Viaggio tra le innovazioni che hanno «drogato» l`economia
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Viaggio tra le innovazioni che hanno «drogato» l`economia
Economia | Le distorsioni del sistema finanziario Viaggio tra le innovazioni che hanno «drogato» l’economia Dagli anni ’90 alla privatizzazione delle Borse e alla proliferazione dei mercati si è accompagnata la creazione di nuovi prodotti. Con il risultato che nel 2007 12 volte e mezzo superiori all’economia reale. E ora, complice la crisi, si viaggia verso un rapporto di 20 a 1 i mercati finanziari globali avevano dimensioni “nuova” Le nuove tecnologie applicate ai mercati finanziari li hanno trasformati drasticamente. Cartolarizzazioni, Credit defaul swaps, high-frequency trading sono gli strumenti che premiano i nuovi padroni delle Borse. Più spregiudicati, più veloci e sempre meno numerosi. Perché per competere servono enormi investimenti di Ugo Bertone a finanza, si sa, è basata sul rischio. Ma la cosa non vale per tutti. Prendiamo il caso della «Balena di Londra», ovvero l’operatore di JP Morgan incappato in un clamoroso buco di tre miliardi di dollari o anche più per una sfortunata scommessa sui derivati. Dopo il flop è stato, com’era naturale, invitato a fare le valigie e ad allontanarsi in tutta fretta dalla sede londinese (che in effetti non deve portare un gran bene, se si pensa che solo pochi anni fa ospitava il quartier generale europeo di Lehman Brothers). L Bruno Iksil, l’operatore di JP Morgan incappato in un buco da tre miliardi di dollari per una sfortunata scommessa sui derivati, e Boaz Weinstein, che quando era trader di Deutsche Bank ha perso due miliardi di dollari, (entrambi caduti in piedi) sono casi tutt’altro che isolati. Anzi, rappresentano la normalità della nuova finanza che da canale di finanziamento dell’economia reale ormai ne è diventata la padrona Da sinistra: la Borsa di Milano, quella di Londra, operatori al lavoro allo Stock Exchange di New York Ma non c’è di che preoccuparsi per la sua sorte: nel 2011, scrive il «New York Times», la «London Whale» aveva ricevuto 40 milioni di dollari sotto forma di bonus. Un gruzzolo con cui andare in pensione senza troppi problemi, salvo il fatto che la Balena, a giudicare dai precedenti, non si ritirerà di sicuro. Facile, al contrario, che anche lui cercherà la rivincita al grande casinò della finanza nei confronti di Boaz Weinstein, il gestore di hedge found che ha incassato, per sé (e naturalmente per i suoi clienti), almeno due terzi Economia | Le distorsioni del sistema finanziario Negli Usa si calcola che circa il 70% delle operazioni di Borsa passino da ordini effettuati attraverso algoritmi sempre più sofisticati eseguiti in tempi sempre più ristretti in quantità sempre maggiori. In Europa la percentuale è più bassa ma già si sta superando il 50% della cifra perduta da JP Morgan. Weinstein, tipo così lesto che i casinò di Las Vegas gli hanno vietato l’accesso, due anni fa ha vissuto una sconfitta simile a quella della Balena. In quell’occasione la banca di cui era trader, cioè Deutsche Bank, lasciò sul terreno due miliardi di dollari. Ma il nostro Boaz, che l’anno prima aveva messo assieme un gruzzolo di 100 milioni sotto forma di bonus, non si è perso d’animo. Al quinto piano del Chrysler Building di New York ha sede il suo hedge battezzato Saba Capital Management (Saba in ebraico sta per «saggezza dei patriarchi»): una baleniera che amministra 5,5 miliardi di dollari con cui Weinstein ha cominciato la sua caccia alla Balena, a suon di algoritmi, programmi automatici via computer e colpi d’azzardo degni di capitan Achab alla ricerca della sua