Professione_Infermiere_Umbria_3_2003

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Professione_Infermiere_Umbria_3_2003
LUGLIO/SETTEMBRE 2003
EDITORE
Coordinamento Regionale
dei Collegi IP.AS.VI. di Perugia e Terni
DIRETTORE RESPONSABILE
Renata Buono
RESPONSABILE
REDAZIONE
DI
sommario
ANNO IV – N. 3
Editoriale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
2
di Nazzareno Basili
Il Collegio informa
Il Sole 24 ore-Sanità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
3
a cura di Ambra Proietti
Gazzetta Ufficiale 2003 . . . . . . . . . . . . . . . . .
6
a cura di Sabrina Brizzi
Nora Marinelli
Bollettino Uff. Regionale 2003 . . . . . . . . .
SEGRETERIA
DI
REDAZIONE
Silvia Ceppi, Patrizia Filippetti
COMITATO
REDAZIONE
DI
Nazzareno Basili, Mario Bernardini,
Catia Biccheri, Marcello Borchiellini,
Sabrina Brizzi, Silvia Ceppi,
Silvana Oddi, Cinzia Paolucci,
Ambra Proietti,
Donatella Rabassini
6
a cura di Sabrina Brizzi
Spazio aperto
Il personale di supporto all’assistenza . . .
7
di Agnese Colotti
La figura del mediatore culturale
in ambiente socio-sanitario . . . . . . . . . . . . . . 15
di Gaetano Bendini
La fisionomia di una utenza
multietnica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19
di Orietta Truffarelli
PROGETTO
E
GRAFICA
Arti Grafiche Antica Porziuncola
Cannara (Pg)
L’educazione continua in medicina:
la formazione a distanza . . . . . . . . . . . . . . . 22
di Giandomenico Giusti
CHIUSO
IN DATA
10/9/2003
L’angolo della Segreteria
Corsi di aggiornamento . . . . . . . . . . . . . . . . . 25
AUTORIZZAZIONE
Registrato presso il Tribunale di Perugia
n. 45 del 24/11/1997
Gli appuntamenti con la
formazione e l’aggiornamento . . . . . . . . 31
a cura della Segreteria del Collegio di Perugia
Il D.M.509/99 ha concluso il lungo dibattito sulla necessità di una riforma
degli Atenei e ha creato i presupposti per la nascita di un sistema
universitario, basato sulla libertà degli Atenei stessi nel dotarsi di una
struttura autonoma relativa alla gestione delle finanze, dell’amministrazione
e dell’ordinamento degli studi, con l’obiettivo di dare una risposta qualificata
alle necessità della collettività, appagando contemporaneamente sia le esigenze
dell’utenza, sia quelle dell’istituzione che eroga il servizio.
Nel campo specifico della sanità l’Università di Perugia, sede centrale e sedi
periferiche, dislocate in varie realtà della Regione dell’Umbria, nello spirito
della riforma, ha provveduto ad istituire e ad attivare corsi universitari
limitatamente al primo livello, trascurando la piena attuazione del progetto
che prevede corsi di laurea specialistica.
Non si vede una immediata soluzione, considerato che nel bando di concorso,
relativo al nuovo anno accademico, si prevede l’accesso ai corsi di laurea
delle professioni sanitarie soltanto per quanto riguarda il primo livello.
Anche quest’anno dobbiamo amaramente prendere atto che le numerose
richieste presentate dalla Federazione Nazionale, in rappresentanza
dei Collegi, sono state disattese e non si è costituito il corso
di laurea specialistica.
Quali sono le motivazioni che hanno ostacolato ed ostacolano l’attuazione
della riforma?
Non si riesce ad individuarle facilmente.
Sarà nostro compito effettuare ulteriori interventi per eliminare gli
impedimenti che si frappongono alla piena realizzazione della riforma stessa.
Lo richiede la crescita poderosa della professione infermieristica di questi
ultimi anni e la struttura del servizio che deve prevedere e provvedere
all’istituzione di nuovi ruoli e nuovi equilibri nel sistema del servizio sanitario,
che logicamente andranno a toccare situazioni di fatto instaurate
e che dovranno essere correlate alle nuove realtà professionali.
Quanto sopra esplicitato mira all’attuazione concreta di una organizzazione
infermieristica altamente professionale ed alla realizzazione della qualità
del «Servizio Sanitario» richieste dal cittadino.
Le nostre azioni dovranno essere rivolte al raggiungimento di questi obiettivi.
Ci si augura di trovare condivisione e consenso operativi da parte
delle apposite Istituzioni.
Nazzareno Basili
IL COLLEGIO INFORMA
Il Sole 24 ore-Sanità
a cura di Ambra Proietti
Vi proponiamo brevi flash delle
notizie più interessanti tratte
dal «Il Sole 24 Ore-Sanità». Per
la visione completa degli articoli ci si può rivolgere alla segreteria del proprio Collegio di
appartenenza.
Accreditamento alla «fase 3»
Standard di certificazione internazionale
per il Centro di valutazione
Il percorso di accreditamento umbro si
avvia nel 1999 con l’adesione al Programma speciale ex art. 12 del Dlgs 502/
92, promosso dal Ministero della Sanità e
reso operativo dall’Agenzia sanitaria regionale dell’Emilia Romagna, quale responsabile della gestione e sede di sperimentazione: «Sviluppo e sperimentazione di metodologie per la qualificazione
di valutatori idonei a svolgere attività di
verifica delle strutture sanitarie a scopo di
accreditamento e ad affiancare in qualità di esperti tecnici di settore valutatori
di sistemi qualità per la certificazione».
Il percorso inizia con un corso di formazione per la qualificazione di valutatori idonei alle attività di verifica ai fini
dell’accreditamento delle strutture sanitarie al quale l’Umbria partecipa con due
sistemisti di qualità con esperti in sanità.
Tale scelta è derivata dall’obiettivo che la
Regione si è data, di impostare la formazione dei professionisti sanitari umbri su
un metodo già applicato in contesti «non
sanitari».
1° FASE
Al termine del corso la Giunta Regionale approva il progetto «Qualità Sanità
Regione Umbria».
Obiettivo mettere a punto una serie
di iniziative e di interventi al fine di rilasciare le autorizzazioni e gli accreditamenti alle strutture sanitarie regionali.
2° FASE
La Giunta ha deliberato di istituire un
Laboratorio permanente per la Qualità in
Sanità.
3° FASE
Nel 2002 è stata quindi avviata la formazione di 40 facilitatori di qualità per
l’accreditamento. Tra i contenuti del corso, «i sistemi di garanzia della qualità»; il
miglioramento continuo; i fattori per il
successo; modelli di accreditamento, effettuazione di un project work.
Il modello umbro
Se da una parte la Regione si è preoccupata di formare i valutatori e i facilitatori di qualità, dall’altra, insieme all’Assessorato Regionale ha cercato di delineare
un modello umbro di accreditamento.
Esso prende come riferimento le norme Iso 9001/2000 applicate al settore saluglio/settembre
3
IL COLLEGIO INFORMA
nitario e si concretizza con l’emanazione
del Regolamento n. 3 del 31.07.2002,
«Disciplina in materia di accreditamento
istituzionale delle strutture sanitarie e sociosanitarie».
La Delibera di Giunta Regionale 570
del 07.05.2003 «Approvazione del modello operativo per l’accreditamento istituzionale delle strutture sanitarie e sociosanitarie» ha previsto l’istituzione del
«Centro regionale per l’accreditamento»,
composto da una società di certificazione
dei sistemi di Qualità in Sanità, dai valutatori di qualità formati dalla Regione e
coordinato dal Servizio accreditamento e
valutazione in Sanità.
(Il Sole 24 Ore-Sanità Anno VI N. 20, 27
maggio 2 giu. 2003)
Per il dolore totale
solo terapie olistiche
Non può che essere accolta con favore la notizia, annunciata dal ministro della Salute, Girolamo Sirchia, nelle settimane scorse (v. Il Sole 24 Ore-Sanità n.
19/2003), del varo imminente di una
nuova legislazione sugli oppiacei, di imminente pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale che ne faciliterebbe la prescrizione e
la somministrazione ai malati terminali.
Nella nostra cultura, la riduzione del
dolore è associata agli ultimi istanti della
vita del malato e molto spesso equiparata, ricorrendo a motivazioni simili a
quelle pro-eutanasia, a un atto di mera
pietà umana per il sofferente, con il quale medici e familiari sospingono nell’incoscienza, «soffocano dolcemente», per
così dire, un vita afflitta dal male.
Nel mondo delle cure palliative anglosassoni è stata invece elaborata una
visione assai più complessa del dolore,
che ha al suo centro la nozione di total
pain (dolore totale), con la quale si fa riferimento alle molteplici dimensioni (psi-
4
luglio/settembre
cologica, sociale, emotiva, spirituale oltre
che fisica) della sofferenza dei malati e
alla necessità di un loro trattamento «olistico», cioè unitario e integrato, da parte
delle equipe sanitarie.
In questa prospettiva, la riduzione del
dolore fisico è messa al servizio della
qualità della vita (e della morte) del malato, riconoscendo che il suo significato
varia a seconda della fase della malattia che egli sta attraversando.
Quella che occorre in definitiva riconoscere fino alla fine è l’umanità del malato morente, l’integrità della sua persona, la dignità della sua esistenza e la pienezza dei suoi diritti.
Se ciò non avviene, la somministrazione semplificata dei farmaci anti-dolo-
Secondo le rilevazioni svolte, circa il 46% dei pazienti prova dolori di grave intensità, il restante
moderato (23%) o lieve (20%).
Tuttavia finora solo una minima
parte (circa il 30%) ha ricevuto
un trattamento antalgico.
rifici avrà il solo effetto di ammutolire definitivamente i malati, di sopprimere insieme al loro dolore anche la loro voce.
(Il Sole 24 Ore-Sanità Anno VI N. 21 3-9
giugno 2003)
Il nord-ovest misura il dolore
Anestesisti e infermieri in prima linea
nel trattamento antalgico
Quanto dolore provano i pazienti ricoverati negli ospedali nel Nord-Ovest del
Paese? E come si applicano le terapie
analgesiche?
Nel Nord-Ovest le linee guida del Ministero della Salute per la realizzazione
dell’«Ospedale senza dolore» del giugno
2001, sono state recepite con l’istituzione
IL COLLEGIO INFORMA
dei comitati regionali per l’applicazione
nelle singole aziende sanitarie.
Secondo le rilevazioni svolte, circa il
46% dei pazienti prova dolori di grave
intensità, il restante moderato (23%) o
lieve (20%). Tuttavia finora solo una minima parte (circa il 30%) ha ricevuto un
trattamento antalgico.
VALLE D’AOSTA. L’indagine sul dolore ha
interessato 377 pazienti, evidenziando che
il 66% accusa un dolore e, che di questi,
un tredicesimo dei pazienti dichiara di provare dolore intenso, mentre circa il 40%
dei pazienti ricoverati è affetto da un dolore cronico.
PIEMONTE. Le Molinette (Aso S. Giovanni Battista di Torino, 1.350 pl) attraverso
l’unità di Terapia antalgica e cure palliative, ha realizzato ad aprile scorso un’indagine sulla prevalenza del dolore, evidenziando come il dolore cambi in base
al sesso (56,3% femmine contro il 55,4%
maschi), ai reparti di degenza (prevalenza nei reparti chirurgici: 55%) e all’età (i
più trattati sono i giovani, seguiti dalla fascia 45-59 anni, dopo i 75 si assiste a
una drastica riduzione dei trattamenti).
LIGURIA. L’indagine è stata condotta nei
29 ospedali regionali su 4.709 pazienti
(a esclusione di Pediatrie, Terapie Intensive, Ostetricie e Psichiatrie) maggiorenni e
ricoverati da almeno 24 ore.
