il coraggio

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il coraggio
FEDERAZIONE DEI SERVIZI DI VOLONTARIATO SOCIO SANITARIO - N. 5 MAGGIO 2009
In caso di mancato recapito rinviare all’Agenzia P.T. di VR CMP detentore del conto per la restituzione al mittente che si impegna a pagare
la relativa tariffa. - Poste Italiane S.p.A. - SPEDIZIONE IN A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB VERONA
Editoriale
di MARIA BERTILLA FRANCHETTI
IL CO R AGGIO
SERVIZI FEVOSS
IN
QUESTO
NUMERO:
"Il viaggio nella
Provincia che
nessuno sa!
"Pranzo di Pasqua,
che sorpresa!
"In nome
dell’alleanza
«S
i potrebbe fissare un prezzo per i pensieri.
Alcuni costano molto, altri meno. E con che
cosa si pagano i pensieri? Credo con il coraggio»
(Ludwig Wittgenstein). «Chiunque sia felice rende
felici anche gli altri. Chi ha coraggio e fede non
morirà mai in miseria» (Anna Frank). «Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza!»
(Immanuel Kant). «Dio mi destinò al mare e mi diè
l'ardore e l'azione» (Cristoforo Colombo). «Una
volta deciso che la cosa può e deve essere fatta,
bisogna solo trovare il modo» (Abraham Lincoln).
Il coraggio stringe un intenso connubio con il
volontariato. Spesso si configura come il perno di
tante scelte strategiche, che inondano di luce il
futuro. Scrive Enzo A. Becchetti: «Il coraggio non
"Il terremoto
è una condizione semplice, è per sua natura
molteplice. Se si legge tra le righe delle definizioni
rese dai sinonimi, si capisce che c'è un ventaglio
ampio di possibilità, fatto da diversi tipi di coraggio. Dalla fermezza all'ardire (osare), dalla baldanza alla sicurezza. Significa mettere in movimento le virtù del cuore (cor agere), che per gli antichi
è il luogo della mente intesa come anima, insieme
di pensieri e volizioni, di immagini e desideri, di
razionalità e sentimento immediato. È una scelta
etica, di comportamento. Il legame è evidente, non
c'è responsabilità senza coraggio e viceversa. La
"capacità di dare risposte" non può essere ammutolita dall'ignavia o dalla viltà. Il cuore detta anche
le vie della responsabilità».
uccide le persone,
ma non la speranza
"Don Nicola
Mazza, sacerdote
caritatevole
ed innovativo
"Jan Langosz,
dalla musica
alla storia
"Il turismo
sessuale, fenomeno
in continua crescita
I L VI AGGI O N E L L A P R O VI N C I A
CHE NESSUNO SA!
L
a Carovana della solidarietà era partita da piazza Bra
allineando i propri automezzi sotto la grande stella d'acciaio, moderno simbolo della Verona natalizia. I volontari
della Fevoss hanno dato giusto significato a questo propiziatorio gesto, forse cercando una protezione dal grande arco metallico, come dal ponte della storia tra l'anfiteatro antico e la
archiscultura moderna. Una sorta di benevolo auspicio su di un
cammino provinciale tutto da inventare. Hanno creduto alla
lodevole iniziativa il CSV di Verona, la Banca Popolare di
Verona, l'Azienda Acque Veronesi che la sostengono
finanziariamente, mentre sono bene accetti tutti i sostegni economici futuri di Enti che intendessero unirsi nel corso del suo
incedere.
La Carovana della solidarietà è stata accolta con entusiasmo dai Comuni di Verona, di Soave, di Bussolengo e da altre
realtà più significative dei luoghi ove ha sostato proponendo il
suo carico valoriale. Nei vari contesti dei paesi più diversi, il
messaggio forte che vi si attinge è lo stesso: oggi come ieri la
solidarietà è un valore intramontabile che va condiviso tra
generazioni.
Insieme alle istituzioni locali, le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale, le Pro loco e
comunque le realtà della solidarietà organizzata potranno
ospitare nel loro territorio la Carovana della solidarietà con
la sua specifica promozione:
offrire un'occasione d'incontro sul grande tema del mondo
del volontariato tra la gente del posto, le organizzazioni pubbliche e private, per rafforzare le alleanze, per allacciarne di
nuove, per inventarne di inedite;
promuovere il progetto "Insieme si può ! Alla riscoperta del buon vicinato" finanziato dal CoGe del Veneto che ha
lo scopo di realizzare il sistema di un lavoro di rete per abbrac-
PRANZO DI PASQUA,
CHE SORPRESA!
di SARA SPIAZZI
Filofevoss
n. 5 - maggio 2009
C
irca una quarantina gli
amici che hanno festeggiato Pasqua in Fevoss, un
gran pranzo organizzato nei
locali del centro Santa Toscana, un pomeriggio trascorso in allegria!
