Finanziamento del progetto "Un pozzo per la vita"

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Finanziamento del progetto "Un pozzo per la vita"
Finanziamento del progetto "Un pozzo per la vita"
L'ATO Brenta, in occasione dell’Anno Internazionale dell’Acqua 2003, ha provveduto al
finanziamento del progetto “Un pozzo per la vita”, con un contributo pari a Euro 5.200,00
per la costruzione di 2 pozzi in zona subsahariana.
Due sono le Associazioni Missionarie che, da tempo operanti in territorio Africano, si sono
impegnate per la realizzazione dei pozzi: il “Gruppo Missionario” di Merano e l’Associazione
“Fraternità Missionaria”.
Si riportano di seguito gli interventi effettuati dai
rappresentanti delle Associazioni, in occasione
dell'Assemblea d'Ambito svoltasi il 2 ottobre 2003.
Alpidio Balbo rappresentante Associazione “Il Gruppo
Missionario” di Merano
"Ringrazio i promotori di questa meravigliosa
iniziativa. Mi chiamo Alpidio Balbo ho 72 anni di cui
33 presenti in Africa. La mia è una storia che, a detta
di un giornalista che è venuto a trovarmi, sembra
inventata. Nasce, appunto, 33 anni fa. Ero un
discreto commerciante di Merano, credevo che con i soldi si facesse tutto. Ero giovane
avevo 39 anni, poi ci fu un incidente stradale il 19 febbraio 1969; ho fatto un anno di
ospedale gravissimo con lesioni profonde tant’è che poi mi è stata riconosciuta l’invalidità
permanente. Sono uscito da questa dolorosa esperienza e d’accordo con la moglie mi sono
recato in Africa come turista. Prima di partire una mamma di Trento seppe di questo
viaggio, mi venne a cercare e mi chiese se potevo portare una lettera a sua figlia suora
che si trovava nel Dahomei oggi si chiama Burkina-Faso. Non ero un grande credente ma
prima di ritornare in Italia feci questo sforzo. Ebbene mi sono scontrato con una realtà che
non avrei mai immaginato. Centinaia di bambini che morivano di sete, che arrancavano
con queste manine in queste scodelle vuote. Era il 4 marzo 1971 in piena siccità. Sono
tornato a Merano sconvolto e ho deciso di cambiare vita. Lasciai la mia attività e con
l’aiuto di Dio, che avevo incominciato ad apprezzare e ad amare, sono riuscito a fare ciò
che ora faccio. Sono trascorsi 33 anni da questa esperienza e vi assicuro che sono molto
contento, felice perché ho trovato la gioia della vita. Questa gioia della vita che magari
lavorando con tanti soldi forse non avrei trovato. Ripeto e, scusatemi se insisto, non ero
credente, ero un agnostico e ho trovato Dio; forse questa sua presenza, questo operare
per lui per questi suoi figli mi ha dato la forza di continuare. Come ho detto non sono più
tanto giovane. Due mesi fa sono tornato in Italia e giovedì prossimo riparto per la 79^
volta per l’Africa. Noi del Gruppo Missionario abbiamo costruito ben 616 pozzi, 22 scuole di
formazione, 2 ospedali; insomma abbiamo fattotante cose. Allora voi mi capite che come
avrebbe potuto fare tutto questo un uomo semplice, una persona come voi se non ci fosse
stato un disegno ben più profondo. Ecco io sono convinto di quel che dico, sento che in
ogni cosa c’è sempre qualcosa, qualcuno che mi spinge a fare qualche cosa di bello. Oggi
ho avuto la gioia di conoscere voi ma grazie ad una persona che già 15 anni fa ho avuto
l’occasione di conoscere: il Dott. Livio Baracco. Sono 15 anni che ci conosciamo. Ha già
finanziato dei pozzi lui personalmente anche con qualche Lion’s di Padova e come vedete
la catena di solidarietà è veramente una cosa straordinaria. Vi ringrazio con tutto il cuore.
Quando due mesi fa sono ritornato in piena siccità e sentivo a Merano la gente che diceva
“che caldo” “che caldo” e tutti soffiavano io dicevo, a quanti mi avvicinavano, che in Africa
è cronaca di tutti i giorni. Vi racconto solo un episodio: due bambini che vedevo partire
tutte le mattine attaccati per mano. Erano due fratellini, 3-4 anni il più piccolo, 5-6 il più
grande e andavano a cercare acqua. Ho voluto seguirli. Impiegarono 10 ore a piedi per
andare in un lago asciutto e con queste manine cercavano di arrancare in mezzo a questo
lago che era asciutto e pi con una paletta di plastica cercavano un po’ di fango,
quell’acqua marcia nera e la mettevano in questa specie di barattolo di olio di arachide di
marca italiana che ave vano con sè e se la portavano a casa. Ecco io vi dico questo per
dire che cosa vuol dire la sete. La sete, la siccità è una cosa aberrante, è una cosa che noi
non dovremmo neanche mai immaginare, pensare di poter vivere una cosa così. Perciò il
pozzo che voi oggi avete fatto darà la vita penso, sicuramente, a 300 persone e io vi
assicuro che darò tutte le garanzie, così com’è mio modo di fare, manderò alle persone
che mi hanno invitato non solo la foto del pozzo, ma anche la lettera dell’Arcivescovo che
prenderà questi soldi, le persone che lavorano con me. Manderemo tutto quello che è
giusto mandare per questa garanzia. Grazie con tutto il cuore per l’attenzione che avete
avuto e spero di potermi incontrare ancora con voi."