I ricoverati sono stati intervistati da infermieri appositamente formati, utilizzando
un questionario (derivato dal Brief pain inventory) costituito da una domanda filtro
(«ha avuto dolore nelle ultime 24 ore?»)
e da tre domande che quantificano l’intensità del dolore (al momento, massimo
e medio nelle 24 ore precedenti) su una
scala da 0 a 10; il 56,6% dei pazienti ha
riferito la presenza di dolore nelle ultime
24 ore, il 43,1% al momento dell’intervista e il 15,7% di intensità superiore a 5.
(Il Sole 24 Ore-Sanità Anno VI N. 22 10-16
giugno 2003)
Pianeta ospedali: meno corsia,
cresce il dh
Calo generale dei dimessi: Umbria
e Trento al top. Molise in maglia nera.
Lombardia: aumenta tutto
Meno ricoveri nel pubblico, qualche
degenza in più nel privato accreditato
(ma solo in alcune Regioni) e soprattutto su entrambi i fronti, i ricoveri più corti,
diagnosi e procedure in aumento, tanta
chirurgia e tanto day hospital in più.
Per un identikit aggiornato sui ricoveri
ospedalieri che trova facilmente le proprie star in classifica: l’Umbria e la provincia di Trento sono le maglie rosa della diminuzione di permanenza in corsia,
con un calo di oltre il 7% delle dimissioni rispetto a 2000.
Questo il succo del Rapporto annuale
sulle attività di ricovero offerto dalle Sdo
2001, le Schede di dimissione ospedaliera elaborate dal sistema informativo della Salute riferite a 1.386 istituti, per un totale di circa 13mila ricoveri oltre 81mila
giornate di degenza.
Queste ultime, in particolare risultano,
diminuite di oltre 1 milione, nonostante
l’aumento complessivo dei ricoveri (268mila in più).
(Il Sole 24 Ore-Sanità Anno VI N. 27 15-21
luglio 2003)
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Corso di aggiornamento per Infermieri su:
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Seconda edizione 19-20 dicembre 2003.
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Dott. Donatella Bologni, tel. 075.575981
Dott. Stefano Cusco, tel. 075.582991
luglio/settembre
5
IL COLLEGIO INFORMA
V
i proponiamo una recensione delle
leggi e decreti più interessanti rilevati dalla Gazzetta Ufficiale. Per ragioni di spazio verranno pubblicati i
riferimenti attraverso cui risalire sia
al numero della Gazzetta, che all’articolo di riferimento. Ove gli iscritti
fossero interessati ad acquistare il testo integrale, possono fare riferimento al Collegio di appartenenza o al sito-Internet del Collegio IP.AS.VI. di
Perugia www.ipasviperugia.it
dei Ministri del 06.06.03
Indizione della «Giornata nazionale della donazione di sangue».
G.U. del 01.07.03 n. 150
Legge 20.06.03 n. 141
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge del 23.
04.03, n. 89, recante proroga dei
termini relativi all’attività professionale dei medici e finanziamento di particolari terapie oncologiche ed ematiche, nonché delle
transazioni con soggetti danneggiati da emoderivati infetti.
G.U. del 18.07.03
Comunicato di rettifica concernente
«Decreto ministeriale deò 20.06.02»
Elenco dei medicinali rimborsabili dal SSN ai sensi del decreto
del Ministro della salute del 27.
09.02, n. 138, convertito dalla
legge 8.8.02, n. 178.
G.U. del 03.07.03 n. 152
Decreto del Presidente del Consiglio
V
i proponiamo una recensione delle
leggi e dei decreti più interessanti
rilevati dal Bollettino Ufficiale Regionale. Per ragioni di spazio verranno
pubblicati i riferimenti attraverso cui
risalire sia al numero del Bollettino,
che all’articolo di riferimento.
Ove gli iscritti fossero interessati ad
acquistare il testo integrale, possono
fare riferimento al collegio di appartenenza.
B.U.R. del 09.07. 03 n. 28
G.U. del 07.07.03
Ordinanza del 10.06.03
Misure precauzionali atte ad evitare il rischio di trasmissione di
SARS attraverso la trasfusione di
sangue o emocomponenti o attraverso la donazione di organi, tessuti e cellule a scopo di trapianto.
G.U. del 29.07.03
Decreto Legislativo del 30.06.03, n. 196
Codice in materia di protezione
dei dati personali (Supplemento
Ordinario n. 123)
Decreto del Presidente della Giunta
Regionale del 30.06.03 n. 169, 170,
171, 172, 173, 174
Nomina dei rispettivi Direttori
Generali ASL n. 1, ASL n. 2, ASL
n. 3, ASL n. 4, Azienda Ospedaliera S.Maria di Terni, Azienda
Ospedaliera di Perugia.
B.U.R. del 27.08.2003 n. 36
Piano Sanitario Regionale 2003/2005
Supplemento Ordinario
SPAZIO APERTO
Analisi organizzativa in azienda
Il personale di supporto
all’assistenza*
di Agnese Colotti
Docente e dirigente in scienze infermieristiche; Az. Osp. di Careggi (Firenze)
Il Comitato di redazione ha ritenuto di proseguire nella pubblicazione degli atti relativi alle
giornate studio del: 22 febbraio (Perugia), 17 maggio (Perugia) e 3 giugno (Terni) su: «L’operatore Socio-sanitario e il suo inserimento nell’équipe assistenziale». La relazione che segue,
è descrittiva d’una interessante ricerca infermieristica svolta dalla collega A. Colotti presso l’Azienda Ospedaliera dove presta servizio; attualmente assegnata all’ufficio Relazioni con il pubblico. *Già pubblicato su «Obiettivo» n. 1/2003, rivista del Collegio IP.AS.VI. di Firenze.
Lo stimolo alla ricerca deriva
dalle trasformazioni che stanno
avvenendo a livello macro nella
professione e a livello micro come risulta dall’analisi dell’Azienda Ospedaliera Careggi alla luce delle conseguenze delle nuove leggi sanitarie; in particolare
di rilievo per la professione infermieristica l’aspetto del delicato rapporto tra l’infermiere
ed il personale di supporto all’assistenza.
opportuno in un momento di trasformazione come questo
indagare in azienda sulla percezione
che gli infermieri hanno nei confronti
del personale di supporto, quali sono le
attività che si attribuirebbero a questi ope-
S
I È RITENUTO QUINDI
ratori, quali sono i loro bisogni nei confronti di questo processo di innovazione, e
nello stesso tempo quali sono i bisogni degli operatori di supporto in un momento
così difficile di inserimento e di definizione della loro identità.
È importante realizzare come dal contesto generale si possa anche con una
piccola ricerca poter inserirsi nel proprio
contesto lavorativo dove varie sfaccettatture si possono configurare presentando i
problemi con aspetti totalmente diversi.
La ricerca è stata inoltre supportata da
una propedeutica revisione della letteratura generale ed infermieristica su tale tematica che congiuntamente hanno costituito il quadro teorico di riferimento.
Ci è sembrato inoltre basilare poter
constatare come poter progettare sulla
base della realtà ed affiancare la ricerca
effettivamente alla pratica.
luglio/settembre
7
SPAZIO APERTO
Obiettivo
Campione e sue caratteristiche
Lo scopo dello studio è quello di raccogliere dati per poter poi analizzare la
realtà prendendo coscienza di quali sono
gli ambiti di competenza infermieristica,
al fine di valutare in base al contesto
quante e quali attività attribuire agli operatori di supporto.
La ricerca infatti va a valutare se le
competenze dell’Operatore Tecnico all’Assistenza sono chiare a tutti gli operatori e all’operatore stesso; se è ben
Lo studio effettuato è stato di tipo descrittivo (TAB. I), la raccolta dati si è realizzata nel mese di ottobre del 2001 e si
è rivolta alle seguenti unità statistiche:
infermieri, caposala e O.T.A. dell’Azienda Ospedaliera Careggi individuando 8 reparti appartenenti all’U.O.
Assistenza Chirurgica e 9 reparti appartenenti all’U.O. Assistenza Infermieristica
di Discipline Mediche. La scelta del
campione è stata determinata dalla
TAB. I FORMULAZIONE DEL DISEGNO DI RICERCA
Tipo di indagine
conoscitiva, descrittiva
Tipo di studio
prospettico
Luogo di indagine
Azienda Ospedaliera di Careggi, Firenze
Popolazione di indagine
8 U.O. appartenenti all’U.O. di Assistenza Chirurgica più 9 U.O. appartenenti all’U.O. Assistenza Infermieristica Discipline Mediche per
un totale di 450 operatori così suddivisi: 350 infermieri, 93 O.T.A. e
17 caposala
Metodo d’indagine
tecnica della domanda
Strumento di indagine
questionario da autocompilare
Somministrazione
dei questionari
consegna a mano ai vari caposala di U.O.
Durata dello studio
ottobre 2001
comprensibile il significato dell’attribuzione come concetto di relazione professionale e quali sono le attività individuabili per l’attribuzione in base al contesto operativo.
In base alla presenza dell’operatore
O.T.A., di cui una buona parte si è già
riqualificato in base al Provvedimento del
22 febbraio 2001 e della delibera regionale G.R.T. nn. 1052 del 24.09.2001
in Operatore Socio Sanitario, si indaga circa la possibilità di ipotizzare e ulteriormente sperimentare nuovi modelli di organizzazione dell’assistenza.
8
luglio/settembre
presenza di operatori O.T.A. nelle Unità
Operative incluse nel campione.
Il campione è quindi rappresentato da
450 operatori a cui è stato somministrato
un questionario strutturato e così suddiviso:
350 infermieri, 93 O.T.A. e 17 caposala.
Sono stati quindi consegnati complessivamente 450 questionari presentati ai
caposala di ogni unità operativa.
Poiché sono rientrati 282 questionari
interamente compilati, l’universo statistico
fatto pari al 100% è costituito da 282
operatori che hanno risposto all’indagine;
la randomizzazione causale all’interno del
SPAZIO APERTO
campione in base ai questionari compilati ha evidenziato 199 infermieri, 66
O.T.A. e 17 caposala.
I questionari missing sono stati quindi
168 evidenziando che non hanno risposto
151 infermieri e 27 O.T.A. mentre i 17 caposala hanno tutti compilato il questionario.
Materiali e metodi
Lo strumento di raccolta dati è stato un
questionario strutturato con alcune variabili
inserite al fine di analizzare le problematiche che si vuole indagare; altri tipi di variabile sono state inserite per l’analisi di fattori
determinanti che si vuole invece misurare. Il
questionario è stato costruito in base all’obiettivo e alle ipotesi identificate strutturando 21 domande per chiarire l’orientamento del campione in base ai cambiamenti e
alle nuove figure operanti in azienda.
In particolare una delle domande è stata formulata in base ai bisogni dei pazienti rispetto all’igiene personale, all’eliminazione assistita, all’alimentazione, al posizionamento e mobilizzazione, all’informazione e comunicazione, alla gestione del programma diagnostico e terapeutico; di rilievo le attività indirizzate alla soddisfazione di
questi bisogni e come, in base ad ogni bisogno, le varie figure (infermiere, caposala
e O.T.A.), pensano di gestire l’attribuzione
delle varie attività. Per i dati inerenti a questa domanda è stato formulato un programma a parte di gestione ed elaborazione dei dati.
Il questionario è stato testato su un
campione random di circa venti operatori
(esclusi dal campione) per capire se le
domande fossero comprensibili e impostate in modo da poter permettere una
facile elaborazione dei dati.
Le conclusioni della ricerca
L’analisi dei dati si riferisce ad un totale
di 282 unità (corrispondente a questionari ri-
tornati) pari al 62,66% del campione originario e cioè 450 operatori così suddivisi: 350
infermieri, 93 O.T.A. e 17 caposala (ritenuto un discreto livello di rappresentatività).
I questionari missing sono stati 168 e
quindi si evidenzia che non hanno risposto 161 infermieri, e 27 O.T.A.
Dopo l’approccio analitico dei dati
emersi dalla ricerca sul campo si evidenziano gli ambiti di discussione in base all’obiettivo prefissato.
