N. 32 PueriInCanto autunno 2009 - Federazione Italiana Pueri
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N. 32 PueriInCanto autunno 2009 - Federazione Italiana Pueri
Pueri Cantores XXXV Congresso Internazionale Pueri Cantores, luglio 2009 - Stoccolma, panorama, Palazzo Reale Cerimonia ecumenica di Chiusura a Sollidenscenen - Stoccolma Colle Don Bosco Castelnuovo D. B. (Asti) Pueri Incanto n. 32 anno 2009 “Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale – 70% CNS PN” Bollettino della Federazione Italiana XV Congresso Italiano Pueri Cantores 29 aprile - 2 maggio 2010 Torino Panorama Autunno 2009 1 www.puericantores.it Lettera di Padre Lucio Federazione Italiana Pueri Cantores Sommario Segreteria, Prof. Lucia Patanè, via Enrico Fermi, 7 95014 Giarre (CT) tel 095 939476 [email protected] pag 03 Lettera del Padre Spirituale pag 04 Lettera del Presidente pag 04 Gregoriano ed Eucarestia di Giacomo Baroffio pag 08 CD donato a Benedetto XVI pag 09 Quando far musica è gioia di Gian Luca Paolucci pag 10 XXXV Congresso Internazionale di Stoccolma pag 14 Vita della Federazione Italiana pag 18 Corso Estivo 2010 a Cortina D’Ampezzo e altre news Pag 19 Congresso di Torino pag 20 Notizie dalla Federazione Internazionale pag 22 Iscrizioni alla Federazione pag 23 Secondo Bando di Concorso per Musica Sacra Il Consiglio Direttivo: PUERI INCANTO N 32 Hanno collaborato: Crosato Laura, Presidente [email protected] anno 2009 “Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale – 70% CNS PN” Pajani Savino, Vice Presidente e Coordinatore del NordEst [email protected] Trimestrale di informazione edito dalla Federazione Italiana Pueri Cantores. ISCRITTO AL REGISTRO PERIODICI AL N° 499 CON AUTORIZZAZIONE DEL PRESIDENTE DEL TRIBUNALE DI PORDENONE IN DATA 03-10-2003. Lucio Maria Zappatore, Gian Luca Paolucci, Savino Pajani, Rossano Romagnoli, Roberto Camata, Mariangela Marras, Lucia Patanè, Laura Crosato, Daniele Pironio, Giacomo Baroffio Santino Musumeci, Antonino Guarracino, Elena Merlo, Sara di Loreggia, Cristina Ermacora, Micaela Del Giulio, Lorenzo Budin, Marta Casco, Matteo Ziraldo, Rita Vavassori. Presidenza, Prof. Laura Crosato, via Bruno Buozzi, 9 33170 Pordenone tel./fax. 0434 572572 [email protected] Paolucci Gian Luca, Consigliere Musicale [email protected] Patanè Lucia, Segretaria [email protected] Romagnoli Rossano, Tesoriere [email protected] Mariangela Marras, Consigliere [email protected] Camata Roberto, Consigliere [email protected] Zappatore Padre Lucio, Consigliere Spirituale [email protected] Direttore Responsabile: don Bruno Cescon. Redazione: Federazione Italiana Pueri Cantores. Sede della Redazione: Presidenza Federazione Italiana Pueri Cantores Carissimi Pueri Cantores, le vacanze ormai volgono al termine: spero che siano state per tutti noi un tempo di grazia, di pausa, di riflessione. La Chiesa invita sempre a non sciupare le vacanze facendone solo un tempo di frenesia ancora più stressante del tempo che trascorriamo durante l’anno lavorativo o scolastico. Il sano relax, la pausa delle vacanze, deve essere un tempo per rientrare in noi stessi, per valutare le cose che ci sono capitate durante l’anno, le scelte che abbiamo fatto, le decisioni che abbiamo prese o non prese, i fatti che hanno orientato la nostra vita invitandoci a scoprire la mano amorosa di Dio presente nella nostra vita. Per noi Pueri Cantores l’evento di Stoccolma, anche per chi non ha avuto la possibilità di parteciparvi di persona, ci ha fatto sicuramente riflettere sul significato dell’incontrarsi tutti insieme, da tutte le parti del mondo, in un paese straniero, e per la prima volta in un paese dove la nostra fede cristiana e cattolica si è dovuta confrontare con la realtà di una chiesa protestante (luterana), in piena crisi (noi cattolici ci lamentiamo della frequenza domenicale intorno al 10 – 15 %, quando in Svezia la chiesa luterana è intorno all’1 -2 % di frequenza al sermone domenicale, c’è il più alto numero di suicidi giovanili - ora superato solo dalla Cina - , la “vescovessa”, capo della chiesa di Svezia, è lesbica, sposata con la sua segretaria, e via dicendo…). Noi, con la nostra presenza, con la nostra musica, con il nostro entrare in 16 chiese luterane, con l’attraversamento di Stoccolma con il canto e l’allegria, abbiamo portato una ventata di gioia, di fede, di entusiasmo che forse sarà il seme di una nuova presenza cattolica in quella città. Il Vescovo cattolico di Stoccolma, A. Arborelius, ha proprio voluto sottolineare l’importanza del messaggio cristiano che la nostra presenza ha lasciato nella comunità cattolica, ma anche in tutta la realtà cristiana della sua città. (Tra l’altro gli ho inviato alcune foto delle celebrazioni di Stoccolma e mi ha risposto con un saluto e un ringraziamento veramente caloroso). Ma la nostra vita prosegue: ora ci attende la ripresa del nostro vivere quotidiano, le celebrazioni nelle nostre parrocchie, le prove, la scuola, la vita in famiglia… non banalizziamo queste cose, quasi vivendo nell’attesa dei grandi eventi. E’ la nostra vita quotidiana che va vissuta in pienezza e nella consapevolezza che è nel quotidiano che si realizza la nostra storia di salvezza personale con Gesù e la sua Chiesa. Gli eventi straordinari sono appuntamenti meravigliosi che hanno un senso solo se vissuti nel contesto della meravigliosa quotidianità che è la nostra vita. Abbiamo davanti a noi l’appuntamento di Torino, con la visita alla Sacra Sindone, il lenzuolo che ha avvolto Gesù nel sepolcro, una reliquia incredibile, testimone non solo della sua passione e morte (e quindi del suo amore per noi), ma forse anche della sua Resurrezione, se è vero, come qualche studioso ipotizza, che l’immagine misteriosa della sindone potrebbe essere stata prodotta dalla forza sprigionata dalla resurrezione: tutto il mondo in quei giorni avrà gli occhi puntati a Torino, e noi saremo lì! Pensate che servizio stupendo saremo chiamati a svolgere. E poi l’appuntamento tradizionale a Roma, per capodanno, per la giornata mondiale della pace: il motto del nostro fondatore: “Un giorno tutti i bambini del mondo canteranno la pace di Dio” risuonerà ancora una volta, tramite le nostre voci, nella città eterna, davanti al Papa. Non sono questi motivi sufficienti per riprendere con slancio il nostro impegno quotidiano? E allora: Buona musica a tutti e che il Signore ci benedica. Padre Lucio Maria Zappatore O. C. Grafica e Stampa: Tipografia RAPINI Via Mantegna, 24 -33170 Pordenone P.I. 01489690436 C.F. 90047080321 Sito Internet www.puericantores.it (nella foto i Pueri di Torrespaccata con Padre Lucio) 2 3 Giacomo Baroffio Giacomo Baroffio Ecco alcuni “passi” tratti dall’articolo “Gregoriano ed Eucarestia” di Giacomo Baroffio dell’agosto 2001. Chi ha avuto il privilegio di conoscerlo, riconosce dalla vivacità del testo e dalla profondità del contenuto, l’entusiasmo del musicista, il carisma dell’insegnante e la profondità della fede del credente. Gregoriano ed Eucaristia Il titolo di questo intervento potrebbe far pensare ai molti repertori di canti eucaristici che raccolgono melodie gregoriane, talora anche canti popolari e brani polifonici. L’intendimento, in realtà, è di ricuperare la centralità dell’Eucaristia anche nella pratica del canto liturgico e nella considerazione che del canto si dovrebbe avere, appunto, mettendo al centro dell’attenzione l’Eucaristia ed il culto eucaristico fuori della Messa, in particolare l’adorazione. Sin dalla tarda antichità è stzata ribadito il momento vivificante dell’Eucaristia nell’esistenza del cristiano. Il banchetto della Parola è stato inserito in un contesto di canti interlezionali che sono tra le forme più alte ed espressive dei repertori vocali medioevali quali il canto gregoriano e la melopea ambrosiana. Nel convito sponsale dell’Agnello è tutto un susseguirsi di canti che, dall’antifona d’introito a quella di comunione, comunicano la Parola di D-i-o ed esprimono la fede della Chiesa. La vibrazione interiore scuote l’intera persona nell’esperienza orante e si estende nei diversi momenti della giornata, dagli istanti di preghiera silenziosa d’adorazione agli spazi della liturgia horarum, dai momenti d’impegno nella carità allo svolgimento del lavoro necessario alla sopravvivenza. Alcune melodie continuano ad echeggiare nel tempio interiore ed amplificano la risonanza della parola come un gioco di rimbalzo tra una serie interminabile di eco ed un incessante balbettio che lascia affiorare la scintilla sonora della visione: esperienza totalizzante che coinvolge vista, udito, olfatto, tutte le potenzialità percettive della persona in ascolto/contemplazione di D-i-o. In questa prospettiva è difficile parlare di canto gregoriano come di un fatto musicale. Il gregoriano prende corpo grazie al linguaggio sonoro, ma non è musica; è essenzialmente preghiera. Rivela la Parola e ad essa conferisce la forza di penetrare nel cuore assopito e nella mente annebbiata. Il gregoriano-preghiera si alimenta alla fonte dei salmi e delle Scritture, si radica nell’azione liturgica dell’Eucaristia vissuta come il centro esistenziale della propria vita. Non per adesione razionale a qualche astratto principio religioso, bensì nella totale e gratuita donazione sacrificale di chi ha ascoltato la Voce e si è messo alla sequela di Cristo. Di tutta questa tensione, di tutto l’orizzonte spirituale che costituisce la patria del canto gregoriano, non c’è purtroppo traccia nella quasi totalità delle opere che si occupano del repertorio vocale liturgico. Le riviste sempre più circoscrivono il proprio ambito d’indagine ad analisi tecniche; si è lontani da quella sapiente integrazione tra la sfera spirituale e quella più propriamente storica - musicale - estetica come avveniva nella “Revue du Chant Grégorien” o nella “Revue Grégorienne”. Non che si debba bandire la ricerca di profilo storico ed este- tico, ma questi settori sono decisamente