Dario Benin dell’Associazione Fratellanza Missionaria.
"Grazie a voi tutti per questo “segno” che ci incoraggia e ci
aiuta a continuare nei nostri progetti. La nostra
Associazione è sorta nel 1996 è ONLUS e io personalmente
è dall’84 che mi occupo di problemi di acqua in Africa e non
solo. Attualmente sosteniamo dei progetti agricoli nelle
scuole elementari dell’Africa. Sono progetti di base con la
finalità di aiutare questi ragazzi ad avere qualcosa in più da
mangiare. Lavoriamo dal Senegal al Ciad coinvolgendo
Camerun, Costa d’Avorio e anche altri paesi. La nostra
Associazione ha ritenuto prioritario il problema dell’acqua
pertanto costruiamo questi “pozzi”. Nella scuola dove
interveniamo la prima cosa che chiediamo è l’acqua
soprattutto per poter vivere ma anche per poter avere un
piccolo orto. L’acqua che tutt’ora si trova in Africa è indescrivibile, il nostro amico Balbo mi
sembra l’abbia espresso in modo chiaro. L’anno scorso tenevo una conferenza a dei capo
villaggio della zona e, credetemi, non sapevano cosa voleva dire “potabile”. Noi apriamo il
rubinetto dell’acqua e siamo sicuri, certi, lo lasciamo anche scorrere. Lì non sanno cosa
voglia dire la parola potabile; se vedeste che acqua bevono, prendereste paura. E’ una
cosa indescrivibile. Un mio amico l’anno scorso si è permesso di mettere in bocca un
goccio d’acqua prelevata da un pozzo senza ingerirla e abbiamo dovuto riportarlo in Italia
per poterlo curare. Cosa c’era in quell’acqua nessuno ha saputo dirmelo. Ecco come
sopravvive quella gente. Il problema dell’acqua è indescrivibile. L’acqua nel Sahara si trova
a circa 104 metri. Per sollevare l’acqua da 104 metri c’è una “vacca” che fa il percorso con
la corda al collo e tira su un secchio d’acqua. Spesse volte è salata. Il problema dell’acqua
è immenso e vitale. Penso che noi tutti dovremo fare un giretto in Africa e renderci conto
di come sopravvive quella gente. L’acqua è un portatore di virus. E’ il veicolo infestante dei
virus, per cui la mortalità infantile in quei paesi è devastante. I bambini che arrivano ai 5
anni di vita sono il 30%. L’acqua è il veicolo principale per le malattie. L’anno scorso, nella
zona in cui interveniamo anche grazie al vostro finanziamento, sono caduti 604 mm di
acqua.
Quelle popolazioni che sono nel Sahara vivono in un equilibrio
di tre mesi, i temporali arrivano da maggio, giugno, luglio. Se
in quei tre mesi le piogge cadono male oppure non cadono
affatto c’è la morte, la miseria. Nell’84 quando mi sono recato
per la prima volta in Africa, il 30% della popolazione è stata
falciata dall’acqua e dalla fame. Non aveva piovuto o le
piogge erano cadute male. Un gesuita di Padova mi ha
mandato fotografie di montagne di ossa. Da allora mi sono
messo a lavorare con questa Associazione. Il vostro
finanziamento andrà a finanziare una trivella per la
perforazione di pozzi. Quest’anno, grazie a Dio, ci sono oltre
1000 mm di acqua, le piogge sono cadute abbondanti ma
l’equilibrio è sempre molto instabile. Un missionario della
diocesi di Treviso mi ha sollecitato un intervento di questo
genere, abbiamo organizzato una marcia per raccogliere fondi che, però, non sono stati
sufficienti ma, grazie anche al vostro aiuto credo di poter raccogliere la cifra richiesta.
Avremo così modo di intervenire nei villaggi dove l’acqua non si trova, senza scavare il
pozzo tradizionale ma con una perforazione. Ringrazio tutti, perché ci sostenete ad aiutare
chi è più povero al mondo."