Moby Dick nei mari della finanza mo- 28 OUTLOOK derna, storia che potrebbe ispirare un giallo-verità da leggersi tutto d’un fiato. Naturalmente, dietro la partita a scacchi tra i due contendenti c’entra molto la matematica e ben poco i sottostanti economici. Weinstein, secondo la ricostruzione del «New York Times», aveva intuito l’esistenza di movimenti anomali, lo scorso novembre, dietro il calo dell’Investment Grade Series 9 10-year Index Cds, un indice che misura un paniere di Credit Default swaps sui titoli a medio-lungo termine dell’eurozona. C’era una forte pressione di vendite a leva su Cds, ovvero una speculazione in atto per sfruttare la ripresa delle quotazioni di Btp e simili. Non solo. Weistein, dopo un’attenta analisi dei flussi finanziari, si rese conto che dietro le vendite c’era una mano sola, probabilmente quella di Bruno Iksil «rogue trader», corsaro della finanza, appunto soprannominato Balena di Londra. Di qui un braccio di ferro tra Weinstein e gli hedge che si sono accodati all’operazione e Jp Morgan, prima che la banca alzasse bandiera bianca, nel bel mezzo della marea montante delle vendite sul debito sovrano cui di certo non sono estranee le manovre dei nuovi mostri. Già, nessuno ha rimborsato gli azionisti di Deutsche Bank per quei quattrini andati in fumo per le operazioni di Weinstein. Ma non è affatto escluso che qualche imprenditore, in giro per i sentieri dell’economia globale, si sia sentito opporre un no alla richiesta di impieghi perché in quel momento la banca doveva recuperare il crack. È stato lui, magari un imprenditore metalmeccanico bavarese o del Wisconsin (o di Reggio Emilia, chissà) ad avere pagato il conto. Weinstein, invece, non ha restituito un dollaro. Così come, nonostante qualche promessa in senso contrario, sembra che JP Morgan rinuncerà a un indennizzo da parte di un trader che di sicuro sa molte, troppe cose di una delle banche «too big to fail». Casi del genere sono tutt’altro che isolati. Anzi, rappresentano la normalità della nuova finanza, che da canale di finanziamento dell’economia reale ne è ormai diventata, in un certo senso, la padrona. Proviamo a vedere come e perché i mercati sono diventati il regno dei «nuovi mostri». In principio c’era la Borsa I mercati finanziari di oggi assomigliano assai poco alle vecchie Borse valori pubbliche. A partire dagli anni Novanta in tutto il mondo, Italia compresa, si è proceduto alla privatizzazione delle Borse cui è seguita una fase di merger & acquisition, che ha portato la piazza italiana a essere assorbita dal London Stock Exchange londinese. In giro per il mondo si sono intanto sviluppati listini privati, le cosiddette dark pool. La proliferazione dei mercati si è accompagnata in parallelo alla creazione di nuovi prodotti. Il risultato? Nel 2007, alla vigilia dello scoppio della crisi finanziaria, i mercati finanziari globali avevano dimensioni 12 volte Negli ultimi vent’anni i nuovi prodotti hanno trasformato il rapporto tra economia reale e mercati finanziari. All’epoca furono pochi a sollevare il problema del rischio insito in questo sbilancio: secondo l’allora presidente della Federal Reserve Alan Greenspan «l’innovazione finanziaria ha avuto un ruolo determinante nell’agevolare l’accesso al credito» Da sinistra: Boaz Weinstein, fondatore di Saba Capital Management; due immagini della Borsa di New York; Alan Greenspan, ex presidente della Federal Reserve. e mezzo superiori all’economia reale. All’epoca furono pochi a sollevare il problema del rischio insito in questo sbilancio: l’innovazione finanziaria, come sottolineava lo stesso presidente della Federal Reserve Alan Greenspan, aveva