Rassegna stampa 20/04/2014

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Rassegna stampa 20/04/2014
 INDICE RASSEGNA STAMPA
Si parla di noi
Corriere Della Sera
20/04/2014
p. 37
Alice delle Meraviglie
Alice Rohrwacher
1
Festival Cinematografici
Nazione Empoli
20/04/2014
p. 27
Videoclip horror e Halloween fuori stagione
4
Segnalazioni
Nazione Lucca
20/04/2014
p. 23
Tutta la Valle fa il tifo in tv per Castiglione, il borgo più bello
Dino Magistrelli
5
Tirreno Viareggio
20/04/2014
p. XV
Made in Versilia i nuovi cartoni animati
Franco A. Calotti
6
Indice Rassegna Stampa
Pagina I
Alice delle
«La campagna, i sogni, la famiglia
I segreti del mio film per Cannes»
(li ALICE ROHRWACHER
e meraviglie è un film che racconta della campagna, dell'amore un
po' bizzarro tra un padre e le sue
figlie, di figli maschi mancati, di
animali e fate che abitano nella
televisione. È un film che è accaduto dopo
il Sessantotto. È un film dove si parla in viterbese ma quando ci si arrabbia si risponde in francese e tedesco. È anche una fiaba.
Arriva sempre il momento in cui qualcuno ti chiede da dove vieni. Vorrei tanto rispondere con una sola parola, come «Roma!», «Milano!», ma invece
mi ritrovo a spiegare che vengo da una
zona di confine tra Umbria, Lazio e Toscana, là dove le identità sono tutte
sfaldate, in campagna. Forse il mio interlocutore conosce quei luoghi? Ma
certo, mi dice, certo: sono stato a Civita
la scorsa domenica e mi è sembrato di
vivere nel medioevo per una giornata.
Ecco, questo è stato il primo istinto
che mi ha spinto a lavorare su Le meraviglie: il disagio che si pensi all a campagna,
o ai piccoli paesi che la costellano, come
luoghi «puri», fuori dal tempo, e quindi
fruibili, perché non possono mai mutare.
Ma visti dal di dentro (o forse visti lateralmente), quei luoghi non sono così, e la purezza è solo una prigione a cui si sono consegnati per avere in cambio un pasto caldo
al giorno.
In Italia oggi si parla della campagna solo per raccontarne la distruzione e l'imminente rovina, o per usarla come sfondo romantico e innocente di storie che poco la
riguardano. Eppure quello che sta avvenendo nel paesaggio italiano è un cambiamento molto più profondo e doloroso.
Prima si è cercato di distruggere tutto
ciò che era cultura le piazze, le siepi, le
biblioteche e i piccoli cinema, i teatri di
provincia, i circoli e tutti i luoghi di ritrovo
e di scambio per poi trasformare in cultura tutto quello che restava, tutto quello
che era innocuo: il mangiare (a bocca piena
si parla meno) e il passato remoto (che pericolo ci può essere nel teatro etrusco?).
All'improvviso tutti si sono ricordati di
avere UNA tradizione, e si sono dedicati a
quella con tutte le loro forze. Ma la tradizione non si può estrapolare, è fatta di strati, e
spesso è solo l'ultima manifestazione di un
processo di mutamento. Non è piatta, è come un pozzo. Non si può salvare e proteggere solo uno strato.
Insomma, ho iniziato a girare nella mia
regione, a incontrare contadini, imprenditori agricoli, paesani. Ho iniziato a chieder-
Si parla di noi
mi: se venissero gli extraterrestri, cosa capirebbero di questo posto?
Per poter trovare un'immagine pura, abbiamo bisogno di un punto di vista, che deve necessariamente essere ibrido. E di una
casa, naturalmente. E di una famiglia che ci
è andata ad abitare. La casa che abbiamo
scelto per il fil m c'era da prima, c'è sempre
stata. E una casa dove ci sono delle parti antichissime e delle parti più recenti, perché
nessuno l'ha mai ristrutturata secondo lo
stile di un'unica epoca. Fino a poco tempo
fa vivere così era normale: si entrava a fare
parte di una storia che ci precedeva, che
non si poteva controllare fino in fondo.
