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Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER LE PARI OPPORTUNITÀ UFFICIO NAZIONALE ANTIDISCRIMINAZIONI RAZZIALI RASSEGNA STAMPA SETTIMANALE Anno III – Roma, 4-8 febbraio2013 A cura di Fernando FRACASSI Collaborazione Monica D’Arcangelis, Alessandro Tudino Contact Center www.unar.it Rassegna Stampa 07/02/2013 «Mai più discriminati dalla lingua» De Mauro e la guida per gli immigrati Presentata al Teatro Due dal noto linguista la pubblicazione che aiuta ad ottenere la cittadinanza. Per combattere torti come quello subito da un marocchino in Veneto 8 febbraio2013 ROMA - Mai più discriminazioni per la lingua. No a falsi ostacoli burocratici e ingiustizie. E' il messaggio che viene dal Teatro Due Roma, dove si è tenuto un incontro sul tema della cittadinanza, spunto per una riflessione sul Paese che cambia volto e linguaggio. E per dire no ad episodi come quello di un paesino del Veneto, dove un paio di settimane fa un sindaco leghista ha rifiutato di concedere la cittadinanza ad un marocchino che vive in Italia da 21 anni perché non sa leggere la formula di rito. Il primo cittadino nega si tratti di discriminazione: «Solo volontà di far rispettare le leggi italiane e la Costituzione». Ma i casi di questo genere s0no frequenti. Per questo nasce la nuova «Guida alla cittadinanza»: bilingue con testo a fronte: italiano e inglese, francese o arabo ROMANO APOLIDE - Gli immigrati sono troppo spesso ostacolati nel percorso di «italianizzazione», per discriminazione, ferrea applicazione di regolamenti o macchinosità burocratica. A Roma, Josef Yemane Tewelde, 33 anni, è un esempio di incoerenza della legge: è nato in Italia, ma non ha mai ottenuto la cittadinanza. Josef conduce una trasmissione radiofonica ed è profondamente radicato nel territorio. Vernacolo colorito, grandi occhi espressivi e luminosi, ma neri. Come la pelle. Jojo è nato a San Giovanni, è «romano de Roma» ma non ha diritto alla cittadinanza perché i genitori, eritrei, durante i suoi primi 11 mesi di vita non avevano una residenza. Oggi può rinnovare il permesso di soggiorno solo grazie alla figlia, nata da madre italiana e quindi automaticamente «cittadina». Contact Center Unar | Ad uso interno 1 Rassegna Stampa 07/02/2013 CANDIDATO SINDACO INCANDIDABILE – Per sottolineare il paradosso della propria situazione, Jojo ha deciso di lanciare una campagna elettorale come «sindaco incandidabile» di Roma. A raccogliere la provocazione la Fondazione IntregA/Azione, che organizza un incontro per mettere a confronto il suo programma rivoluzionario con le tesi di etica del linguaggio del professor Tullio De Mauro. Partner il teatro, che ospita l’evento e contribuisce alla pubblicazione di una guida pratica alla cittadinanza. Cittadinanza che per Jojo è intesa soprattutto come partecipazione, perchè se «non basta nascere, vivere e sentirsi italiano per avere diritto di voto, posso però manifestare e partecipare ad assemblee». L’assurdità, secondo lui, è che «l’Italia per rilasciare il permesso di soggiorno chieda agli immigrati di avere casa e lavoro, cioè cose che sempre più spesso gli stessi cittadini autoctoni non hanno». IDIOMI E INTERPRETI - Il problema della lingua è ovviamente il primo ostacolo di chi arriva, non a caso questa guida è bilingue con testo a fronte: italiano e inglese, francese o arabo. «Quando ci si pone il problema della lingua sta cambiando qualcosa a livello profondo», spiega De Mauro. Ma non basta tradurre, il grande passo da compiere è quello di attuare un «diritto alla comprensione», spesso negato agli stessi cittadini, se si pensa alla complessità di leggi e regolamenti. E se «le persone sono le culture in cammino», è anche vero che il concetto di cittadinanza passa attraverso quell’idea meravigliosamente descritta da Erri De Luca come «abitare la propria lingua». Cioè, appunto, comprendere e saper esprimere se stessi attraverso un idioma. E in questo senso è impossibile ignorare che su 5 milioni di stranieri in Italia (quelli ufficialmente censiti), 1 milione parla rumeno, circa 700 mila arabo 291 mila spagnolo e poi indiano, cinese... LA CITTADINANZA - Ad oggi, parlare italiano ed avere i documenti in regola permette, nella migliore delle ipotesi, di sfuggire ai molti cavilli legali che si traducono in casi di negazione di diritti civili ai danni di tanti immigrati. Persino quelli cosiddetti di seconda generazione, che poi in è effetti è la prima generazione italiana, per quella famiglia di immigrati. E l’ottenimento della cittadinanza è subordinato alla lettura di un complesso giuramento, previe 5 ore di corso video sulla struttura giuridica ed organizzativa del nostro Paese. Come dire: «Se sopravvivi, sei italiano». Donatella Codonesu (fonte http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/13_febbraio_8/immigrati-integrazionecon-lingua-demauro-2113909660779.shtml ) Contact Center Unar | Ad uso interno 2 Rassegna Stampa 07/02/2013 SCRITTE OMOFOBE AL TACITO, IL VIDEO SUI COLPEVOLI 8 febbraio2013 Le telecamere avrebbero ripreso gli autori. Gli studenti si mobilitano: basta discriminazioni ROMA - Passeranno al vaglio della polizia le immagini delle telecamere esterne del liceo Tacito, dove lunedì scorso è stata rinvenuta una scritta omofoba contro il rappresentante degli studenti, un ragazzo gay diquindici anni. Da quanto è emerso nelle ultime ore infatti sembra che dai filmati delle videocamere, posizionate proprio sul punto in cui è stata realizzata la scritta «Frocio dimettiti», siano emersi dei particolari che potrebbero aiutare le forze dell’ordine ad individuare i responsabili. Oggi intanto il padre del ragazzo, insieme al figlio, sarà ascoltato dagli agenti del commissariato Prati. Nei giorni scorsi i tecnici dell’istituto di via Bruno hanno visionato le registrazioni dell’ultimo week-end, dato che gli autori della frase anti-gay, firmata da una celtica, hanno agito tra sabato pomeriggio e domenica notte, quando il liceo era chiuso. Delle quarantott’ore di filmato analizzate i funzionari della scuola hanno già fatto una prima scrematura e oggi consegneranno alla polizia i file delle riprese che potrebbero incastrare i teppisti. Ancora non è stato possibile capire se gli autori della scritta siano studenti del Tacito o esterni appartenenti a gruppi di estrema destra, ma su questo indagheranno le forze dell’ordine. «Le telecamere sono puntate sul portone principale della scuola e inquadrano anche il punto in cui è stata realizzata la scritta – ha spiegato nei giorni scorsi la preside del liceo, Giuliana Mori - Purtroppo però le immagini notturne sono molto scure e se questi teppisti si sono mossi di notte c’è il rischio che si veda troppo poco per riconoscerli». Qualche particolare però sembra essere emerso e ora spetterà alla polizia provare a decifrarlo. LA MOBILITAZIONELe associazioni studentesche intanto sono pronte a mobilitarsi contro l’omofobia nelle scuole. La prossima settimana la Federazione degli studenti ha organizzato un volantinaggio davanti agli istituti superiori della Capitale per denunciare le discriminazioni contro gli studenti gay. «Non vogliamo che cali l’attenzione su questo tema perché l’omofobia è un problema che a Roma ancora oggi non viene combattuto con la necessaria determinazione da parte delle istituzioni», spiega Livia Pallante di Fds. «Le parole di condanna non sono sufficienti, bisogna fare di più. In passato abbiamo realizzato incontri nei licei in collaborazione con il Gay Center e nelle Contact Center Unar | Ad uso interno 3 Rassegna Stampa 07/02/2013 prossime settimane riprenderemo questo percorso perché evidentemente c’è bisogno di maggiore sensibilizzazione. Molti ragazzi nella nostra città hanno paura di uscire con il fidanzato, temono di essere aggrediti. E nel 2013 questo non è assolutamente più accettabile». (fonte http://www.ilmessaggero.it/roma/cronaca/scritte_omofobe_al_tacito_il_video_sui_colp evoli/notizie/250088.shtml) SPORT: MENO BUROCRAZIA PER ISCRIVERE I MINORI STRANIERI AI CAMPIONATI DI CALCIO 8 febbraio2013 Le richieste dell’associazione “W il calcio” alla Federazione giuoco calcio. Procedure semplificate, meno documentazione, omogeneità dei regolamenti regionali. È all’insegna della semplificazione il progetto lanciato dall’associazione “W il calcio” per prevenire la discriminazione dei minori stranieri nati in Italia al momento del tesseramento all’interno delle federazioni calcistiche dipendenti dalla Figc. Ai minori stranieri viene, infatti, richiesto un numero elevato di documenti e certificazioni considerate “inutili e ridondanti” da parte del presidente dell’associazione “W il calcio”, Fausto Viviani. Se n’è discusso a Bologna, il 6 febbraio scorso, nell’incontro Liberi di giocare. “La richiesta di documentazione eccessiva costringe i ragazzi non cittadini a iniziare il campionato con grande ritardo rispetto ai loro coetanei italiani – ha spiegato Viviani a Redattore Sociale. – Inoltre i documenti richiesti risultano ingiustificati, superflui, soprattutto se consideriamo che certificato di nascita, di residenza e Stato di famiglia, costituiscono già da soli una documentazione comunale sufficiente a identificare qualsiasi persona risiedente sul territorio”. L’associazione sta quindi lavorando alla definizione di nuove regole che semplifichino tali processi burocratici nei confronti degli stranieri, riuscendo in questo modo a equipararli ai bambini italiani. Fra le richieste che l’associazione muove alla Figc, anche l’omologazione dei vari regolamenti regionali, attualmente pieni di varianti, specifiche e differenze, in un unico regolamento nazionale, scritto in diverse lingue e accessibile a tutti. Esiste inoltre il problema dei minori non accompagnati, per i quali i Contact Center Unar | Ad uso interno 4 Rassegna Stampa 07/02/2013 servizi sociali