secondari per la comprensione del canto gregoriano quale preghiera della Chiesa. Che non si tratti di una considerazione peregrina lo dimostrano alcuni fatti, uno a portata di mano di tutti: nell’enorme produzione discografica – che l’instancabile Jerome Weber continua a segnalare – sono poche le esecuzioni che realmente soddisfano. In molti casi si ascolta una buona intonazione, una vocalità soddisfacente, una proposta interpretativa condivisibile; cionononstante ci si annoia, soprattutto si rimane estranei. “Ciü cian’ciö” verrebbe da dire, senza pretendere di parlare in cinese, ma riprendendo semplicemente una frase diffusa tra Lombardia e Piemonte: è come “succhiare un chiodo”. Ciò che rattrista nella congiuntura attuale è l’emarginazione del gregoriano dalla pratica liturgica, anzi, la sua voluta esclusione dalla celebrazione eucaristica di tante comunità per decisione arbitraria di un clero miope. Non si pretende che i preti insegnino il latino alla loro gente affinché l’assemblea liturgica sia in grado di comprender i testi cantati in gregoriano. Tutti, clero e laici, siamo invitati a prendere sul serio l’Eucaristia. Ciò comporta tra l’altro che ci si ponga una domanda fondamentale: che cosa può aiutare il popolo cristiano a crescere nella fede? Certo, imporre unicamente canti in latino non è la linea maestra della catechesi. Appunto. La catechesi implica un impegno di tempo e di energie nello spezzare il pane della Parola, nell’accompagnare l’intera famiglia comunitaria e i singoli in un cammino spirituale in cui le guide sono i santi con le loro vite, le loro opere ed i loro scritti. Nel momento in cui finalmente si scopre la Parola e l’Eucaristia quali realtà fondanti la vita quotidiana, il problema del gregoriano è in gran parte risolto. Perché si è in grado di prestare attenzione alla Parola senza lasciarsi ubriacare dalle parole. Una Parola che esige la docilità di un teodidatta e che respinge ogni pretesa di autosufficienza propria di un accademismo vuoto e sterile. Per capire il gregoriano, sia chiaro una volta per tutte, la comprensione del latino è una delle ultime cose che si richiedono.1 Prioritaria è la capacità di cogliere nelle Scritture la voce dell’Amato, accogliere la parola di D-i-o quale essa è. Ciò è difficile. A volte esige uno sforzo al limite delle possibilità umane. Spesso è un’impresa non-appagante, se non disgustosa per la nostra sensibilità che vorrebbe sempre godere e godere subito. Il cammino della Parola, che dal cuore di D-i-o porta al cuore dell’uomo per ritornare poi alla fonte, presenta lunghi tratti d’aridità. L’oscurità della Luce che abbaglia si confonde con le tenebre del peccato e della miseria creaturale. Affrontare l’ascesa al monte Tabor è pertanto un’impresa ardua. Non sempre è coronata da successo. Talora occorre ricominciare un’altra volta, due volte, dieci volte... In patientia vestra possidebitis animas vestras (grazie alla perseveranza riuscirete 4 a prendere in pugno la vostra esistenza). Vivere questa dimensione è – ma solo all’apparenza – meno facile che ridurre la vita cristiana alla osservanza di precetti moralistici, dall’andare a Messa senza santificare il Nome, dal fare la carità senza condividere con il povero ciò che si è prima ancora di quanto si ha... D’altra parte, l’assenza dell’Eucaristia dall’orizzonte della vita cristiana non riguarda unicamente il canto gregoriano. La crisi è ben più profonda. Almeno in teoria, l’Eucaristia in tutti i suoi aspetti (mistero salvifico, celebrazione liturgica, presenza di D-i-o tra gli uomini ...) è al centro dell’attenzione della Chiesa. “Fonte e culmine della vita cristiana” è una formulazione del concilio vaticano II; ma da sempre la Chiesa ha avvertito che l’Eucaristia è una realtà unica, il nucleo centrale della vita cristiana, la modalità fondante la relazione tra il Creatore e la creatura in quella storia che nella sua verità e consistenza reale è storia della salvezza e non semplice cronistoria di eventi secondari di ordine politico ed economico. L’Eucaristia è il punto nevralgico dove s’incrociano gli innumerevoli – sono tanti quanti sono coloro che revera Deum quaerunt – itinerari che conducono il credente a incontrare Cristo, vero Dio e vero uomo. Le conclusioni alle quali sono arrivati i padri conciliari, sono il frutto non tanto di una prolungata riflessione teologica, quanto l’esito di un’esperienza mistica che segna una tappa fondamentale della vocazione battesimale vissuta per due millenni nella Chiesa. Eucaristia: presenza sacramentale di Cristo che coinvolge nella sua missione salvifica l’uomo decaduto, il peccatore redento, l’accattone che trova nuova dignità del regno dei cieli. Basta scorrere le due genealogie di Cristo, nei Vangeli di san Matteo e di san Luca, per rimanere stupefatti di fronte al Verbo di Dio: non nasce all’interno di una stirpe di santi; s’incarna – con nostra grande sorpresa – in una famiglia allargata che è lacerata dal dubbio, macchiata di orribili misfatti, famiglia che ora accoglie la parola profetica, ora la rifiuta sprezzante. Stirpe umana che trova occasioni di fedeltà a Dio quando scopre e riconosce la sua povertà e, nell’umiltà, riesce a purificare lo sguardo del cuore. Allora, lentamente, riesce a mettere a fuoco l’essenziale ed è in grado di vedere Dio. Vedere Dio al di là delle visioni della fantasia nel contemplare la luce taborica, arrivare quindi a conoscere Dio nell’Eucaristia ed essere pertanto in grado di riconoscerlo negli ultimi e negli sconosciuti che ci sfiorano, nei tanti volti resi anonimi dal contatto quotidiano... ......La storia della Chiesa è essenzialmente e in primo luogo una serie di pochi importanti capitoli strettamente correlati tra di loro: 1) è la storia della santità, della sequela di Cristo vissuta in modalità diverse, dove/quando i condizionamenti ambientali e culturali provocano risposte nuove ed inedite al messaggio evangelico, talora risposte apparentemente contraddittorie, ma autentiche perché risposte alla parola che hic et nunc risuona e lancia un messaggio. Basti considerare la parola evangelica “Va, vendi ciò che possiedi e dallo ai poveri. Poi seguimi”. Ascoltata in terra d’Egitto nel IV secolo, la Parola ha spinto Antonio nel deserto per vivere la vocazione eremitica; accolta agli inizi del XIII secolo in Umbria, quella stessa Paro- 5 la ha sottratto Francesco alle illusioni del mondo e ha illuminato il suo cammino: dopo una sosta nel deserto, il Poverello d’Assisi ha evangelizzato città e campagne, masse sbandate di poveri e persone della nobiltà e dei ceti agiati. 2) è la storia della mistica, mistica intesa non come fenomeno straordinario che rischia di essere banalizzato perché ritenuto privilegio di pochissime “anime elette”. È in forza del battesimo che il credente – pur avvertendo ogni giorno il dramma della sua povertà e tutta la sua fragilità – volge lo sguardo al Crocifisso, scopre l’amore del Padre e nella forza dello Spirito s’abbandona con fede/fiducia/confidenza filiale alla Parola che salva. Più che sui libri con chissà quale sforzo intellettuale, il cristiano è un teodidatta che si lascia illuminare dalla Parola ascoltata a frammenti, letta con le lacrime del turbamento e della gioia. La Parola gorgoglia nell’intimo e nel silenzio percorre tutte le fibre della persona, la rinnova, la trasforma ad immagine di Cristo, conferisce all’uditore orante la dignità di profeta dell’Amore. Poi, a seconda delle circostanze e della vocazione personale di ciascuno, ci sarà chi risponderà alla Parola nel silenzio dell’adorazione; chi opererà nella carità solidale con i più poveri; chi si metterà a scrivere e a condividere l’esperienza spirituale; chi troverà altre vie che lo Spirito di volta in volta suggerisce a quanti ascoltano con cuore retto e sincero. Vie diverse, forse contrarie. Tutte provenienti dall’Amore di Cristo crocifisso, tutte convergenti verso il trono dell’Agnello immacolato. “Guarda come si amano”: è l’amore il segno distintivo dei cristiani (i quali non ne detengono affatto il monopolio, sia chiaro). Cercare di persuadere il mondo con altre prospettive mutuate dal mondo stesso (potere, gloria, maneggi diplomatici ...) è tragicamente fallimentare. 3) è la storia della liturgia quale itinerario privilegiato nel processo di cristificazione, della vita in Cristo di ogni cristiano, in forza del dono gratuito dello Spirito e non in base ad altri fattori (sociali, economici, culturali) che spesso interferiscono negativamente quando il credente nella gratuità è chiamato a rispondere alle sollecitazioni del Pneuma divino. Liturgia che attraverso azioni chiare e parole efficaci fa breccia nel cuore e divinizza i figli dell’uomo. Liturgia che non è la facciata esteriore dei riti e non si deve ridurre a mero spettacolo cui assistono appesantite dalla noia assemblee anonime ed intorpidite. La liturgia è un fatto vitale, l’aprirsi dei tesori della grazia che in molteplici modi e in tempi diversi è elargita a quanti sanno di essere figli di D-i-o, con precisi doveri, con ben più ampi diritti. Liturgia celebrata nel tempo, certo, ma nel pregustare l’essere al di là del tempo, nel vivere immersi nel mondo senza essere del mondo. Liturgia che vede la persona maturare, nel divenire sempre più umana mentre raggiunge la piena età di Cristo: testimone “viva di verità e di libertà, di giustizia e di pace” (la vocazione della Chiesa espressa nella Preghiera eucaristica V C). 