Recensioni dello spettacolo - Reggio Iniziative Culturali

Transcript

Recensioni dello spettacolo - Reggio Iniziative Culturali
FELICEMENTE HYSTERICHE
La storia inedita del corpo delle donne
“Abbiamo tutte la stessa storia,
la stessa storia da raccontare
ma abbiamo insieme una nuova storia,
una nuova storia da costruire...”
di e con:
Valentina Tosi (attrice)
Raffaella Bonitatibus ( attrice)
Daniela Lopez (cantante)
Una produzione
Hanno detto dello Spettacolo:
Recensione da RovigoOggi.it il giorno 1/08/2015
“Un dialogo tra due donne, Valentina Tosi, autrice del testo, e Raffaella Bonitatibus, che si è
protratto per tutta la recita. Che ha fatto sorridere, annuire, applaudire, soprattutto la parte
femminile del pubblico presente, percorrendo le fasi della crescita e maturazione sessuale di ogni
ragazza. Il bisogno - curiosità di sapere il significato delle parole relative al sesso, sia proprio che
maschile. Domande che si scontrano, oggi come ieri, con la reticenza delle madri, l'imbarazzo a
dare informazioni precise, chiarite, poi, con dovizia di particolari dai compagni di scuola. E, poi, il
momento in cui la ragazzina diventa donna e il suo corpo comincia a parlare per lei. 'Felicemente
Hysteriche', della compagnia 'Istarion teatro' di Albinea, Reggio Emilia, è andato in scena martedì
sera al chiostro degli Olivetani per il Teatro delle Regioni
Rovigo - Un dialogo tra donne che nasce da racconti autobiografici per analizzare la scoperta
dell'amore e della sessualità, senza confondere l'uno con l'altra e senza dimenticare l'importanza
della convivenza armoniosa tra i due. Una scoperta che ogni bambina prima e ragazzina poi,
cerca di fare con le domande alla mamma o alle donne che hanno un ruolo nella sua vita. Il
viaggio in un paese misterioso in cui si usano parole come. vagina, utero, ovaie, tube o Trombe di
Fallopio. E, in parallelo, prepuzio, glande, coito. Tema impensabile da trattare fino a una trentina di
anni fa e che, ancor oggi, riscontra reticenze nelle madri cui vengono chieste informazioni. Un
testo scritto con onestà da Valentina Tosi che ha curato anche la regia; sviluppato con forza e
ironia assieme a Raffaella Bonitatibus in un azione che scorre senza intoppi ne sbavature,
tenendo sempre alta la tensione drammatica.
Le confidenze tra donne partono proprio dall'esperienza personale con le rispettive madri, il
bisogno di informazioni chiare sulle caratteristiche e funzionamento del proprio corpo e di quello
dei compagni maschi. Con il raggiungimento dello sviluppo sessuale si presentano altre domande
e altri desideri che, per le ragazze, si accompagnano al bisogno di tenerezza, di coccole. Arriva il
primo amore e il primo rapporto sessuale e con quelli anche la convinzione che il rapporto a due
sarà perfetto. Dopo il matrimonio, tuttavia, giorno dopo giorno le cose cambiano: la donna deve
occuparsi dei figli, della casa, di tutte le necessità domestiche rinunciando, alle sue aspettative,
alle amicizie, alla cura di se stessa. Il marito, invece, ha più tempo per uscire, stare con gli amici,
coltivare le proprie passioni e la moglie diventa una specie di 'elettrodomestico' che si usa quando
serve. Con reticenza e proclamando di essere donne appagate, le due protagoniste finiscono per
ammettere che l'amore nella coppia non esiste più e il piacere sessuale è solo finzione per
togliersi dalla scocciatura il più in fretta possibile. Una delle due se ne va persino da casa e si
unisce ad un gruppo di donne che manifestano in piazza. Un momento di felicità che termina
troppo presto: il marito la riporta a casa per un questione di ordine e dignità.
A prospettare una soluzione è la notizia dell'apertura di una specie di palestra dove, un po’ alla
volta, con applicazione e dedizione, si ritrova il piacere di fare sesso. A sottolineare le diverse fasi
della recita, i brani musicali offerti dalla voce e dalle registrazioni di Daniela Lopez. Concluso lo
spettacolo tortelli con la zucca per tutti.
