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Impressum
Editore:
Athesiadruck S.r.l.,
BolzanoReg. Trib. Bolzano
N° 26/01, il 27.11.2001
Responsabile redazione:
Armin Mair
Responsabile direttore di progetto:
Franz Wimmer
Redazione/Produzione:
Barbara Weissensteiner
Redazione:
Jutta Kußtatscher
Cont enuto
04 Area sciistica Carezza Karersee:
turismo e storia
07 Il Grand Hotel Carezza
10 Dagli inizi ad oggi
12 Aneddoti e ricordi
18 Intervista a Georg Eisath
21 Il ritorno alla vetta
22 Futuro con tradizione
18
Traduzioni:
Pro Text, www.protext.bz.it.
Amministrazione:
Via Cappuccini 5, 39100 Bolzano,
Tel. 0471 977 824
Foto:
Athesia, Carezza,
Archivi pubblici e privati
Concetto e realizzazione:
King Laurin S.r.l., Appiano (BZ)
Grafica & impaginazione:
Georg Hochkofler
Produzione:
Athesiadruck S.r.l., Bolzano
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La redazione non si assume
alcuna responsabilità per
il contenuto delle pagine
pubblicitarie, i redazionali
e per i siti web indicati.
“Sono l’imprenditore
d’impianti più verde che ci sia”.
Georg Eisath, fondatore della TechnoAlpin,
è un imprenditore di successo e, insieme
alla moglie Monika Auer, dirige la struttura
turistica appartenuta ai suoceri e l’albergo a
quattro stelle Berghotel Moseralm. Dal 2008
è a capo del Consorzio Carezza-Karersee, che
coordina 12 impianti di risalita a Carezza.
La sua visione del futuro dopo 60 anni di
comprensorio sciistico Carezza-Karersee.
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C a r e z z a
skiarea C arez za
In considerazione della
nuova rinascita ai piedi del
Catinaccio, resa possibile
dalla fusione delle società
di gestione degli impianti nel Consorzio Carezza,
queste cifre appaiono come
un bilancio intermedio. La
tendenza mostra che l’interesse per l’area Carezza è in
crescita. I prossimi 60 anni
iniziano con questa stagione
invernale. È il momento di
guardare indietro alla generazione che ha vissuto e contribuito a realizzare i 60 anni
passati. Dietro a ciascuna delle 97 aziende alberghiere c’è
una famiglia e una storia.
La forza della famiglia
“Un successo imprevisto.”
La storia della località sciistica
Carezza è un pezzo di storia del
turismo dell’Alto Adige. In uno
stralcio di tempo si può riconoscere un cammino segnato da
tre colonne: coraggio, idee creative e molto lavoro.
“I solenni, monumentali e variopinti paesaggi delle Dolomiti hanno da
sempre affascinato un gran numero
di viaggiatori, e sono stati fonte di
numerose interpretazioni scientifiche
e artistiche”, recita un estratto della
motivazione con cui l’Unesco nel 2009
ha dichiarato le Dolomiti Patrimonio
dell’Umanità. Nova Levante e l’are
Carezza si trovano nel bel mezzo di
questo paesaggio sfaccettato.
Nel 2011 si festeggia un anniversario:
i 60 anni dell’area sciistica Carezza,
che venne inaugurata nel 1951 con
la costruzione dell’impianto di risalita Paolina ai piedi del Catinaccio con
vista sul Latemar. L’anniversario e il riconoscimento di Patrimonio dell’Uma-
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nità evidenziano delle prospettive che
puntano ampiamente al futuro.
Nova Levante con l’area Carezza conta
2000 abitanti scarsi, ma nei decenni
passati si è trasformata nel luogo di
vacanza preferito da innumerevoli turisti provenienti da Germania, Belgio,
Danimarca, Olanda e dagli Stati Uniti,
ma anche dal resto d’Italia e dall’Alto
Adige. Soltanto nei fine settimana sono ben 5000 i visitatori e le visitatrici
che frequentano la rinnovata area sciistica. Oggi 97 aziende alberghiere offrono alloggio a turisti provenienti da
tutto il mondo: l’offerta va dagli hotel
alle pensioni, dai garni alle stanze private, senza contare gli agriturismi con
offerte vacanze e appartamenti.
Tutte hanno collaborato e fanno
parte della storia del turismo del
posto, che è iniziato con lo splendore
del Grand Hotel. E non si tratta di focalizzarsi sul periodo straordinariamente
brillante che ha segnato il fulmineo inizio dell’area vacanze con il Grand Hotel
(vedi riquadro), ma di portare l’attenzione piuttosto su quello che è successo
dopo, quando si è trattato di costruire
dalla base per creare ciò che ancora è
una parte della realtà attuale, anche se
in vari posti le redini sono passate ai
figli, o addirittura alla generazione ancora successiva.
Tre albergatori raccontano
A molti altri le cose andarono come ad
Anna Pichler, Filomena Auer e Richard
Tschager: un’idea, un’opportunità... e
il coraggio di buttarsi con fiducia che
veniva dal lavoro fatto con gioia. “Senza non ce la si fa”, conferma Filomena
Auer. La fortuna di rimboccarsi le maniche nel momento giusto, con l’idea
giusta non basta a nessuno. “Non lavoravo solo dodici ore, ma da quattordici a sedici ore al giorno”, ricorda
Richard Tschager, che presto divenne
padre. Anna Pichler e Filomena Auer
misero al mondo i propri figli durante
quel periodo di grande lavoro.