Tutto merito, bisogna riconoscerlo, di Aldo e Luciana: hanno pensato loro al
menù, alla spesa, alle tavole e
alla cucina, e hanno poi
servito, aiutati da un paio di
amiche, tutti i commensali…e questa non è una sorpresa di certo, ma un loro
dono che sovente condividono con noi e di cui li vo-
gliamo ringraziare di cuore!
Dalla mattina sono stati ai
fornelli i nostri amici e
"padroni di casa" e, con un
sorriso che a sera non era
ancora svanito, hanno pensato
a tutto: aperitivo per scaldare i
nostri ospiti giunti verso le
12.30, risotto al tastasal, pollo
arrosto e patatine, formaggi e
la nostra tradizionale colomba
pasquale, guarnita di panna
montata, accompagnata da
fiumi di spumante!
A questo punto non restava altro che darsi alle danze.
Così, chi mosso dalle bollicine e chi come mossa per
ciare con azioni solidali i poveri, gli esclusi, i diversi di ogni
comunità locale;
contrastare la cultura dell'indifferenza (sorella della complicità) per avere occhi nuovi e scoprire su chi tentiamo di non
vedere, la nostra stessa umanità.
Le tappe della Carovana della solidarietà simboleggiano
le soste di un cammino, metafora della vita di ciascuno di noi.
Fermarsi per capire dove si è arrivati, per rinfrancarsi dalla fatica, per coinvolgere anche gli altri nello stupore del solidale
cammino.
"Nessuna carovana ha mai raggiunto un miraggio. Ma se
non ci fossero i miraggi, nessuna carovana si sarebbe mai
messa in cammino" (anonimo).
Ecco, è proprio così: il miraggio di vivere in comunità più
giuste e solidali, ha mosso la Carovana della solidarietà che
attende l'adesione di tanti cittadini responsabili lungo il suo
cammino di speranza.
Per informazioni e adesioni, vedere il sito della Fevoss
(anche di sponsor pubblicitari) e telefonare al signor Vittorio
3349526573.
digerire, ci si è scatenati al
ritmo di un'altra sorpresa della
giornata: Dido e la moglie,
con pianola, mandolino e una
bella voce, canti e balli in allegria. Pertanto i bocconi sono
scesi, le ore sono passate, veloci e leggere.
Allegria, serenità, un cli-
ma veramente piacevole nelle parole di Luciana che, raccontandoci la giornata, ha
sottolineato, oltre alla festosità degli ospiti, la loro voglia
di collaborazione spontanea,
che ha fatto gravare meno su
lei e Aldo le mansioni da
svolgere.
IL NOSTRO SITO
Come apparso nel precedente numero di Filofevoss, abbiamo dato
notizia del rinnovo del sito della Fevoss.
Chiediamo ai nostri lettori suggerimenti utili per migliorarlo e nel
contempo di iscriversi alla newsletter così da ricevere novità ed
informazioni varie in tempo reale.
CLIMA DI FAMIGLIA
I N N O M E D E L L ’ AL L E AN Z A
di L. R.
H
di ALFREDO DAL CORSO
sone- ha commentato- si intendono meglio intorno alle tavole
imbandite, piuttosto che a quelle delle riunioni. E ben venga se
queste iniziative sono destinate ad aiutare chi soffre e chi è
solo".
Tutti gli ospiti si sono dimostrati sensibili all'appello lanciato in questa festosa occasione, lasciando nelle buste poste sui
tavoli, e poi raccolte da una volontaria Fevoss, le proprie generose offerte.
compassionevoli. La tristissima realtà ha ferito i nostri animi
scuotendoli fino in fondo, nelle viscere della nostra umana
esistenza. Ora è il tempo della pietà, della condivisione, della
solidarietà. E il nostro Paese ancora una volta ha dimostrato il
suo bel volto. Quello più vero, più ardito, più solidale. La
macchina dei soccorsi ha funzionato facendo il suo dovere. Ma
dentro quel congegno organizzativo ci sono gli uomini e le
donne che impavidi hanno affrontato ogni rischio per aiutare,
lenire, incoraggiare: tanti volontari! A loro, che si scorticano le
mani, che piangono sui corpi esanimi, che abbracciano la carne
martoriata, vada il nostro grato pensiero. A loro, ignoti cittadini, angeli in carne ed ossa, eroi della quotidianità, che ci illuminano con il dono loro speranza.