che li hanno in carico dovrebbero poter fornire la documentazione sufficiente a essere tesserati in Italia senza problemi. (fonte www.immigrazioneoggi.it) DISTINZIONI. MILANO SENZA QUATTRO ANNI DI CONTRASTO ALLE DISCRIMINAZIONI ISTITUZIONALI NEL NORD ITALIA 8 febbraio2013 Giovedì 7 febbraio 2013 a Milano, presso la sede di Popoli (Sala Ricci, Piazza San Fedele 4, ore 18) la presentazione del volume Senza distinzioni. Quattro anni di contrasto alle discriminazioni istituzionali nel Nord Italia, curato da Alberto Guariso, frutto del lavoro di collaborazione tra vari enti. Dopo un saluto introduttivo del direttore di Popoli, Stefano Femminis, interverranno insieme al curatore anche Valerio Onida (presidente emerito della Corte costituzionale), Livio Neri (avvocato Asgi), Pierfrancesco Majorino (Assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano), Reas Syed (Università degli Studi di Milano). Coordina Martino Liva, di Città dell'Uomo. Il volume - che si apre con un'introduzione dell'avvocato Alberto Guariso in rappresentanza delle associazioni promotrici (Avvocati per niente onlus e Asgi, Associazione di studi giuridici sull'immigrazione) e una prefazione di Marzia Barbera, ordinaria di Diritto del lavoro all'Università di Brescia - raccoglie e commenta tutte le pronunce giudiziarie degli ultimi anni relative a atti discriminatori posti in essere dalle pubbliche amministrazioni nei confronti di cittadini stranieri o comunque per qualche motivo «diversi». L'ambito territoriale considerato è quello delle province del Nord (prevalentemente Milano, Varese, Brescia, Udine), dove negli ultimi 4 anni i poteri locali hanno sperimentato con maggiore insistenza una prassi politica e amministrativo fondata sulla parola d'ordine «prima i nostri». Si tratta di oltre 50 sentenze, tutte volte in primo luogo a confermare la incompatibilità di questa prassi con il nostro ordinamento giuridico, in secondo luogo a ripristinare l'uguaglianza di trattamento tra italiani e stranieri nei terreni via via presi in considerazione (principalmente l'accesso alla casa, Contact Center Unar | Ad uso interno 5 Rassegna Stampa 07/02/2013 l'accesso alle prestazioni sociali, l'iscrizione anagrafica, l'accesso al pubblico impiego). La consultazione di questa rilevante attività processuale conferma che il diritto antidiscriminatorio, per molti aspetti ancora poco conosciuto, costituisce un utile strumento per riequilibrare sia gli eccessi del localismo, sia il «potere della maggioranza», laddove tale potere venga esercitato in contrasto con quei principi fondamentali di uguaglianza che debbono sempre più entrare a far parte del patrimonio culturale della nostra società. Il libro, che è corredato da un breve riassunto delle principali pronunce della Corte Costituzionale e delle Corti internazionali su questa materia, è edito dalle associazioni che hanno promosso il contenzioso giudiziario su questa materia (Avvocati per niente, Onlus di Milano; Associazioni studi giuridici sull'immigrazione; Cgil Brescia) con il contributo dell'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali e dell'Università Statale di Brescia.(F. POPOLI) (www.asgi.it) MEDITERRANEO; IL RAI: POPOLO ROM, TERZO MONDO IN EUROPA 8 febbraio2013 PALERMO - Una minoranza disprezzata e sempre emarginata. Un popolo senza patria, pacifico, la cui organizzazione sociale e' fondata sulla famiglia e che e' stato sempre identificato per il suo nomadismo. In Europa vivono fra i 10 e i 12 milioni fra Rom e Viaggianti. Si distinguono in tre grandi etnie: i Rom, i Sinti e i Kale', tutti vittime di una lunga serie di pregiudizi, discriminazioni e persecuzioni. L'identita' rom si basa su una concezione della vita e su valori che sono poco conosciuti e poco condivisi dalle culture occidentali. Secondo diverse Ong, i rom di Romania rappresenterebbero tra il 7 e il 10% della popolazione totale del Paese. Un quarto di loro va e viene dall'Europa per fuggire dalla poverta' e dalle discriminazioni. E' stato girato fra i rom di Romania il servizio di apertura di Mediterraneo, il settimanale della Testata Giornalistica Regionale proposto da Giancarlo Licata e realizzato a Palermo in coproduzione Rai - France 3, con la collaborazione di altre televisioni estere, in onda domenica alle 11.05 su Rai Tre. Contact Center Unar | Ad uso interno 6 Rassegna Stampa 07/02/2013 Quindi un ritratto di Reza, il grande fotografo franco-iraniano. Ha girato il mondo intero, fotografato i conflitti piu' importanti, lavorato per famosi periodici e ricevuto innumerevoli premi. Reza svela a Mediterraneo i segreti del suo mestiere e le sue idee sui tumulti in corso. Infine in Marocco per conoscere e percorrere una delle strade piu' belle del mondo: corre lungo la valle del Dade's, nel sud del paese. Conduce la puntata Lucilla Alcamisi dai Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo. (ANSA). GAY: FORNERO GRAVE SCRITTA TACITO CONDANNA A LICEO 7 febbraio2013 Roma - ''Condanno fortemente il vergognoso episodio accaduto al liceo Tacito di Roma nei confronti del rappresentante d'istituto vittima della scritta omofoba apparsa sul muro della scuola in cui veniva insultato per la propria omosessualita' e invitato a dimettersi da rappresentante d'istituto''.Cosi' il Ministro del lavoro, Elsa Fornero, con delega alle Pari Opportunita' si esprime dopo il grave episodio di intolleranza. ''Mi sono sempre battuta fin dal primo giorno del mio mandato - ha continuato - per garantire l'applicazione del principio di parita' di trattamento e di non discriminazione, per prevenire e contrastare le discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identita' di genere". Contact Center Unar | Ad uso interno 7 Rassegna Stampa 07/02/2013 "Proprio per questo ho stipulato insieme al Ministro Profumo, un Protocollo d'intesa che istituisce la settimana contro la violenza, al fine di sensibilizzare il mondo della scuola sul tema delle discriminazioni. Inoltre - conclude - presenteremo in tempi brevi la Strategia Nazionale contro le discriminazioni subite dalla comunita' LGBT, che sono certa contribuira' ulteriormente a diffondere la cultura del rispetto''. .(Adnkronos) Indagine di Palazzo Chigi sulla scritta omofoba 7 febbraio2013 L'ufficio Antidiscriminazioni: "Episodio vergognoso". Il documento dei prof del Tacito. Nessuna notizia utile dai filmati che inquadrano il muro con l'insulto "Dimettiti frocio" Roma - La condanna è unanime. E arriva non solo dalla comunità scolastica del Tacito, che da subito ha espresso solidarietà a P., ma anche da Palazzo Chigi. "Abbiamo avviato un'istruttoria per il vergognoso episodio accaduto nei confronti del rappresentante d'istituto del liceo Tacito di Roma, a seguito della scritta omofoba apparsa sul muro della scuola" informa Marco De Giorgi, direttore dell'Unar, l'ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali della presidenza del Consiglio. Che aggiunge: "Abbiamo inviato oggi una proposta alla preside chiedendo di promuovere iniziative per la prevenzione e il contrasto di tali episodi, mettendoci a Contact Center Unar | Ad uso interno 8 Rassegna Stampa 07/02/2013 disposizione per prevedere attività di informazione e sensibilizzazione nei confronti di alunni, famiglie, personale docente e non". A condannare il gesto, ieri, è stato anche il ministro del Lavoro, con delega alle Pari opportunità, Elsa Fornero: "Mi sono sempre battuta per garantire l'applicazione del principio di parità di trattamento. Per questo ho stipulato con il ministro Profumo un protocollo d'intesa che istituisce la settimana contro la violenza per sensibilizzare il mondo della scuola sul tema delle discriminazioni". Nel frattempo, ieri pomeriggio il collegio dei docenti del Tacito ha approvato un documento ufficiale in cui "condanna gli autori della scritta omofoba, da ricondursi ad ambienti estremisti, e ribadisce la sua ferma opposizione a qualsivoglia forma di violenza e il suo impegno ad isolare comportamenti e tendenze razziste, intolleranti e neofasciste che non appartengono in alcun modo alla storia di chi opera all'interno della scuola". Tutto il personale, a cominciare dalle preside Giuliana Mori "esprime piena solidarietà al rappresentante d'istituto che svolge con competenza e passione il mandato conferitogli dalla gran parte degli studenti" e dichiara il "massimo impegno nel sostenere e tutelare" il ragazzo di 15 anni. Oggi, nel liceo di via Giordano Bruno, la famiglia dello studente incontrerà il dirigente scolastico insieme agli agenti del commissariato locale per decidere se sporgere denuncia. Intanto, si è concluso l'esame dei filmati registrati dalle telecamere esterne della scuola, che inquadrerebbero proprio l'area del muro imbrattato dall'insulto e dalla celtica. Le registrazioni non avrebbero, però, rivelato alcun particolare sull'identità dei vandali né sul momento esatto in cui avrebbero agito. "I nostri tecnici hanno visionato le immagini riprese durante tutto lo scorso weekend mentre la scuola era chiusa - spiega la preside Mori - Purtroppo, però, quelle notturne sono troppo scure per poter distinguere le eventuali sagome e dare un volto agli autori di quell'ignobile gesto, probabilmente compiuto nell'oscurità". (SARA GRATTOGGI) (fonte http://roma.repubblica.it/cronaca/2013/02/07/news/indagine_di_palazzo_chigi_sul la_scritta_omofoba-52104971/ Contact Center Unar | Ad uso interno 9 Rassegna Stampa 07/02/2013 Razzismo: processo per esponenti Militia, comunita' ebraica parte civile 7 febbraio2013 Roma - - La comunita' ebraica di Roma e' stata ammessa come parte civile nel procedimento davanti al gup che vede imputati 10 esponenti del gruppo di estrema destra 'Militia'. Sono accusati di associazione per delinquere, violazione della legge Mancino, diffusione di idee fondate sull'odio razziale ed etnico, apologia del fascismo, deturpamento