La famiglia della nostra storia invece
non c'era da prima, non appartiene a quell a
regione, e neanche sapeva all'inizio di essere una famiglia. Sono persone che sono arrivate in campagna per una scelta politica,
perché nelle città non c'era più posto, e anni di manifestazioni sono stati soffocati
dalla violenza e dalla delusione. Ma non è
una vita semplice: bisogna lavorare tanto,
ed è difficile sopravvivere senza il conforto
di appartenere a un movimento. Non si è
dei veri contadini perché non si viene dalla
terra, ma non ci si può neanche definire
cittadini perché si sono tagliati i ponti con
Pagina 1
le città, non si è hippies perché ci si spacca
la schiena dall a mattina alla sera, ma non si
è neanche imprenditori agricoli perché ci
si rifiuta di usare tecniche più produttive di
coltivazione, in nome di una vita sana. Non
essendoci un movimento, una definizione
con cui ci si possa chiamare da fuori, ecco
che resta solo una parola: famiglia. Proprio
quella che nel sessantotto tanti volevano
spaccare, ora è la loro arca di Noè, è il loro
unico riparo. Loro sono una famiglia.
La famiglia di Le meraviglie è formata da
Wolfgang, il padre che viene da un paese
del nord, forse dal Belgio o dalla Germania,
e Angelica, la madre italiana. Hanno quattro bambine: Gelsomina, la primogenita,
Marinella, Caterina e Luna. Hanno un orto,
un'ospite fissa, Cocò, pecore e api. Cosa ci
fanno lì?
La risposta è quasi imbarazzante ma è
vera: vogliono proteggere le bambine. Da
qualcosa che sanno, che hanno visto, perché tutto è sfacelo e distruzione e corruzione, e solo la campagna ti può salvare. Solo
restando uniti. Le loro intenzioni sono sincere, anche se a volte si esprimono in maniera rabbiosa. Ma come spiegarlo a Gelsomina, la primogenita, la principessa ereditaria, l'amore del babbo?
Wolfgang sente che la figlia in
cui ripone tutto, quella figlia che è
più brava di lui a lavorare con le api, che è
solida e responsabile, gli sta sfuggendo. Ma
se le bambine se ne vogliono andare
a
Milano? in Florida?
allora che senso ha
tutta questa fatica?
In questo film ci sono piccole meraviglie, fatte di luci, ombre, animali e segreti
di bambine, e poi ci sono le grandi meraviglie, quelle legate all'apparizione di Milly
Catena, la presentatrice di un concorso a
premi che promette di fare rivivere come
c'era una volta.
Le meraviglie camminano su questo filo, tra un paesaggio che cambia, un concorso televisivo e una famiglia senza luogo. È
un film che racconta probabilmente un
grande fallimento. Le persone non cambiano, non migliorano, se non hanno posto all'inizio non lo troveranno alla fine. Non ci
sono buoni e cattivi. Ci sono solo persone
più esposte e persone che scavano tane.
Spesso quelli che si espongono, falliscono.
Ma riuscire a provare tenerezza per se
stessi e per il proprio fallimento è una via di
felicità.
Nella nostra storia la famiglia di Gelsomina fa il miele, e siamo sicuri
che sia un miele buonissimo,
ma il loro laboratorio, il modo
in cui lavorano è completamente illegale: le mura non sono disinfettabili, manca un tombino sifonato, il bagno con l'antibagno. E che dire poi della manodopera
minorile? Insomma, quello che loro
fanno è buono, ma se andiamo a vedere da vicino non rispettano nessuna
legge e potremmo davvero sbatterli in
prigione.
Una cosa simile accade anche nel nostro
lavoro, e spesso i buoni film non possono
rispettare tutte le leggi narrative e produttive. Certo, c'è il rischio che gli spettatori, un
po' come i Nas, ti facciano chiudere. Ma io
credo che prima di pensare a quanto miele
vendere, bisogna chiedersi se è buono, soprattutto se lo possiamo dare da mangiare
Ancora un film? E perché? Ma ne abbia- ai nostri bambini.
