N. 32 PueriInCanto autunno 2009 - Federazione Italiana Pueri

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N. 32 PueriInCanto autunno 2009 - Federazione Italiana Pueri
Pueri Cantores
XXXV Congresso Internazionale Pueri Cantores, luglio 2009 - Stoccolma, panorama, Palazzo Reale
Cerimonia ecumenica di Chiusura a
Sollidenscenen - Stoccolma
Colle Don Bosco
Castelnuovo D. B. (Asti)
Pueri Incanto
n.
32
anno
2009
“Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale – 70% CNS PN”
Bollettino della Federazione Italiana
XV Congresso Italiano
Pueri Cantores
29 aprile - 2 maggio 2010
Torino
Panorama
Autunno 2009
1
www.puericantores.it
Lettera di Padre Lucio
Federazione Italiana
Pueri Cantores
Sommario
Segreteria, Prof. Lucia Patanè,
via Enrico Fermi, 7
95014 Giarre (CT)
tel 095 939476
[email protected]
pag 03 Lettera del Padre Spirituale
pag 04 Lettera del Presidente
pag 04 Gregoriano ed Eucarestia di Giacomo Baroffio
pag 08 CD donato a Benedetto XVI
pag 09 Quando far musica è gioia di Gian Luca Paolucci
pag 10 XXXV Congresso Internazionale di Stoccolma
pag 14 Vita della Federazione Italiana
pag 18 Corso Estivo 2010 a Cortina D’Ampezzo e altre news
Pag 19 Congresso di Torino
pag 20 Notizie dalla Federazione Internazionale
pag 22 Iscrizioni alla Federazione
pag 23 Secondo Bando di Concorso per Musica Sacra
Il Consiglio Direttivo:
PUERI INCANTO N 32
Hanno collaborato:
Crosato Laura,
Presidente
[email protected]
anno
2009 “Poste Italiane S.p.A.
Spedizione in abbonamento postale –
70% CNS PN”
Pajani Savino,
Vice Presidente e
Coordinatore del NordEst
[email protected]
Trimestrale di informazione edito
dalla Federazione Italiana Pueri
Cantores.
ISCRITTO AL REGISTRO
PERIODICI AL N° 499 CON
AUTORIZZAZIONE DEL
PRESIDENTE DEL TRIBUNALE
DI PORDENONE
IN DATA 03-10-2003.
Lucio Maria Zappatore,
Gian Luca Paolucci,
Savino Pajani,
Rossano Romagnoli,
Roberto Camata,
Mariangela Marras,
Lucia Patanè,
Laura Crosato,
Daniele Pironio,
Giacomo Baroffio
Santino Musumeci,
Antonino Guarracino,
Elena Merlo,
Sara di Loreggia,
Cristina Ermacora,
Micaela Del Giulio,
Lorenzo Budin,
Marta Casco,
Matteo Ziraldo,
Rita Vavassori.
Presidenza, Prof. Laura Crosato,
via Bruno Buozzi, 9
33170 Pordenone
tel./fax. 0434 572572
[email protected]
Paolucci Gian Luca,
Consigliere Musicale
[email protected]
Patanè Lucia,
Segretaria
[email protected]
Romagnoli Rossano,
Tesoriere
[email protected]
Mariangela Marras,
Consigliere
[email protected]
Camata Roberto,
Consigliere
[email protected]
Zappatore Padre Lucio,
Consigliere Spirituale
[email protected]
Direttore Responsabile:
don Bruno Cescon.
Redazione:
Federazione Italiana
Pueri Cantores.
Sede della Redazione:
Presidenza Federazione Italiana
Pueri Cantores
Carissimi Pueri Cantores,
le vacanze ormai volgono al termine: spero che siano state per tutti noi un tempo di grazia, di
pausa, di riflessione. La Chiesa invita sempre a non sciupare le vacanze facendone solo un tempo di
frenesia ancora più stressante del tempo che trascorriamo durante l’anno lavorativo o scolastico.
Il sano relax, la pausa delle vacanze, deve essere un tempo per rientrare in noi stessi, per valutare le
cose che ci sono capitate durante l’anno, le scelte che abbiamo fatto, le decisioni che abbiamo prese
o non prese, i fatti che hanno orientato la nostra vita invitandoci a scoprire la mano amorosa di Dio
presente nella nostra vita.
Per noi Pueri Cantores l’evento di Stoccolma, anche per chi non ha avuto la possibilità
di parteciparvi di persona, ci ha fatto sicuramente riflettere sul significato dell’incontrarsi
tutti insieme, da tutte le parti del mondo, in un paese straniero, e per la prima volta in un paese
dove la nostra fede cristiana e cattolica si è dovuta confrontare con la realtà di una chiesa protestante
(luterana), in piena crisi (noi cattolici ci lamentiamo della frequenza domenicale intorno al 10 – 15 %,
quando in Svezia la chiesa luterana è intorno all’1 -2 % di frequenza al sermone domenicale, c’è il più
alto numero di suicidi giovanili - ora superato solo dalla Cina - , la “vescovessa”, capo della chiesa di
Svezia, è lesbica, sposata con la sua segretaria, e via dicendo…).
Noi, con la nostra presenza, con la nostra musica, con il nostro entrare in 16 chiese luterane,
con l’attraversamento di Stoccolma con il canto e l’allegria, abbiamo portato una ventata di gioia, di
fede, di entusiasmo che forse sarà il seme di una nuova presenza cattolica in quella città.
Il Vescovo cattolico di Stoccolma, A. Arborelius, ha proprio voluto sottolineare l’importanza del messaggio cristiano che la nostra presenza ha lasciato nella comunità cattolica,
ma anche in tutta la realtà cristiana della sua città. (Tra l’altro gli ho inviato alcune foto delle
celebrazioni di Stoccolma e mi ha risposto con un saluto e un ringraziamento veramente caloroso).
Ma la nostra vita prosegue: ora ci attende la ripresa del nostro vivere quotidiano, le celebrazioni nelle nostre parrocchie, le prove, la scuola, la vita in famiglia… non banalizziamo queste cose,
quasi vivendo nell’attesa dei grandi eventi. E’ la nostra vita quotidiana che va vissuta in pienezza e nella
consapevolezza che è nel quotidiano che si realizza la nostra storia di salvezza personale con Gesù e la
sua Chiesa. Gli eventi straordinari sono appuntamenti meravigliosi che hanno un senso solo se vissuti
nel contesto della meravigliosa quotidianità che è la nostra vita.
Abbiamo davanti a noi l’appuntamento di Torino, con la visita alla Sacra Sindone, il
lenzuolo che ha avvolto Gesù nel sepolcro, una reliquia incredibile, testimone non solo della sua passione e morte (e quindi del suo amore per noi), ma forse anche della sua Resurrezione, se è vero, come
qualche studioso ipotizza, che l’immagine misteriosa della sindone potrebbe essere stata prodotta dalla
forza sprigionata dalla resurrezione: tutto il mondo in quei giorni avrà gli occhi puntati a Torino, e noi
saremo lì! Pensate che servizio stupendo saremo chiamati a svolgere.
E poi l’appuntamento tradizionale a Roma, per capodanno, per la giornata
mondiale della pace: il motto del nostro
fondatore: “Un giorno tutti i bambini del mondo canteranno la pace di Dio” risuonerà ancora una volta, tramite le nostre voci, nella
città eterna, davanti al Papa.
Non sono questi motivi sufficienti per riprendere con slancio il nostro impegno quotidiano?
E allora: Buona musica a tutti e
che il Signore ci benedica.
Padre Lucio Maria Zappatore O. C.
Grafica e Stampa:
Tipografia RAPINI
Via Mantegna, 24 -33170 Pordenone
P.I. 01489690436 C.F. 90047080321
Sito Internet
www.puericantores.it
(nella foto i Pueri di Torrespaccata con Padre Lucio)
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Giacomo Baroffio
Giacomo Baroffio
Ecco alcuni “passi” tratti dall’articolo “Gregoriano ed Eucarestia” di Giacomo Baroffio dell’agosto 2001. Chi ha avuto il
privilegio di conoscerlo, riconosce dalla vivacità del testo e dalla profondità del contenuto, l’entusiasmo del musicista, il carisma
dell’insegnante e la profondità della fede del credente.
Gregoriano ed Eucaristia
Il titolo di questo intervento potrebbe far pensare ai
molti repertori di canti eucaristici che raccolgono melodie gregoriane, talora anche canti popolari e brani polifonici. L’intendimento, in realtà, è di ricuperare la centralità dell’Eucaristia
anche nella pratica del canto liturgico e nella considerazione
che del canto si dovrebbe avere, appunto, mettendo al centro dell’attenzione l’Eucaristia ed il culto eucaristico fuori della
Messa, in particolare l’adorazione.
Sin dalla tarda antichità è stzata ribadito il momento
vivificante dell’Eucaristia nell’esistenza del cristiano. Il banchetto della Parola è stato inserito in un contesto di canti interlezionali che sono tra le forme più alte ed espressive dei
repertori vocali medioevali quali il canto gregoriano e la melopea ambrosiana. Nel convito sponsale dell’Agnello è tutto
un susseguirsi di canti che, dall’antifona d’introito a quella di
comunione, comunicano la Parola di D-i-o ed esprimono la
fede della Chiesa.
La vibrazione interiore scuote l’intera persona
nell’esperienza orante e si estende nei diversi momenti della
giornata, dagli istanti di preghiera silenziosa d’adorazione agli
spazi della liturgia horarum, dai momenti d’impegno nella carità allo svolgimento del lavoro necessario alla sopravvivenza.
Alcune melodie continuano ad echeggiare nel tempio interiore ed amplificano la risonanza della parola come un gioco di
rimbalzo tra una serie interminabile di eco ed un incessante
balbettio che lascia affiorare la scintilla sonora della visione:
esperienza totalizzante che coinvolge vista, udito, olfatto, tutte
le potenzialità percettive della persona in ascolto/contemplazione di D-i-o.
In questa prospettiva è difficile parlare di canto gregoriano come di un fatto musicale. Il gregoriano prende corpo
grazie al linguaggio sonoro, ma non è musica; è essenzialmente
preghiera. Rivela la Parola e ad essa conferisce la forza di penetrare nel cuore assopito e nella mente annebbiata. Il gregoriano-preghiera si alimenta alla fonte dei salmi e delle Scritture, si
radica nell’azione liturgica dell’Eucaristia vissuta come il centro
esistenziale della propria vita. Non per adesione razionale a
qualche astratto principio religioso, bensì nella totale e gratuita
donazione sacrificale di chi ha ascoltato la Voce e si è messo
alla sequela di Cristo.
Di tutta questa tensione, di tutto l’orizzonte spirituale
che costituisce la patria del canto gregoriano, non c’è purtroppo traccia nella quasi totalità delle opere che si occupano del
repertorio vocale liturgico. Le riviste sempre più circoscrivono
il proprio ambito d’indagine ad analisi tecniche; si è lontani da
quella sapiente integrazione tra la sfera spirituale e quella più
propriamente storica - musicale - estetica come avveniva nella
“Revue du Chant Grégorien” o nella “Revue Grégorienne”.
