Bianco dopo la morte

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Bianco dopo la morte
Bianco dopo la morte
« Che palle questo specchio!
La mano destra di Nicholas afferra l’asciugamano bianco, quello con le foglie d’edera
in bassorilievo e lo strofina con poca delicatezza sulla parete vetrata. Una volta, due e la
bella faccia tosta riappare leggermente, prima un po’ velata e via via sempre più nitida.
« Ecco, ora va bene.
Per qualche istante, fissa intensamente il suo sguardo.
« Maledizione, si vede lontano un miglio che non ho chiuso occhio! Il bagno caldo, non è
servito a levarmi queste borse da sotto gli occhi! Forse faccio ancora in tempo a dormire
qualche ora, ma prima, mi do una bella ripulita. A Lisa non piace farsi baciare, quando ho
la barba lunga.
Lo specchio si apre. Prima, la schiuma alla menta, per pelli sensibili, poi il rasoio
nuovo, quello con le emulsioni d’aloe e vitamina E, che rende piacevole anche il
contropelo. Infine il dopobarba, pure quello nuovo! Nuovo e delicato all’olfatto, nonostante
da circa quattro anni, sia sempre lo stesso. Da quando Lisa si è trasferita a casa sua e la
loro avventura è diventata una convivenza prossima al matrimonio. Lei lo adora e quindi
per non deluderla non l’ha mai cambiato.
« Accidenti che occhi, nemmeno quando facevo il DJ e le ore piccole, sono mai stati
così gonfi, mi rendono veramente impresentabile, uno straccio ambulante! Calma! Ora mi
faccio la barba, poi si vedrà!
La schiuma bianca, candida, si gonfia sulla mano destra. Con movimenti ora incerti,
ma assimilati nel tempo, passa delle leggere carezze ad un viso eccessivamente teso.
L’odore forte della menta pizzica il naso e fa brillare gli occhi, al punto da far scendere
lentamente una lacrima, che abbandona gli zigomi, solca per pochi istanti la schiuma,
svanendo nel nulla.
« Ma si, leviamo anche questo stupido pizzetto.
Un’altra carezza bianca si stende sul mento e poi sulla mandibola, la prima passata è
completa.
Ora la mano stringe il rasoio. Dall’acqua ancora calda, lentamente s’innalza sempre
più, fermandosi solo in prossimità dell’orecchio, proprio sotto la basetta sinistra. Sempre
con andatura incerta, percorre vecchie strade, levando via il bianco e riportando in
superficie quel viso, ora tanto disprezzato.
« Una buona camomilla, ecco quello che ci vuole. Si, una camomilla alle erbe. Lisa le
offre sempre alle sue colleghe, speriamo ne sia rimasta qualcuna!
Come un abile pattinatore sul ghiaccio, il rasoio scivola sulla pelle con delicatezza, ma
non con la giusta attenzione. Mentre scorre dall’alto verso il basso attraversando la gola,
ha un sussulto proprio li, sul pomo d’Adamo, un leggero pizzicorio e una linetta rossa si fa
largo tra il bianco.
« Ah! Ecco, mi son tagliato, oggi non è proprio giornata!
Poggia un istante il rasoio e con la mano a cucchiaio porta un po’ d’acqua, sulla ferita.
Una, due volte e non si vede più nulla.
« Quanto pizzica!
Riprende la danza e per dieci minuti non esiste niente e nessuno. Nessun pensiero.
Nessuna paura. Solo un viso, un rasoio e il silenzio più pieno.
« Finito!
Col pollice preme il pulsante, che opponendo poca resistenza, si abbassa sollevando il
tappo
e
facendo
scendere
l’acqua
attraverso
lo
scarico
del
lavandino.
Gira
contemporaneamente le manovelle del rubinetto, sperando di miscelare al meglio la
temperatura, ma per i primi dieci secondi, scende inevitabilmente calda. Il liquido, a
contatto col viso, infonde una sensazione di freddo illusorio, sempre per effetto della
menta contenuta nella schiuma.
Dopo essersi risciacquato più volte la faccia con l’acqua corrente, ormai tiepida,
raggiunge, con gli occhi ancora chiusi, l’asciugamano già usato in precedenza. Lo spinge
su tutto il volto, sino al collo. A causa dello sfregamento, la piccola ferita segna con un po’
di sangue una foglia d’edera. Il telo finisce nel portabiancheria.