di cosa altrui, minaccia alle istituzioni e ai loro rappresentanti. Il giudice dopo lo svolgimento degli atti preliminari ha rinviato l'esame della richiesta del pubblico ministero Luca Tescaroli che sollecita il rinvio a giudizio degli imputati al 17 aprile prossimo. Quel giorno il giudice decidera' anche se accogliere la richiesta di patteggiamento proposta da due degli imputati. Agli imputati il magistrato ha contestato una serie di episodi razziali e di azioni nelle quali compaiono attacchi alla comunita' ebraica romana, al suo presidente Riccardo Pacifici. Altre minacce al sindaco di Roma Gianni Alemanno, gli onorevoli Renato Schifani e Gianfranco Fini ed anche manifesti contro George Bush. (Adnkronos) Contact Center Unar | Ad uso interno 10 Rassegna Stampa 07/02/2013 CALCIO: RAZZISMO; PROCESSO PER DIRETTISSIMA PER AUTORI CORI 7 febbraio2013 RISPONDERANNO DI INGIURIE VIOLAZIONE LEGGE MANCINO E NON DI (ANSA) - BUSTO ARSIZIO (VARESE) - Verranno processati per direttissima, il 21 febbraio, i sei tifosi della Pro Patria denunciati per i cori razzisti che lo scorso 3 gennaio hanno portato alla sospensione dell'amichevole con il Milan allo stadio di Busto Arsizio (Varese). Dal capo di imputazione e' stato tolto il reato di istigazione all'odio razziale in violazione delle legge Mancino. Dovranno rispondere quindi solo dell'accusa di ingiurie aggravate dagli intenti discriminatori. I sei tifosi, tra cui l'ex assessore allo Sport del Comune di Corbetta (Milano) Riccardo Grittini, sono stati identificati dalla polizia nel corso delle indagini coordinate dal pm di Busto Arsizio Mirko Monti e nei loro confronti e' gia' stato disposto il provvedimento del Daspo, il divieto di frequentare gli impianti sportivi, della durata di 5 anni. Nei giorni scorsi sono stati ascoltati in Procura anche alcuni calciatori della Pro Patria e del Milan, tra cui Kevin Prince Boateng e gli altri giocatori ROSSONERI CONTRO I QUALI SONO STATI RIVOLTI I CORI. (ANSA). Contact Center Unar | Ad uso interno 11 Rassegna Stampa 07/02/2013 CORTINA: PRESO L'AUTORE DELLE SCRITTE RAZZISTE 7 febbraio2013 IL SINDACO, OTTIMA PROVA DELLA POLIZIA Cortina d'Ampezzo (Bl), 7 feb. - E' finita con un' indagine a tempo di record la vicenda delle scritte razziste sui muri di Cortina. Il responsabile e' stato individuato dalla Polizia di Stato in meno di 24 ore. ''Un'ottima prova degli uomini e delle donne agli ordini del vice questore Angela Pierobon ai quali vanno i miei complimenti - ha commentato il sindaco Andrea Franceschi - Si vede che sanno fare veramente bene il loro mestiere e non e' la prima volta che lo dimostrano'', . ''Il responsabile delle scritte razziste, come volevasi dimostrare, si e' rivelato essere una persona con forti problemi psico-comportamentali. Del resto - prosegue il Sindaco - dove possono nascere odio e discriminazione verso il diverso se non da una difficile storia personale? Nessun razzismo a Cortina, quindi, solo il gesto di una squilibrato''. ''In questo caso, poi, i problemi del soggetto in questione sono cosi' evidenti che si deve condannare il gesto, ma non e' veramente il caso di accanirsi su una persona malata. Ora cali il silenzio sulla sua povera vicenda. Il lavoro della Polizia e' finito, lasciamo che siano medici ed assistenti sociali a prendersi cura di lui'', conclude. (Adnkronos) Contact Center Unar | Ad uso interno 12 Rassegna Stampa 07/02/2013 TRASPORTO NEGATO AL DISABILE: È DANNO ESISTENZIALE TAR Marche-Ancona, sez. I, sentenza 11.01.2013 n° 23 (Michele Iaselli) 7 febbraio2013 La sentenza del TAR Marche n. 23/2013 interviene in materia di danno esistenziale chiarendo alcuni aspetti relativi sia alla configurazione che alla quantificazione di questa importante categoria di danno. Il caso esaminato riguarda una ragazza disabile che senza giustificati motivi si vede privata, per un determinato periodo di tempo, del servizio di trasporto scolastico da parte del Comune di Cartoceto. Considerato che il TAR, in merito all’an, già con sentenza parziale aveva dato ragione alla famiglia della disabile, accogliendo il ricorso della stessa contro il comune che di fronte alle diverse richieste aveva opposto solo un ingiustificato silenzio, la sentenza in esame, quindi, interviene in merito alla quantificazione del danno patrimoniale e non patrimoniale arrecato alla disabile e quindi alla famiglia. Tale sentenza, però, non può fare a meno di precisare alcuni elementi importanti ai fini dell’accertamento del danno ed in particolare di quello esistenziale a seguito di alcune osservazioni del Comune. In particolare il TAR osserva che l’ingiustizia del danno patito dalla famiglia deriva dall’ingiustificato ritardo con cui il Comune si è attivato per garantire alla disabile il servizio richiesto. Il conseguente risarcimento, quindi, è dovuto ai sensi dell’art. 2 bis della L. n. 241/1990 alla luce anche di una c.d. "colpa d'apparato" del Comune, che non può essere esclusa dall'incertezza interpretativa nata in merito all'individuazione dell'ente competente all'erogazione del servizio in argomento. Difatti il giudice dell’esistenza di deliberazioni del attuazione degli s.m.i. amministrativo non giustifica tale incertezza in considerazione una precisa normativa regionale di riferimento e di numerose Consiglio Regionale che hanno periodicamente dettato i criteri di interventi a favore delle persone disabili ex L.R. n. 18/1996 e Contact Center Unar | Ad uso interno 13 Rassegna Stampa 07/02/2013 Riguardo, invece, l’esistenza di un nesso di causalità tra il disservizio del Comune ed il danno esistenziale, il TAR, pur riconoscendo il principio generale dell’insussistenza di un danno esistenziale in re ipsa, non può fare a meno di riconoscere, nel caso di specie, il pregiudizio sia morale che psicologico arrecato al genitore di un figlio disabile al quale venga negata l'erogazione di un servizio assistenziale previsto dalla legge solo per ragioni burocratiche e che sia per questo banale motivo costretto a prestare personalmente l'assistenza. In merito, invece, alla quantificazione dei danni, il TAR non concorda con le richieste di parte attrice ed in particolare, avuto riferimento al danno esistenziale, l’organo giurisdizionale rileva la transitorietà del pregiudizio arrecato, in quanto il periodo di carenza del servizio è stato breve e non è stata fornita alcuna prova del peggioramento del rendimento scolastico della figlia della ricorrente a causa delle ripetute assenze. (Altalex, 7 febbraio 2013. Nota di Michele Iaselli) Contact Center Unar | Ad uso interno 14 Rassegna Stampa 07/02/2013 Di "Razza umana" a Montemurlo una mostra interattiva per capire cos'è il razzismo 7 febbraio2013 Viaggio tra pregiudizi: l'esposizione itinerante fino ad oggi visitata da 17mila ragazzi resterà al centro giovani fino al 21 febbraio Prato - L’uomo della dogana ti strappa con disprezzo il passaporto dalle mani e ti urla addosso parole incomprensibili. Un poliziotto ti perquisisce e ti prende le impronte digitali. Queste sono solo alcune delle situazioni in cui i visitatori della mostra “Di Razza Umana” si troveranno a far fronte, senza aiuti e senza sconti. Il razzismo si “disimpara” così a Montemurlo: calandosi per una mezz’ora nei panni di un migrante italiano, magari clandestino, che arriva in un Paese straniero alla ricerca di un nuovo futuro. Per la prima volta, infatti, la mostra interattiva, promossa da Unicoop Firenze con il sostegno dell’assessorato alla Cultura del Comune di Montemurlo e della Regione Toscana, fa tappa in provincia di Prato e dal 6 al 21 febbraio sarà visitabile nell’allestimento al Centro Giovani di piazza Don Milani a Montemurlo. Alla presentazione, questa mattina, erano presenti il sindaco e l’assessore alla cultura del Comune di Montemurlo, la presidente della sezione soci Coop di Prato, Fiorella Astori e la vice presidente della Fondazione “Il cuore si scioglie”, nonché responsabile dei progetti sociali di Unicoop Firenze, Daniela Mori che ha sottolineato: “La mostra è una piccola esperienza che fa capire come ci si sente quando si vestono i panni degli altri. Vogliamo far crescere nei giovani elementi di consapevolezza senza indottrinarli, perché siano realmente protagonisti delle proprie scelte.” Un’opportunità per parlare, quindi, di “diversità” ed affrontare- come sottolinea il preside della scuola media “Salvemini- La Pira” Paolo Calusi- “il tema dell’ intercultura, che rappresenta una forte necessità per la scuola”. Una mostra con un alto valore “sociale”, dunque, se si pensa che a Montemurlo i bambini di origine Contact Center Unar | Ad uso interno 15 Rassegna Stampa 07/02/2013 straniera rappresentano il 30% dell’intera popolazione scolastica. La mostra, in due anni di programmazione, ha girato 23 città toscane, coinvolgendo oltre 17mila ragazzi e per la tappa montemurlese sono già 29 le classi che hanno prenotato la propria partecipazione per un totale di oltre 780 alunni coinvolti. Adulti e ragazzi delle scuole medie e superiori della provincia che vorranno provare questa esperienza potranno iscriversi contattando il Centro di educazione al Consumo consapevole dell’Unicoop al seguente numero:055-4225622. LA MOSTRA- La mostra prende il titolo da un episodio realmente accaduto. Nel 1933 Albert Einstein si trasferì in America a causa delle persecuzioni antisemite che già imperversavano in Germania e in Europa. Allo sbarco negli Stati Uniti, come tutti gli emigrati, ricevette un modulo da compilare. Fra le molte domande cui bisognava rispondere ce n’era una che chiedeva: “Razza di appartenenza? ”E lui scrisse “Umana”. Come si combatte il pregiudizio razzista? Come si combatte un’opinione ritenuta scontata e incontrovertibile? Secondo Einstein è più facile spezzare un atomo che un pregiudizio. “Di razza umana”, mostra interattiva e itinerante, si propone come strumento