L’Hotel Central ebbe nel 1961 la prima piscina riscaldata, perché “soltanto alla fine degli anni sessanta si
è iniziato a credere che il flusso di
turisti non sarebbe calato,” racconta
Richard Tschager. Fino a quel momento ogni iniziativa fu tuttavia coraggiosa e piena di speranza. Anche
la Moseralm venne ampliata: inizialmente gli avventori dovevano passa-
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re per la cucina per raggiungere la
stube. “L’entrata separata ci facilitò
molto”, presto si aggiunse anche una
camerata con materassi, poi furono
realizzate delle stanze. “Per molti anni avevamo il pienone sia d’inverno
che d’estate”, ricorda anche Anna Pichler. Alla stazione a monte la baita
venne ampliata in albergo. Una camerata con materassi era allora, persino nei più rigidi inverni, un piacere
per quegli spiriti sportivi.
Il parroco come mediatore turistico
La collaborazione con l’associazione
turistica non era ancora sviluppata.
Pertanto Tschager, Filomena Auer
e Anna Pichler trovarono un pro-
C a r e z z a
prio modo di attirare clienti anche
dall’estero. “Grazie alla mediazione
del parroco per molti anni venne un
gruppo giovanile dalla Germania”, ricorda Filomena Auer. “Molto si doveva
ai racconti dei turisti al loro ritorno a
casa”, spiega Anna Pichler. Poi anche
i figli cresciuti dei turisti iniziarono ad
arrivare con le proprie famiglie. Ma
ciascuno cercava di proporre la propria offerta anche tramite agenzie ai
turisti in Olanda e Belgio.
L’attività divenne presto continua sia
d’inverno che d’estate. “Talvolta i posti letto erano scarsi. Nei primi anni
ho anche dormito in cucina, quando
altrove non c’era più posto”, racconta ad esempio Anna Pichler. Il rifugio
Paolina è ormai da tempo il rifugio de-
skiarea C arez za
gli sciatori di Carezza per eccellenza.
Viene ora gestito da Hermann, figlio
di Anna Pichler, mentre Hansi, l’altro
figlio, gestisce con sua figlia il rifugio
Masarè, che pure conta ormai tra i più
rinomati di Carezza per gli sportivi, sia
d’inverno che d’estate.
L’Hotel Central dispone oggi di 56 letti,
ha tre stelle, ed è gestito dal figlio di
Richard Tschager.
E la malga Moseralm è diventata uno
dei più grandi alberghi del paese: un
hotel di montagna a quattro stelle gestito dalla figlia di Filomena, Monika
Auer, insieme al marito, Georg Eisath.
Un successo imprevisto. La ripida ascesa della
stella delle Alpi
Moseralm
Filomena Auer, Moseralm. La giovane donna della Val d’Ultimo a 26
anni, nel 1951, accettò l’offerta di un
amico dei suoi fratelli di lavorare in
malga durante l’estate. Siegfried Auer era tornato da poco dalla guerra
e suo padre aveva ottenuto nel 1949
la licenza per la mescita in malga.
Siegfried assunse la gestione, aveva
bisogno di aiuto, e arrivò Filomena.
Non passò molto tempo prima che i
due si accorgessero che non solo lavoravano bene assieme, ma che era
nato l’amore tra loro. I due si spo-
Il Grand Hotel di Carezza
sarono nel 1952. I turisti che avevano bisogno di ristoro durante una
passeggiata dal Grand Hotel, o che
la domenica programmavano le loro
gite da Bolzano, trovavano da Filomena e Siegfried buona cucina casalinga e bevande portate con fatica
fino alla malga. Ma anche la gente di
tutta l’area, fino alla Bassa Atesina,
veniva il mercoledì sera a spezzare
la settimana con una rilassata serata di festa, come si usava allora. Fin
dall’inizio la Moseralm rimase aperta dodici mesi all’anno.
Il Grand Hotel di Carezza pose
le basi per il turismo a livello
europeo. Omaggio al tempo dei
pionieri.
C
arezza assume nella storia del turismo in Alto Adige un brillante
ruolo di precursore. Non appena si
poté attraversare con successo la Val
d’Ega, un profondo canyon porfirico,
cioè quando fu terminata la strada
dolomitica, realizzata tra il 1860 e il
1895, che portava dalla Val d’Isarco
al passo tra Catinaccio e Latemar,
si diffuse in tutta Europa la voce del
leggendario panorama montano che
qui ornava l’orizzonte.
La costruzione della strada venne
avviata da Theodor Christomannos,
un giurista nato a Vienna, che opera-
va a Innsbruck e abitava a Merano.
Nell’ambito delle sue attività politiche
l’appassionato alpinista riuscì a promuovere questa strada di montagna,
per cui nessuno si stupì che quando
la strada arrivò al Passo di Costalunga, egli avviasse anche la costruzione
di uno stabilimento ricettivo. Venne
realizzato il Grand Hotel, e a partire dal 1896 visitatori tanto curiosi
Hotel Central
Richard Tschager, Hotel Central.
All’età di 30 anni decise di diventare oste. L’occasione glie la diede suo
padre, che riuscì a comperare all’asta
una vecchia casa con licenza alberghiera. Nel 1952 Richard Tschager
ricostruì la casa al centro del paese.
