Diapositiva 1 - Dipartimento di Chimica
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Diapositiva 1 - Dipartimento di Chimica
1 2 Si tratta di dispositivi dotati di un anodo in litio e un catodo su cui viene flussata l’aria presa dall’ambiente circostante. Le batterie Li/Aria prevedono lo sviluppo di corrente dall’ossidazione del litio, tale reazione avviene mediante l’ossigeno dell’aria: 2 Li + ½ O2 Li2O 2 Li + O2 Li2O2 3 Limitato numero di cicli di carica-scarica Autonomia attuale di soli 60/100 Km Difficoltà di rendere reversibile il processo di conversione dell’ossido di litio in metallo puro Tali limitazioni ne ostacolano fortemente l’utilizzo sul mercato. 4 La nostra esperienza si colloca nello studio e nella produzione di uno dei possibili elettroliti per le batterie litio/aria, in particolare delle miscele di liquidi ionici con solventi organici e sali di litio in percentuale variabile; questo progetto è finalizzato a migliorare la conduttività degli elettroliti senza compromettere la loro stabilità (per esempio la non infiammabilità). 5 I liquidi ionici sono composti chimici costituiti esclusivamente di ioni e di loro combinazioni, ma a differenza dei sali sono liquidi a temperatura ambiente anche senza la presenza di un solvente molecolare. Una definizione generale dei liquidi ionici è quella che li descrive come dei sali che hanno punti di fusione inferiore al punto di ebollizione dell'acqua. Il liquido ionico utilizzato in questa esperienza è N-etil(metileter)-N-metil pirrolidinio bistrifluorometansolfonimmide. (PYRA1,201 o IL). catione pirrolidinio anione trifluorosolfonimmide 6 Mix60 LiTFSI Composizione Mix60 LiTFSI: sono stati preparati 60 ml di mix composti da: 60% (36 ml) di IL 40% (24 ml) dalla soluzione 1M del sale LiTFSI in EC:DEC 7 Tutte le preparazioni sopra riportate sono state effettuate in dry-box. Preparazione dei reagenti per il Mix60 LiTFSI 1. Preparazione di 40 ml della miscela EC:DEC 1:1 mol Sono stati pesati: 30g di EC 40,2435g di DEC 2. Preparazione soluzione 1M del sale LiTFSI Si sciolgono 6,8890g di LiTFSI in 24 ml della soluzione precedente. Mix60 60% (6 ml) di IL Composizione Mix60: sono stati preparati 10 ml di mix composti da: 40% (4 ml) dalla soluzione EC:DEC 8 Tutte le preparazioni sopra riportate sono state effettuate in dry-box. Preparazione della membrana PVdF (30%W) e IL (70%W) Polivinilidenfluoruro (PVdF) N-etil(metileter)-N-metil pirrolidinio bistrifluorometansolfonimmide . (PYRA1,201 o IL) 9 Tutte le preparazioni sopra riportate sono state effettuate in dry-box. Procedimento: 0,93g di IL Sono stati pesati 0,4g di PVdF Si scioglie il PVdF in acetone agitando con un’ancoretta magnetica. Quando tutto il PVdF risulta sciolto si aggiunge il liquido ionico e sempre mantenendo in agitazione si scalda a 100°C. A questa temperatura il liquido bolle e si ha l’evaporazione dell’ acetone. Dopo aver eliminato le bolle si può procedere a travasare il liquido nello stampo. Con particolare attenzione e cautela in quanto la membrana è estremamente delicata! In seguito ad una notte di completa evaporazione dell’acetone e totale polimerizzazione del PVdF, si può procedere al distacco della membrana dallo stampo. 10 Dry Box (o Glow Box) Particolare camera al cui interno viene immesso dell’argon che permette di lavorare e maneggiare sostanze che a contatto con l’ossigeno e l’acqua diventano instabili portando per esempio ad una combustione. 11 Solartron Le misure di conducibilità vengono effettuate tramite un analizzatore di risposta in frequenza (FRA, Solartron 1255) e un’ interfaccia elettrochimica (Solartron 1287). Questo strumento è in grado di misurare la resistenza, poi attraverso la seguente equazione è possibile calcolare la conducibilità: σ= k/R Dove: σ rappresenta la conducibilità misurata in Ω-1 cm-1, k è la costante di cella ottenuta tramite taratura, espressa in cm-1, R è la resistenza misurata in Ω. 12 Le resistenze sono state misurate variando la temperatura del campione in modo crescente da -20°C a 80°C e viceversa. 13 14 15 Gli elettroliti utilizzati devono essere innanzi tutto stabili in un certo intervallo di potenziale. Infatti il campo di stabilità elettrochimica di un elettrolita è l'intervallo di tensione, entro il quale non si verificano fenomeni di decomposizione ai danni dell'elettrolita stesso. Esso è un parametro molto importante per giudicarne l'impiego in un dispositivo pratico. 16 Sono state effettuate delle misure con un analizzatore di risposta in frequenza (FRA, Solartron 1255) e un’interfaccia elettrochimica (Solartron 1287) su una membrana di PVdF IL2 LiTFSI 1M 70-30 SBA15 in cui veniva variato il potenziale per osservare il cambiamento di stabilità. Dal grafico ottenuto si può osservare che la membrana risulta lavorare in condizioni di stabilità fino a circa 4.5 V, oltre il quale subisce un drastico aumento del flusso di corrente al suo interno, causato probabilmente da una anomalia dovuta al valore di potenziale troppo elevato. 17 180 Capacità (mAh/g) 160 140 120 100 80 carica scarica 60 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 numero di cicli Il grafico a lato rappresenta la capacità di una cella (anodo, elettrolita, catodo) durante i cicli di carica-scarica. All’inizio la differenza di capacità risulta differente perchè la cella si doveva ancora “ambientare” al processo a cui viene sottoposta. 18 Durante lo stage: Siamo entrati a diretto contatto con problematiche di ricerca in campo chimico. Abbiamo imparato a conoscere i liquidi ionici, le loro proprietà ed i loro campi di applicazione. Abbiamo realizzato delle celle che mettessero in evidenza le promettenti proprietà dei dispositivi preparati per applicazioni elettrochimiche. I risultati ottenuti sui dispositivi da noi preparati sono stati buoni, e ben si confrontano con quelli acquisiti utilizzando altri liquidi ionici, studiati precedentemente presso il dipartimento di chimica. 19 20