Ferrovia del Sulcis

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Ferrovia del Sulcis
Club Alpino Italiano – Sezione di Cagliari
Programma Annuale Escursioni
2012
domenica 11 novembre
21a ESCURSIONE
Ferrovia del Sulcis
Tragitto
Ritrovo
Riferimento cartografico
Comuni interessati
Lunghezza
Dislivello in salita
Dislivello in discesa
Tempo di percorrenza
Difficoltà
Tipo di terreno
Interesse
Segnaletica
Attrezzatura
Pranzo
Acqua
Rientro previsto
in auto proprie
ore 7,30 Cagliari, Park Cimitero Monserrato
Foglio IGMI scala 1:25000
Giba
10,5 km circa
20 m
20 m
5 ore circa, esclusa sosta pranzo
E
greto di torrente; sentiero
paesaggistico e naturalistico
assente
vestiario adatto alla stagione; scarponi e sandali da trekking
in agriturismo
minimo 2 litri
ore 19.00 circa
Premessa
Una escursione lungo la ferrovia a abbandonata del Sulcis.
STORIA DELLA FERROVIA SILIQUA – SAN GIOVANNI SUERGIU – CALASETTA
Era una delle ferrovie a scartamento ridotto della Sardegna. Iniziava a Siliqua e terminava a Calasetta attraverso San Giovanni Suergiu per una lunghezza complessiva di 80 Km.. Fu inaugurata
il 23 maggio 1926; il primo tratto da Siliqua a Narcao venne chiuso nel 1968 in quanto il traccia to andava ad attraversare la zona dell’invaso della diga di Bau Pressiu in fase di costruzione. Rimase in servizio il tratto da Narcao a Calasetta fino al 1974 quando fu soppressa l’intera linea e
sostituita con un servizio di autobus.
Il percorso della ferrovia iniziava dalla stazione FMS di Siliqua, situata di fronte a quella delle FS,
dopodiché procedeva verso sud, attraverso il colle di Campanasissa, dopo il quale la linea girava
verso ovest giungendo a Terrubia e Narcao. Da qui la linea scendeva verso Santadi e Giba per poi
risalire verso Tratalias dove virava verso ovest raggiungendo la stazione di Palmas Suergiu (dal
1952 San Giovanni Suergiu), sede di officine e depositi e dove si innestava anche una diramazione per Iglesias (linea che da Carbonia era a doppio binario). La linea proseguiva costeggiando la
S/S 126 e dopo la stazione Ponti a San Antioco, sita nel porto di questo centro abitato la ferrovia
giungeva attraverso un ponte (in origine girevole) nell’isola di Sant’Antioco. Lasciata la stazione
dell’omonimo paese, la ferrovia proseguiva lungo la costa nord est dell’isola e dopo la fermata
nella frazione balneare di Cussorgia, terminava infine sul lungomare di Calasetta con la stazione
capolinea a pochi metri dal porto.
La velocità media di percorrenza dell’intero tratto era di 40 Kmh e comprendeva 10 stazioni e 6
fermate intermedie.
Durante la seconda guerra mondiale la ferrovia, pur dovendo rinunciare all’utilizzo delle automotrici diesel Fiat entrate in servizio a metà degli anni trenta, restò sempre attiva garantendo almeno due treni passeggeri e uno merci giornalieri durante tutto il periodo bellico. Nel dopoguerra la
ferrovia fu sottoposta a lavori di ammodernamento e fu anche avanzata la proposta di collegare
Siliqua con Villacidro e quindi con la ferrovia che da qui partiva per Isili ed Ales) creando di fatto
un unico tronco ferroviario a scartamento ridotto tra Calasetta ed il Sarcidano. La proposta, per
altro prevista dal 1926, non fu mai concretizzata.
In seguito alla crisi di competività delle ferrovie nei confronti delle autolinee, la paventata chiusu ra della rete delle FMS, avvenne nel 1974. Per il tratto da Sant’Antioco a San Giovanni Suergiu
(più quello da quest’ultimo centro a Carbonia, incluso nella diramazione per Iglesias) venne decisa la conversione a scartamento ordinario e il collegamento con Villamassargia-Carbonia delle FS
a cura del Ministero dei Trasporti ma l’operazione non fu mai compiuta.
La linea fu interamente smantellata negli anni successivi alla chiusura ma le stazioni e i ponti
sono tutt’ora presenti e in certi casi in discreto stato di conservazione, mentre altre opere, come
le cantoniere e le stazioni minori, dimostrano decenni di abbandono.
