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RISPARMIO # DIRITTI # PREVIDENZA # CONSUMI NOVEMBRE 2007 Stavolta il ministro ha (quasi) ragione L a frase pronunciata in Parlamento dal ministro dell’Economia Padoa Schioppa («E mandiamo fuori di casa questi bamboccioni») ha scatenato un putiferio di polemiche. Si sono risentiti i diretti interessati,i giovani di 2530 anni che vivono ancora con i genitori,ma hanno preso le distanze dal ministro un po’tutti. A dire il vero qualche torto il ministro ce l’ha: perché pagare un paio di pizze al mese ai single (a tanto ammonterebbero gli sconti sugli affitti),quando sarebbe meglio dare un po’di respiro fiscale alle famiglie già formate? Se,però, non si è condizionati dai luoghi comuni,ci sono almeno un paio di considerazioni da fare. La prima è che se la famiglia funziona bene come ammortizzatore sociale,evviva la famiglia. La seconda è che questo Paese è davvero pieno di “bamboccioni”. Ormai diamo tutti per scontate alcune affermazioni che scontate non sono. Del tipo:“Come si fa a vivere con mille euro al mese?”;“Se il lavoro è precario come faccio a metter su casa?” e via lamentandosi. Forse i nonni e i padri di questi ragazzi non si ricordano più della loro gioventù. Mille euro al mese oggi corrispondono più o meno allo stipendio di un giovane operaio o impiegato di 30-40 anni fa. Allora i ragazzi uscivano di casa,magari affittando stanze o dividendo l’alloggio con altri compagni. Magari saltando qualche film e qualche pizza. Magari “mangiando crackers ed estratto di pomodoro”,come ha ricordato qualcuno.Hanno messo su famiglia e hanno raggiunto un po’ di benessere anche per quei loro figli che oggi non vogliono più fare la gavetta della vita. SALUTE Scontrino “parlante” e il farmaco si detrae 2 PREVIDENZA Dipendenti pubblici: c’è il bonus pensione 6 IMMOBILI Questioni di casa 8 ARTIGIANI Informatica ed edilizia 9 creano occupazione HOBBY Le vecchie pubblicità sono da collezione 10 DIRITTI Assicurazione auto 12 con meno truffe SERVIZI L’energia è libera 14 UNIVERSITÀ Ci pensa la banca 16 In evidenza PADOA SCHIOPPA E I “BAMBOCCIONI” PAGAMENTI Le carte smarrite 17 CONSUMI Al supermercato senza contanti 18 FINANZA Risparmio gestito 20 A CURA DI 2C EDIZIONI NOTES 1 NOVEMBRE 2007 S A L U T E COSA SONO I SOP farmaci da banco o senza obbligo di prescrizione (SOP) o di automedicazione, sono quelli del tutto a carico dei cittadini, che si possono comprare in farmacia senza ricetta medica, nei supermercati, parafarmacie ecc. Sono rimedi a piccoli disturbi: dai ricostituenti ai colliri, dai lassativi agli antinfiammatori. Tuttavia, la loro scelta dovrebbe essere comunque consigliata dal farmacista oppure dal me- I LA FINANZIARIA DI QUEST’ANNO HA INTRODOTTO UNA SERIE DI NOVITÀ DA TENERE PRESENTE QUANDO CI SI RECA IN FARMACIA. SARÀ BENE AVERE A PORTATA DI MANO LA NUOVA TESSERA SANITARIA CHE RIPORTA IL CODICE FISCALE PERSONALE DELLO STESSO TITOLARE Scontrino “parlante” e il farmaco si detrae in poi, ogni volDcia,’ora ta che si va in farmaè meglio essere mu- Lo scontrino qui a fianco, rilasciato da una farmacia milanese, riporta l’importo della detrazione ma non ancora le informazioni dettagliate relative al tipo di medicinale e il codice fiscale 2 NOVEMBRE 2007 niti della nuova tessera sanitaria che riporta anche il codice fiscale. In base alla Finanziaria di quest’anno,infatti,in sede di dichiarazione dei redditi, si potranno detrarre solo le spese sui farmaci per i quali lo scontrino con valenza fiscale, rilasciato al momento del pagamento, sia “parlante”: deve cioè precisare natura, tipologia e quantità dei medicinali venduti, evitando diciture generiche come “farmaco”, “medicinale”,“cosmetico”ecc.e soprattutto deve riportare il codice fiscale del destinatario. LA PROROGA A FINE ANNO Ma l’agenzia delle Entrate, poiché non tutti gli esercizi del settore sono già attrezzati con registratori di cassa innovativi, ha concesso una dilazione. In particolare, la data spartiacque sarà il prossimo 31 dicembre: fino ad allora il farmacista potrà provvedere all’attestazione con un documento rilasciato con lo scontrino e in cui andranno specificate la natura,qualità e quantità dei farmaci venduti, mentre a scrivere a mano sullo scontrino il proprio codice fiscale potrà essere lo stesso cliente.Pertanto, per evitare spiacevoli sorprese,è bene accertarsi che il medico abbia riportato sulla ricetta il codice fiscale dell’assistito e comunque conviene andare in farmacia provvisti della tessera sanitaria che riporta il codice in modo che il farmacista possa trarlo dalla stessa. Tra l’altro, se l’acquirente non ha con sé la tessera sanitaria o non è il destinatario del farmaco o ne ignora il codice fiscale,l’indicazione di quest’ultimo potrà essere riportata poi a mano sullo scontrino fiscale dal destinatario. Il periodo di transizione si chiude, però, al 1° gennaio del 2008, a partire da quando non saranno più ammesse concessioni. CIÒ CHE FINISCE NELLA DICHIARAZIONE La Finanziaria, inoltre, ha previsto che fra le spese sanitarie detraibili in dichiarazione rientrino i costi sostenuti per i farmaci “non rimborsabili” – cosiddetti “da banco”o “senza obbligo di prescrizione”(SOP) – e per dico di famiglia, in quanto un uso improprio può provocare effetti collaterali, per esempio di natura allergica. Per riuscire a distinguerli sulla confezione esterna e in modo ben visibile, devono essere contrassegnati da un bollino di riconoscimento stampato o incollato, che è uguale per tutti (grande almeno 1.7 centimetri) e deve riportare chiaramente la scritta “Farmaco senza obbligo di ricetta”. il ticket di quelli rimborsabili dal Servizio sanitario nazionale (Ssn). LE SPESE SANITARIE DETRAIBILI Come si legge sul sito della Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani (www.fofi.it) le spese sanitarie, di qualunque tipo, danno diritto ad una detrazione pari al 19% al netto della franchigia di 129,11 euro, delle spese sostenute durante l’anno precedente.Dunque,come chiarisce anche il sito di Federfarma (www.federfarma.it), il contribuente dovrà sommare tutte le spese sopportate e sottrarvi la franchigia: la detrazione che spetta sarà pari al 19% dell’importo così ottenuto.Ovviamente se gli esborsi non superano la franchigia non si avrà alcuna detrazione. Perciò, ad esempio, se le spese sanitarie ammontano a 600 euro si avrà un risparmio di 89.47, somma che equivale al 19% di 470.89,ossia la differenza tra la spesa totale (600) e la franchigia di 129.11 euro. Per quanto riguarda le tipologie sono detraibili le spese per:le visite di medici generici, specialisti e omeopati; l’assistenza e le cure di fisioterapisti e infermieri;interventi chirurgici necessari e trapianti;esami di laboratorio, radiografie e indagini speciali prescritte da un medico (tac, ecografia,ecc.); cure dentistiche;degenza e ricovero in ospedali e case di cura; occhiali da vista, lenti a contatto e liquidi per lenti;protesi oculistiche e fonetiche; apparecchi per non udenti; arti artificiali e apparecchi di ortopedia; stimolatori e protesi cardiache; sedute di psicanalisi e psicoterapia; spese veterinarie. Da oggi fra le spese sanitarie detraibili rientrano anche i costi sostenuti per i farmaci da banco e per il ticket di quelli rimborsati dal Ssn, se pur entro certi limiti LIBERALIZZAZIONE, PRIMO BILANCIO un anno dall’entrata in vigore del decreto Bersani (Dl 223/2006), che ha liberalizzato la vendita dei farmaci da banco, secondo la ricerca di Nielsen Media Research (su un campione di 25mila persone e su uno dei punti vendita rappresentativo dei canali distributivi), il binomio “farmacista-farmacia” resta il punto di riferimento nella distribuzione di questi medicinali. Il 70% degli italiani preferisce comprare in farmacia e il 78% non intende rinunciare alla consulenza di un professionista per un problema di salute, a prescindere dal canale d’acquisto. A L’obiettivo della riforma è l’apertura del mercato a nuovi canali di vendita per aumentare il livello di concorrenza, con conseguente riduzione dei prezzi e modernizzazione dell’apparato distributivo. A fronte di questo primo riscontro, non sfugge come siano 1.471 i punti vendita alternativi alle farmacie in cui è già possibile acquistare SOP o che hanno fatto richiesta per la loro commercializzazione. Di questi solo 159 appartengono alle catene della Gdo e 1.312 sono parafarmacie (o simili), per le quali si è assistito ad un forte incremento di aperture: per il 50% sono nuovi negozi aperti negli ultimi 12 mesi, a un ritmo di circa 60 nuove notifiche al mese. Si stima però che entro la fine dell’anno i farmaci SOP saranno venduti in circa 1.700 punti “alternativi” con un rialzo del 10% rispetto allo storico universo delle farmacie (circa 17mila). Le previsioni per i prossimi 18 mesi riferiscono di 290 negozi della Gdo e oltre 1.500 parafarmacie. Su circa 100 milioni di confezioni di farmaci SOP, venduti da luglio a settembre 2007 per una spesa di 764,9 milioni di euro, il 5,2% è stato comprato in supermercati e l’1,6% in parafarmacia, per un totale di 40,5 milioni di euro di prodotti venduti nei canali alternativi. «I dati confermano il presidio territoriale e il ruolo sociale delle farmacie che hanno venduto il 93,2% dei farmaci da banco, – ha detto Stefano Galli, Chief Marketing Officer di Nielsen, in occasione del convegno nazionale “La farmacia del futuro: una professione che si rinnova”, organizzato di recente a Firenze dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa con Boehringer Ingelheim Italia – ma non si tratta di una situazione stabile, in quanto per alcune categorie di farmaci, il fuori canale potrebbe superare già a fine 2007 la soglia del 10%». NOTES 3 NOVEMBRE 2007 LA DOCUMENTAZIONE NECESSARIA Per i farmaci cambia a seconda del tipo di medicinale di cui si deve certificare l’acquisto: farmaci con obbligo di prescrizione del medico. In questo caso,deve essere fornita la fotocopia della ricetta rilasciata dal medico, con lo scontrino rilasciato dalla farmacia,corrispondente all’importo del ticket pagato sui medicinali indicati nella stessa ricetta; farmaci da banco acquistati: 1) a seguito di prescrizione medica: dal momento che non è obbligatoria ma il medico può prescrivere il farmaco con la ricetta, in questa ipotesi è sufficiente allegare alla dichiarazione dei redditi la ricetta e lo scontrino rilasciato dalla farmacia. 