Eco di Wall Street
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Eco di Wall Street N. 37 10 novembre 2008 e delle principali borse del mondo a cura della Cornèr Banca Crisi finanziaria: non sarà a macchia d’olio nei paesi emergenti La tempesta finanziaria partita dagli Stati Uniti e piombata violentemente sul resto dell’Occidente, con tutte le negative ripercussioni che purtroppo conosciamo, ultimamente sta mostrando la sua potenza anche nei paesi emergenti. Dall’Estremo Oriente al Sud America si è infatti registrato in ottobre un generale rallentamento della crescita congiunturale che, invece, viaggiava in precedenza a ritmi sostenuti in molte nazioni appartenenti a queste due aree geografiche. Le domande che ora si pongono gli economisti sono: quanto inciderà la crisi internazionale sullo sviluppo di queste economie? Un loro eventuale congelamento quanto potrebbe infierire sul resto del pianeta, visto che le economie emergenti rappresentano attualmente circa i tre quarti della crescita mondiale? Secondo una recente analisi apparsa sul settimanale britannico “The Economist”, la bufera ha sicuramente raggiunto anche queste nazioni, ma le loro possibilità di difesa sembrerebbero maggiori di quanto si pensi. Durante l’ultimo anno, i paesi emergenti hanno guardato con un certo distacco gli sconvolgimenti che si susseguivano in Occidente; le loro banche non hanno esposizioni di rilievo nel famigerato settore ipotecario (leggi: mutui “subprime”) e quindi non sono state risucchiate dall’ondata di “débâcle” che ha travolto altri istituti della finanza in- ternazionale; nello stesso periodo, le aziende esportatrici di materie prime, che in queste nazioni abbondano, hanno continuato a mietere profitti, grazie anche al rincaro di tali prodotti. Da Budapest a Brasilia, inoltre, la domanda interna ha continuato ad essere alimentata da una notevole abbondanza di denaro e dalla facile reperibilità di credito, mentre la potente locomotiva cinese ha accelerato l’andatura come se nulla stesse accadendo al di fuori dei suoi confini. alcuni sintomi di contagio. Lo dimostra il fatto che il flusso dei capitali esteri e la fiducia dei consumatori sono improvvisamente evaporati, i mercati azionari sono scesi, in taluni casi anche con un’incidenza marcata sulle quotazioni dei titoli e, ovviamente, le divise nazionali hanno perso quota sul mercato dei cambi. In ultima analisi, il collasso del mercato internazionale del credito è riuscito a riflettersi anche su questi paesi, tanto che le loro banche hanno inaspettatamente congelato le attività di finanIn altri termini, le economie emer- ziamento. genti sono rimaste ai margini della crisi finanziaria per lungo tempo, La conseguenza di questa contaminamentre ora cominciano a manifestare zione, per quanto tardiva rispetto ad altre aree economiche, è stata quella di mettere in stato d’allerta anche i governi dei paesi emergenti, costretti ora a varare una serie di provvedimenti per contenere i danni. Naturalmente, per le nazioni che detengono ampie riserve in valuta estera la questione è secondaria, come in Russia o nella Corea del Sud; viceversa, altri paesi sono costretti a chiedere aiuto. L’Ungheria, ad esempio, si è rivolta alla Banca Centrale Europea ottenendo una linea di credito di ben 5 miliardi di dollari e, al pari dell’Ucraina, sta negoziando un prestito anche con l’FMI; secondo i dati rilevati nelle ultime settimane, sarebbero circa una dozzina i governi che si sono rivolti all’FMI per aiuti finanziari. Senza contare, poi, che alcune nazioni già penalizzate da Sono parecchie le economie che stanno affrontando l'incalzare della crisi WALL con armi molto