Non che si debba bandire la ricerca di profilo storico ed este-
tico, ma questi settori sono decisamente secondari per la comprensione del canto gregoriano quale preghiera della Chiesa.
Che non si tratti di una considerazione peregrina lo
dimostrano alcuni fatti, uno a portata di mano di tutti: nell’enorme produzione discografica – che l’instancabile Jerome Weber
continua a segnalare – sono poche le esecuzioni che realmente
soddisfano. In molti casi si ascolta una buona intonazione, una
vocalità soddisfacente, una proposta interpretativa condivisibile; cionononstante ci si annoia, soprattutto si rimane estranei.
“Ciü cian’ciö” verrebbe da dire, senza pretendere di parlare in
cinese, ma riprendendo semplicemente una frase diffusa tra
Lombardia e Piemonte: è come “succhiare un chiodo”.
Ciò che rattrista nella congiuntura attuale è l’emarginazione del gregoriano dalla pratica liturgica, anzi, la sua voluta
esclusione dalla celebrazione eucaristica di tante comunità per
decisione arbitraria di un clero miope. Non si pretende che i
preti insegnino il latino alla loro gente affinché l’assemblea liturgica sia in grado di comprender i testi cantati in gregoriano.
Tutti, clero e laici, siamo invitati a prendere sul serio l’Eucaristia. Ciò comporta tra l’altro che ci si ponga una domanda fondamentale: che cosa può aiutare il popolo cristiano a crescere
nella fede? Certo, imporre unicamente canti in latino non è la
linea maestra della catechesi. Appunto. La catechesi implica un
impegno di tempo e di energie nello spezzare il pane della Parola, nell’accompagnare l’intera famiglia comunitaria e i singoli
in un cammino spirituale in cui le guide sono i santi con le loro
vite, le loro opere ed i loro scritti.
Nel momento in cui finalmente si scopre la Parola e
l’Eucaristia quali realtà fondanti la vita quotidiana, il problema
del gregoriano è in gran parte risolto. Perché si è in grado di
prestare attenzione alla Parola senza lasciarsi ubriacare dalle
parole. Una Parola che esige la docilità di un teodidatta e che
respinge ogni pretesa di autosufficienza propria di un accademismo vuoto e sterile. Per capire il gregoriano, sia chiaro una
volta per tutte, la comprensione del latino è una delle ultime
cose che si richiedono.1 Prioritaria è la capacità di cogliere nelle
Scritture la voce dell’Amato, accogliere la parola di D-i-o quale
essa è. Ciò è difficile. A volte esige uno sforzo al limite delle
possibilità umane. Spesso è un’impresa non-appagante, se non
disgustosa per la nostra sensibilità che vorrebbe sempre godere
e godere subito. Il cammino della Parola, che dal cuore di D-i-o
porta al cuore dell’uomo per ritornare poi alla fonte, presenta
lunghi tratti d’aridità. L’oscurità della Luce che abbaglia si confonde con le tenebre del peccato e della miseria creaturale.
Affrontare l’ascesa al monte Tabor è pertanto un’impresa ardua. Non sempre è coronata da successo. Talora occorre ricominciare un’altra volta, due volte, dieci volte... In patientia
vestra possidebitis animas vestras (grazie alla perseveranza riuscirete
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a prendere in pugno la vostra esistenza). Vivere questa dimensione è – ma solo all’apparenza – meno facile che ridurre la
vita cristiana alla osservanza di precetti moralistici, dall’andare
a Messa senza santificare il Nome, dal fare la carità senza condividere con il povero ciò che si è prima ancora di quanto si
ha... D’altra parte, l’assenza dell’Eucaristia dall’orizzonte della
vita cristiana non riguarda unicamente il canto gregoriano. La
crisi è ben più profonda.
Almeno in teoria, l’Eucaristia in tutti i suoi aspetti
(mistero salvifico, celebrazione liturgica, presenza di D-i-o tra
gli uomini ...) è al centro dell’attenzione della Chiesa. “Fonte
e culmine della vita cristiana” è una formulazione del concilio
vaticano II; ma da sempre la Chiesa ha avvertito che l’Eucaristia è una realtà unica, il nucleo centrale della vita cristiana, la
modalità fondante la relazione tra il Creatore e la creatura in
quella storia che nella sua verità e consistenza reale è storia
della salvezza e non semplice cronistoria di eventi secondari di
ordine politico ed economico.
L’Eucaristia è il punto nevralgico dove s’incrociano
gli innumerevoli – sono tanti quanti sono coloro che revera
Deum quaerunt – itinerari che conducono il credente a incontrare Cristo, vero Dio e vero uomo. Le conclusioni alle quali
sono arrivati i padri conciliari, sono il frutto non tanto di una
prolungata riflessione teologica, quanto l’esito di un’esperienza
mistica che segna una tappa fondamentale della vocazione battesimale vissuta per due millenni nella Chiesa.
Eucaristia: presenza sacramentale di Cristo che coinvolge nella sua missione salvifica l’uomo decaduto, il peccatore
redento, l’accattone che trova nuova dignità del regno dei cieli.
Basta scorrere le due genealogie di Cristo, nei Vangeli di san
Matteo e di san Luca, per rimanere stupefatti di fronte al Verbo
di Dio: non nasce all’interno di una stirpe di santi; s’incarna –
con nostra grande sorpresa – in una famiglia allargata che è
lacerata dal dubbio, macchiata di orribili misfatti, famiglia che
ora accoglie la parola profetica, ora la rifiuta sprezzante. Stirpe
umana che trova occasioni di fedeltà a Dio quando scopre e
riconosce la sua povertà e, nell’umiltà, riesce a purificare lo
sguardo del cuore. Allora, lentamente, riesce a mettere a fuoco
l’essenziale ed è in grado di vedere Dio. Vedere Dio al di là
delle visioni della fantasia nel contemplare la luce taborica, arrivare quindi a conoscere Dio nell’Eucaristia ed essere pertanto
in grado di riconoscerlo negli ultimi e negli sconosciuti che ci
sfiorano, nei tanti volti resi anonimi dal contatto quotidiano...
......La storia della Chiesa è essenzialmente e in
primo luogo una serie di pochi importanti capitoli strettamente correlati tra di loro:
1) è la storia della santità, della sequela di Cristo
vissuta in modalità diverse, dove/quando i condizionamenti
ambientali e culturali provocano risposte nuove ed inedite al
messaggio evangelico, talora risposte apparentemente contraddittorie, ma autentiche perché risposte alla parola che hic et
nunc risuona e lancia un messaggio. Basti considerare la parola
evangelica “Va, vendi ciò che possiedi e dallo ai poveri. Poi
seguimi”. Ascoltata in terra d’Egitto nel IV secolo, la Parola ha
spinto Antonio nel deserto per vivere la vocazione eremitica;
accolta agli inizi del XIII secolo in Umbria, quella stessa Paro-
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la ha sottratto Francesco alle illusioni del mondo
e ha illuminato il suo cammino: dopo una sosta
nel deserto, il Poverello d’Assisi ha evangelizzato
città e campagne, masse sbandate di poveri e persone della nobiltà e dei ceti agiati.
2) è la storia della mistica, mistica intesa non come fenomeno straordinario che rischia di essere banalizzato perché ritenuto privilegio di pochissime “anime elette”. È in forza del battesimo che il credente – pur avvertendo
ogni giorno il dramma della sua povertà e tutta la sua fragilità –
volge lo sguardo al Crocifisso, scopre l’amore del Padre e nella
forza dello Spirito s’abbandona con fede/fiducia/confidenza
filiale alla Parola che salva. Più che sui libri con chissà quale
sforzo intellettuale, il cristiano è un teodidatta che si lascia illuminare dalla Parola ascoltata a frammenti, letta con le lacrime
del turbamento e della gioia. La Parola gorgoglia nell’intimo
e nel silenzio percorre tutte le fibre della persona, la rinnova, la trasforma ad immagine di Cristo, conferisce all’uditore
orante la dignità di profeta dell’Amore. Poi, a seconda delle
circostanze e della vocazione personale di ciascuno, ci sarà chi
risponderà alla Parola nel silenzio dell’adorazione; chi opererà
nella carità solidale con i più poveri; chi si metterà a scrivere e
a condividere l’esperienza spirituale; chi troverà altre vie che lo
Spirito di volta in volta suggerisce a quanti ascoltano con cuore
retto e sincero. Vie diverse, forse contrarie. Tutte provenienti
dall’Amore di Cristo crocifisso, tutte convergenti verso il trono
dell’Agnello immacolato. “Guarda come si amano”: è l’amore
il segno distintivo dei cristiani (i quali non ne detengono affatto
il monopolio, sia chiaro). Cercare di persuadere il mondo con
altre prospettive mutuate dal mondo stesso (potere, gloria, maneggi diplomatici ...) è tragicamente fallimentare.
3) è la storia della liturgia quale itinerario privilegiato nel processo di cristificazione, della vita in Cristo di ogni
cristiano, in forza del dono gratuito dello Spirito e non in base
ad altri fattori (sociali, economici, culturali) che spesso interferiscono negativamente quando il credente nella gratuità è
chiamato a rispondere alle sollecitazioni del Pneuma divino.
Liturgia che attraverso azioni chiare e parole efficaci fa breccia
nel cuore e divinizza i figli dell’uomo. Liturgia che non è la
facciata esteriore dei riti e non si deve ridurre a mero spettacolo cui assistono appesantite dalla noia assemblee anonime
ed intorpidite. La liturgia è un fatto vitale, l’aprirsi dei tesori
della grazia che in molteplici modi e in tempi diversi è elargita
a quanti sanno di essere figli di D-i-o, con precisi doveri, con
ben più ampi diritti. Liturgia celebrata nel tempo, certo, ma nel
pregustare l’essere al di là del tempo, nel vivere immersi nel
mondo senza essere del mondo. Liturgia che vede la persona
maturare, nel divenire sempre più umana mentre raggiunge la
piena età di Cristo: testimone “viva di verità e di libertà, di
giustizia e di pace” (la vocazione della Chiesa espressa nella
Preghiera eucaristica V C).
4) è la storia del pensiero teologico che nell’umiltà
– sforzo audace nella piena coscienza dei propri limiti – s’impegna a chiarire sul piano logico e cognitivo ciò che è dato
sapere di D-i-o e dell’uomo. Nel balbettio dei testi liturgici,
ruminati ed assimilati nella preghiera personale e comunitaria,
Giacomo Baroffio
il teologo riesce a intravvedere alcune scintille della Verità e ha
il dono/vocazione di narrare queste sue visioni. Indispensabile
in questa operazione ecclesiale, vissuta nella comunità e per il
suo bene, non è una mente acuta quanto piuttosto un cuore
puro. Ciò che conta per il teologo è aiutare le sorelle ed i fratelli – ciascuno con una particolare capacità di intuire, sentire ed
elaborare i dati della fede – a scostare il velo per rendere meno
inaccessibile la salita al Tabor. Nell’ascoltare la Parola di D-i-o
il teologo impara ad immedesimarsi con i compagni di ventura
ai quali lascia pervenire il suo messaggio di luce e di speranza.