per disimparare il razzismo. La mostra farà sperimentare in prima persona al visitatore le contraddizioni della globalizzazione, in un viaggio attraverso gli stereotipi e i pregiudizi che giustificano le discriminazioni razziali e l’esclusione. Lo scopo è quello di riflettere sulle diversità, sugli inganni della percezione, sulle nuove tipologie migratorie e i meccanismi economici ad esse sottesi, stimolando la riflessione e lo sviluppo di capacità critiche indispensabili per individuare le forme dissimulate di discriminazione e di razzismo presenti nella nostra vita quotidiana. COME SI ARTICOLA - La mostra si articola in due percorsi: “La Storia e le Storie” e “Viaggio tra i Pregiudizi”, che i ragazzi affronteranno divisi in due gruppi per facilitare l’interazione e l’immedesimazione con la realtà proposta. “La storia e le storie” - Il percorso ruota intorno ai miti sul sottosviluppo. Attraverso un video di tipo storico viene presentata l’evoluzione della globalizzazione economica, dalle scoperte geografiche ad oggi, seguendo anche il passaggio dall’idea di razza al razzismo. Sono introdotti concetti chiave come colonialismo, neocolonialismo, debito estero, le relative conseguenze (divario socio-economico, degrado ambientale, nascita e inasprimento dei conflitti) e come queste causino i diversi flussi migratori internazionali. In conclusione sono proposti giochi-test per verificare la comprensione degli argomenti trattati. Per risolvere tali Contact Center Unar | Ad uso interno 16 Rassegna Stampa 07/02/2013 giochi-test i ragazzi potranno servirsi di alcuni pannelli sulle “storie di vita” di chi è costretto ad emigrare e utilizzare un cartellone che sintetizza le principali cause dell’emigrazione e i paesi coinvolti. “Viaggio tra i pregiudizi” - Il percorso è una simulazione in cui i ragazzi, proiettati in un futuro fantascientifico ma molto realistico, stanno emigrando in un altro Paese. Sperimentando in prima persona questa esperienza, i “migranti” dovranno affrontare il problema dei documenti, del visto d’ingresso e del riconoscimento delle professionalità acquisite e subire lo sfruttamento lavorativo, gli atteggiamenti discriminatori e i pregiudizi a loro riservati. “Loro sono diversi”: questo è forse il pregiudizio più resistente al cambiamento perché si basa sulla nostra esperienza diretta, quella percettiva, e quindi sembra un giudizio oggettivo. Al termine del viaggio il pregiudizio su questa irriducibile diversità che, partendo dall’aspetto somatico, si allarga fino a coinvolgere anche le altre caratteristiche umane viene progressivamente messo in discussione attraverso alcuni giochi-test. (fonte http://www.lanazione.it/prato/cronaca/2013/02/06/841945razza_umana_montemurlo_mostra_interattiva_capire_razzismo.shtml ) Contact Center Unar | Ad uso interno 17 Rassegna Stampa 07/02/2013 IL GIUDICE COSTITUZIONE ANTROPOLOGO . E COMPOSIZIONE TECNICHE DEI DI CONFLITTI MULTICULTURALI 7 febbraio2013 Franco Angeli, 2012 pp. 400 euro 43 Come si risolvono i conflitti multiculturali? Che tipo di domande si pongono i giudici chiamati a farsi antropologi quando la cultura entra nell'orizzonte del diritto? Muovendo dalle centinaia di sentenze accumulatesi negli ultimi decenni, il libro ricostruisce le narrazioni costituzionali e antropologiche e gli strumenti tecnico-giuridici elaborati dai giudici per affrontare le sfide del multiculturalismo: dal velo islamico alla circoncisione, dagli omicidi d'onore al manghel dei rom, dalle diverse concezioni della donna e della famiglia alle visioni del mondo dei popoli nativi. La Costituzione italiana offre spazi per una considerazione del fattore culturale, che non a caso è con frequenza utilizzato dai giudici. Al fine di stabilizzare i percorsi argomentativi, il lavoro avanza una proposta di "test culturale" che incorpora l'esperienza comparata, in particolare nord-americana, e immette nell'argomentazione giuridica italiana, specie costituzionalistica, le più recenti concezioni dell'antropologia. Il test proposto non è certo una ricetta per risolvere tutti i problemi del multiculturalismo, ma può essere un contributo ad un approccio più persuasivo e relazionale allo stesso, che faciliti la ricerca di nuovi valori della convivenza all'insegna della diversità. Ilenia Ruggiu insegna Diritto costituzionale presso l'Università degli Studi di Cagliari. I suoi interessi di ricerca vertono su federalismo e regionalismo, diritti culturali e delle minoranze, metodo comparato. Ha svolto attività di ricerca in diverse università nord-americane ed europee. È autrice di Contro la Camera delle Regioni (Jovene 2006). Contact Center Unar | Ad uso interno 18 Rassegna Stampa 07/02/2013 INDICE Ringraziamenti Introduzione Parte I. Topica dei conflitti multiculturali In media res: i casi (Genitori che uccidono i propri figli; Uomini che maltrattano le donne; Concezioni della cura dei bambini; La cultura e i popoli nativi) La risoluzione dei conflitti multiculturali nella giurisprudenza italiana e comparata. L'emersione dei test culturali (Delimitazione del concetto di argomento culturale ai fini dell'indagine. Dal giudice "sociologo" al giudice "antropologo"; La distinzione tra cultura e religione nel diritto costituzionale; La giurisprudenza italiana; La giurisprudenza britannica: il topos del tempo; La giurisprudenza tedesca: il topos del danno; La giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo: la diversità come bene pubblico; L'emersione dei test culturali e religiosi. Origine storica e definizione dei test; Il test culturale del Comitato dei diritti umani delle Nazioni Unite; I test nella giurisprudenza canadese; I test nella giurisprudenza statunitense; Si sta formando una tradizione giuridica comune su come risolvere i conflitti multiculturali?) Concetti di cultura nella antropologia e nella argomentazione giuridica (Un'analisi decostruttiva del concetto di cultura; La cultura come manufatto. Reificazioni, sineddoche e metonimie nell'argomentazione giuridica; La cultura come evoluzione di civiltà. Il primitivismo e il giudice di fronte al fattore "tempo"; La cultura come esotismo. L'irresistibile fascino del "diverso" sul giudice; La cultura come relativismo. L'abbandono del ragionamento more juridico a favore del ragionamento more anthropologico; La cultura come attributo che possiede soltanto l'altro. La culturalizzazione dello straniero; La cultura come interpretazione e traduzione. Il giudice doppio antropologo e l'equivalente culturale; La cultura come autenticità. Il giudice alla ricerca delle culture Pure; La cultura come creolizzazione. Il riconoscimento giudiziale delle trasformazioni culturali; Il panculturalismo. La delimitazione del "culturale" nell'argomentazione giuridica; La cultura come etnosfera. La diversità culturale valore per l'intera società; Contro la cultura: l'era del nichilismo antropologico. La crisi del multiculturalismo nel diritto; Attualità di un concetto e auspicio di un nuovo rapporto tra diritto e antropologia) Contact Center Unar | Ad uso interno 19 Rassegna Stampa 07/02/2013 Parte II. Teoria dei conflitti multiculturali Costituzioni e multiculturalismo (Lo status del concetto di cultura nel diritto positivo costituzionale e internazionale; Modelli teorici di riconoscimento culturale; L'esigenza di una stabilizzazione delle tecniche di risoluzione dei conflitti multiculturali. Lo strumento del test per i giudici e per il legislatore) La proposta: un test come contributo alla composizione dei conflitti multiculturali (I test culturali della dottrina; I rischi del test; Uno sguardo d'insieme sulla struttura del test proposto. Gli elementi non inclusi; La premessa al test. Adottare la prospettiva dell'altro; Il test; L'applicazione del test a conflitti concreti; Rileggendo il caso Kimura) Conclusioni Appendice fotografica Bibliografia Tavole della giurisprudenza e dei test. Contact Center Unar | Ad uso interno 20 Rassegna Stampa OMOFOBIA: 07/02/2013 AMNESTY A CANDIDATI PREMIER, IMPEGNARSI PER COMBATTERLA 6 febbraio2013 Roma - "Il dibattito sull'insicurezza della citta' di Roma e nuovi episodi di discriminazione in base all'orientamento sessuale mettono in evidenza la necessita' che l'Italia combatta l'omofobia e la transfobia e garantisca tutti i diritti umani alle persone Lgbti (lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuate)". Lo ha dichiarato Carlotta Sami, direttrice generale di Amnesty International Italia. "Negli ultimi anni, attacchi verbali e fisici nei confronti delle persone Lgbti si sono verificati in Italia con preoccupante frequenza", ha osservato, "mentre diversi esponenti politici e istituzionali hanno continuato a fomentare un clima d'intolleranza e di odio con dichiarazioni palesemente omofobe". Amnesty in queste settimane sta chiedendo ai leader delle coalizioni e a tutti i candidati alle elezioni di dire chiaramente "da che parte stanno" rispetto a 10 richieste riguardanti i diritti umani in Italia. "Combattere l'omofobia e la transfobia, colmare le lacune legislative e garantire pari diritti alle persone Lgbti e' una di queste richieste", ha spiegato Sami, "hanno gia' risposto affermativamente Antonio Ingroia, Nichi Vendola e decine di candidate e candidati delle circoscrizioni elettorali. Sollecitiamo gli altri a fare altrettanto e a farlo presto". La legge antidiscriminazione prevede pene aggravate per crimini di odio basati sull'etnia, razza, nazionalita', lingua o religione, ma non tratta allo stesso modo quelli motivati da finalita' di discriminazione per l'orientamento sessuale e l'identita' di genere. Inoltre, l'incitamento a commettere atti o provocazioni di violenza omofobica e transfobica non e' perseguibile come altre forme di incitamento alla violenza discriminatoria. L'Agenda di Amnesty e' disponibile su www.ricordatichedevirispondere.it, assieme a un