisione contabile), della dichiarazione dei redditi, della rendicontazione finanziaria e di una nota esplicativa. La quotazione in borsa prevede anche l’adempimento dei seguenti obblighi: – designazione di un esperto contabile (revisore dei conti) iscritto all’albo; – presentazione, almeno un mese prima della chiusura di ogni semestre, del rapporto finanziario semestrale, approvato da una società di revisione sotto la responsabilità del consiglio di amministrazione, al CMF, il Conseil du Marché Financier (l’organo indipendente di controllo creato nel 1994 dal governo), ed alla Borsa. A tutela dell’azionariato di minoranza sono previste norme che regolano le azioni di controlling block (tentativi da parte di persone fisiche o giuridiche di acquisire il pacchetto di maggioranza) attraverso dichiarazioni ed autorizzazioni Perché investire in Tunisia? • • • • • • • • • Integrazione della Tunisia nella regione Euro-Mediterranea; Stabilità politica e sociale; Manodopera locale specializzata; Basso rischio-paese; Alleggerimento delle procedure amministrative facilitate dall’adozione del sistema dello «sportello unico»; Creazione di agenzie specializzate nella promozione degli investimenti. L’ultima agenzia istituita specificatamente per assistere l’investitore straniero è la FIPA (Foreign Investment Promotion Agency); Istituzione della «Bourse de Sous-Traitance et de Partenariat de Tunisie» (Borsa della Subfornitura e del Partenariato), che si occupa di promuovere la subfornitura industriale, assistendo le imprese interessate nella ricerca dei partner, organizzando seminari e fiere sulla subfornitura. Esistono inoltre anche delle Borse regionali informatizzate. Principali società italiane presenti in Tunisia. Gruppo ENI, FIAT, Pirelli, Gruppo Miroglio, Manifattura Italiana Cucirini, Gruppo Marzotto, Gruppo Benetton. da parte del CMF e della Borsa. Inoltre, qualora una persona fisica o giuridica detenga più del 5% delle azioni è tenuta a dichiararlo alla società stessa, al CMF ed alla Borsa. Società a responsabilità limitata Se la società è a responsabilità limitata non può vendere azioni al pubblico; non sono previste tuttavia limitazioni relativamente al numero dei partner ed i bilanci non sono soggetti a revisione. P PAESI E MERCATI 446 COMMERCIO INTERNAZIONALE n. 10/1999 Filiali di aziende straniere Un’impresa straniera può operare in Tunisia tramite una filiale. Per costituire una filiale è necessario fornire la seguente documentazione al registro delle imprese: – copia autenticata dello Statuto della Società e del Memorandum o atti costitutivi equivalenti; – indirizzo dell’impresa o ufficio principale. Partnership Il numero dei partner non è limitato. Ogni partner è solidalmente responsabile per i debiti contratti dall’impresa. La legge non obbliga la revisione dei conti delle aziende che operano in partnership così come non prevede la pubblicazione dei bilanci. La morte, le dimissioni o il ritiro di ogni partner individuale non dissolve la partnership, a meno che l’accordo di partnership non lo preveda espressamente. Joint venture Joint venture con agenzie governative sono incoraggiate. Le joint venture possono essere costituite come partnership o come società di capitali in cui tutte le parti sono azioniste. Imprenditori stranieri Gli stranieri sono liberi di possedere il 100% dell’investimento eccetto: – attività di servizi parzialmente esportati, per i quali occorre un’autorizzazione quando il capitale estero supera il 50%; – possesso di terreni agricoli, che però possono essere affitta- ▲ ti con contratti a lungo termine fino a 40 anni. Vale inoltre la libertà di trasferimento di profitti e capitali grazie all’adesione della Tunisia alla convenzione sugli arbitrati di New York, alla MIGA e agli accordi firmati da vari paesi sulla protezione degli investimenti e sull’esenzione dalla doppia tassazione dei profitti. La proprietà intellettuale è protetta in Tunisia dalle leggi interne e dagli accordi internazionali. Tra questi la Convenzione di Parigi per la difesa della proprietà industriale e la Convenzione di Berna concernente le opere artistiche e letterarie. La legislazione tunisina regolamenta i diritti di autore comprese