Una struttura moderna, allora anche
acqua corrente fredda e calda volevano dire questo. Ben presto i 25 letti furono occupati. Inizialmente in estate,
ma dopo pochi anni si aggiunse anche
la stagione invernale, grazie all’attività
sciistica di Carezza.
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... all’ottavo cielo
quanto illustri iniziarono a seguire il
richiamo verso la montagna di Christomannos. Dall’imperatrice Sissi allo
scrittore Arthur Schnitzler la lista degli
ospiti illustri continuava fino allo statista Winston Churchill, alla giallista
Agatha Christie e al romanziere Karl
May. In questo modo erano state poste salde basi alla vastissima fama di
questa spettacolare esperienza di va-
canza. Nessuno doveva essere deluso.
Di questo si preoccupava la direzione
dell’albergo che offriva ai propri ospiti
tutto ciò che era possibile a 1700 metri
sul livello del mare, dal golf all’equitazione. Nei periodi di punta il Grand
Hotel serviva i suoi 300 ospiti mettendo a disposizione 220 dipendenti.
Mentre la Prima guerra mondiale quasi
non lasciò traccia a Carezza, la Secon-
da interruppe la ripida ascesa di questa
stella delle Alpi. Il Grand Hotel venne trasformato in ospedale per i feriti. L’attività alberghiera venne ripresa poco dopo
la guerra, ma il glorioso capitolo ormai
volgeva al termine. Iniziative originali,
come il congresso medico che vi si svolse
nel 1958, non ebbero effetti duraturi. Il
Grand Hotel venne chiuso. Oggi l’edificio
ospita appartamenti vacanze. Rifugio Paolina
Anna Pichler, Rifugio Paolina. La giovane donna viveva con il marito Josef
nel maso paterno, il Ratzohlerhof. Vi
era cresciuta come trovatella e, insieme al marito, aiutava i genitori nella
gestione della piccola fattoria. Quando venne aperto l’impianto di risalita
Paolina, Anna andò a falciare il fieno
nel prato vicino, e passando accanto
alla stazione a monte ebbe un’idea
brillante: “Proprio qui ristorerò i viandanti.” Detto fatto, la stessa estate
eresse presso la stazione a monte una
mescita temporanea, offrendo ristoro
ai turisti. Senza tetto, solo un piccolo
fornello a gas. Era stata posta la prima
pietra del rifugio Paolina.
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skiarea C arez za
Sviluppo dell’ area sciistica
gennaio 1951 Seggiovia Paolina 411
1952/53 Sciovia Latemar I 414
1954/55 Sciovia Christomannos 413
1955 Sciovia Moseralm 406
1956/57 Sciovia Moos di Matt
Schuster nel paese di Nova Levante
1957/58 Sciovia Golf 417
1959/60 piccola Sciovia Latemar II 416
1960/61 Sciovia Matzn nel
paese di Nova Levante
1961 Sciovia Rosengarten 408
1967/68 Sciovia Laurin II
al Rifugio Fronza 403
1969/70 Sciovia Hubertus inaugurata a febbraio 1970 412
1970/71 Laurin I - Nova Levante Frommeralm 401
1971/72 Sciovia Masaré 409
1972/73 Moseralm II 405
1975/76 Sciovia Franzin 407
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XX/20XX
metà degli anni ‘70 Latemar III
1986/87 trasformazione della Sciovia
Christomannos in seggiovia a 2 posti
1986/87 Sciovia Tschein
(inaugurato il 20.03.1987) 404
1994/95 Seggiovia Laurin III 402
1995 ristrutturazione Sciovia Golf I;
costruzione Sciovia Golf II
1995/96 Paolina:
nuova Seggiovia a 4 posti 411
2001 le Sciovie Latemar
interrompono l’esercizio (fino 08/09)
2001-2007 Impianti Laurin attività
soltanto estiva
febbraio 2008 Rilevamento degli 11
impianti di risalita della Latemar Karersee
Srl e Laurin Spa da parte di Georg Eisath
2008/09 Riapertura Cabinovia Hubertus
412 , Seggiovia a 4 posti Pra di Tori 414
e Sciovia Pope 416
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skiarea C arez za
Friedrich Fäckl
“Lo stile nel tempo cambia …”
Ogni anno a febbraio
trascorrevano una vacanza nell’area sciistica
di Carezza delle hostess
dal Belgio. Noi, io e i miei
colleghi maestri di sci, festeggiammo quattro notti
di seguito con quelle belle
signorine, insegnando
di giorno a loro ed altri
turisti a sciare, senza
mai dormire.
Nato nel 1935
Assistente maestro di sci nel 1956
Maestro di sci professionista nel 1958
Ha imparato a sciare a nove anni.
“A Carezza il turismo di massa
iniziò negli anni quaranta.”
“I miei familiari erano molto
contenti che fossi
diventato maestro
di sci.”
“All’esame si ricevevano dei punti in più per ogni
lingua straniera, escluso l’italiano. Anche noi di
lingua tedesca ricevemmo qualche punto.”
Per chi voleva imparare a sciare
Carezza presentava e presenta
tutt’oggi ampiamente occasione. Giovani ragazzi fondarono
la Scuola di sci offrendo corsi
a turisti e alla gente del posto.