1. Chiarezza delle competenze della
figura O.T.A.
Esigenza di maggior chiarezza delle
competenze di questa figura.
I dati rilevati evidenziano una rilevante
percentuale di non chiarezza sia sul campione totale (poco chiare per il 45,68%)
che distinguendo per i tre profili professionali (poco chiare per il 48,74% degli infermieri, e per il 42,42% degli O.T.A.).
Anche nei confronti dell’équipe del reparto c’è un alta percentuale di non chiarezza (60,43%) delle competenze O.T.A.
ed una percentuale di chiarezza del
58,82% per quanto riguarda i caposala.
2. Attribuzione come concetto di relazione professionale
Questo punto viene avvalorato dai dati della risposta come: assegnazione di attività e/o compiti. (hanno dato questo valore il 66,55% del campione totale, il
52,94% dei caposala, il 63,32% degli infermieri, il 75,76% degli O.T.A.) e, pur
non avendo la maggioranza degli operatori frequentato corsi che riguardano l’argomento (79,86% del campione totale),
si ricorre al profilo O.T.A. (il 74,87% degli
infermieri, il 76,47% dei caposala, il
75,76% degli O.T.A.) per trovare documentazione sulla possibilità di attribuire attività agli O.T.A., e solo il 9,5% degli infermieri e il 17,65% dei caposala risponde che può documentarsi anche sul proluglio/settembre
9
SPAZIO APERTO
filo professionale dell’infermiere. Nella domanda inerente le attività per la soddisfazione dei bisogni dei pazienti (quindi le
attribuzioni di queste) si evince quali siano secondo i vari operatori le attività da
poter attribuire agli O.T.A. e si rileva una
concordanza esplicita delle attività da attribuire per i tre profili professionali, denotando questo indirettamente anche i confini delle competenze professionali; infatti
anche se l’O.T.A. svolge per il 51,44% (sul
campione totale) sommariamente compiti di ausiliario, non risulta svolgere per il
92,45% del campione totale compiti dell’infermiere. Nota questa però molto importante per la valorizzazione ed il miglior
utilizzo delle figure di supporto.
Un punto importante su cui riflettere,
concetto basilare nel tempo affinato e
meglio inserito, è quello su come si usi il
termine attribuzione e non delega delle
attività dato che il primo implica il riconoscere attività come proprie in base ad
un mansionario (per gli O.T.A.) o un profilo (per gli O.S.S.) mentre la delega implichi l’autorizzare qualcuno a compiere
un atto in propria vece.
cessità di condurre una larga azione di sensibilizzazione, formazione e progettazione
sulla possibilità di implementare nuovi modelli assistenziali per l’assistenza personalizzata inserendo gli operatori di supporto e
attribuendo a loro determinate attività.
4. La formazione e la preparazione
degli O.T.A.
Il corso risulta aver dato sufficienti conoscenze per affrontare la realtà (34,85%
sul campione O.T.A. e 43,17% su tutto il
campione). La maggior parte degli operatori O.T.A. (48,48%) si sente valorizzata all’interno del suo reparto.
Si conferma la richiesta d’integrazione
del personale di supporto. Si ritiene infatti molto importante che il personale di
supporto partecipi al passaggio delle consegne (il 92,45% su tutto il campione),
ma anche che sia evidente l’assunzione
di responsabilità professionale da parte
dei caposala e degli infermieri definita in
relazione agli O.T.A. (il 47,06% dei caposala ha sentito la necessità, e anche il
56,78% degli infermieri).
Commento
3. L’organizzazione dell’assistenza con
gli operatori O.T.A. viene espressa per la
maggioranza, in base agli esempi dati,
nello sviluppare un piano di azione comune tra infermiere ed O.T.A. anche per
quanto riguarda la relazione con i pazienti (91,37% su tutto il campione).
Il modello assistenziale più confacente
risulta quello di accoppiare un infermiere
ed un O.T.A. nello svolgimento delle attività assistenziali (il 51,80% su tutto il
campione, il 49,25% sul campione infermieri, il 58,82% sul campione caposala).
Solo il 29,41% dei caposala ed il
26,13% degli infermieri fa riferimento ad
un organizzazione in cui si suddivide il personale che svolge assistenza completa in
piccole équipe e questo fa emergere la ne-
10
luglio/settembre
È stato importante quindi pensare attraverso la ricerca per acquisire nuove conoscenze allo scopo di utilizzarle nel momento di importanti decisioni al fine di
modellare attività e comportamenti in relazione ai problemi da risolvere ed ai risultati da ottenere.
Si può confermare quindi che: ricerca,
decisione e azione infermieristica sono strettamente legate ed interagenti tra loro.
Le proposte sono quelle di:
formare gli infermieri in modo che
prendano coscienza di quali sono le loro potenzialità, i loro ambiti di attività
e come gestirli;
formare il personale di supporto in mo-
do che abbia sì le competenze speci-
SPAZIO APERTO
fiche dettate dal proprio profilo, ma soprattutto che riesca a condividerle con
l’infemiere con cui dovrà collaborare;
sarà basilare infatti la scelta delle attività più rilevanti che si è individuato di
poter attribuire in base al contesto e ai
modelli assistenziali inseriti.
È comunque fondamentale evidenziare come non sia possibile definire regole
univoche per le attività da attribuire agli
operatori di supporto: queste infatti variano rispetto alla situazione del paziente ed
in base al contesto.
L’integrazione con il personale di supporto è basilare e si esplica nel dare priorità alla chiarezza delle competenze per
tutti gli operatori nell’équipe di lavoro dove ognuno contribuisce al risultato come
essere unico e competente e non come
somma di un insieme di parti. Sarà importante infatti l’introduzione di una cultura d’èquipe dove ogni operatore conosce le proprie e le altrui competenze
in modo da renderne visibili i confini.
Il suggerimento che scaturisce è quindi quello di ridisegnare gli ambiti di attività e collaborazione tra le varie figure
professionali e in particolare con il personale di supporto; valutare quali e quante prestazioni sono impropriamente attuate dagli infermieri e quante siano effettivamente attribuibili agli operatori di
supporto.
Se adeguatamente formati gli operatori di supporto rappresentano una risorsa
per liberare gli infermieri dal carico delle
attività più semplici e ripetitive, a tutto
vantaggio di maggior spazio per pianificare e garantire meglio le condizioni tecniche, organizzative e relazionali in cui
prestare assistenza.
Importante quindi capire come sia fondamentale la contestualizzazione dei bisogni degli operatori nei momenti di cambiamento e di introduzione di nuove figu-
re assistenziali, e come le figure di coordinamento siano di rilevante importanza nella ricerca e nella raccolta di dati al fine di
compiere azioni mirate alla situazione e ai
bisogni sia assistenziali che degli operatori.
Anche se la carenza infermieristica, la
politica al risparmio, sembrano essere le
vere premesse per la nascita delle nuove figure di supporto all’assistenza, è importante invece che la professione prenda spunto da questa nascita per creare i
presupposti per un’assistenza più qualificata e accreditata dalla società.
Importante è quindi analizzare le varie figure di supporto, confrontarle fra loro, avere coscienza di quella che è la
realtà e la legislazione che le introduce
in base al contesto operativo e alle necessità sul campo.
Basilare quindi la progettualità infermieristica per l’inserimento e la gestione
delle nuove figure assistenziali dove all’analisi contestuale si affiancano modelli
di inserimento studiati su dati nati da reali esigenze contestuali.
Infatti se la formazione e l’inserimento
lavorativo delle nuove figure di supporto
verranno efficacemente presidiate da parte della professione si può considerare queste figure come un’opportunità, chiarendo
che non si tratta di una sostituzione dell’ infermiere ma di un operatore che svolge
compiti ed assume un ruolo ben definito.
Gli studi di ricerca orientati all’applicazione pratica rappresentano uno strumento che può contribuire in maniera incisiva a comprovare l’efficacia di determinati interventi infermieristici e a migliorare la qualità dell’assistenza. I risultati degli studi inoltre offrono una base teorica
per il processo decisionale relativo a come deve essere fornita l’assistenza; il piano di attività che possono essere svolte
da questi operatori e in quali contesti; la
definizione del fabbisogno formativo di
queste figure. La ricerca quindi per non
luglio/settembre
11
SPAZIO APERTO
obbedire solo a regole ma per diventare protagonisti del processo di cambiamento, come momento vero in cui si gioca il ruolo della professione nel nuovo approccio a diversi modelli assistenziali e a
modelli alternativi di gestione.
L’infermiere quindi dovrà essere pronto
a gestire le situazioni con maturità e con
consapevolezza assumendo decisioni che
hanno alla base scientificità e prove confermate da dati di ricerca che le avvalorano. È importante però rendersi conto che
la ricerca infermieristica non è fatta solo da
infermieri, con infermieri, e per infermieri,
ma anzi è un azione i cui risultati consentono di aumentare la comprensione di fenomeni complessi e che possono essere utilizzati dai vari operatori che concorrono a
migliorare le condizioni organizzative nell’équipe di lavoro. Prova ne è il questionario di ricerca somministrato sì agli infermieri ma anche agli operatori di supporto
in un contesto dove si cerca di capire se
anche tutti gli altri operatori hanno ben
chiaro ciò che di nuovo sta avvenendo.
L’infermieristica ha necessità di dimostrare di essere una disciplina sostenuta dalla scienza, e solo la ricerca può dimostrare e provare la conoscenza di fenomeni
importanti per l’assistenza. I risultati delle ricerche inoltre devono diventare la base
sulla quale sviluppare l’insegnamento del
nursing e devono essere utilizzati nella pratica clinica, nel quotidiano, nella progettazione del nuovo divenire infermieristico insieme agli operatori di supporto.
La responsabilità più grande della professione sta nell’instaurare il nuovo rapporto professionale con gli operatori di
supporto e nel rafforzare la professione
nelle scelte di competenza per utilizzare
al meglio queste nuove risorse.
La certezza dobbiamo essere noi come infermieri-professionisti ma soprattutto persone responsabili che sanno ciò che
vogliono nel costruire la loro professione.
12
luglio/settembre
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SPAZIO APERTO
Un’indagine nei servizi di salute mentale dell’ASL n. 2 di Perugia
La figura del mediatore culturale
in ambiente socio-sanitario
Abstrat. Il fenomeno dell’immigrazione straniera ha portato a nuove
problematiche nella realtà sanitaria nazionale, nonché umbra.
Quotidianamente gli operatori sanitari si trovano a relazionarsi con un utenti
che per differenze culturali hanno un modo diverso di descrivere e di sentire
la malattia, il tutto associato a disuguaglianze linguistiche. Il mediatore culturale
assume un ruolo importante. Una ricerca di natura descrittiva nei servizi
di salute mentale dell’ASL n. 2 di Perugia, ha evidenziato le caratteristiche
di tale problematiche e l’importanza del ruolo del mediatore culturale.
di Giuliano Bendini
Infermiere S.P.D.C. Corso di formazione superiore al coordinamento dei servizi strumentali
per personale sanitario. Dipartimento di Sociologia, Università di Bologna
UMBRIA, COME IL RESTO del paese, si trova oggi di fronte ad un repentino
cambiamento che impone di misurarsi, sul piano culturale ancor prima
che politico, con l’afflusso crescente di uomini e donne provenienti da varie parti del
mondo. Le più recenti trasformazioni, che
hanno visto prevalere i flussi di lavoratori
provenienti da paesi extracomunitari, rappresentano una delle novità di maggior rilievo nell’assetto sociale. La presenza degli
stranieri nel territorio dell’ASL n. 2 del perugino è numericamente la più consistente visto che quasi la metà degli stranieri presenti
nella provincia, risiedono nel suo ambito
territoriale (4,2 %). Da un punto di vista sanitario il profilo che si delinea è abbastanza uniforme con quello nazionale, la maggior parte degli accessi alle strutture ospedaliere sono legati ad eventi fisiologici quali quelli connessi alla gravidanza ed al par-
L’
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luglio/settembre
to o a traumi accidentali. Ciò è dovuto in
parte all’età, giovane-adulta, per definizione la più sana, ma anche dal cosiddetto
«effetto migrante sano» che comporta
un’autoselezione: in altre parole sono quelli in condizioni di salute migliori che realizzano un progetto migratorio. Quest’effetto
tende con il tempo ad indebolirsi in conseguenza sia dei ricongiungimenti familiari
meno selezionati sul versante della salute,
sia per le condizioni di marginalità sociale
dovute ad una cattiva alimentazione, a situazioni abitative inadeguate, a condizioni
di lavoro precarie e al disagio psicologico
(stress da adattamento, nostalgia, desiderio di ricongiungimento con i familiari). Molto spesso i disagi, la difficoltà ad emergere e ad acquisire uno status dignitoso, unito ai problemi legati all’integrazione e alla comunicazione, determinano una spiccata fragilità sociale che talvolta si manife-
SPAZIO APERTO
sta nell’incapacità a gestire i conflitti, che
spesso esplodono in maniera clamorosa,
tanto da richiedere l’intervento dei servizi di
salute mentale.