Lauretta
Vignaga
1
agosto
2015
Recensione da Radio Rovigo il giorno 30/07/2015
APPLAUSI AL TEATRO DELLE REGIONI PER ”FELICEMENTE HYSTERICHE, LA STORIA INEDITA DEL
CORPO DELLE DONNE”
Proseguono con successo gli appuntamenti del festival “Teatro delle Regioni”, promosso
ed organizzato dal gruppo teatrale “Il Mosaico” e realizzato grazie al sostegno economico
della Fondazione Rovigo Cultura, di RovigoBanca, con il patrocinio del Comune e della
Provincia di Rovigo e della Regione Veneto.
Martedì scorso, nella splendida cornice del chiostro del Monastero degli Olivetani,
molteplici applausi hanno sottolineato il gradimento da parte del pubblico rodigino per la
rappresentazione “Felicemente Hysteriche, la storia inedita del corpo delle donne”, di
Valentina Tosi.
Con un titolo del genere ci si sarebbe immaginati di assistere ad un reading con
un'ambientazione stile anni '70, anni che furono anni di proteste e cortei di piazza contro
ogni forma di autoritarismo, diseguaglianza, sfruttamento e con le donne che
rivendicavano emancipazione e liberazione sessuale, riunendosi nei collettivi, discutendo
e intonando canti di libertà.
Niente femminismo militante, invece, nella proposta teatrale delle attrici della compagnia
“Istarion Teatro” di Albinea (RE) che, miscelando sapientemente umorismo, satira ed
ironia, sono riuscite a trovare le chiavi giuste per divertire il pubblico, proponendo spunti di
riflessione intorno all’universo femminile ed alle sue condizioni nella contemporaneità.
La performance teatrale proposta da Valentina Tosi e Raffaella Bonitatibus, ben
avviluppata dall’atmosfera creata dalle musiche e dalle perle vocali di Daniela Lopez, con
racconti autobiografici ma anche con la voce di guide esperte come Franca Rame, ha
accompagnato il pubblico in un intrepido viaggio attraverso la geografia del corpo delle
donne, alla scoperta della loro intima natura, del loro essere lunatiche e contestualmente
magiche e portatrici di vita.
A parlare sul palco, incorniciato da un scenografia essenziale, non erano dee antiche,
eroine letterarie o amanti appassionate, ma donne semplici e moderne che narravano le
loro vicende in prima persona.
Le due attrici, usando tutti registri, dal drammatico, all'ironico, al surreale, al poetico,
accompagnate dalla voce della cantante, coprotagonista sulla scena, hanno cercato di
restituire questa molteplicità di situazioni per stimolare la riflessione, provocare la
reazione, insinuare il dubbio che questa nostra società così apparentemente evoluta, sia
ancora molto lontana dalla maturazione quando il discorso si declina al femminile.
Queste esperienze umane femminili, raccontate con le parole, la danza, il canto, la poesia
e la musica, intrecciandosi hanno dato corpo ad una realtà narrata con l'arma a doppio
taglio dell’autoironia. Apparentemente lo spettacolo presentava un mondo fatto di stereotipi
di genere: sessismo, divorzio, violenza psicologica e fisica, diritti mancati etc.; nella realtà
era la storia di donne che affrontano la quotidianità dell'amore, del lavoro, della famiglia
con voglia di cambiamento. Donne che desiderano vivere con l’uomo e non per l’uomo.
Nel complesso lo spettacolo è apparso scorrevole e piacevole. Le tre protagoniste hanno
dimostrato
di
essere
brillanti,
raffinate
e
istrioniche
sul
palcoscenico.
Probabilmente a più di qualcuno tra i numerosi uomini presenti è capitato di ritornare con il
pensiero a quel motto socratico che fu leitmotiv del primo anno di filosofia alle scuole
superiori: io so di non sapere. E so anche che non potrò mai sapere tutto…
Tuttavia, il mondo ha bisogno dell’immaginario delle donne per ritrovare il suo equilibrio.
Le donne stesse cercano riferimenti immaginativi per la propria identità, sospesa ora fra
un modello neutro/maschile ed una artificiosa femminilità prevalentemente estetica
costruita ad hoc per le esigenze dell’altro sesso.
Perciò è da considerare ottimale la scelta della direzione artistica del festival di inserire in
cartellone uno spettacolo capace di portare in scena la rappresentazione del mondo vista
dalla parte delle donne.
E’ necessario infatti che le nuove generazioni vengano a conoscenza del percorso
culturale, sociale e politico effettuato dalle donne negli ultimi secoli e inoltre risulta
importante mettere l’accento sul problema della violenza che colpisce sempre di più il
genere femminile. Il teatro può così diventare il luogo ideale dove riscoprire le prospettive
dell’ altra metà del cielo.”