Discepolo dello Spirito può essere maestro nella Chiesa. Con
poche parole può fornire ricchezze straordinarie. Ad una condizione: che il Padre, il Figlio e lo Spirito santo siano per lui ed
in lui persone vive, non meri segni che, paragonabili a “x, y, z”
lo seducono, lo distolgono dalla Verità, gli fanno venire il capogiro di un folle gioco intellettuale. Novello Narciso, rimarrebbe
disancorato dall’esperienza spirituale e si autodistruggerebbe
in un fatuo compiacimento intellettuale.
Le varie storie che sono state scritte e pubblicate, prima ancora di rivelare gli aspetti più importanti o quelli marginali della vita della Chiesa, manifestano la coscienza ecclesiale
degli autori, il loro reale coinvolgimento nella storia gloriosa
della Parola. È di questa appassionata epopea che lo storico
deve dare conto nell’ottica di una testimonianza vissuta. Nonostante l’ingente mole di pubblicazioni, si ha l’impressione
che gli storici della Chiesa siano impegnati in ben altri settori e con motivazioni ben diverse, in un lavoro che non vede
nessuna differenza tra il credente e il non credente. Il che è
semplicemente tragico per la vita ecclesiale. Ci possono essere
storici della Chiesa atei, forniti di vaste conoscenze politiche
ed economiche, esperti in sottili metodologie d’investigazione
ed interpretazione dei testi. Ma ci vuole altro, come forse può
spiegare la seguente parabola.
Un impiegato dell’anagrafe nel controllare i dati di un
documento di fronte ad una donna, riassume alcune caratteristiche oggettive indiscutibili: nome, cognome, altezza, colore
degli occhi e dei capelli, residenza ... Tutte queste informazioni
sono esatte. Un bimbo di pochi mesi tutte quelle cose non le
sa, non parla ancora, non comprende il significato delle parole
che lo frastornano. Ma nel sorriso della mamma coglie la luce
dell’amore e fa risplendere ancor più quella luce con lo splendore del proprio sorriso... Chi dei due, impiegato e bimbo, conosce davvero quella donna?
Torniamo un attimo al canto gregoriano e alla sua
storia: sarebbe auspicabile che essa sia delineata nelle quattro
prospettive ora ricordate. Sia, cioè, una guida alla scoperta della santità e dell’esperienza mistica nella Chiesa sul filo della
liturgia e del pensiero teologico. Testi e melodie potrebbero
illustrare i vari aspetti considerati, non come giustificazioni a
posteriori, ma come elementi propulsori che imprimono alla
Chiesa uno slancio appassionato nella ricerca di D-i-o.
Il discorso sull’Eucaristia impone un’ultima considerazione preliminare. C’è un altro punto critico che grava pesantemente sulla vita spirituale della comunità cristiana: la difficol-
Giacomo Baroffio
tà nella comunicazione. La crisi è stata avvertita con sofferenza
acuta alcuni decenni or sono. Karl Rahner metteva in guardia i
pastori travolti dall’euforia del concilio vaticano II. Affermava
che non era sufficiente aver chiarito dei punti nodali dell’esistenza cristiana; s’imponeva un linguaggio che facesse breccia
nei cuori e nelle menti.
..............................
Richiamo un fatto oggi totalmente trascurato: il canto
del gregoriano da parte delle voci bianche. Nella Chiesa per
secoli le voci dei pueri hanno avuto un considerevole spazio e
considerazione: dal repertorio gregoriano e ambrosiano dell’alto medioevo sino alle schiere di giovanissimi educati alla scuola
moderna di Justine Ward. Il canto delle voci bianche richiama l’esperienza di quanti sono stati colti nel fiore dell’infanzia e della giovinezza: i bimbi martiri e confessori della fede.
Quanti, rigenerati dalle acque battesimali, sono stati trascinati
dal vortice dello Spirito sul carro d’Elia e ci hanno lasciati per
sempre facendoci sprofondare nello sgomento. La morte degli
Innocenti scardina tutte le logiche umane. Non ci sono parole
di consolazione. C’è solo il silenzio del vuoto che si riscatta
nell’adorazione. Il silenzio da cui sale un fremito, un balbettio,
un vociare confuso, un canto. È il canto trionfale che accompagna l’Agnello nel corteo che attraversa i tempi e gli spazi
della storia. Nella corsa gloriosa della Parola gli ultimi sono i
primi. La visione dell’Apocalisse prendez consistenza di realtà.
Cristo è il nuovo cantico. Quanti non sono in grado di parlare,
cantano con il cuore...
All’interno della liturgia un posto privilegiato è occupato da giovani cantori, le voci bianche che la Chiesa
eleva a messaggeri per annunciare e condividere la propria
fede. Il suono argentino e squillante del timbro infantile permette di accedere a una dimensione della comunicazione interpersonale dove la molla primaria che fa scattare l’impegno
vocale è la gratuità: nell’offrire a Dio se stessi in sacrificio di
lode non ancora contaminati dai giochetti di una vana furbizia
umana che corrode e sfigura spesso le realtà più sacre. Le voci
bianche fanno eco agli agni parvuli che inneggiano intorno al
trono dell’Agnello immacolato, dal quale trono scendono rivoli
di grazia che trasformano la terra nel giardino di Dio, nel luogo
dell’ospitalità universale dove Cristo stesso invita al banchetto
della vita.
Ex ore infantium et lactentium perfecisti laudem (Ps 8,3)
constatava già il salmista, probabilmente sorpreso dal fatto che
persone meno istruite di lui, certo non professionisti, fossero
in grado di realizzare una tale lode di Dio. Ed è con l’animo
del re Davide che anche oggi nella Chiesa occorre mettersi in
ascolto delle voci puerili per riuscire a percepire le risonanze
spirituali, quelle vibrazioni di purezza, che nonostante gli sforzi
tecnici e i talenti artistici i cori di adulti non riescono più ad
esprimere.
Nella ricostruzione che ad ogni generazione la Chiesa
deve intraprendere sin dalle fondamenta, la riscoperta dell’Eucaristia e del canto gregoriano va forse focalizzata nell’esperienza orante dei più piccoli. Aiutare loro a cantare, significa
dare un impulso decisivo alla formazione di quel mondo che si
6
considera adulto, ma che ha perso il centro dell’Eucaristia e il
conforto del canto.
....................
Divinum mysterium semper declaratur: inizia con questa
affermazione una meditazione orante sull’acclamazione liturgica del Sanctus assai diffusa nell’Europa medioevale. La melodia
si ripete più volte e riprende così una struttura arcaica, quella
della cantillazione, la proclamazione in canto della Parola. Il
testo risente della riflessione teologica del Dottore Angelico ed
accompagna in molte fonti manoscritte la liturgia del Corpus
Domini. Segno di contraddizione, l’Eucaristia acceca la mente
di chi non crede ma, al contrario, rafforza la fede del credente. Il pane e il vino dopo la consacrazione si rivelano essere
il Corpo e il Sangue del Signore, danno che opprime gli uni,
giovamento (incrementum) per gli altri.
Mors est malis, vita bonis, fa eco la sequenza del Corpus Domini. Poche parole. Sollecitano un ridestarsi dal torpore dell’abitudine e prendere rinnovata coscienza del mistero.
Mistero perché è un fatto assolutamente inaccessibile da parte
della creatura, se il Mistero stesso non si rivelasse, non si aprisse e non accogliesse in sé stesso colui che se ne ciba lasciandosi
trasformare dallo Spirito. C’è da rimanere sconcertati, se l’inflazione di tante Messe non producesse talora “assuefazione”,
lasciando che l’Eucaristia diventi una “cosa” tra le tante che ci
troviamo tra i piedi, forse con il fastidio di correre per sentirci
a posto con l’osservanza del precetto domenicale...
Mistero ineffabile. Esige un cambiamento di rotta, di
abitudini mentali. Non siamo i protagonisti che dettano l’itinerario da compiere e stabiliscono con accurata perizia le tappe
del viaggio. Siamo profughi, extra-comunitari nel vero senso
del vocabolo, peregrinanti lontani dalla patria. Cerchiamo rifugio, asilo, conforto, una nuova possibilità per ricuperare il senso
della vita. Che cosa sta succedendo? Desideriamo almeno una
capanna di frasche e ci è offerta una reggia. Stendiamo la mano
con tremore per ricuperare un tozzo di pane e ci troviamo ricolmi di vita divina. Dischiudiamo le labbra riarse in attesa di
un filo d’acqua per superare questo momento infernale e, a
stento, riusciamo a tenere in mano la coppa del vino inebriante
donata per l’eternità...
Mistero ineffabile, quindi, che tacita il tumulto interiore. Fino a quando le acque profonde dell’essere si acquietano
e sale dal pozzo del cuore il canto senza parole. Caro mea vere est
cibus, et sanguis meus vere est potus. Qui manducat meam carnem, et bibit
meum sanguinem, in me manet, et ego in eo. Le parole dell’evangelista
san Giovanni (Io 6, 56-57) illuminano l’intelligenza, aiutano a
comprendere, ma lasciano in ogni caso senza parole. Senza
parole perché, prima, viene meno il nostro ragionare, meditare.
Si percepisce la presenza di Qualcuno i cui contorni superano
ogni idea e immaginazione. Colui che il cosmo intero non è in
grado di accogliere, si è abbreviato nel nostro cuore. Silenzio.
La frase dell’apostolo prediletto si muove dentro di noi, ma
quando sale alla superficie della vita ed esce dalla bocca non è
più espressa con parole. È la melodia senza parole dell’Alleluia.
Pura contemplazione. Senza il vincolo delle parole apre l’esperienza spirituale a una dimensione più vasta e più profonda.
Contemplata aliis tradere: senza ragionamenti tortuosi, senza
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parole che degenerano in chiacchiere vuote. La voce trasparente dei pueri cantores ci trascina al di là della nostra immaginazione. Nel mistero vissuto.
Una dimensione che il canto liturgico permette di
ricuperare è quella storica. Nel senso di storia della salvezza,
dove l’anelito del cuore raggiunge la sua soddisfazione ultima,
dove il peregrinare umano trova un compimento, dove nel presente si saldano passato e futuro. Ci fa da guida il canto iniziale
della Messa nella celebrazione del Corpo e Sangue di Cristo. Il
testo salmico, a prima vista, sembra la traccia di una cronaca di
viaggio: Cibavit eos ex adipe frumenti, alleluia, et de petra melle saturavit eos, alleluia, alleluia, alleluia (Ps 80). È chiaro il riferimento alle
peripezie dei nostri padri nella fede, erranti, stanchi e delusi,
per alcuni decenni nel deserto. Eppure nell’aridità e nell’isolamento estremi non sono stati dimenticati. Cibo e acqua hanno
ridato forze, hanno soprattutto infuso nuova speranza. Alleluia: non si può non rendere grazie all’Altissimo, lodare il suo
santo nome. Grazie, Signore, grazie, grazie, grazie.