Tutti gli operatori si trovano, sempre più
frequentemente, nella condizione di identificare i bisogni di pazienti stranieri ricoverati, provando spesso disagio e inadeguatezza e un forte senso di frustrazione di fronte alla difficoltà di comunicare, sia per la diversità di linguistica, sia per le differenze culturali. L’aiuto di un traduttore in questi casi
è di notevole sostegno, ma in realtà non
basta. Di fronte a queste problematiche,
che non sono solo di origine linguistica, è
necessario l’intervento del mediatore interculturale, una nuova figura che ha come
ruolo quello di facilitare la comprensione
del percorso psicopatologico del paziente.
Contestualizzare e dare un significato ad un
delirio è come trovare la chiave giusta per
aprire una serratura. Il mediatore interculturale, soprattutto in ambiente psichiatrico,
svolge questa preziosa funzione; facilita e
rende accessibili agli operatori sanitari i vissuti emotivi e culturali del paziente straniero, così che non solo i contenuti sono esplicitati, ma anche i contesti in cui inserirli diventano più chiari e nitidi.
ruolo che tale figura riveste nel campo della psichiatria; c) un’analisi dei dati riferiti agli
stranieri che hanno usufruito dei servizi di salute mentale nel corso dell’anno 2001,
presso le strutture territoriali (Centri di Salute
Mentale) e ospedaliere (Servizio Psichiatrico
di Diagnosi e Cura) di Perugia.
Per ciò che riguarda la mediazione culturale e la comunicazione interculturale si è
fatto ricorso ad una revisione della letteratura tramite una ricerca bibliografica.
Come metodologia di lavoro si è privilegiata la somministrazione di una serie di
interviste ad alcuni testimoni significativi,
identificati nei mediatori culturali operanti a
Perugia e nel responsabile del «Progetto
Mediazione Culturale Regione Umbria». Il
criterio di selezione adottato è stato la disponibilità individuale e l’area geografica di
provenienza cercando di avere una visione
globale, (anche se non esaustiva) del fenomeno, cercando di coinvolgere soggetti
provenienti dai diversi continenti. Sono state elaborate due tipologie di interviste, l’una da sottoporre al Responsabile del «Progetto Mediazione Culturale Umbria», l’altra
destinata ai mediatori culturali. Entrambe
affrontano le medesime aree tematiche legate alla figura del mediatore culturale.
Oggetto, metodologia
e strumenti
La comunicazione interculturale
nei servizi socio sanitari
Da questo contesto è nata la necessità
di strutturare una ricerca, di carattere descrittivo, che si sviluppasse lungo tre direttrici principali, quali: a) la comunicazione interculturale nei servizi sanitari, cercando di
evidenziare quali possano essere i nodi critici, la tipologia e la natura delle relazioni
che s’instaurano tra individui (operatori sanitari e immigrati), che provengono da culture e lingue differenti; b) la figura del mediatore culturale in ambiente sanitario, le
funzioni, campi d’azione e modalità d’intervento, ponendo l’accento soprattutto al
La comunicazione interculturale è una
scienza molto complessa in quanto deve fare i conti con diverse e svariate definizioni di
cultura, con i concetti di etnia dei diversi popoli, con una diversa percezione del tempo
e dello spazio, con la lingua e i linguaggi,
con le religioni e le credenze, con i ruoli sociali, la gestualità e i comportamenti non
verbali. La comunicazione interculturale affronta la diversità, non in termini di sopraffazione di valori, di pregiudizio e di discriminazione, ma sottolinea la ricchezza dei
diversi punti di vista. È la cultura del rispetto
luglio/settembre
15
SPAZIO APERTO
del prendersi cura, dell’ascoltare, della partecipazione, del confronto con credenze e
mondi anche molto distanti dal nostro.
L’applicazione di questi concetti al mondo sanitario è ancor più complessa, poiché
attiene a qualcosa di molto personale, intimo, al concetto di salute e malattia, ai valori che ognuno di noi assegna alla vita e
alla morte, e che sono al tempo collettivi,
rappresentativi della cultura alla quale apparteniamo, ma anche molto personali.
La comunicazione in sanità è caratterizzata dalla relazione medico-paziente. Entrambi sono i protagonisti di questa interazione, anche se spesso con il termine «medico» si identificano molti più professionisti
che operano contestualmente in ambito
sanitario e di certo non comprimarie a nessun’altra. Tale rapporto è l’espressione di
due diverse modalità di concepire la malattia, quella intesa come «disease» e cioè
la patologia o il sintomo visto dalla parte
dell’operatore sanitario e quello «dell’illness» l’ottica del paziente basata sull’esperienza, su ciò che sente. «Ilness» è ciò che
il paziente sente quando va dal dottore, disease è ciò che egli ha quando torna a casa dall’ambulatorio» (Cassell, 1976).
Possiamo immaginare cosa succede
quando l’utente del servizio sanitario è uno
straniero, oltre al differente modo di descrivere e di sentire la malattia, si unisce anche la profonda differenza culturale e linguistica, il simbolismo ad essa collegata. Da
non dimenticare infine le difficoltà che sono apportate dalla prospettiva etnocentrica, alla quale noi operatori sanitari occidentali siamo purtroppo inclini.
Secondo R. Colasanti e S. Geraci, le difficoltà e l’incomprensioni sopra descritte si situano a cinque livelli:
– Metalinguistica, arbitrarietà dei valori simbolici.
– Culturale, «imprinting» ed elementi culturali inconsci.
– Metaculturale, differenze ideologiche, filosofiche e religiose.
– Prelinguistico, non ostensibilità delle sensazioni interiori.
– Linguistico, arbitrarietà del significato e
del valore semantico.
presso ogni ASL;
presso ogni pronto soccorso e struttura
16
luglio/settembre
Ruolo, funzioni e formazione
del mediatore culturale
La diffusione delle esperienze, le ricerche, il dibattito degli ultimi anni e non ultimo, il confronto con altri paesi europei,
hanno in gran parte delineato il ruolo e le
funzioni del mediatore culturale, il profilo
delle competenze professionali necessarie,
il rapporto con gli altri operatori del paese
di accoglienza. Il mediatore culturale è
quella figura che si adopera per decifrare
e raccordare i codici della società d’accoglienza e di quella di origine, è colui che
facilita i passaggi di conoscenza. È un «ponte» tra due diverse culture.
Si è cercato di definire i requisiti che caratterizzano la figura del mediatore culturale, tra i più importanti si riconoscono:
appartenere alla medesima nazionalità
dell’immigrato o ad un’area culturale affine;
livello d’istruzione medio alto;
conoscenza della lingua italiana, conoscenza ed informazione sull’organizzazione del sistema statale e dell’erogazione dei servizi socio-sanitari ed assistenziali nazionali.
Per quanto attiene il settore sanitario,
la figura del mediatore culturale è oggi ritenuta indispensabile nella collaborazione
con gli operatori sanitari soprattutto nei seguenti ambiti:
ospedaliera;
presso ogni servizio sanitario di frontiera.
SPAZIO APERTO
Nel testo unico, redatto dal gruppo di
lavoro del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, sono illustrati alcuni percorsi
formativi che dovrebbero avere una struttura modulare di base nelle seguenti aree:
area della comunicazione e della relazioni interculturali;
area normativa;
area dell’organizzazione e dei servizi.
Il percorso formativo di secondo livello
deve prevedere un’ulteriore articolazione di
moduli disciplinari per settori, secondo gli
ambiti di impiego del mediatore culturale,
tra cui possono essere individuati l’area so-
Stranieri iscritti al SSN al 31/12/2001 nella Regione Umbria
cio-sanitaria, scolastica, giudiziaria ecc., incluse esperienze alternate di tirocinio.
Alcuni dati sull’utenza straniera
nei servizi di salute mentale
della asl n. 2
(CSM di Perugia e SPDC)
Gli stranieri residenti in Umbria sono
25.102 (2,9% della popolazione totale),
19.807 a nella provincia di Perugia e
5.295 nella provincia di Terni, cui si aggiunge un’ulteriore quota stimata intorno
al 20-25% (del totale degli stranieri), circa 6.000 individui quindi, non regolarizzati
e clandestini.
La comunità più numerosa è quella Albanese (5.821) seguita da quella Marocchina (4.967).
Il numero degli iscritti al SSN, della regione Umbria, dimostra come sia molto
esigua la quota degli iscritti in confronto ai
residenti: ciò testimonia che non tutti gli stranieri, per varie ragioni, sono raggiunti dalla
rete dei servizi sanitari.
Analisi dei risultati e note
conclusive
Si può affermare che la mediazione culturale in Umbria ha mosso i suoi primi passi già una decina di anni fa ma, i progetti
legati ad un servizio strutturato rispondente
ai bisogni di una popolazione di immigrati
in forte aumento, sono notevolmente più recenti. La figura del mediatore culturale in ambiente sanitario è di recente acquisizione e nessuno degli intervistati ha potuto avvalersi di una formazione professionale specifica, né tanto
meno esiste la possibilità di frequentare un periodo di tirocinio formativo all’interno di strutture sanitarie. Solo l’esperienza, la volontà e lo spirito di sacrificio dei singoli ha
permesso di colmare il gap formativo che si è venuto a
creare.
Alcuni intervistati hanno sottolineato come il progetto regionale sulla mediazione, pur essendo lodevole come impegno, necessita di un impulso che faccia fare
Stranieri in carico ai CSM e ricoveri in SPDC nell’anno 2001
Totale degli utenti (italiani e stranieriI
in carico ai CSM nel 2001
luglio/settembre
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SPAZIO APERTO
quel salto di qualità alla mediazione culturale in generale. L’ipotesi avanzata dal
responsabile del progetto di creare in futuro una cooperativa di mediatori, potrebbe essere una strada percorribile; essa darebbe alla mediazione culturale non
solo la possibilità di collocarsi fisicamente
in uno spazio direttamente fruibile dagli
stessi immigrati, ma anche di organizzarsi in una struttura ben definita. L’anello debole del progetto, sembra essere rappresentato dalla mancanza di strategie comunicative.
È probabilmente mancata una campagna informativa, sull’attivazione del
servizio di mediazione culturale, capace
di coinvolgere tutti i livelli di responsabilità dell’organizzazione sanitaria. Alla luce
di quanto detto, campagne di sensibilizzazione andrebbero impostate nelle comunità d’immigrati e, soprattutto, tra gli
operatori sanitari. La percezione che hanno gli operatori sanitari (infermieri, medici, tecnici sanitari) del fenomeno «mediazione culturale», è piuttosto vaga.
La maggior parte di loro sembra essere impreparata a misurarsi su un piano relazionale con persone immigrate. Ciò è
dovuto in parte alla mancanza di corsi di
aggiornamento specifici, e in parte dal fatto che il personale sanitario si trova nella
condizione di collaborare con una figura
professionale poco conosciuta e dai contorni ancora incerti.