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mo davvero bisogno?
Ci sono cose che esistono ma si trasformano in nulla se si studiano, se vengono
estrapolate dalla loro materia, le meduse, i
sogni. In un'epoca dove tutto è analizzabile,
dove i brutti sogni diventano malattie, dove
le molecole si dividono all'infinito e la politica si trasforma in una specie di psicoterapia di massa, io credo ci sia bisogno di sintesi, di meduse. E i film possono esserlo.
La meraviglia è qualcosa che ci toglie la
parola, ci rende impossibile l'espressione,
la cerniera tra il mondo terreno e quello ultraterreno. Ma esattamente come la parola
«tradizione», anche la meraviglia negli ultimi tempi è divenuta una parola di facile
scambio, associata spesso a promesse di
grandi emozioni, meravigliose appunto.
Una fuga dalla città
e l'amore per i figli
La regista, che
rappresenterà l'Italia
in gara sulla Croisette,
spiega la sua opera
Si parla di noi
Pagina 2
Sorriso
Alice
Rohrwacher
(33 anni)
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Si parla di noi
Pagina 3
AL CINEMA
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PERLA IL "FESTIVAL ZON E VIDEO 11" MARTEDI' E M
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CORTOMETRAGGI, horror e video
`artigianali'. E' questo il biglietto da visita del "Festival Zone Video11 " dedicato al mondo degli artisti indipendenti e
che si svolgerà al cinema `La Perla' di
via dei Neri a Empoli martedì e mercoledì prossimi, con l'organizzazione a cura dell'associazione culturale Videa,
con la promozione dell'assessorato alle
politiche giovanili del Comune. Una
special edition dal titolo "Videoclip zone" sarà dedicata alle produzioni indipendenti di videoclip musicali realizza-
Festival Cinematografici
ti da giovani band emergenti e da videomaker di tutta la Toscana. Martedì si
terrà la proiezione dei videoclip in concorso e fuori concorso con eventi speciali, presentazioni e ricche anteprime.
Particolare attenzione ai video in concorso con una commissione di esperti e
appassionati del settore musica, concerti e sound design, che selezionerà venti
videoclip prodotti nella Regione Toscana da band, autori o artisti emergenti. Il
mercoledì sarà una notte da brividi, un
"Halloween" fuori stagione, ma pur
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sempre gradito per tutti gli appassionati di horror, splatter e zombie. Dalle 22
sempre spazio all'anteprima di "La Perla Nera Horror Night", rassegna dedicata ai corti indipendenti per tutti gli
amanti del genere horror e splatter, con
prime visioni alla presenza degli autori.
Serata a cura di Luca Boni e Marco Ristori di Extreme Vide, che per l'occasione presenteranno il trailer relativo
all'imminente uscita del loro prossimo
feature film dal titolo "Morning Star".
L' ingresso libero.
Pagina 4
1 STASERA ALLE 21,05 SU RAITRE LA FINALISSIMA NELLA TRASMISSIONE «ALLE FALDE DEL KILIMANGIARO»
Tufta la Vane fa il tff'o in tv per Castiglione, il borgo PIÙ bello
ATTESA a Castiglione e nell'intera Valle
per il risultato del concorso «Il Borgo dei
Borghi», presentato nella trasmissione tv
«Alle Falde del Kilimangiaro», condotta
da Licia Colò e Dario Vergassola, che verrà
comunicato stasera nel corso di una prima
serata speciale in onda alle 21,05 su Raitre.
Castiglione, come si sa, rappresenta la Toscana ed è tra i 20 borghi finalisti (oltre
134.000 i voti complessivi). «Una soddisfazione - commenta il sindaco Francesco
Giuntini -, al di là del risultato finale in
sé, che rende orgogliosi amministratori e
cittadini per aver partecipato a questa magnifica esperienza con lo spirito di far conoscere al grande pubblico il nostro paese,
ma direi tutta la Valle».