avuto un ruolo determinante nell’agevolare l’accesso al credito. Ma l’innovazione finanziaria aveva anche portato, scrive l’economista Nouriel Roubini, «al problema della valutazione del rischio: anziché concedere prestiti e tenerli nei propri libri contabili le banche erogavano finanziamenti indipendentemente dalla solidità del debitore e poi procedevano a dirottare questi prestiti a Wall Street. Grazie a questo gioco, chiamato cartolarizzazione, le banche e le altre finanziarie hanno guadagnato commissioni generose, trasferendo il rischio su investitori inconsapevoli». Lo scoppio della crisi non modifica la OUTLOOK 29 Economia | Le distorsioni del sistema finanziario piattaforme, dell’avvento degli highfrequency trading e delle operazioni di fusione fra società di gestione dei mercati hanno portato a un peggioramento della qualità degli scambi e della significatività dei prezzi delle azioni quotate, alla concentrazione della negoziazione solo sui titoli più liquidi, al venir meno in un certo senso della funzione originaria delle Borse e alla marginalizzazione delle piazze finanziarie periferiche, tra cui quella di Milano». A Piazza Affari la stragrande maggioranza degli scambi riguarda la quarantina di titoli più liquidi, con criteri arbitrari rispetto a indici o ad altri mercati. Per le piccole imprese che hanno osato quotarsi c’è poca considerazione. Per Michele Calzolari, presidente di Assosim, l’associazione delle società di intermediazione mobiliare, «si assiste al venir meno della funzione originaria delle Borse. Le piazze periferiche, compresa Milano, sono sempre più marginali» 30 OUTLOOK … poi arrivò il grande «cervello» situazione: nel 2009, il rapporto tra dimensioni dei mercati finanziari ed economia reale è ancora più sbilanciato, al punto che quest’ultima vale solo il 6,9 per cento della prima e, complice la crisi, si viaggia verso un rapporto di venti a uno. Ma il semplice dato non riesce a dare conto della trasformazione qualitativa che è intervenuta sui mercati: già nel 2007, oltre il 70 per cento del mercati era composto da derivati, dei quali oltre l’85 per cento era trattato «over the counter», ovvero senza alcun controllo regolamentare, e la percentuale nel frattempo è salita di un altro paio di punti. In sintesi, i derivati, introdotti in un primo momento per favorire la liquidità in mercati convertiti alla negoziazione di titoli in contanti anziché a termine, si sono trasformati in strumenti per favorire la speculazione. Il risultato, accelerato dalla formazione di player finanziari sempre più potenti (non più di venti operatori controllano oggi i tre quarti dell’attività dei mercati europei) e dalla diffusione delle tecnologie, ha profondamente cambiato la natura della Borsa, assai di più di quanto non riesca a emergere dai mezzi di informazione. In che misura questo fenomeno ha inciso su Piazza Affari? Ormai la stragrande maggioranza degli scambi in Borsa riguarda i quaranta titoli più liquidi (oltre il 90 per cento delle transazioni giornaliere) ed è dettata per lo più da considerazioni di arbitraggio rispetto a indici o ad altri mercati. Per le piccole e medie imprese che hanno osato varcare la soglia della Borsa c’è stata ben poca considerazione. Scrive Michele Calzolari, presidente dell’Assosim, l’associazione che riunisce le società di intermediazione mobiliare italiane: «L’insieme della frammentazione degli scambi sulle diverse Nel 2009 Goldman Sachs denunciò il furto di un set di codici informatici del tipo Hft, che sta per high-frequency trading. La cosa colpì la stampa specializzata già insospettita dall’insolito aumento dei volumi e, soprattutto, dei grossi