2) direttamente in farmacia: bisogna compilare una dichiarazione sostitutiva (un’autocertificazione) di atto notorio in carta libera che attesti la necessità di questi farmaci. La dichiarazione va corredata da una fotocopia di un documento di identità valido.Sarà sufficiente compilare un’unica autocertificazione per tutti i farmaci acquistati durante l’anno dal dichiarante e dai familiari a carico. Da precisare che se sullo scontrino non c’è la dicitura “medicinali” o “farmaci” l’autocertificazione dovrà anche specificare che l’importo pagato si riferisce all’acquisto dei farmaci indicati e non di altri prodotti,non sanitari. L’autocertificazione può non essere autenticata quando sia accompagnata da una copia del documento d’identità. Chiara Conti 4 NOVEMBRE 2007 S A L U T E Gli italiani scoprono i “generici”: risparmi e la cura è efficace NEL 2006 UNA RICETTA SU QUATTRO È STATA FATTA PER I MEDICINALI “EQUIVALENTI”, TUTTAVIA RAPPRESENTANO SOLO IL 10 PER CENTO DEL MERCATO CONTRO IL 50 DEGLI ALTRI PAESI DELL’UNIONE EUROPEA er la prima volta, a Pfarmaceutica fine 2007, la spesa reale dovrebbe rientrare nel tetto di quella programmata (vale a dire, il 13% della spesa sanitaria nazionale). La previsione di Federfarma, associazione delle farmacie italiane (basata sui dati relativi a giugno e diffusi a settembre) è stata confermata da Nello Martini, direttore generale dell’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco, che fa capo al ministero della Salute). Nel 2006, la spesa totale (compresi i servizi erogati nelle strutture sanitarie) ha superato i 23 miliardi di euro, di cui il 75% a carico del Sistema sanitario nazionale (Ssn). In particolare, un quarto del totale è dovuto ai farmaci del sistema cardiovascolare, seguono i rimedi gastrointestinali e quelli per il sistema nervoso centrale. Come era prevedibile, la fetta più consistente (il 56% della spesa e il 61% delle dosi) si riferisce alla popolazione over 65; quanto agli over 75, ciascuno consuma 17 volte le medicine di un venticinquenne. In generale, le donne consumano il 10% in più dei farmaci. PIÙ RISORSE PER INNOVARE Risparmi per 450 milioni di euro a beneficio del Sistema sanitario nazionale – secondo Martini – verranno nel 2007 dalla vendita di farmaci “generici” (o “equivalenti” per sottolinearne gli aspetti positivi e la pari efficacia). A un anno dal monito dell’Antitrust in favore dei medicinali “senza brand”, i dati mostrano che una ricetta su quattro (25,3%) nel 2006 è stata fatta per generici.A parere dell’Agenzia italiana del farmaco si tratta dei rimborsi meno “pesanti” che lo Stato deve corrispondere e che di conseguenza si traducono in risparmi, dando sollievo al sistema: «Così si dovrebbe evitare uno sforamento, affinché le risorse che si liberano dai generici e quelle incrementali provenienti dalla Finanziaria siano pronte a coprire le nuove spese derivanti dai farmaci innovativi». Occorre ricordare, infatti, che gli “equivalenti” so- S A L U T COME FARNE USO E POI SMALTIRLI a siti web, opuscoli e specialisti si possono reperire informazioni e consigli su come comportarsi con i medicinali. Essenziale per la loro efficacia è la corretta conservazione: il primo semplice accorgimento è leggere l’esterno della confezione e il foglietto illustrativo, che non va gettato mai. Oltre alla data di scadenza è bene fare attenzione all’ambiente circostante: evitare temperature troppo basse o elevate (ma alcuni vanno in frigo), mai fuori dalla scatola (che protegge dalla luce solare), né sul davanzale della finestra o nell’auto parcheggiata all’aperto; ricordarsi che elettrodomestici come il forno e il frigo producono calore e che D la cucina o il bagno sono ambienti umidi. In caso di dubbio, per esempio il mutato aspetto, colore o sapore, meglio chiedere al medico o al farmacista. Quanto allo smaltimento dei farmaci scaduti o terminati, non devono essere dispersi nell’ambiente perché possono inquinare, né vanno gettati nella spazzatura o bruciati, poiché la combustione potrebbe sviluppare sostanze pericolose. Vanno inseriti negli appositi contenitori che si trovano all’interno o vicino alle farmacie. Per saperne di più si può scaricare un opuscolo sul sito www.aifa.gov.it o telefonare al numero verde 800 57 16 61 “Farmaci-line”. no farmaci il cui brevetto è scaduto e dunque possono essere venduti da parte di altre aziende, le quali possono abbattere i costi perché non hanno dovuto sostenere quelli per la ricerca, che rientravano nel prezzo del farmaco originario. Di conseguenza, lo “sconto”è obbligatorio per legge: il generico deve costare il 20% in meno del predecessore di marca. Nonostante il loro costo, tuttavia, sono parecchi i farmaci lasciati scadere dalle famiglie senza E SPOT PUBBLICITARI PIÙ TRASPARENTI farne uso. Anzi, secondo Federanziani, che ha monitorato l’armadietto dei medicinali di 212 famiglie, la quota di quelli acquistati e non utilizzati sarebbe enorme: 1,18 miliardi di pillole buttate che sono costate nel 2006, ben 700 milioni di euro allo Stato e 70 alle famiglie. Le confezioni, rivela l’indagine, nonostante siano conservate a portata di mano, non vengono controllate periodicamente: molto spesso (83,5% dei casi) si scopre solo al momento dell’uso che un terzo dei farmaci (31%) è scaduto, oppure (13%) non se ne può accertare la validità perché senza confezione. L’altro grande problema è lo smaltimento dei farmaci scaduti: solo il 41,1% utilizza gli appositi contenitori, mentre il 56,1% li inserisce tra i rifiuti urbani. Andrea Paternostro Lo stop alla lettura “troppo veloce” delle avvertenze sanitarie negli spot tv dei farmaci è arrivato a luglio con un decreto del ministero della Salute. Ma cosa ne pensa chi deve confezionare lo spot? «Bisogna rimettere a posto i filmati, il costo è notevole – spiega Sandro Esposti, direttore creativo di Saatchi & Saatchi Healthcare, ramo della nota agenzia dedicato alla salute – può arrivare al 5% dell’intero spot. In pratica si vieta di usare formati da 10 secondi: se 5 vanno in avvertenze, dobbiamo farne 20 o 30». Come conciliare, quindi, il lavoro dei creativi con le esigenze di chiarezza? «Mettiamo una scritta in chiusura di spot – propone Esposti – come si fa in altri Paesi. Un cartello uguale per tutti, per esempio “questo è un farmaco: chiedi consiglio al tuo medico”, letto sempre dallo stesso speaker e inserito dall’emittente fuori dal palinsesto. Come avviene con la scritta “inserzione pubblicitaria” sui giornali e settimanali». Anche perché allungando lo spot, secondo Esposti, non si elimina il rischio di essere poco comprensibili: «Parlare per vari secondi delle cose da fare può essere demandato al medico o al farmacista, così si crea solo confusione. Se proprio va letta l’avvertenza va semplificata al massimo». Alcune associazioni di consumatori lamentano pubblicità “scorrette” dei farmaci: «I pochi secondi spesso non permettono di dare informazioni complete, però quello che viene detto in uno spot è sempre controllato dall’ufficio legale e dal Ministero. Sono quasi sempre prodotti sintomatici, testati da anni. Mi scandalizzerei di più per certi messaggi miracolistici su prodotti per la ricrescita lampo dei capelli o la sparizione delle rughe. Credo che il consumatore oggi sia abbastanza maturo per capire queste cose». NOTES 5 NOVEMBRE 2007 P R E V I D E N Z A Anche per i dipendenti pubblici in arrivo un bonus nella pensione CON LA MENSILITÀ DI NOVEMBRE, CHI HA ALMENO 64 ANNI, UNA CERTA ANZIANITÀ CONTRIBUTIVA E NON PERCEPISCE UN REDDITO ELEVATO RICEVERÀ LA “QUATTORDICESIMA” n arrivo gli importi re- alla cosiddetta I lativi “quattordicesima” per i pensionati Inpdap. Dopo esserci occupati dei pensionati Inps (sul numero di ottobre), vediamo ora i requisiti richiesti per i dipendenti di amministrazioni pubbliche in pensione, in base alle indicazioni dell’Istituto nazionale di previdenza dei dipendenti dell’amministrazione pubblica (circolare n. 26/2007). Il Dl n. 81/2007 prevede, da quest’anno, la corresponsione ai pensionati con età pari o superiore a 64 anni – titolari di una o più pensioni a carico dell’Assicurazione generale obbligatoria e delle forme sostitutive, esclusive ed esonerative della stessa – di una somma aggiuntiva con importi annui differenziati, in funzione dell’anzianità contributiva, ricompresi tra un minimo di 262 euro, per anzianità contributive fino a 15 anni,e un massimo di 392 euro, per anzianità contributive superiori a 25 anni. Questo “bonus” è erogato, per l’anno 2007, con la