Arriva il turno del dopobarba, conservato rigorosamente nella scatola rossa con tre
strisce oblique color oro. Due movimenti istintivi liberano la bottiglietta dall’involucro. Svita
il tappo e avvicina il collo della stessa al naso, lentamente ne odora il profumo e con sottile
piacere socchiude gli occhi e sospira.
Versa un po’ di liquido sulla mano sinistra. Una volta poggiato il contenitore di vetro nel
lavandino, congiunge le mani portandole sul viso. Piacevole sensazione. Il pregio del
dopobarba senza alcol, è che non brucia quando lo passi sul viso e tutto si risolve senza
pianti soffocati.
« Eh si, hai proprio una brutta cera vecchio mio. Allora? Che accidenti ti è successo?
Possibile che un tentativo di seduzione, ti abbia preso così alla sprovvista? Sino a poco fa,
eri convinto di tenerle a bada, certe tentazioni. Evidentemente ti sbagliavi.
Con le mani ancora poggiate sul viso e con la testa rivolta verso il lavandino, lascia che
la disperazione prenda il sopravvento.
« Ma che uomo sono! È stato tutto così, così immediato e irrazionale. Lei mi vede, io
ricambio con un sorriso, come si fa tra amici, poi due cocktail, quattro risate e il resto, il
resto è il rimorso.
L’ombra di un uomo allo specchio.
« Rimorso! Un attimo fa, mi sentivo l’uomo più affascinante e seducente di tutto il locale.
Ora invece, sono solo, di fronte alla mia immagine. Dove è finito quello perfetto? Quello
che l’amore non tramonta mai, quello che dice sempre: prima di tradirti, preferisco lasciarti.
I progetti, la storia con Lisa, la nostra storia, dov’è finita? Chiusa temporaneamente in
qualche cassetto, della serie, concediamoci uno strappo alla regola. Perché ho ceduto,
perché?
All’improvviso, un fischio assordante perfora le sue cervella, come se mille aghi
contemporaneamente, facessero avanti e indietro attraverso le ossa della scatola cranica.
Con l’idea di poterlo fermare, solleva entrambe le mani, premendole prima sulle orecchie e
poi sulle tempie. Quel suono così penetrante gli fa perdere l’equilibrio, sbattendolo da una
parte all’altra della stanza.
« Ah! Ma cos’è questo fischio! Mi sta facendo impazzire! Ah!
« Finalmente, pensavo di aver sbagliato qualcosa! Eri molto attaccato alla vita! Misero
essere mortale! Sai, solitamente ci mettono meno a comprendere di essere morti, tu
proprio non te ne volevi accorgere eh!
« Cosa sto dicendo, perché parlo così!
« Non sei tu che parli, sono io, la tua coscienza!
« Oddio, devo essere impazzito! Sento chiaramente una voce. Dentro la testa, c’è
qualcuno che mi parla! Quel fischio, si è stato il fischio. Forse è un ictus, magari si
manifesta così, oppure ho un tumore al cervello, ma che mi è preso?
« Non vuoi credere! Va bene allora cercherò di essere più chiara possibile. Tu sei
MORTO! End, caput, finito, hai terminato il tuo percorso terreno! CAPITO?
« Morto? Sono morto e mi faccio la barba?
« No, non ti fai la barba da morto! Quando si muore, si rivivono gli ultimi istanti di vita,
fino al momento della morte. Di solito, il soggetto si rende conto di esser morto prima di
rivivere l’istante del trapasso. Tu sei quasi arrivato all’attimo preciso della tua morte, ti
mancava poco ormai.
« Non è possibile, non posso essere morto, questo è solo un brutto sogno!
« Non è un sogno, è successo proprio un attimo fa! Ricordi la saponetta? Quella che ti è
scivolata mentre stavi rimettendo al suo posto il bagnoschiuma!
« Si, la saponetta… o porca, non posso essere morto per una misera saponetta, che
sfiga!
« Bastava raccoglierla, ed ora anziché scivolare e sbattere la testa sullo spigolo della
vasca, saresti a casa, vivo e vegeto, pronto per la tua dolce Lisa!
« Lisa. È già rientrata, mi ha trovato morto in bagno?
« Si! Ti ha trovato disteso sul pavimento. Non ti dico il dolore. Poverina, lei si che ti
amava.
« Pure io l’amo! Oddio, l’amavo e l’amo ancora, che discorsi sono?
« L’amavi così tanto da tradirla?
« Io, io non volevo tradirla!