L’analisi dei dati sulla presenza degli
stranieri, nei servizi di salute mentale di Perugia, evidenzia come i Centri di Salute
Mentale abbiano un ruolo preciso secondo la zona di competenza. Il Centro di Salute mentale di Perugia Centro, risente
dell’elevato numero di stranieri residenti
nel centro storico della città: si giustifica così la maggiore percentuale di pazienti presi in carico da questa struttura.
L’80% dei ricoveri effettuati al SPDC ha
interessato pazienti sconosciuti ai servizi
18
luglio/settembre
territoriali. Il rapporto tra i pazienti in carico alle strutture territoriali e quelli ricoverati è, di fatto, molto contenuto ed è
pertanto lecito supporre che tali servizi
abbiano operato in modo efficace. Non
è possibile del resto conoscere tutte le situazioni di disagio alle quali sono esposti
gli immigrati, anche per lo stato di clandestinità che molti di loro vivono. Le iniziative, legate alla mediazione culturale,
nascono e sono state sostenute fin dagli
anni ’90 grazie ad associazioni come la
Caritas, ma le Aziende Ospedaliere e le
Aziende Sanitarie Locali dovrebbero farsi
carico di questi nuovi bisogni per soddisfare la domanda d’integrazione del cittadino straniero da una parte, e dall’altra sostenere e aiutare gli operatori che
si trovano quotidianamente a contatto
con immigrati.
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SPAZIO APERTO
Deontologia e professionalità sono gli strumenti che la professione
detiene per poter rispondere alle problematiche poste dall’ immigrazione ai servizi della salute
La fisionomia di una utenza
multietnica
di Orietta Truffarelli
Direzione-programmazione controllo di Gestione e sistemi Azienda Ospedaliera Perugia
«L’infermiere agisce tenendo
conto dei valori religiosi, ideologici ed etici, nonché della cultura, etnia e sesso dell’ individuo»;
così recita il codice deontologico dell’infermiere, e su questo
impianto è auspicabile si instauri la relazione tra operatore e
utente. Garantire il diritto alla
salute significa accogliere e fornire un’ assistenza personalizzata, secondo quanto previsto dallo specifico professionale dell’infermiere e dal Codice Deontologico, che fanno dell’infermiere un professionista.
da paesi di tutti i continenti verso il mondo occidentale è oramai una costante che ha ricadute su tutti gli aspetti del quotidiano.
Generalmente emigrano i soggetti
«sani» (cosiddetto «effetto migrante sano»), là dove c’è una vera e propria
I
L FENOMENO DELLA MIGRAZIONE
autoselezione che fa in maniera che
emigrino i soggetti giovani, con maggiore stabilità psicologica; questo sotto
intende che almeno in prima battuta il
patrimonio dell’individuo portato verso il
paese di immigrazione è la sua capacità lavorativa.
Tale patrimonio è però destinato a deteriorarsi in maniera abbastanza veloce.
L’intervallo di benessere, cioè il tempo che intercorre tra arrivo dell’immigrato e il ricorso ai servizi sanitari varia
a seconda delle problematiche.
Generalmente tra i motivi che portano al depauperamento di tale patrimonio ci sono le malattie endemiche del
paese ospitante, il malessere psicologico
legato alla sotto-occupazione in lavori rischiosi non tutelati (vedi traumi e incidenti nel mondo del lavoro), le condizioni abitative insalubri, clima, abitudini
alimentari ecc..
L’Azienda Ospedale di Perugia per la
sua caratteristica di ospedale ubicato in
una città che accoglie molta popolazione
proveniente da varie etnie del mondo, ha
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19
SPAZIO APERTO
quotidianamente utenza coGrafico 2. Prime 10 MDC (Major Diagnostic Categoris) trattate
munitaria ed extra-comunitaria
nel triennio 2000-2002 dall’Azienda Ospedaliera di Perugia
che accede ai servizi.
per Cittadini Comunitari ed Extracomunitari
Generalmente è il pronto
soccorso che accoglie la quasi totalità delle problematiche
di salute dell’immigrato.
Questo anche perchè non
vi è da parte della persona
immigrata una conoscenza
esatta dei servizi e delle loro
funzioni.
Anche per la nostra realtà,
come mostra il grafico 1, la
maggior parte dei ricoveri per
persone immigrate sono disposte dal pronto soccorso.
Le patologie che vengono
prevalentemente trattate sono
illustrate dal grafico 2, esse riguardano principalmente le problematiLe implicazioni del personale
che di salute legate alla sfera femminile, sia essa nella accezione della mater- infermieristico
nità (si pensi alla provenienza da paesi
L’infermiere è l’operatore sanitario che
dove la plurinatalità è espressione di ric- più di altri si trova a dover gestire le prochezza), sia l’interruzione volontaria di blematiche culturali con gli utenti e le regravidanza (pratica molto diffusa tra la gole del servizio sanitario nazionale.
popolazione extracomunitaria in generaGeneralmente abituati a relazionarsi
le e in alcune etnie in particolare, rap- con realtà «isoculturali», oggi invece si afpresentando un mezzo normalmente faccia prepotentemente l’utenza multiculusato per il controllo delle nascite).
turale; cambiano quindi i significati di parole, gesti e atGrafico 1. Tipologia di ricovero in ammissione dei cittadini
teggiamenti.
extracomunitari Azienda Ospedale Perugia anno 2002
È importante nella formazione infermieristica la capacità di mettersi in ascolto e
l’osservazione della propria e
della propria diversità; è
quindi necessaria una formazione antropologica.
Infatti la prima infermiera
ha sentire l’esigenza di un
supporto antropologico fu la
teorica del nursing americana Madeline Leininger, che
parlò di «Nursing transcultu-
SPAZIO APERTO
rale» (anno 1979), definendolo come
«Un campo specialistico o branca del
nursing che prende in considerazione lo
studio comparato e l’analisi di diverse
culture in rapporto al nursing e alle pratiche di assistenza connesse allo stato di
salute-malattia, alle credenze e ai valori, con lo scopo di fornire alle persone
assistenza infermieristica efficace e significativa, in linea con i loro valori culturali ed il loro contesto».
L’autrice afferma che: «culture diverse
percepiscono, conoscono e praticano l’assistenza in modi diversi, nonostante l’esistenza di alcuni punti in comune nelle varie culture del mondo», ed ha costruito la
sua teoria (1985) denominandola «Diversità ed Universalità dell’Assistenza Transculturale», dove universalità sta per i punti in
comune e diversità sta per le differenze.
Questa consapevolezza ha portato alla istituzione negli Stati Uniti d’America fin
dagli anni ottanta alla istituzione di corsi
di specializzazione tranculturale.
La realtà italiana invece ha introdotto solo recentemente nei curriculum dei
corsi universitari per infermiere le discipline antropologiche, in ottemperanza da
quanto previsto dal Piano Sanitario
1998/2000, dove tra le azioni di tutela
dei soggetti deboli menziona:»la formazione degli operatori sanitari finalizzata
ad approcci interculturali nella tutela della salute»
Nella relazione infermiere utente si incontrano due persone che interpretano la
loro cultura d’origine, è quindi necessario
che l’infermiere conosca i valori della cultura dell’altro ma anche i propri; cercare
quindi nella diversità delle provenienze di
ognuno il superamento di entrambi al fine di poter offrire una assistenza infermieristica appropriata.
BIBLIOGRAFIA
www.click.vi.it\sistemieculture
FONTE
DATI PER GRAFICI
Archivio informatico S.D.O., Azienda Ospedale
Perugia Anni 2000-2002.
luglio/settembre
21
SPAZIO APERTO
L’educazione continua in medicina: la formazione a distanza*
di Giandomenico Giusti
Infermiere Azienda Ospedaliera di Perugia U.O. Rianimazione – P.O. «Silvestrini»
Riassunto: le recenti normative in materia di formazione per gli operatori sanitari,
hanno dichiarato la necessità di percorsi post-base attraverso programmi chiamati
di Educazione Continua in Medicina (E.C.M.). Nel primo quinquennio di entrata
a regime dell’ECM, i Crediti Formativi da acquisire attraverso eventi di tipo
«residenziale» (congressi, corsi, seminari, congressi...) sono in totale 150.
A Marzo 2003 sono stati emanati da un’apposita Commissione i «Criteri
e le modalità per l’accreditamento dei Provider e la Formazione a Distanza»;
i percorsi di aggiornamento subiranno sostanziali modifiche, i 150 crediti nel triennio
successivo al 2006 dovranno essere ripartiti in modo che l’80% sia acquisito attraverso
formazione a distanza (Distance Learning o FAD). La FAD è basata sull’utilizzo
di materiali durevoli (audio, video, cartacei, informatici, elettronici...)
senza un contatto diretto tra docente e discente.
Parole chiave: formazione a distanza (FAD), Educazione Continua in Medicina
(ECM), Crediti Formativi.
* Pubblicato su «Telemedicina Oggi» supplemento a «EmergencyOggi» 5/2003
l D.L. 30/12/1992 N. 502, INTEGRATO ed attuato sei anni dopo dal D.L. 19/06/1999
n. 229, ha definito la formazione degli
operatori della sanità, dichiarando la necessità e l’obbligo di integrare la formazione di base attraverso percorsi di aggiornamento e formazione continua «accreditati»:
stiamo parlando dell’Educazione Continua
in Medicina. Le norme legislative sopraccitate hanno inoltre dichiarato che la formazione degli operatori sarà quantificata numericamente attraverso l’assegnazione di
crediti formativi, volti alla certificazione istituzionale del percorso effettuato ed alla
quantificazione dell’impegno prestato nelle
attività di aggiornamento. Attualmente è
necessario acquisire almeno 150 crediti en-
I
22
luglio/settembre
tro il quinquennio 2002/2006. Finora la formazione è avvenuta attraverso la tradizionale partecipazione ad eventi di tipo «residenziale» (congressi, corsi, seminari, convegni...), accreditati presso il Ministero della
Salute in base a parametri che vengono
valutati dalla Commissione Nazionale per
la Formazione continua; dal giugno 2002
l’acquisizione di crediti E.C.M. potrebbe avvenire anche attraverso la Formazione a distanza (FAD), che doveva partire in via sperimentale e che invece a tutt’oggi non ha
ancora avuto il via.
A fine Marzo 2003 sono stati diramati
dalla Commissione che si occupa di formazione, i «Criteri e le modalità per l’accreditamento dei provider e la formazione a di-
SPAZIO APERTO
stanza». Il nuovo modo di definire l’Educazione in Medicina parte innanzitutto dall’accreditamento dei Provider, ovvero da riconoscimento di validità formativa avuto dalla
Commissione di una istituzione o organizzazione pubblica o privata, abilitata ad effettuare programmi educativi. Di fatto non verranno più accreditati i singoli eventi, ma gli
organi capaci di organizzarli e renderli fruibili agli operatori, assumendosene al contempo la responsabilità dei contenuti e della qualità scientifica. Questo è avvenuto perché non si può pretendere che un impegno
pedagogico così importante, si poggi quasi
esclusivamente su un impianto informatico,
che, invece, è quello che sta avvenendo.
Possono essere Provider: Aziende Ospedaliere, Aziende U.S.L., Istituzioni Universitarie, ISPEL, IRCCS, ISS, Agenzie Sanitarie
regionali...; Associazioni professionali; Società Scientifiche; Ordini e Collegi professionali; Case editrici; Agenzie o Società private, Aziende di Tecnologie dell’informazione; Consorzi pubblici, privati e misti.
Il Provider attesterà la partecipazione all’attività formativa, attraverso il rilascio dei
crediti, e la comunicherà agli Ordini dei Collegi e alle Associazioni Professionali per le
categorie prive di Collegi, che saranno preposti alla certificazione dell’avvenuto espletamento dell’attività ECM. Dopo il 2006 dovranno essere acquisiti nel triennio successivo
150 crediti, ripartiti in questo modo: 1. fino
all’80% formazione a distanza (distance
learning); 2. fino al 30% obiettivi di rilievo
regionale (programmi finalizzati ad obiettivi di rilievo regionale); 3. fino al 10% eventi residenziali (con didattica frontale con oltre 200 partecipanti); 4. fino al 25% crediti
relativi a materie affini (argomenti relativi a
materie e discipline affini a quelle della specialità in cui opera il professionista, o su argomenti generali come informatica, bioetica...); 5. non oltre il 5% autoformazione.