mensilità di novembre e, dall’anno 2008, in occasione della mensilità di luglio o dell’ultima corrisposta nell’anno; spetta, a condizione che il pensionato non abbia un reddito complessivo individuale, relativo allo stesso anno, superiore a una volta e mezzo il trattamento minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti (8.504,73 annui pari a 654,21 mensili). LA TABELLA DI RIFERIMENTO I limiti di contribuzione da rispettare per lavoratori dipendenti e autonomi 6 LAVORATORI DIPENDENTI LAVORATORI AUTONOMI Anni di contribuzione Anni di contribuzione Fino a 15 Oltre 15 e fino a 25 Oltre 25 NOVEMBRE 2007 SOMMA AGGIUNTIVA ANNO 2007 SOMMA AGGIUNTIVA DAL 2008 Fino a 18 Euro 262 Euro 336 Oltre 18 e fino a 28 Euro 327 Euro 420 Oltre 28 Euro 392 Euro 504 LA VERIFICA DEI REQUISITI Pertanto, le sedi territoriali dell’Inpdap dovranno acquisire le informazioni sulla situazione reddituale del pensionato relativa all’anno 2007. A questo scopo è stato inviato al domicilio dei potenziali aventi diritto la nota con il modello di autodichiarazione dei redditi presunti per l’anno 2007 che il pensionato dovrà riconsegnare sottoscritto e compilato in ogni sua parte alla sede di competenza. Gli operatori dei servizi di relazione con l’utenza avranno cura di ricordare ai pensionati che possono avvalersi dell’aiuto dei patronati per la compilazione del modello. Ricevuta la dichiarazione, la sede dovrà verificare se ricorrano i requisiti reddituali e segnalare le informazioni acquisite, in tempo utile per l’erogazione della somma aggiuntiva di novembre, tramite la procedura informatica che sarà messa a disposizione. Nella comunicazione indirizzata ai pensionati, è stato indicato il termine dello scorso 30 settembre per la riconsegna del modello di autodichiarazione; ciò per consentire alle sedi stesse di effettuare l’attività di riscontro in modo da poter erogare la somma aggiuntiva con la mensilità di novembre. Tuttavia, l’Inpdap ha precisato che nell’ipotesi in cui questo termine non potesse essere, per qualsiasi ragione rispettato dal pensionato, le sedi avranno cura di attivarsi comunque in modo da consentire il pagamento della somma in occasione della prima rata utile. ALCUNI ESEMPI DI APPLICAZIONE Nel caso che l’avente diritto sia titolare di più trattamenti pensionistici, la somma aggiuntiva è posta a carico della gestione o cassa dalla quale è liquidato il trattamento principale, ossia quello con maggiore anzianità contributiva. Se il soggetto è titolare sia di pensione diretta sia di pensione ai superstiti, si tiene conto della sola anzianità contributiva relativa ai trattamenti diretti. La predetta somma è erogata dall’Inps a eccezione del caso in cui l’avente diritto non risulti beneficiario di alcuna prestazione presso l’Inps stesso. In questo caso il casellario centrale dei pensionati individua l’ente previdenziale incaricato di assegnare la somma aggiuntiva, fornendo a quest’ultimo tutte le informazioni necessarie per liquidarla, affinché sia in grado di provvedere con le modalità e negli stessi termini dell’Inps. In particolare, per i soggetti titolari di sola pensione ai superstiti, il computo dell’anzianità contributiva, necessario ai fini del calcolo dell’importo della somma aggiuntiva, secondo la tabella A annessa al decreto in esame, è effettuato in base alla percentuale riconosciuta dall’ordinamento per la determinazione del trattamento pensionistico ai superstiti. Si specifica che, se il soggetto compie i 64 anni richiesti per ottenere il beneficio in questione nel corso dell’anno di riferimento, la somma aggiuntiva spetta solo per il periodo temporale successivo al compimento del requisito anagrafico. La quattordicesima sarà erogata secondo un meccanismo proporzionale in tutti i casi in cui il godimento della pensione inferiore al limite di 654,21 mensili (sia essa diretta o ai superstiti) sia avvenuto per frazioni di anno intero. Si riportano alcuni esempi applicativi: a) in caso di pensione P R E V I D E N Z A sorta con decorrenza novembre 2007, la somma aggiuntiva verrà erogata per un importo pari a 2/12 di quello complessivo spettante al pensionato in applicazione della tabella A annessa al decreto n. 81/2007; b) in caso di pensione, i cui pagamenti sono cessati per decesso del titolare nel mese di ottobre 2007, l’erogazione della somma aggiuntiva spettante a quest’ultimo avverrà a favore degli aventi diritto per il medesimo periodo temporale cui avrebbe avuto diritto il dante causa liquidando l’ultimo mese secondo le regole di corresponsione dei ratei insoluti. c) in caso di pensione di reversibilità con decorrenza da novembre 2007, la somma aggiuntiva sarà corrisposta per 2/12, sempre che ricorrano in capo al titolare i requisiti anagrafici e reddituali ricordati: la somma aggiuntiva sarà determinata, in applicazione della tabella A, calcolando l’anzianità contributiva secondo la percentuale riconosciuta dall’ordinamento per la determinazione del trattamento di reversibilità. Si evidenzia che, ai sensi del comma 2 del citato articolo 5, per i pensionati con età pari o superiore a 64 anni che hanno un reddito annuo, al netto dei trattamenti di famiglia, superiore a 8.504,73, ma comunque inferiore al valore derivante dalla somma di tale reddito con la somma aggiuntiva, la somma aggiuntiva stessa è corrisposta fino a concorrenza di tale valore. Ai sensi del comma 4 dell’articolo 5 del Dl 81/2007, la somma aggiuntiva non costituisce reddito né ai fini fiscali né ai fini della corresponsione di prestazioni previdenziali e assistenziali, con esclusione dall’anno 2008, per un importo pa- ri a 156 euro, dell’incremento delle maggiorazioni sociali di cui all’articolo 38 della legge n. 448/ 2001, come determinato in applicazione del comma 5 del citato articolo 5. L’Inpdap si riserva di emanare un’ulteriore nota operativa per disciplinare fattispecie che non siano già state esaminate. Aldo Forte PER DEFINIRE L’IMPORTO MINIMO i fini dell’individuazione del requisito reddituale, si deve tener conto dei redditi di qualsiasi natura, compresi quelli esenti da imposte e quelli soggetti a ritenuta alla fonte a titolo d’imposta o a imposta sostitutiva, a eccezione dei redditi derivanti dalle seguenti voci: a) assegni per il nucleo familiare; b) assegni familiari; c) indennità di accompagnamento; d) casa di abitazione; e) trattamenti di fine rapporto comunque denominati; f) competenze arretrate sottoposte a tassazione separata. Sono anche esclusi i seguenti redditi: le pensioni di guerra, in virtù di quanto disposto dall’articolo 77 del Dpr n. A 915/1978, così come è stato modificato dall’art. 5 della legge n. 261/1991, che prevede come “...le pensioni di guerra, per la loro natura risarcitoria, non costituiscono reddito”; l’indennizzo previsto dalla legge n. 210/1992, in favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati; le 300mila lire di importo aggiuntivo previsto dall’art. 70, commi da 7 a 10, della legge 23 dicembre 2000, n. 388; le indennità, previste rispettivamente dagli articoli 3 e 4 della legge n. 508 del 21.11.1988, a favore dei ciechi parziali e dei sordi prelinguali. NOTES 7 NOVEMBRE 2007 I M M O B I L I VENDITA SOTTOCOSTO E DONAZIONE stanza dal confine deve collocare e con quale tecnica il A.M. - Alba generatore di corrente elettrica? U Le distanze legali sono regolate agli articoli 873 e seguenti del codice civile. Nel suo caso conta solo l’art. 873 che recita: “Le costruzioni su fondi finitimi, se non sono unite o aderenti, devono essere tenute a distanza non minore di tre metri. Nei regolamenti locali può essere stabilita una distanza maggiore”. Anche il generatore è considerato, a questi fini, una costruzione. Tenga conto che, in effetti, molti regolamenti locali pretendono distanze maggiori. ICI E TASSA RIFIUTI PER LA SECONDA CASA La casa dove vivo in Piemonte è di proprietà di Una vendita, per quanto sottocosto, è pur sempre una vendita ed è sottoposta ai relativi tributi. Tuttavia le possibilità del Fisco di smascherare false donazioni sono piuttosto limitate, soprattutto se il corrispettivo non viene versato con assegno o bonifico, ma in contanti. mia moglie (abbiamo la separazione dei beni). Da alcuni mesi ho avuto in eredità nel Cilento la casa che era dei miei genitori. La utilizzo per tre settimane l'anno (ferie): devo pagare l'Ici come seconda casa; devo pagare la spazzatura per l'anno intero e come seconda casa. Pazienza per l'Ici, ma per la spazzatura (tre settimaL. P. - Torino ne all'anno) mi sembra assurdo. Questioni di Casa Lei non ci dice in che Comune del Cilento ha la secon- ANCHE IL GENERATORE È UNA COSTRUZIONE Sono proprietaria di un terreno con segnaletica di confine di sole pietre distanziate, quindi né filo, né muro, né per tutto il confine vi sono costruzioni. Desidero sapere: il mio confinante, ai sensi di legge, a quale di- da casa. In genere i Comuni, però, hanno la facoltà (ma non l'obbligo) di far pagare una tassa rifiuti più ridotta (e non maggiore) per le seconde case. Viceversa l'Ici per le seconde case è più pesante. Questa è la legge, giusta o sbagliata che sia. VOI DOMANDATE - GLI ESPERTI RISPONDONO Club3 fornisce ai lettori anche un servizio di consulenza da parte dei suoi esperti. Le domande e le risposte di interesse generale potranno essere pubblicate, per gli altri quesiti la risposta sarà privata. Chi desidera usufruire di questa opportunità deve utilizzare il modulo qui a fianco versando un contributo spese di 25,82 Euro. Il contributo va versato mediante bonifico sul c/c 000000320800 c/o Banco Desio Ag.42 di Milano ABI 03440 – CAB 01601 intestato a 2C Edizioni. Allegare al quesito questo modulo e copia del bonifico e spedire in busta chiusa a: Gli esperti di Club3 C/o 2C Edizioni, Via Albani 21, 20149 Milano. 