« Ah ah, non volevi! Balle! Almeno da morto, potresti smettere di mentire ed essere un
po’ più sincero. Per una notte hai fatto lo stallone e ora, quello sguardo, pronto a
mendicare un perdono o a nascondere il più a lungo possibile il tradimento. Perché è di
questo che si tratta, tradimento! O se preferisci scappatella, corna, infedeltà, inganno e
potrei continuare a lungo, ma ti risparmio questa ormai inutile cantilena.
« Dunque, perché l’avrei fatto? Avanti sentiamo, “Miss… so tutto io”.
« Perché? È molto semplice. Tu non sei mai stato fedele! In un modo o nell’altro, nel
lavoro, nella vita, ti sei sempre concesso al prossimo, a maggior ragione se erano
prossime. Hai tirato la corda finché questa non si è spezzata, facendoti cadere tra le
braccia, o meglio, tra le cosce della tua segretaria. Ma dico! Si può essere più stupidi!
Mandare in fumo una relazione di quattro anni, pronta a sbocciare in un matrimonio, per la
segretaria tutta curve e perizoma. Poteva anche essere bella, splendida e fantastica, ma
hai mai pensato un attimo a Lisa, a quello che le stavi facendo?
« Io, io… si, certo che ci pensavo, però.
« Però la passione per la segretaria, meritava tutte le tue attenzioni! È così?
«…
« Che c’è, non parli più? Forse è meglio, dato che più parli più peggiori la tua
condizione!
Istanti di silenzio, riempiono il tempo.
Lo sguardo di Nicholas, segue il vuoto venutosi a creare intorno a quel mondo che sino
a poco fa, era la sua vita.
Aprì la bocca, nel vano tentativo di emettere un qualunque suono, ma non ci riuscì.
Respira lentamente. Un altro respiro più profondo e dai polmoni, viene su l’aria appena
sufficiente per tre parole.
« Chi diavolo sei?
« Allora non mi ascolti! Sono la tua coscienza e il Diavolo non c’entra proprio nulla!
« È questo che succede, quando si muore? Parli con la tua coscienza e lei ti fa una bella
ramanzina? Wow, proprio eccitante!
« Sei fuori strada! Non sono qui per farti la ramanzina! Provo solamente a farti capire
una cosa, molto seriamente! Se tu fossi morto, prima di uscire con la segretaria factotum,
saresti andato direttamente in paradiso, con ali e tutto il resto. Questo perché, nonostante
tutto, sei stata una persona molto gentile e disponibile, sino a ieri addirittura fedele,
almeno fisicamente. Invece ora, hai penalizzato il tuo cammino e non poco.
Incredulo, quasi paralizzato, senza un corpo e una faccia su cui scaricare i pugni,
pensa per un istante che per colpire la propria coscienza avrebbe potuto colpire se stesso.
Comunque perplesso sull’esito della scazzottata, ma allo stesso tempo, sicuro che non
sarebbe servita a nulla, si abbandona affranto a questa nuova realtà. La morte!
« Quindi, cos’avrei penalizzato?
« Il tuo cammino verso la porta celeste, quella che consente l’ingresso al Paradiso.
« Non posso più chiedere perdono, immagino!
« Esatto, questa è la conseguenza del tradimento!
« Non sono un angelo! Non ho le ali! Dove sono? In purgatorio?
« Purgatorio? Sei appena andato via dal quel postaccio!
« Vorresti dire che vivere nella terra è stato il purgatorio?
« A grandi linee… si!
« Dunque adesso dove sono?
« Nel tuo bagno! Tranquillo, non ci starai ancora per molto, giusto il tempo di spiegarti,
che cosa sei!
Nicholas, preso da un attacco d’ira, fece avanti e indietro parecchie volte, prima di
fermarsi e rivolgersi a se stesso come non aveva mai fatto.
« Avanti, che cosa sarei, dimmi pure sono tutt’orecchi!
« Tu sei un BIANCO!
« Un bianco…? Allora non sono un angelo?
« Aspetta, fammi spiegare. Cos’è un BIANCO!
« Cos’è?
« Il BIANCO è un Angelo.
« Ah, allora sono un angelo? Mi stai prendendo in giro?
« No! Se continui ad interrompermi come faccio a spiegarti tutto!
« Hai appena detto che sono un angelo, quindi, vado in paradiso!
« Si! Il punto non è andare in Paradiso o meno. Il punto è: come arrivarci, e soprattutto,
arrivarci!
« Cioè?
« Se tu non avessi peccato, tradendo Lisa, avresti le ali e saresti volato dritto verso la
porta celeste.
« Invece…
« Invece il tuo errore ti è costato le ali.
