Suicidio agente carcere Massa testimonia la solitudine della Polizia

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Suicidio agente carcere Massa testimonia la solitudine della Polizia
COMUNICATO DEL 9 AGOSTO 2016
Suicidio agente carcere Massa
testimonia la solitudine della
Polizia Penitenziaria
"Il suicido del collega di Massa si può descrivere in un titolo " la solitudine della Polizia Penitenziaria" questo il
duro commento di Giuseppe Moretti Presidente dell'Unione Sindacati di Polizia Penitenziaria all'ennesimo
suicidio di un Agente avvenuto durante il servizio.
"Non è la rimodulazione di un famoso best seller" aggiunge Moretti " ma la cruda realtà che affligge la Polizia
Penitenziaria da anni".
"Le istituzioni , senza escluderne alcuna" prosegue il rappresentate USPP "stanno sottovalutando un fenomeno
che nasconde un disagio liquidato troppo semplicisticamente come personale che è invece derivante da un
complesso di circostanze che riguarda in primis le condizioni lavorative dequalificate e prive di stimoli
professionalmente apprezzabili, rese ogni momento più pesanti dalla distanza di chi dirige le carceri e gli
appartenenti al Corpo".
Uno scollamento, quello tra vertice e base lavorativa che secondo Moretti "è appesantito dall'assenza di un
disegno di sostegno e valorizzazione del ruolo rivestito dalla Polizia Penitenziaria nel processo riformatore che
sta pervadendo il sistema penitenziario all'indomani delle condanne europee. Un percorso che sembra non
voglia considerare il ruolo strategico che riveste il Corpo perché resta profondamente incerta una vera
riqualificazione della Polizia Penitenziaria".
"In più" Moretti sostiene con fermezza che "i luoghi di lavoro non tutelano la sicurezza e la salute del personale
essendo ancora innumerevoli le strutture vetuste e insalubri, dove gli agenti svolgono sevizio in ambienti
malsani senza adeguato condizionamento e con automazione insufficiente".
In conclusione il Presidente USPP accusa "chi ha la responsabilità della sicurezza anche psicologica del
personale del totale fallimento di roboanti progetti di sostegno psicologico mai realizzati. Testimoniando il
cordoglio di chi si batte per il benessere generale del personale, l'USPP chiede al Ministro Orlando a quante
altre morti drammatiche dovremmo assistere inermi e quando agirà essendo un suo potere per superare la
solitudine in cui opera la Polizia Penitenziaria?"
LA SEGRETERIA NAZIONALE
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