MESSA PESTRINO
L
'immane tragedia del terremoto in terra d'Abruzzo ci ha lasciato sbigottiti. Attoniti di dolore. La distruzione interessa
la meravigliosa città de L'Aquila e i suoi paesini; la sua gente,
che poi è la nostra gente. In preda all'evento tellurico le case, le
chiese, i luoghi di aggregazione si sono sbriciolati seppellendo
troppe vittime innocenti. Incontrollabile questa furia omicida…
Sgomento, morte, rabbia sono entrati in ciascuno di noi, attraverso gli zoom dei mass media, purtroppo non sempre
Il 22 maggio, alle ore 18.00, nella
chiesa del monastero di clausura in
località Pestrino (VR), viene celebrata una S. Messa in sostegno dei
volontari Fevoss ed in particolare del
loro progetto "Insieme si può! Alla
riscoperta del Buon Vicinato". Data l'importanza delle
preghiere vi attendiamo numerosi.
n. 5 - maggio 2009
IL TE R R E M OTO U C C ID E L E PE R S ON E ,
M A N O N L A S P E R AN Z A
Momenti del Convivio
di Primavera
! Filofevoss
a centrato il suo obiettivo il Convivio di Primavera organizzato nella sede Fevoss di via S. Toscana per far
conoscere il progetto "Insieme si può! Alla riscoperta del buon
vicinato" e raccogliere offerte a suo sostegno. Sono stati infatti
120 i commensali seduti alle tavole imbandite per il pranzo
preparato dal Ristorante 12 Apostoli, che per l'occasione, alla
guida del suo chef Giorgio Gioco, ha "traslocato" per un giorno
in casa Fevoss, dove ha fatto degustare un "menù dell'alleanza",
così chiamato in segno dell'alleanza stretta tra la Fevoss (fondata nel 1987) e la Società Mutuo Soccorso Porta Palio (creata nel
1882) per dar vita ad una innovativa rete solidale di servizio.
A fare gli onori di casa sono stati infatti il presidente Fevoss,
Alfredo Dal Corso, e il presidente della Società Mutuo Soccorso, Giulio Segato, oltre naturalmente a Giorgio Gioco, i quali
nei loro interventi hanno sottolineato l'importanza della nuova
iniziativa ed il valore della solidarietà.
Ai tavoli, mescolati ai privati cittadini, c'erano esponenti del
mondo politico, tra cui Stefano Valdegamberi, assessore
regionale alle politiche sociali, Maria Luisa Tezza, assessore
provinciale ai servizi sociali, i deputati Giovanna Negro (Lega
Nord) e Gianni Dal Moro (Pd); rappresentanti di associazioni di
volontariato, come mons. Giuliano Ceschi della Caritas, Riccardo Ceni dei Veronesi nel mondo, Giovanni Padovani della
Croce Verde; membri del Csv (Centro servizio per il volontariato) e di Adave (Associazione difesa anziani veneti); il prefetto della Biblioteca Capitolare mons. Piazzi; il direttore di "Verona Fedele" Margoni.
Il servizio ai tavoli, puntuale ed efficiente, è stato svolto
dagli studenti delle classi 3As e 4Asr dell'istituto professionale
di Stato per i servizi alberghieri e della ristorazione "Angelo
Berti", calorosamente ringraziati alla fine da Giorgio Gioco, il
quale si è detto soddisfatto della riuscita del convivio. "Le per-
SPAZIO APERTO
D ON N I C OL A M AZ Z A, S AC E R D OT E
C AR I T AT E VO L E E D I N N O VAT I VO
di RENATA DALLI CANI
S
e sfortunatamente a qualcuno succede di
fare uno strappo
ad un bel vestito
nuovo, non si disperi.
Lo affidi invece a quelle signore che in via
Nicola Mazza14
sono capaci di
fare con maestria i rammendi
invisibili e l'abito ritornerà nuovo. Esse infatti
continuano tuttora la gloriosa
scuola di lavoro,
fondata dal sa-
Sabato 9 maggio 2009, ore 15.30
presso la sede centrale Fevoss Via
S. Toscana 9 si terrà l'assemblea
federativa ordinaria di tutti gli aderenti Fevoss.
Questo l'ordine del giorno:
1. saluto, relazione e consegna a tutti i volontari dei distintivi di
appartenenza da parte del presidente;
2. proposta di integrazione a modifica dell'art. 20 dello Statuto;
3. relazioni del presidente del Collegio dei revisori dei conti;
4. approvazione bilancio consuntivo 2008 e preventivo 2009.
5. varie ed eventuali.
Data l'importanza dei temi, si raccomanda la più ampia partecipazione.
Hanno diritto di voto i volontari in regola con il pagamento della
quota associativa (art. 14 dello Satuto).
Si ricorda che ciascun volontario in possesso dei requisiti previsti
dell'art. 13 dello Statuto può candidarsi per qualsiasi carica sociale.
A conclusione dei lavori seguirà un momento conviviale tra tutti i
partecipanti.
Cordiali saluti.
"mamma", che non è una
suora, ma una volontaria
laica, come diremmo oggi,
che ha le qualità per fare a
loro da madre, una donna
"di età matura, di senno
vecchio e di cuor pietoso".