le licenze, i software, brevetti industriali e marchi. La legislazione tunisina considera come non residente qualsiasi società il cui capitale sia detenuto per almeno il 60% da stranieri o da tunisini non residenti. È stata concessa agli stranieri la possibilità di acquistare fino al 10% di una società quotata in borsa e fino al 30% di una non quotata senza bisogno dell’autorizzazione della Banca Centrale. Tuttavia molti potenziali investitori stranieri ritengono che il mercato tunisino sia sovraquotato. IL MERCATO DEL LAVORO Per chi, in qualità di investitore straniero potenziale, sia attratto dagli incentivi del nuovo codice, è positivo anche il quadro Indirizzi utili In Italia Ambasciata di Tunisia e Ufficio commerciale Via Asmara, 7 - 00199 – Roma - Tel. 06/8603060 - Fax 06/86218204 Consolato Via delle Egadi, 13 - 00141 – Roma - Tel. 06/87183159 - Fax 06/87188002 Consolato Generale Piazza Ignazio Florio, 24 - 90139 – Palermo - Tel. 091/328996 - Fax 091/61132 COTUPA Agenzia di Promozione degli investimenti Esteri (F.I.P.A.) Via Gonzaga, 5 - 20123 Milano - Tel. 02/809297–8 - Fax 02/809353 In Tunisia Ambasciata d’Italia e Ufficio commerciale 3, Rue de Russie - 1002 – Tunisi - Tel. +216-1-321811/32152/320888 - Fax +216-1-324155/324006 I.C.E. (Delegation commerciale d’Italie) Avenue du 7 Novembre 1987 - Imm. Magrebia Tour «B» - BP 272 - 1080 Tunisi - Tel. +216-1-706122 - Fax +216-1-706864 Commissione Europea Avenue Jugurta, 21 - Cité El Mahajène - 1082 – Tunisi - Tel. +216-1-788600 Fax +216-1-788201 Camere di commercio Camera di Commercio Tuniso-Italiana 6, Rue Hadrumète - Mutuelleville - Tunis - Tel. +216-1-780491 - Fax +216-1782460 Chambre de Commerce et d’Industrie du Centre Rue Khaznar - 4000 Sousse - Tel. +216-1-225044 - Fax +216-1-221182 Chambre de Commerce et d’Industrie du Nord 46, Rue Ibn Khaldoun - 7010 Bizerte - Tel. +216-1-431044 - Fax +216-1439033 Chambre de Commerce et d’Industrie du Sud 127, Rue Haffouz - 3018 Sfax - Tel. +216-1-296122 Chambre de Commerce et d’Industrie de Tunis 1, Rue des Entrepreneurs - 1000 Tunis - Tel. +216-1-244050/244872 - Fax +216-1-354744 Agenzia di Promozione degli investimenti Esteri (F.I.P.A.) 63, Rue de Syrie - 1002 Tunis Belvédère - Tel. +216-1-792144 - Fax +216-1782482 del mercato del lavoro. La scolarizzazione, infatti, è in costante aumento e sono presenti iniziative governative dirette al medesimo scopo. Inoltre, l’importazione di quadri e dirigenti stranieri non è ostacolata e nel settore dei servizi vi sono anche riduzioni di contributi sociali (per la manodopera locale), specie se l’attività economica (come quella incentivata dal nuovo codice degli investimenti) è diretta all’esportazione. Il mercato del lavoro è disciplinato dal Codice del lavoro e prevede contratti a tempo determinato e a tempo indeterminato. Alcuni settori di attività, quali ad esempio cuoio e confezioni, sono regolati da contratti collettivi ad hoc. La ricerca di manodopera viene effettuata attraverso l’Office National de l’Emploi e a livello locale attraverso i Bureaux de l’Emploi. L’assunzione in alcuni settori fondamentali (tra essi i servizi, costituenti tendenzialmente la metà del PIL) per lo sviluppo del paese di neo-diplomati locali e l’assunzione di manodopera locale in particolari aree destinate allo sviluppo danno diritto a riduzioni di contributi. Le imprese la cui produzione è destinata totalmente alla esportazione possono assumere senza autorizzazioni fino a quattro quadri di nazionalità straniera dovendo invece per ulteriori assunzioni richiedere l’autorizzazione al Ministero della formazione professionale e dell’impiego. Educazione e formazione professionale L’obbligo scolastico in Tunisia riguarda i ragazzi dai 9 ai 15 anni. Nel 1996 il tasso di alfabetizzazione è stato del 69% mentre il tasso di frequenza degli istituti scolastici è stato di circa il 98%. Particolare attenzione viene dedicata alla formazione professionale. Attualmente il numero di studenti e apprendisti che possono partecipare ai programmi di formazione è di circa 15.000. Tuttavia il Piano di sviluppo quinquennale prevede di portare questa cifra a 60.000 entro il 2002. P PAESI E MERCATI 447 COMMERCIO INTERNAZIONALE n. 10/1999