affilate problemi interni, tra cui l’Argentina, to attuale non si intravede il rischio di sono dovute ricorrere a rimedi ancora una catastrofe. Le nazioni più grandi più estremi. godono tuttora di buone condizioni congiunturali, mentre quelle più picSe, dunque, da un certo punto di vi- cole o vulnerabili possono ricorrere ad sta l’impatto delle nazioni emergenti aiuti esterni. La Cina che possiede con il terremoto occidentale è stato enormi riserve valutarie, un importanpiuttosto violento, il fatto che le loro te surplus di bilancio e scarse connescondizioni economico-finanziarie dif- sioni con le banche estere, sembra feriscano da paese a paese dovrebbe essere la nazione maggiormente proarginare il rischio di una propagazio- tetta; si prevede un rallentamento delne della crisi senza controllo. Non si la crescita del PIL cinese, che viaggia a può escludere che anche in alcuni di ritmi dell’8% annuo, ma si esclude un questi paesi si sviluppi una recessio- collasso economico. Lo stesso vale per ne, però sono parecchie le economie India e Brasile, che sembrano avere le che stanno affrontando l’incalzare spalle coperte. Chissà se, alla fine, non della crisi con armi molto affilate. saranno proprio questi colossi a fungere da salvagente! Naturalmente, un ruolo determinante nei prossimi mesi sarà esercitato dalle strategie che verranno adottate anche Anna Russo a livello politico, ma vi è un’altra conComunicazione, siderazione da fare. Benché il crollo Immagine e PR della domanda dagli USA e dall’Euro© Cornèr Banca SA pa stia penalizzando le esportazioni dei paesi emergenti, soprattutto di Asia e Messico, questo cambiamento ha provocato una repentina inversione di tendenza nei prezzi delle materie prime. Basti pensare che il prezzo del petrolio è sceso di oltre il 60% rispetto al picco registrato nel corso dell’anno e, alla stessa stregua, altri metalli e persino i prezzi dei cereali sono diminuiti vertiginosamente. L’effetto di questo ridimensionamento è il controllo dell’inflazione, un fenomeno non certo irrilevante nel contesto in cui ci troviamo. Concludendo, la crisi lascerà il segno anche nei paesi emergenti, ma allo sta- STREET Cronache dai mercati finanziari Il Punto La settimana appena conclusa si è caratterizzata per la continuazione del flusso di notizie negative dal fronte economico, a conferma dello scenario recessivo atteso per i prossimi trimestri, su cui vi è ormai consenso unanime tra gli analisti, lasciando aperte le discussioni sulla durata e sull’intensità dello stesso. L’azionario si è mosso ancora una volta all’insegna di un’estrema volatilità e di un’elevata correlazione tra i vari mercati; in particolare, nei primi giorni della settimana le borse hanno continuato il rimbalzo tecnico iniziato nell’ottava precedente; in seguito, dopo i risultati delle elezioni americane, hanno subìto delle prese di profitto, favorite da risultati societari negativi, che hanno innescato l’ennesima violenta correzione, in attesa degli im- portanti dati sulla disoccupazione americana. Allo stato attuale riteniamo che, sulla base dei fondamentali, i principali listini stiano già incorporando una pesante recessione, rendendo quindi probabilmente attrattivi, con un orizzonte temporale di medio periodo, questi livelli di entrata. Peraltro, sebbene il mercato borsistico tenda ad anticipare l’economia reale di 6-9 mesi, non riteniamo vi siano le condizioni per attendersi a breve termine la ripartenza di un bull market. Ci attendiamo quindi una continuazione nelle prossime settimane dell’attuale fase di elevata volatilità. Dal fronte “crisi finanziaria” giungono segnali di miglioramento della situazione; in