Questi giovani ragazzi ormai
sono signori: I pionieri dello
sci Friedrich Fäckl, Ferdinand
Pattis, Sigmund Dejori e Ludwig
Wiedenhofer ricordano…
Generazioni di sciatori hanno imparato ad affrontare e fare le discese sugli
sci a Carezza, il più bel posto immaginabile. Il servizio e la competenza
nell’insegnamento dell’arte dello sci,
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2010
mettendo il divertimento al primo
posto, è stata garantita sin dall’inizio
nell’area sciistica di Carezza.
Giovanotti appassionati colsero già
all’apertura della seggiovia Paolina
l’iniziativa e offrirono i primi corsi
di sci tramite gli alberghi. L’apertura della Scuola di sci con apposito
ufficio venne realizzata poco tempo
dopo per affrontare ancora meglio le
esigenze degli ospiti offrendo corsi
su misura.
Con il passare del tempo cambiarono
gli ospiti, il materiale degli sci, il tipo
di infortuni…. – i pionieri sciistici e i
loro ricordi. L’album dei loro ricordi
e delle loro avventure. “Fondammo in tre la prima
scuola di sci di Carezza nel
1958. Ma potevamo chiamarci
soltanto ‘corso di sci’. Per questa
scuola lavoravano, ai tempi
d’oro, circa 20 maestri di sci.
Ben 25 maestri di sci dei 45 che
lavoravano a Carezza venivano
da Nova Levante.”
“Spesso avevamo con noi un
pezzo di ricambio: se a qualcuno si rompeva la punta dello
sci, potevamo montarci la punta di ricambio, per farlo arrivare in fondo alla pista. Era una
punta di metallo che si poteva
fissare sullo sci rotto.”
“Invece di usare il
gatto delle nevi, le
piste venivano battute. 3-4 persone
risalivano sfalsate,
in modo tale da
spianare una striscia possibilmente
larga di pista.”
“Lo stile si evolse col tempo. Fino
al 1956 si usava lo stile ruotato,
in cui si doveva oscillare il busto
nelle curve. A partire dal 1957
circa, imparammo la spalla opposta, in cui il busto veniva ruotato
in modo opposto alle gambe. E lo
insegnavamo anche ai nostri allievi. A partire dal 1965 la sequenza
di movimenti divenne un po’ più
naturale, il busto e le spalle seguivano la direzione di marcia.”
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skiarea C arez za
Sigmund Dejori
“Il primo impianto di
risalita venne costruito
dalla società Paolina, il
rifugio Paolina era gestito
dal Grand Hotel.”
“Sciare mi affascinava, facevo
gare. Gli amici allora mi spronarono a fare l’esame come maestro di
sci. Arrivai alla scuola di sci come
quarto maestro.”
“Ogni hotel aveva un
suo impianto di risalita.
Il Grand Hotel il Paolina, l’Hotel Carezza la
pista Latemar.
Ferdinand Pattis
Nato nel 1935
Assistente maestro di sci nel 1959
Maestro di sci professionista nel 1961
Ha iniziato a sciare a sei anni.
È stato sciatore agonistico
fino a quindici anni
Figlio del fondatore della 1°
società sciistica Paolina
“All’inizio proponevamo dei corsi che si svolgevano al mattino. Più tardi organizzammo
per i turisti anche gite a Canazei, a Campitello, in Val Gardena e sulla Marmolada. Queste escursioni erano molto apprezzate dalle
persone in forma. A tratti bisognava anche
portare gli sci in spalla. A volte trovavamo
dei portatori allo scopo. Mi ricordo di uno
che portò dodici paia di sci fino alla stazione
a valle della Marmolada.”
“Gli albergatori del paese dovevano pagare 10.000 lire a stagione agli
hotel, che erano i gestori degli impianti di risalita, affinché gli impianti
rimanessero in funzione anche durante la settimana. Altrimenti la gestione non sarebbe mai stata redditizia.”
“I primi turisti venivano dalla
Germania. Poi pian piano vennero, soprattutto nel periodo
di Natale, delle persone da
Milano per sciare durante le
vacanze. Ma anche danesi
e inglesi vennero molto
presto da noi.”
In equilibrio.
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s k i a r e a
C a r e z z a
“Facevamo gare, affrontando
sciatori di altri club. C’erano, oltre
a noi, anche altri club sciistici
in tutto l’Alto Adige, come ad
esempio lo Sciclub Marmolada,
il Monte San Vigilio, il Merano,
l’Alta Badia. Il 6 gennaio c’era
l’appuntamento fisso della gara
del Latemar. A Carezza facevamo
fino a nove gare nella disciplina
‘discesa libera’.”
“Una volta gli sciatori tendevano a
rompersi il malleolo, oggi, in caso
di frattura alla gamba durante lo sci, è più frequentemente
coinvolta la tibia. Questo deriva
dall’attrezzatura diversa.”
Nato nel 1928
Assistente maestro di sci nel 1956
Maestro di sci professionista nel 1958
Ha imparato a sciare a quattro anni.
“Inizialmente preparavamo
la pista da soli, in seguito
con i nostri ospiti, salendo
su per la pista con gli sci.
Soltanto più tardi venne introdotto un apparecchio: un
rullo di legno per comprimere la neve. I gestori degli
impianti di risalita, che non
erano molto sicuri sugli sci,
chiesero a noi se potevamo
occuparcene. Noi, tenendo
fermo il rullo uno davanti e
uno dietro, scendevamo varie volte per la pista.”
