radio via satellite

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LE INDAGINI
All'incirca 35,5 milioni di italiani, con più di 11 anni, pari a quasi il 70% della
popolazione, ascoltano ogni giorno la radio per almeno un quarto d'ora.
Tale dato é andato aumentando dal 1995, con un incremento del 3,5% e oggi é
sostanzialmente stabile.
L'ascolto è molto frammentato a causa del grande numero di emittenti.
Il sistema di rilevazione Audiradio raccoglie i dati per circa 200 stazioni sia
nazionali sia locali, la più ascoltata (RAI Radiouno) raccoglie non più del 10%
degli ascolti, e la 15a (Radio 24) è già al 2,2%.
E' presente comunque una concentrazione sulle stazioni maggiori, che
ovviamente sono network nazionali, le prime 15 raccolgono circa il 65% degli
ascolti totali.
La frammentazione, in presenza di investimenti pubblicitari residuali sul mezzo
radio (circa il 4%) è un altro elemento di debolezza del settore.
I processi di concentrazione (che pure ci sono stati) sono rallentati per la
stessa ragione: la raccolta pubblicitaria relativamente scarsa non fornisce
mezzi finanziari sufficienti per affrontare le acquisizioni.
L'avvento di Internet ha rappresentato, infine, un ulteriore elemento di
complessità, introducendo una ulteriore alternativa per gli inserzionisti, anche
se il target si sovrappone solo in parte con quello tradizionale della diffusione
radiofonica.
AUDIRADIO
L'indagine Audiradio, nacque nel
1988 con lo scopo di rilevare anche gli
ascolti delle emittenti locali , insieme a
quello delle emittenti RAI e nazionali.
L’obiettivo di Audiradio è quello di
promuovere una ricerca sull'ascolto
delle radio pubbliche e private,
nazionali e locali, continuativa,
unitaria, metodologicamente
all'avanguardia e autorevole sul
mercato.
Oltre a questa funzione primaria,
Audiradio tende a favorire lo sviluppo
del mezzo radiofonico in tutti i suoi
aspetti: editoriali, commerciali e
tecnologici.
CHI ASCOLTA LA RADIO? QUANDO?
C'è un numero impressionante di persone che
ascoltano la radio.
L'utente, infatti, può usarlo per arrivare a un pubblico
vastissimo e selezionato,che molto spesso risulta
inafferrabile per gli altri mezzi: ad esempio i giovani, gli
automobilisti, e specialmente i pendolari quando
arrivano e vengono dal posto di lavoro.
Ma anche come sottofondo durante le attività
commerciali all’interno di negozi e uffici.
Certo, é privo di immagini.
Però può utilizzare tutta la gamma del sonoro: la
voce, e anche la musica e i rumori.
E quindi può raccontare con vivacità, e soprattutto
far sognare quello che non si vede: in quanto può
diventare il luogo dell’immaginario e della fantasia.
Inoltre, gli altri media chiedono al loro pubblico e ai
loro ascoltatori di interrompere ciò che stanno
facendo, e di investire tempo nella visione o nella
lettura, mentre la radio fa compagnia a chi guida o
lavora senza rubargli neanche un secondo.
Si può inoltre dire che la radio
risponde ad ogni esigenza e,
forse per questo, viene
apprezzata e ascoltata da
quasi tutte le fasce d’età: dai
giovani ai più anziani.
La programmazione delle radio
è quindi tra le più vaste, infatti
ogni differente tipologia di
stazione radio soddisfa un
pubblico che appartiene ad un
determinato target.
E le radio col tempo si sono
create una propria identità e un
proprio pubblico di ascolto.
Alcuni esempi di stazioni radio
STORIA
In Europa e soprattutto in Italia, dove peraltro la radio è stata
inventata, come noto, da Guglielmo Marconi, la radio ha iniziato le
trasmissioni regolari ai tempi del fascismo e, anzi, è stata il mezzo
principe di diffusione della propaganda del regime, che organizzava
radiodiffusioni pubbliche nelle piazze dei discorsi del Duce, a
beneficio di chi non aveva l'apparecchio in casa.
Dopo la guerra la radio è ripartita come strumento di
intrattenimento, anzi il principale mezzo di intrattenimento, assieme
al cinema, almeno fino alla definitiva affermazione della televisione
nei primi anni '60.