Da questa ripartizione emerge la necessità di acquisire almeno il 75% dei cre-
diti nel settore professionale e specialistico; inoltre, un grandissimo risalto è dato
alla formazione a distanza che, basata
sull’utilizzo di materiali durevoli (audio, video, cartacei, informatici, elettronici, multimediali...), rende possibile la ripetizione
dell’evento e la fruizione delle informazioni illimitatamente ed in tempi e luoghi
diversi.
Punto focale per l’efficacia e la riuscita dei
progetti FAD sarà la scelta degli strumenti formativi, rispetto ai quali occorre tenere in grossa considerazione il grado di diffusione ed i
costi. Gli strumenti «tradizionali» (materiale
cartaceo, audiovisivi...) hanno il vantaggio di
una capacità di fruizione molto diffusa e costi contenuti, di contro le nuove tecnologie,
diffondono velocemente un grande numero di informazioni ma richiedono competenze specifiche quali l’utilizzo di sistemi informatici e strumenti (computer), non sempre
disponibili tra i professionisti sanitari.
Nei progetti FAD occorrerà inserire una serie di informazioni finalizzate ad indirizzare il
discente su come utilizzare al meglio il prodotto; sarà necessario dichiarare:
il professionista a cui è rivolto il programma;
la durata prevista dell’attività formativa
(1 ora di apprendimento = 1 credito formativo);
il numero di crediti assegnati al programma una volta superato il test di valutazione;
gli obiettivi didattico-formativi del programma;
i pre-requisiti cognitivi, ovvero il livello di
competenze e conoscenze propedeutiche al programma stesso.
Dovranno inoltre essere definiti e dichiarati gli strumenti di valutazione dell’apprendimento, che possono essere utilizzati in itinere e/o alla fine del programma e che
fungeranno quale strumento di: a) verifica
luglio/settembre
23
SPAZIO APERTO
della partecipazione; b) verifica dell’efficacia formativa del programma.
La prima sarà attestata attraverso l’interazione, postale o informatica, tra il Provider e l’utilizzatore.
La seconda avverrà, in una prima fase,
attraverso dei questionari da effettuare all’inizio del programma, in modo da valutare
il grado di formazione di base dell’utilizzatore (bisogna dare la possibilità di verificare
il livello di partenza del grado formativo dell’utente, se il test non è superato occorre indicare il modo di colmare il gap formativo
per poi ripetere la verifica), in una seconda
fase, attraverso post-test di verifica, volti a
verificare il reale apprendimento del discente. Questi questionari, relativi agli obiettivi formativi dichiarati, potranno essere ripetuti in caso di esito negativo. Infine, ogni
utilizzatore sarà chiamato ad inviare, assieme alle verifiche di apprendimento e di
partecipazione, una valutazione personale
sulla qualità del programma formativo seguito, in modo da avere la possibilità di
esplicitare la propria percezione su precipui
aspetti qualitativi del programma stesso.
La Commissione Nazionale ECM ha dato una larga importanza alla formazione a
distanza, affermandone: a) «efficacia ottimale per gli aspetti cognitivi, con il vantaggio pedagogico di tempi di apprendimento e percorsi di apprendimento flessibili (in
rapporto al livello di preconoscenza dell’argomento, alle capacità intellettive e grado
di attenzione dell’utilizzazione); b) efficacia
buona per gli aspetti comportamentali e
potenzialmente buona anche quelli relativi
alle competenze (saper fare), specie per i
sistemi multimediali e per le piattaforme
informatiche appositamente disegnate; c)
livello di interattività potenzialmente buono
in rapporto non solo al minimo richiesto (test di valutazione e autovalutazione) ma anche ai possibili sistemi di partecipazione in
tempo reale o in tempo differito a comunicazione discente/docente; d) Grande pos-
24
luglio/settembre
sibilità di diffusione nel territorio, incluse zone e professionisti sanitari isolati e non facilmente raggiungibili o impossibilitati a muoversi; e) bassi costi per l’utente in rapporto
alla ripetibilità e numerosità illimitata dei
potenziali utilizzatori, nonché al venir meno
dei costi diretti ed indiretti legati allo spostamento del professionista sanitario nel
luogo di svolgimento degli eventi residenziali; f) possibilità di verifica per lungo periodo del materiale durevole che si utilizza
per la FAD, verifica che costituisce elemento essenziale per garantire livelli di qualità
e di conformità alle indicazioni della Commissione ECM da parte del Provider FAD».
Il limite principale della formazione a distanza è, senza dubbio, la mancanza di
contatto diretto tra docente e discente (questa può essere ovviata dalla possibilità fruire di strumenti interattivi quali le videoconferenze, o utilizzando forum pre-organizzati via internet, dove poter discutere e dibattere le tematiche in studio), anche se questo metodo formativo migliora la quantità
di comunicazione tra insegnante e studente, che risulta essere almeno su questo
aspetto maggiore. Comunque la presenza
fisica del docente ed il contatto studente-studente non possono essere l’uniche condizioni che facilitano l’apprendimento e la
crescita professionale. Si deve presupporre
«...che i professionisti della Sanità siano in
grande maggioranza convinti che l’apprendimento continuo e l’aggiornamento delle
conoscenze e competenze costituisce vantaggio per la professione ed utilità per i pazienti e le istituzioni dove operano...» e che
«...elemento irrinunciabile è costituito in
ogni caso dalla motivazione e dall’attivazione responsabile dei discenti; come in
ogni attività di apprendimento questi devono condividere le motivazioni dell’impegno
per il conseguimento di obiettivi educativi ritenuti validi e meritevoli e devono farsi carico in prima persona della responsabilità individuale di apprendere».
L’ANGOLO DELLA SEGRETERIA
Coordinamento Collegi IP.AS.VI. Perugia-Terni • Gruppo infermieri neuro scienze umbro
Corso di aggiornamento
«Emergenza-urgenza nelle malattie neurologiche:
percorsi assistenziali»
Orvieto 25 ottobre 2003 • Centro Congressi Palazzo del Popolo
RICHIESTO ACCREDITAMENTO E.C.M.
Sessione del mattino
di ??????????
Sessione
Moderatore: M. BORCHIELLINI, Presidente
Collegio IP.AS.VI. di Perugia
ore 8.00 Apertura iscrizioni
del pomeriggio
????????????????
ore 9.00 Saluto autorità
ore 9.30 Il Percorso del Paziente con ICTUS
nel D.E.U., Giuseppe Neri
ore 9.50 Presentation de unitè neuro
vasculaire. Organisation des soins.
Marie Claire Lorenzoni
ore 10.10 Stroke ischemico ed emorragico:
ruolo dell’infermiere; Janna Kiatsigianni
ore 10.30 Trombolisi nella fase acuta
dell’ICTUS, Denise Bandezian
ore 10.50 Coffee Break
ore 11.20 La Neuro Riabilitazione precoce
nel paziente con ICTUS;
Giovanni Mazzotta
ore 11.40 Orientamento attuale nel trattamento
dei traumi del rachide cervicale,
Pasquale Ciappetta
ore 12.00 Il Trauma cranico: assistenza intra
ed extra ospedaliera, Fulvio Bussani
ore 12.20 Assistenza Infermieristica a paziente
affetto da epilessia, Fiorenza Montini
ore 12.40 Confronto-dibattito su: ruolo
attuale dell’infermiere in ambito
neurologico, Marcello Borchiellini
ore 13.00 Chiusura della sessione del mattino.
Pausa colazione di lavoro.
Moderatore: N. BASILI, Presidente
Collegio IP.AS.VI. di Terni
ore 15.00 Trattamento dell’aneurisma in urgenza,
Cadre Supèrieur Louis Averso
ore 15.20 Percorso assistenziale del paziente
con aneurisma cerebrale,
Marina Terribili
ore 15.40 Crisi miastenica, Angela Carini
ore 16.00 La neuro lesione disabilitante: l’azione
del team riabilitativo nella fase
d’emergenza e urgenza,
Alberto Freddi
ore 16.20 Coffee Break
ore 16.50 Assistenza infermieristica nel contesto
riabilitativo, Roberto Coata
ore 17.10 Ruolo del Fisioterapista nel contesto
riabilitativo delle malattie neurologiche,
Stefano Massone
ore 17.30 Confronto-dibattito su: EmergenzaUrgenza in ambito neurologico, quali
confini, Conduttore: Nazzareno Basili
ore 18.00 Compilazione del questionario per
verifica apprendimento e valutazione
evento.
ore 18.30 Riconsegna questionario-scheda
di valutazione e ritiro attestato
di partecipazione.
Iscritti Collegio Perugia-Terni entro 11.10.2003
€ 28,80 + iva € 7,20 = € 36,00
Iscritti Collegio Perugia-Terni in Sede Congressuale
€ 38,40 + iva € 9,60 = € 48,00
Iscritti Collegi altre Regioni entro 11.10.2003
€ 48,00 + iva € 12,00 = € 60,00
Posti
Iscritti Collegi altre Regioni in sede congressuale
€ 57,60 + iva € 14,40 = € 72,00
disponibili: 500
Studenti corso in Infermieristica (per enti esenti iva)
€ 15,00
Termine ultimo preiscrizione 11.10.2003. La quota da diritto a: partecipazione ai lavori, Kit congressuale, 2 Coffee
break, 1 pranzo di lavoro a buffet, attestato di partecipazione e crediti formativi (accreditamento E.C.M. in corso).
Quote
iscrizione:
L’ANGOLO DELLA SEGRETERIA
Informazioni generali. È stato richiesto l’accreditamento E.C.M. per Infermieri e Infermieri Pediatrici. Il conseguimento
dei crediti E.C.M. da parte dei partecipanti è subordinato alla frequenza del 100 % delle ore previste dal programma e al superamento della verifica di apprendimento (livello di sufficienza 80 %). Gli attestati di accreditamento verranno inviati successivamente via posta dopo valutazione. Modalità d’iscrizione: per iscriversi occorre essere in regola con il pagamento della quota annuale d’iscrizione all’Albo e inviare,unicamente tramite fax (0744.403632),alla Segreteria organizzativa Domino ADV la scheda di iscrizione debitamente compilata accompagnata dalla ricevuta di pagamento, da fare sul c/c Bancario n. 20815/10 ABI 06380 CAB 14400 CARIT SEDE DI TERNI via Corso Tacito 49 intestato a: DOMINO ADV specificando nella causale di versamento «Quota Iscrizione Convegno del 25 Ottobre 2003». N.B.: l’assegnazione dei posti disponibili avverrà in base alla data d’invio della scheda d’iscrizione al Convegno. Chiunque inviasse l’iscrizione entro il
termine previsto ma in condizione di indisponibilità di posti, non ha diritto all’iscrizione e riceverà al proprio domicilio il rimborso della quota. Non saranno accettate schede di iscrizione prive della copia della ricevuta di pagamento, o inviate con modalità di pagamento diverse rispetto a quelle indicate o inviata ad altro numero di Fax. La quota dà diritto a: partecipazione ai lavori; kit congressuale; 2 coffee Break; il pranzo di lavoro a buffet; attestato di partecipazione; crediti formativi. Recesso. È possibile rinunciare all’iscrizione entro il 11.10.2003 comunicando la decisione del recesso via fax. In tal caso verrà restituita il 50% della quota d’iscrizione versata. Qualora la comunicazione della decisione di recesso avvenga successivamente a tale data oppure avvenga di fatto con la mancata presenza al corso, sarà comunque dovuto l’intero importo. Il rimborso, se dovuto, sarà
effettuato tramite bonifico bancario in data successiva al convegno. Segreteria scientifica. Coordinamento Collegi IP.AS.VI.