utili realizzati dalla banca in un momento di acuta crisi del mercato. In realtà gli Hft già da tempo avevano acquisito una sorta di leadership degli scambi. Si calcola che circa il 70 per cento delle operazioni di Borsa negli Usa passino da ordini effettuati attraverso algoritmi sempre più sofisticati eseguiti in tempi sempre più ristretti in quantità sempre maggiori. In Europa la percentuale, per ora, è più bassa ma già si sta superando il 50 per cento. In che consiste una strategia Hft? Nel mercato tradizionale la gara tra i partecipanti verte sulla ricerca dell’informazione vincente, vuoi attraverso metodi legali (ricerca, lettura dei bilanci) vuoi attraverso le informazioni insider. La tecnologia ora rende possibile un’altra gara: chi possiede gli strumenti informativi più veloci può sfruttare un vantaggio sicuro, al riparo dal rischio. Le tecniche sono diverse: il market-making, ad esempio. Si inseriscono ordini di acquisto lievemente superiori all’ultimo registrato e, in contemporanea, ordini di vendita a un prezzo lievemente inferiore. In tal modo si restringe di poco lo spread tra domanda e lettera. Quando si è in presenza di un ordine importante d’acquisto o di vendita da parte di un investitore istituzionale, il buon Hft si inserisce in un corridoio in cui riesce a lucrare pochi centesimi per transazione denaro-lettera, ricavando ogni volta guadagni piccoli minimi ma che possono essere replicati enne volte su più piattaforme. Lo stesso vale per lo scalping o gli arbitraggi intermarket. Tecniche più da casinò che da mercato basato sui fondamentali della finanza, che premiano i nuovi padroni del mercato, più spregiu- Economia | Le distorsioni del sistema finanziario «Il mercato si è riempito di Credit defaul swaps “multipli” o “nudi”», ha commentato Emilio Girino, avvocato e docente del Cuoa di Vicenza. «Con il primo termine si allude alla stipulazione di più Cds su uno stesso credito, con il secondo alla stipulazione di Cds anche in assenza di crediti da proteggere. In sintesi: il Cds multiplo equivale ad assicurare cinque volte la propria casa contro l’incendio, il Cds nudo ad assicurare la casa del vicino» 32 OUTLOOK dicati, più veloci, sempre meno numerosi vista la dimensione degli investimenti richiesti per competere: la nuova piattaforma di negoziazione della Borsa di Milano, Millennium (società dello Sri Lanka) permetterà di operare a una velocità inferiore al millisecondo. L’alchimia dei Cds In questo quadro merita riflettere sulla natura di certe indicazioni in arrivo dai mercati. Prendiamo il caso dei Cds, i famigerati Credit defaul swaps, che, in materia di debito sovrano, misurano il cosiddetto rischio Paese influenzando la formazione dello spread, termine ormai entrato nell’uso comune. Il Cds nasce come forma di assicurazione nei confronti del rischio default di un debitore. Ma si tratta di una polizza particolare, assimilabile più a un prodotto finanziario che a una assicurazione classica. Al pari di qualsiasi altro strumento finanziario, infatti, il Cds può essere stipulato senza alcuna limitazione. «Il mercato si è così riempito di Cds multipli o Cds nudi», ha commentato Emilio Girino, avvocato e docente del Cuoa, prestigioso centro universitario di organizzazione aziendale e consulenza di Vicenza. «Con il primo termine si allude alla stipulazione di più Cds su uno stesso credito, con il secondo alla stipulazione di Cds anche in assenza di crediti da proteggere. A essere un po’ rozzi ma efficaci, il Cds multiplo equivale ad assicurare cinque volte la propria casa contro l’incendio, il Cds nudo significa assicurare la casa del vicino». In entrambi i casi, chi compra