In quanti deserti, dopo quell’episodio biblico, l’umanità si è trovata smarrita! Quante volte, nel nostro microscopico mondo personale, abbiamo avvertito la totale impotenza, il
fallimento disastroso, la mancanza di vie d’uscita... Eppure in
ogni generazione, davanti al cammino di ogni persona, s’alza
un Mosè con il vessillo che indica la via della liberazione. Un
Mosè che siamo forse tentati di rifiutare perché balbetta, perché ha idee che non collimano con le nostre, perché è l’ultimo
arrivato e pretende di avere in mano la soluzione.
E se così fosse? La sapiente esperienza di san Benedetto, a proposito, ricorda che il Signore indica talora la soluzione di problemi irrisolti all’ultimo arrivato. Che sarà forse
anche uno sprovveduto, ma che certamente non è condizionato da tante pesanti abitudini. Ma non c’è solo Mosè tra i
nostri soccorritori o l’ultimo arrivato. C’è anche il Samaritano,
lo straniero che noi emarginiamo e allontaniamo dalle nostre
case, mentre lui ci accoglie nel suo cuore.
Mosé, l’ultimo arrivato, lo straniero: alcune modalità
di farsi presente. Chi? Colui che ha detto: “Io ti ho liberato
dalla terra d’Egitto”, “Io sono il pane della vita”, “Apri la tua
bocca affinché ti possa saziare”. .....................
Non è facile accogliere il dono dell’Eucaristia nella
consapevolezza lucida di quanto è in gioco. Il pane stesso degli
angeli diviene sostentamento dei viandanti che s’inerpicano sui
sentieri verso la Gerusalemme celeste. Man mano che si sale,
l’orizzonte si allarga e permette di cogliere tempi remoti, forse
dimenticati o considerati estranei, mentre di fatto rientrano in
un unico disegno di salvezza: il sacrificio d’Isacco, l’Agnello pasquale... Colui che è altare, vittima e sacerdote, è anche agnello
e pastore: Bone pastor, panis vere, Iesu, nostri miserere. Tu nos pasce,
nos tuere, Tu nos bona fac videre in terra viventium. La tensione escatologica non sopprime la responsabilità dell’impegno sociale.
Si costruisce la città di Dio, edificando la città dell’uomo.
Tu qui cuncta scis et vales,
qui nos pascis hic mortales,
tuos ibi commensales,
cohaeredes et sodales
fac sanctorum civium.
Racconto di Gian Luca Paolucci
CD
Missa Pueri Cantores 2008
Quando far musica è gioia
In sempiterna laetitia
Giacomo Dell’Orso
Copertina
del CD
FEDERAZIONE ITALIANA
PUERI CANTORES
FITPC 001/2009
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Il 16 settembre 2009, Padre Lucio Maria Zappatore,
nostro amato Assistente Spirituale, presente anche l’autore, ha consegnato in udienza privata al Santo Padre, una
copia del CD e il libro della Messa “In sempiterna laetitia”, scritta dal Maestro Giacomo Dell’Orso e vincitrice del Primo
Concorso indetto dalla Federazione, “Missa Pueri Cantores 2008”.
Ecco il testo pervuto per ringraziarlo:
Padre Lucio Maria Zappatore consegna al Papa il CD e il libretto della Messa
vincitrice il Concorso Missa Pueri Cantores 2008
Reverendo Padre,
è pervenuta gradita al Sommo Pontefice Benedetto XVI la cortese lettera del 16 settembre corrente, con la
quale Ella, a nome anche della Federazione Italiana Pueri Cantores e del Coro di “Torrespaccata”, ha avuto la
gentilezza di accompagnare l’omaggio della partitura e del relativo CD della Missa “in sempiterna laetitia”, recente opera del M° Giacomo Dell’Orso, vincitrice del Primo Concorso indetto dalla menzionata Federazione.
Nell’esprimere riconoscenza per il gesto premuroso di ossequio e per l’apprezzato dono, Sua Santità, mentre
auspica che l’antico e nuovo repertorio musicale sacro abbia sempre più a diffondersi nelle assemblee liturgiche,
al fine di ridestare nei fedeli un senso profondo e una partecipazione più intima ai Misteri celebrati, in pegno di
grazia e di ogni desiderato bene nel Signore, invia di cuore a Lei, al M° Dell’Orso, alla Federazione Italiana
Pueri Cantores ed ai bambini della Associazione Piccoli Cantori di “Torrespaccata” la Sua speciale Benedizione, che volentieri estende a quanti si sono uniti nell’atto deferente ed ai fedeli di codesta Comunità cristiana.
Profitto della circostanza per confermarmi con sensi di distinta stima,
dev.mo nel Signore Mons. Peter B. Wells
Assessore alla segreteria di Stato delVaticano
Pueri Cantores di Torrespaccata (Roma)
che hanno registrato la messa nel CD
Pueri Cantores della Cappella Musicale Pontificia, “Sistina”, Benvenuti!!!
Essi hanno accettato con calore di essere iscritti “ad honorem” alla
Federazione Italiana come Pueri Cantores.
Con una lettera molto cordiale hanno esspresso il loro ringraziamento per l’invito a far parte della Federazione e si sono complimentati con
la stessa per la preziosa attività svolta.
A lato la lettera autografa di Mons. Marcos Pavan, maestro dei Pueri
Cantores della Cappella Sistina
I Pueri Cantores della Cappella Sistina costituiscono la sezione di voci bianche della medesima
Cappella Musicale Pontificia “Sistina”.
L’origine dei Pueri Cantores del Coro della Cappella Sistina risale al VI secolo, quando papa
Gregorio Magno costituì una Scuola di fanciulli cantori che affiancavano i Cantori adulti nelle Celebrazioni Papali.
In tempi più recenti Lorenzo Perosi, nominato Maestro Direttore della Cappella nel 1898,
introdusse dei ragazzi cantori espellendo gli oramai esigui cantori evirati e mantenendo i falsettisti già
facenti parte del Coro.
Nel 1956, sotto la direzione di Domenico Bartolucci, i “Pueri Cantores” della Cappella Sistina
vengono istituiti ufficialmente nella loro attuale configurazione.
8
Settembre 2000.
Siamo nel profondo nord della Germania, a RhedaWiedenbruck, una simpatica cittadina della Westfalia, ospiti
di un coro amico, i Pueri Cantores di St. Aegidius, la chiesa
principale dell’antico centro, sorto nel 1500, come testimoniano le iscrizioni poste sugli architravi delle tipiche case “a
graticcio” che caratterizzano il centro storico…
Tanto sono caratteristiche quelle casine, tanto rimandano a quel classico ambiente da fiaba che si forma nel nostro
immaginario collettivo sin da piccolini, quando pensiamo trepidanti alla casa della strega di Hansel e Gretel, piuttosto a
quella della nonna di Cappuccetto Rosso, che ci meravigliamo di essere accolti dalle note dolcissime ma inevitabilmente e inconfondibilmente… “contemporanee” e “giovani” di
“Thank you for the music”, un successo degli Abba della cui
esistenza improvvisamente ci rammentiamo per averlo ascoltato in una remota adolescenza non ancora remota.
Il direttore del coro ospite ha scelto proprio quel pezzo per inserirlo tra i canti comuni da eseguire assieme ad
altri cinque gruppi corali convenuti da altrettanti paesi europei proprio per festeggiare il ventesimo anniversario di
fondazione del coro tedesco.
Che strano, pensiamo: gli Abba vicino a Bach e a Mendelssohn! Eppure, quando le prime note del pianoforte intonano il brano del gruppo svedese e le voci dei contralti
impostano la melodia, tutto appare chiaro. Ma certo, grazie
della musica, di ogni buona musica, da qualsiasi fonte essa
provenga!
Grazie, perché ci unisce tutti, anche se parliamo lingue
completamente diverse e abbiamo storie ancora più separate
e forse opposte… ma le note e soprattutto l’emozione che
suscita la loro combinazione è sempre la stessa, per tutti!
L’intuizione colta quel giorno di settembre divenne
convinzione quando, pochi giorni dopo, il coro tedesco ci
coinvolse in un evento al quale mai ci era capitato di partecipare: un vero e proprio “concerto pop” animato e ricreato
dai gruppi presenti ai festeggiamenti, ciascuno dei quali era
stato invitato ad esibirsi attingendo da un repertorio certo
inusuale, quale appunto quello pop-rock…
Superato l’inziale imbarazzo, il divertimento fu irripetibile. La serata, lunghissima ma entusiasmante, finì con tutti
i cori coinvolti ad eseguire ad libitum, e per la verità piuttosto “a braccio”, i più diversi brani di quella “musica leggera”
che costituisce il vero trait d’union che mette in collegamento
i giovani, il liquido amniotico in cui tutto l’universo giovanile
contemporaneo di questo peraltro assai frammentato mondo
occidentale si ritrova immerso e si riconosce.
Il giorno dopo cantammo insieme alla messa di chiusura di quel “congresso” in miniatura. Il repertorio, stavolta, era
però quello classico: canto gregoriano, musica barocca e rinascimentale, polifonia tardo-romantica e moderna… insomma,
quello che definiremmo l’habitat naturale dei Pueri Cantores.
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Ma la consapevolezza con cui lo affrontammo era completamente diversa. Era quasi come se lo scoprissimo per la prima
volta: l’entusiasmo e la carica emotiva della sera precedente ci
aiutava e ci stimolava a vedere con occhi diversi e affascinati
quella musica che da sempre avevamo “in noi” ma che ci riappariva come “nuova” nella sua composta e armoniosa bellezza
e ci spingeva ad interpretarla con calore e interesse.
In quei pochi giorni, in una terra “fredda” per antonomasia, scoprimmo quello che sempre avremmo dovuto
sapere, cioè che, come si diceva all’inizio, ogni musica, ogni
buona musica è portatrice di un valore aggiunto che ci rende
migliori e ci completa, perché tocca e stimola profondamente il nostro animo e lo scuote dall’indifferenza, che è forse il
più grave dei mali moderni.
Ricordo con emozione una frase pronunciata da Ute,
membro del Consiglio Direttivo del coro di Rheda-Wiedenbruck e cantante professionista, normalmente dedita alla
musica classica, che quella sera memorabile aveva prestato
la sua voce ad un brano di Celine Dion: di fronte al nostro
stupore per l’idea, certamente innovativa, di organizzare un
“concerto pop” nell’ambito di un meeting di gruppi appartenenti alla Federazione, rispose “…this is a new generation
of Pueri Cantores!”
Quattro anni dopo, a Colonia, durante il grande Congresso Internazionale, vedendo i ragazzi scatenarsi nell’ascoltare una chitarra elettrica lanciata in un rock’n roll forsennato, avemmo la conferma che Ute aveva ragione: una “nuova
generazione” di Pueri Cantores era già nata, all’ombra di
Palestrina e di Mozart, senza però tralasciare una strizzatina
d’occhio ai Beatles.