4) è la storia del pensiero teologico che nell’umiltà – sforzo audace nella piena coscienza dei propri limiti – s’impegna a chiarire sul piano logico e cognitivo ciò che è dato sapere di D-i-o e dell’uomo. Nel balbettio dei testi liturgici, ruminati ed assimilati nella preghiera personale e comunitaria, Giacomo Baroffio il teologo riesce a intravvedere alcune scintille della Verità e ha il dono/vocazione di narrare queste sue visioni. Indispensabile in questa operazione ecclesiale, vissuta nella comunità e per il suo bene, non è una mente acuta quanto piuttosto un cuore puro. Ciò che conta per il teologo è aiutare le sorelle ed i fratelli – ciascuno con una particolare capacità di intuire, sentire ed elaborare i dati della fede – a scostare il velo per rendere meno inaccessibile la salita al Tabor. Nell’ascoltare la Parola di D-i-o il teologo impara ad immedesimarsi con i compagni di ventura ai quali lascia pervenire il suo messaggio di luce e di speranza. Discepolo dello Spirito può essere maestro nella Chiesa. Con poche parole può fornire ricchezze straordinarie. Ad una condizione: che il Padre, il Figlio e lo Spirito santo siano per lui ed in lui persone vive, non meri segni che, paragonabili a “x, y, z” lo seducono, lo distolgono dalla Verità, gli fanno venire il capogiro di un folle gioco intellettuale. Novello Narciso, rimarrebbe disancorato dall’esperienza spirituale e si autodistruggerebbe in un fatuo compiacimento intellettuale. Le varie storie che sono state scritte e pubblicate, prima ancora di rivelare gli aspetti più importanti o quelli marginali della vita della Chiesa, manifestano la coscienza ecclesiale degli autori, il loro reale coinvolgimento nella storia gloriosa della Parola. È di questa appassionata epopea che lo storico deve dare conto nell’ottica di una testimonianza vissuta. Nonostante l’ingente mole di pubblicazioni, si ha l’impressione che gli storici della Chiesa siano impegnati in ben altri settori e con motivazioni ben diverse, in un lavoro che non vede nessuna differenza tra il credente e il non credente. Il che è semplicemente tragico per la vita ecclesiale. Ci possono essere storici della Chiesa atei, forniti di vaste conoscenze politiche ed economiche, esperti in sottili metodologie d’investigazione ed interpretazione dei testi. Ma ci vuole altro, come forse può spiegare la seguente parabola. Un impiegato dell’anagrafe nel controllare i dati di un documento di fronte ad una donna, riassume alcune caratteristiche oggettive indiscutibili: nome, cognome, altezza, colore degli occhi e dei capelli, residenza ... Tutte queste informazioni sono esatte. Un bimbo di pochi mesi tutte quelle cose non le sa, non parla ancora, non comprende il significato delle parole che lo frastornano. Ma nel sorriso della mamma coglie la luce dell’amore e fa risplendere ancor più quella luce con lo splendore del proprio sorriso... Chi dei due, impiegato e bimbo, conosce davvero quella donna? Torniamo un attimo al canto gregoriano e alla sua storia: sarebbe auspicabile che essa sia delineata nelle quattro prospettive ora ricordate. Sia, cioè, una guida alla scoperta della santità e dell’esperienza mistica nella Chiesa sul filo della liturgia e del pensiero teologico. Testi e melodie potrebbero illustrare i vari aspetti considerati, non come giustificazioni a posteriori, ma come elementi propulsori che imprimono alla Chiesa uno slancio appassionato nella ricerca di D-i-o. Il discorso sull’Eucaristia impone un’ultima considerazione preliminare. C’è un altro punto critico che grava pesantemente sulla vita spirituale della comunità cristiana: la difficol- Giacomo Baroffio tà nella comunicazione. La crisi è stata avvertita con sofferenza acuta alcuni decenni or sono. Karl Rahner metteva in guardia i pastori travolti dall’euforia del concilio vaticano II. Affermava che non era sufficiente aver chiarito dei punti nodali dell’esistenza cristiana; s’imponeva un linguaggio che facesse breccia nei cuori e nelle menti. .............................. Richiamo un fatto oggi totalmente trascurato: il canto del gregoriano da parte delle voci bianche. Nella Chiesa per secoli le voci dei pueri hanno avuto un considerevole spazio e considerazione: dal repertorio gregoriano e ambrosiano dell’alto medioevo sino alle schiere di giovanissimi educati alla scuola moderna di Justine Ward. Il canto delle voci bianche richiama l’esperienza di quanti sono stati colti nel fiore dell’infanzia e della giovinezza: i bimbi martiri e confessori della fede. Quanti, rigenerati dalle acque battesimali, sono stati trascinati dal vortice dello Spirito sul carro d’Elia e ci hanno lasciati per sempre facendoci sprofondare nello sgomento. La morte degli Innocenti scardina tutte le logiche umane. Non ci sono parole di consolazione. C’è solo il silenzio del vuoto che si riscatta nell’adorazione. Il silenzio da cui sale un fremito, un balbettio, un vociare confuso, un canto. È il canto trionfale che accompagna l’Agnello nel corteo che attraversa i tempi e gli spazi della storia. Nella corsa gloriosa della Parola gli ultimi sono i primi. La visione dell’Apocalisse prendez consistenza di realtà. Cristo è il nuovo cantico. Quanti non sono in grado di parlare, cantano con il cuore... All’interno della liturgia un posto privilegiato è occupato da giovani cantori, le voci bianche che la Chiesa eleva a messaggeri per annunciare e condividere la propria fede. Il suono argentino e squillante del timbro infantile permette di accedere a una dimensione della comunicazione interpersonale dove la molla primaria che fa scattare l’impegno vocale è la gratuità: nell’offrire a Dio se stessi in sacrificio di lode non ancora contaminati dai giochetti di una vana furbizia umana che corrode e sfigura spesso le realtà più sacre. Le voci bianche fanno eco agli agni parvuli che inneggiano intorno al trono dell’Agnello immacolato, dal quale trono scendono rivoli di grazia che trasformano la terra nel giardino di Dio, nel luogo dell’ospitalità universale dove Cristo stesso invita al banchetto della vita. Ex ore infantium et lactentium perfecisti laudem (Ps 8,3) constatava già il salmista, probabilmente sorpreso dal fatto che persone meno istruite di lui, certo non professionisti, fossero in grado di realizzare una tale lode di Dio. Ed è con l’animo del re Davide che anche oggi nella Chiesa occorre mettersi in ascolto delle voci puerili per riuscire a percepire le risonanze spirituali, quelle vibrazioni di purezza, che nonostante gli sforzi tecnici e i talenti artistici i cori di adulti non riescono più ad esprimere. Nella ricostruzione che ad ogni generazione la Chiesa deve intraprendere sin dalle fondamenta, la riscoperta dell’Eucaristia e del canto gregoriano va forse focalizzata nell’esperienza orante dei più piccoli. Aiutare loro a cantare, significa dare un impulso decisivo alla formazione di quel mondo che si 6 considera adulto, ma che ha perso il centro dell’Eucaristia e il conforto del canto. .................... Divinum mysterium semper declaratur: inizia con questa affermazione una meditazione orante sull’acclamazione liturgica del Sanctus assai diffusa nell’Europa medioevale. La melodia si ripete più volte e riprende così una struttura arcaica, quella della cantillazione, la proclamazione in canto della Parola. Il testo risente della riflessione teologica del Dottore Angelico ed accompagna in molte fonti manoscritte la liturgia del Corpus Domini. Segno di contraddizione, l’Eucaristia acceca la mente di chi non crede ma, al contrario, rafforza la fede del credente. Il pane e il vino dopo la consacrazione si rivelano essere il Corpo e il Sangue del Signore, danno che opprime gli uni, giovamento (incrementum) per gli altri. Mors est malis, vita bonis, fa eco la sequenza del Corpus Domini. Poche parole. Sollecitano un ridestarsi dal torpore dell’abitudine e prendere rinnovata coscienza del mistero. Mistero perché è un fatto assolutamente inaccessibile da parte della creatura, se il Mistero stesso non si rivelasse, non si aprisse e non accogliesse in sé stesso colui che se ne ciba lasciandosi trasformare dallo Spirito. C’è da rimanere sconcertati, se l’inflazione di tante Messe non producesse talora “assuefazione”, lasciando che l’Eucaristia diventi una “cosa” tra le tante che ci troviamo tra i piedi, forse con il fastidio di correre per sentirci a posto con l’osservanza del precetto domenicale... Mistero ineffabile. Esige un cambiamento di rotta, di abitudini mentali. Non siamo i protagonisti che dettano l’itinerario da compiere e stabiliscono con accurata perizia le tappe del viaggio. Siamo profughi, extra-comunitari nel vero senso del vocabolo, peregrinanti lontani dalla patria. Cerchiamo rifugio, asilo, conforto, una nuova possibilità per ricuperare il senso della vita. Che cosa sta succedendo? Desideriamo almeno una capanna di frasche e ci è offerta una reggia. Stendiamo la mano con tremore per ricuperare un tozzo di pane e ci troviamo ricolmi di vita divina. Dischiudiamo le labbra riarse in attesa di un filo d’acqua per superare questo momento infernale e, a stento, riusciamo a tenere in mano la coppa del vino inebriante donata per l’eternità... Mistero ineffabile, quindi, che tacita il tumulto interiore. Fino a quando le acque profonde dell’essere si acquietano e sale dal pozzo del cuore il canto senza parole. Caro mea vere est cibus, et sanguis meus vere est potus. Qui manducat meam carnem, et bibit meum sanguinem, in me manet, et ego in eo. Le parole dell’evangelista san Giovanni (Io 6, 56-57) illuminano l’intelligenza, aiutano a comprendere, ma lasciano in ogni caso senza parole. Senza parole perché, prima, viene meno il nostro ragionare, meditare. Si percepisce la presenza di Qualcuno i cui contorni superano ogni idea e immaginazione. Colui che il cosmo intero non è in grado di accogliere, si è abbreviato nel nostro cuore. Silenzio. La frase dell’apostolo prediletto si muove dentro di noi, ma quando sale alla superficie della vita ed esce dalla bocca non è più espressa con parole. È la melodia senza parole dell’Alleluia. Pura contemplazione. Senza il vincolo delle parole apre l’esperienza spirituale a una dimensione più vasta e più profonda. Contemplata aliis tradere: senza ragionamenti tortuosi, senza 7 parole che degenerano in chiacchiere vuote. La voce trasparente dei pueri cantores ci trascina al di là della nostra immaginazione. Nel mistero vissuto. Una dimensione