Genova Impresa_6-07 - Confindustria Genova

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IL PERSONAGGIO
Intervista a Michele Zunino, presidente Plexia spa, operatore genovese di TLC
Oltre
il Telefono
di PIERA PONTA
el 2003, dopo aver ricoperto incarichi ai vertici di Cubecom spa e Galactica Net spa, società “storiche”
nel settore dell’ICT, Michele Zunino fonda
Plexia spa, l’unico operatore genovese di
telecomunicazioni. La società, della quale
Zunino è il presidente e Jacopo Fernandez
è l’amministratore delegato, conta 32 dipendenti e un giro d’affari che quest’anno
si attesta intorno ai 4 milioni di euro.
N
Presidente, non deve essere semplice
farsi spazio in un mercato che, seppure
ufficialmente liberalizzato, è dominato da
colossi come Telecom Italia.
Plexia è a tutti gli effetti un operatore TLC
nazionale che si pone sul mercato al pari
dei grandi player, essendo in grado di erogare tutti i servizi di base disponibili. Ma
non è su questo terreno che Plexia si misura con gli altri operatori di TLC. Al nostro cliente – tipicamente l’azienda grande
e media del Centro-Nord - proponiamo
servizi integrati personalizzati che “vanno
oltre” il telefono, supportati da tecnologie
fortemente innovative che garantiscono un
alto grado di affidabilità ed efficienza. La
nostra capacità di stare sul mercato non si
basa quindi sul miglior prezzo applicabile
ma sulla competenza tecnica e sulla velocità e proprietà di risposta al problema del
cliente. Noi lavoriamo in mercati di nicchia
dove queste nostre qualità sono ricercate
e apprezzate. I grandi mercati li lasciamo
ai grandi operatori.
M i chele Zunino
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Qual è la proposta innovativa di
Plexia?
Quella di fornire, attraverso un unico
accesso fisico, molteplici servizi integrati e convergenti: videosorveglianza, videocomunicazione, soluzioni di
domotica, monetica, telecare, reti
geografiche per sistemi informatici,
oltre alla connettività internet e ai servizi di telefonia vocale. Oggi, per
esempio, è possibile gestire i telefoni
degli uffici decentrati di un’azienda da
una solo postazione operatore, e lo
stesso si può fare per la videosorveglianza. Il nostro obiettivo futuro è
quello di costruire una rete logica attraverso la quale far viaggiare nello
stesso modo voce, immagini, dati,
mentre all’interno delle aziende e delle case una sorta di commutatore
potrà identificare i vari servizi e dirottarli sul terminale più idoneo: lo
schermo tv, il pc, il telefono…
Esistono già tecnologie utilizzabili a
questo scopo o si deve partire da
zero?
Le tecnologie sono già disponibili sul
mercato, il problema è il livello di integrabilità. Noi abbiamo sottoscritto
un accordo di collaborazione pluriennale con Cisco System (leader mondiale nella fornitura di apparati di networking, ndr), in base al quale usiamo la loro tecnologia e da questa ne
sviluppiamo altra per rispondere alle
esigenze dei nostri clienti. La nostra
rete trasmissiva logica e di commutazione è un prodotto Cisco ed è disponibile su tutto il territorio nazionale. La sfida di Plexia è stata quella di
installare una centrale di nuova generazione soft switch, compatibile
con lo sviluppo di una rete omogenea. Ci sono voluti due anni di test
per omologare questo tipo di centrale e ottenere l’autorizzazione dal Ministero a operare. L’investimento è
stato rilevante ma necessario per garantire la massima semplicità di utilizzo dei servizi, soprattutto per quelle
aziende che non hanno al loro interno personale tecnico dedicato ma
per le quali l’accesso semplice e veloce alle informazioni è di fondamentale importanza per la loro attività.
In diversi settori dell’industria e dei
servizi, molte aziende di piccola e
media dimensione, sebbene talvolta obtorto collo, si sono aggregate
tra loro per riuscire a contare di più
sul mercato globale. Com’è la situazione nel settore delle TLC?
Dopo lo “sboom” del 2000, le piccole società di telecomunicazione hanno tirato i remi in barca. Attualmente
sono una trentina quelle riconosciute
dal Ministero, delle quali solo la metà
di respiro nazionale. Esistono poi i
cosiddetti “reseller”, agenzie di brokeraggio di servizi di TLC che operano in assenza di una normativa specifica. Io non vedo male la nascita di
aggregazioni tra le piccole società di
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telecomunicazioni, che dispongono
delle tecnologie innovative, e i reseller, che posseggono interessanti
portafogli clienti. Per quanto riguarda
Plexia, se vogliamo che il mercato le
riconosca il ruolo che merita, dalla
fuoriserie modello unico dovrà passare a produrre fuoriserie in sette o
otto modelli diversi, e per fare questo dovrà stringere alleanze e crescere.
Plexia è l’unico operatore di telefonia genovese: quella di costituire la
società a Genova è stata una scelta
dettata anche da ragioni di business o solo per affetto?
Genova è una piazza particolare,
complessa, chiusa: le “new entry”
sono guardate con diffidenza. Questa chiusura ha un effetto positivo:
quello di accresce l’affezione dei collaboratori all’azienda; l’altro lato della
medaglia è che siamo costretti a
cercare fuori Genova collaboratori
che abbiano le competenze necessarie per operare con le nuove tecnologie. Così abbiamo aperto una
sede a Torino, città che vanta una
lunga tradizione nelle TLC e dove è
più facile reperire personale già formato. Poi abbiamo uffici commerciali a Milano e a Roma, dove sono installate le centrali, e a Firenze. Mi
piacerebbe, però, poter lavorare di
più in Liguria, e che anche le istituzioni locali valorizzassero la “genovesità” di Plexia. I