NOTIZIE SUL COMPLESSO MINERARIO ROSAS
Uno stretto nastro d’asfalto che si insinua tra le colline immerse nel verde. E come dal nulla, un
intero villaggio riemerso dal passato per sfidare il futuro. Rosas, l’ex borgo minerario di Narcao,
oggi tutelato dall’UNESCO, appare così ai visitatori. Aperto con il suo museo multimediale, i grandi mulini ancora funzionanti per frantumare i minerali, le ex casette dei minatori trasformate in
confortevoli stanze d’albergo e la Galleria Santa Barbara aperta al pubblico. Tutto questo perché i
minatori, dopo anni di duro lavoro nelle viscere della terra, hanno deciso di non abbandonarlo per
raccontare con aneddoti e storie semplici, fatica, sudore e grandi sacrifici vissuti in prima persona.
Dove un tempo i minatori insieme alle loro famiglie, si ritiravano per riposare, oggi ci sono con fortevoli case vacanze. Ma niente è stato distrutto o cambiato; le ex casette sono state recuperate e restaurate nel rispetto degli originali stili, materiali e tecniche costruttive.
Il complesso ricettivo del villaggio minerario è attualmente costituito da numerose unità abitative
per un totale di 40 posti letto. Tutte le vecchie casette sono dotate di camera da letto, bagni, disimpegno e angolo cottura. I locali sono climatizzati. Il villaggio è dotato di una reception per
l’accoglienza degli ospiti.
Nella piazza della laveria si affaccia il Bar Terrazza dove si possono gustare piatti veloci, sorseggiare long drink, aperitivi, cocktail, ecc.. Il bar, al piano superiore, è dotato di un’area relax e TV.
Accanto all’edificio che un tempo ospitava l’ufficio postale, è stato ricavato un accogliente risto rante gestito dalle mogli dei minatori e dove oggi consumeremo il pranzo.
Come si arriva
Partendo da Cagliari (appuntamento c/o il parcheggio Media Word alle ore 7,30) ci immetteremo
sulla S/S 130( Km. 2,1) che percorreremo per 3,4 Km.; imboccheremo quindi sulla destra la S/P
2 (ex pedemontana) in direzione Villamassargia-Carbonia che percorreremo per 21,0 Km. Fino
all’incrocio con la S/S 293 che prenderemo in direzione di Giba. Procederemo su questa per
Km.16.2 (località Acquacadda). Gireremo quindi a destra verso Narcao. Dopo circa 3 Km incon treremo i ruderi della vecchia stazione di Terrubia; Poco prima ci immetteremo sulla destra lungo
una sterrata per circa 3 Km. Qui, all’altezza di un ponte della vecchia ferrovia e nei pressi di una
casa-ovile, lasceremo metà delle macchine mentre col rimanente (e tutti i partecipanti) ripercorreremo all’inverso la S/S 293 fino al Km.42.8 dove parcheggeremo l’altra metà delle macchine e
inizieremo il percorso a piedi.
Itinerario a piedi
Naturalmente non è nostra intenzione percorrere la ex linea ferroviaria per intero poiché, a parte
gli 80 Km, molti tratti sono scomparsi, specie nei centri abitati e presso la diga di Bau Pressiu per
cui il percorso sarà notevolmente ridotto. In origine era nostra intenzione fare un percorso piuttosto lungo che partiva dal Km 38.0 e arrivava alla stazione di Terrubia. Durante le pre-escursioni
abbiamo notato che questa soluzione era troppo impegnativa vuoi per la lunghezza (oltre 15 Km)
e vuoi per il fatto che non saremmo giunti presso la Miniera Rosas in tempo utile per consumare
il pasto e per le eventuali visite all’impianto. Iniziamo quindi il percorso a piedi attraversando un
vecchio cancello in ferro affrontando i tornanti (?) che scavalcano il colle di Campanasissa dalla
cui sommità si può godere di uno splendido panorama agreste. Sulla massicciata della linea fer roviaria (ben visibile) saliamo, in leggera ma costante pendenza, sul Colle (m 287 slm). Sul punto più elevato, dopo aver attraversato tre viadotti ben conservati, (il più imponente dei quali ha
una larghezza di sette arcate ed un’altezza di 70/80 metri), troviamo un rudere di cantoniera.
Terminato lo scavalcamento del colle, la massicciata si interrompe presso un’altra cantoniera poiché da qui, originariamente, la linea ferroviaria andava ad attraversare la zona dell’attuale invaso
idrico di Bau Pressiu. Proseguiamo quindi su un sentiero parallelo alla SS fino ad una cantoniera
dell’ANAS dopo la quale siamo costretti a proseguire sulla strada asfaltata per circa 1 Km. Sulla
destra, scavalcando una recinzione, prendiamo un sentiero che costeggia la SS fino al Km 47.