8 NOVEMBRE 2007 NOTES Gli esperti di Club3 rispondono ad ogni domanda di carattere economico, finanziario, fiscale, normativo e previdenziale purché sia esposta in forma breve e non si tratti di un quesito multiplo. Gli esperti di Club3 si riservano di non dare seguito a quesiti ritenuti impropri, a loro insindacabile giudizio, rimborsando il contributo spese al lettore. Nome e Cognome Via (o piazza) Cap Città Provincia Telefono Per informazioni su questo servizio si può telefonare ogni mercoledì – dalle 14 alle 15 – al numero 02.36.53.83.08. A R T I G I A N I Dall’informatica alle costruzioni l’artigianato produce occupazione DAL 2002 AL PRIMO TRIMESTRE DEL 2007, SONO STATI QUATTRO I SETTORI TRAINANTI: INNANZI TUTTO QUELLO DELL’ICT, SEGUITO DA BENESSERE E TEMPO LIBERO E SUCCESSIVAMENTE, EDILIZIA E ALIMENTARE sono le più virQ uali tuose? Le attività di Information & Communication Techonology, seguite da quelle legate al benessere e al tempo libero e poi dall’edilizia e dall’alimentare. Sono i quattro settori trainanti nell’artigianato, che dal 2002 al primo trimestre 2007 hanno visto crescere 110.740 imprese. A “soffrire”, invece, sono i comparti dei trasporti,dell’autoriparazione, del legno-arredo e dei servizi.A stilare la classifica dei settori in ascesa è stato l’Osservatorio congiunturale sull’artigianato e la piccola impresa di Confartigianato. L’analisi rivela che, nel contesto di crisi generalizzata degli ultimi 4 anni, le piccole imprese hanno reagito in modo diverso a seconda degli ambiti.In ogni caso, dal 2002 ai primi tre mesi del 2007,hanno registrato un incremento complessivo di 42.554 unità produttive, con un tasso di crescita del 3%. Ma non è tutto. Si è anche irrobustita la forma giuridica delle imprese:le società a responsabilità limitata sono aumentate di 33mila unità. Le maggiori difficoltà si riferiscono ad alcuni comparti tradizionali del manifatturiero che, nello stesso periodo ha perso 20.013 aziende. In affanno anche alcuni settori dei servizi con un calo di 16.922 aziende di riparazioni e di 6.355 imprese di trasporti. Oltre ad assicurare la crescita del numero di imprese,l’artigianato ha trainato l’occupazione: tra il 2001 e il 2006 il tasso di crescita di addetti ha oscillato dall’8% al 2,4%,mentre per il resto delle imprese queste percentuali sono scese dal 3,9% a poco meno dell’1%.Ma soprattutto dal 2002 a marzo 2007, l’artigianato è riuscito a cogliere alcune opportunità di sviluppo dai nuovi stili di vita dei consumatori. Oltre che nell’universo dell’edilizia (che ha fatto registrare 83.971 nuove aziende) si è registrato un boom di piccole imprese anche in nicchie produttive per intenditori nelle nuove filiere del gusto: le imprese del settore alimentare sono infatti cresciute di 12.366 unità. Segno positivo anche per la tutela dell’ambiente,che insieme alle attività artistiche e a quelle legate ai settori della pubblicità e degli audiovisivi ha visto l’incremento di 5.051 aziende. Nei settori del benessere e del tempo libe- ro si è verificato un aumento di 4.927 imprese. Punte di crescita anche per le società di Information & Communication Tecnhnology (2.517 imprese in più). «Tra il 2006 e il 2007 – sottolinea il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini – l’artigianato e le piccole imprese hanno colto i primi segnali della ripresa in atto nell’economia.Alcuni settori l’hanno già intercettata,ma altri devono ancora lavorare per trasformarla in crescita. Proprio per questa ragione è necessario che gli interventi del Governo sostengano gli sforzi dei nostri imprenditori per mantenere e migliorare la capacità competitiva». Silvia Ortoncelli La stessa indagine ha invece rilevato come risultino in crisi i comparti dei trasporti, autoriparazione, legno-arredo e dei servizi NOTES 9 NOVEMBRE 2007 G H O B B Y G G Vecchie pubblicità, da collezione ma anche da trattare alle aste I MANIFESTI HANNO SEMPRE PIÙ ESTIMATORI E IL LORO MERCATO È IN CRESCITA. LE QUOTAZIONI DIPENDONO DA OGGETTO, DESIGNER, EPOCA DI REALIZZAZIONE E STATO DI CONSERVAZIONE pubblicità. Quei E adesso manifesti pubblicitari che conserviamo in cantina o che abbiamo ritrovato facendo ordine possono valere una piccola fortuna. Sono infatti sempre di più i collezionisti di cartelloni pubblicitari e di poster cinematografici ed esistono negozi e siti internet specializzati. Vale la pena, per fare qualche buon affare, anche solo curiosare tra le bancarelle dei mercatini dove spesso c’è chi vende manifesti d’epoca. Il valore delle “affiches” – così si chiamano in francese i manifesti – dipende da molti fattori:dal periodo di produzione al disegnatore, dall’oggetto allo stato di conservazione. Basti pensare che una pubblicità della “Cordial Campari”,una litografia del 1925, è stata “battuta”a più di 18.500 euro. I manifesti, infatti, sono oggi protagonisti di aste internazionali. Per esempio alla “Bolaffi” di Torino (nota ai collezionisti soprattutto per la filatelia e la numismatica) si svolgono due aste di “affiches” ogni anno, con offerte da tutto il mondo anche via web e telefono. Si legge sul sito www.bolaffi.it:“In Italia spetta alla Bolaffi il primato di aver cominciato nel 1996 a organizzare con cadenza semestrale le aste di manifesti d’epoca.Il realizzo delle 16 aste finora battute è di oltre 6 milioni di H «UNA FORMA D’ARTE» L o sguardo di Ernesto Previati, titolare del negozio torinese “Fortunello, centro del collezionismo”, si illumina appena sente parlare di pubblicità e mentre sfoglia una serie di grandi manifesti. «Le “affiches” si possono considerare una forma d’arte e il prezzo di quelle originali può andare da pochi a migliaia di euro – dice. – Molti clienti puntano sul cinema e in tanti cercano quelle dei film di Sergio Leone». I manifesti che guarda Previati sono attaccati su una tela: «Sono telati per non sciuparli e proteggerli, così possono essere inquadrati e appesi – spiega – anche perché spesso noi acquistiamo i manifesti spiegazzati. Su tela invece vengono valorizzati e possono essere visti nella loro bellezza». Il poster per via dell’intelaiatura può costare un po’ di più. Previati traccia una breve storia delle origini del poster italiano: «Nel 1899 nasce il primo manifesto disegnato per la Fiat da Giovanni Carpanetto, poi ne viene realizzato uno sulla Società Anonima Incandescenza Gas». Il commerciante trasmette la passione del collezionista e sottolinea: «Dai manifesti si possono ricavare informazioni sull’evoluzione culturale e sociale di un’epoca, il poster ci informa sui differenti movimenti artistici». A proposito dei suoi clienti aggiunge: «Entrano clienti di tutte le età. Chi ha più di 60 anni di solito cerca manifesti di film classici, come quelli con Gary Cooper, pellicole legate ai ricordi, oppure i poster originali dei film con Audrey Hepburn, come “Vacanze romane” o “Colazione da Tiffany”». I NEGOZI (ANCHE SU INTERNET) DOVE SI POSSONO COMPRARE ra i negozi che si occupano di manifesti pubblicitari d’epoca troviamo a Torino “Fortunello”, centro del collezionismo in via Arsenale 36 H. La maggior parte delle “affiches” si trova al piano inferiore, dove ci si può immergere nella caccia al proprio manifesto preferito. T 10 NOVEMBRE 2007 La galleria “L’Image” di Alassio (Savona), in via Volta 29, è specializzata in manifesti originali del XX secolo. Si possono fare anche acquisti online dal sito all’indirizzo www.posterimage.it. Sempre sul web sono molti i siti che offrono poster in vendita: www.allposters.it propone ristampe e poster fotografici, ma non manifesti d’epoca. Il sito è facilmente usabile per la suddivisione in cinema, musica, sport, cultura americana, vintage, fotografie, belle arti ed è considerato “il negozio di poster e stampe più grande del mondo”. Solo manifesti pubblicitari originali su http:// pubblicita.intercardsrl.com/ che propone un catalogo fotografico online suddiviso per genere (dalla birra al ping pong, dal palio ai tarocchi), basta un click per avere le foto dei manifesti in vendita ed è possibile fare anche ricerche partendo dal nome del di- segnatore. Sono infatti molti gli artisti che hanno reso speciali i manifesti: da Severo Pozzato in arte Sepo a Marcello Dudovich, da Armando Testa a Osvaldo Cavandoli. Negli anni Venti tra i protagonisti c’è l’innovatore Dudovich. Poi negli anni Trenta e Quaranta nascono le grandi marche, disegnate soprattutto da Cappielo e Sepo. Tra gli anni Trenta e Quaranta Gino Boccasile è uno dei protagonisti, si arriva poi agli anni Settanta e Ottanta dove Armando Testa propone un nuovo modo di fare pubblicità; per esempio è sua l’immagine per il vermuth “Punt e mes” della Carpano. O B B Y euro e alcune “affiches” hanno più che decuplicato il proprio valore. I “buoni”manifesti si stanno rivalutando di almeno un 10% annuo”. Sfogliando un catalogo d’asta del 2003 si scopre che un manifesto telato della “Panettoni Alemagna” del 1953, disegnato da Lucien Bertaux,lungo 100 x 70 cm, era stimato 400 euro circa. «Spesso il cliente segue le sue emozioni,– spiega Ernesto Previati,del negozio “Fortunello, centro del collezionismo” di Torino – ossia, se fa il dentista, cerca una