Ed ecco costituita già 181
anni fa quella che adesso
noi chiamiamo casa famiglia. Però le bambine in
poco tempo aumentano e
diventano cento e duecento ed oltre, tuttavia don
Mazza neppure allora fonda un istituto, semplicemente aumenta il numero
delle famiglie, che da Lungadige Porta Vittoria, dove
alloggiava la prima, si
trasferiscono in vari appartamenti, acquistati in
via Cantarane. In ognuno
di essi vive un piccolo
gruppo di bambine di diversa età con una "mamma", che si prende cura di
(Continua a pag. 5)
Apri il tuo cuore alla speranza
e all’impegno di FEVOSS
Insieme si può!
alla riscoperta del Buon Vicinato
=OFFRI il tuo tempo libero e valorizzalo nella
amorevole rete di solidarietà provinciale
=DONA il tuo contributo economico a sostegno del
gratuito e quotidiano servizio dei volontari
=DESTINA il 5 per mille a favore di FEVOSS (non ti
costerà nulla); sarà di aiuto a chi ne ha bisogno
Passaparola ad un tuo amico
Il presidente della Fevoss, Alfredo Dal Corso
LUTTO
Angelo Fornalè - il nostro socio - ci ha lasciato improvvisamente il 10 febbraio
scorso.
Lo ricorderemo per la sua grande disponibilità nel collaborare e per i molteplici progetti che intendeva realizzare a beneficio
IL GRUPPO DI BURE
del prossimo.
ESEMPIO
" Filofevoss
n. 5 - maggio 2009
CONVOCAZIONE ASSEMBLEA FEDERATIVA ORDINARIA
cerdote veronese Nicola
Mazza nel 1828 in via
Cantarane per insegnare
un onesto lavoro e garantire un mezzo di sussistenza alle bambine orfane, o
comunque non custodite
dai propri genitori, le
quali egli aveva incominciato a raccogliere in principio senza alcun progetto, ma solo spinto dalla
preoccupazione di sottrarle ai pericoli morali a cui
inevitabilmente erano esposte. Ma dove ospitarle?
Ovviamente pensiamo in
qualche istituto di suore.
Don Mazza ha in mente
invece una soluzione diversa, assolutamente nuova ed originale: farle vivere come se fossero in
una famiglia. Così a proprie spese prende in affitto
due stanzette, in cui vanno
a vivere le prime due
bambine insieme ad una
n. 5 - maggio 2009
loro come proprie figlie e
le duca a vivere un'armoniosa vita di famiglia nell'aiuto reciproco negli inevitabili doveri e nello svago. Ma quando quelle
bambine diventeranno adulte ed andranno a vivere
altrove e dovranno affrontare il mondo da sole, che
ne sarà di loro? Dovranno
essere autosufficienti, ossia avere le capacità di
mantenersi esercitando un
onesto e dignitoso lavoro.
Questo è il pensiero di don
Nicola Mazza, che, per
realizzarlo, coraggiosamente avvia un complesso
progetto, In un'epoca in
cui solo una minima parte
della popolazione sapeva
leggere e scrivere, egli invece vuole che le sue bambine abbiano prima di tutto almeno l'istruzione elementare, impartita loro da
una maestra secondo i programmi della scuola pubblica. E chi dimostra attitudine per lo studio, viene
mandata a frequentare l'istituto magistrale. Le altre
invece imparano un mestiere e cioè la preziosa
arte del ricamo: ricamo in
bianco, ricamo con sete
colorate e ricamo in seta
ed oro, guidate da insegnanti specializzatesi in
laboratori di prestigio.
Don Mazza segue personalmente questa attività
ed è un controllore severo:
guarda i ricami con la
lente di ingrandimento e
se nota qualche punto non
perfetto, inesorabilmente
taglia con le forbici e fa
rifare. Se invece è soddisfatto del lavoro, si complimenta a modo suo dicendo "pocione, savate,
bone da gnente" (pasticcione, ciabatte, buone a
nulla), perché non ci si
deve mai insuperbire, nep-
gazze impara- il lavoro del padre, manino a fare an- festa invece la vocazione
che bellissimi al sacerdozio e realizzerà
fiori di seta e il suo desiderio nel 1824,
perfino a pro- quando il vescovo Innocurarsi la ma- cenzo Liuti gli conferì il
teria prima al- Sacramento dell'Ordine.
levando i ba- Tuttavia non accettò mai
chi, filando e di guidare una parrocchia.
tingendo la se- Ma, poiché era un sacerta con l'aiuto dote dotto, gli venne affiin quest'ulti- dato l'insegnamento in sema attività di minario della storia unipersonale e- versale e soprattutto della
sterno stipen- matematica, disciplina verdiato. Tre dun- so la quale dimostrò semque sono i la- pre una attitudine particoboratori: scuo- lare.
