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Le splendide donne di Klimt,
le donne selvagge
di Schiele e Kokoschka
Una mostra di grande fascino e
spessore storico al Belvedere Inferiore di Vienna
di Eugenia Sciorilli
S
ensualità ed eleganza,
ma anche carica erotica
primordiale. Bellezza e
seduzione, ma anche conflitto
tra i sessi e angoscia esistenziale.
Sono tante le sfumature che le
donne di Klimt, Schiele e
Kokoschka rivelano agli occhi
dei visitatori di una delle mostre
più interessanti e affascinanti di
questo autunno in Europa:
quella allestita al Belvedere
Inferiore di Vienna sul tema
“Klimt / Schiele / Kokoschka e
le donne”, e aperta al pubblico
fino al 28 febbraio 2016.
Per l’occasione, sono riuniti
celebri capolavori di tre
protagonisti dell’arte moderna,
suddivisi in quattro aree
tematiche: il ritratto, la coppia di
amanti, la madre e la maternità,
il nudo. Sullo sfondo, le origini
dell’odierna identità sessuale.
All’inizio del ventesimo secolo i
ruoli tradizionali dei due sessi
registrarono una rapida quanto
rivoluzionaria trasformazione, e
non era soltanto la crescente
parificazione fra uomo e donna
a sconvolgere lo status quo.
Anche il tentativo di rompere le
costrizioni morali
dell’Ottocento e - forse
soprattutto! - la sincera
ammissione del desiderio
sessuale, sia dell’uomo che della
donna, sconvolgevano i
conservatori non solo
dell’Austria, ma dell’intero
continente europeo. Gustav
Klimt (1862-1918), Egon
Schiele (1890-1918) e Oskar
Kokoschka (1886-1980) si
accostarono alla tematica allora
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Le splendide donne di Klimt,le donne selvagge di Schiele e Kokoschka
Sopra, Gustav Klimt, Fritza Riedler.
A lato, Gustav Klimt, Goldfische.
A sinistra, in alto, Gustav Klimt, Giuditta I; in basso, Gustav
Klimt, Eugenia.
Nella pagina precedente, una sala della mostra al Belvedere
Inferiore. (fotografie Belvedere, Wien)
genericamente definita come
“questione femminile” ciascuno
nel modo che gli era più
congeniale, generando così
differenze evidenti.
Differenze, tuttavia, che non
riuscivano a celare una
straordinaria affinità fra i tre
artisti: ciascuno di loro, infatti,
credeva nell’amore romantico,
nel legame intenso e inscindibile
tra passione erotica e unione di
anime. Ciascuno di loro, al
Belvedere Inferiore, è
rappresentato da circa 50 opere:
i meravigliosi ritratti di Klimt,
riccamente decorati,
contrastano con i brutali nudi di
Schiele e Kokoschka.
LA MOSTRA
NEI DETTAGLI
Mentre Klimt eleva il contenuto
delle sue rappresentazioni di
coppie di amanti a un livello
allegorico, i due espressionisti
fanno confluire le loro
esperienze personali nelle loro
opere, tanto che le evocazioni di
relazioni travagliate di Schiele e
Kokoschka sono spesso più
convincenti sul piano emotivo
delle loro rappresentazioni
idealizzate di amanti felici. In
quell’epoca l’uomo e la donna
sono infatti intesi come opposti
e, di conseguenza, non può
compiersi un’unione perfetta tra
loro.
Anche il motivo della madre
con bambino, uno dei temi
pittorici più antichi dell’arte
religiosa occidentale, viene
rivisitato sotto la spinta
dell’evoluzione dei costumi
sessuali che si è manifestata
nella fin de siècle.