che il canto liturgico permette di ricuperare è quella storica. Nel senso di storia della salvezza, dove l’anelito del cuore raggiunge la sua soddisfazione ultima, dove il peregrinare umano trova un compimento, dove nel presente si saldano passato e futuro. Ci fa da guida il canto iniziale della Messa nella celebrazione del Corpo e Sangue di Cristo. Il testo salmico, a prima vista, sembra la traccia di una cronaca di viaggio: Cibavit eos ex adipe frumenti, alleluia, et de petra melle saturavit eos, alleluia, alleluia, alleluia (Ps 80). È chiaro il riferimento alle peripezie dei nostri padri nella fede, erranti, stanchi e delusi, per alcuni decenni nel deserto. Eppure nell’aridità e nell’isolamento estremi non sono stati dimenticati. Cibo e acqua hanno ridato forze, hanno soprattutto infuso nuova speranza. Alleluia: non si può non rendere grazie all’Altissimo, lodare il suo santo nome. Grazie, Signore, grazie, grazie, grazie. In quanti deserti, dopo quell’episodio biblico, l’umanità si è trovata smarrita! Quante volte, nel nostro microscopico mondo personale, abbiamo avvertito la totale impotenza, il fallimento disastroso, la mancanza di vie d’uscita... Eppure in ogni generazione, davanti al cammino di ogni persona, s’alza un Mosè con il vessillo che indica la via della liberazione. Un Mosè che siamo forse tentati di rifiutare perché balbetta, perché ha idee che non collimano con le nostre, perché è l’ultimo arrivato e pretende di avere in mano la soluzione. E se così fosse? La sapiente esperienza di san Benedetto, a proposito, ricorda che il Signore indica talora la soluzione di problemi irrisolti all’ultimo arrivato. Che sarà forse anche uno sprovveduto, ma che certamente non è condizionato da tante pesanti abitudini. Ma non c’è solo Mosè tra i nostri soccorritori o l’ultimo arrivato. C’è anche il Samaritano, lo straniero che noi emarginiamo e allontaniamo dalle nostre case, mentre lui ci accoglie nel suo cuore. Mosé, l’ultimo arrivato, lo straniero: alcune modalità di farsi presente. Chi? Colui che ha detto: “Io ti ho liberato dalla terra d’Egitto”, “Io sono il pane della vita”, “Apri la tua bocca affinché ti possa saziare”. ..................... Non è facile accogliere il dono dell’Eucaristia nella consapevolezza lucida di quanto è in gioco. Il pane stesso degli angeli diviene sostentamento dei viandanti che s’inerpicano sui sentieri verso la Gerusalemme celeste. Man mano che si sale, l’orizzonte si allarga e permette di cogliere tempi remoti, forse dimenticati o considerati estranei, mentre di fatto rientrano in un unico disegno di salvezza: il sacrificio d’Isacco, l’Agnello pasquale... Colui che è altare, vittima e sacerdote, è anche agnello e pastore: Bone pastor, panis vere, Iesu, nostri miserere. Tu nos pasce, nos tuere, Tu nos bona fac videre in terra viventium. La tensione escatologica non sopprime la responsabilità dell’impegno sociale. Si costruisce la città di Dio, edificando la città dell’uomo. Tu qui cuncta scis et vales, qui nos pascis hic mortales, tuos ibi commensales, cohaeredes et sodales fac sanctorum civium. Racconto di Gian Luca Paolucci CD Missa Pueri Cantores 2008 Quando far musica è gioia In sempiterna laetitia Giacomo Dell’Orso Copertina del CD FEDERAZIONE ITALIANA PUERI CANTORES FITPC 001/2009 1 Il 16 settembre 2009, Padre Lucio Maria Zappatore, nostro amato Assistente Spirituale, presente anche l’autore, ha consegnato in udienza privata al Santo Padre, una copia del CD e il libro della Messa “In sempiterna laetitia”, scritta dal Maestro Giacomo Dell’Orso e vincitrice del Primo Concorso indetto dalla Federazione, “Missa Pueri Cantores 2008”. Ecco il testo pervuto per ringraziarlo: Padre Lucio Maria Zappatore consegna al Papa il CD e il libretto della Messa vincitrice il Concorso Missa Pueri Cantores 2008 Reverendo Padre, è pervenuta gradita al Sommo Pontefice Benedetto XVI la cortese lettera del 16 settembre corrente, con la quale Ella, a nome anche della Federazione Italiana Pueri Cantores e del Coro di “Torrespaccata”, ha avuto la gentilezza di accompagnare l’omaggio della partitura e del relativo CD della Missa “in sempiterna laetitia”, recente opera del M° Giacomo Dell’Orso, vincitrice del Primo Concorso indetto dalla menzionata Federazione. Nell’esprimere riconoscenza per il gesto premuroso di ossequio e per l’apprezzato dono, Sua Santità, mentre auspica che l’antico e nuovo repertorio musicale sacro abbia sempre più a diffondersi nelle assemblee liturgiche, al fine di ridestare nei fedeli un senso profondo e una partecipazione più intima ai Misteri celebrati, in pegno di grazia e di ogni desiderato bene nel Signore, invia di cuore a Lei, al M° Dell’Orso, alla Federazione Italiana Pueri Cantores ed ai bambini della Associazione Piccoli Cantori di “Torrespaccata” la Sua speciale Benedizione, che volentieri estende a quanti si sono uniti nell’atto deferente ed ai fedeli di codesta Comunità cristiana. Profitto della circostanza per confermarmi con sensi di distinta stima, dev.mo nel Signore Mons. Peter B. Wells Assessore alla segreteria di Stato delVaticano Pueri Cantores di Torrespaccata (Roma) che hanno registrato la messa nel CD Pueri Cantores della Cappella Musicale Pontificia, “Sistina”, Benvenuti!!! Essi hanno accettato con calore di essere iscritti “ad honorem” alla Federazione Italiana come Pueri Cantores. Con una lettera molto cordiale hanno esspresso il loro ringraziamento per l’invito a far parte della Federazione e si sono complimentati con la stessa per la preziosa attività svolta. A lato la lettera autografa di Mons. Marcos Pavan, maestro dei Pueri Cantores della Cappella Sistina I Pueri Cantores della Cappella Sistina costituiscono la sezione di voci bianche della medesima Cappella Musicale Pontificia “Sistina”. L’origine dei Pueri Cantores del Coro della Cappella Sistina risale al VI secolo, quando papa Gregorio Magno costituì una Scuola di fanciulli cantori che affiancavano i Cantori adulti nelle Celebrazioni Papali. In tempi più recenti Lorenzo Perosi, nominato Maestro Direttore della Cappella nel 1898, introdusse dei ragazzi cantori espellendo gli oramai esigui cantori evirati e mantenendo i falsettisti già facenti parte del Coro. Nel 1956, sotto la direzione di Domenico Bartolucci, i “Pueri Cantores” della Cappella Sistina vengono istituiti ufficialmente nella loro attuale configurazione. 8 Settembre 2000. Siamo nel profondo nord della Germania, a RhedaWiedenbruck, una simpatica cittadina della Westfalia, ospiti di un coro amico, i Pueri Cantores di St. Aegidius, la chiesa principale dell’antico centro, sorto nel 1500, come testimoniano le iscrizioni poste sugli architravi delle tipiche case “a graticcio” che caratterizzano il centro storico… Tanto sono caratteristiche quelle casine, tanto rimandano a quel classico ambiente da fiaba che si forma nel nostro immaginario collettivo sin da piccolini, quando pensiamo trepidanti alla casa della strega di Hansel e Gretel, piuttosto a quella della nonna di Cappuccetto Rosso, che ci meravigliamo di essere accolti dalle note dolcissime ma inevitabilmente e inconfondibilmente… “contemporanee” e “giovani” di “Thank you for the music”, un successo degli Abba della cui esistenza improvvisamente ci rammentiamo per averlo ascoltato in una remota adolescenza non ancora remota. Il direttore del coro ospite ha scelto proprio quel pezzo per inserirlo tra i canti comuni da eseguire assieme ad altri cinque gruppi corali convenuti da altrettanti paesi europei proprio per festeggiare il ventesimo anniversario di fondazione del coro tedesco. Che strano, pensiamo: gli Abba vicino a Bach e a Mendelssohn! Eppure, quando le prime note del pianoforte intonano il brano del gruppo svedese e le voci dei contralti impostano la melodia, tutto appare chiaro. Ma certo, grazie della musica, di ogni buona musica, da qualsiasi fonte essa provenga! Grazie, perché ci unisce tutti, anche se parliamo lingue completamente diverse e abbiamo storie ancora più separate e forse opposte… ma le note e soprattutto l’emozione che suscita la loro combinazione è sempre la stessa, per tutti! L’intuizione colta quel giorno di settembre divenne convinzione quando, pochi giorni dopo, il coro tedesco ci coinvolse in un evento al quale mai ci era capitato di partecipare: un vero e proprio “concerto pop” animato e ricreato dai gruppi presenti ai festeggiamenti, ciascuno dei quali era stato invitato ad esibirsi attingendo da un repertorio certo inusuale, quale appunto quello pop-rock… Superato l’inziale imbarazzo, il divertimento fu irripetibile. La serata, lunghissima ma entusiasmante, finì con tutti i cori coinvolti ad eseguire ad libitum, e per la verità piuttosto “a braccio”, i più diversi brani di quella “musica leggera” che costituisce il vero trait d’union che mette in collegamento i giovani, il liquido amniotico in cui tutto l’universo giovanile contemporaneo di questo peraltro assai frammentato mondo occidentale si ritrova immerso e si riconosce. Il giorno dopo cantammo insieme alla messa di chiusura di quel “congresso” in miniatura. Il repertorio, stavolta, era però quello classico: canto gregoriano, musica barocca e rinascimentale, polifonia tardo-romantica e moderna… insomma, quello che definiremmo l’habitat naturale dei Pueri Cantores. 