A patto che riusciamo a farne un uso corretto e che lo
teniamo fuori dalle nostre liturgie (nelle quali ovviamente
non avrebbe alcun senso, semplicemente perché non è musica nata per quella destinazione), è tuttavia innegabile che
anche il repertorio “pop” può avere una grande importanza
per i nostri ragazzi: proprio perché parla un linguaggio più
vicino ai giovani, esso può essere un validissimo veicolo per
aiutarci tutti a “sentire” l’emozione della musica, a viverla
sulla nostra pelle, anzi, sotto di essa, nel nostro intimo.
Una volta entrata, la musica resta dentro e si porta
dietro anche “l’altra musica”, quella che ci sembrava tanto
lontana e tanto paludata e che invece è anch’essa ricchissima
di emozioni e di stimoli, solo che usa un linguaggio meno
vicino a noi, forse meno immediato ma anche per questo
sicuramente molto più denso di significato.
Ci permettiamo, allora, di invitarvi, cari ragazzi e cari direttori, a non guardare alla musica leggera come ad un novello
“diabolus in musica” e neanche come ad una illusoria panacea
di qualsiasi “pseudo-allergia” alle note, ma a quello che di utile
e di sano ci può dare, cioè quantomeno come a un potente
veicolo per imparare ad emozionarsi e ad emozionare.
Buon lavoro a tutti e… ancora e sempre, “grazie per la
musica”!
GL
Cori Italiani a Stoccolma
Stoccolma
Pueri Cantores “Jonia Pueri” Giarre
Pueri Cantores “Santo Stefano”
Monte San Giusto
Vescovo cattolico di Stoccolma: S.E. Mons. Anders Arborelius con i Pueri di Torrespaccata - Roma
Pueri Cantores “ Zamberletti” Macerata
al Concerto di Gala
Il Cardinale Walter Kasper
Dall’8 al 12 luglio 2009 si è svolto in Svezia il 35° Congresso Internazionale Pueri Cantores e Stoccolma
ha aperto le sue porte ad oltre 4 mila ragazzi e giovani cantori di tutto il mondo. Per la prima volta ai Pueri Cantores della Chiesa Cattolica si sono uniti i Ragazzi e Giovani Cantori della Chiesa protestante di Svezia: è stato un
incontro eccezionale, di grande valore ecumenico.
Pueri Cantores “In Dulci Jubilo” Fagagna
Il Congresso è stato aperto dal Vescovo cattolico di Stoccolma S.E. Mons. Anders Arborelius, con la presenza
di rappresentanti del Consiglio Cristiano della Chiesa di Svezia, e si è concluso la domenica 12 luglio con un grande
Incontro Ecumenico con la Celebrazione della Parola, presieduta dal Card. Walter Kasper.
Oltre alla Cerimonia di apertura e all’Incontro Ecumenico conclusivo con il Card. Kasper, il programma del
Congresso ha compreso un “Master Class” con un professore dell’Università di Usala per i Maestri dei Cori, un
incontro in Cattedrale con il Vescovo di Stoccolma mons. Arborelius per gli Assistenti Ecclesiali dei Pueri Cantores, un incontro con il Sindaco della Città in Municipio, un Concerto di Gala con i migliori cori di Pueri e Juvenes
Cantores del mondo, incontri delle Federazioni Nazionali, una grande Preghiera per la Pace sulla terra nella Vecchia
Città, sull’isola che dette origine all’antica città di Stoccolma, dove si sono incontrati tutti i 4 mila partecipanti al
Congresso, che sono partiti da 16 chiese nelle quali i 122 cori presenti al Congresso hanno iniziato con preghiera
simultanea.
A questo Congresso Ecumenico erano presenti:
Pueri Cantores “Sant’Efisio” Capoterra (CA)
Dir. Mariangela Marras
Pueri Cantores “S. Giuseppe” Castions di Strada (UD) Dir. Daniele Pironio
Pueri Cantores “In Dulci Jubilo” Fagagna (UD) Dir. Matteo Ziraldo
Pueri Cantores “Jonia Pueri” Giarre (CT) Dir. Lucia Patanè
Pueri Cantores “Domenichino Zamberletti”
Macerata; Dir. Gian Luca Paolucci
Pueri Cantores “S. Maria Assunta”
Martignacco (UD)
Dir. Lorenzo Budin
Pueri Cantores “Santo Stefano” Monte San Giusto (MC) Dir. Rossano Romagnoli
Pueri Cantores “Voltabarozzo” Padova
Dir. Don Pierangelo Valente
Pueri Cantores “M° Onofrio Crosato” Pordenone
Dir. Laura Crosato
Pueri Cantores “Torrespaccata” Roma
Dir. Padre Lucio M. Zappatore
Pueri Cantores “Duomo di Udine” Udine
Dir. Savino Paiani
Coro “Aquileiensis Chorus” Udine
Dir. Ferdinando Dogareschi
Pueri Cantores “S. Efisio” Capoterra
Pueri Cantores “M° Onofrio Crosato” Pordenone
Pueri Cantores “S. Giuseppe” Castions Di Strada (UD)
Pueri Cantores “S. Maria Assunta” Martignacco
I nostri Pueri Cantores hanno avuto modo non solo di conoscere una bella città come Stoccolma, ma sono stati testimoni di un evento particolare e venuti a conoscere il problema dell’Unità
dei Cristiani.
Hanno pregato e cantato assieme ai loro coetanei di confessione protestante, sperando in una
possibile e prossima unità della Chiesa.
Mascotte dei Pueri Cantores Voltabarozzo” Padova
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11Pueri Cantores “Duomo Udine” di Udine
Pueri Cantores Voltabarozzo” Padova
Stoccolma
Stoccolma
Stoccolma,
8-12 luglio 2009.
XXXV Congresso
Internazionale
Pueri Cantores
In volo per
Stoccolma.
Diario di bordo
Noi, coro “In Dulci Jubilo” di Fagagna siamo
partiti insieme al coro “Santa Maria Assunta” di Martignacco dall’aeroporto di Bergamo verso la nostra prima
destinazione : il piccolo aeroporto di Skavsta.
Quest’anno gli spagnola sono andati per la maggiore!!!
Anche per le più grandi del coro, che hanno partecipato a molti congressi, la marea di giovani che cantano tutti assieme suscita sempre un’emozione unica e
indimenticabile.
Tornando all’intenso programma, nel venerdì mattina
abbiamo partecipato alla cerimonia della Federazione Italiana in Klara Kyrka, una splendida chiesa in
stile gotico. Per rispetto del paese che ci ha ospitato, a
maggioranza protestante, abbiamo preso parte ad una
celebrazione della parola sul tema “Credo la chiesa
una, santa, cattolica e apostolica”.
Il sabato è stato caratterizzato finalmente dal bel
tempo e tra le prove della mattina e quelle del pomeriggio abbiamo anche avuto il tempo per assistere al cambio
della guardia.
Il pomeriggio del sabato abbiamo preso parte alla
Celebrazione Eucaristica sempre nella grande piazza
di venerdì. Alla fine della celebrazione dall’esecuzione
dell’Halleluia di Haendel si è sprigionato un boato di
voci che ha fatto sentire ogni corista parte integrante e
fondamentale dell’associazione.
Il venerdì pomeriggio abbiamo partecipato alla
Cerimonia della Pace, in cui gruppi di cori sono partiti da diverse chiese e ci siamo tutti ritrovati a Birger Jarls
Torg, nella grande piazza Riddarholmen dove il vescovo
di Stoccolma ha concluso la cerimonia con parole molto
profonde rivolte a noi giovani cantori.
Da qui ci siamo diretti nel cuore della città di Stoccolma per partecipare alla Cerimonia di apertura che
si è tenuta a Skansen, un bellissimo parco all’interno del
quale è stato ricreato l’ambiente svedese del 1700 con
I nostri sacerdoti
mulini, case caratteristici di quell’epoca.
presenti a Stoccolma:
Il giovedì mattina abbiamo avuto un po’ di tempo per fare un giro della città e visitare il Comune, dove
si trova la “sala dorata” e la famosa “sala blu” dove
vengono proclamati i premi nobel, il Palazzo Reale, il
Museo Vasa, che contiene un galeone svedese del diciassettesimo secolo ancora praticamente intatto, e il centro
storico.
da sinistra, don
Giorgio Copparo di
Macerata (si intravvede un braccio) don
Pierangelo Valente
di Padova, Padre
Lucio M. Zappatore
di Roma e nostro
Assistente Spirituale, don Marino Rossi
e don Alessandro
Tracanelli di Pordenone, don Efrem
Tomasin di Martignacco (UD).
Nel pomeriggio ci siamo recati in Finska Kyrka, nella
quale abbiamo cantato alcuni brani della tradizione friulana ed italiana, seguiti da altri cori di altre nazionalità
che hanno presentato alcuni brani tradizionali.
A destra, i direttori italiani presenti
alla Cerimonia Italiana in S. Klara
La cerimonia, purtroppo, è stata interessata da un
piovasco che ha costretto i circa 4000 coristi, provenienti da 15 nazioni, ad indossare delle buffe mantelline
rosse che ci erano state date in dotazione dall’organizzazione.
Questo è stato uno dei primi momenti di vera condivisione in cui abbiamo anche avuto l’occasione di scambiarci partiture con cori provenienti dalla Spagna.
Un altro importante
momento
di approccio con
gli altri cori sono
stati sicuramente
i pasti durante i
quali abbiamo cantato animando un
po’ l’atmosfera. E
come dimenticare
gli incontri con gli
altri coristi ospitati
AIUTO! PIOVE!
nel nostro stesso
hotel!!
Cerimonia
della Pace
una delle
16 sfilate
per le vie di
Stoccolma.
Palazzo
reale,
Cambio della Guardia.
(sotto)
Cerimonia
della
Pace,
Piazza
Riddarholmen.
Sotto i Pueri italiani a Santa Klara
Cerimonia ecumenica di Chiusura
a Sollidenscenen, Skansen\Djurgården.
Domenica, ultimo giorno del congresso, tutti i
coristi si sono ritrovati a Skansen per la Celebrazione
Ecumenica. È stata una celebrazione molto intensa caratterizzata dalle parole del cardinale, da un’allegra canzoncina inventata da un prete per l’occasione e dall’elezione del nuovo presidente internazionale, un giovane
prete polacco, don Robert Tyrala.
Come coro siamo rimasti molto entusiasti di questo congresso, i più piccoli si sono resi più indipendenti,
i più grandi hanno imparato ad essere più responsabili
e attenti nei confronti dei più piccoli e naturalmente il
gruppo si è rafforzato molto, pronto per superare altri
momenti di gioia ma anche di sconforto insieme, perché
si sa, la sopravvivenza di un coro non è sempre facile!
Anche gli accompagnatori ci sono sembrati molto
contenti dell’esperienza, anche se l’organizzazione non
è sempre stata impeccabile da parte dell’associazione
internazionale a livello logistico. Dobbiamo ringraziare
di cuore Matteo Ziraldo, il nostro fresco e giovane direttore, che ci ha seguito in questa avventura, il nostro
presidente Dionisio e Daniela (la nostra organizzatrice
di viaggi).