Perugia-Terni; Gruppo Infermieri Neuro Scienza Umbro. Segreteria organizzativa. DOMINO ADV. Responsabili organizzativi. Coata Roberto-Lattarini Umbro. Per informazioni rivolgersi a: Segreteria Organizzativa Domino ADV. – Tel.
+39.0744.402500 – fax +39.0744.403632 – E.mail: [email protected]. – Collegio IP.AS.VI. di Perugia – Tel./Fax
075.5997832 – E.mail: [email protected] – Collegio IP.AS.VI.Terni – Tel./Fax 0744.420215 – E.mail: [email protected]
Coata Roberto: responsabile organizzativo.Tel. 347.7190854 – E.mail: [email protected]
SCHEDA DI ISCRIZIONE
inviare al fax 0744.403632
Coordinamento IP.AS.VI. Perugia-Terni • Gruppo infermieri neuroscenze umbro
Corso di aggiornamento
Emergenza-urgenza nelle malattie neurologiche: percorsi assistenziali
Orvieto 25 Ottobre 2003 • Centro Congressi – Palazzo del Popolo
Cognome................................................................................................................ Nome .................................................................................................................
Nato/a ................................................................................................................................................................ il ...............................................................................
Cod. fisc. (obbligatorio) .......................................................................................................................................................................................................................
❑ Iscritti Collegio Perugia-Terni € 36,00 i.c. ❑ Iscritti collegi altre regioni € 60,00 i.c. ❑ Studenti € 15,00
Indirizzo privato ..................................................................................................................................................................................................................................
Città ..................................................................................................................... Provincia ....................................................... C.A.P. ....................................
di..................................................................... n. Albo ................................................
Data ........................................................................................................ Firma ............................................................................................
✂
Tel. ......................................................................... Cellulare ................................................................ E.mail ...........................................................................
Ai sensi del D.P.R. 28.12.2000 n. 445 dichiaro di essere in regola con l’iscrizione presso il Collegio IP.AS.VI.
L’ANGOLO DELLA SEGRETERIA
Coordinamento IP.AS.VI. Perugia-Terni – ANIARTI UMBRIA
Corso di aggiornamento
La linea rossa del cuore
La criticità nel dipartimento cardiologico, ambiti d’integrazione territoriale
Perugia 8.11.2003 • Sala Porcellati • via del Giochetto, 6 • Università Perugia
RICHIESTO ACCREDITAMENTO E.C.M.
Sessione del mattino
di ??????????
Sessione
del pomeriggio
????????????????
Moderatore: F. DOTTORI, Delegato Regionale
ANIARTI Umbria
ore 8.00 Apertura iscrizioni
Moderatore: N. BASILI, Presidente Collegio
IP.AS.VI. di Terni
ore 14.00 Apertura lavori congressuali
ore 8.30 Saluto autorità
ore 14.15 L’attenzione al particolare; l’Infermiere
in Terapia intensiva cardiochirurgica,
P. Pompei M. Ceccarelli
Azienda Ospedaliera di Perugia
ore 9.00 La linea rossa del cuore, N. Marinelli
Delegato Regionale ANIARTI
ore 9.30 Infermiere oggi... domani, Marcello
Borchiellini, Presidente Collegio
IPASVI Perugia
ore 10.00 Tra interventistica e chirurgica;
l’Infermiere in emodinamica,
P. Cannoni, P. Tiradosso, Azienda
Ospedaliera di Perugia
ore 10.45 La difficile autonomia; l’infermiere in
cardioanestesia, G. Contenti, Azienda
Ospedaliera di Perugia
ore 11.30 Coffee Break
ore 12.00 L’infermieristica dell’integrazione;
l’Infermiere in sala operatoria
cardiochirurgica, T. Molella, F. Lillacci,
Azienda Ospedaliera di Perugia
ore 12.45 Confronto-dibattito su: l’infermieristica
dell’integrazione: l’atto unico sanitario;
multidisciplinarietà, autonomia
ed integrazione, Conduttore: F. Dottori
ore 15.15 L’Infermieristica centrata alla relazione;
l’Infermiere in U.T.I.C., M. Bianchi, A.R.
Mancini, Azienda ospedaliera di Perugia
ore 16.15 Integrazione ospedale-territorio
nella gestione del paziente
cardiopatico scompensato; esperienza
di Trieste, C. Di Chiara, Azienda
Sanitaria Triestina-Ospedali Riuniti
di Trieste
ore 17.15 Confronto-dibattito su: l’infermieristica
del cuore; competenze tecniche,
relazionali e gestionali.
Conduttore: V. Falchetti Ballerani
ore 17.45 Compilazione verifica
di apprendimento
ore 18.00 Chiusura sessione congressuale
Consegna attestati di partecipazione
ore 13.15 Chiusura sessione del mattino
✂
Quote iscrizione entro il 30.10.2003:
Iscritti Collegio IP.AS.VI. Perugia-Terni € 20,00 i.c.
Iscritti ANIARTI € 20,00 i.c.
Iscritti Collegi altre Regioni € 30,00 i.c.
Non iscritti ANIARTI € 30,00 i.c.
Studenti € 16,00
Posti disponibili: 250
È possibile partecipare alla giornata studio solo in preiscrizione; non sarà possibile iscriversi in sede congressuale. Il termine ultimo di preiscrizione è il 30.10.2003. La quota da diritto a: partecipazione ai lavori, Kit congressuale, 1 Coffee
break, attestato di partecipazione e crediti formativi (accreditamento E.C.M. in corso).
L’ANGOLO DELLA SEGRETERIA
Informazioni generali. È stato richiesto l’accreditamento E.C.M. per infermieri. Il conseguimento dei crediti
E.C.M. da parte dei partecipanti è subordinato alla frequenza del 100 % delle ore previste dal programma e al superamento della verifica di apprendimento (livello di sufficienza 80%). Gli attestati di accreditamento verranno inviati successivamente tramite posta previa valutazione. Modalità d’iscrizione: per iscriversi occorre essere in regola con il pagamento della quota annuale di iscrizione all’Albo e inviare, unicamente tramite fax (075.5997832),
alla Segreteria del Collegio IP.AS.VI. di Perugia la scheda di iscrizione debitamente compilata accompagnata dalla ricevuta di pagamento, da fare sul c/c postale n. 45300290 intestato a: ANIARTI COOP (Umbria) specificando nella causale di versamento «Quota Iscrizione Convegno del 08 Novembre 2003». N.B.: l’assegnazione dei posti disponibili avverrà in base alla data d’invio della scheda d’iscrizione al Convegno. Chiunque inviasse l’iscrizione entro
il termine previsto ma in condizione di indisponibilità di posti, non ha diritto all’iscrizione e riceverà al proprio domicilio
il rimborso della quota. Si consiglia, per verificare l’avvenuta iscrizione, di telefonare alla segreteria del Collegio IPASVI.
Non saranno accettate schede di iscrizione prive della copia della ricevuta di pagamento o inviate con modalità di pagamento diverse rispetto a quelle indicate o inviata ad altro numero di Fax. Recesso: è possibile rinunciare all’iscrizione entro il
30.10.2003 comunicando la decisione del recesso via fax. In tal caso verrà restituita il 50% della quota d’iscrizione
versata. Qualora la comunicazione della decisione di recesso avvenga successivamente a tale data oppure avvenga
di fatto con la mancata presenza al corso, sarà comunque dovuto l’intero importo. Il rimborso, se dovuto, sarà effettuato tramite bonifico bancario in data successiva al convegno. Segreteria scientifica: Nazzareno Basili – M. Borchiellini – N. Marinelli. Segreteria organizzativa: Collegio IP.AS.VI. di Perugia. Responsabili organizzativi: Angela Castellani,
Francesco Dottori, Isabella Pignani, Silvana Oddi. Per informazioni rivolgersi a: Collegio IP.AS.VI. di Perugia;Tel./Fax
075.5997832;E.mail:[email protected] • Collegio IP.AS.VI.diTerni;Tel./Fax 0744.420215;E.mail: [email protected];
Nora Marinelli, Delegato ANIARTI Umbria;Tel. 347-9069486 E.mail: [email protected]
SCHEDA DI ISCRIZIONE
inviare al fax 075.5997832
Coordinamento IP.AS.VI. Perugia-Terni – ANIARTI UMBRIA
Corso di aggiornamento
La linea rossa del cuore
Perugia 8 Novembre 2003 • Sala Porcelli – Università Perugia
Cognome ............................................................................................................. Nome .................................................................................................................
Nato/a ................................................................................................................................................................ il ...............................................................................
Cod. fisc. (obbligatorio) .......................................................................................................................................................................................................................
❑ Iscritti ANIARTI – Collegio IP.AS.VI. Perugia-Terni € 20,00 ❑ Non iscritti ANIARTI – collegi altre regioni € 20,00 ❑ Studenti € 16,00
Indirizzo privato ..................................................................................................................................................................................................................................
Città ..................................................................................................................... Provincia ....................................................... C.A.P. ....................................
di..................................................................... n. Albo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Data ........................................................................................................ Firma ............................................................................................
✂
Tel. ......................................................................... Cellulare ................................................................ E.mail ...........................................................................
Ai sensi del D.P.R. 28.12.2000 n. 445 dichiaro di essere in regola con l’iscrizione presso il Collegio IP.AS.VI.
L’ANGOLO DELLA SEGRETERIA
Collegio IP.AS.VI. di Perugia
Convegno
L’infermiere dell’area militare, sociale
e del lavoro: una risorsa di qualità
per la nuova cultura della professione
Perugia 29.11.2003 • Arte Hotel – via Trasimeno Ovest – Perugia
RICHIESTO ACCREDITAMENTO E.C.M.
di ??????????
Sessione
Sessione del mattino
del pomeriggio
????????????????
Moderatore: M. BORCHIELLINI, Presidente
Collegio IP.AS.VI. di Perugia
ore 8.30 Registrazione partecipanti
ore 9.00 Saluto autorità
ore 9.30 L’Infermiere: la normativa corrente,
il percorso formativo e professionale,
Giovanni Valerio
ore 10.30 L’Infermiere dell’area Militare,
Tarquinio Fornari
ore 11.00 Pausa
Moderatore: GIOVANNI VALERIO, (Federazione
Nazionale Collegi IP.AS.VI.)
ore 14.30 L’Infermiere dell’area Sociale,
Silvia Fattori
ore 15.00 Strumenti per eccellenza professionale,
Antonio Gentile
ore 15.30 Pausa
ore 16.00 La formazione continua:
quale specificità, Mario Bernardini
ore 11.30 L’Infermiere del Ministero
della Giustizia, Martina Melesi
ore 16.30 Sviluppo dell’infermieristica nell’area
militare, sociale e del lavoro,
Isabella D’ambrosio
ore 12.00 L’Infermiere nell’area del Lavoro,
Sandro Biasioli
ore 17.00 Discussione
ore 12.30 Discussione
ore 17.30 Verifica con questionario
ore 13.00 Chiusura sessione del mattino
ore 18.00 Chiusura lavori e consegna attestati
Posti disponibili: 250
È possibile partecipare alla giornata studio:
❒ Iscritti Collegio IP.AS.VI. Pg
❒ Iscritti Collegio IP.AS.VI. Pg
❒ Altri
❒ Altri
Termine ultimo 15.11.2003
In sede Congressuale
Termine ultimo 15.11.2003
In sede Congressuale
€ 30,00
€ 40,00 (limitatamente ai posti disponibili)
€ 40,00
€ 50,00 (limitatamente ai posti disponibili)
✂
La quota da diritto a: partecipazione ai lavori, Kit congressuale, 1 Caffee break, attestato di partecipazione e
credito formativi.