“I turisti che volevano
imparare a sciare
erano da un lato gli
ospiti degli alberghi,
ma d’altro canto
arrivavano anche
sempre più
bolzanini.”
All’inizio degli anni sessanta fu ospite del Grand Hotel Luis Trenker con
la sua fidanzata Marianna Koch, la
quale, ad un tè delle 5 invitò il maestro di sci Friedrich Fäckl a ballare
(abbiamo anche una foto a riguardo),
prenotando in segreto una lezione di
sci con lui alle 8 del mattino, perché
non era soddisfatta del corso di Luis
Trenker. Voleva imparare il nuovo stile. Luis Trenker a quell’ora, alle 8 del
mattino, andava sempre a fare una
passeggiata, per cui la sua fidanzata
alla chetichella andava a prendere lezioni da Friedrich Fäckl. Ma Trenker
lo scoprì e la aspettò, profondamente
offeso, alla stazione a valle. Si arrabbiò
così tanto, che partì immediatamente.
Allora Friedrich Fäckl venne convocato dal direttore del Grand Hotel. Era
colpa sua che Trenker fosse partito. I
soggiorni già pianificati dei giornalisti
dovettero essere cancellati.
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Ludwig Wiedenhofer
“Capitarono anche degli infortuni, erano situazioni difficili.
Mi ricordo di una giovane donna sulla pista del Latemar che
si ruppe una gamba. La portammo giù dal monte in due, uno
la portava e l’altro aveva i suoi sci, e poi la accompagnammo
con la nostra auto all’ospedale di Bolzano. Fu molto duro e
doloroso per la ragazza.”
ROTTA SULLA QUALITÀ...
“Ogni hotel di Carezza aveva il suo
maestro di sci: eravamo in tre,
ciascuno insegnava agli ospiti di uno
dei tre alberghi, il Grand Hotel, il
Latemar e l’Hotel Knoll.”
“Erano più che altro gli adulti che erano interessati ad imparare a sciare. Perché durante la guerra non era stato loro
possibile sciare, e ora volevano recuperare. Inoltre erano le
persone tra i 40 e i 60 anni ad avere i soldi.”
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s k i a r e a
C a r e z z a
skiarea C arez za
“Sono l’imprenditore d’impianti più verde che ci sia”
più di quello che è già stato fatto in
passato affinché si possa migliorare
ulteriormente il servizio. Ogni giornata a Carezza deve essere una bella
giornata invernale, per gli sportivi, per
chi sa godersi la vita, per gli intenditori
e per ogni membro della famiglia. Se
in una famiglia di cinque persone tutti
praticano uno sport diverso, ognuno
trova a Carezza quello che fa per lui. E
la cosa più bella è che i membri della
famiglia possono darsi appuntamento
e incontrarsi per una pausa o alla fine
della giornata in più del 90% dei rifugi.
È difficile trovare qualcosa del genere
in tutta l’area alpina. Questo è sciare
in paese. Molti ci invidiano per questo.
Siamo felici sia per i nostri ospiti che
per noi stessi.
Georg Eisath, fondatore della
TechnoAlpin, è un imprenditore di successo e, insieme alla
moglie Monika Auer, dirige la
struttura turistica appartenuta ai
suoceri, l’albergo a quattro stelle
Berghotel Moseralm. Dal 2008
è a capo del Consorzio CarezzaKarersee, che coordina 12 impianti di risalita a Carezza. La sua
visione del futuro dopo 60 anni
di comprensorio sciistico Carezza.
Radius: Signor Eisath, qual è la sua
visione del comprensorio sciistico Carezza?
G.Eisath: Mi baso sui fatti e l’area di Carezza è da più di 100 anni tra le prime
mete di vacanza nelle Alpi. Il comprensorio sciistico festeggia quest’anno il
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suo 60° anniversario. Tutti lo sanno:
chi programma una vacanza, cerca il
posto più bello al mondo. E io dico che
non c’è posto più bello al mondo di Carezza. Lo vedo come un nostro dovere
presentare questa destinazione di vacanza come merita, e quindi anche con
ciò che essa ci offre.
Radius: Come la presenterebbe?
G.Eisath: Conosce altri comprensori
sciistici che hanno delle montagne
così belle, dove splende così tanto il
sole, dove si può praticare ogni tipo
di sport invernale e dove si può allo
stesso tempo sciare direttamente in
paese, fare sci di fondo, andare in
slittino e molto altro? Passo Costalunga è già oggi meta di vacanza per
famiglie e appassionati di sport in-
vernali. Qui gli ospiti possono vivere
la spettacolare esperienza di passare
le proprie vacanze invernali o estive in mezzo al Patrimonio naturale
dell’Umanità.
Radius: Lei, signor Eisath, ha fatto molti sforzi e ha sistemato il comprensorio
grazie a grossi investimenti. Adesso
come presidente della Latemar-Karersee Srl se ne assume la responsabilità
e i rischi. Che cosa le ha dato questa
motivazione?
G.Eisath: Mia moglie ed io abbiamo rilevato con impegno l’esercizio di famiglia Moseralm situato proprio nel mezzo del comprensorio sciistico. Per questo motivo è mio interesse che anche
i dintorni siano adeguati al turismo.
