#COLCUORE LE MALATTIE DEL CUORE SONO SEMPRE LA

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#COLCUORE LE MALATTIE DEL CUORE SONO SEMPRE LA
#COLCUORE
LE MALATTIE DEL CUORE SONO SEMPRE LA PRIMA CAUSA DI MORTE IN ITALIA.
CI SI ERA DATO UN OBIETTIVO: DIMINUIRE DEL 25% TALE CARICO ENTRO IL 2025.
DOVE SIAMO OGGI? COSA DOBBIAMO FARE?
Stimati in circa 16 miliardi di euro all’anno i costi sanitari diretti per il nostro SSN:
nella Giornata Mondiale per il Cuore, esperti a confronto per tracciare una strada
condivisa verso un minore impatto socio-economico.
Roma, 29 settembre 2016 – L’Italia si attesta al 20esimo posto a livello mondiale per lo stato di salute dei
cittadini, secondo lo Studio “Global Burden of Disease” di recente pubblicato su The Lancet (The Lancet
2015; 386: 743-800): tra le principali problematiche di salute del nostro Paese il sovrappeso, negli adulti ma
soprattutto nei bambini, la qualità dell’aria e l’abitudine al fumo di sigaretta.
Tutti aspetti, quelli elencati, che ritroviamo tra i principali fattori di rischio delle malattie cardiovascolari,
patologie responsabili, nella sola Unione Europea, del 49% delle morti sia nell’uomo che nella donna e,
secondo le statistiche mondiali, con un’incidenza in costante aumento.
In occasione della Giornata Mondiale per il Cuore, promossa dalla World Heart Federation, che la
Fondazione Italiana per il Cuore (FIpC) rappresenta in Italia, Fipc e Conacuore, che rappresenta oltre 130
associazioni di pazienti cardiopatici sul territorio, hanno avviato un percorso di confronto su rischio
cardiovascolare e colesterolo. Alla presenza di illustri rappresentanti del mondo politico e istituzionale, della
comunità scientifica nonché della previdenza sociale, delle associazioni dei pazienti e di esperti farmacoeconomisti, sono state discusse le principali criticità legate alle patologie cardiovascolari con l’intento di
delineare un percorso comune verso la riduzione dell’impatto socioeconomico di queste patologie.
Il numero di persone che si ammalano ogni anno è in crescita e l’impatto del rischio cardiovascolare e del
colesterolo è significativo. Le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte in Europa e in
Italia e si prevede che nel 2030 i decessi annui aumenteranno da 17 a 23 milioni.
“Le patologie cardiovascolari delineano un quadro complesso, rispetto al quale si rende necessaria un’azione
comune basata su un efficace sistema di alleanze e collaborazioni tra Istituzioni e mondo scientifico – afferma
la Dott.ssa Emanuela Folco, Presidente Fondazione Italiana per il Cuore (FIpC) - La promozione di una
sempre più forte cultura della prevenzione cardiovascolare è un passo fondamentale verso un approccio
congiunto e più efficace a queste patologie in costante aumento. Come FIpC, fin dagli anni ’80 operiamo per
facilitare la diffusione di una sana cultura della prevenzione attraverso lo sviluppo di campagne educazionali
a tutela della salute dei cittadini italiani, aderendo in pieno al progetto della OMS 25by25”.
IL RISCHIO CARDIOVASCOLARE AUMENTA CON L’ETA, IMPORTANTI STILE DI VITA SANO E TRATTAMENTI
ADEGUATI – Sono numerosi i fattori di rischio delle malattie cardiovascolari. Tra questi, il fumo, elevata
pressione sanguigna, elevati livelli di colesterolo, sovrappeso/obesità, diabete, malattie infettive come
l’influenza, la sedentarietà, un’alimentazione scorretta, ed anche un clima ambientale negativo e lo stress.
Tutte condizioni che rappresentano il 90% delle cause di patologie cardiovascolari.