un Cds può trarre vantaggio dall’incendio più che dalla protezione del rischio. Inoltre, il fatto di avere trasformato la polizza in uno strumento finanziario negoziabile fa sì che il merito del debitore sia più influenzato dal volume degli scambi che dall’effettivo stato di salute del debitore. Più che la sua solvibilità conta il numero dei Cds scambiati alle sue spalle, che avviene nella più assoluta opacità, visto che la maggior parte dei Cds sono controllati da un pugno di banche di investimento (non più di cinque istituti trattano più della metà dei Cds) che effettuano la stragrande maggioranza delle transazioni al riparo da occhi indiscreti: i Cds trattati in mercati ufficiali e regolamentati non superano il 7 per cento del totale, cui vanno aggiunti i «derivati dei derivati», ovvero indici e prodotti composti da un cocktail di vari Cds o prodotti ancora più sofisticati. È questa la cornice in cui può verificarsi un crack come quello subìto da Jp Morgan, che poi è in grado di rifarsi della stangata in pochi mesi. E adesso? Insomma, di fronte a questo mercato è legittimo nutrire dubbi sull’efficacia della «mano invisibile del mercato» così come delineata da Adam Smith. L’impressione è che il conflitto di interessi endemico del capitalismo odierno, esploso con la formazione di banche appunto «troppo grandi per fallire», abbia creato un ambiente ideale per la proliferazione di mostri che hanno ben poco a che vedere con la capacità selettiva dell’economia di mercato. Mostri che hanno cavalcato benissimo i trend dell’attualità finanziaria, compresi i giudizi delle agenzie di rating. «Finora è mancata», ha detto il professor Giacomo Vaciago, docente di Politica economica alla Cattolica di Milano, «una riflessione sistematica sulla qualità del mercato odierno, misurato in termini di efficienza, stabilità e capacità di fare i prezzi». Al contrario si è fatta strada l’ideologia imperante per cui «i mercati hanno sempre ragione anche quando non esistono, come è avvenuto con la grande crescita dell’ ”over the counter” o del fuori mercato». Uscire da questo equivoco è una precondizione essenziale per uscire dalla crisi. Anche perché, dopo aver compresso il rischio a livelli infimi negli anni buoni, la nuova finanza ora tende a fare soldi nel mondo opposto, chiedendo sovrapprezzi spropositati all’economia reale. • Il protagonista della tua formazione seI tu SETTEMBRE SETTEMBRE - OTTOBRE DICEMBRE NOVEMBRE 2012- DICEMBRE ORGANIZZAZIONE E SVILUPPO EXPORT 12 Settembre ND 13 3 Ottobre ND 14 16 Ottobre ND 15 7 Novembre ND 11 8-15 Novembre ND 12 29 Novembre EX 1 13 2 11 17 21 22 La valutazione delle competenze e del merito Come riuscire a far fare diverso alle persone e alle organizzazioni Assertività: affermarsi con efficacia Il processo di sviluppo della strategia Progetti e organizzazioni Decision making sulle filiere di processo RISORSE UMANE 19 Settembre 4 Ottobre 9 Ottobre 17 Ottobre 6 Novembre 20 Novembre ND 24 EX 2 ND 25 ND 21 ND 23 ND 22 Teambuilding Coach to coach: motivare il gruppo di lavoro La comunicazione non verbale nella programmazione neurolinguistica Parlare efficacemente in pubblico Empowerment e motivazione delle risorse umane Intelligenza emotiva: la gestione delle emozioni AMMINISTRAZIONE, FINANZA E CONTROLLO 11 Settembre 19 Settembre 9-11 Ottobre 24 Ottobre 31 Ottobre 22 Novembre ND 33 ND 34 EX 3 ND 31 ND 32 ND 35 Finanza per imprenditori La gestione della liquidità Il sollecito e il recupero dei crediti Il budget di vendita nelle aziende commerciali e di servizi I cruscotti di controllo: la gestione per processi Monitoraggio aziendale: analisi e riduzione dei costi di struttura