« Come sarebbe, sono un angelo senza ali! Che faccio, vado in paradiso a piedi?
« Cominci a capire! Già, vai in Paradiso a piedi, sempre se ci arrivi!
« Che vuol dire, non ci sono le indicazioni?
« Si, per la Porta Celeste sempre dritti, la seconda a destra!
« Ah ah ah, non mi hai fatto ridere.
« Peccato, dicono che ridere allunghi la vita. Che gaffe, questo non è il tuo caso,
scusami tanto.
« Questo non è il tuo caso, scusami tanto. - le fa eco Nicholas, con tono di voce
arrogante - Prova a spiegarmi per lo meno che devo fare!
« Chi lo sa, segui il tuo intuito. Fra poco, io scomparirò, ed insieme a me, tutto quello
che ti circonda.
« Bene! Rimango solo! Come faccio a sapere dove devo andare?
« Dimentichi che sei un peccatore? Il Paradiso non è aperto a tutti, potresti vagare per
secoli e secoli, senza nemmeno rendertene conto. Camminare in eterno, senza
raggiungere nessun posto.
« Vagare per secoli? Non c’è un limite di tempo per raggiungere questa porta qui?
« No, il tuo tempo è infinito!
« Ho capito, quindi devo camminare e sperare di trovare la strada giusta! Va bene vorrà
dire che terrò gli occhi ben aperti!
« È arrivato il momento, mi devo separare da te, ti lascio solo!
« Oh grazie tante per la compagnia, vai pure, mi arrangerò da solo, come sempre!
« Se mi avessi consultato prima, non ti saresti cacciato in questa situazione.
« Devo essermi dimenticato di leggere il manuale “Parla spesso con la tua coscienza”,
sai com’è preferisco i fumetti, mi piace guardare le figure e... ah.
« Ah! Che succede? Non vedo più nulla, questa luce abbagliante!
« Dimenticavo di dirti perché quelli come te vengono chiamati BIANCO!
« Perché?
« Perché non vedrai più con gli occhi del cervello, ma con quelli dell’anima.
« Ah si?
« Già! L’anima essendo la massima essenza della purezza, vede solo Bianco. Pensavi
di farti una scampagnata eh, vecchio mio. Invece dovrai impegnare tutto te stesso per
riuscire a vedere quello che non hai mai visto.
« Bianco! Vuoi dire che vedrò per sempre bianco?
« No, non per sempre, sino a quando non riuscirai a raggiungere la porta!
« Si, la porta. Se vedo solo bianco, come faccio a riconoscere una porta celeste?
« Quando lo scoprirai, fammelo sapere. Addio! E buona passeggiata!
« Buona passeggiata un corno!
« COSCIENZA – urlò invano -.
« Andata. Mi ha veramente lasciato qui, da solo!
Preso dallo sconforto, piombato in un vortice di sensazioni che mai aveva provato
prima, Nicholas, cerca di analizzare la situazione venutasi a creare.
« Bianco, che brutta sensazione vedere tutto bianco! Non percepire nessuna sfumatura,
non vedere nemmeno un punto scuro, niente, nulla, oh non ci voglio credere! Come farò
ad andare avanti. È come se fossi cieco, invece che vedere tutto nero, vedo tutto bianco magra consolazione -.
« Calmo! Come faccio a star calmo, mi sento perso e stupido, tanto stupido. Forse
dovrei cercare qualcosa, una parete, un punto su cui appoggiarmi, per arrivare a questa
benedetta porta. Devo assolutamente avanzare, camminare, o almeno provarci!
Nicholas, solleva leggermente la gamba destra, l’avanza lentamente e altrettanto
lentamente la fa discendere, ma con lentezza e attenzione, come quando si cerca un
interruttore al buio.
« Il primo è andato, ora il secondo!
Con la stessa successione d’eventi, sposta anche la sinistra. Una volta preso coraggio,
comincia a camminare in modo più spedito e sicuro. Cammina con tale naturalezza, da
illudersi di poter raggiungere subito l’ingresso del paradiso!
« Se il tragitto è tutto così, aspettatemi per cena! Ah ah!
Incoraggiato dalla semplicità dei primi passi, decide di mettersi a correre, veloce,
sempre più veloce.
« Sono l’angelo senz’ali più veloce del paradiso! Sempre dritto, se vado sempre dritto,
non posso sbagliare! Spero proprio di non sbattere il muso sulla porta celeste, ah ah!