«RICORDO quando il18luglio 2011- aggiunge l'assessore Ettore Benedetti - dopo
due anni circa di attesa, il direttore generale de "I borghi più belli d'Italia", Umberto
Forte, chiamò il sindaco Giuntini per comunicargli il nostro ingresso nel club dei
Borghi. Fu una grande soddisfazione, dopo due anni di lavoro intenso per questo
obiettivo. Da quel giorno si sono moltiplicati i contatti, le amicizie all'interno di questo prestigioso circuito ed anche i riconoscimenti come la partecipazione a Kilimangiaro». Momento clou la puntata dedicata
al borgo di Castiglione in Rai, in diretta da
Napoli, con Gabriele Pioli, Sara Guazzelli,
Giulia Giannoni, Giulia Regoli, Marco Domini, Simone Pioli e il «vicario» Cristiano
Pioli, il presidente della pro-loco Luigi
Lucchesi e la regista del viaggio Valentina
Folegnani.
Dino Magistrelli
FAS , NO Castiglione stasera in finale: è tra i
20 borghi più belli d'Italia (foto Borghesi)
Segnalazioni
Pagina 5
Made in Versifia i nuovi cartoni animati
Presentata con successo a Venezia la serie realizzata dai fortemarmini Francesco Baldi e Monta Pala
/ FORTE DEI MARMI
Chi l'ha detto che per creare
animazioni digitali - i vecchi
cartoni animati sono stati, infatti, soppiantati ormai dalla computer-graphics - bisogna guardare agli Studios americani dei
big del cinema d'animazione?
Un altro esempio bellissimo di
come la Versilia coltivi talenti di
grande capacità anche in questo settore è infatti il nuovissimo progetto de "Il Bosco dei Forestelli", una serie tv riservata ai
bambini che è stata realizzata
interamente a Forte dei Marmi.
Autori due giovani: Francesco
Baldi e Monia Pala.
Francesco è modellatore in
3D e grafico e dopo gli studi a Firenze ha approfondito questa
sua passione a Londra. Al suo
rientro ha poi già realizzato alcuni cartoni animati per la Rai.
Monia è anche lei una grafica,
anzi una pittrice minimalista
come ama definirsi, e animatrice 3D. Dopo l'Accademia delle
Belle Arti a Sassari si è specializ-
zata in animazione digitale e
anche lei ha già al proprio attivo
diverse serie per la Tv. Il loro
primo incontro è di sei anni fa
quando entrambi lavoravano a
Roma ad un lungometraggio
d'animazione, e dal 2009 lavorano assieme creando una loro
casa "I Forestelli" per l'appunto, che è un vero laboratorio di
idee, e merchandising made in
Italy.All'anno scorso risale, poi,
il loro primo progetto, il film
d'animazione "Zitti e Mosca No Fly zone" presentato al Future Film di Bologna e al Sardinia Film Festival. E adesso il debutto con "Il Bosco dei Forestelli" che è la divertente storia di
una bambina di nome Dhà e
delle sue amiche Mucca e Gallina, che dalla tranquilla routine
della loro fattoria, vengono via
via catapultate in una serie di
avventure con gli animali del
Bosco.
«Un progetto quello di que-
sta nuova serie tv - spiegano i
due maghi del cartoon made in
Versilia - che è stato presentato
nei giorni scorsi a Cartoon on
the Bay che si è tenuto a Venezia, e che, com'è noto, è il più
importante festival italiano
dell'animazione crossmediale
organizzato dalla Rai presso la
sede di Palazzo Labia. Selezionati tra i 25 partecipanti al
"Pitch me" - proseguono Francesco e Monia - abbiamo esposto il nostro progetto davanti a
due grandi maestri dell'animazione come Bruno Bozzetto e
Gulliermo Mordillo e vista la
buona accoglienza stiamo cercando dei produttori interessati a sviluppare l'intera serie tv».
Dopo Alessandro Nardini approdato dal Forte ai grandi
blockbuster d'animazione americani e ai premi hollywodiani
del settore, c'è solo da sperare
che anche per questi due talenti
cresciuti tra sabbia, mare e
schede grafiche si aprano presto le strade del successo.
Franco A. Calotti
I Forestelli
creati
da Francesco
Baldi
e Monta Pala
Segnalazioni
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