Questo comprensorio è un’occasione
unica e io ho colto questa occasione
e tratto il meglio da essa. Uno doveva
dire o bianco o nero. Questa qui è la
mia vita. È un vero peccato non aver
colto per così lungo tempo le occasioni
che questa zona offre.
Radius: Il problema in inverno, fino a
due anni fa, era costituito dal fatto che
gli impianti di risalita e le piste erano
aperti parzialmente ...
G. Eisath: E questo era davvero un peccato. Nessuno conosceva più il comprensorio sciistico e tutti pensavano
fosse chiuso. Ma per fortuna siamo
riusciti a cambiare la situazione. Oggi
si può scegliere tra 16 impianti di risalita che quasi non si possono prendere tutti in un giorno. Abbiamo una
vasta offerta di piste nere ma anche
di quelle più facili. E stiamo lavorando
Radius: Conosce il motivo per cui si
è giunti alla situazione in cui ognuno
voleva risolvere da sé una situazione
comune?
G.Eisath: Altre località tradizionali conoscono questo problema. Prima era
consuetudine che gli hotel costruissero
i propri ski-lift, realizzassero i propri
parcheggi, le proprie piste e i propri
impianti di innevamento. Ad esempio
a Cortina o all’Alpe di Siusi avevano
lo stesso problema. Ma non pensi che
in altre località sciistiche tutto scorra
sempre e solo in modo armonioso.
Radius: I vecchi proprietari degli impianti sciistici si sono riconciliati tra loro?
G. Eisath: Il fatturato era diminuito.
Ognuno sapeva che si sarebbe dovuta
intraprendere una strada nuova e ora
l’abbiamo trovata. Il fatturato è salito
nuovamente. L’obiettivo che ci siamo
posti non è stato ancora raggiunto. Nei
giorni feriali arriviamo ai 2000 ospiti. Il nostro intento è di raggiungere i
3000. Nel fine settimana abbiamo già
raggiunto il numero a nostro parere
auspicabile tra i 4000 e i 5000 ospiti.
Questa tendenza permette a tutti qui,
compreso me, di essere fiduciosi.
Radius: Passo Costalunga verrà ampliato con nuovi hotel e nuovi impianti
di risalita?
G. Eisath: Nel comune di Nova Levante dovrebbero aggiungersi circa 500
posti letto, autorizzati già a livello
urbanistico. Il complesso di impianti
sciistici di Carezza è grande abbastanza. Molti impianti sono già attrezzati
secondo gli standard moderni. Gli impianti di risalita più datati vengono attualmente modernizzati. Abbiamo già
costruito tre nuovi impianti di risalita,
la cabinovia Hubertus, la seggiovia
Pra di Tori e lo ski-lift La Pope. Ora
ristruttureremo la seggiovia Tschein.
Inoltre una moderna cabinovia dovrebbe collegare Nova Levante con la
Malga Frommer. Le persone del posto
e gli ospiti dovrebbero raggiungere il
comprensorio sciistico di Carezza-Karersee dal centro del paese. In questo
modo si rende possibile un ulteriore
accesso all’area sciistica. Il viaggio
da Bolzano ad esempio si dimezza. Si
raggiunge il nostro comprensorio sciistico da Tires, dalla Val di Fassa e da
Bolzano, con l’auto o con un servizio
di bus-navetta e con gli impianti di
risalita. Forse i nostri vicini della Val
di Fassa costruiranno prima o poi un
impianto di risalita come mezzo alternativo alla macchina per raggiungere
il Passo, e allora i collegamenti sarebbero davvero perfetti.
Radius: Carezza è una località sciistica
molto soleggiata, ma proprio questo
aspetto potrebbe essere uno svantaggio: con tutto questo sole il problema
neve non è destinato a peggiorare?
G. Eisath: questo è un problema comune a
tutte le località sciistiche e noi vi abbiamo già posto rimedio. Le piste possono
essere innevate con l’ausilio di 170 cannoni da neve. Garantiamo una stagione
invernale dal 1° dicembre a metà aprile
con un manto di neve tecnica che è mediamente di 70 cm. Questo è lo standard,
non prolunghiamo la stagione artificialmente. Ad esempio questo inverno l’attività non rimarrà aperta per forza fino a
Pasqua che, infatti, cade in data successiva, l’ultima settimana di aprile.
Inaugurazione della nuova cabinovia Hubertus, della seggiovia Pra dei Torri
e della sciovia Pope nel febbraio 2009 a Carezza.
2010
19
s k i a r e a
C a r e z z a
skiarea C arez za
tutti. Per gli ospiti è sorta una nuova
offerta che è stata recepita molto bene
e che può essere sfruttata al massimo.
Tuttavia è un peccato che le due stazioni sciistiche in Val d’Ega facciano
parte di due zone diverse del Superski; infatti, abbiamo solo uno Skipass
collettivo, quello molto caro, lo skipass
Superski Dolomiti.
Georg Eisath con il figlio Florian, sciatore Coppa del Mondo.
Radius: Fate economia con la neve
tecnica?
G. Eisath: Per la produzione di neve
abbiamo bisogno di circa 250.000
metri cubi di acqua a stagione. Abbiamo costruito un serbatoio del
volume totale di 120.000 metri cubi
affinché si debba prelevare nei mesi invernali solo una piccola quantità d’acqua dai ruscelli di montagna. Abbiamo costruito il serbatoio
dell’acqua ponendovi l’adeguata
sensibilità e spesso sentiamo dire che nessun altro comprensorio
sciistico ha costruito dei bacini così
belli e in armonia con il paesaggio.