Portone d’ingresso dell’Istituto
la di ricamo,
In via Cantarane vicino
don Nicola Mazza in via Cantarane.
scuola dei fio- alle sue ragazze visse gran
pure ai massimi livelli. E ri artificiali, allevamento parte della sua vita ed
veramente quelle ragazze dei bachi e produzione infine anche morì nel
eseguono opere eccezio- della seta. Ma don Mazza 1865. Ora il suo corpo
nali, tanto da ottenere il se ne intende perché è riposa nella cripta della
primo premio con meda- figlio di un mercante di chiesa di S. Carlo presso
glia d'oro nella esposi- seta che ha il negozio in l'istituto maschile, pure da
lui fondato. Infatti don
zione universale di Parigi
Nicola Mazza compì
del 1855. A loro fornimolte altre opere che
scono i soggetti da ricaquesti scarni cenni
mare addirittura i quadri
biografici non metdei pittori ed in particolare
tono in luce, ma che
del veronese Giovanni Cafurono apprezzate dai
liari, amico di don Mazza.
suoi contemporanei
Splendidi sono i paratanto da essere ricomenti sacri, coloratissimi,
nosciuto benefattore
con ricami in seta ed oro,
verso la patria, ossia
raffiguranti anche scene
Verona, anche dall'imtratte dall'Antico e dal Nuoperatore d'Austria a
vo Testamento. Uno di essi
cui allora il Lombarsi trova perfino in Vatido-Veneto era sottocano, nella sacrestia della
messo. E Francesco
Cappella Sistina, donato a
Giuseppe lo onorò repapa Pio IX dall'imperagalandogli quella grantore Ferdinando d'Asburde e preziosa medago, che lo aveva ricevuto
Pianeta
ricamata
in
seta
ed
oro
glia con grossa catena
dallo stesso don Mazza in
segno di riconoscenza per dalle ragazze di don Nicola Mazza. che don Mazza porta
gli aiuti ricevuti. Infatti piazza Erbe. Nasce dun- al collo
spesso alla corte di Vienna que in una famiglia agiata nell'unia favore dell'opera di Ni- nella parrocchia di San co ritratcola Mazza intercedeva Salvatore vecchio, sop- to che abcon successo presso l'im- pressa da Napoleone nel bia accetperatrice Maria Anna di 1806 ed inglobata in quel- tato gli veSavoia il suo confessore, la tuttora esistente di Santa nisse fatche era proprio un sacer- Eufemia. E' il 1790 ed è il to, e fordote veronese di nome primo degli otto figli di tunatamente per noi almeLuigi Mazza e di Rosa no possiamo così conoscere
Luigi Bragato.
Oltre al ricamo le ra- Parola. Non continua però anche il suo aspetto fisico.
# Filofevoss
(Continua da pag. 4)
SPAZIO APERTO
JAN LANGOSZ,
D AL L A M U S I C A AL L A S T OR I A
di CLAUDIO BECCALOSSI
I
l 28 novembre 2008
ricorreva il quinto anniversario della scomparsa del musicista Jan
Langosz, polacco "adottato" da Bardolino. Nato il
13 maggio 1923 a Wegry,
paese altoslesiano nelle
vicinanze di Opole, in
Polonia, Giovanni Bonifacio (detto Jan) Langosz ha
saputo trasformare in musica anche i suoi "ultimi"
80 anni. E' stato accompagnato in chiesa ed al cimitero del centro lacustre, infatti, dalla
"sua" colonna sonora, dalle note composte per un Requiem
esclusivo, da grande artista che non s'è piegato alla piccola
morte.
Langosz aveva festeggiato i suoi "pulsanti" 80 anni nella cittadina gardesana d'adozione, quasi in malinconica sordina anche
per colpa d'uno spauracchio di salute dal quale stava lentamente
riprendendosi. Giusto in tempo per recarsi, la sera del 31 luglio,
a Rovigo, in piazza Vittorio Emanuele II, per presenziare, in
qualità d'ospite d'onore, al concerto della Banda folk con
majorettes di Quaderni, diretta dal maestro Domenico De Rossi,
nell'ambito dell'Estate rodigina 2003. Concerto in cui furono
proposti quindici brani composti od arrangiati da Langosz specificatamente per la banda di Quaderni.
L'evento è stato un'occasione d'oro, purtroppo definitiva, per
ripercorrere pure i tratti salienti della biografia non solo artistica
di Jan Langosz, avvincente come una pièce teatrale dai tanti
colpi di scena, affondi nel nazismo costretto compresi.