Un ringraziamento va anche a Lorenzo Budin, direttore del coro di Martignacco, a Don Efrem, la nostra
instancabile guida spirituale, Elena e tutti i coristi sia del
coro di Martignacco, che hanno condiviso con noi tutto
il Congresso, sia di tutti gli altri cori che hanno contribuito a rendere indimenticabile questa esperienza.
L’emozione più grande, come in tutti i congressi, è sentire migliaia di giovani come noi che
lodano il Signore con
canti di gioia!
Cristina Ermacora del coro
“In Dulci Jubilo” Fagagna.
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Pueri Cantores “In Dulci Jubilo” Fagagna.
Don Antonino Guarracino
Lignano
Grande festa a Piano di Sorrento per don
Antonino
Guarracino che
compie 90 anni.
Sabato 20 giugno, il
Midway Chorus con la
Presidente Laura Crosato, si sono recati a
Piano di Sorrento per
festeggiare insieme a
tutto il paese campano, il compleanno di
don Antonino.
Ricordiamo che questo sacerdote, nel lontano 1950 è stato uno dei soci fondatori della Federazione Italiana Pueri
Cantores, e il suo coro “San Michele Arcangelo” è iscritto
alla Federazione fin dalla fondazione.
Dopo un bellissimo concerto in Basilica con i Pueri et
Juvenes Cantores “San Michele Archangelo” (foto sopra) e
il MidWay Chorus di Cordenons (PN), la festa si è spostata all’oratorio San Nicola, con canti proposti dal MidWay
Chorus, diretto da Laura Zanin e discorsi da molte personalità locali e non.
La medaglia donata a Don Antonino, parte del disegno è
opera dell'ex alunno Antonino Cappiello.
Dal sito www.midwaychorus.it
....e don Antonino viene ricordato come un "giovane novantenne"
(Laura Crosato) , come un padre che ha allevato "la nostra città"
(Avv. Gioacchino Maresca).
Infiniti i grazie ... e don Antonino che sbotta, le cerimonie non gli
sono mai piaciute ... parte la festa, la immancabile torta, e i canti
degli amici di Cordenons ... Gianni Iaccarino intona canti partenopei
... la festa impazza ...
Grazie infinite a
Daniel, Gaetano, Michele, Marco,
Carmelo, Massimiliano, Luigi, Lorenzo,
Gianni, Gioacchino,
Amelia, Paolo e Biagio di Piano di Sorrento.
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Congresso Regionale Friuli Venezia-Giulia
Lignano 26 aprile 2009
Cori di Pueri Cantores presenti:
“San Giuseppe” di Castions di Strada, Dir. Daniele Pironio
“In Dulci Jubilo” di Fagagna, Dir. Matteo Ziraldo
“S. Maria del Rosario” di Flambruzzo, Dir. Elisabetta Faggian
“Santa Maria Assunta” di Martignacco, Dir. Lorenzo Budin
“Vos di Muzane” di Muzzana Turgnano, Dir. Micaela Del Giulio
“Madonna delle Grazie” di Pordenone, Dir. Andrea Rossi
“M° Onofrio Crosato” di Pordenone, Dir. Laura Crosato
“Harmonia” di Precenicco, Dir. Maritan Tristano
“della Valcjalda” di Ravascletto, Dir. Annamaria Fotia
“Artugna” di Roveredo in Piano, Dir. Salvatore Cigana
“Harmonia Mundi” di Treppo V., Dir. Sandra Mansutti
“Musincanto” di Varmo, Dir. Fabrizio Giacomo Fabris
“Maria Assunta” di Vigonovo, Dir. Rita Vavassori
Programma della giornata:
Al mattino è stata celebrata una messa nella chiesa
parrocchiale di Lignano Sabbiadoro, presieduta da Mons.
Gherbezza.
Il libretto dei canti è stato preparato da Gianni Zamparo, i canti sono stati diretti da Micaela del Giulio e Daniele
Pironio, che ha anche curato le partiture e l’esecuzione del
quartetto di ottoni.
Il pranzo è stato offerto dall’organizzazione Agmen.
Al pomeriggio, si è svolta la Cerimonia della pace
con esibizione dei cori presenti, in particolare dell’Artugna
con canti e balli folcloristici, dei singoli cori (Martignacco,
Flambruzzo, Muzzana, Precenicco e Varmo) e poi alla fine,
tutti insieme hanno salutato i presenti con canti e lancio dei
palloncini.
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Lignano in fiore
26 aprile 2009
Manifestazione organizzata dall’AGMEN
(Associazione Genitori Malati Emopatici Neoplastici)
...Anche quest’anno è arrivato il momento di rivederci tutti assieme al Parco
Hemingway per la nostra coloratissima festa. Per essere ancora più “fantasmagorici”... quest’anno ospiteremo il Congresso Regionale Pueri Cantores e la festa
per il XXV anniversario dell’AGMEN FVG, oltre, ovviamente, a musica,
balli, spettacoli, marionette, laboratori, il parco delle fiabe, il lancio dei palloncini, la pesca di beneficenza, la fantastica cucina e tanto divertimento.
Mario Montrone, presidente dell’Agmen
Pueri Cantores “San Giuseppe” di Castions di Strada
XI Congresso Diocesi Concordia-Pordenone
Il 4 ottobre 2009, alle ore 18.00, nella
basilica di Concordia Sagitaria, si è svolto
il XI Congresso Diocesano Puer Cantores
della Diocesi Concordia-Pordenone.
Vent’anni di storia
1989 - 2009
Ha presieduto la Concelebrazione S. E.
Mons. Ovidio Poletto, Vescovo di ConcordiaPordenone. (foto a lato)
E’ stata cantata per intero la Messa terza
classificatasi nel Concorso «Missa Pueri
Cantores 2008», del Maestro Daniele Toffolo,
che per l’occasione ha composto anche il
salmo.
I cori sono stati diretti dal Maestro Andrea
Tomasi.
Alla tromba si sono esibiti i M° Diego Cal e Stefano Flaibani;
all’organo lo stesso Maestro Compositore, Daniele Toffolo.
Questi sono stati i Cori partecipanti.
Cordenons
J. Cantores “Ensemble Armonie” Dir. Patrizia Avon
Cordenons J. Cantores “Midway Chorus” Dir. Laura Zanin
Fiume Veneto P. Cantores “San Nicolò Vescovo” Dir. Ester Bariviera
Giai di Gruaro P. Cantores “Voci Serene” Dir. mons. Lino Pigatto
Pordenone P. Cantores “M° Onofrio Crosato” Dir. Laura Crosato
Pordenone P. Cantores “Delle Grazie” Dir. don Andrea Rossi
Roveredo in P. P. Cantores “Artugna” Dir. Salvatore Cigagna
Summaga P. Cantores “Le Rondinelle” Dir. Valentina Zamberlan
Summaga J. Cantores “Voci dell’Abbazia” Dir. Maristella Piccolo
Vigonovo di F. P. Cantores “Maria Assunta” Dir. Rita Vavassori
Pueri Cantores “ Natus Est” di Loreggia (PD)
Il giorno 8 Febbraio 2009 si è svolta la benedizione delle nuove e tanto attese divise del coro dei “Pueri Cantores Natu
Est”. La notizia che avremmo presto avuto delle uniformi nuove
(senza dimenticare le vecchie tuniche, indossate sin dalla nascita
del coro e divisa ufficiale dei Pueri Cantores), ha provocato subito
grande aspettativa tra noi Pueri, tanta gioia e allegria!
Una volta terminata la preparazione dei tanto agognati
nuovi maglioncini (un grazie di cuore alla mitica mamma della
nostra direttrice per tutto il suo duro lavoro che ci ha permesso di
indossarli!), seppur con un piccolo ritardo a causa dell’iscrizione al
coro di numerosi nuovi cantori, li abbiamo finalmente inaugurati
durante la Santa messa delle ore 11.
Quel giorno, dopo avere indossato i maglioncini nella sacrestia prima dell’inizio della celebrazione, le più piccole aiutate
dalle più grandi, e dopo una piccola prova con don Leone, la S.
Messa è iniziata.
Poi, subito dopo l’omelia è arrivato il nostro
momento: consapevoli degli sguardi di tutti, ma orgogliosi poiché indossavamo la nostra nuova uniforme, ci siamo disposti davanti all’altare, abbiamo
recitato una preghiera di ringraziamento e, dopo la
benedizione del sacerdote, abbiamo cominciato a
cantare e siamo ritornati a disporci al nostro posto,
ancora più felici e consapevoli, in quel momento,
del nostro importante servizio.
Ma, soprattutto, noi ragazzi speriamo vivamente di continuare ad essere così numerosi e di
cantare sempre con questo spirito, divertendoci in
questo splendido gruppo di amici ed animando ogni
domenica la S. Messa delle ore 11, perché chi canta
… prega due volte!!!
By Sara
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Lo scorso 17 maggio chi ha partecipato alla santa messa
domenicale delle 11.00, di certo entrando in chiesa non
ha potuto fare a meno di notare il fantastico “colpo d’occhio” di tanti giovani e ragazzi riuniti sull’altare maggiore,
tanti, da gremirlo in ogni ordine di spazio.
Li per li, sono sicuro in molti si saranno chiesti: “ma chi
sono”?
Erano tutti i ragazzi che per almeno una volta nell’arco
dei veni anni della vita del coro sono stati Pueri o Iuvenes
Cantores della parrocchia di S. Giuseppe di Castions.
Eravamo circa 80 tutti riuniti, ed è stato veramente un momento
importante, ricco di emozioni e sensazioni, ma ciò che più ha colpito è stato proprio il fatto che dopo tanti anni è bastato un attimo per ricordarsi tutti i brani imparati (anche polifonia a quattro
voci), un attimo è tutti siamo ritornati indietro nel tempo e come
allora, la nostra voce unita nel canto e nella musica, ha riempito
tutta la chiesa di Castions ed il cuore dei fedeli presenti.
Tutti ci siamo emozionati: questo il “miracolo” se vogliamo chiamarlo così, che può fare un coro che canta la musica di Dio, la
musica cantata dai Pueri Cantores.
Per mettere tante voci unite assieme, in maniera perfetta e delicata, e per ottenere tanta vivacità e unione di gruppo non basta un
solo direttore, ci devono essere anche i sentimenti e gli ideali che
ieri come oggi ci hanno legato e sostenuto così profondamente!
Non è facile spiegare cosa abbiamo provato nel rivederci tutti di
nuovo assieme, nel sentire e cantare di nuovo quelle melodie come
“Suspir da l’anime” che sono cimeli importanti della nostra tradizione friulana, ma che sono diventati per noi coristi “marchio
di riconoscimento”. In quanti abbiamo tremato di emozione risentendo le voci solistiche alternate al coro, forse il momento più
intenso e toccante di tutta la celebrazione, un momento però, che
ci spiega come un gruppo di ragazzi e giovani, se incontrandosi,
imparano a rispettarsi e a volersi bene, poi nel tempo non lo dimenticano più e diventa parte integrante del proprio stile di vita
di ognuno di essi.