Radius: Al servizio del Patrimonio naturale dell’Umanità, come sono state
dichiarate le Dolomiti nel 2009?
G. Eisath: Già il fatto di aver ricevuto
dall’Unesco il riconoscimento di Patrimonio naturale dell’Umanità, dimostra la grande considerazione che
abbiamo dato alle nostre montagne
fino ad oggi. Sono l’imprenditore degli impianti di risalita più verde che ci
sia. Anche in futuro ci concentreremo
solo sull’ampliamento delle strutture
esistenti. Le piste stesse non diventeranno delle autostrade. Delle volte abbiamo dovuto frenare i manovratori di
scavatrici quando volevano battere e
spianare le piste. Le nostre piste sono
nel centro di un paese che vogliamo
curare e lasciare bello com’è. Inoltre è
più piacevole sciare su una pista naturale che in un mondo artificiale.
Radius: Avete dovuto però cancellare
dalla lista il progetto per la funivia
della Roda di Vaèl?
20
2010
G. Eisath: Durante la discussione pubblica e mediatica a riguardo, è stato
tutto completamente distorto. La Roda
di Vaèl si trova nel Patrimonio naturale e nessuno voleva e vuole costruire
proprio lì. È stato dato questo nome al
progetto per l’impianto di risalita, perché il complesso
era stato pensato in direzione Roda di Vaèl,
ma molto al di
sotto di essa,
sul dorso di una
montagna sulla
quale decenni
fa erano stati progettati e in parte già costruiti impianti di risalita e
piste. Ma sì, al momento
non prevediamo di dare
seguito a questo progetto.
Radius: Come reagisce la
concorrenza, ad esempio la Val di Fiemme
oppure Obereggen, allo
sviluppo di Passo Costalunga.
G. Eisath: Penso che lo
sviluppo di Carezza sia
un grande vantaggio per
Radius: Deve nuovamente combattere
per trovare un’intesa?
G. Eisath: Sì, sembrerebbe quasi così.
Cercheremo comunque di offrire uno
skipass per la Val d’Ega che abbia un
prezzo interessante. Specialmente per
gli sciatori del posto che vengono dalla
zona di Bolzano, Oltradige e Bassa Atesina sarebbe un grosso sprono. I due
super allettanti comprensori sciistici
della Val d’Ega con un biglietto, sarebbe una cannonata. Spero che i dirigenti
del Superski comprendano che in una
valle si dovrebbe avere un solo biglietto, altrimenti avremmo lo stesso problema di prima ovvero,
per ogni impianto di
risalita un biglietto
diverso, solo la forma sarebbe diversa: una valle due
biglietti. Di nuovo tra i primi
È una bella sensazione e un
buon auspicio per Nova Levante
aver trovato per tempo, prima
del 60° compleanno di Carezza,
una prospettiva per il futuro. La
tradizione è una responsabilità,
e il turismo a Carezza non ha
“solo” 60 anni, ne ha il doppio.
Da quando è stata costruita la
nostra strada fino al passo, sono
passati 130 anni.
L
a strada dolomitica ha attirato come una calamita turisti da tutta
Europa nella nostra valle. Non c’è
nemmeno bisogno di citare i nomi
illustri delle persone che, come l’imperatrice Sissi o Churchill, vengono
spesso nominati come primi testimoni della bellezza delle nostre montagne. Sembrava che il flusso sarebbe
durato in eterno.
La tradizione è una responsabilità. Con
la rinascita della più grande società di
impianti di risalita e con la nuova regolamentazione della collaborazione
tra gli operatori di Carezza, questa
considerazione è nuovamente una
realtà. Da allora, tre anni fa, sentiamo che il trend ha riacquistato
forza trainante. Pare che abbiamo
avuto una grande fortuna. Anche
negli anni precedenti infatti, quando ritenevamo che Carezza fosse
in crisi, la domanda si era semplicemente stabilizzata, anche se
il numero di visitatori era stazionario. Però ci siamo evoluti bene
per quanto riguarda l’estate, e
forse questo ha favorito anche
un po’ la stagione invernale.
Ma chi dovesse pensare che
ora, con la nuova situazione
positiva, i turisti si moltiplichino da soli, si sbaglia. La crisi
si è potuta superare soltanto
grazie a ragionevoli e
coraggiose decisioni
da parte dei gestori.
Noi, amministrazione comunale, siamo
chiamati adesso più
che mai a sostenere
con forza le iniziative
private.
Ma questo significa
Markus Dejori
anche che dobbiamo
sensibilizzare in modo più intensivo e
completo i nostri concittadini, per unire tutte le nostre forze. Il nostro motto
è: ciò che piace alla popolazione, piace
anche ai nostri ospiti.
Il nostro mandato è gestire Nova Levante in modo attraente per tutti.
Mentre intanto si migliorano gli impianti a Carezza, la società degli impianti di risalita sta già progettando
un collegamento con il paese che sarà
più attraente di quello precedente: il
primo tratto dal ponte Planggen alla
Frommeralm è già compreso nel piano
urbanistico. In questo modo la nostra
area sciistica e le nostre montagne si
potranno raggiungere comodamente
dal paese. Il Comune sta attualmente
progettando un nuovo centro servizi
e parcheggi presso la stazione a valle.