appello che consente di aderire alle 10 richieste di Amnesty International, gia' firmato da quasi 15.000 persone. (AGI) Contact Center Unar | Ad uso interno 21 Rassegna Stampa Easyjet 07/02/2013 multata per discriminazione La compagnia aveva rifiutato l'imbarco a tre persone disabili non accompagnate 6 febbraio2013 PARIGI - La corte d'appello di Parigi ha confermato la condanna della compagnia aerea britannica Easyjet a pagare 70.000 euro di multa per discriminazione per aver rifiutato l'imbarco a tre persone disabili non accompagnate. Oltre alla multa il tribunale ha condannato Easyjet a versare 2.000 euro di danni e interessi a ciascuno dei tre passeggeri e un euro simbolico all'Associazione dei disabili di Francia. Tra il 2008 e il 2009, a tre riprese, i tre passeggeri non erano potuti salire in uno degli aerei del compagnia low cost in partenza dall'aeroporto parigino di RoyssyCharles-de-Gaulle. Easyjet aveva avanzato come motivazione le ragioni di sicurezza, in conformità con la regolamentazione europea e britannica. (fonte http://www.cdt.ch/mondo/cronaca/77618/easyjet-multata-per-discriminazione.html ) Contact Center Unar | Ad uso interno 22 Rassegna Stampa 07/02/2013 Rifiutano l'iscrizione alla palestra alla figlia perché rom e denunciano il fatto ai carabinieri 6 febbraio2013 Si dovrà fare piena luce su quanto consegnato alla carta bollata e riferito da Vanessa Cirillo, responsabile per la regione Abruzzo della Fondazione romanì Italia. Secondo la portavoce l'addetto di una una palestra-piscina avrebbe risposto con espressioni discriminanti a un rom che ieri pomeriggio si è recato nell'impianto per iscrivere la figlia di sette anni alle lezioni di nuoto o danza. Questi avrebbe motivato il rifiuto sostenendo che gli zingari non sarebbero persone civili perchè non si adeguano alle regole «di noi italiani» e non sarebbero » capaci di integrarvi. Pertanto non intendo iscrivere vostra figlia». Dopo l'episodio il giovane genitore ha raggiunto la caserma dei carabinieri ed esposto quanto sarebbe accaduto. «La Fondazione - ha raccontato la Cirillo in una nota - ha inoltrato la segnalazione a Unar-Ufficio nazionale antidiscriminazione razziale, che ha attivato i propri legali per denunciare i fatti alla magistratura e nelle prossime settimane promuoverà iniziative per contrastare le violenze contro i bambini delle comunità romanes. La famiglia protagonista della vicenda - ha spiegato la Cirillo - si era rivolta alla struttura sportiva per risolvere i problemi di salute della bambina, su consiglio del pediatra. Il capofamiglia per diversi anni ha lavorato in una nota catena nazionale di supermercati e attualmente è disoccupato. È estraneo a fatti di illegalità e la famiglia è perfettamente integrata nel tessuto sociale cittadino». La Fondazione, pertanto, ritiene che quanto accaduto sia «il risultato verso la minoranza rom dell'istigazione all'odio razziale della politica abruzzese, della indifferenza delle istituzioni, della strumentalizzazione della società civile». E s e le cose sono andate così, è davvero una brutta pagina. (fonte http://www.iltempo.it/abruzzo/2013/02/06/1390467rifiutano_iscrizione_alla_palestra_alla_figlia_perche_denunciano_fatto_carabinieri. shtml) Contact Center Unar | Ad uso interno 23 Rassegna Stampa 07/02/2013 Giornata Internazionale contro le Mutilazioni Genitali Femminili 6 febbraio2013 Oggi, in occasione della giornata internazionale contro le mutilazioni genitali femminili, si è tenuto presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, un Convegno organizzato dal Dipartimento per le Pari Opportunità. Il Convegno ha costituito un’occasione utile per approfondire il tema delle mutilazioni genitali femminili e condividere le azioni positive poste in essere dal Dipartimento per le Pari Opportunità quotidianamente impegnato su tale fenomeno. In particolare, nel corso della giornata, che si è aperta con il saluto del Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali con delega alle Pari Opportunità, Prof.ssa Elsa Fornero, sono state illustrate le finalità e le modalità di attuazione dell’«Intesa concernente il sistema di interventi da sviluppare per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno delle mutilazione genitali femminili» approvata il 6 dicembre 2012 dalla Conferenza Permanente per i Rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano. (fonte http://www.pariopportunita.gov.it/) Contact Center Unar | Ad uso interno 24 Rassegna Stampa 07/02/2013 Bandi di ammissione al corso triennale di specializzazione in medicina generale aperti ai soli cittadini italiani e comunitari 5 febbraio2013 A seguito del parere dell’UNAR, la Regione Valle d’Aosta chiede la convocazione di una riunione interregionale con il Ministero della Salute. Il parere dell'UNAR dd. 04.01.2013 (rep. n. 1/2013) La lettera della Regione Valle d'Aosta dd. 18 gennaio 2013 Con un’azione giudiziaria anti-discriminazione, attualmente alla fase di ricorso per giurisdizione dinanzi alla Corte di Cassazione, l’ASGI ha posto la questione della compatibilità tra la normativa antidiscriminazione e i bandi indetti dalle Regioni per l’ammissione ai corsi triennali di formazione specifica in medicina generale, che contengono la clausola di nazionalità, ovvero prevedono la partecipazione dei soli cittadini italiani e comunitari. A seguito della sollecitazione dell’ASGI, sull’argomento è intervenuto pure l’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), il quale, in data 4 gennaio 2013, ha emanato un proprio parere (n. 1/2013) indirizzato alla Regione Valle d’Aosta, la quale aveva indetto uno di questi bandi con queste caratteristiche. A seguito del parere dell’UNAR, che si è espresso in termini favorevoli all’accesso dei medici di nazionalità straniera ai corsi di specializzazione ed anche ai rapporti lavorativi convenzionati con le Azienda Sanitarie locali, la Regione Valle d’Aosta ha richiesto, in data 18 gennaio, la convocazione di una riunione interregionale, con il coinvolgimento del Ministero della Salute, per discutere dell’argomento. Tuttavia, nell’attesa che la questione possa trovare un unitario ed uniforme chiarimento a livello nazionale, la Regione Valle d’Aosta ha preannunciato che per Contact Center Unar | Ad uso interno 25 Rassegna Stampa 07/02/2013 il prossimo bando di concorso per il triennio 2013-2016 non modificherà i requisiti di accesso, conservando quindi la clausola di nazionalità. Nel parere, l’UNAR rileva il contrasto dell’esclusione dei cittadini stranieri di Paesi terzi non membri UE dalla specializzazione in medicina generale con le disposizioni normative del T.U. immigrazione in materia di accesso agli studi universitari che sanciscono invece il principio di parità di trattamento. Tale principio è stato poi ribadito anche dalla circolare del MIUR n. 366 dd. 22.02.2012, specificatamente con riferimento all’accesso alle scuole di specializzazione in medicina, ed innanzitutto in relazione ai medici cittadini extracomunitari già regolarmente soggiornanti in Italia con carta di soggiorno, permesso di soggiorno per motivi di lavoro o famiglia, per asilo politico, per motivi religiosi ovvero che abbiano conseguito il diploma di laurea in Italia o il riconoscimento del titolo ai fini dell’esercizio della professione. Ciononostante le prassi ministeriali e regionali sono quelle di riservare ai soli medici italiani e comunitari l’accesso ai corsi di specializzazione in medicina generale in quanto il conseguimento del Diploma di specializzazione specifico in medicina generale risulta requisito fondamentale e necessario per l'esercizio dell'attività di medico chirurgo di medicina generale (il c.d. medico di famiglia) nell'ambito del Servizio Sanitario Nazionale, ovvero per la partecipazione alle graduatorie che consentono poi la stipula di un rapporto di lavoro convenzionato con le aziende sanitarie. Ritenendosi che detto rapporto di lavoro costituisca rapporto di pubblico impiego, sottoposto dunque alla normativa generale che lo riserverebbe ai soli cittadini italiani e dell’Unione europea, le Regioni dunque escludono dalla partecipazione ai concorsi per le scuole di specializzazione in medicina generale i medici stranieri di Paesi non membri dell’Unione europea. Nel suo parere l’UNAR innanzitutto ravvede la contraddittorietà di tale esclusione nel momento in cui “non è un presupposto indefettibile il fatto che il medico ammesso e formato presso il corso triennale di specializzazione sia tenuto a svolgere l’attività lavorativa in regime di convenzione con il SSN, essendo in sua facoltà scegliere di svolgere l’attività specialistica come libero professionista o addirittura di non svolgere quella attività”. In secondo luogo l’UNAR ricorda tutte quelle norme di legge, ed in particolare l’art. 2 c. 3 del T.U. immigrazione facente richiamo alla Convenzione OIL n. 143/75, che prevedendo un principio di parità di trattamento nell’accesso ai rapporti di lavoro tra lavoratori stranieri regolarmente soggiornanti e lavoratori nazionali, dovrebbero Contact Center Unar | Ad uso interno 26 Rassegna Stampa 07/02/2013 far ritenere oramai giuridicamente esaurita la riserva di cittadinanza italiana o comunitaria per tutte quelle attività professionali in senso ai rapporti di pubblico impiego che non implichino lo svolgimento di pubblici poteri o riguardino la tutela di interessi nazionali, come più volte riconosciuto dalla giurisprudenza di merito. In più si potrebbe anche sostenere come appaia perlomeno dubbio che il rapporto di lavoro tra il medico di famiglia e l’Azienda Sanitaria possa strettamente configurarsi come un rapporto di impiego pubblico, trattandosi invece di un rapporto di lavoro autonomo convenzionato con la struttura pubblica. (fonte www.asgi.it) Razzisti online contro Khalid Chaouki. "Li ho denunciati" 5 febbraio2013 La pagina facebook del candidato del Pd piena di insulti e minacce, ora indaga la Digos. Turco: “Inaccettabile, siamo preoccupati e indignati” Roma - Hanno iniziato con pochi commenti: “Voi non siete né sarete mai italiani”,”l’Islam è come il virus dell’Aids”. Poi sono diventati sempre più invadenti: “Beduini!”, “Vi capiscono solo i cammelli”, e violenti: “Siete invasori da mandare via a calci nel culo”. Fino alle minacce esplicite: “A palate vi prenderei…”, “Perché non ti butti in un fiume?”