9 Ma la consapevolezza con cui lo affrontammo era completamente diversa. Era quasi come se lo scoprissimo per la prima volta: l’entusiasmo e la carica emotiva della sera precedente ci aiutava e ci stimolava a vedere con occhi diversi e affascinati quella musica che da sempre avevamo “in noi” ma che ci riappariva come “nuova” nella sua composta e armoniosa bellezza e ci spingeva ad interpretarla con calore e interesse. In quei pochi giorni, in una terra “fredda” per antonomasia, scoprimmo quello che sempre avremmo dovuto sapere, cioè che, come si diceva all’inizio, ogni musica, ogni buona musica è portatrice di un valore aggiunto che ci rende migliori e ci completa, perché tocca e stimola profondamente il nostro animo e lo scuote dall’indifferenza, che è forse il più grave dei mali moderni. Ricordo con emozione una frase pronunciata da Ute, membro del Consiglio Direttivo del coro di Rheda-Wiedenbruck e cantante professionista, normalmente dedita alla musica classica, che quella sera memorabile aveva prestato la sua voce ad un brano di Celine Dion: di fronte al nostro stupore per l’idea, certamente innovativa, di organizzare un “concerto pop” nell’ambito di un meeting di gruppi appartenenti alla Federazione, rispose “…this is a new generation of Pueri Cantores!” Quattro anni dopo, a Colonia, durante il grande Congresso Internazionale, vedendo i ragazzi scatenarsi nell’ascoltare una chitarra elettrica lanciata in un rock’n roll forsennato, avemmo la conferma che Ute aveva ragione: una “nuova generazione” di Pueri Cantores era già nata, all’ombra di Palestrina e di Mozart, senza però tralasciare una strizzatina d’occhio ai Beatles. A patto che riusciamo a farne un uso corretto e che lo teniamo fuori dalle nostre liturgie (nelle quali ovviamente non avrebbe alcun senso, semplicemente perché non è musica nata per quella destinazione), è tuttavia innegabile che anche il repertorio “pop” può avere una grande importanza per i nostri ragazzi: proprio perché parla un linguaggio più vicino ai giovani, esso può essere un validissimo veicolo per aiutarci tutti a “sentire” l’emozione della musica, a viverla sulla nostra pelle, anzi, sotto di essa, nel nostro intimo. Una volta entrata, la musica resta dentro e si porta dietro anche “l’altra musica”, quella che ci sembrava tanto lontana e tanto paludata e che invece è anch’essa ricchissima di emozioni e di stimoli, solo che usa un linguaggio meno vicino a noi, forse meno immediato ma anche per questo sicuramente molto più denso di significato. Ci permettiamo, allora, di invitarvi, cari ragazzi e cari direttori, a non guardare alla musica leggera come ad un novello “diabolus in musica” e neanche come ad una illusoria panacea di qualsiasi “pseudo-allergia” alle note, ma a quello che di utile e di sano ci può dare, cioè quantomeno come a un potente veicolo per imparare ad emozionarsi e ad emozionare. Buon lavoro a tutti e… ancora e sempre, “grazie per la musica”! GL Cori Italiani a Stoccolma Stoccolma Pueri Cantores “Jonia Pueri” Giarre Pueri Cantores “Santo Stefano” Monte San Giusto Vescovo cattolico di Stoccolma: S.E. Mons. Anders Arborelius con i Pueri di Torrespaccata - Roma Pueri Cantores “ Zamberletti” Macerata al Concerto di Gala Il Cardinale Walter Kasper Dall’8 al 12 luglio 2009 si è svolto in Svezia il 35° Congresso Internazionale Pueri Cantores e Stoccolma ha aperto le sue porte ad oltre 4 mila ragazzi e giovani cantori di tutto il mondo. Per la prima volta ai Pueri Cantores della Chiesa Cattolica si sono uniti i Ragazzi e Giovani Cantori della Chiesa protestante di Svezia: è stato un incontro eccezionale, di grande valore ecumenico. Pueri Cantores “In Dulci Jubilo” Fagagna Il Congresso è stato aperto dal Vescovo cattolico di Stoccolma S.E. Mons. Anders Arborelius, con la presenza di rappresentanti del Consiglio Cristiano della Chiesa di Svezia, e si è concluso la domenica 12 luglio con un grande Incontro Ecumenico con la Celebrazione della Parola, presieduta dal Card. Walter Kasper. Oltre alla Cerimonia di apertura e all’Incontro Ecumenico conclusivo con il Card. Kasper, il programma del Congresso ha compreso un “Master Class” con un professore dell’Università di Usala per i Maestri dei Cori, un incontro in Cattedrale con il Vescovo di Stoccolma mons. Arborelius per gli Assistenti Ecclesiali dei Pueri Cantores, un incontro con il Sindaco della Città in Municipio, un Concerto di Gala con i migliori cori di Pueri e Juvenes Cantores del mondo, incontri delle Federazioni Nazionali, una grande Preghiera per la Pace sulla terra nella Vecchia Città, sull’isola che dette origine all’antica città di Stoccolma, dove si sono incontrati tutti i 4 mila partecipanti al Congresso, che sono partiti da 16 chiese nelle quali i 122 cori presenti al Congresso hanno iniziato con preghiera simultanea. A questo Congresso Ecumenico erano presenti: Pueri Cantores “Sant’Efisio” Capoterra (CA) Dir. Mariangela Marras Pueri Cantores “S. Giuseppe” Castions di Strada (UD) Dir. Daniele Pironio Pueri Cantores “In Dulci Jubilo” Fagagna (UD) Dir. Matteo Ziraldo Pueri Cantores “Jonia Pueri” Giarre (CT) Dir. Lucia Patanè Pueri Cantores “Domenichino Zamberletti” Macerata; Dir. Gian Luca Paolucci Pueri Cantores “S. Maria Assunta” Martignacco (UD) Dir. Lorenzo Budin Pueri Cantores “Santo Stefano” Monte San Giusto (MC) Dir. Rossano Romagnoli Pueri Cantores “Voltabarozzo” Padova Dir. Don Pierangelo Valente Pueri Cantores “M° Onofrio Crosato” Pordenone Dir. Laura Crosato Pueri Cantores “Torrespaccata” Roma Dir. Padre Lucio M. Zappatore Pueri Cantores “Duomo di Udine” Udine Dir. Savino Paiani Coro “Aquileiensis Chorus” Udine Dir. Ferdinando Dogareschi Pueri Cantores “S. Efisio” Capoterra Pueri Cantores “M° Onofrio Crosato” Pordenone Pueri Cantores “S. Giuseppe” Castions Di Strada (UD) Pueri Cantores “S. Maria Assunta” Martignacco I nostri Pueri Cantores hanno avuto modo non solo di conoscere una bella città come Stoccolma, ma sono stati testimoni di un evento particolare e venuti a conoscere il problema dell’Unità dei Cristiani. Hanno pregato e cantato assieme ai loro coetanei di confessione protestante, sperando in una possibile e prossima unità della Chiesa. Mascotte dei Pueri Cantores Voltabarozzo” Padova 10 11Pueri Cantores “Duomo Udine” di Udine Pueri Cantores Voltabarozzo” Padova Stoccolma Stoccolma Stoccolma, 8-12 luglio 2009. XXXV Congresso Internazionale Pueri Cantores In volo per Stoccolma. Diario di bordo Noi, coro “In Dulci Jubilo” di Fagagna siamo partiti insieme al coro “Santa Maria Assunta” di Martignacco dall’aeroporto di Bergamo verso la nostra prima destinazione : il piccolo aeroporto di Skavsta. Quest’anno gli spagnola sono andati per la maggiore!!! Anche per le più grandi del coro, che hanno partecipato a molti congressi, la marea di giovani che cantano tutti assieme suscita sempre un’emozione unica e indimenticabile. Tornando all’intenso programma, nel venerdì mattina abbiamo partecipato alla cerimonia della Federazione Italiana in Klara Kyrka, una splendida chiesa in stile gotico. Per rispetto del paese che ci ha ospitato, a maggioranza protestante, abbiamo preso parte ad una celebrazione della parola sul tema “Credo la chiesa una, santa, cattolica e apostolica”. Il sabato è stato caratterizzato finalmente dal bel tempo e tra le prove della mattina e quelle del pomeriggio abbiamo anche avuto il tempo per assistere al cambio della guardia. Il pomeriggio del sabato abbiamo preso parte alla Celebrazione Eucaristica sempre nella grande piazza di venerdì. Alla fine della celebrazione dall’esecuzione dell’Halleluia di Haendel si è sprigionato un boato di voci che ha fatto sentire ogni corista parte integrante e fondamentale dell’associazione. Il venerdì pomeriggio abbiamo partecipato alla Cerimonia della Pace, in cui gruppi di cori sono partiti da diverse chiese e ci siamo tutti ritrovati a Birger Jarls Torg, nella grande piazza Riddarholmen dove il vescovo di Stoccolma ha concluso la cerimonia con parole molto profonde rivolte a noi giovani cantori. Da qui ci siamo diretti nel cuore della città di Stoccolma per partecipare alla Cerimonia di apertura che si è tenuta a Skansen, un bellissimo parco all’interno del quale è stato ricreato l’ambiente svedese del 1700 con I nostri sacerdoti mulini, case caratteristici di quell’epoca. presenti a Stoccolma: Il giovedì mattina abbiamo avuto un po’ di tempo per fare un giro della città e visitare il Comune, dove si trova la “sala dorata” e la famosa “sala blu” dove vengono proclamati i premi nobel, il Palazzo Reale, il Museo Vasa, che contiene un galeone svedese del diciassettesimo secolo ancora praticamente intatto, e il centro storico. da sinistra, don Giorgio Copparo di Macerata (si intravvede un braccio) don Pierangelo Valente di Padova, Padre Lucio M. Zappatore di Roma e nostro Assistente Spirituale, don Marino Rossi e don Alessandro Tracanelli di Pordenone, don Efrem Tomasin di Martignacco (UD). Nel pomeriggio ci siamo recati in Finska Kyrka, nella quale abbiamo cantato alcuni brani della tradizione friulana ed italiana, seguiti da altri cori di altre nazionalità che hanno presentato alcuni brani tradizionali. A destra, i direttori italiani presenti alla Cerimonia Italiana in S. Klara La cerimonia, purtroppo, è stata interessata da un piovasco che ha costretto i circa 4000 coristi, provenienti da 15 nazioni, ad indossare delle buffe mantelline rosse che ci erano state date in dotazione dall’organizzazione. Questo è stato uno dei primi momenti di vera condivisione in cui abbiamo anche avuto l’occasione di scambiarci partiture con cori provenienti dalla Spagna. Un altro importante momento di approccio con gli altri cori sono stati sicuramente i pasti durante i quali abbiamo cantato animando un po’ l’atmosfera. E come dimenticare gli incontri con gli altri coristi ospitati AIUTO! PIOVE! nel nostro stesso hotel!! Cerimonia della Pace una delle 16 sfilate per le vie di Stoccolma. Palazzo reale, Cambio della Guardia. (sotto) Cerimonia della Pace, Piazza Riddarholmen. Sotto i Pueri italiani a Santa Klara Cerimonia ecumenica di Chiusura a Sollidenscenen, Skansen\Djurgården. Domenica, ultimo giorno del congresso, tutti i coristi si sono ritrovati a Skansen per la Celebrazione Ecumenica. È stata una celebrazione molto intensa caratterizzata dalle parole del cardinale, da un’allegra canzoncina inventata da un prete per l’occasione e dall’elezione del nuovo presidente internazionale, un giovane prete polacco, don Robert Tyrala. Come coro siamo rimasti molto entusiasti di questo congresso, i più piccoli si sono resi più indipendenti, i più grandi hanno imparato ad essere più responsabili e attenti nei confronti dei più piccoli e naturalmente il gruppo si è rafforzato molto, pronto per superare altri momenti di gioia ma anche di sconforto insieme, perché si sa, la sopravvivenza di un coro non è sempre facile! Anche gli accompagnatori ci sono sembrati molto contenti dell’esperienza, anche se l’organizzazione non è sempre stata impeccabile da parte dell’associazione internazionale a livello logistico. Dobbiamo ringraziare di cuore Matteo Ziraldo, il nostro fresco e giovane direttore, che ci ha seguito in questa avventura, il nostro presidente Dionisio e Daniela (la nostra organizzatrice di viaggi). Un ringraziamento va anche a Lorenzo Budin, direttore del coro di Martignacco, a Don Efrem, la nostra instancabile guida spirituale, Elena e tutti i coristi sia del coro di Martignacco, che hanno condiviso con noi tutto il Congresso, sia di tutti gli altri cori che hanno contribuito a rendere indimenticabile questa esperienza. L’emozione più grande, come in tutti i congressi, è sentire migliaia di giovani come noi che lodano il Signore con canti di gioia! Cristina Ermacora del coro “In Dulci Jubilo” Fagagna. 