pubblicità di un dentifricio; se ama una località montana, cerca il manifesto che promuove quella vallata». OLTRE ALLA RÉCLAME I POSTER DEI FILM Oltre alle réclame di prodotti, sono molto gettonati i cartelloni di film. Spulciando il catalogo d’asta troviamo il manifesto di “Incantesimo”, il film del 1956 con Tyron Power e Kim Novak, lungo 205 centimetri per 197, stimato sui 1000 euro; o il cartellone di “Colazione da Tiffany”del 1962, con l’immagine di Audrey Hepburn, stimato sui 4mila. A costi e dimensioni inferiori sulle bancarelle si possono trovare le “locandine” cinematografiche, lunghe 50 x 70 cm o le “fotobusta”da cinema, grandi 33 x 70 cm,vendute intorno ai 10-15 euro. «Per le pellicole più recenti bisogna andare nelle sedi della Servizi ausiliari cinema (Sac).Tra l’altro i manifesti dei film degli ultimi anni non sono ancora oggetto di collezione e G perciò non costano molto», spiega Previati. «Le sedi Sac distribuiscono il materiale pubblicitario scritto in italiano e per le pellicole più recenti sono il luogo ideale dove fare acquisti in quanto spesso le locandine avanzate vengono poi gettate» precisa Giovanni Spada, direttore della rassegna di pellicole Nona Visione. Appassionano, infine, le pagine di prodotti vari strappate dalle riviste d’epoca,poi rinforzate con un supporto in tela o in carta e vendute tra i 5 e i 15 euro l’una. Sergio Demarchi Il cartellone del film “Colazione da Tiffany”, con l’immagine di Audrey Hepburn, qui sopra, alle aste è stato stimato sui 4mila euro PER GLI INTENDITORI olti dei segreti delle “affiches” si possono scoprire grazie ai libri specializzati. Si può iniziare con “Poster-art innovazione e design di manifesti” di Charlotte Rivers (edito da Logos, costa 29,95 euro), che esplora le più innovative tendenze della grafica pubblicitaria, raccoglie opere da tutto il mondo e celebra il design dei manifesti. Dal cinema alla musica, dalle mostre alla politica, tutte le “affiches” presentate nel volume hanno catturato l’attenzione dei clienti dell’epoca. Un altro è “Manifesti dello spumante italiano” di Roberto Festi (a 19,90 euro, edito da Priuli e Verlucca), con le immagini dei migliori cartellonisti italiani dedicate allo spumante. Molte le immagini su “Un secolo di manifesti” edito da Maioli, con la riproduzione di circa 200 poster degli ultimi cento anni (costa 52 euro ma è disponibile a 26 euro sul sito www.librincontro.it). M NOTES 11 NOVEMBRE 2007 D I R I T T I D I R I T T Rc auto: oltre all’indennizzo diretto anche meno truffe e false denunce ministro per lo Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, c’è l’indennizzo diretto. Questa procedura dal 1° febbraio di quest’anno si applica a tutti i sinistri automobilistici, subiti con colpa parziale o senza, che abbiano provocato danni al veicolo o lesioni di lieve entità alla persona.Il provvedimento che ha approvato il regolamento del sistema del risarcimento diretto, nell’ambito dell’assicurazione obbligatoria della responsabilità civile per i danni derivanti dalla circolazione stradale, è il Dpr 254/2006.Obiettivo: far calare il costo delle tariffe e il numero delle truffe. LA BANCA DATI DEI SINISTRI All’aumento dei costi delle assicurazioni, hanno contribuito anche le tante denunce di falsi sinistri fatte per anni. Per ridurre questo fenomeno è stata così costituita presso l’Isvap, l’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni private, con il parere favorevole del Garante della privacy,una banca dati dei sinistri, per rendere più efficace la prevenzione e il contrasto di comportamenti fraudolenti nel settore delle assicurazioni ob12 NOVEMBRE 2007 NOTES bligatorie per i veicoli a motore immatricolati in Italia.Alla banca dati, alimentata mensilmente dalle imprese che esercitano l’assicurazione auto, possono accedere per legge la magistratura inquirente e le forze di polizia giudiziaria. Sono previste misure per garantire un alto livello di sicurezza, riservatezza, integrità, completezza ed esattezza delle comunicazioni e dei dati; controlli periodici sugli accessi (memorizzati nel sistema informatico), verifiche da parte dell’Isvap presso le imprese sul rispetto delle prescrizioni impartite con il provvedimento e le relative circolari tecniche;modalità per assicurare l’effettivo esercizio dei diritti di accesso ai dati da parte delle persone interessate e degli altri diritti previsti dalla legge sulla privacy. Per sinistro automobilistico si intende la collisione tra due veicoli a motore identificati e assicurati per la responsabilità civile obbligatoria da cui siano derivati danni al veicolo o lesioni di lieve entità ai loro conducenti (fino al 9% di invalidità permanente), senza coinvolgimento di altri veicoli responsabili. Questa disciplina si applica a tutti i veicoli immatricolati in Italia,nella Repubblica di San Marino e nello Stato Città del Vaticano, se assicurati con imprese con sede legale in Italia o con imprese che esercitino l’assicurazione obbligatoria responsabilità civile auto. LA LIQUIDAZIONE È PIÙ RAPIDA Con la nuova disciplina la denuncia di sinistro automobilistico e la conseguente richiesta di risarcimento del danno devono effettuarsi alla propria compagnia di assicurazione: sarà questa a gestire e rimborsare i sinistri al proprio assicurato.Di conseguenza non si dovrà più inoltrare la richiesta per il risarcimento del danno alla compagnia di assicurazione del responsabile del sinistro, così come avveniva in passato. In sostanza, con questa nuova procedura, si è fatta maggiore chiarezza anche sulle modalità di attribuzione della responsabilità dell’incidente con regole precise per le varie casistiche.Come pure sono stati stabiliti parametri chiari per la valutazione dell’entità delle eventuali lesioni riportate.Infatti il Modulo Blu, ex Cid, correttamente compilato e firmato da entrambi i conducenti, consentirà il dimezzamento SE SI AGISCE IN GIUDIZIO IL GOVERNO HA INTRODOTTO NON SOLO IL PAGAMENTO DEI DANNI DA PARTE DELLA PROPRIA ASSICURAZIONE, MA ANCHE TUTTA UNA SERIE DI MISURE PER EVITARE ULTERIORI RIALZI DELLE TARIFFE DEL SETTORE ra le principali noviTralizzazioni, tà del pacchetto di libevolute dal I COME SI RICHIEDE IL RISARCIMENTO La richiesta di risarcimento, nell’ipotesi di danni al veicolo e alle cose, deve contenere: 1) i nomi degli assicurati aventi diritto e i loro rispettivi codici fiscali; 2) le targhe dei due autoveicoli coinvolti; 3) l’indicazione di luogo, giorno e ora in cui le cose danneggiate sono disponibili per l’ispezione diretta ad accertare l’entità dei danni; 4) la denominazione delle compagnie assicurative dei rispettivi autoveicoli; 5) la descrizione delle circostanze e delle modalità del sinistro; 6) le generalità di eventuali testimoni; 7) l’indicazione dell’eventuale intervento degli Organi di Polizia. Entro il termine di 60 giorni dalla ricezione della documentazione, dei tempi necessari per ottenere la liquidazione. Inoltre, a ogni assicurato,dovrebbe essere riconosciuta una liquidazione dalla propria compagnia, in tempi più brevi e con modalità più semplici.Addirittura alcune compagnie stanno fornendo agli assi- l’assicurazione dovrebbe formulare una congrua offerta per il risarcimento o comunicare i motivi per i quali non ritiene di fare alcuna offerta. Questo ultimo obbligo, da parte della compagnia assicurativa, sussiste anche in caso di sinistri che abbiano causato lesioni personali e/o decessi: la richiesta dovrà essere presentata dal danneggiato o dagli aventi diritto seguendo le stesse modalità già descritte e in più occorre indicare: 1) i dati relativi all’età; 2) l’attività lavorativa che svolge il danneggiato; 3) il suo reddito; 4) l’entità delle lesioni subite; 5) l’attestazione medica che prova l’avvenuta guarigione della persona danneggiata, con o curati il servizio “carrozzerie convenzionate” presso cui far riparare il proprio veicolo senza anticipo di danaro. Per quanto riguarda le modalità, a seguito di soli danni alle cose, il danneggiato che si ritiene non responsabile del sinistro, rivolge la richiesta di risar- senza postumi permanenti; 6) la dichiarazione del danneggiato attestante che lo stesso non ha diritto ad alcuna prestazione da parte di istituti che gestiscono assicurazioni sociali obbligatorie. Nell’ipotesi di dichiarazione positiva, l’impresa di assicurazione è tenuta a dare comunicazione al competente ente di assicurazione sociale e potrà procedere alla liquidazione del danno solo previo accantonamento di una somma che copra il credito dell’ente per le prestazioni erogate o da erogare. In caso di decesso è necessario allegare lo stato di famiglia della vittima. cimento all’impresa con cui ha stipulato il contratto relativo al veicolo utilizzato e lo farà con una lettera raccomandata con avviso di ricevimento o a mezzo telegramma o fax. Qualora non sia escluso espressamente dal contratto, la richiesta potrà essere inol- I termini per proporre l’azione giudiziaria per il risarcimento dei danni causati dalla circolazione dei veicoli e dei natanti, per i quali vi è l’obbligo di assicurazione, sono 60 giorni per i danni a cose e 90 giorni alla persona, che decorrono dal giorno in cui il danneggiato ha richiesto all’assicurazione il risarcimento del danno a mezzo lettera raccomandata con avviso di ricevimento. Invece il termine di prescrizione dell’azione, in base all’articolo 2947 del codice civile, è pari a due anni. Infatti la legge presume che un diritto non