L`Eco di Aversa - Elliot Edizioni

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Venerdì 23 Settembre 2016 - 10:16
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« Ero sano di mente Silvia Dalfelli | Pagina principale | Palazzo Parente: dove le Persone realizzano le Passioni Antonio Santi
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articolo inserito il 24.07.16 19:30.
"L'adultera" di Laudomia Bonanni Luigi Alviggi
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realizzano le Passioni Antonio Santi.
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L'acqua, il liquido amniotico, racchiude lo svolgimento della storia: la fonte di vita capita n
accompagni il termine, come sovente accade in questi anni di enormi migrazioni marine.
libro è del 1964, finalista allo Strega e appena ripubblicato, ma è di decisa modernità p
l'approfondita indagine psicologica della protagonista, la quarantenne Lidia, e per quel dire
non dire che accompagna le accurate descrizioni di realtà interiori ed esteriori. Un'esposizion
pittorica, direi. La memoria rimesta nel passato e, dandogli nuova vita, ne integra anche g
aspetti che possono aiutare a sviscerare la vera natura dell'oggi. Lo scalpellio delle frasi, di liev
brevità, equivale a pennellate che si depositano qua e là sul quadro in gestazione, fino
delineare ogni particolare del minimo dettaglio. Un marito, Antonio, reduce da lunga prigion
di guerra in India, una figlia, Nina, Ortensia, la creatrice di moda i cui prodotti Lid
commercializza, accompagnano le sue routinarie giornate milanesi. E poi, grazie anche al su
fascino con i clienti maschi, da dipendente ne diviene collaboratrice, brava ad accostare colori
a creare bozzetti dimostrativi di abilità e buongusto. >>>continua>>>>
Di giorno, da vicino, trovava il Duomo massiccio e pesante, come calcato in uno stampo. Allora andava dietro all'odore.
Conosceva certi angoli umidi sotto le pareti a picco, che a camminarci guardando in terra i ciottoli muschiosi, tra lo sterco
biancastro impastato di piumette e coi piccioni alle gambe, dava l'idea di un sagrato campagnolo. Odore di campagna.
Inconsciamente alzò la mano nel segno della croce, come usava dalle sue parti passando davanti alle chiese.
La conosciamo all'atto della partenza per Napoli verso don Gennaro Esposito, grossista di tessuti presso il quale piazza gran par
della merce. E già l'accompagnamento del marito al treno ricostruisce gli anni del progresso industriale verso il boom con
dettagli d'antan, marginali ma caratterizzanti. Inizia il lungo viaggio nella notte. Nello scompartimento trova due uomini seduti
vicino al finestrino, e un'altra donna al posto sul corridoio. Lei siederà nel posto mezzano vicino al meno giovane, avendo libero
quello a fianco. Il sonno tarda ad arrivare nel sedile di prima classe e si affollano invece i pensieri. Poi esso arriva, inquieto, e,
all'accadere esterno di un fatto riprovevole, si desta di botto e poi esce di scatto dallo scompartimento. Ha subito un volgare
approccio sessuale dall'uomo vicino e, dopo poco, scoprirà anche il furto di buona parte del denaro che Antonio ha voluto
portasse nella borsetta contro gli imprevisti. Alleata inattesa si rivela l'altra passeggera che la spinge a chiamare il ferroviere di
servizio e a esporre in ogni particolare il fatto, ma questi non ne viene a capo. E lei, la testa sempre dietro al fiume di ricordi,
desiste, rimproverandosi per prima per la propria inettitudine.
Era rimasta inchiodata alla parete del corridoio, in quello stato di collera fredda che schiarisce il cervello.
Ricordò perfino una raccomandazione di Antonio, del tutto svanita dalla mente, che per ogni evenienza in viaggio bisogna
rivolgersi al capotreno. Un ferroviere occupava il posto di servizio, lo scorse in fondo sul sedile di legno. Ma un capotreno sarà
fregiato di galloni, meno accessibile al pubblico. E del resto ormai non poteva più rivolgersi a nessuno.
Il danaro dello stipendio di Antonio. Glielo aveva sempre restituito intatto, lui forse credeva che riscuotesse un acconto dai clie
ti, parte delle spettanze, o qualsiasi cosa credesse. Mai aveva tenuto in gran considerazione quel danaro, con indifferenza lo
prendeva e lo riportava senza servirsene. Appunto, lo riportava. Non averlo più è diverso. Provò un disagio acutissimo.
Lidia la approfondiamo così, frammento dopo frammento, intrusi sbircianti nelle foto del passato che continuano a scorrerle
innanzi agli occhi, e delle quali diveniamo parte conoscendone ogni aspetto attraverso la scrupolosa rivisitazione. È sbalzata in
ogni aspetto più intimo dalla scrittura psicoanalitica di potente livello della Bonanni. Un bell'album di famiglia nel quale lavoro
affetti, amori, sono collazionati in ordine sparso ma non per questo meno preciso e avvincente. E non solo il privato. L'intera
società del tempo è raffigurata in questa rassegna d'immagini che, intrecciandosi alle vicende di Lidia, espone un'ampia tipolog
di persone di alto ceto, ricche ed affermate, specchianti al meglio quegli anni di rapida corsa con scarsi ostacoli verso il benesse
Le asperità incontrate nel matrimonio sono, però, ostiche a lasciarsi sopraffare. I lunghi anni della prigionia di Antonio l'hanno
abituata all'indipendenza ed è duro ritornare alla compagnia fissa con il ritorno di chi, per certi versi, è divenuto un estraneo. U
lungo periodo di reciproco riadattamento con un lui non più a posto, come è giusto che succeda per chi ha trascorso anni tra
pesanti rinunce e sacrifici di vita in un internato militare carcerario. Anche lei però ha sofferto. Ed ecco riprendere vita l'aborto
guerra, un incidente di percorso dopo l'incontro con un biondo e giovane tedeschino che, prima di lasciarla dormiente al mattin
riempie il cucinino di doni alimentari, meglio di un gioiello per quei tempi. Ogni cosa accade sempre nella sua doppia faccia, be
e brutta.