La nostra zona è stata una delle prime
mete turistiche in Alto Adige. Nova Levante deve tornare a primeggiare. 2010
21
C a r e z z a
Futuro ricco di tradizione
L’area sciistica più soleggiata dell’Alto Adige ai piedi di
Catinaccio e Latemar nel patrimonio mondiale UNESCO
Dolomiti compie 60 anni.
www.in-Quadro.it, Foto: Tappeiner
s k i a r e a
Qualitá
vincente
S
ciare su piste perfettamente innevate sullo sfondo delle incantevoli Dolomiti… e ciò da oltre 60 anni!
Quest’anno, l’area sciistica festeggia
infatti il suo 60esimo anniversario
di attività con un fantastico programma di festa nella settimana dal
29.01. al 05.02.2011.
A febbraio 2011, nell’ambito della
settimana di festa, diversi testimoni
dell’epoca e pionieri dello sci si danno appuntamento ai piedi del Catinaccio per raccontare i loro aneddoti
e le loro storie sugli inizi della nota
area sciistica. Il programma prevede
anche un’escursione guidata con gli
sci e una splendida serata al Grand
Hotel Lago di Carezza all’insegna del
motto “Ieri, oggi, domani – Carezza
Scegli alimentari dell’Alto Adige
di qualità controllata.
Lo garantisce il marchio di qualità.
www.prodottitipicialtoadige.com
Ski nel 21°secolo”. Il programma dettagliato si trova in allegato.
Via libera al divertimento sulle piste
perfettamente innevate della Skiarea Carezza – Karersee: ecco le novità dell’area sciistica più ricca di sole
Settimana di festa 29.01.2011 – 05.02.2011
Sabato, 29.01.2011
Ieri, oggi, domani – Carezza Ski nel 21°secolo
ore 20.30 Proiezione multivision di Valentin Pardeller al Grand Hotel Lago di
Carezza, poi spazio alle voci dei testimoni dell’epoca
Domenica, 30.01.2011
Buon compleanno, Carezza
•
•
Festa di compleanno nelle baite della Skiarea Carezza – Karersee con torta
d’anniversario e speciale bevanda calda per tutti; musica in pista
Ore 14.00 stazione a valle Paolina – ricevimento di festa Seggiovia
Paolina srl. – i primi anni dell’area sciistica
Lunedì, 31.01.2011
Ore 14.00 – stazione a valle Paolina
Scuole di sci: escursione guidata con gli sci sulle orme della
storia insieme ai maestri di sci di una volta
Martedì, 01.02.2011
Ore 21.30 – Pista Christomannos
Carezza Snow Night – 60 anni Carezza Ski – un futuro ricco
di tradizione Fantastico demo-show dedicato all’anniversario
Mercoledì, 02.02.2011
Discesa notturna sugli sci dalle ore 20.00 alle 22.30
presso la pista Christomannos
Giovedì, 03.02.2011
Carezza Ski – il futuro
Ore 11 – brunch dell’anniversario insieme all’imprenditore
Georg Eisath nella Lounge di Re Laurino, poi visita all’impianto
d’innevamento tecnico e al bacino di raccolta
Venerdì, 04.02.2011
“The Rolling 60is”
Emozionante party finale al pub C-Punkt
In contemporanea mostra fotografica dedicata ai 60 anni di attività dell’area
sciistica al Grand Hotel Lago di Carezza, aperta tutti i giorni.
Anche voi festeggiate 60 anni nel 2011?
Chi compie 60 anni nel 2011, potrà acquistare nella settimana dell’anniversario
dal 29.01.al 05.02.2011 uno speciale skipass di 6 giorni al prezzo di soli 60,00 €.
22
2010
dell’Alto Adige ai piedi di Catinaccio e
Latemar nel cuore delle Dolomiti, patrimonio mondiale UNESCO.
Dal 03.12.2010, ben 40 chilometri di
piste in perfette condizioni e di ogni livello di difficoltà, non mancheranno di
appassionare sciatori, amanti di snowboard, carving e telemark sullo sfondo
delle incantevoli Dolomiti, patrimonio
mondiale UNESCO. Il divertimento è
assicurato anche grazie alla fantastica
rete di piste da sci fondo, ai sentieri sulla neve, alle piste da slittino, al nuovo
snow park presso lo skilift Christomannos e all’allettante programma serale
con tanto di sci notturno e slittino al
chiaro di luna ogni mercoledì e venerdì.
La Skiarea Carezza è un vero must per
gli amanti del sole: con una media di 8
ore di sole al giorno nei mesi invernali,
Carezza è l’area sciistica più ricca di
sole dell’Alto Adige.
Chi ama sciare su piste perfettamente
innevate, ha trovato il proprio angolo
di paradiso ai piedi del Catinaccio: il
nuovo impianto d’innevamento tecnico con 170 cannoni assicura ottime
condizioni di neve da dicembre fino ad
aprile. La garanzia di neve vale per il
100% delle piste!
E tutto ciò nelle immediate vicinanze: l’area sciistica Carezza, fra i
monti di Catinaccio e Latemar, dista
infatti soli 20 minuti di macchina da
Bolzano Nord. Lo skilift da Nova Levante a Carezza assicura un accesso
immediato alle piste. Florian Eisath
sciatore Coppa del Mondo