L’ANGOLO DELLA SEGRETERIA
Informazioni generali. È stato richiesto l’accreditamento E.C.M. Il conseguimento dei crediti E.C.M., da parte dei
partecipanti è subordinato alla frequenza del 100 % delle ore previste dal programma e al superamento della verifica
di apprendimento (livello di sufficienza 80%). Gli attestati di accreditamento verranno inviati tramite posta previa valutazione. Modalità d’iscrizione: per iscriversi occorre inviare tramite fax: 075.50.58.796 o E.mail: [email protected], alla
Segreteria Organizzativa c/o Agenzia SEDES; Via Fontivegge n. 55 – 06124 Perugia. La scheda di iscrizione debitamente compilata accompagnata dalla ricevuta di pagamento, da fare: sul cc/bancario n. 26620/6 intestato a: Agenzia
SEDES;Istituto di credito:Banca Popolare di Spoleto – Filiale di Perugia,Corso Vannucci,30 – 06121 Perugia;ABI 05704
– CAB 03000 specificando nella causale di versamento «Quota Iscrizione Convegno IP.AS.VI. del 29.11.2003». N.B.:
L’assegnazione dei posti disponibili avverrà in base alla data d’invio della scheda d’iscrizione al Convegno. Chiunque inviasse
l’iscrizione entro il termine previsto ma in condizione di indisponibilità di posti, non ha diritto all’iscrizione e riceverà al proprio
domicilio il rimborso della quota. Non saranno accettate schede di iscrizione prive della copia della ricevuta di pagamento o
inviate con modalità di pagamento diverse rispetto a quelle indicate o inviata ad altro numero di Fax. Recesso: è possibile
rinunciare all’iscrizione entro il 15.11.2003 comunicando la decisione del recesso via fax. In tal caso verrà restituita il
50% della quota d’iscrizione versata. Qualora la comunicazione della decisione di recesso avvenga successivamente a
tale data oppure avvenga di fatto con la mancata presenza al corso, sarà comunque dovuto l’intero importo. Il rimborso, se dovuto, sarà effettuato tramite bonifico bancario in data successiva al convegno. Segreteria scientifica: Collegio IP.AS.VI. di Peugia. Segreteria organizzativa:Agenzia SEDES di Perugia. Per informazioni rivolgersi a:Agenzia SEDES,
Via Fontivegge n. 55 – 06124 Perugia;Tel. 075.50.56.987 - 50.26.147; E.mail: [email protected] – www.sedes.it
SCHEDA DI ISCRIZIONE
inviare al fax 075.5058796
Collegio IP.AS.VI. di Perugia
Convegno
L’infermiere dell’area militare, sociale e del lavoro: una risorsa
di qualità per la nuova cultura della professione
Perugia 29.11.2003 • Arte Hotel – via Trasimeno (Pg)
Cognome ............................................................................................................. Nome .................................................................................................................
Nato/a ................................................................................................................................................................ il ...............................................................................
Cod. fisc. (obbligatorio) .......................................................................................................................................................................................................................
❑ Iscritti Collegio IP.AS.VI. di Perugia €30,00 i.c. ❑ Iscritti collegio Pg in sede Congressuale €40,00 i.c. ❑ Altri in sede Congressuale €50,00 i.c.
Indirizzo privato ..................................................................................................................................................................................................................................
Città ..................................................................................................................... Provincia ....................................................... C.A.P. ....................................
di..................................................................... n. Albo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
30 luglio/settembre
Data ........................................................................................................... Firma ............................................................................................
✂
Tel. ......................................................................... Cellulare ................................................................ E.mail ...........................................................................
Ai sensi del D.P.R. 28.12.2000 n. 445 dichiaro di essere in regola con l’iscrizione presso il Collegio IP.AS.VI.
L’ANGOLO DELLA SEGRETERIA
Gli appuntamenti con la formazione e l’aggiornamento
a cura della Segreteria del Collegio di Perugia
alcuni appuntamenti formativi dei quali si è avuta notizia direttamenV itesegnaliamo
presso la nostra sede che si svolgeranno nella nostra regione o che comunque rivestono carattere di rilevanza per la professione.
Anno 2003/2004. Attività didattiche universitarie. Università degli studi di Roma «Tor Vergata». Corso di laure in fisioterapia. Master in management infermieristico per le funzioni di coordinamento. Master in infermieristica clinica in area critica. Corsi bls-d per operatori sanitari. Corsi bls-d per laici. Tel. 06.39366062-59
– Fax 06.39366066
Anno 2003/2004. Arcispedale S. Anna. Azienda Ospedaliera Universitaria di Ferrara. Ufficio di formazione e aggiornamento. Corso di perfezionamento per riabilitazione per infermieri. Tel. 0532.236151-152153 – Fax 0532.236158
Anno 2003/2004. Università Cattolica del S. Cuore. Facoltà di medicina e chirurgia. Master universitario di
1° livello in: Management infermieristico per le funzioni di coordinamento. 2° edizione, sede di Roma. Tel.
06.30155840 – Fax 06.30155846
Anno 2003/2004. Università Cattolica del S. Cuore. Facoltà di medicina e chirurgia, sede di Roma. Corsi di
aggiornamento: a) qualità, accreditamento e certificazione nell’assistenza infermieristica; b) la funzione del
leader nella gestione dei conflitti in ambito sanitario; c) ricerca infermieristica: metodologia, aspetti etici, integrazione. Tel. 06.30154297 – Fax 06.3051732.
Anno 2003-2005. Università «campus bio-medico» di Roma. Scuola di formazione continua. Master biennale in infermieristica oncologica. Tel. 06.22541324 – Fax 06.22541323 – E.mail: [email protected]
Perugia 23-24 settembre • 21-22 ottobre • 18-19 novembre • 16-17 dicembre. Università degli studi di
Perugia. Azienda ospedaliera Pg. Eventi formativi. Corsi teorico-pratici di aggiornamento su: interventistica vascolare ed extra vascolare. Tel. 075.5783441 – 075.5783441 – E.mail: [email protected][email protected]
Firenze 3 ottobre. Convegno. Aiutare a morire è sempre eutanasia? La valutazione dei problemi etici nelle cure di fine vita. Palazzo degli affari. Tel. 055.2001212 – Fax 055.5353143
Livorno 3 ottobre • 28 novembre. Anipio. Collegio IP.AS.VI. di Livorno. Convegno. Infezioni ospedaliere:
prevenzione, controllo, indicatore della qualità assistenziale. Tel./fax. 0586.895430
Salsomaggiore terme 09-11 ottobre. ANIARTI. Corso di aggiornamento in rianimazione e anestesia cardio-toracica per infermieri. Caract 2003. Palazzo congressi, Salsomaggiore. Tel. 02.21591024 – Fax 02.21598788 –
www.easycongress.net
Roma 10-11 ottobre. AISLEC. Le lesioni cutanee infette: il trattamento, le complicanze /sepsi) e la responsabilità professionale. Summit hotel. Tel. 0521.290191 – Fax 0521.291314
Milano-assago 11 ottobre. G.I.T.I.C. Autonomia e integrazione. Nuove dinamiche nell’equipe di cura in
area. Cardiologica, Centro Congressi Milanofiori. Tel. 031748814 – Fax 031751525.
Pisa 14 ottobre. Collegio IP.AS.VI. di Pisa. Convegno nazionale. Infermieristica e cure complementari. Palazzo dei congressi. Tel. 050.877022 – Fax. 050.8754978
Modena 15 ottobre. Collegio IP.AS.VI. di Modena. Valutazione economica delle tecnologie sanitarie: analisi e reperimento delle fonti. Viale virgilio-democenter. Tel. 059.218519 – Fax 059.218785 – E.mail: [email protected]
luglio/settembre
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L’ANGOLO DELLA SEGRETERIA
Orvieto 25 ottobre. Coordinamento collegi IP.AS.VI. Perugia-Terni. Gruppo infermieri neuroscenze umbro.
Corso di aggiornamento. Emergenza-urgenza nelle malattie neurologighe. Centro congressi, Palazzo del
popolo. Tel./fax 075.5997832 – Tel./fax 0744.420215. Segreteria organizzativa: 0744.402500 – Fax
0744.403632
Viterbo 01-02 ottobre • 08-09 ottobre. Collegio IP.AS.VI. di Viterbo. Avere cura gli strumenti della comunicazione. Tel. 0761.341196
Perugia 02-03 ottobre. Accademia nazionale di medicina. Corso redidenziale. Pneumologia interventistica in terapia intensiva respiratoria pediatrica e geriatrica. Hotel 4 torri. Tel. 01083794238-236 – fax
01083794260
Castagneto carducci 04 ottobre (Li). A.I.I.O. Assistenza infermieristica al paziente portatore di stomie. Tel.
010.5959579 – Fax. 010.5955062
Modena 3-11 ottobre. Collegio IP.AS.VI. di Modena. 4a serie del Corso di formazione dell’ utilizzo di strumenti informatici per la ricerca bibliografica nel nursing. Tel. 059.218519 – Fax 059.218785
Bologna 10-11 ottobre. AIOS. IX congresso nazionale. La sterilizzazione oggi. Palazzo della cultura e dei
congressi. Tel. 051.765357 – Fax 051.765195
Riccione 16-18 ottobre. Confederazione associazioni regionali di distretto. 2° congresso nazionale. Il distretto e le «cure intermedie». La rete territoriale della continuità assistenziale. Centro congressi hotel «le
conchiglie». Tel. 06.5919418 – Fax 06.5912007
Fondi 6 novembre • Fondi 19 novembre • Fondi 11 dicembre • Formia 7 novembre • Formia 20 novembre • Formia 12 dicembre • Latina 5 novembre • Latina 18 novembre • Latina 10 dicembre. Collegio IP.AS.VI. di Latina. Corso. Modelli di cambiamento di assistenza nelle unità operative ospedaliere utilizzando il modo ottimale le risorse. Tel. 0773.601367 – www.ipasvilatina.it
Assisi 5-8 novembre. X corso nazionale A.D.I. XI convegno di stusio sull’obesità. Il nutrizionista e la sindrome plurimetabolica. Tel. 0763.344890–\0763.344880 – www.promeeting.it/corsoadi2003
Modena 7 novembre. Collegio IP.AS.VI. di Modena. La banca dati medline, come utilizzare autonomamente
la più importante banca dati di medicina e scienze correlate prodotta dalla mational library et medicine. Viale virgilio-democenter. Tel. 059.218519 – Fax 059.218785 – e.mail: [email protected]
Perugia 8 novembre. ANIARTI Umbria. Coordinamento Collegi IP.AS.VI. di Perugia-Terni. Corso di aggiornamento. La linea rossa del cuore. Sala Porcelli, Università di Perugia. Tel./fax 075.5997832
Castagneto carducci 8 novembre (Li) A.I.I.O. Assistenza infermieristica in farmacoterapia antiblastica. Tel.
010.5959579 – fax. 010.5955062
Bologna 8-9 novembre. Accademia nazionale di medicina. Corso pratico. Inquadramento diagnostico e
trattamento multidisciplinare del politrauma. Tel. 010.83794238-236 – fax 010.83794260
Bologna 13-14-15 novembre. ANIARTI. 22° congresso nazionale. Criticità ed intensività assistenziale: quali obiettivi, quali competenze, quanti infermieri. Analisi e definizioni secondo il modello della complessità
assistenziale. www.aniarti.it e.mail: [email protected]
Modena 14 novembre. Collegio IP.AS.VI. di Modena. La banca dati cinahl. Come utilizzare la più importante e completo strumento di aggiornamento per la ricerca della letteratura in ambito infermieristico. Viale virgilio-democenter. Tel. 059.218519 – fax 059.218785 – e.mail: [email protected]
Castagneto carducci 29 novembre (Li) A.I.I.O. Le emergenze in onco-ematologia. Tel. 010.5959579 –
fax. 010.5955062.
Perugia 29 novembre. Collegio IP.AS.VI. di Perugia. Convegno. L’infermieristica nell’area militare, sociale,
e del lavoro: una risorsa di qualità per la nuova cultura della professione. Park Hotel. Tel./fax. 075.5997832
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luglio/settembre