12 13 Pueri Cantores “In Dulci Jubilo” Fagagna. Don Antonino Guarracino Lignano Grande festa a Piano di Sorrento per don Antonino Guarracino che compie 90 anni. Sabato 20 giugno, il Midway Chorus con la Presidente Laura Crosato, si sono recati a Piano di Sorrento per festeggiare insieme a tutto il paese campano, il compleanno di don Antonino. Ricordiamo che questo sacerdote, nel lontano 1950 è stato uno dei soci fondatori della Federazione Italiana Pueri Cantores, e il suo coro “San Michele Arcangelo” è iscritto alla Federazione fin dalla fondazione. Dopo un bellissimo concerto in Basilica con i Pueri et Juvenes Cantores “San Michele Archangelo” (foto sopra) e il MidWay Chorus di Cordenons (PN), la festa si è spostata all’oratorio San Nicola, con canti proposti dal MidWay Chorus, diretto da Laura Zanin e discorsi da molte personalità locali e non. La medaglia donata a Don Antonino, parte del disegno è opera dell'ex alunno Antonino Cappiello. Dal sito www.midwaychorus.it ....e don Antonino viene ricordato come un "giovane novantenne" (Laura Crosato) , come un padre che ha allevato "la nostra città" (Avv. Gioacchino Maresca). Infiniti i grazie ... e don Antonino che sbotta, le cerimonie non gli sono mai piaciute ... parte la festa, la immancabile torta, e i canti degli amici di Cordenons ... Gianni Iaccarino intona canti partenopei ... la festa impazza ... Grazie infinite a Daniel, Gaetano, Michele, Marco, Carmelo, Massimiliano, Luigi, Lorenzo, Gianni, Gioacchino, Amelia, Paolo e Biagio di Piano di Sorrento. 14 Congresso Regionale Friuli Venezia-Giulia Lignano 26 aprile 2009 Cori di Pueri Cantores presenti: “San Giuseppe” di Castions di Strada, Dir. Daniele Pironio “In Dulci Jubilo” di Fagagna, Dir. Matteo Ziraldo “S. Maria del Rosario” di Flambruzzo, Dir. Elisabetta Faggian “Santa Maria Assunta” di Martignacco, Dir. Lorenzo Budin “Vos di Muzane” di Muzzana Turgnano, Dir. Micaela Del Giulio “Madonna delle Grazie” di Pordenone, Dir. Andrea Rossi “M° Onofrio Crosato” di Pordenone, Dir. Laura Crosato “Harmonia” di Precenicco, Dir. Maritan Tristano “della Valcjalda” di Ravascletto, Dir. Annamaria Fotia “Artugna” di Roveredo in Piano, Dir. Salvatore Cigana “Harmonia Mundi” di Treppo V., Dir. Sandra Mansutti “Musincanto” di Varmo, Dir. Fabrizio Giacomo Fabris “Maria Assunta” di Vigonovo, Dir. Rita Vavassori Programma della giornata: Al mattino è stata celebrata una messa nella chiesa parrocchiale di Lignano Sabbiadoro, presieduta da Mons. Gherbezza. Il libretto dei canti è stato preparato da Gianni Zamparo, i canti sono stati diretti da Micaela del Giulio e Daniele Pironio, che ha anche curato le partiture e l’esecuzione del quartetto di ottoni. Il pranzo è stato offerto dall’organizzazione Agmen. Al pomeriggio, si è svolta la Cerimonia della pace con esibizione dei cori presenti, in particolare dell’Artugna con canti e balli folcloristici, dei singoli cori (Martignacco, Flambruzzo, Muzzana, Precenicco e Varmo) e poi alla fine, tutti insieme hanno salutato i presenti con canti e lancio dei palloncini. 15 Lignano in fiore 26 aprile 2009 Manifestazione organizzata dall’AGMEN (Associazione Genitori Malati Emopatici Neoplastici) ...Anche quest’anno è arrivato il momento di rivederci tutti assieme al Parco Hemingway per la nostra coloratissima festa. Per essere ancora più “fantasmagorici”... quest’anno ospiteremo il Congresso Regionale Pueri Cantores e la festa per il XXV anniversario dell’AGMEN FVG, oltre, ovviamente, a musica, balli, spettacoli, marionette, laboratori, il parco delle fiabe, il lancio dei palloncini, la pesca di beneficenza, la fantastica cucina e tanto divertimento. Mario Montrone, presidente dell’Agmen Pueri Cantores “San Giuseppe” di Castions di Strada XI Congresso Diocesi Concordia-Pordenone Il 4 ottobre 2009, alle ore 18.00, nella basilica di Concordia Sagitaria, si è svolto il XI Congresso Diocesano Puer Cantores della Diocesi Concordia-Pordenone. Vent’anni di storia 1989 - 2009 Ha presieduto la Concelebrazione S. E. Mons. Ovidio Poletto, Vescovo di ConcordiaPordenone. (foto a lato) E’ stata cantata per intero la Messa terza classificatasi nel Concorso «Missa Pueri Cantores 2008», del Maestro Daniele Toffolo, che per l’occasione ha composto anche il salmo. I cori sono stati diretti dal Maestro Andrea Tomasi. Alla tromba si sono esibiti i M° Diego Cal e Stefano Flaibani; all’organo lo stesso Maestro Compositore, Daniele Toffolo. Questi sono stati i Cori partecipanti. Cordenons J. Cantores “Ensemble Armonie” Dir. Patrizia Avon Cordenons J. Cantores “Midway Chorus” Dir. Laura Zanin Fiume Veneto P. Cantores “San Nicolò Vescovo” Dir. Ester Bariviera Giai di Gruaro P. Cantores “Voci Serene” Dir. mons. Lino Pigatto Pordenone P. Cantores “M° Onofrio Crosato” Dir. Laura Crosato Pordenone P. Cantores “Delle Grazie” Dir. don Andrea Rossi Roveredo in P. P. Cantores “Artugna” Dir. Salvatore Cigagna Summaga P. Cantores “Le Rondinelle” Dir. Valentina Zamberlan Summaga J. Cantores “Voci dell’Abbazia” Dir. Maristella Piccolo Vigonovo di F. P. Cantores “Maria Assunta” Dir. Rita Vavassori Pueri Cantores “ Natus Est” di Loreggia (PD) Il giorno 8 Febbraio 2009 si è svolta la benedizione delle nuove e tanto attese divise del coro dei “Pueri Cantores Natu Est”. La notizia che avremmo presto avuto delle uniformi nuove (senza dimenticare le vecchie tuniche, indossate sin dalla nascita del coro e divisa ufficiale dei Pueri Cantores), ha provocato subito grande aspettativa tra noi Pueri, tanta gioia e allegria! Una volta terminata la preparazione dei tanto agognati nuovi maglioncini (un grazie di cuore alla mitica mamma della nostra direttrice per tutto il suo duro lavoro che ci ha permesso di indossarli!), seppur con un piccolo ritardo a causa dell’iscrizione al coro di numerosi nuovi cantori, li abbiamo finalmente inaugurati durante la Santa messa delle ore 11. Quel giorno, dopo avere indossato i maglioncini nella sacrestia prima dell’inizio della celebrazione, le più piccole aiutate dalle più grandi, e dopo una piccola prova con don Leone, la S. Messa è iniziata. Poi, subito dopo l’omelia è arrivato il nostro momento: consapevoli degli sguardi di tutti, ma orgogliosi poiché indossavamo la nostra nuova uniforme, ci siamo disposti davanti all’altare, abbiamo recitato una preghiera di ringraziamento e, dopo la benedizione del sacerdote, abbiamo cominciato a cantare e siamo ritornati a disporci al nostro posto, ancora più felici e consapevoli, in quel momento, del nostro importante servizio. Ma, soprattutto, noi ragazzi speriamo vivamente di continuare ad essere così numerosi e di cantare sempre con questo spirito, divertendoci in questo splendido gruppo di amici ed animando ogni domenica la S. Messa delle ore 11, perché chi canta … prega due volte!!! By Sara 16 Lo scorso 17 maggio chi ha partecipato alla santa messa domenicale delle 11.00, di certo entrando in chiesa non ha potuto fare a meno di notare il fantastico “colpo d’occhio” di tanti giovani e ragazzi riuniti sull’altare maggiore, tanti, da gremirlo in ogni ordine di spazio. Li per li, sono sicuro in molti si saranno chiesti: “ma chi sono”? Erano tutti i ragazzi che per almeno una volta nell’arco dei veni anni della vita del coro sono stati Pueri o Iuvenes Cantores della parrocchia di S. Giuseppe di Castions. Eravamo circa 80 tutti riuniti, ed è stato veramente un momento importante, ricco di emozioni e sensazioni, ma ciò che più ha colpito è stato proprio il fatto che dopo tanti anni è bastato un attimo per ricordarsi tutti i brani imparati (anche polifonia a quattro voci), un attimo è tutti siamo ritornati indietro nel tempo e come allora, la nostra voce unita nel canto e nella musica, ha riempito tutta la chiesa di Castions ed il cuore dei fedeli presenti. Tutti ci siamo emozionati: questo il “miracolo” se vogliamo chiamarlo così, che può fare un coro che canta la musica di Dio, la musica cantata dai Pueri Cantores. Per mettere tante voci unite assieme, in maniera perfetta e delicata, e per ottenere tanta vivacità e unione di gruppo non basta un solo direttore, ci devono essere anche i sentimenti e gli ideali che ieri come oggi ci hanno legato e sostenuto così profondamente! Non è facile spiegare cosa abbiamo provato nel rivederci tutti di nuovo assieme, nel sentire e cantare di nuovo quelle melodie come “Suspir da l’anime” che sono cimeli importanti della nostra tradizione friulana, ma che sono diventati per noi coristi “marchio di riconoscimento”. In quanti abbiamo tremato di emozione risentendo le voci solistiche alternate al coro, forse il momento più intenso e toccante di tutta la celebrazione, un momento però, che ci spiega come un gruppo di ragazzi e giovani, se incontrandosi, imparano a rispettarsi e a volersi bene, poi nel