esercitato per un determinato periodo di tempo sia stato abbandonato e lo considera estinto. La prescrizione quindi è un modo di estinzione dei diritti ispirata dalla necessità di evitare il permanere di situazioni di incertezza all’interno dell’ordinamento giuridico. Comunque, la Corte di Cassazione ha più volte specificato come il termine di prescrizione cominci a decorrere non dal giorno del verificarsi dell’evento dannoso (e dunque dal sinistro) ma dal momento in cui il danno sia divenuto riconoscibile. Per completezza d’informazione è opportuno sapere che l’articolo 143 del nuovo Codice delle assicurazioni prevede che in caso di omessa presentazione della denuncia di sinistro si applichi l’articolo 1915 del c.c.: questa norma stabilisce che quando, dolosamente, l’assicurato non adempie l’obbligo dell’avviso perde il diritto all’indennità. Viceversa se questa inadempienza è solo colposa è riconosciuto all’assicuratore il diritto di ridurre l’indennizzo in ragione del pregiudizio sofferto. trata anche per via telematica. A seguito di ciò la compagnia d’assicurazione, che riceve la richiesta, ne dà immediata comunicazione all’assicurato ritenuto responsabile dell’incidente e alla sua compagnia assicurativa. Stefania Sannino NOTES 13 NOVEMBRE 2007 G S E R V I Z I G G S E R V I Z I G I CONSIGLI PER DECIDERE DA LUGLIO SI PUÒ VALUTARE A QUALE SOCIETÀ RIVOLGERSI CONFRONTANDO OFFERTE E PREZZI. MA QUESTA OPPORTUNITÀ NON È ANCORA MOLTO NOTA, IN QUANTO SI SCONTRA CON UNA PRASSI DURATA DECENNI E LE NORME SONO POCO CHIARE L’energia è libera per tutti e si può scegliere il fornitore al primo di luglio, conseguenza Ddellacomeliberalizzazione del settore dell’energia, i consumatori domestici possono acquistare l’energia elettrica per le proprie abitazioni, scegliendo tra diversi fornitori presenti sul mercato.Ma probabilmente in pochi lo sanno: questa libertà di scelta per il momento è più sulla carta che nella vita quotidiana. C’è da spe- rare, quindi, che questo processo di liberalizzazione abbia più fortuna di quello seguito dal mercato del gas dove, a oltre un anno di distanza,non si è assistito a lotte tra i fornitori per conquistare i clienti a suon di sconti e servizi. Di certo la liberalizzazione di questi settori deve fare i conti con l’abitudine dei consumatori a non scegliere:per anni elettricità e gas sono arrivati in ca- sa grazie all’unico operatore presente in zona a un prezzo prefissato e uguale per tutti. Ma almeno in questa prima fase sono mancate le offerte da parte delle aziende che hanno preferito attendere la definizione del quadro normativo, perciò si può prevedere che qualche segnale di vivacità nel comparto arrivi con l’inizio dell’anno nuovo. Diverse, del resto, le novità normative: in primo luogo fino al 30 giugno scorso, l’energia si pagava a tariffa prestabilita dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas (la D2 o la D3) e i fornitori potevano poi offrire altre soluzioni,come le opzioni “biorarie”, pensate per chi utilizza gli elettrodomestici soprattutto di sera o nel fine settimana. Ora, invece, l’Autorità si limita a stabilire la tariffa solo per alcune voci di co- L’ASSICURAZIONE PER TUTELARSI DAGLI INCIDENTI DA GAS Da ottobre è in vigore la versione aggiornata della polizza per i clienti finali civili serviti da una rete di distribuzione del gas. Questa assicurazione è inclusa nella bolletta e copre gli incidenti 14 NOVEMBRE 2007 da gas che avvengono una volta superato il contatore, quindi tutto l’ambito domestico. Oltre a costare di meno (il premio è stato ridotto del 25% rispetto alla precedente) la nuova polizza ha massimali leggermente più alti: per la responsabilità civile copre fino a 6,5 milioni di euro, 130mila per infortuni alle persone, 110mila per danni agli immobili e, infine, 45mila euro per danni alle cose. sto: servizi di trasmissione, distribuzione e misura e gli oneri generali di sistema.Il prezzo dell’energia, invece, può essere fissato da ciascun operatore ed è qui che dovrebbero vedersi gli effetti della concorrenza. Il cambio di regime, inoltre, comporta agevolazioni sociali e sconti per gli utenti più bisognosi. Ma anche qui il Governo ha fornito in ritardo le indicazioni e quindi nella prima fase del libero mercato si è tenuto inalterato il quadro preesistente, tanto che la stessa Autorità ha dato delle disposizioni per la gestione di un “periodo di transizione”.In questa situazione intermedia sono anche state sospese le tariffe biorarie e multiorarie per dare tempo all’Autorità di studiare nuove opzioni. In particolare è stato chiesto ai distributori di riprogrammare i misuratori su tre fasce orarie uguali per tutti sulla base delle quali poi elaborare le offerte. Obiettivo finale è avere sì concorrenza di offerte e di prezzi, ma all’interno di un quadro ben definito e con regole tali da permettere al consumatore di confrontare in modo semplice ed efficace le varie soluzioni evitando di assistere alla nascita di un mercato libero ma anche selvaggio. SI PUNTA SUL SERVIZIO MA MENO SUGLI SCONTI Tenuto conto che alla fine di settembre non erano ancora state decise queste nuove disposizioni, è normale che il mercato sia partito al rallentatore. Tuttavia alcune aziende si sono mosse e qualche indicazione si er sfruttare le opportunità derivanti dalla concorrenza tra operatori ci sono due vie: aspettare che arrivi un’offerta o guardarsi intorno e cercare l’opzione più vantaggiosa. L’Autorità per l’energia elettrica e il gas ha pubblicato sul suo sito web (www.autorita.energia.it) un elenco di fornitori che rispettano i requisiti di affidabilità contenuti nella Delibera 134/07. Si può così accedere a nome, numero di telefono e sito web per verificare l’esistenza di offerte. Perché, va ricordato, esistono fornitori che operano solo in ristrette zone del territorio e quindi, anche se sono molto competitivi, non è detto che si possa diventare loro clienti. P Inoltre, per valutare meglio un’offerta, è stato deciso che il fornitore presenti al potenziale cliente una scheda con i costi calcolati per 5 diversi livelli di consumo e il raffronto di questi costi con le condizioni standard previste dall’Autorità. È prevista, infine, la realizzazione di ulteriori strumenti di confronto, quali siti web dedicati all’argomento, anche in collaborazione con le associazioni di tutela dei consumatori. può dare. In ogni caso il risparmio per il consumatore finale non sarà molto elevato. Le prime offerte lanciate sul mercato prevedono uno sconto di circa il 4% sul costo dell’energia e non su tutte le voci che compongono la bolletta. Per una famiglia media ciò significa un risparmio di 30-40 euro all’anno. Non mancano, invece, le soluzioni integrate proposte dagli operatori che vendono gas ed energia. In questo caso il vantaggio è di uno sconto sull’energia sempre del 4% circa e i benefici derivanti dalla scelta di un unico fornitore: si parla con un’azienda sola, si semplificano le pratiche ecc. Infine, vanno di moda le offerte di “energia verde”, cioè ottenute da fonti rinnovabili: il cliente si assicura così che l’energia da lui utilizzata sarà prodotta solo tramite fonti rinnovabili (in Italia si tratta per lo più di energia idroelettrica).Tuttavia questa soluzione anziché un risparmio può talvolta comportare una maggiorazione di costo per il consumatore. Quanto ai vantaggi per i consumatori collegati alla realizzazione del libero mercato, gli operatori comunque sottolineano che si vedranno più dal punto di vista dei servizi che sul fronte degli sconti.Va detto però che al fornitore di energia elettrica si chiede soprattutto la regolarità del servizio e costi bassi. Ad oggi, in effetti, grandi innovazioni sui servizi non si sono viste, ma forse qualcosa cambierà a partire dai prossimi mesi. Matteo Martegani NOTES 15 NOVEMBRE 2007 G S C U O Università, gli studi li finanziano le banche ra prestiti, assegni e buoni sconto molte Tbanche offrono la possibilità di finanziare gli studi, per far fronte a “caro-libri”, tasse universitarie o alle rate di un master. Basti pensare che frequentare un ateneo in Lombardia (compresi vitto, alloggio, trasporti e accessori), secondo il Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario, già nel 2002 costava a un fuorisede oltre 6mila euro l’anno e la metà per i residenti. Sono però concessi benefici fiscali (detrazione del 19%) alle spese per l’istruzione: corsi degli atenei pubblici o corsi privati assimilabili agli universitari; agevola- zioni anche per gli affitti, legge 431/98,se lo studente frequenta a più di 100 chilometri dal Comune di residenza e in una provincia diversa. Fino al 31 dicembre, fra le altre, è valida la proposta di Poste Italiane: i correntisti BancoPosta (il canone annuo del conto è di 30,99 euro) possono ricevere mille euro per ogni figlio iscritto alle scuole medie o superiori e 2mila per quelli iscritti all’università, a corsi professionali o di specializzazione, anche post laurea; si può fare richiesta negli uffici postali o sul sito www.poste.it. e ogni famiglia può ricevere al massimo 4mila euro. Le tasse ammontano a 14,62 Durata max Tan (min-max) (mesi) (%) (%) Poste Italiane (per correntisti Bancoposta) 1.000 - 4.000 24 6 6,19 Cariparma 500 - 10.000 48 6,5 7,125 Taeg 1.500 - 10.000 70 6,95 - Gruppo Monte dei Paschi di Siena (2) 2.500 - 15.000 48 6,95 14,71 Banca di Roma 2.500 - 30.000 114 da 0 a 9,9 (3) - 500 - 1.500 6 0 0 5.000 - 30.000 96 6,32 (4) - Bcc Romagna