L'affollarsi dei ricordi di guerra diviene martellante, alla stregua dell'ossessivo tonfo sui binari del treno che la porta verso il
giorno, verso l'amore in attesa che, al momento, non ha effetto alcuno mentre gli assalti reiterati della guerra assassina non
smettono di ricordare che anche lei ha molto patito nella città vittima di bombardamenti. Non sa dire se quanto Antonio, ma
certo non tanto di meno. Un conforto inatteso giunge da una ragazzina sperduta che va a farle da compagna e da serva ed ha
destrezze nascoste che aiutano a superare la fame nell'attesa di un domani migliore. E conosciamo fin troppo bene, da mille
testimonianze, quanto il degrado morale abbia accompagnato quello fisico nei lunghi anni dell'ultima guerra.
Infine, tra un brandello di sogno-incubo e l'altro, come che sia arriva a Roma. Sulla panchina c'è Norman ad aspettarla, è lui il
jolly del momento. Lui l'amante in carica. E lì, nel bagno di un diurno per lavarsi dello sporco causato dalle visioni e di quello
reale,
la colpì l'idea di aver passato in rassegna la propria vita come dicono che avviene prima di morire. La mia vita sessuale,
corresse con recondita intenzione superstiziosa. Curioso tranello del subcosciente, di aprire la memoria a scatole cinesi, una
dentro l'altra, fino all'ultima più segreta, il senso di colpa. Un altro complesso? Vai dallo psicanalista, si consigliano tra donn
come in passato vai dalla chiromante. Mamma andava a confessarsi. (...)Riemerse un incidente di scuola, della scuola
elementare o forse dell'asilo, il suo primo come si dice trauma infantile. Paura che le venisse da andare al gabinetto.
Naturalmente le viene, troppo tardi chiede di uscire, succede in mezzo all'aula. Ed era tanta, scrosciava, dilagò, fece rivoli:
chiuse gli occhi e si mise a urlare. Anche Nina una volta era tornata bagnata, non si potette strapparle una parola. Sai che ne
ricaverebbe uno psicanalista da storie simili (le amiche di Ortensia, Freud a orecchio). Questo pasticcio di scuole maestre pi
gabinetti. Rise e lanciò nella tazza il mozzicone. Sentiva la testa formicolare sottopelle.
Nell'auto di lui proseguono per Napoli. Lei non è dell'umore solito. La notte trascorsa l'ha segnata più di quanto pensasse. Arriv
a rifiutarglisi in un approccio all'aperto, non riesce a scaldarsi. Qualcosa dentro si è scompensato senza avvisarla. Norman
informa che, invece del grande albergo, andranno nella casa di un amico. Un altro disorientamento, le piace abbandonarsi alle
cure della servitù degli alberghi di lusso. Arrivati nel primo pomeriggio, la lascia da don Gennaro con un appuntamento per più
tardi. Lidia ripiomba nel mondo dell'anziano grossista, che trova senza moglie né figlie andate a un pellegrinaggio vicino, e, in
antica confidenza con il vecchio, entra subito in sintonia con il suo carattere, untuoso ma paterno ed affettuoso.
Poi con Norman, passeggiata per Toledo, cena in riva al mare, lungo via Caracciolo, Chiaia, assorbendo l'anima rumorosa e
stramba della città in compagnia del sogno dichiarato di lui di portarla via per sempre in Sicilia solo per sé. Una prolungata pau
subconscia in attesa del coraggio di ritrovarsi soli. Ed eccoli nell'appartamento dell'amico. Poi tutto si sospende, prima di
qualcosa che cambierà tutto riportandoli al punto di partenza... via Rosaroll è in attesa.
Lidia, dunque, contrabbanda l'amante tra le ragioni di lavoro e inganna il fedele Antonio. Non le pesa più di tanto. I sei anni di
prigionia del marito l'hanno addomesticata a staccarsi da lui, l'ha fatto più volte, la vita poi ha inflitto la severa lezione che nulla
mai può avvilupparci del tutto. Non sa se è davvero felice ma si abbandona nella corrente, e certo oggi non è affatto infelice. I
tempi cattivi appaiono passati, comunque può fidare su due uomini al fianco e quanto non le dona l'uno può sempre aspettarse
dall'altro.
Laudomia Buonanni (L'Aquila 1907 - 2002) è una scrittrice intimista, prolifica, vincitrice dei premi Bagutta e Viareggio alla fine
degli anni '40. In questo lavoro non molti i dialoghi. Tutto si gioca sul filo sottile del ricordo che tesse le vicende, presenti e
passate, dando loro quel taglio personale che ben ci addentra nel complesso animo femminile della protagonista. Lo stile,
moderno come detto, è piacevole e lascia meditare il lettore lungo le strade dei pensieri di Lidia. Il lavorio mentale che si scaten
arriva a farci meglio penetrare la realtà che ci circonda. Questo non è certo un pregio di molti narratori, anche contemporanei.
L'esergo del romanzo, preso da Ralph Emerson (Boston 1803 - 1882), recita:
Le cose stanno in sella e cavalcano l'umanità
ennesima conferma, non superflua, di quanto labile sia il potere possedut
dall'uom