La radio in Italia era diffusa da un solo gestore nazionale, ovviamente la RAI (erede della
EIAR dei tempi del fascismo) e trasmetteva solo tre programmi nazionali; il primo e
secondo canale di intrattenimento generale e di informazione, il terzo canale dedicato alla
musica classica e in generale a programmi culturali e di approfondimento.
Già dagli anni '60 la radio in Italia era meno centrale di dieci anni prima, in quanto la
televisione si stava velocemente diffondendo in tutte le case; sempre meno numerose
erano quindi le famiglie che, come avveniva dieci anni prima, si riunivano alla sera attorno
agli apparecchi radiofonici a sentire i "radiodrammi" (le telenovele per radio) o le
trasmissioni di intrattenimento.
La radio rimaneva però un mezzo di svago importante, in quanto la televisione all'epoca
non trasmetteva tutto il giorno ma praticamente dal primo pomeriggio, con le trasmissioni
per i ragazzi, fino a mezzanotte circa, con la famosa "fine delle trasmissioni”, la radio
invece trasmetteva nella gran parte delle ventiquattrore.
La radio era rigidamente controllata dall'unico gestore, ovviamente, e gli
elementi musicali e di costume degli anni '60 erano recepiti in maniera minima e
attentamente filtrata, riflettendo un orientamento tra il conservatore e il moralista
tipico della direzione RAI di allora, che vedeva con sospetto i complessi beat
con i capelli lunghi e gli atteggiamenti vagamente trasgressivi che cominciavano
a affacciarsi.
Il primo cambiamento si ebbe però nel 1964, proprio all’interno della swingin’
London: nasce infatti la prima radio libera, o come veniva detto allora, radio
pirata, che veniva trasmessa in mezzo al mare e non era sotto il rigido controllo
della legge.
Con il tempo così le radio libere prendevano piede e andavano ad occupare
tutte le frequenze disponibili.
Queste radio trasmettevano per la maggior parte musica, che era il linguaggio
universale dei giovani e aprivano il mondo alle nuove sottoculture che
nascevano nelle città.
Attualmente le radio libere vengono denominate come radio commerciali e il
loro ruolo è sostanzialmente cambiato, in quanto trasmettono, per lo più, generi
musicali comuni, in quanto lo scopo non è più quello di emergere e far sentire la
propria voce, ma le esigenze sono principalmente commerciali.
In queste radio il programma è sostanzialmente lo stesso: ruotano in
successione le stesse venti trenta canzoni.
TENDENZE : LA PERSONALIZZAZIONE
La radio ha svolto diverse funzioni durante la
sua lunga storia.
Nasce come mezzo informativo, e nel volgere
degli anni diventa un mezzo principalmente di
intrattenimento.
Attualmente una delle tendenze e degli sviluppi
dominanti nel mercato delle radio è la
PERSONALIZZAZIONE.
Le radio diventano perciò personalizzate,
ovvero iniziano a fornire dei servizi "su misura“;
offrendo a ciascun cliente un progetto che si
integra pienamente con la sua strategia di
marketing e comunicazione.
Oppure è possibile, senza sviluppare un
programma completo, utilizzare la radio come
mezzo per farsi pubblicità e aumentare il
proprio mercato.
Inoltre la radio diventa interattiva, in quanto
propone il coinvolgimento delle persone
attraverso telefonate e interventi fatti dagli
ascoltatori.
Esistono numerose aziende e uffici creativi
che si occupano di gestire questa nuova
tendenza.
Di seguito verranno proposti alcuni
esempi.
LE AZIENDE
Queste aziende sviluppano dei veri e propri programmi da
seguire, che prevedono diverse fasi per la realizzano di
una vera e propria radio personalizzata, ovvero fatta su
misura del cliente; e per perseguire gli obbiettivi e gli scopi
che il cliente si era prefissato.
Si può dire che generalmente una radio personalizzata
deve contenere:
- Un’attenta selezione di brani musicali scelti in base al
target di riferimento;
- Un archivio che vine costruito appositamente e
mantenuto costantemente aggiornato;
- Una sequenza di brani attentamente gestito e proposto
- Una pianificazione minuto per minuto di quello che verrà
trasmesso, che può includere musica e jingle, oppure
sport, rubriche a tema, notiziari, meteo…
- Importanti effetti sonori e una perfetta fusione tra gli
elementi promozionali e musicali.