Un rischio, quello di sviluppare la malattia cardiovascolare, che dipende dall’entità dei fattori di rischio e dalla
loro eventuale compresenza, e che aumenta con l’avanzare dell’età. Tuttavia è possibile ridurre il rischio
cardiovascolare agendo sui fattori modificabili attraverso uno stile di vita sano e, se necessario, tramite
trattamenti farmacologici appropriati.
CIRCA 20 MILIARDI L’ANNO I COSTI DIRETTI PER IL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE: IL RUOLO CHIAVE DI
UNA PREVENZIONE EFFICACE E DI UN ADEGUATO TRATTAMENTO – Le patologie cardiovascolari hanno
impatto significativo in termini socio-economici che si traduce in costi, diretti e indiretti, a carico del Sistema
Sanitario Nazionale e del sistema previdenziale: costi di gestione e trattamento delle patologie
cardiovascolari ma anche costi legati alla mancata prevenzione, all’impatto di queste patologie sull’assenza
sul posto di lavoro e sulla produttività etc.
Si delinea così un’emergenza globale, come confermato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità che,
proprio per questo, che sta sollecitando i Paesi aderenti a raggiungere gli obiettivi di riduzione delle malattie
croniche non trasmissibili del 25% entro l’anno 2025.
Le malattie cardiovascolari hanno un impatto come costi diretti per il SSN che ammonta a circa 16 miliardi
di euro all’anno, ai quali vanno aggiunti circa 5 miliardi di euro calcolabili come perdita di produttività.
Secondo i dati INPS, le malattie del sistema circolatorio rappresentano la prima voce di costo in termini di
assegni di invalidità (dati INPS 2001-2015) e il 21% del totale delle prestazioni erogate dall’Ente per gruppi
di patologie. Un aspetto, quello dei costi correlati alle patologie cardiovascolari e ad alti livelli di colesterolo
nel sangue che viene spesso dimenticato.
“In realtà, un’importante azione di prevenzione di queste patologie, a partire dalla conoscenza dei fattori di
rischio più diffusi, dall’adozione di sane abitudini alimentari (ivi compreso l’eccessivo consumo di sale da
cucina) e corretti stili di vita, fino ad arrivare all’implementazione di tutta una serie di politiche atte a favorire
percorsi di sensibilizzazione, conoscenza e prevenzione per la cittadinanza, anche rispetto alla Morte Cardiaca
Improvvisa, non può che avere ricadute positive in termini di salute e di vite per la popolazione e di costi per
il sistema sanitario nazionale - commenta il Prof. Giovanni Spinella, Presidente dell’Associazione Conacuore
- Il vantaggio economico della prevenzione comporta una riduzione dei costi che la collettività e il sistema
sanitario nazionale dovranno sostenere in futuro. Per questo, lo sviluppo di un percorso che promuova la
prevenzione primaria, ad iniziare dall’età infantile, nei cittadini apparentemente in buona salute, e
secondaria, nei cittadini che sono andati incontro ad un evento cardio-circolatorio è un’arma fondamentale
e decisiva".
E’ stato dimostrato infatti che una più efficace prevenzione, unita ad una migliore adesione alle terapie per
coloro che sono in trattamento, è in grado di ridurre la spesa pubblica. Uno studio (Mennini et al., European
Journal of Health Economics, 2015; 16:65-72) sull’impatto di una corretta adesione terapeutica per la cura
della sola ipertensione – uno dei fattori di rischio predominanti delle malattie cardiovascolari – ha dimostrato
come, all’interno di una analisi su 5 Paesi Europei, una adeguata aderenza alla terapia si associa a un
miglioramento dello stato di salute dei pazienti e può far risparmiare risorse al sistema sanitario. Infatti, in
una proiezione a 10 anni è stato calcolato che il raggiungimento di un livello di aderenza alla terapia del 70%
determinerebbe, per l’Italia, un risparmio pari a circa 100 milioni di Euro. Il tutto, ovviamente accompagnato
da un miglioramento dello stato di salute dei pazienti.