$ Filofevoss
n. 5 - maggio 2009
\
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\
\GLI ANNI DELLA GUERRA
Agli studi al Ginnasio polacco di Bytom, iniziati nel '33, Jan
accostò lezioni private di musica presso il locale Conservatorio
tedesco per poter sostenere gli esami annuali in pianoforte,
organo, armonia, composizione e direzione corale. Già allora
iniziò a comporre significativi saggi di vocazione tipo un'adolescenziale "barcarola" (musica o canto di tipo ternario, il cui
ritmo di 6/8 imita il dondolio, appunto, della gondola). Ma la
guerra prese il sopravvento sugli entusiasmi musicali e nel settembre 1939, con la Polonia invasa dai nazisti e la conseguente
chiusura del Ginnasio polacco di Bytom, Langosz dovette
tornare a casa per poi essere assunto quale organista e direttore
del coro parrocchiale di Budkovice. E' di quel tempo la suonata
per organo intitolata "Serenata mistica". Il buon salario che
guadagnava gli permetteva d'aiutare il fratello maggiore Jozef, a
sua volta studente di musica a Vienna e destinato ad una luminosa carriera di solista di tromba in Germania se non avesse finito i suoi giorni combattendo sul fronte del Don.
La quieta parentesi tra Budkovice ed Opole durò poco per
Jan, reclamato dalla Wehrmacht in quanto cittadino tedesco di
nazionalità polacca. Con la divisa nazista venne inviato a combattere, tra il '41 ed il '44, in Francia, Norvegia, Olanda, Russia
ed Italia. Fu ferito ben cinque volte di cui una in modo particolarmente grave. Ed anche nelle snervanti attese e nell'acceso
furore delle battaglie, Langosz non rinunciò a comporre musica
rielaborando, ad esempio, le canzoni popolari altoslesiane che,
poi, trascrisse per orchestra sinfonica e banda. Tra il '44 ed il '45,
nel corso dei combattimenti sul fronte Anzio-Nettuno, cadde in
mano degli americani e, dopo un breve periodo di prigionia, si
arruolò volontario nel II Corpo polacco (dell'VIII Armata britannica ai comandi di Bernard Montgomery) in Italia del generale Wladyslaw Anders.
Nelle formazioni opposte
a quelle iniziali, perciò,
svolse funzioni da osservatore d'artiglieria ed assunse necessariamente
una nuova identità (nome, cognome, luogo e
data di nascita) per tutelarsi in caso di cattura da
parte dei tedeschi. Se
fosse stato fatto prigioniero e riconosciuto da
loro, infatti, sarebbe subito finito davanti ad un plotone d'esecuzione come disertore. Nel II Corpo polacco, così, divenne ufficialmente Bronislaw Opoleanski e, il 21 aprile 1945, fu tra i
primi ad entrare a Bologna liberata dai nazifascisti.
Archiviata la guerra con i gradi di sergente, tra il '45 ed il '47
fece ancora parte del Corpo polacco tra le truppe d'occupazione
in Italia. Contribuì a riformare l'orchestra-banda della Brigata
Karpacka diventandone vicemaestro sostituto ed autore di arrangiamenti e marce militari. Nell'aprile del '47 si sposò a Garda,
nell'omonimo lago, con Pierina, ben deciso a rimanere nel Belpaese. Un mese dopo venne smobilitato il Corpo polacco insediato nella fatal Predappio ed i superiori militari inglesi proposero ai polacchi in congedo di decidere tra quattro scelte: il
ritorno nella Polonia dai nuovi confini e sotto il regime comunista, la permanenza in Italia, l'emigrazione in Argentina od in
Australia, l'arruolamento volontario in Palestina sotto gli
israeliani. Langosz optò per l'Italia, persuaso dei rischi a tornare
in Polonia: il governo comunista, infatti, considerava "fascisti" i
membri del II Corpo polacco e gli sprovveduti ex soldati che
rimpatriavano, dopo essere stati consegnati a Vienna dagli inglesi, venivano "girati" ai sovietici perché li deportassero in Siberia.
Il duplice ruolo da combattente (con i tedeschi e con gli alleati),
comunque, fece meritare a Jan Langosz varie onorificenze militari: da parte della Germania le Croci di I e II Classe e tre
medaglie per ferite riportate in battaglia. Per azioni di guerra in
(Continua a pag. 7)
\
\
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\
\L'ARRAMPICATA VERSO IL SUCCESSO
Anche dopo il matrimonio l'ambizione musicale premeva
sempre di più e, con la moglie rimasta a Garda, si trasferì a
Milano per imboccare vie di carriera che, però, passavano attraverso gli inevitabili, primi periodi di difficoltà. Ma la voglia d'emergere era tanta e, in pochi anni, arrivò a mete lusinghiere: nel
'53 venne chiamato a dirigere l'orchestra a Radio Milano, fece
debuttare (con presentazione alla radio di Febo Conti) un inedito quartetto vocale, chiamato Quartetto Langosz, che per la
prima volta in Italia era misto ed anticipò perfino l'entrata di
Lucia Mannucci nel Quartetto Cetra. A Lugano, in Svizzera,
venne premiato con la Citara d'oro quale uno dei migliori arrangiatori d'Europa. Iniziò la collaborazione con Luciano Beretta,
paroliere chiamato ad un roseo futuro: l'accoppiata LangoszBeretta portò il motivo "La nostra follia", cantata da Achille
Togliani, al Festival di Ancona conquistando il primo posto. E
dopo, sempre insieme, scrissero musica e parole di apprezzate
canzoni dedicate al lago di Garda.