particolare gli interventi dei governi e delle banche centrali, accompagnati dalle massicce immissioni di liquidità nel sistema, stanno avendo i primi effetti positivi: i tassi interbancari hanno infatti iniziato, sebbene lentamente, a scendere. Da un punto di vista macroeconomico, le ultime rilevazioni confermano la gravità della situazione, come esplicitato dalle nuove statistiche sulla disoccupazione Usa, gli indicatori sull’attività del settore dei servizi, la fiducia dei consumatori, la vendita di auto. Proseguono intanto i tagli dei tassi di riferimento da parte delle principali banche centrali; questa settimana abbiamo assistito al previsto taglio di 50 punti base da parte della Banca Centrale Europea e della BNS, oltre all’inatteso, per l’entità, taglio della Bank of England, di ben 150 punti base, a testimonianza del forte rallentamento della congiuntura nel Regno Unito. Sul mercato dei cambi, nell’ambito di forti oscillazioni, si è registrato un movimento strettamente correlato all’andamento dei listini azionari, come ormai avviene da alcuni mesi. Nel comparto commodities, il petrolio ha per il momento arrestato la fase correttiva, trovando una parziale stabilizzazione in area 60-70 dollari al barile. Anche l’oro, penalizzato dalla forza del dollaro e dalla riduzione delle attese d’inflazione, sta trovando supporto in area 750. Obbligazioni di cassa in Cornèr 2.50% per 2 anni 2.625% per 3 anni 2.75% per 4 anni 2.75% per 5 anni 2.75% per 6 anni 2.875% per 7 anni 3.00% per 8 anni dove potrete compilare il Bollettino di sottoscrizione Le nostre obbligazioni di cassa ...una sicurezza, sempre... presso tutti gli sportelli Cornèr (Validità dal 22.09.2008) Variazioni dei principali indici e cambi 31.10.2008 7.11.2008 min/max 2007/2008 2008* NY - DJII 9325.01 8943.81 -4.09% 7882.51/13780.11 -32.57% NY - NASDAQ 1720.95 1647.40 -4.27% 1493.79/2734.82 -37.89% 968.75 930.99 -3.90% 840.54/1576.06 -36.60% UE- DJ STOXX 50 2331.43 2284.22 -2.02% 1976.62/3691.59 -37.99% FR - DAX 4987.97 4938.46 -0.99% 4014.60/8100.64 -38.78% ZH - SMI 6153.21 6008.16 -2.36% 5265.86/8421.00 -29.19% LO - FTSE100 4377.34 4387.14 0.22% 3665.21/6534.70 -32.06% PA - CAC40 3487.07 3469.12 -0.51% 2959.29/5665.94 -38.21% 16504 16943 2.66% 14521/29404 -42.37% 8576.98 8583.00 0.07% 6994.90/15156.66 -43.93% 13968.67 14243.43 1.97% 10676.29/27853.60 -48.79% 1.1576 1.1786 1.81% 0.9674/1.3238 3.98% 98.44 98.27 -0.17% 90.90/124.16 -11.73% USD/CAD 1.2122 1.1886 -1.95% 0.9056/1.3017 19.29% EUR/USD 1.2730 1.2736 0.05% 1.2328/1.6038 -12.70% EUR/CHF 1.4762 1.5014 1.71% 1.4296/1.6828 -9.22% EUR/GBP 0.7921 0.8130 2.64% 0.6567/0.8195 10.63% GBP/USD 1.6068 1.5673 -2.46% 1.5265/2.1161 -21.03% GBP/CHF 1.8629 1.8450 -0.96% 1.7601/2.4966 -18.02% NY - S&P 500 MI - MIBTEL TK - NIKKEI HK - HANG SENG USD/CHF USD/JPY *variazione da fine 2007 Fonte: Reuters Direzione Generale e Sede Cornèr Banca SA Via Canova 16 6901 Lugano / Switzerland Tel. + 41 91 800 51 11 Fax + 41 91 800 53 49 www.cornerbanca.com [email protected] Cornèrcard Via Canova 16 6901 Lugano / Switzerland Tel. + 41 91 800 41 41 Fax + 41 91 800 55 66 www.cornercard.ch [email protected] Agenzie Ascona, Cassarate, Massagno Paradiso, Pregassona Succursali Lausanne 4, avenue de Provence 1000 Lausanne 20 / Switzerland Tel. + 41 21 625 02 52 Fax + 41 21 625 82 73 Affiliate Cornèr Banque (Luxembourg) SA 10, rue Dicks 1417 Luxembourg / Luxembourg Tel. + 352 40 38 20 Fax + 352 40 38 19 Locarno Via alla Ramogna 14 6600 Locarno / Switzerland Tel. + 41 91 756 36 11 Fax + 41 91 756 36 59 Cornèr Bank (Overseas) Limited 308, East Bay Street P.O. 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