Libertà di pensiero, coscienza e religione… Pierobon Arianna
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Libertà di pensiero, coscienza e religione… Pierobon Arianna
Libertà di pensiero, coscienza e religione… Pierobon Arianna Dichiarazione universale dei diritti umani: La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani è un documento, firmato a Parigi il 10 dicembre 1948, la cui redazione fu promossa dalle Nazioni Unite perché avesse applicazione in tutti gli stati membri. La Dichiarazione è composta da un preambolo e da 30 articoli che sanciscono i diritti individuali, civili, politici, economici, sociali, culturali di ogni persona. I diritti dell'uomo vanno quindi suddivisi in due grandi aree: i diritti civili e politici e i diritti economici, sociali e culturali. Articolo 18: Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti. La stessa norma, nell’articolo 18 del Patto sui Diritti Civili e Politici, è stata oggetto di un lungo commento del Comitato diritti umani, nella sua Raccomandazione generale 28 sull’eguaglianza fra i sessi. Patto sui diritti civili e politici: Approvato a New York il 16 dicembre 1966. Entrato in vigore il 23 marzo 1976. Articolo 18 1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione. Tale diritto include la libertà di avere o di adottare una religione o un credo di sua scelta, nonché la libertà di manifestare, individualmente o in comune con altri, e sia in pubblico sia in privato, la propria religione o il proprio credo nel culto e nell'osservanza dei riti, nelle pratiche e nell'insegnamento Commento del Comitato diritti umani Gli stati parte devono adottare misure per assicurare che la libertà di pensiero, di coscienza e di religione, e la libertà di adottare la religione di propria scelta - compresa la libertà di cambiare religione o credo e di esprimere la propria religione o credo - siano garantite e tutelate di diritto e di fatto, sia per gli uomini e che per le donne, alle stesse condizioni e senza discriminazione alcuna. 2. Nessuno può essere assoggettato a costrizioni che possano menomare la sua libertà di avere o adottare una religione o un credo di sua scelta. 3. La libertà di manifestare la propria religione o il proprio credo può essere sottoposta unicamente alle restrizioni previste dalla legge e che siano necessarie per la tutela della sicurezza pubblica, dell'ordine pubblico e della sanità pubblica, della morale pubblica o degli altrui diritti e libertà fondamentali 4. Gli Stati parti del presente Patto si impegnano a rispettare la libertà dei genitori e, ove del caso, dei tutori legali di curare l'educazione religiosa e morale dei figli in conformità alle proprie convinzioni Queste libertà non devono essere sottoposte ad alcuna restrizione al di fuori di quelle indicate dal Patto stesso, né possono subire vincoli quali quelli rappresentati da norme che richiedano l'autorizzazione di soggetti terzi, o dall'interferenza di padri, mariti, fratelli, o altri. L'articolo 18 non può essere invocato per giustificare la discriminazione contro le donne in nome della libertà di pensiero, di coscienza e di religione Gli stati parte devono fornire informazioni sulla condizione delle donne in materia di libertà di pensiero, di coscienza e di religione, e indicare quali passi sono stati compiuti o si intenda compiere sia per eliminare e prevenire le violazioni di tali libertà per ciò che riguarda le donne, sia per tutelare i diritti di queste ultime da ogni discriminazione. Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia: La Convenzione Internazionale sui diritti dell’infanzia è stata approvata dall’assemblea generale dell’Onu il 20 Novembre del 1989 a New York ed è entrata in vigore il 2 Settembre 1990. la Convenzione è il più importante tra gli strumenti per la tutela dei diritti dei bambini infatti rappresenta un vero e proprio stato vincolante per gli Stati aderenti. La Convenzione è stata ratificata a tutt’oggi da 191 paesi: solo gli Stati Uniti e la Somalia non l’hanno ancora ratificata. Secondo a definizione della Convenzione sono bambini gli individui di età inferiore ai 18 anni, i cui interessi devono essere tenuti nella massima considerazione in ogni circostanza. Articolo 14: 1. Gli Stati parti devono rispettare il diritto del fanciullo alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione. 1. Gli Stati parti devono rispettare il diritto e il dovere dei genitori o alla occorrenza, dei tutori, di guidare il fanciullo nell'esercizio del diritto sopramenzionato in modo consono alle sue capacità evolutive. 2. La libertà di manifestare la propria religione o le proprie convinzioni può essere sottoposta solo a quelle limitazioni di legge necessarie a proteggere l'ordine pubblico, la sicurezza, la salute e la moralità pubblica, e le libertà ed i diritti fondamentali altrui. Curiosità: • In Tibet, negli ultimi anni diversi bambini sono stati arrestati per aver pacificamente espresso le proprie idee. Le norme cinesi proibiscono ai minori di 18 anni di diventare monache o monaci, ma molti giovani tibetani si trasferiscono dentro o nelle vicinanze di un monastero per essere educati nella maniera tradizionale tibetana. • Nella regione del Kosovo, poco prima della disgregazione della Repubblica Jugoslava, nel 1990, bambini appartenenti alla etnia albanese furono arrestati per avere richiesto l'insegnamento della loro lingua a scuola. Carta africana dei diritti dell’uomo e dei popoli: La Carta africana dei diritti dell'uomo e dei popoli venne approvata nel 1981 dall'OUA ed entrò in vigore nel 1986 dopo aver raggiunto il numero di ratifiche necessario: i diritti umani riconosciuti dalla Carta africana sono civili e politici ed economici e sociali, prima convenzione internazionale sui diritti umani a riconoscere i diritti dei popoli (il diritto all'uguaglianza di tutti i popoli, il diritto all'autodeterminazione, il diritto di proprietà delle proprie risorse naturali, il diritto allo sviluppo, il diritto ad un ambiente sano) e primo strumento di diritto internazionale legalmente vincolante a collegare espressamente diritti e doveri. La Carta africana sancisce, tra gli altri, i doveri dell'individuo verso la famiglia, la società e la comunità internazionale, il dovere di non discriminare, il dovere di mantenere i genitori in caso di bisogno, il dovere di lavorare al meglio delle proprie capacità e competenze, il dovere di preservare e rafforzare i valori positivi della cultura africana. Articolo 8: La libertà di coscienza, la professione e la libera pratica della religione sono garantite. Con l'eccezione dell'ordine pubblico, nessuno può costituire oggetto di misure di costrizione miranti a restringere la manifestazione di queste libertà.