. Khalid Chaouki è diventato un bersaglio per i razzisti su Facebook. Da quando è stata annunciata la sua candidatura alla Camera nelle liste del Partito Democratico, hanno riempito la sua pagina di minacce e insulti seguendo un copione genuinamente xenofobo. Non attaccano le sue idee, ma la sua origine e la sua fede: è nato in Marocco, è musulmano. Contact Center Unar | Ad uso interno 27 Rassegna Stampa 07/02/2013 All’inizio, lui li ha ignorati. Ha segnalato a Facebook quegli interventi e intanto ha cercato di concentrarsi sul dialogo con gli altri lettori della sua pagina. Poi, però, è arrivato un momento in cui il razzismo ha fagocitato il resto, e così stamattina Chaouki ha presentato una denuncia alla Digos, nella speranza che quanti finora si sono nascosti dietro una tastiera vengano identificati, fermati, puniti. “Quei commenti erano diventati così aggressivi da rendere impossibile ogni confronto. La denuncia è stata un passo obbligato” spiega a Stranieriinitalia.it l’esponente del Pd. Non ha molta voglia di parlare, a caldo, di una vicenda che lo ha colpito anche in una dimensione personale. Nonostante sia da tempo un personaggio pubblico, quindi esposto alle critiche, ammette che non si aspettava attacchi di questo tipo, così improvvisi, così violenti. Quello che è successo è però solo un filo della vasta ragnatela d’odio online. “C’è una dimensione ‘virtuale’ del razzismo e dell’islamofobia – dice Chaouki fortemente sottovalutata. Servono nuove norme, ma anche una cultura giuridica che non rifletta la tendenza a derubricare certe azioni come bullismo, roba da esaltati, teste calde. Soprattutto mentre fioriscono gruppi dichiaratamente nostalgici del nazifascismo”. Si fa sentire anche il Partito Democratico. ”Denunciamo le pesanti aggressioni e le gravi violenze verbali che il nostro giovane candidato sta ricevendo in questi giorni via web. Siamo preoccupati ma soprattutto indignati per le parole volgari e razziste che vengono rivolte a Khalid. A lui va tutta la nostra vicinanza e solidarietà” scrive Livia Turco, presidente del Forum Immigrazione del Pd. “Non lo tolleriamo e riteniamo inaccettabile che in Italia una persona, per le sue origini, la sua religione o peggio per le sue idee, possa ancora essere vittima di questi vili atti intimidatori. Sono comportamenti che ci inducono a rafforzare il nostro impegno teso a sradicare qualsiasi atteggiamento di discriminazione” aggiunge. “Siamo convinti – conclude Turco - che la maggior parte degli italiani sia animata dai principi di solidarietà, generosità e rispetto reciproco”. Un motivo in più per chiedere al prossimo Parlamento norme più severe ed efficaci contro quella minoranza razzista che può fare danni devastanti a tutto il Paese. (fonte http://www.stranieriinitalia.it/attualitarazzisti_online_contro_khalid_chaouki._li_ho_denunciati_16596.html ) Contact Center Unar | Ad uso interno 28 Rassegna Stampa 07/02/2013 ROMA, SCRITTE OMOFOBE AL LICEO TACITO CONTRO UN 15ENNE. "FR... DIMETTITI" –FOTO 5 febbraio2013 ROMA - L'elezione di un quindicenne, omosessuale dichiarato, a rappresentante d'istituto ha dato fastidio a qualcuno al liceo classico Tacito di Roma. Il 'Messaggero' racconta, infatti, che davanti all'entrata della scuola è comparsa una scritta offensiva nei confronti del neoeletto rappresentante. Ieri mattina, sul portone della scuola, nel quartiere Trionfale, qualcuno ha scritto 'Frocio dimettiti' con una bomboletta spray nera. Accanto, una croce celtica, per far capire che l'insulto lo avevano scritto loro, 'i fasci'. Il messaggio è chiaro: 'Dimettiti, perché sei gay'. Perché a loro non andava giù che un ragazzo dichiaratamente omosessuale potesse essere il rappresentante d'istituto, per giunta dopo essere stato il più votato alle elezioni di novembre. LA REAZIONE DEL QUINDICENNE «Non fatemi passare per una vittima, perché io sono un ragazzo forte. Sono uno tosto che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. Evidentemente chi ha fatto questa scritta non ha avuto il coraggio di Contact Center Unar | Ad uso interno 29 Rassegna Stampa 07/02/2013 insultarmi di persona e ha preferito sfogarsi vigliaccamente sui muri della scuola, pensando che nessuno potesse vederlo». La scritta potrebbe essere di un gruppo fascista, data la celtica, ma non ha idea di chi possa essere stato: «Forse qualcuno della scuola, anche se in realtà non ho mai avuto litigi con nessuno qui. A volte ho avuto dei confronti ma sempre su questioni politiche, mai personali. Sono solo degli stupidi che pensano che in un liceo non possa esserci un rappresentante gay. Io poi non ho mai avuto problemi a parlare della mia omosessualità e se devo essere onesto questo gesto non mi ha fatto né soffrire né intimorire. All'inizio avevo deciso di fregarmene, poi però ho capito che era importante parlarne, per fare capire ad altri ragazzi, magari vittime di bullismo, che non bisogna avere paura. Perché ci sono miei coetanei che per gli insulti di qualche deficiente ci hanno rimesso la vita». IL "RAGAZZO DAI PANTALONI ROSA" Impossibile dimenticare il 'ragazzo con i pantaloni rosa', il quindicenne che a dicembre si è impiccato forse per le prese in giro dei compagni di scuola. «È una storia che mi ha rattristato molto - racconta il rappresentante del Tacito - È pensando a lui che ho deciso che non fosse giusto chiudere un occhio. È il primo pensiero che mi è venuto quando ho visto questa scritta. Poi ho pensato ad un altro ragazzo di Ischia che si era candidato rappresentante d'istituto e sulle mura del suo liceo ha trovato scritto: non votate il 'frocio'». Le telecamere esterne dell'istituto, che riprendono proprio l'entrata e il marciapiede antistante, potrebbero aiutare ad individuare i responsabili, ma senza una denuncia formale la scuola non ha possibilità di visionare le registrazioni, visto che il personale della segreteria può vedere solo le immagini dal vivo. E la famiglia del ragazzo non ha ancora deciso se sporgere denuncia. «Non voglio dare troppa importanza a un gesto così vigliacco. Mi basta la denuncia pubblica, forse non è necessaria anche quella legale. In ogni caso ne parlerò con i miei genitori che sono ancora scioccati. Hanno paura che qualcuno mi faccia del male». (fonte http://www.leggo.it/roma/bianca/roma_scritte_omofobe_al_liceo_tacito_contro_un_ 15enne_fr_dimettiti_foto/notizie/213085.shtml) Contact Center Unar | Ad uso interno 30 Rassegna Stampa 07/02/2013 PRIMA APERTURA NELLA CHIESA: "DIRITTI ALLE COPPIE GAY" 5 febbraio2013 CITTÀ DEL VATICANO - "No alle nozze gay, ma sì al riconoscimento dei diritti per le coppie di fatto e omosessuali all'ammissione secondo dei il Codice divorziati civile risposati e alla Comunione". Nella Chiesa cattolica spira aria di rivoluzione in materia di famiglia e diritti dei gay. Se ne è fatto portavoce, a sorpresa, l'arcivescovo Vincenzo Paglia, neo presidente del Pontificio consiglio per la famiglia, alla presentazione degli atti del Meeting internazionale sulla famiglia svolto a Milano lo scorso maggio. Anche se il presule - storico prelato della Comunità di Sant'Egidio puntualizza che il "vero" matrimonio è solo quello celebrato tra un uomo e una donna, la sua è una apertura inaspettata. Il "no" della Chiesa alle nozze gay - specifica Paglia - non è un fatto religioso: "La Costituzione italiana parla molto chiaro, ma prima ancora era il diritto romano che stabiliva cosa fosse il matrimonio". E "anche Giorgio Gaber" ricorda "diceva che donna e uomo sono destinati a restare diversi, perché senza due corpi differenti e pensieri differenti non c'è futuro". Ma questo non significa - ammette il presule che non si debbano riconoscere i diritti delle coppie di fatto, anche gay. Anzi, "è tempo che i legislatori se ne preoccupino". Paglia riconosce, inoltre, che le "convivenze non famigliari" sono "molteplici", e assicura che la Chiesa è favorevole "a che in questa prospettiva si aiutino a individuare soluzioni di diritto privato e prospettive patrimoniali all'interno dell'attuale Codice civile". Soluzioni per impedire ingiustizie verso i più deboli. Occorre inoltre vigilare - avverte Paglia - sulle discriminazioni delle persone omosessuali nel mondo: "In oltre venti paesi l'omosessualità è ancora perseguita come un reato". Quanto ai divorziati risposati esclusi dall'eucaristia, il ministro del Contact Center Unar | Ad uso interno 31 Rassegna Stampa 07/02/2013 Vaticano per la famiglia annuncia che "il Papa ci ha chiesto di approfondire ancora la questione, perché vuole trovare una soluzione. Il problema gli sta molto a cuore". Nelle parole di Paglia non vede aperture Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia, secondo il quale "proporre per le coppie gay il riconoscimento di diritti individuali nel quadro del diritto privato significa mantenere l'attuale situazione di assenza del diritto". Il presidente di Gaynet Franco Grillini dichiara, invece, che "per la prima volta un alto prelato riconosce che esistono anche i diritti delle coppie omosessuali e che nel mondo ci sono molti paesi dove l'omosessualità è reato". Critico Flavio Romani, presidente di Arcigay, per l'ennesimo "no" della Chiesa al matrimonio fra persone dello stesso sesso, "un provvedimento che invece guadagna consensi nell'opinione pubblica e nei governi". (fonte http://www.repubblica.it/politica/2013/02/05/news/chiesa_diritti_gay51973664/) Contact