LA TECNOLOGIA DELLA RADIO
DAB
Il futuro (per qualcuno il presente) della radio è la radio digitale terrestre (DAB: Digital
Audio Broadcasting).
Con questa nuova tecnologia, uno standard sviluppato e definito a livello europeo, il
segnale audio viene codificato in digitale e poi compresso prima di essere trasmesso via
etere.
Rispetto alla attuale trasmissione analogica in modulazione di frequenza (la
modulazione di ampiezza in Italia è stata sostanzialmente abbandonata, ultimamente,
con polemiche, anche da Radio RAI per il terzo canale) consente essenzialmente un
miglioramento della qualità.
T- DAB
Dal 1 febbraio 2007 qualcosa si muove, finalmente, nel settore della radio digitale.
La RAI inizia una sperimentazione dello standard T- DMB (Terrestrial-Digital Multimedia
Broadcasting).
Si tratta di uno standard di origine coreana, che costituisce uno sviluppo tecnologico del
DAB (o T-DAB). Dobbiamo dedurre quindi che la sperimentazione DAB, iniziata alcuni anni
fa e mai andata in esercizio, verrà progressivamente abbandonata.
RADIO VIA INTERNET E VIA SATELLITE
La radio digitale (DAB o T-DMB) non è però l'unica opzione per il futuro della
radio analogica FM (o AM).
Esistono almeno altre due tecnologie che si candidano a fornire lo stesso
servizio ma con mezzi di trasmissione diversi: la radio su Internet e la radio
via satellite (alla quale si potrà aggiungere la radio via digitale terrestre).
La diffusione via satellite, estesamente utilizzata per canali televisivi a
pagamento, e particolarmente presente in paesi che per vari motivi non si
sono dotati di una estesa rete via cavo coassiale ad alta capacità (tra cui
l'Italia), consente anche, ovviamente, la trasmissione di sola musica.
Per ascoltare i programmi occorre collegare un sistema di diffusione sonora
(l'impianto Hi-Fi, o un coordinato) al decoder ed utilizzare lo schermo TV
come display per la selezione dei canali. La selezione è in questo modo
comodissima, e la trasmissione è ovviamente priva di disturbi e stabile.
L’utilizzo però è ben diverso da quello storico della radio, ne risulta così un
utilizzo marginale e innaturale dell’apparecchio.
VISUAL RADIO
Mentre la radio digitale faticosamente conquistando il suo
ruolo, alcuni operatori di settori contigui al settore radio, ma
sinora da esso separati, stanno proponendo un nuovo
standard.
Più che una alternativa secca al DAB potrebbe rappresentare
una soluzione complementare, o una soluzione ponte.
Tutto nasce dai telefonini e dalla idea di alcuni produttori
(Nokia in primo luogo, primo produttore al mondo nel settore)
di inserire nei modelli destinati al pubblico giovane un ricevitore
FM a sintesi digitale, e una cuffietta infraurale.
Il telefonino diventa quindi in tal modo, con costo minimo, un
sistema di intrattenimento utilizzabile in mobilità, alternativo al
popolare walkman e ai suoi successori basati su CD e
memorie stick per file MP3.
Così grazie al nuovo standard Visual Radio, ideato dalla Nokia
e per il quale la Hewlett-Packard (HP) ha sviluppato i sistemi di
gestione per le stazioni radio, viene integrata alla diffusione via
etere in modulazione di frequenza (che rimane inalterata) la
gestione di informazioni e comunicazioni.
OGGI: LE FORME DELLA RADIO
La tendenza delle radio, oggi è sempre di più
quella di incorporare la tecnologia specifica
della radio all’interno di elementi che, fino ad
oggi, erano sconnessi dal mondo della radio:
come telefonini,computer…
Quindi, oggi, la radio risulta quasi un elemento
dell’immaginario, carico di emozioni e
sensazioni, in quanto non si riesce a vedere
ma solamente a sentire.
Dall’altro lato però si può vedere, come in tutto,
una tendenza al revival, al vintage, dove alla
tecnologia più avanzata ed estrema si affianca
una forma ripresa dagli anni passati: come
vecchi jubox o radiosveglie semplici e colorate.