Est Intesa San Paolo (Bridge) I titolari di Conto giovani 18-26 possono avere fino a 3mila euro a tasso 0 (in 8 mesi). (2) Fino a 2.500 euro non è richiesta la certificazione del reddito, ma solo l’iscrizione al corso di laurea o master. (3) Il periodo pre-ammortamento (non si pagano le rate) è di massimo 30 mesi, durante il quale il tasso d’interesse è azzerato. (4) Valido fino al 30 giugno 2008 (per le modalità di calcolo consultare il sito www.intesabridge.it); non sono richieste garanzie. (1) 16 NOVEMBRE 2007 NOTES G D E N A R O G Le clonazioni, i furti, le frodi? Il vero pericolo è la distrazione furti di C lonazioni, identità, frodi portate Importo finanziabile Banca Popolare di Lodi G NEL 56 PER CENTO DEI CASI, CHI SEGNALA LO SMARRIMENTO DELLE PROPRIE CARTE DI PAGAMENTO AMMETTE DI AVERLE PERSE. E LO STESSO DISCORSO VALE ANCHE PER CHI NON TROVA PIÙ I SOLDI CHE AVEVA IN TASCA LE OPPORTUNITÀ (1) A PER AIUTARE LE FAMIGLIE NELLE SPESE PER I LIBRI DI TESTO E LE TASSE DEGLI ATENEI, DIVERSI ISTITUTI PROPONGONO PRESTITI, ASSEGNI E ANCHE DEGLI SCONTI Le soluzioni a tasso fisso da confrontare Istituto L euro (fino a 18 mesi;oltre, lo 0,62% del capitale finanziato).Il prestito può essere rimborsato in 12 o 24 rate mensili addebitate sul conto.I vantaggi:zero spese per l’istruttoria della pratica, il pagamento delle rate e l’invio annuale delle comunicazioni.Con mille euro da restituire in un anno, applicando il Taeg del 6,19% la rata sarà di 86,15 al mese; raddoppiando i tempi,diventa di 44,41.La differenza,in termini di interessi, è di circa 32 euro. Il Taeg (tasso annuo effettivo globale) è una misura del costo totale del finanziamento, comprende quasi tutti gli oneri,quindi è utile nel confronto di più offerte, a condizione però che i prestiti abbiano le stesse caratteristiche: importo e durata. Comprende spese di istruttoria e commissioni bancarie,ma le spese assicurative (se facoltative) possono essere fuori.A parità di importo, il Taeg si riduce con una maggiore durata del prestito e,a parità di durata,si riduce se aumenta l’importo prestato.In caso di estinzione anticipata,non si pagano gli interessi non ancora maturati ma una penale;le commissioni pagate prima però non vengono rimborsate.«Verificate il pe- riodo di rimborso e la possibilità di farcela realisticamente, in quanto il massimo ottenibile è ritardare l’inizio del pagamento – suggerisce Fabio Picciolini, responsabile Credito e finanza di Adiconsum –.Se aderite a una promozione, attenti che duri nel tempo e non spuntino commissioni».Offerte a tassi agevolati sono state sperimentate dalle Banche di credito cooperativo. La Romagna Est (province di Rimini e Cesena) prevede un prestito “Valore Scuola”.Per i libri il massimo è 500 euro,per pagare l’ateneo 1.500. Le condizioni: tasso zero, restituibile tramite 6 rate mensili, senza spese di istruttoria e di incasso della rata.Per studenti dai 14 ai 27 anni di Brescia,Verona e Mantova la Bcc del Garda di Montichiari propone il Conto Bambù:2 mila euro il tetto del finanziamento per libri e atenei; 8 mila per corsi post-laurea e master. A Leverano (Lecce) si possono avere 300 o 500 euro per medie o superiori. Infine, assegni per l’acquisto di libri e materiale per la Bcc marchigiana di Recanati e Colmurano e buoni sconto a Pontassieve e Impruneta, in Toscana, per i figli dei clienti. Andrea Paternostro a termine via Internet: parlando di carte di credito, buona parte degli italiani ritiene che queste siano le maggiori minacce nei confronti della sicurezza di questi strumenti di pagamento. Invece, i dati diffusi da Cpp Italia, divisione presente nel nostro Paese di uno dei principali operatori europei nel settore della protezione delle carte, confermano che il primo pericolo è la disattenzione degli stessi titolari. Su cento segnalazioni arrivate alla centrale d’allarme di Cpp Italia negli ultimi sei anni, più di 56 riguardano lo smarrimento del portafoglio o della borsa in cui erano custodite le carte. In particolare, se nel 2001 in 43 casi su 100 la centrale d’allarme era contattata a seguito di smarrimento delle carte di pagamento,nel 2006 questo valore è salito a 65 casi su 100.I furti,tuttavia,non sono da sottovalutare, dato che rappresentano quasi il 43% delle richieste d’aiuto.Ma pure in questa ipotesi,lasciare la borsa o il portafoglio incustodito sulla scrivania del posto di lavoro o non tenerli d’occhio mentre si è in un locale pubblico, può agevolare l’attività dei ladri.Anche perché furti e smarrimenti avvengono soprattutto in luoghi pubblici e frequentati: in strada, al bar o al cinema,nonché sul posto di lavoro. Solo un sinistro su dieci invece accade tra le mura domestiche. I dati raccolti da Cpp Italia testimoniano inoltre che le clonazioni sono un fenomeno marginale: solo lo 0,26% delle richieste. Tuttavia, anche in questo caso, il titolare, tramite il suo comportamento, può incrementare la sicurezza: la carta non va mai persa di vista,nemmeno quando la si consegna per effettuare un pagamento. È buona regola, inoltre, osservare con attenzione gli sportelli automatici da cui si prelevano contanti, per individuare eventuali manomissioni o la presenza di dispositivi insoliti, come piccole telecamere con cui i truffatori prendono nota dei codici personali. Va comunque sottolineato che la clonazione spesso avviene a insaputa degli stessi esercenti. In tempi recenti si sono ripetuti casi in cui i truffatori sono entrati nei negozi o nei centri commerciali di notte,hanno manomesso i Pos (i dispositivi in cui va inserita la carta) e poi li hanno richiusi senza che dall’esterno si potesse notare nulla di diverso. Invece, grazie alle modifiche fatte, tutte le informazioni relative alle carte di pagamento “strisciate” nei Pos sono finite in loro possesso. Quanto evidenziato da una ricerca statistica sulle carte di pagamento vale anche per i contanti. La mancanza di prudenza può comportare lo smar- Un nuovo tipo di truffa è quella del finto funzionario di banca il quale, dopo che si è prelevato allo sportello, con una scusa si avvicina e cerca di sostituire i soldi con altri falsi rimento degli stessi o il furto da parte di terzi, magari anche tramite truffe più o meno articolate. La Polizia di Stato, che periodicamente riporta l’attenzione sulle truffe a danno soprattutto degli anziani,ha elencato le situazioni più frequenti:accanto a quelle ormai “classiche”, dei finti funzionari Inps o Enel o di società del gas che entrano in casa e poi rubano quanto trovano a portata di mano, viene segnalato per esempio il falso funzionario di banca che segue una persona che ha appena prelevato i contanti,dopo di che chiede di poter controllare il denaro perché c’è stato un errore ma in realtà è uno stratagemma per sostituire soldi veri con altri falsi. Matteo Martegani NOTES 17 NOVEMBRE 2007 C O N S U M I Al supermercato, l’uso di carte ha fatto scomparire i contanti LA GRANDE DISTRIBUZIONE OFFRE AI CLIENTI LE COSIDDETTE “CO-BRANDED”. SONO LEGATE A UNA SINGOLA CATENA, MA RIENTRANDO IN UN CIRCUITO INTERNAZIONALE POSSONO SERVIRE PER PAGARE ANCHE ALTROVE dei supermerA llecaticasse sempre più frequentemente si vedono arrivare in fila persone con in mano almeno due carte plastificate. Di solito una è la carta fedeltà, che permette la raccolta dei punti per ricevere gli ambiti premi, l’altra può essere una carta di credito, per esempio, una carta “revolving”– che permette di rateizzare la spesa, stando però molto attenti ai tassi di interessi che vengono poi praticati – oppure una carta di credito a saldo. Va però precisato che diffondere l’uso delle carte anche per transazioni di piccoli importi deve 18 NOVEMBRE 2007 comportare che il pagamento sia competitivo anche in termini di comodità e performance rispetto all’impiego del contante. Le carte di credito “a saldo” consentono, rispetto appunto al pagamento in denaro, l’addebito posticipato e in un’unica soluzione delle spese effettuate nell’arco di un mese sul conto corrente del loro possessore. L’addebito, poi, di solito avviene entro i primi 15 giorni del mese successivo. Si tratta di uno strumento ancora poco conosciuto, ma in crescita e conveniente – considerato che non vi sono interessi da pagare – in un mercato italiano dei sistemi di pagamento che diviene sempre più europeo e impone adeguamenti normativi, tecnologici e procedurali che rappresentano per tutti gli addetti ai lavori una grande sfida. Secondo i dati dell’Osservatorio Cards, il 38% degli italiani ha una carta di credito e tra questi un quarto ne ha due o più. La metà dei possessori la utilizza una o più volte a settimana. Il 12% degli italiani ha una carta prepagata, accettata dal 74% degli esercizi commerciali.Ancora, per il 17% dei negozi, il numero di operazioni con Pagobancomat supera le 200 mensili, mentre, per le carte di credito, questa soglia è superata nel 14% dei negozi. LE CARD GIÀ IN CIRCOLAZIONE Se il tentativo di trasferire sulle carte di pagamento gran parte delle transazioni effettuate con i contanti è visto con grande favore in tutta Europa, l’Italia deve esortare questo cambiamento per allinearsi quanto prima agli altri Paesi europei. Ma gli acquirenti italiani stanno, C giustamente, diventando molto selettivi sulle condizioni di utilizzo e i servizi offerti. Ecco allora che nella Grande distribuzione organizzata (Gdo) tutti i maggiori player del settore stanno offrendo carte di credito a saldo, anche se in alcuni casi la stessa carta