Center Unar | Ad uso interno 32 Rassegna Stampa 07/02/2013 Cento anni dalla nascita di Rosa Parks, simbolo dei diritti civili 5 febbraio2013 Sono passati cento anni dalla nascita di Rosa Parks, l'attivista per i diritti civili simbolo dell'anti segregazionismo. La Parks nacque il 4 febbraio 1913 a Tuskegee, in Alabama e morì il 24 ottobre 2005. Venne arrestata il 1 febbraio del 1955 per essersi rifiutata di cedere il suo posto sull'autobus a un passeggero bianco, come previsto dalle leggi dell'epoca. Dopo quel gesto nacque il movimento che portò alla dichiarazione di incostituzionalità della segregazione sui mezzi pubblici dell'Alabama e Rosa divenne una delle figure simbolo del movimento per i diritti civili. Tante le manifestazioni in tutto il mondo e anche in Italia con lo spettacolo di Amnesty International "L'autobus di Rosa" (a cura di Sara Bertuccioli) (fonte http://www.repubblica.it/persone/2013/02/04/foto/rosa_parks51942518/1/#1) Contact Center Unar | Ad uso interno 33 Rassegna Stampa 07/02/2013 Nasce a Palermo l’Ufficio garante della legalità e contro il razzismo Iniziativa dell’associazione L’Arca “Federazione Associazioni e Comunità Immigrate” 5 febbraio2013 Apre i battenti nel cuore di Palermo l’Ufficio garante delle legalità e contro il razzismo su iniziativa dell’associazione L’Arca “Federazione Associazioni e Comunità Immigrate”. Si tratta di una struttura unica nel suo genere che viene lanciata in collaborazione con l’Asp di Palermo ed uno staff specializzato di medici, legali, psicologi e mediatori culturali di madrelingua e di origine immigrata. L’Ufficio vuole essere punto di riferimento dei singoli e delle comunità, quale centro di aggregazione e intende indirizzare i cittadini immigrati nelle varie procedure che li riguardano, assisterli, vigilare sulla salute fisica e psicologica e sugli episodi di violenza e di razzismo in escalation negli ultimi due anni. (fonte http://immigrazioneoggi.it/daily_news/notizia.php?id=004986 ) Contact Center Unar | Ad uso interno 34 Rassegna Stampa 07/02/2013 Violenza contro le donne, ''manifesto'' per la politica un Dall'associazione Dire cinque richieste al nuovo governo. E rilancia l'allarme sui tanti centri antiviolenza che rischiano di chiudere a causa dei tagli 5 febbraio2013 PALERMO - Cinque richieste politiche sul tema della violenza contro le donne, cinque punti che non devono mancare nel programma politico del futuro governo. Lo chiede l'associazione nazionale D.i.Re - Donne in Rete contro la violenza che presenta il proprio manifesto contro la violenza alle donne e chiede alle future e ai futuri parlamentari, e alle donne e agli uomini del futuro governo, che siano assunti impegni precisi contro questo fenomeno devastante per le donne e tutta la società italiana. D.i.Re chiede misure politiche serie, durature, adeguate e rilancia l'allarme sui tanti centri antiviolenza/case rifugio che rischiano di chiudere a causa dei tagli alle politiche sociali e al welfare che colpiscono soprattutto le donne e aumentano le disuguaglianze di genere. Sono 124 le donne uccise nel 2012 e 14 mila quelle che si rivolgono, ogni anno, agli oltre sessanta centri antiviolenza aderenti a D.i.Re. Dati che rappresentano solo una minima parte del fenomeno, in assenza di un osservatorio nazionale sulla violenza contro le donne e il femminicidio. Gli oltre sessanta centri antiviolenza aderenti a D.i.Re affrontano il problema della violenza contro le donne forti di pratiche e metodologie e rappresentano luoghi di progettualità e di protagonismo femminile, di saperi e di speranze. Degli oltre sessanta centri aderenti a D.i.Re, solo un terzo ha finanziamenti adeguati per continuare la propria attività grazie a convenzioni con le istituzioni locali. Da anni D.i.Re chiede politiche e interventi seri e duraturi su tutto il territorio nazionale e ora, in questi cinque punti, ne sottolinea le questioni più urgenti. Le cinque richieste politiche sono: l’immediata legge di ratifica della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Istanbul 2011) con l'adozione delle misure prescritte e con interventi concreti e duraturi anche nel programma finanziario di Contact Center Unar | Ad uso interno 35 Rassegna Stampa 07/02/2013 Governo; il rinnovo del Piano nazionale contro la violenza alle donne del novembre 2010 con garanzia di stanziamenti economici adeguati e costanti ai centri antiviolenza/case rifugio su tutto il territorio nazionale anche da parte degli enti locali e riconoscimento del livello essenziale di assistenza sociale (Liveas) per la violenza contro le donne; il coinvolgimento di D.i.Re come referente nazionale e locale nelle azioni di prevenzione, di formazione e di contrasto sul tema della violenza maschile contro le donne; la rilevazione dei dati sistematica, integrata e omogenea sulla violenza contro le donne su tutto il territorio nazionale e in sinergia tra i diversi attori pubblici e i privati specializzati; la promozione di campagne di sensibilizzazione nazionali e locali per contrastare la violenza maschile contro le donne, rivolte a tutta la popolazione e in particolare agli uomini, vigilando su ogni forma di comunicazione offensiva della dignità delle donne”. (Fonte www.redattoresociale.it) Aggressione razzista a Triggiano, arrestati tre ventenni TRIGGIANO - Un trio di giovani italiani ha assaltato una comunità di accoglienza, aggredendo con cavi metallici e spranghe di ferro tre immigrati nordafricani e un’educatrice dello stesso centro. 4 febbraio2013 Le accuse sono di violenza privata, lesioni personali con l’aggravante della discriminazione razziale. Gli aggressori, tutti tra i 22 e i 28 anni sono tutti di Triggiano sono stati arrestati e ora si trovano agli arresti domiciliari. L’aggressione sarebbe avvenuta nello stesso centro d’accoglienza dove soggiornano gli immigrati e si sarebbe svolta con l’ausilio di spranghe e cavi d’acciaio. Nella violenza cieca sarebbe stata coinvolta anche un’educatrice. La denuncia ai carabinieri riferisce anche di insulti a sfondo razzista che il trio incriminato avrebbe indirizzato alle vittime prima di fuggire a gambe levate. La fuga è durata poco. Grazie ad un fedele identikit fornito dagli aggrediti, i carabinieri sono riusciti a risalire ai colpevoli. Le perquisizioni delle forze dell’ordine hanno altresì rilevato le stesse armi utilizzate a scopo di aggressione. Reazioni di sgomento e condanna in tutta Italia. (fonte http://bari.ilquotidianoitaliano.it/cronaca/2013/02/news/aggressione-razzista-a-triggiano- arrestati-tre-ventenni-19561.html/ Contact Center Unar | Ad uso interno 36 Rassegna Stampa 07/02/2013 RAZZISMO, AGGRESSIONE TRIGGIANO: DE GIORGI (UNAR), FORTE RICHIAMO ALLA RESPONSABILITA' DELLA VIGILANZA COMUNICATO STAMPA (3 FEBBRAIO 2013) "I fatti di razzismo accaduti a Triggiano ci richiamano con forza alla responsabilità della vigilanza" cosi Nazionale commenta Marco Antidiscriminazioni De Giorgi, direttore dell'UNAR - Ufficio Razziali del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, quanto avvenuto a danno dei tre egiziani e della educatrice del centro di accoglienza barese. "Ancor di più in un periodo di forte crisi economica, come questo, in cui è facile trovare capri espiatori nei più deboli, come ha sottolineato il Ministro Riccardi, si deve continuare a mantenere alta la soglia di allarme su razzismo e xenofobia". " Non è un caso che l'Unar- prosegue De Giorgiabbia registrato nel 2012 un aumento del 50%- rispetto al 2011 - dei casi denunciati al Contact Center arrivando a 1560 segnalazioni su cui l'Ufficio ha aperto una istruttoria. I casi dell'Unar spaziano dalla casa al lavoro, dalla scuola ai media e richiedono un risposta pronta dalle istituzioni ma anche una ferrea e decisa volontà politica" Contact Center Unar | Ad uso interno 37 Rassegna Stampa 07/02/2013 «La mano nera è razzista»: la polemica viaggia sull'autobus 4 febbraio2013 La giunta Paroli accusata di razzismo per la nuova campagna contro i passeggeri che non pagano il biglietto dell'autobus Dopo il bonus bebé negato dall'Amministrazione comunale ai figli dei migranti, per cui il Sindaco Paroli è stato più volte condannato in Tribunale, ecco da qualche giorno una grande e minacciosa mano nera circolare sui bus che attraversano la città. Per perseguire gli "scrocconi" che non pagano i biglietti sui bus, si è messa in scena una campagna accusata di razzismo un po' da tutta Italia: per l'Amministrazione Paroli, sembra che chi non paga il biglietto abbia un colore specifico, abbia la mano nera. "Ecco l'ennesimo caso di discriminazione contro gli immigrati - attacca SEL per voce di Titti Di Salvo e Luigi Lacquaniti -. Un'iniziativa che è poco definire odiosa e incivile. Noi lo ripeteremo ogni giorno, in ogni occasione: il Comune di Brescia ci ripensi. Via quei cartelli!" (fonte http://www.bresciatoday.it/cronaca/brescia-mano-nera-autobus.html ) Contact Center Unar | Ad uso interno 38 Rassegna Stampa 07/02/2013 Cittadinanza a immigrato down, si muove il Viminale 4 febbraio2013 Svolta per il ragazzo straniero con sindrome di Down che veniva considerato incapace di prestare il giuramento richiesto: il ministero dell’Interno specifica che la sua richiesta sarà valutata “nel modo più appropriato possibile”. Per il futuro, si lavora ROMA – Svolta per i ragazzi stranieri con disabilità intellettiva, e in particolare con sindrome di Down, che non possono diventare cittadini italiani al compimento del 18esimo anno di età perché ritenuti incapaci di prestare il giuramento richiesto: il ministero dell’Interno ha infatti preso in carico la questione e assicurato che le domande per l’ottenimento della cittadinanza saranno “valutate nel modo più appropriato possibile”, precisando che “la sindrome di Down non risulta preclusiva alla concessione della cittadinanza”. Che