UN ESEMPIO: IL CONTROLLO DEI LIVELLI DI COLESTEROLO NEL SANGUE. UN ITALIANO SU CINQUE
PRESENTA VALORI ELEVATI DI COLESTEROLO Tra i diversi fattori di rischio cardiovascolare, un esempio
importante è quello relativo al controllo dei livelli di colesterolo nel sangue che, quando elevati, favoriscono
la formazione delle placche aterosclerotiche, responsabili di gravi eventi cardiocerebrovascolari, quali angina
pectoris, infarto del miocardio, ictus cerebrale, morte improvvisa. L’Istituto Superiore di Sanità stima che il
36% degli uomini e il 40% delle donne italiane siano affetti da ipercolesterolemia medio-alta (colesterolo
totale maggiore di 240 mg/dL) e che più della metà della popolazione nazionale presenti valori maggiori di
200 mg/dL e, quindi, oltre la soglia di rischio.
Secondo le Linee Guida nazionali e internazionali, il livello desiderabile del colesterolo totale nel sangue è
meno di 200 mg/dL, quello del colesterolo 'buono' o HDL è maggiore di 40 mg/dL, mentre il livello target di
colesterolo 'cattivo' o LDL dovrebbe essere inferiore almeno a 100 mg/dL in quei pazienti in prevenzione
primaria che risultano ad alto rischio cardiovascolare per la copresenza di altri fattori di rischio. Invece, nei
pazienti a rischio molto alto perché hanno già avuto un evento cardiovascolare, l’obiettivo di colesterolo LDL
dovrebbe essere inferiore a 70 mg/dL.
Anche se ad oggi vi è un miglioramento della percentuale di soggetti ipercolesterolemici, diabetici e ipertesi
che risultano in trattamento, un numero elevato di persone con tali fattori di rischio non è consapevole di
esserne portatore e, se ne è consapevole, non segue alcuna terapia o non la segue in modo adeguato.
Infatti, essere sottoposti a un trattamento non significa essere sotto controllo, in quanto spesso si assiste a
una non completa adesione alle terapie mediche da parte dei pazienti con conseguente non raggiungimento
di valori considerati desiderabili.
Tra le ipercolesterolemie, la ipercolesterolemia familiare è una condizione ereditaria associata ad alti livelli
di colesterolo "cattivo" (LDL) e può predisporre un soggetto a malattie cardiovascolari precoci. La forma più
diffusa fra quelle familiari è l’ipercolesterolemia familiare eterozigote (HeFH) che, in base alla prevalenza
stimata che va da 1 soggetto su 200 a 1 soggetto su 500, si stima riguardi dai 14 ai 34 milioni di persone nel
mondo.
LA CAMPAGNA “25BY25” - L’iniziativa si inserisce nella Campagna di prevenzione “25by25”, lanciata nel 2014
dalla Fondazione Italiana per il Cuore, su invito della World Heart Federation, con l’obiettivo di mettere in
campo tutte le alleanze e le strategie necessarie per ridurre del 25% la mortalità precoce per malattie non
trasmissibili entro il 2025. L’obiettivo fissato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità è ambizioso ma
raggiungibile e la campagna “25by25” ha come target primario il cittadino e al centro i pazienti.
Nell’obiettivo della campagna “25by25” le malattie cardiovascolari hanno un ruolo primario poiché
rappresentano la prima causa di morte nei Paesi occidentali. Il numero di persone che si ammalano ogni
anno è in crescita e l’impatto di queste patologie è in aumento. Occorre, quindi, pensare a nuove strategie
per promuovere la cultura della prevenzione cardiovascolare.
Questo evento è stato reso possibile grazie al contributo non condizionato di Sanofi
Ufficio stampa- Havas PR
Sara Bernabovi – [email protected] - 02/08457032 – 342/7579993
Irene Niccolini - [email protected] - 02/08457028 – 342/8078354
Paolo Pedemonte - [email protected] - 02/85457083