L'attività proseguì di pari passo con l'affermazione professionale. Dal '57 Langosz incise i primi dischi con una propria
orchestra, rivestì incarichi di direttore artistico presso Case
discografiche (come La voce del padrone), lavorò per l'American Vox e, tra il '56 ed il '58, arrangiò il primo disco LP con brani
partenopei ("Fantasia napoletana") che scalò le classifiche di
vendita in Giappone e negli Stati Uniti. Jan Langosz diresse
orchestre in quattro edizioni del Festival della canzone italiana
di Sanremo (nell'ultima occasione Iva Zanicchi cantò "La notte
dell'addio") ed in sei appuntamenti del Festival mediterraneo di
Barcellona, in Spagna. Fu direttore dell'orchestra radiofonica di
Radio Praga durante il Festival Coppa d'Europa di Gmunden, in
Austria, trasmesso per la prima volta in Eurovisione. Per anni
partecipò alla commissione di selezione dello Zecchino d'oro,
rassegna canora per bambini dell'Antoniano di Bologna, e fu
proprio lui a coniare la denominazione Piccolo coro dell'Antoniano diretto da Mariele Ventre.
I 31 anni di carriera trascorsi a Milano permisero la realizzazione di 3.320 esecuzioni tra incisioni discografiche, concerti
con propria orchestra ed arrangiamenti per terzi. Registrò fiabe
(in collaborazione con gli attori del Piccolo teatro di Milano e
\
\
\
\
\
\SENZA MAI DEMORDERE
Dall'86, comunque, Jan Langosz intraprese una febbrile
attività di scambi culturali tra l'Italia e la Polonia, e viceversa,
stipulando un particolare accordo con il ministero della Cultura
e delle Arti di Varsavia. Le iniziative interessarono orchestre,
bande, cori e singoli musicisti ed anche per tali aspetti relazionali e promozionali il ministro della Cultura e delle Arti polacco, Aleksander Krawczuk, nell'87 conferì a Langosz la prestigiosa onorificenza all'Ordine del merito culturale nella sede dell'ambasciata della Repubblica popolare di Polonia, a Roma.
Nel '92 Jan e la moglie furono tra i cofondatori dell'Associazione culturale Prospettive della quale lo stesso Langosz venne
eletto presidente fino alla chiusura dell'attività, nel '94. Dopo la
cittadinanza italiana, ottenuta nel 1959, a Langosz, nel '93,
venne concessa la cittadinanza polacca da parte dell'allora presidente della Repubblica di Polonia, Lech Walesa.
Produttivo e creativo fino all'ultimo, compose musiche ed
arrangiamenti per la Banda folk con majorettes di Quaderni di
Villafranca e per la Schola Cantorum SS. Nicolò e Severo di
Bardolino oltre a contribuire alla crescita di cori, orchestre e
scuole di musica polacche. Nel '97 l'assessore alla Cultura del
Comune di Milano invitò Langosz a collaborare con la Fisorchestra di Cinisello Balsamo su indicazione diretta di Carlo
Alberto Rossi (l'autore della celeberrima canzone "E se
domani"). E nel marzo 2001 l'assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Verona promosse presso il Teatro Camploy uno spettacolo interamente dedicato alla sua carriera: dal
lontano ieri fino al… giorno prima, cioè, d'un patrimonio musicale che s'è infilato nella storia… Con diritto e da protagonista…
n. 5 - maggio 2009
Italia, inoltre, la Croce di merito del II Corpo polacco e la Croce
di merito dell'VIII Armata inglese.
con testi di Luciano Beretta), l'Antologia della canzone italiana
dal 1840 (addirittura) in poi, pubblicata in undici LP. Scrisse
musiche per films e caroselli, arrangiò brani di successo (ad
esempio, la canzone "E se domani" cantata da Mina).
Nel 1969 Jan Langosz divenne socio della Siae (Società italiana degli autori ed editori) dopo vent'anni d'iscrizione. Nel '70,
a Garda, gli venne conferito il Ciclamino d'oro per la musica
accanto a Carla Fracci (per la danza) ed a Febo Conti (per la televisione). Trasferitosi definitivamente nel '78 da Milano a Bardolino, sempre sul lago di Garda, con Loredana (ex allieva, poi
collaboratrice ed infine moglie) fondò il Cab (Centro artistico di
Bardolino) e s'occupò della direzione, degli arrangiamenti e
delle composizioni originali della Filarmonica di Bardolino,
delle bande di Peschiera del Garda e di Caprino Veronese, del
coro Cima Val Dritta di Malcesine. E, con entusiasmo, organizzò la prima edizione del Festival internazionale "Città di Bardolino" dapprima per pianisti e chitarristi e, in seguito, pure per
cantanti di Lieder e per fisarmonicisti. Un festival che s'impose
all'attenzione, anche internazionale, per serietà e competenza e
che arrivò a far partecipare più di trecento concorrenti per edizione. Vicissitudini economiche altalenanti, però, troncarono
definitivamente nel '91 la vita del festival che ottenne perfino
l'iscrizione nel prontuario dell'Onu quale una delle manifestazioni musicali più significative a livello mondiale.