Qui siamo obbligati per la seconda volta, a percorrere circa 500 m di strada asfaltata. Sulla no stra sinistra superiamo la diga di Bau Pressiu e ritroviamo, poco prima di una cantoniera, il percorso ferroviario che si dirige decisamente verso l’interno allontanandosi dalla SS 293. Imbocchiamo una galleria e, dopo una successione di diversi viadotti e ponti, raggiungiamo la casa-ovile nei pressi della quale abbiamo, in mattinata, parcheggiato parte delle nostre auto; con queste
raggiungiamo la vecchia stazione di Terrubia dove si può ancora vedere il vecchio serbatoio per il
rifornimento dell’acqua alle locomotive. Da qui ci dirigiamo verso le miniere Rosas (Km 3,2) dove
prevediamo, tempo permettendo, di visitare il complesso e consumare il pasto presso il locale ristorante. Nel pomeriggio rifacciamo il percorso stradale inverso fino al Km 42.8 della SS 293
dove riprenderemo le macchine ivi parcheggiate nella mattinata, per rientrare a Cagliari.
Nota
Il menu proposto per il pranzo, è il seguente:
- antipastini a base di verdure e salumi
- 2 primi, ravioli al sugo di pomodoro (freschi, fatti a mano) e troffie alla boscaiola
- 2 secondi, carne di capra o cinghiale n tegame e maialetto al forno
- frutta,contorno, dolce acqua, vino, caffè e mirto
il tutto per 25 euro a persona.
La visita guidata offre un percorso storico, una mostra dei minerali principali della Sardegna, la
visita della galleria S. Barbara e della laveria dove sono ancora presenti e ancora funzionanti tutte le macchine dell’impianto di flottazione, dove venivano separati e lavorati i metalli.
Il costo della visita è di 5 euro a persona (non obbligatorio) e la sua durata è di circa un’ora e
mezza
Avvertenze
Il terreno anche se non difficile, richiede l’utilizzo delle scarpe da trekking e di sandali da trekking. Chi ne fosse sprovvisto, per motivi di sicurezza non potrà partecipare all’escursione.
Consigli alimentari
L’alimentazione deve essere adeguata alle esigenze fisiche e climatiche.
Si raccomanda una buona colazione e, durante l’escursione, piccole integrazioni (pane, fette biscottate) e/o barrette energetiche. Si eviti di appesantire lo stomaco con cibi di lenta digestione e
di assumere bevande alcoliche.
Sarà utile disporre di almeno 2 lt. d’acqua.
Norme di comportamento da tenersi durante le escursioni
Ogni componente del gruppo durante l’ escursione starà sempre dietro il Direttore di Escursione e
ne dovrà seguire scrupolosamente le indicazioni.
Chi va avanti al Direttore di Escursione sappia che sta rinunciando al nostro accompagnamento e
alla assicurazione del CAI.
Chi dovesse fermarsi per necessità fisiologiche lasci il sacco lungo il sentiero e chi chiude la fila
saprà che deve attenderlo.
Non è gradito che si fumi durante l'escursione.
Non si lasciano rifiuti di alcun tipo; i rifiuti si riportano a casa.
Ogni infrazione può essere motivo per l' esclusione da partecipazioni successive.
Dichiarazione di esonero dl responsabilità
Il Club Alpino Italiano promuove la cultura della sicurezza in montagna in tutti i suoi aspetti. Pur
tuttavia la frequentazione della montagna comporta dei rischi comunque ineliminabili e pertanto
con la richiesta di partecipazione all’escursione il partecipante esplicitamente attesta e dichiara:
• di non aver alcun impedimento fisico e psichico alla pratica dell’escursionismo, di essere
idoneo dal punto di vista medico e di avere una preparazione fisica adeguata alla difficoltà
dell’escursione;
• di aver preso visione e di accettare incondizionatamente il Regolamento Escursioni predisposto dal CAI – Sezione di Cagliari;
• di ben conoscere le caratteristiche e le difficoltà dell’escursione;
• di assumersi in proprio in maniera consapevole ogni rischio conseguente o connesso alla
partecipazione all’escursione e pertanto di esonerare fin da ora il CAI Sezione di Cagliari e
i Direttori di Escursione da qualunque responsabilità.
Direttori di Escursione
Mario Gimelli, Marcello Sello
Prenotazioni: chiamare da lunedì 2 novembre fino a mercoledì 7 al:
347-5946125
dalle ore 9 alle 13 e dalle 17 alle 20.
La prossima escursione sarà il 8 dicembre per il:
Pranzo Sociale (T)
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