ACQUISTI E LOGISTICA 11 Settembre 20 Settembre 3 Ottobre 10 Ottobre 18 Ottobre 29 Novembre ND 42 EX 4 ND 45 ND 43 ND 41 ND 44 Category manager: dal buyer efficace al commodity manager Sviluppo di un sistema di logistica Rimanenze di magazzino: aspetti contabili e fiscali Quality cost management e metodologie di problem solving La gestione del magazzino La gestione efficace nella pianificazione dei materiali COMMERCIALE E VENDITE 25 Settembre 10 Ottobre 25 Ottobre 30-31 Ottobre 15 Novembre 28 Novembre ND 53 ND 51 ND 55 ND 54 ND 52 EX 5 Comunicare al telefono Le skills di vendita La funzione di vendita Convincere e motivare un gruppo di venditori Business writing e scrittura efficace Il coaching di vendita ND 62 ND 61 ND 64 ND 65 EX 6 ND 63 Il piano di marketing: come redigere il documento guida delle azioni di mercato Tecniche per il miglioramento della qualità nelle attività di servizio Marketing e co-marketing Il marketing per il venditore Marketing relazionale Web Marketing MARKETING 18-19 Settembre 3 Ottobre 11 Ottobre 16 Ottobre 13 Novembre 21 Novembre ISCRIZIONI: scaricare la scheda di iscrizione dal sito www.nuovadidactica.it o richiederla tramite mail o telefonicamente. Le schede devono essere compilate e spedite alla mail [email protected]. Settembre Ottobre Ottobre Ottobre Novembre Novembre ND 74 ND 73 ND 75 ND 72 EX 7 ND 71 2012 Il contratto di rete La rete di vendita all’estero Tecniche del commercio internazionale dal punto di vista dell’importatore Strumenti per l’internazionalizzazione International business development Fiere e missioni commerciali INFORMATICA APPLICATA 18-27 10-18 7 28 Settembre Ottobre Novembre Novembre ND 81 EX 8 ND 82 ND 83 Microsoft office project base Excel e controllo di gestione Software applicativi open source Desktop Publishing PRODUZIONE 25 26 26-27 23 30 31 27 27 4-5 Settembre Settembre Settembre Ottobre Ottobre Ottobre Novembre Novembre Dicembre ND 93 ND 91 ND 92 ND 97 ND 98 ND 94 EX 9 ND 95 ND 96 Progettare processi affidabili Gestione dei laboratori Sicurezza del macchinario Pulizia dei componenti Saldare in sicurezza Quality by Design Elementi di Lean Management Direttiva macchine Corso per analisti tempi e metodi Corso per dirigenti: ruolo nella gestione della sicurezza Modulo A per Responsabili e Addetti SPP Formazione normativo giuridica Rischi connessi all’uso di veicoli aziendali Modulo B per Responsabili e Addetti SPP specifico per i rischi del Macro Settore di Riferimento Adempimenti ambientali per le imprese Formazione per operatori elettrici PES/PAV Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Corso Base La tutela della salute e sicurezza sul lavoro: aggiornamenti normativi Sicurezza, ergonomia e metodi di lavoro L’influenza del lavoratore sugli infortuni Modulo C di specializzazione per Responsabili SPP Formazione Gestionale-Relazionale Addetti al primo intervento base e aggiornamento Formazione per preposti Corso di aggiornamento per RLS Corso per addetti alla prevenzione incendi La gestione dei D.P.I. SICUREZZA Dal 12 Dal 13 26 Dal 27 Settembre Settembre Settembre Settembre SIQ 106 SIQ 102 SIQ 117 SIQ 103 2 4-9 Dal 16 17 23-24 4 Dal 6 Dal 7 14 20-22 27-29 4 Ottobre Ottobre Ottobre Ottobre Ottobre Novembre Novembre Novembre Novembre Novembre Novembre Dicembre SIQ 116 SIQ 112 SIQ 108 SIQ 114 SIQ 119 SIQ 115 SIQ 104 SIQ 111 SIQ 107 SIQ 109 SIQ 110 SIQ 118 Corso Cavour, 56 - 41121 Modena - tel. 059 247911 www.nuovadidactica.it ABBONAMENTO: è possibile sottoscrivere un abbonamento a 10 ingressi (corsi con codice ND). L’abbonamento può essere finanziato utilizzando il conto formazione di Fondimpresa. Per informazioni [email protected]