% Filofevoss
(Continua da pag. 6)
L’ANGOLO DELLE RIFLESSIONI
I L T U R I S M O S E S S U AL E ,
FE N OM E N O IN C ONTINU A C R E S C ITA
di ETTORE MESCHINI
U
n'altra "perla" della società in cui viviamo: il turismo sessuale, che è in continua crescita. Si calcola che nel
mondo si prostituiscano 9 milioni di bambine e 1 milione di
bambini per un giro di affari
annuo di circa 250 miliardi di
euro.*
Ci sono Paesi "tradizionali" nella prostituzione minorile, come alcuni Paesi dell'America Latina, dell'Africa,
del Medio ed Estremo Oriente; però il fenomeno sta prendendo sempre più piede anche
in alcuni Paesi dell'Europa
orientale. Bambini e bambine
fatti prostituire, anche alla luce del sole, per pochi soldi da
ed a persone che considerarle
marce è ben poca cosa. Un
esempio, ma come questo ce
ne sono tanti altri, se non tutti.
In Cambogia, uno dei più noti
Paesi dove dilaga la prostituzione minorile, i bambini
sfruttati (dati Unicef) sono
circa 33mila; l'età media del
primo rapporto sessuale è di
11 anni per le bambine, di
12,5 anni per i bambini; il
prezzo di un rapporto è di
circa 15 dollari per le bambine
(400-800 dollari, se vergini) e
di circa 10 dollari per i bambini; i clienti "locali" hanno
diritto a un congruo sconto.
Al degrado morale, che è
enorme, fanno poi seguito sevizie, uso di droghe, aborti,
suicidi, aumento di malattie
infettive ed altro.
Da parte di vari Stati, Italia
compresa, c'è, da un po' di
tempo a questa parte, maggiore
attenzione per contrastare il
vergognoso fenomeno dello
stupro e della pedofilia.
Lo sottolinea l'avvocato
Marco Scarpati, presidente di
Ecpat Italia (www.ecpat.it), la
sezione italiana di un'organizzazione internazionale di volontariato per la protezione dei
diritti dei minori.
Ecpat Italia, al recente Bit
(Borsa internazionale del turismo) di Milano, ha presentato
gli ultimi dati sul fenomeno
del turismo sessuale e, assieme ad Astoi (Associazione
tour operetor italiani) ha sottoscritto un progetto (Offenders
Beware!;
w w w. v i a g g i danonfare.org)
contro la prostituzione minorile,
di cui il Governo
italiano è capofila e che ha avuto
particolare successo di adesioni.
Al 3° congresso mondiale sullo sfruttamento minorile, svoltosi a Rio
de Janeiro (Brasile) nel novembre 2008, continua Marco
Scarpati, si è visto come da
parte di più Paesi, Italia compresa, sia aumentata l'attenzione verso il fenomeno della
prostituzione minorile; però
bisogna stare sempre all'erta e
fare sempre di più perché la
tendenza della piaga sembra
quella di allargarsi ulteriormente, essendosi aperti "nuovi
fronti"..
* Gabriele Jacomella Turismo sessuale in crescita.
Nuova meta: Europa dell'Est.
"Corriere della Sera" del 19
febbraio 2009.
DATI ISTAT
IN ITALIA SIAMO
OLTRE 60 MILIONI
Ad inizio 2009, secondo
l'Istat, l'Italia ha superato i 60 milioni di abitanti.
Rispetto allo stesso periodo del 2008, la popolazione è aumentata di
434 mila unità; i bambini nati sono stati 576
mila (12 mila in più
rispetto al 2007); i parti
di madri straniere sono
stati 88 mila (il 15,3%
del totale); a fine giugno, quando la raccolta
dati sarà definitiva, l'Istat conta che saranno
raggiunte 60 milioni e
80 mila unità; l'età media delle donne al parto
è stata di 31,5 anni.
L'età media degli italiani
è di 43 anni; il 20% di
tutta la popolazione ha
più di 65 anni.
L'incremento della popolazione è dovuto essenzialmente a tre fattori: aumento delle nascite in totale, aumento
della presenza degli
stranieri, aumento dell'età di invecchiamento.
In un secolo la popolazione italiana è raddoppiata: nel 1896 era
di 30 milioni; nel 1926 di
40; nel 1959 di 50 milioni; ad inizio del 2009
di 60 milioni.
(ettmes)
& Filofevoss
n. 5 - maggio 2009
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