Se tutto questo è stato possibile, se abbiamo portato sempre avanti il progetto Pueri Cantores a Castions, lo dobbiamo a tantissime
persone che vogliamo ringraziare di cuore, un grazie infinito a tutti coloro che sono stati e che sono Pueri Cantores, un grazie infinito va a chi ha fondato il coro, la
Maestra Laura Crosato, grazie a Lei ci siamo iscritti per la
prima volta alla grande famiglia internazionale dei Pueri
Cantores, grazie alla sua inesauribile energia e vitalità il
coro ha potuto crescere e migliorarsi, grazie poi a SergioTomasin che l’ha sostituita con passione e grazie ai vari
direttori che via via si sono susseguiti, fino ad arrivare a
me oggi.
Un grande grazie a tutti i vari consigli direttivi, tante persone che hanno lavorato assieme con sinergia ed entusiasmo in particolare i Presidenti; un grazie immenso a
tutti loro dal fondatore Anzit Luciano, a Deganis Flavio,
all’attuale presidente Mauro Franceschinis che ormai è
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2009 I Pueri Cantores “vecchi e nuovi”
alla guida dei Pueri Cantores “S. Giuseppe” di Castions da più di
undici anni!
Un grazie ai nostri parroci, prima Mons. Manlio Pertoldi che ci
ha sostenuto nel momento della nostra nascita e come padre spirituale ci ha accompagnati fino al nostro parroco attuale don Domenico Vignuda.
Non possiamo poi dimenticare il nostro organista Natalino che ci
ha sempre “sostenuto” non solo con lo strumento, l’entusiasmo
di un ragazzo e il suo profondo amore per la musica.
Ogni domenica mi potete trovare, all’organo dopo la messa per
chiedere qualsiasi informazione per capire come entrare a cantare
nel coro, un importantissimo impegno che alla fine richiede pochissimo del tempo prezioso che ognuno di noi ormai ha a disposizione ma che veramente può dare tantissime soddisfazioni.
Sperando, infine, di festeggiare assieme a tutti Voi anche i prossimi trenta anni di vita corale, ringraziando nuovamente tutti di
cuore, vi lascio con le parole del motto dei Pueri Cantores di tutto
il Mondo, perché diventi anche una preghiera rivolta a Dio e a tutti
voi che ci dia la forza sempre di andare avanti per molti e molti
anni ancora:
“Domani tutti i bambini e ragazzi del mondo canteranno la pace
di Dio”.
Daniele Pironio
1992 I Pueri Cantores “San Giuseppe” di Castions di Strada
indossano la tunica per la prima volta
News
XV Congresso Nazionale - Torino
Corso Estivo - luglio 2010
per Direttori di Cori di Pueri
e Juvenes Cantores
XV Congresso Nazionale Pueri Cantores
Torino -Colle don Bosco
(Giovedì 29),Venerdì 30 aprile, Sabato 1 e domenica 2 maggio 2010
Servite Domino In Laetitia
CORTINA D’Ampezzo (BL) 9, 10, 11 luglio 2010
DOCENTI:
Direzione e Liturgia
M° Alessandro Cadario
Mons. don Guido Genero
PREMESSE
Periodicamente la Federazione Italiana Pueri Cantores, organizza
un corso estivo per Direttori di Pueri con varie finalità:
approfondimento della cultura musicale,
approfondimento della conoscenza della liturgia
aggiornamento dei direttori nelle loro competenze direttoriali e
vocali
Per il nuovo corso da farsi nel 2010, oltre alla scelta di docenti di
fama internazionale, si è pensato di
1) scegliere un percorso che porti a riflettere sul mondo giovanile,
- come affrontare l’insegnamento corale in questa nuova generazione di Pueri et Juvenes Cantores,
- come capire e usare il loro linguaggio per portarli a più vaste e
profonde conoscenze musicali e spirituali.
2) scegliere un percorso che approfondisca e, laddove ci fosse carenza, istruisca su tutto ciò che può riguardare le nozioni basilari
della liturgia, che faccia sentire la profondità spirituale che si cela
dietro ad una corretta liturgia, che faccia vivere liturgia come esperienza appassionata di un credente, che insegni a realizzarla con
fedeltà. coerenza ed amore.
News News News News News News News News News News News News
logo di Marta Casco;
Pueri Cantores
“Santa Maria Assunta” di Martignacco
Premessa
Questo Congresso è stato costruito soprattutto per i ragazzi,
saranno ospitati tutti nello stesso posto, faranno conoscenza,
canteranno e si divertiranno tutti assieme, sotto lo sguardo del
loro Patrono San Domenico Savio.
Programma
I simpatici Pueri Cantores di Virco,
diretti da Eleonora Pituello,
salutano tutti i loro amici italiani
e danno loro un affettuoso arrivederci a Torino!
Giovedì 29 aprile 2010
ARRIVO
Sera
Arrivo e sistemazione a Colle Don Bosco
I Pueri Cantores “Musincanto”
diretti da Fabrizio Giacomo Fabris, di Varmo (Ud)
salutano anche loro, tutti i loro amici italiani
con degli splendidi sorrisi. Arrivederci a Torino!
Venerdì 30 aprile 2010
SACRA SINDONE
Mattina Visita alla Sacra Sindone
Pomeriggio Concerto a Torino
Sera
Via Crucis attorno e dentro il Duomo di Torino
Sabato 1° Maggio 2010
SAN DOMENICO SAVIO
Mattina e pomeriggio Turismo
Sera Festa dell’incontro a Colle don Bosco
Domenica 2 Maggio 2010 PAPA A TORINO
Mattina messa a Torino con Benedetto XVI
Per qualsiasi informazione rivolgersi alla
Commissione organizzatrice TORINO 2010
Roberto Camata - [email protected]
cell: 335/6521471 - fax: 0434/523333
e scaricare i moduli di iscrizione dal sito www.puericantores.it
auguri auguri auguri auguri auguri auguri auguri auguri auguri auguri auguri auguri auguri auguri
Elena Paroni direttrice del coro Pueri Cantores “Sisilutis” di Bertiolo,
si è sposata con Alessandro Scodellaro il 3 ottobre 2009 a Bertiolo.
Tanti affettuosi auguri e tanti Pueri Cantores ai neo sposi!!!
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Incontro con Benedetto XVI
don Robert Tyrala
Due “fedeli” della Parrocchia del Duomo di Udine hanno vissuto una bella esperienza, breve, ma intensa e degna di essere fatta
conoscere a tutta la Federazione dei Pueri Cantores.
Andare a Roma e partecipare alla Udienza Pontificia è capitato a tanti, ma essere ammessi al tradizionale rito del “baciamano”
ed avere un colloquio personale con il Papa è un privilegio di pochi, soprattutto se avviene in modo inaspettato.
E’ quello che è capitato all’Arciprete della Cattedrale di Udine,
mons. Luciano Nobile, ed al prof. Savino Paiani, Vice Presidente
della Federazione Italiana, quello che da 30 anni segue il Movimento dei Pueri Cantores del Duomo e dell’Arcidiocesi di Udine.
per completare gli studi teologici e prepararsi a svolgere i vari
compiti diocesani; ma lo fa anche per motivi di fede, per sostare
sulla tomba di San Pietro in Vaticano e confermare il suo credo
cristiano.
Ha invitato il prof. Paiani ad accompagnarlo, e la Provvidenza volle che i giorni scelti per questa visita coincidessero proprio
con il mercoledì 19 novembre, giorno di Udienza Pontificia in
Piazza San Pietro, e giorno del compleanno del prof. Paiani.
Hanno colto l’occasione per essere presenti in tempo
all’Udienza, ma ebbero la “fortuna” di essere presenti in prima
fila, ed ammessi anche al “baciamano”.
L’idea di andare a Roma è stata del Parroco mons. Nobile;
ogni tanto, una volta all’anno, lui fa questo viaggio diciamo “pastorale”, per incontrare i chierici ed i Sacerdoti presenti a Roma
Il Papa, con la semplicità di un parroco di “campagna” ha
ascoltato mons. Nobile che gli ha parlato della sua ParrocchiaCattedrale.
Poi ha ascoltato anche Paiani, che gli ha parlato dei Pueri Cantores del Duomo, della Diocesi e del Triveneto di cui è responsabile nazionale, ha chiesto per tutti i Pueri Cantores la sua benedizione ed a nome loro gli ha offerto in una elegante custodia due
pregevoli opere poetiche in friulano di don Domenico Zannier:
“L’Àncure te Natìsse”(L’Ancora nel fiume Natissa) del 1972 e “I
Dumblis Patriarcâi” (I Giovani Patriarcali) del 1982, complessivamente 16 mila versi poetici sulla antica Chiesa di Aquileia.
La foto testimonia l’avvenuto incontro con il Sommo Pontefice il
19 novembre 2008
Il Papa ha risposto che conosceva bene il prezioso lavoro dei
Pueri Cantores, volentieri dava loro la benedizione e invitava i loro
maestri a continuare con coraggio e con fede.
Pochi giorni dopo, il 24 novembre, la Segreteria di Stato rispondeva con una lettera per ringraziare dell’omaggio offerto al
Papa, esortava i Pueri Cantores a diffondere ovunque la gioia della
fede cristiana, invocando su di loro abbondanti grazie celesti ed
impartendo loro una speciale Benedizione Apostolica, estendendola volentieri a tutte le persone care.
Ecco il neo Presidente
Internazionale dei
Pueri Cantores
A Stoccolma, durante una riunione dei Presidenti
delle Federazioni Nazionali Pueri Cantores, è stato
eletto il nuovo Presidente internazionale: don Robert
Tyrala, (foto a destra) già Presidente dei Pueri Cantores della Polonia e fautore e realizzatore del grande
Congresso svoltosi nel luglio del 2007 a Cracovia.
Sostituisce il grande e amato Presidente Josep Torrents, catalano che ha retto come un padre affettuoso,
la Federazione Internazionale per ben 9 anni.
Don Robert Tyrala, vuole comunque continuare
per la strada intrapresa da Josep Torrents e continua a
chiedere la sua collaborazione e i suoi consigli.
Li rivedremo e incontreremo tutti e due a Roma per
il Congresso Internazionale del 2010-11 e saranno presenti entrambi al nostro Congresso Nazionale Italiano
di Torino - Colle Don Bosco nell’aprile 2010.
Venezia, aprile 2008, Progetto Accoglienza.
Torrents con Lucia Patanè, Laura Crosato, Daniele Pironio
Appuntamento a...ROMA per il
Appuntamento a Granada, in ... Spagna per il
XXXVII Congresso Internazionale
Pueri Cantores
11, 12, 13, 14, 15 Luglio 2012
XXXVI Congresso Internazionale
Pueri Cantores
28, 29, 20, 31 dicembre 2010 - 1° gennaio 2011
Granada, Piazza Isabella la Cattolica
Roma, Piazza San Pietro
Granada, Panorama
Roma, Altare della Patria
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Roma, Pantheon
21
Granada, Castello di Alhambra
Iscrizioni alla Federazione per il 2010
Bando
II CONCORSO DI COMPOSIZIONE DI MUSICA SACRA
Come già annunciato nelle news di aprile 2009, le iscrizioni quest’anno dovranno essere inviate via
mail, in un file formato word, e dovranno contenere tutti i dati richiesti nel sottostante modulo.