tempo non lo dimenticano più e diventa parte integrante del proprio stile di vita di ognuno di essi. Se tutto questo è stato possibile, se abbiamo portato sempre avanti il progetto Pueri Cantores a Castions, lo dobbiamo a tantissime persone che vogliamo ringraziare di cuore, un grazie infinito a tutti coloro che sono stati e che sono Pueri Cantores, un grazie infinito va a chi ha fondato il coro, la Maestra Laura Crosato, grazie a Lei ci siamo iscritti per la prima volta alla grande famiglia internazionale dei Pueri Cantores, grazie alla sua inesauribile energia e vitalità il coro ha potuto crescere e migliorarsi, grazie poi a SergioTomasin che l’ha sostituita con passione e grazie ai vari direttori che via via si sono susseguiti, fino ad arrivare a me oggi. Un grande grazie a tutti i vari consigli direttivi, tante persone che hanno lavorato assieme con sinergia ed entusiasmo in particolare i Presidenti; un grazie immenso a tutti loro dal fondatore Anzit Luciano, a Deganis Flavio, all’attuale presidente Mauro Franceschinis che ormai è 17 2009 I Pueri Cantores “vecchi e nuovi” alla guida dei Pueri Cantores “S. Giuseppe” di Castions da più di undici anni! Un grazie ai nostri parroci, prima Mons. Manlio Pertoldi che ci ha sostenuto nel momento della nostra nascita e come padre spirituale ci ha accompagnati fino al nostro parroco attuale don Domenico Vignuda. Non possiamo poi dimenticare il nostro organista Natalino che ci ha sempre “sostenuto” non solo con lo strumento, l’entusiasmo di un ragazzo e il suo profondo amore per la musica. Ogni domenica mi potete trovare, all’organo dopo la messa per chiedere qualsiasi informazione per capire come entrare a cantare nel coro, un importantissimo impegno che alla fine richiede pochissimo del tempo prezioso che ognuno di noi ormai ha a disposizione ma che veramente può dare tantissime soddisfazioni. Sperando, infine, di festeggiare assieme a tutti Voi anche i prossimi trenta anni di vita corale, ringraziando nuovamente tutti di cuore, vi lascio con le parole del motto dei Pueri Cantores di tutto il Mondo, perché diventi anche una preghiera rivolta a Dio e a tutti voi che ci dia la forza sempre di andare avanti per molti e molti anni ancora: “Domani tutti i bambini e ragazzi del mondo canteranno la pace di Dio”. Daniele Pironio 1992 I Pueri Cantores “San Giuseppe” di Castions di Strada indossano la tunica per la prima volta News XV Congresso Nazionale - Torino Corso Estivo - luglio 2010 per Direttori di Cori di Pueri e Juvenes Cantores XV Congresso Nazionale Pueri Cantores Torino -Colle don Bosco (Giovedì 29),Venerdì 30 aprile, Sabato 1 e domenica 2 maggio 2010 Servite Domino In Laetitia CORTINA D’Ampezzo (BL) 9, 10, 11 luglio 2010 DOCENTI: Direzione e Liturgia M° Alessandro Cadario Mons. don Guido Genero PREMESSE Periodicamente la Federazione Italiana Pueri Cantores, organizza un corso estivo per Direttori di Pueri con varie finalità: approfondimento della cultura musicale, approfondimento della conoscenza della liturgia aggiornamento dei direttori nelle loro competenze direttoriali e vocali Per il nuovo corso da farsi nel 2010, oltre alla scelta di docenti di fama internazionale, si è pensato di 1) scegliere un percorso che porti a riflettere sul mondo giovanile, - come affrontare l’insegnamento corale in questa nuova generazione di Pueri et Juvenes Cantores, - come capire e usare il loro linguaggio per portarli a più vaste e profonde conoscenze musicali e spirituali. 2) scegliere un percorso che approfondisca e, laddove ci fosse carenza, istruisca su tutto ciò che può riguardare le nozioni basilari della liturgia, che faccia sentire la profondità spirituale che si cela dietro ad una corretta liturgia, che faccia vivere liturgia come esperienza appassionata di un credente, che insegni a realizzarla con fedeltà. coerenza ed amore. News News News News News News News News News News News News logo di Marta Casco; Pueri Cantores “Santa Maria Assunta” di Martignacco Premessa Questo Congresso è stato costruito soprattutto per i ragazzi, saranno ospitati tutti nello stesso posto, faranno conoscenza, canteranno e si divertiranno tutti assieme, sotto lo sguardo del loro Patrono San Domenico Savio. Programma I simpatici Pueri Cantores di Virco, diretti da Eleonora Pituello, salutano tutti i loro amici italiani e danno loro un affettuoso arrivederci a Torino! Giovedì 29 aprile 2010 ARRIVO Sera Arrivo e sistemazione a Colle Don Bosco I Pueri Cantores “Musincanto” diretti da Fabrizio Giacomo Fabris, di Varmo (Ud) salutano anche loro, tutti i loro amici italiani con degli splendidi sorrisi. Arrivederci a Torino! Venerdì 30 aprile 2010 SACRA SINDONE Mattina Visita alla Sacra Sindone Pomeriggio Concerto a Torino Sera Via Crucis attorno e dentro il Duomo di Torino Sabato 1° Maggio 2010 SAN DOMENICO SAVIO Mattina e pomeriggio Turismo Sera Festa dell’incontro a Colle don Bosco Domenica 2 Maggio 2010 PAPA A TORINO Mattina messa a Torino con Benedetto XVI Per qualsiasi informazione rivolgersi alla Commissione organizzatrice TORINO 2010 Roberto Camata - [email protected] cell: 335/6521471 - fax: 0434/523333 e scaricare i moduli di iscrizione dal sito www.puericantores.it auguri auguri auguri auguri auguri auguri auguri auguri auguri auguri auguri auguri auguri auguri Elena Paroni direttrice del coro Pueri Cantores “Sisilutis” di Bertiolo, si è sposata con Alessandro Scodellaro il 3 ottobre 2009 a Bertiolo. Tanti affettuosi auguri e tanti Pueri Cantores ai neo sposi!!! 18 19 Incontro con Benedetto XVI don Robert Tyrala Due “fedeli” della Parrocchia del Duomo di Udine hanno vissuto una bella esperienza, breve, ma intensa e degna di essere fatta conoscere a tutta la Federazione dei Pueri Cantores. Andare a Roma e partecipare alla Udienza Pontificia è capitato a tanti, ma essere ammessi al tradizionale rito del “baciamano” ed avere un colloquio personale con il Papa è un privilegio di pochi, soprattutto se avviene in modo inaspettato. E’ quello che è capitato all’Arciprete della Cattedrale di Udine, mons. Luciano Nobile, ed al prof. Savino Paiani, Vice Presidente della Federazione Italiana, quello che da 30 anni segue il Movimento dei Pueri Cantores del Duomo e dell’Arcidiocesi di Udine. per completare gli studi teologici e prepararsi a svolgere i vari compiti diocesani; ma lo fa anche per motivi di fede, per sostare sulla tomba di San Pietro in Vaticano e confermare il suo credo cristiano. Ha invitato il prof. Paiani ad accompagnarlo, e la Provvidenza volle che i giorni scelti per questa visita coincidessero proprio con il mercoledì 19 novembre, giorno di Udienza Pontificia in Piazza San Pietro, e giorno del compleanno del prof. Paiani. Hanno colto l’occasione per essere presenti in tempo all’Udienza, ma ebbero la “fortuna” di essere presenti in prima fila, ed ammessi anche al “baciamano”. L’idea di andare a Roma è stata del Parroco mons. Nobile; ogni tanto, una volta all’anno, lui fa questo viaggio diciamo “pastorale”, per incontrare i chierici ed i Sacerdoti presenti a Roma Il Papa, con la semplicità di un parroco di “campagna” ha ascoltato mons. Nobile che gli ha parlato della sua ParrocchiaCattedrale. Poi ha ascoltato anche Paiani, che gli ha parlato dei Pueri Cantores del Duomo, della Diocesi e del Triveneto di cui è responsabile nazionale, ha chiesto per tutti i Pueri Cantores la sua benedizione ed a nome loro gli ha offerto in una elegante custodia due pregevoli opere poetiche in friulano di don Domenico Zannier: “L’Àncure te Natìsse”(L’Ancora nel fiume Natissa) del 1972 e “I Dumblis Patriarcâi” (I Giovani Patriarcali) del 1982, complessivamente 16 mila versi poetici sulla antica Chiesa di Aquileia. La foto testimonia l’avvenuto incontro con il Sommo Pontefice il 19 novembre 2008 Il Papa ha risposto che conosceva bene il prezioso lavoro dei Pueri Cantores, volentieri dava loro la benedizione e invitava i loro maestri a continuare con coraggio e con fede. Pochi giorni dopo, il 24 novembre, la Segreteria di Stato rispondeva con una lettera per ringraziare dell’omaggio offerto al Papa, esortava i Pueri Cantores a diffondere ovunque la gioia della fede cristiana, invocando su di loro abbondanti grazie celesti ed impartendo loro una speciale Benedizione Apostolica, estendendola volentieri a tutte le persone care. Ecco il neo Presidente Internazionale dei Pueri Cantores A Stoccolma, durante una riunione dei Presidenti delle Federazioni Nazionali Pueri Cantores, è stato eletto il nuovo Presidente internazionale: don Robert Tyrala, (foto a destra) già Presidente dei Pueri Cantores della Polonia e fautore e realizzatore del grande Congresso svoltosi nel luglio del 2007 a Cracovia. Sostituisce il grande e amato Presidente Josep Torrents, catalano che ha retto come un padre affettuoso, la Federazione Internazionale per ben 9 anni. Don Robert Tyrala, vuole comunque continuare per la strada intrapresa da Josep Torrents e continua a chiedere la sua collaborazione e i suoi consigli. Li rivedremo e incontreremo tutti e due a Roma per il Congresso Internazionale del 2010-11 e saranno presenti entrambi al nostro Congresso Nazionale Italiano di Torino - Colle Don Bosco nell’aprile 2010. Venezia, aprile 2008, Progetto Accoglienza. Torrents con Lucia Patanè, Laura Crosato, Daniele Pironio Appuntamento a...ROMA per il Appuntamento a Granada, in ... Spagna per il XXXVII Congresso Internazionale Pueri Cantores 11, 12, 13, 14, 15 Luglio 2012 XXXVI Congresso Internazionale Pueri Cantores 28, 29, 20, 31 dicembre 2010 - 1° gennaio 2011 Granada, Piazza Isabella la Cattolica Roma, Piazza San Pietro Granada, Panorama Roma, Altare della Patria 20 Roma, Pantheon 21 Granada, Castello di Alhambra Iscrizioni alla Federazione per il 2010 Bando II CONCORSO DI COMPOSIZIONE DI MUSICA SACRA Come già annunciato nelle news di aprile 2009, le iscrizioni quest’anno dovranno essere inviate via mail, in un file formato word, e dovranno contenere tutti i dati richiesti nel sottostante modulo. Si ricorda poi che la spedizione dei bollettini sarà nominale e quindi aspettiamo urgentemente gli indirizzi delle persone alle quali volete spedire i bollettini. Chiaramente il coro che iscrive 20 persone manderà, sempre via computer, 20 indirizzi, chi ne iscrive 30, 30 indirizzi e così via... I cori che questa primavera hanno mandato gli indirizzi, possono eventualmente comunicare le variazioni. Modulo d’iscrizione, da spedire via posta elettronica in formato word (.doc) a tutti e due questi indirizzi: [email protected] [email protected] MODULO DI ISCRIZIONE ANNO 2010 (spedire via mail i seguenti dati) Dati del CORO (obbligatori) nome del coro, N° cantori, Città sede del Coro, Diocesi, Regione, Anno dell’approvazione dello Statuto da parte del Vescovo........ (no per il coro simpatizzante) “Mottetti per una messa domenicale” - anno 2010 Premessa La Federazione Italiana Pueri Cantores, pur attingendo i propri canti dal repertorio “classico” della musica sacra, dal Gregoriano ai giorni nostri, sente tuttavia l’esigenza di ampliare i propri orizzonti, stimolando la composizione di nuovi canti adatti alle caratteristiche vocali dei cori associati. Nell’intento di promuovere la creazione e la diffusione di un nuovo repertorio sacro musicale dedicato in special modo ai Pueri Cantores, la Federazione Italiana bandisce pertanto il seguente BANDO E REGOLAMENTO Art. 1 La Federazione Italiana Pueri Cantores” bandisce il II Concorso di Composizione di Musica Sacra “Mottetti per una messa domenicale” 2010 Dati del DIRETTORE (obbligatori) Cognome e Nome, via e n°, cap, città e prov tel, fax e cell, e-mail, Dati del PRESIDENTE o RESPONSABILE del gruppo (non servono per il coro simpatizzante), Cognome e Nome, via e n°, cap, città e prov tel, fax e cell, e-mail, Dati del RESPONSABILE SPIRITUALE del gruppo (almeno il nome) Cognome e Nome, via e n°, cap, città e prov tel, fax e cell, e-mail, Dati del VERSAMENTO (facoltativoo per il coro simpatizzante) Totale versamento €….............................pari a n….cantori x 5,00 €) data del versamento, Modalità di versamento: - tramite bollettino postale, intestato a: Federazione Italiana Pueri Cantores c/c 88812409 - o tramite bonifico bancario alla: Federazione Italiana Pueri Cantores Banca delle Marche Agenzia di Monte San Giusto (MC) C.Iban IT58E 06055 69010 000000007700 Art. 2 Il Concorso è organizzato dalla Federazione Italiana Pueri Cantores, con il Patrocinio della Federazione Internazionale Pueri Cantores e della FENIARCO. Art. 3 Al Concorso possono partecipare musicisti di qualsiasi nazionalità e cittadinanza, senza limiti di età. * Allegare gli indirizzi postali di coloro ai quali si vuole spedire la rivista “Pueri Cantores” e tutto il materiale informativo (indirizzo del solo direttore per i cori simpatizzanti, indirizzi in numero pari agli iscritti, per il coro socio) * Allegare un brevissimo curriculum e se possibile, una foto del coro. * Ricordarsi di mandare sempre tempestivamente a segreteria e a presidenza, gli eventuali cambiamenti del proprio indirizzo postale o elettronico (e-mail) * Scadenza dell’iscrizione 15 dicembre ‘09. Si autorizza l’uso dei dati personali nei limiti e per le finalità previste dal presente modulo (T.U. Privacy D.Lgs. 19/06/03). Art. 4 Il concorso è dedicato alla composizione di Mottetti a due o tre voci pari, su testo dato. I mottetti possono essere cantati a cappella o accompagnati dall’organo. Art. 5 L’Ingresso, l’Offertorio e la Comunione sono i momenti della messa che ispireranno la composizione dei mottetti. Il Maestro Compositore potrà scegliere di musicare il testo in italiano o in latino. Art. 6 Il testo è allegato al bando; comunque sarà pubblicato anche sul sito Internet della Federazione Italiana e, all’occorrenza, potrà essere richiesto alla Segreteria. iscrizioni anno 2010 per i Simpatizzanti Dal verbale del 19 aprile 2009, Assemblea annuale - Roma .....Omissis Su suggerimento del Vicepresidente Prof Savino Paiani, è stata accettata la proposta di inserire nella Federazione come “simpatizzanti” i cori di ragazzi che già animano con il canto, la liturgia nelle proprie parrocchie, che sono approvati dal proprio parroco e lavorano con continuità e con gli stessi ideali dei Pueri Cantores. Devono presentare una richiesta scritta di adesione senza obblighi di quote annuali, possono partecipare alle iniziative promosse dalla Federazione, all’Assemblea annuale con diritto di voto consultivo . Riceveranno le informazioni e le pubblicazioni edite dalla Federazione, non riceveranno le tessere e i bollettini “Pueri Cantores”. Omissis..... Aspettiamo perciò nominativi di cori che ancora non si sentono pronti per entrare nella Federazione, ma che vogliono seguire e conoscere la realtà dei Pueri per valutare magari in futuro una iscrizione ufficiale. 22 Art. 7 Le composizioni, in numero di 3, una per ogni momento, inedite e mai premiate in precedenti concorsi di composizione, dovranno pervenire in sei copie alla Segreteria della Federazione Italiana ( via E. Fermi, 7 95014 Giarre CT) entro le ore 24 del 17 giugno 2010. Art. 8 Non è previsto il pagamento di una tassa di iscrizione. Art. 9 Ogni partitura dovrà essere contraddistinta da un co- 23 dice alfabetico e/o numerico di sette lettere e/o numeri; lo stesso codice dovrà essere riportato anche all’esterno di una busta sigillata contenente le generalità e il recapito del compositore e una dichiarazione autografa attestante che le composizioni presentate sono inedite e che non sono mai state premiate in precedenti concorsi. Le copie dovranno essere in formato A4, leggibili e prive di ogni firma o segno di identificazione, pena l’esclusione dal Concorso. Art. 10 Le buste sigillate, contenenti le generalità e il recapito del compositore, saranno custodite in cassaforte dalla Segreteria. Dopo che la Giuria avrà decretato il Vincitore del Concorso e la classifica dei primi posti, verranno aperte solo le buste relative ai vincitori, mentre le altre saranno distrutte. Art. 11 La valutazione sarà fatta da una Giuria composta dalla Commissione Artistica della Federazione Italiana oltre a qualche membro esterno di indiscussa fama nazionale ed internazionale, scelto dalla Federazione stessa. Art. 12 Il suo giudizio è insindacabile e inappellabile. Art. 13 L’autore delle composizioni vincitrici riceverà il TROFEO “II Concorso di Composizione Pueri Cantores” e un premio di 500 euro. Art. 14 Verranno anche premiati il 2° e il 3° classificato rispettivamente con 400 e 300 euro e tutte le composizioni premiate saranno pubblicate in un unico volume. Sarà inoltre premiato, con menzione d’onore e stampato nello stesso volume, il singolo mottetto migliore fra tutti in assoluto. Art. 15 La premiazione si svolgerà durante un Concerto di Gala della Federazione Italiana Pueri Cantores nell’autunno 2010 o in altro momento significativo, deciso sempre dalla Federazione. Art. 16 Le partiture inviate non verranno restituite. Art. 17 Tutti i relativi diritti saranno di spettanza della Federazione Italiana Pueri Cantores. Art. 18 La domanda di partecipazione al Concorso con l’invio della composizione implica l’accettazione incondizionata da parte del concorrente di tutte le norme stabilite dal presente regolamento. ...segue da pag 23, il testo del Bando di Musica Sacra Ogni eventuale contestazione che dovesse sorgere in relazione al presente Concorso, sarà risolta in via amichevole ed equitativa, senza vincoli di forma, da un Collegio di tre Probi Viri. Due saranno scelti rispettivamente da ciascuna delle parti ed il terzo sarà nominato dal Presidente della Federazione Italiana Pueri Cantores. Il Foro competente sarà in ogni caso quello di Pordenone, sede dell’attuale Presidenza. Art. 19 La Direzione del Concorso si riserva di apportare tutte le modifiche ritenute necessarie al presente regolamento o di non effettuare il Concorso qualora intervengano cause di forza maggiore, escludendo qualsiasi risarcimento a qualsiasi titolo per i concorrenti. Ogni eventuale modifica sarà tempestivamente segnalata sul sito www.puericantores.it Art. 20 I testi da musicare, in latino o in italiano, sono i seguenti: Canto d’ingresso: (Salmo 65,1.2.16 – 2° domenica del Tempo Ordinario) Italiano: Alzate voci di giubilo a Dio, terra tutta, cantate un salmo al suo nome. Venite ed ascoltate, voi tutti che temete Dio, e vi racconterò quanto ha fatto il Signore per l’anima mia. Alleluia. Latino: Jubilàte Deo, univèrsa terra, psàlmum dìcite nòmini eius. Venìte et audìte, et narràbo vobis, omnes qui timètis Deum, quanta fecit Dòminus ànimae meae. Alleluia ». Canto di offertorio (dalla Liturgia Eucaristica) Italiano: Benedetto sei tu, Signore, Dio dell’universo: dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo pane, frutto della terra e del lavoro dell’uomo; lo presentiamo a te, perché diventi per noi cibo di vita eterna. Benedetto sei tu, Signore, Dio dell’universo: dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo vino, frutto della terra, e del lavoro dell’uomo; lo presentiamo a te, perché diventi per noi bevanda di salvezza. Latino: Benedictus es, Domine, Deus universi, quia de tua largitate accepimus panem, quem tibi offerimus, fructum terrae et operis manuum hominum, ex quo nobis fiet panis vitae. Benedictus es, Domine, Deus universi, quia de tua largitate accepimus vinum, quod tibi offerimus, fructum vitis et operis manuum hominum, ex quo nobis fiet potus spiritalis. Canto di Comunione(Sal. 26,4 – 11° Domenica del Tempo Ordinario) Italiano: Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola cercherò: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita. Indirizzo Segreteria, Prof. Lucia Patanè e-mail sito Federazione Latino: “Unam pètii a Domino, hanc requìram: ut inhàbitem in domo Dòmini òmnibus dièbus vitae meae”. cui inviare le composizioni: via E. Fermi, 7 95014 Giarre (CT) [email protected] www.puericantores.it 24