Non appena finito di pronunciare quelle parole, qualcosa s’intromette durante la corsa,
tra la gamba destra e quella sinistra. Decolla per un paio di metri, stramazzando al suolo
con un rumore sordo e un gemito di dolore, molto forte!
« Ah! Che botta, che dolore! Ah, la testa, fa un male cane. Mi sento svenire, ma non
posso cedere per nessun motivo, devo alzarmi e riprendere il cammino!
Facendo pressione sulle mani, avvicina le ginocchia e a fatica raddrizza la schiena. Un
respiro profondo e su entrambi gli arti inferiori, incombe gravoso il peso di tutto il corpo.
Finalmente, sta di nuovo ritto sulle gambe. Per un istante barcolla, questo però non gli fa
perdere lo spirito combattivo, che lo spinge a sollevare nuovamente il piede destro e a
riprendere il tragitto.
Solleva il sinistro, ma non fa in tempo a posarlo a terra, che perde nuovamente
l’equilibrio, ruota su se stesso e cade, sbattendo ancora il capo con violenza.
«…
«…
«…
« Nico! Nico… apri gli occhi, ti prego svegliati, dai apri gli occhi!
«…
« Amooo, riprenditi, dai! Apri gli occhi!
«…
« Li vuoi aprire!
« Ah! Ahi che dolore! Mi fa male la testa… Ma che mi è successo?
« Amore, ti sei svegliato. Che spavento mi hai fatto prendere, cattivo!
« Io… sono morto!
« No, ma ci sei andato molto vicino! Diciamo, che te la sei cavata con un bernoccolo da
guinnes dei primati, bisognoso di non pochi punti! Il mio piccolo tesoro!
« Io sono…sono… un BIANCO!
« Oh! La botta in testa ti ha un po’ scioccato amore mio! Vediamo un po’! Quanti anni
hai?
« Trenta!
« Appunto! È da trent’anni che la tua carnagione, è di un nero che più nera non la potrei
immaginare e se non ti riprendi presto, sarò io a farti diventare di un colore simile al
bianco! Amore!
« La voce. Non sento più la voce. La mia coscienza mi ha parlato, sono morto. Mi ha
detto che ero un angelo senza ali, perché ho peccato!
«…
« Mi ha detto che avrei dovuto raggiungere una porta celeste, che permetteva di
accedere al paradiso.
« Hai avuto un brutto incubo. Ti dico io cosa è successo! Sei scivolato sulla saponetta,
hai battuto la testa sulla vasca e ti ho trovato disteso sul pavimento, privo di sensi. Ti sei
sognato tutte queste cose allucinanti che mi stai raccontando! Vuoi un bicchiere d’acqua?
« Si…grazie.
Lisa, si avvicina al bordo della vasca, col bicchiere in mano. Nicholas, solleva
lentamente la testa, ora poggiata, su di un cuscino, per andarle incontro. Un paio di sorsi e
la sete è soddisfatta. Con gli occhi sbarrati, fissa intensamente il suo volto e vede per la
prima volta, quello che non aveva mai visto!
« Io, da morto, vedevo tutto bianco! Non riuscivo a distinguere più nulla, tutto così piatto,
così privo di sfumature e di colori, solo bianco! È stato bruttissimo!
«…
« Ora vedo molto chiaramente! Vedo te, il tuo viso, i tuoi occhi, vedo la luce che alberga
in fondo ai tuoi occhi!
« Ma che dici amore?
« Ora ho capito! Ho smesso di vedere, perché non ti ho più guardata dritta negli occhi,
dentro i tuoi occhi! Mi sono smarrito! Per questo non sentivo più il bisogno di averti vicina,
ogni attimo della mia vita. Per questo mi trattenevo a lavoro inventando delle riunioni e dei
committenti da portare fuori a cena. Per questo ti ho tradita con Sara!
« Tu…
« Per tutti questi motivi, mi sono meritato di morire e di vagare nell’incertezza, in un
mondo, che era lo specchio della mia vita monocromatica e senza sfumature.
« Mi…
« Non sono stato un angelo da morto e non lo sono tuttora!
« Hai…
« Però adesso, dal vivo, ti chiedo scusa per la mia incapacità di amarti come meritavi e
per averti profondamente ferita!
« Tradita?
« Si!
« Stronzo!
« Ti amo Lisa, ma se ora mi volterai le spalle e metterai quella porta, tra me e te!
Credimi, ti capirò!
« Bastardo!
« Io ti chiedo…
« BASTA! Zitto e sposami! Stronzo bastardo!