può essere utilizzata sia in modalità revolving o, appunto, nella modalità “a saldo”e a scegliere è proprio il cliente, anche al momento di effettuare l’acquisto. È il caso, per esempio, della tanto pubblicizzata “Lidl card”, che consente entrambe le modalità, con una buona convenienza anche nella modalità revolving, mentre nella modalità “a saldo”il conto è addebitato al 5 del mese successivo, come avviene per la carta “Spesa in” della Coop. Alla fine del mese sono addebitati gli acquisti con la carta Esselunga “Fidaty O N S U M I LE QUATTRO PROPOSTE Oro”, il 15 del mese successivo quelli di “Carta Auchan-Accord”, e condizioni simili sono offerte dalla carta “SuperCredit” della Pam, che però è anche una carta di credito cobranded. Le cosiddette “co-branded”, cioè collegate a una particolare catena distributiva, fanno parte di un circuito internazionale (Visa o Mastercard), da ciò deriva la loro definizione, e possono quindi essere utilizzate in qualsiasi altro luogo, pur conservando anche i vantaggi previsti per l’uso esclusivo all’interno della catena distributiva stessa. “La distribuzione commerciale – secondo quanto si legge in una recente ricerca dell’Osservatorio sul credito al dettaglio (Assofin-Crif-Prometeia) – ha sicuramente incentivato il ricorso al credito al consumo e svolto un ruolo di acceleratore del processo di familiarizzazione del credito nella gestione dei flussi finanziari, attribuendogli un duplice significato: da un lato, facendola considerare una modalità di pagamento piuttosto che di indebitamento, dall’altro, rendendola una variabile del marketing mix”. Marco De Ciuceis A SALDO L’ammontare speso in un certo periodo di tempo, cumulato tramite il POS, viene pagato in un’unica soluzione a fine mese o entro i primi 15 giorni del mese successivo. Il che significa meno movimenti in conto corrente e la possibilità di ripristinare certe somme con gli accrediti dello stipendio prima dell’addebito a saldo e senza la corresponsione di interessi. REVOLVING Il credito disponibile non è vincolato all’acquisto di uno specifico bene o servizio. L’aspetto è quello di una comune carta di credito, ma si deve sapere che si sta accedendo a una forma di prestito su cui si dovranno pagare gli interessi. La somma disponibile può essere utilizzata per acquisti in tutti i negozi convenzionati o per prelevare contante presso gli sportelli ATM Postamat (Poste italiane). Il rimborso della somma spesa si ha con versamenti rateali mensili, così come per un prestito personale ma, a differenza di questo, a ogni rata versata si ricostituisce il credito disponibile sulla carta al netto degli interessi (o per la sola quota capitale). In questo modo, la carta revolving consente di avere sempre a disposizione una linea di credito utilizzabile in ogni momento. L’addebito della rata in genere avviene sul conto corrente, però, talvolta, è possibile pagare con i bollettini postali. La durata del prestito è variabile e teoricamente infinita, dal momento che dipende dall’uso della carta di credito. Dunque, si può comprare un solo bene, pagare tutte le rate ed estinguere la carta, o utilizzare ripetutamente il credito che si ricostituisce a ogni rimborso della rata mensile. PRESTITO PERSONALE Prevede il pagamento di un numero prefissato di rate in relazione generalmente all’acquisto di un determinato bene o servizio e l’estinzione alla scadenza. In particolare, differisce dalla carta di credito revolving, che prevede un numero variabile di rate, in relazione al suo utilizzo: ogni rata versata, infatti, comporta il ripristino della disponibilità sulla carta (per la sola quota capitale), che potrà essere utilizzata per successivi acquisti. CARTA PREPAGATA Al momento della richiesta si “carica” la carta con l’importo desiderato. Dopo di che, in seguito, si potrà spendere tale importo effettuando acquisti attraverso il circuito Visa o Mastercard sia online che nei negozi. Alcune di esse sono “cobranded”, sono facili e veloci da ottenere, spesso infatti si possono richiedere direttamente presso gli sportelli della banca emittente e immediatamente dietro presentazione di un documento di identità e il pagamento dell’importo di ricarica e non ci sono interessi da pagare: l’importo presente sulla carta viene pagato in anticipo quando si effettua la ricarica. Rappresentano un’ottima soluzione per chi non dispone di un conto corrente bancario. Alcuni istituti di credito, inoltre, hanno introdotto carte esclusivamente destinate ai giovani o agli studenti ai quali in genere viene negata una carta di credito tradizionale per la mancanza di un reddito fisso. Bisogna però fare attenzione ai costi accessori, molte richiedono una quota di attivazione tra i 5 e i 30 euro e il costo di ogni ricarica può arrivare addirittura fino a 5 euro. NOTES 19 NOVEMBRE 2007 F I N A N Z A G LE STELLE SEGNALANO RISCHI E RENDIMENTO n seguito alla crisi dei mutui americani, le agenzie di rating sono finite sotto accusa per i metodi di valutazione troppo “allegri”. Vorrei avere maggiori informazioni sull'affidabilità del Gioele (mail) Rating Morningstar. I I Premetto che Morningstar non attribuisce il rating alle obbligazioni, ma solo ai fondi e, negli Stati Uniti, alle azioni. Inoltre le stelle non hanno l'obiettivo di dare un giudizio sul grado di solvibilità di uno Stato sovrano o di una società, ma di esprimere in modo semplice e intuitivo il profilo di rischio/rendimento di uno strumento di investimento. L’attuale metodologia è stata adottata nel 2002 ed è stata innovativa per diverse ragioni, tra cui la principale è l'introduzione di una particolare misura del rischio, detta funzione di utilità, secondo la quale l’investitore è avverso al rischio, quindi preferisce ottenere rendimenti regolari nel tempo piuttosto che picchi di guadagni e perdite. Negli Stati Uniti, il Rating è stato testato anno per anno, dal 2002 a oggi, per valutare quanto fosse predittivo di un buon profilo di rischio/rendimento per ciascun fondo. Lo studio ha messo in luce che i fondi a cinque stelle hanno di poco sovraperformato i quattro stelle, i quattro stelle i tre stelle, e così via. Inoltre, confrontando gli opposti, si nota che i cinque stelle hanno reso più di quelli a una stella con un buon margine di vantaggio. È bene ricordare che il Rating da solo non basta per selezionare i fondi, ma è un buon punto di partenza, che poi va combinato con altri fattori, anche individuali (obiettivi di investimento, profilo di rischio, ecc.). I FONDI 130/30 NON DANNO TANTA SICUREZZA Ho chiesto al mio consulente informazioni per investire in hedge fund, ma mi ha detto che la soglia minima è di 500 mila euro. Non avendo a disposizione tale somma, il promotore mi ha suggerito i fondi 130/30. Che tipo di prodotGiovanni - Bergamo ti sono? I I fondi 130/30 adottano strategie simili agli hedge fund. Sono anche detti long/short perché investono il 130% del patrimonio disponibile in posizioni lunghe, ossia acquistando titoli che stima- 20 NOVEMBRE 2007 no sottovalutati, e adottano posizioni corte, utilizzando derivati, per il 30% degli asset, cosicché l’esposizione netta alle azioni è del 100%. Il gestore cerca di generare valore aggiunto separando i titoli con le migliori prospettive di crescita da quelli che si prevede rendano meno del mercato. Sono strumenti di nuova generazione, resi possibili dalla direttiva comunitaria Ucits III, che ha aumentato la flessibilità di gestione dei fondi. Rispetto ai prodotti tradizionali, hanno il vantaggio di poter assumere posizioni corte, pur non potendo vendere allo scoperto come gli hedge fund. Questa facoltà consente loro di generare rendimenti non solo selezionando i titoli migliori, ma scommettendo anche sul ribasso dei peggiori. In questo processo, grande importanza ha la selezione delle azioni, che spesso è realizzata con modelli quantitativi. La strategia implica diversi rischi, primo fra tutti quello di fare peggio del mercato di riferimento. Risparmio gestito G LE PICCOLE SOCIETÀ E L’INSTABILITÀ Ho 5 mila euro da investire e mi piacerebbe comprare quote dell'Oyster European small cap, che ha cinque stelle di Rating Morningstar. Quali sono le prospettive per questo segmento di Lucia - Varese azioni e per il fondo? I Le Borse stanno attraversando una fase di instabilità, caratterizzata da accentuate oscillazioni al ribasso e al rialzo. In questo contesto, solitamente, le società a larga capitalizzazione si comportano meglio di quelle piccole, perché risentono meno della volatilità. Tuttavia, l'universo delle small cap europee è ampio, oltre 15 mila titoli, per cui i gestori sono convinti esistano ancora buone opportunità di investimento. Hubert Mathet, gestore dell'Oyster European small cap, ricerca le aziende che sono sottovalutate rispetto al fatturato, agli utili e ai dividendi e che, di conseguenza, sono meno esposte alle fasi di ribasso. Il manager è interessato anche alle imprese monopoliste nel settore di appartenenza, a quelle in fase di ristrutturazione o che hanno cambiato i vertici aziendali. Per controllare il rischio adotta varie strategie tra cui un’ampia diversificazione e vincoli (stop loss) per evitare perdite consistenti su un singolo titolo. di Sara Silano www.morningstar.it Morningstar, società indipendente, è leader mondiale nell’analisi e valutazione del risparmio gestito. Morningstar e i suoi dipendenti non forniscono alcun tipo di consulenza, né su investimenti né su specifici fondi.