Nell’immaginario comune la
donna viene categorizzata come
“madonna” (casta e materna) o
come “meretrice” (predatrice
dall’insaziabile appetito
sessuale). Klimt e Schiele
sovvertono questa dicotomia
rappresentando nudi di donne
gravide e di madri e creando
così un esplicito collegamento
tra la maternità e la sessualità
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A sinistra, Egon Schiele, L'abbraccio.A destra, Egon Schiele, Ritratto di Herbert Rainer. (fotografie Belvedere, Wien)
A sinistra, Egon Schiele, Madre con due bambini; al centro, Egon Schiele, Ritratto di Franz Martin Heberditzl; a destra, Egon Schiele, Ritratto della moglie Edith. (fotografie Belvedere, Wien)
femminile. Kokoschka sembra
invece sostenere l’idea della
maternità intesa come “riscatto”
della donna dalla promiscuità
sessuale. È ossessionato dal
desiderio di avere un figlio dalla
sua amante Alma Mahler, più
volte rappresentata nella sua
produzione artistica come
allegoria della Vergine Maria.
Le rappresentazioni di nudi
femminili dell’arte occidentale
perseguono, per tradizione,
l’intento di sopprimere la carica
erotica insita nella donna
attraverso un processo di
ordinamento e idealizzazione.
All’inizio dell’ultimo secolo la
paura della sessualità femminile
nutrita dall’uomo si esplica
nell’idea della femme fatale, uno
dei temi ricorrenti di Klimt.
Fatta eccezione per questa
figura tipo, donna impudica,
provocante e allora
assolutamente discussa, si
riscontrano tuttavia pochi
elementi nella produzione
complessiva dell’artista che
sconvolgano il primato dello
sguardo maschile. I nudi di
Klimt sono di una bellezza
seducente e, in molti dei suoi
disegni esplicitamente erotici, di
una passività tale da rasentare
quasi lo stato di incoscienza.
Paragonati ad essi, i nudi di
Schiele e Kokoschka sono più
aspri. Linee spigolose scalzano
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Le splendide donne di Klimt,le donne selvagge di Schiele e Kokoschka
Sopra, Oskar Kokoschka, Coppia con gatto.
A lato, Oskar Kokoschka, Nudo femminile in piedi.
In alto, a sinistra, Oskar Kokoschka, Martha Hirsch; a destra, Oskar Kokoschka,
Elisabeth Reitler. (fotografie Belvedere Wien)
le affascinanti forme femminili,
le inquadrature di forte impatto
e i colori disomogenei creano
una sensazione di disagio. A
differenza del classico nudo, le
donne rappresentate sembrano
essere consapevoli di essere
osservate, apparendo talvolta
addirittura imbarazzate.
L’approccio più radicale è
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Sopra, gli stand del Christkindlmarkt.
(foto Turismo Austriaco)
A sinistra, il mercatino natalizio nella
Spittelberggasse. (foto Manfred
Horvarth/Wien Tourismus)
quello di Schiele, con la sua
predilezione per le
rappresentazioni verticali di
donne distese, da cui si ingenera
una contraddittorietà in netto
contrasto con l’estetica del nudo
classico. Non solo i nudi di
Schiele e Kokoschka ma anche
quelli di Klimt celano una paura
maschile inconscia, ragion per
cui sarebbe impreciso definire
femministi questi pittori.
Malgrado ciò, tutti e tre gli
artisti riconoscono l’autonomia
sessuale e il desiderio carnale
della donna più di chiunque
altro sino ad allora.
VIENNA, NON SOLO
ARTE... ANCHE LA MAGIA
DELL’AVVENTO
Novembre è il mese che a
Vienna coincide con l’inizio del
periodo più magico dell’anno,
quello dell’Avvento. Dalla fine
del mese fino alle feste natalizie
e d’inizio anno, Vienna si
presenta come una delle città di
maggior fascino in Europa,
grazie ai fastosi addobbi di luci
e decorazioni nelle strade e alla
presenza di suggestivi e animati
mercatini natalizi in vari punti
della città. Da ricordare almeno
alcuni, particolarmente belli,
come quello che si trova nella
Piazza del Municipio
(Rathausplatz), quello ospitato
all’interno del Castello del
Belvedere, e quelli di
Spittelberg (forse il più intimo e
accogliente) e di Freyung,
quest’ultimo nella parte più
antica e centrale della città.
www.belvedere.at
www.vienna.info
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