Si ricorda poi che la spedizione dei bollettini sarà nominale e quindi aspettiamo urgentemente gli indirizzi delle persone alle quali volete spedire i bollettini.
Chiaramente il coro che iscrive 20 persone manderà, sempre via computer, 20 indirizzi, chi ne iscrive 30, 30
indirizzi e così via...
I cori che questa primavera hanno mandato gli indirizzi, possono eventualmente comunicare le variazioni.
Modulo d’iscrizione, da spedire via posta elettronica in formato word (.doc) a tutti e due questi indirizzi:
[email protected]
[email protected]
MODULO DI ISCRIZIONE ANNO 2010 (spedire via mail i seguenti dati)
Dati del CORO (obbligatori)
nome del coro,
N° cantori,
Città sede del Coro, Diocesi,
Regione,
Anno dell’approvazione dello Statuto da parte del Vescovo........ (no per il coro simpatizzante)
“Mottetti per una messa domenicale” - anno 2010
Premessa
La Federazione Italiana Pueri Cantores, pur attingendo
i propri canti dal repertorio “classico” della musica sacra,
dal Gregoriano ai giorni nostri, sente tuttavia l’esigenza di
ampliare i propri orizzonti, stimolando la composizione di
nuovi canti adatti alle caratteristiche vocali dei cori associati.
Nell’intento di promuovere la creazione e la diffusione di un
nuovo repertorio sacro musicale dedicato in special modo ai
Pueri Cantores,
la Federazione Italiana bandisce pertanto il seguente
BANDO E REGOLAMENTO
Art. 1 La Federazione Italiana Pueri Cantores” bandisce il
II Concorso di Composizione di Musica Sacra “Mottetti per
una messa domenicale” 2010
Dati del DIRETTORE (obbligatori)
Cognome e Nome,
via e n°,
cap, città e prov tel, fax e cell,
e-mail,
Dati del PRESIDENTE o RESPONSABILE del gruppo (non servono per il coro simpatizzante),
Cognome e Nome,
via e n°,
cap, città e prov tel, fax e cell,
e-mail,
Dati del RESPONSABILE SPIRITUALE del gruppo (almeno il nome)
Cognome e Nome,
via e n°,
cap, città e prov tel, fax e cell,
e-mail,
Dati del VERSAMENTO (facoltativoo per il coro simpatizzante)
Totale versamento €….............................pari a n….cantori x 5,00 €) data del versamento,
Modalità di versamento:
- tramite bollettino postale, intestato a: Federazione Italiana Pueri Cantores c/c 88812409
- o tramite bonifico bancario alla: Federazione Italiana Pueri Cantores
Banca delle Marche Agenzia di Monte San Giusto (MC) C.Iban IT58E 06055 69010 000000007700
Art. 2 Il Concorso è organizzato dalla Federazione Italiana
Pueri Cantores, con il Patrocinio della Federazione Internazionale Pueri Cantores e della FENIARCO.
Art. 3 Al Concorso possono partecipare musicisti di qualsiasi nazionalità e cittadinanza, senza limiti di età.
* Allegare gli indirizzi postali di coloro ai quali si vuole spedire la rivista “Pueri Cantores” e tutto il materiale informativo (indirizzo del solo direttore per i cori simpatizzanti, indirizzi in numero pari agli iscritti, per il coro socio)
* Allegare un brevissimo curriculum e se possibile, una foto del coro.
* Ricordarsi di mandare sempre tempestivamente a segreteria e a presidenza, gli eventuali cambiamenti del proprio indirizzo postale o elettronico (e-mail)
* Scadenza dell’iscrizione 15 dicembre ‘09.
Si autorizza l’uso dei dati personali nei limiti e per le finalità previste dal presente modulo (T.U. Privacy D.Lgs. 19/06/03).
Art. 4 Il concorso è dedicato alla composizione di Mottetti
a due o tre voci pari, su testo dato. I mottetti possono essere
cantati a cappella o accompagnati dall’organo.
Art. 5 L’Ingresso, l’Offertorio e la Comunione sono i momenti della messa che ispireranno la composizione dei mottetti.
Il Maestro Compositore potrà scegliere di musicare il testo
in italiano o in latino.
Art. 6 Il testo è allegato al bando; comunque sarà pubblicato anche sul sito Internet della Federazione Italiana e,
all’occorrenza, potrà essere richiesto alla Segreteria.
iscrizioni anno 2010 per i Simpatizzanti
Dal verbale del 19 aprile 2009, Assemblea annuale - Roma
.....Omissis
Su suggerimento del Vicepresidente Prof Savino Paiani, è stata accettata la proposta di inserire nella Federazione come “simpatizzanti” i cori
di ragazzi che già animano con il canto, la liturgia nelle proprie parrocchie, che sono approvati dal proprio parroco e lavorano con continuità
e con gli stessi ideali dei Pueri Cantores.
Devono presentare una richiesta scritta di adesione senza obblighi di quote annuali, possono partecipare alle iniziative promosse dalla Federazione, all’Assemblea annuale con diritto di voto consultivo . Riceveranno le informazioni e le pubblicazioni edite dalla Federazione, non riceveranno
le tessere e i bollettini “Pueri Cantores”.
Omissis.....
Aspettiamo perciò nominativi di cori che ancora non si sentono pronti per entrare nella Federazione, ma che vogliono
seguire e conoscere la realtà dei Pueri per valutare magari in futuro una iscrizione ufficiale.
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Art. 7 Le composizioni, in numero di 3, una per ogni momento, inedite e mai premiate in precedenti concorsi di
composizione, dovranno pervenire in sei copie alla Segreteria della Federazione Italiana ( via E. Fermi, 7 95014 Giarre
CT) entro le ore 24 del 17 giugno 2010.
Art. 8 Non è previsto il pagamento di una tassa di iscrizione.
Art. 9 Ogni partitura dovrà essere contraddistinta da un co-
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dice alfabetico e/o numerico di sette lettere e/o numeri;
lo stesso codice dovrà essere riportato anche all’esterno
di una busta sigillata contenente le generalità e il recapito
del compositore e una dichiarazione autografa attestante
che le composizioni presentate sono inedite e che non
sono mai state premiate in precedenti concorsi.
Le copie dovranno essere in formato A4, leggibili e prive
di ogni firma o segno di identificazione, pena l’esclusione
dal Concorso.
Art. 10 Le buste sigillate, contenenti le generalità e il
recapito del compositore, saranno custodite in cassaforte
dalla Segreteria.
Dopo che la Giuria avrà decretato il Vincitore del Concorso e la classifica dei primi posti, verranno aperte solo
le buste relative ai vincitori, mentre le altre saranno distrutte.
Art. 11 La valutazione sarà fatta da una Giuria composta dalla Commissione Artistica della Federazione Italiana
oltre a qualche membro esterno di indiscussa fama nazionale ed internazionale, scelto dalla Federazione stessa.
Art. 12 Il suo giudizio è insindacabile e inappellabile.
Art. 13 L’autore delle composizioni vincitrici riceverà il
TROFEO “II Concorso di Composizione Pueri Cantores” e un premio di 500 euro.
Art. 14 Verranno anche premiati il 2° e il 3° classificato
rispettivamente con 400 e 300 euro e tutte le composizioni premiate saranno pubblicate in un unico volume.
Sarà inoltre premiato, con menzione d’onore e stampato
nello stesso volume, il singolo mottetto migliore fra tutti
in assoluto.
Art. 15 La premiazione si svolgerà durante un Concerto
di Gala della Federazione Italiana Pueri Cantores nell’autunno 2010 o in altro momento significativo, deciso sempre dalla Federazione.
Art. 16 Le partiture inviate non verranno restituite.
Art. 17 Tutti i relativi diritti saranno di spettanza della
Federazione Italiana Pueri Cantores.
Art. 18 La domanda di partecipazione al Concorso con
l’invio della composizione implica l’accettazione incondizionata da parte del concorrente di tutte le norme stabilite dal presente regolamento.
...segue da pag 23, il testo del Bando di Musica Sacra
Ogni eventuale contestazione che dovesse sorgere in relazione al presente Concorso, sarà risolta in via amichevole
ed equitativa, senza vincoli di forma, da un Collegio di tre Probi Viri. Due saranno scelti rispettivamente da ciascuna delle parti ed il terzo sarà nominato dal Presidente della Federazione Italiana Pueri Cantores. Il Foro competente sarà in ogni caso quello di Pordenone, sede dell’attuale Presidenza.
Art. 19 La Direzione del Concorso si riserva di apportare tutte le modifiche ritenute necessarie al presente regolamento o di non effettuare il Concorso qualora intervengano cause di forza maggiore, escludendo qualsiasi
risarcimento a qualsiasi titolo per i concorrenti. Ogni eventuale modifica sarà tempestivamente segnalata sul sito
www.puericantores.it
Art. 20 I testi da musicare, in latino o in italiano, sono i seguenti:
Canto d’ingresso: (Salmo 65,1.2.16 – 2° domenica del Tempo Ordinario)
Italiano: Alzate voci di giubilo a Dio, terra tutta,
cantate un salmo al suo nome.
Venite ed ascoltate,
voi tutti che temete Dio,
e vi racconterò quanto
ha fatto il Signore per l’anima mia.
Alleluia.
Latino: Jubilàte Deo, univèrsa terra,
psàlmum dìcite nòmini eius.
Venìte et audìte, et narràbo vobis,
omnes qui timètis Deum,
quanta fecit Dòminus ànimae meae.
Alleluia ».
Canto di offertorio (dalla Liturgia Eucaristica)
Italiano: Benedetto sei tu, Signore,
Dio dell’universo:
dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo pane,
frutto della terra e del lavoro dell’uomo;
lo presentiamo a te, perché diventi per noi
cibo di vita eterna.
Benedetto sei tu, Signore, Dio dell’universo:
dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo vino,
frutto della terra, e del lavoro dell’uomo;
lo presentiamo a te, perché diventi per noi
bevanda di salvezza.
Latino: Benedictus es, Domine,
Deus universi,
quia de tua largitate accepimus panem,
quem tibi offerimus, fructum terrae
et operis manuum hominum,
ex quo nobis fiet panis vitae.
Benedictus es, Domine, Deus universi,
quia de tua largitate accepimus vinum,
quod tibi offerimus, fructum vitis
et operis manuum hominum,
ex quo nobis fiet potus spiritalis.
Canto di Comunione(Sal. 26,4 – 11° Domenica del Tempo Ordinario)
Italiano: Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola cercherò:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita.
Indirizzo Segreteria, Prof. Lucia Patanè
e-mail sito Federazione Latino: “Unam pètii a Domino,
hanc requìram:
ut inhàbitem in domo Dòmini
òmnibus dièbus vitae meae”.
cui inviare le composizioni:
via E. Fermi, 7 95014 Giarre (CT)
[email protected]
www.puericantores.it
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