dunque potrà essere ottenuta “purché il richiedente possa esprimere la sua volontà”.L’interessamento del Viminale si è concentrato soprattutto sul caso di Cristian Ramos, un giovane diciottenne con sindrome di Down, figlio di padre italiano (che non lo ha riconosciuto al momento della nascita) e di madre colombiana, che ha cresciuto da sola il figlio. Al momento del raggiungimento della maggiore età e di intraprendere dunque l’iter per il riconoscimento della cittadinanza, alla donna è stato consigliato di soprassedere: le persone con sindrome di Down infatti, e più in generale quelle con disabilità intellettiva, vengono da prassi considerate incapaci di esprimere consapevolmente la propria volontà, e dunque non viene loro permesso di prestare giuramento. Un “grave pregiudizio”, secondo l’Associazione italiana persone Down (Aipd), che ha seguito in questi mesi il caso del giovane Cristian, e che insieme alle altre associazioni impegnate su casi simili (come la Ledha in Lombardia) ha fatto notare come nei fatti la negazione della cittadinanza sia in contrasto con la Convenzione Onu dei diritti delle Contact Center Unar | Ad uso interno 39 Rassegna Stampa 07/02/2013 persone con disabilità, ratificata dall’Italia nel 2009 e dunque legge dello Stato, secondo la quale la cittadinanza non può essere negata a motivo della propria disabilità. Per questo, dal ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri è arrivato anche il mandato, all’ufficio legislativo del Viminale, di predisporre un disegno di legge, evidentemente da lasciare pronto per la nuova legislatura che prenderà il via dopo le elezioni del prossimo 24 e 25 febbraio, che modifichi la normativa attuale, si adegui alle norme contenute nella Convenzione Onu integrando la normativa attuale e impedisca per il futuro il ripetersi di casi simili. Nel frattempo, con riferimento alla vicenda di Cristian Ramos, dal ministero è arrivato l’invito a presentare l’istanza di concessione della cittadinanza “con l’assicurazione che verrà valutata nel modo più appropriato possibile”. Se non interverranno prima delle modifiche legislative sul tema, Cristian sarà chiamato a prestare formale giuramento: e lui, come in questi giorni ha potuto dire in televisione, è pronto a farlo. (Fonte WWW . REDATTORESOCIALE. IT ) Contact Center Unar | Ad uso interno 40 Rassegna Stampa 07/02/2013 Lesbiche, il Comune di Bari apre sportello 4 febbraio2013 BARI - Il prossimo passo è l’apertura di un ufficio Lgbtqi al Comune dedicato alle persone con differenti orientamenti sessuali. Il sindaco Michele Emiliano ha già dato prova di coerenza. Prima con l’istituzione del registro anagrafico, che esiste dal 2007, poi con il registro delle unioni civili per le coppie di fatto, sia etero che omosessuali. Il primo cittadino ha promesso che l’ufficio Lgbtqi (iniziali di lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, queer e intersessuali) nascerà entro il 17 maggio prossimo. La data non è scelta a caso perchè coincide con la giornata internazionale contro l'omofobia e la transfobia. Bari, negli ultimi anni, di passi in avanti per la tutela dei diritti di gay e lesbiche ne ha fatti più d’uno. Le associazioni hanno capito che per cambiare la mentalità dominante è utile unire le forze. La rete composta da undici sigle si è trasformata in un tavolo tecnico comunale. L’obiettivo non è soltanto quello di cercare di eliminare ogni forma di discriminazione e creare un clima sociale fondato sul rispetto e sull’inclusione, ma dare risposte a tutti quegli uomini e quelle donne al centro di sguardi e chiacchiere per «colpa» di un bacio e a tutti quei ragazzi e a quelle ragazze che hanno vergogna di amare il proprio compagno o la propria compagna perchè è disdicevole. «Non siamo fenomeni da baraccone», tuona Antonella Favia, presidente di Arcilesbica. «Il tavolo tecnico - spiega - è lo strumento che ci consente di avvicinarci alle istituzioni. Vogliamo portare a palazzo di città le richieste, i sogni, le esigenze del mondo Lgbtqi». Le associazioni chiedono più visibilità. Lo sportello, da istituire al Comune, non servirà soltanto a dare informazioni per l’accesso alle case popolari o su come ottenere l’assegno di cura. Servirà ad aiutare coloro che intendono fare un cambio di sesso sulla strada da seguire oppure tendere la mano alle vittime di un attacco omofobico. Per le donne, forse più che per gay, la strada è in salita. Tante lesbiche hanno vissuto l’umiliazione di essere allontanate dal gruppo di amici, di vedere una carriera professionale interrotta di colpo, di essere persino licenziate per aver scelto di amare una persona dello stesso sesso. «Tutto in Italia - sostengono le attiviste - è declinato al maschile. Non vogliamo essere tutelate perchè siamo una minoranza. C’è bisogno di promuovere una idea positiva di diversità». Si comincia dalla famiglia. Per questo le associazioni salutano come una vittoria il registro delle unioni civili. Significa che i conviventi eterosessuali e omosessuali legati dal vincolo dell’affetto, dopo aver sottoscritto una dichiarazione congiunta, potranno avere diritto alla casa, ai servizi sanitari e sociali, alla scuola e ai servizi educativi, alla partecipazione ai bandi. Contact Center Unar | Ad uso interno 41 Rassegna Stampa 07/02/2013 In assenza di una legge dello Stato, il Comune di Bari decide di operare nell’ambito delle proprie competenze per promuovere pari opportunità alle coppie di fatto, favorendone l’integrazione sociale e prevenendo forme di disagio. Per regolamento si può chiedere l’attestato di famiglia anagrafica basata sul vincolo affettivo e vedere così il proprio nome inserito nelle graduatorie per l’assegnazione delle case popolari. (http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=590427&IDCategoria=1) Parte da siciliana Agrigento di la Amnesty campagna International “Ricordati che devi L’Italia e i diritti umani” rispondere. 4 febbraio2013 Sarà presentata giovedì prossimo 7 febbraio, alle ore 11:00, in Via Atenea n. 123, nei locali del Circolo Culturale Pierpaolo Pasolini di Agrigento, la campagna siciliana di Amnesty International: “Agenda in 10 punti per i diritti umani in Italia di Amnesty International”. A presentare l’iniziativa sarà il Prof. Alberto Todaro del gruppo 283 di Agrigento, uno dei referenti siciliani della campagna. La campagna siciliana ha lo scopo di sottoporre all’attenzione dei candidati alle elezioni politiche l’Agenda in 10 punti per i diritti umani in Italia elaborata da Amnesty International che sarà consegnata dalla Sezione Italiana a tutti i leaders politici candidati premier, mentre in ogni regione sarà chiesto un preciso impegno a tutti i candidati alle politiche. L’Italia è purtroppo un paese in cui ampie fasce di popolazione corrono un alto rischio di violazioni dei diritti umani. Nonostante i richiami dei comitati internazionali di monitoraggio e le richieste della società civile, le falle del sistema e scelte politiche fuori luogo hanno prodotto in questi anni violazioni, ingiustizia, sofferenza e disgregazione sociale. Essere donne, partecipare a una manifestazione, essere migranti, rom, gay, detenuti significa in Italia correre un serio rischio per i propri diritti umani. In tempi di crisi economica, questa situazione tende ad aggravarsi. Amnesty International sottopone ai leader delle coalizioni e delle forze politiche, e a tutti i candidati e le candidate, una lista di richieste articolate in 10 punti prioritari, lanciando la campagna “Ricordati che devi rispondere. L’Italia e i diritti umani”, chiedendo a chi si Contact Center Unar | Ad uso interno 42 Rassegna Stampa 07/02/2013 propone per la guida del paese di esprimersi chiaramente su ogni punto, prendendo una posizione netta a riguardo, davanti all’elettorato. L’Agenda Le richiede un impegno sui seguenti obiettivi: 1. Garantire la trasparenza delle forze di polizia e introdurre il reato di tortura. 2. Fermare il femminicidio e la violenza contro le donne. 3. Proteggere i rifugiati, fermare lo sfruttamento e la criminalizzazione dei migranti e sospendere gli accordi con la Libia sul controllo dell’immigrazione. 4. Assicurare condizioni dignitose e rispettose dei diritti umani nelle carceri. 5. Combattere l’omofobia e la transfobia e garantire tutti i diritti umani alle persone Lgbti (lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuate). 6. Fermare la discriminazione, gli sgomberi forzati e la segregazione etnica dei rom. 7. Creare un’Istituzione nazionale indipendente per la protezione dei diritti umani. 8. Imporre alle multinazionali italiane il rispetto dei diritti umani. 9. Lottare contro la pena di morte nel mondo e promuovere i diritti umani nei rapporti con gli altri stati. 10. Garantire il controllo sul commercio delle armi favorendo l’adozione di un trattato internazionale. Il gruppo 283 di Agrigento avrà anche il compito, a livello regionale, di contattare tutti i candidati della Lista Giannino “Fare per fermare il declino”. (fonte http://agrigentoweb.it/2013/02/04/parte-da-agrigento-la-campagna-siciliana-di- amnesty-international-ricordati-che-devi-rispondere-litalia-e-i-diritti-umani_127668 ) Contact Center Unar | Ad uso interno 43 Rassegna Stampa 07/02/2013 STAMPA ESTERA 7 febbraio2013 PRÈS DE 12 000 ROMS ÉVACUÉS DE LEURS CAMPEMENTS EN 2012 Près de 12 000 Roms ont été évacués de campements illégaux en 2012, dont les deux tiers au second semestre, selon un rapport de l'Association européenne pour la défense des droits de l'homme (AEDH). En 2011, ils n'étaient que 9 396, selon un recensement réalisé par Philippe Goossens, membre du bureau de l'AEDH, en recoupant les témoignages d'associations et les articles de presse. Le rythme des évacuations s'est accéléré cet été : 66 % des personnes évacuées l'ont été au second semestre. Sur les 63 évacuations de site réalisées depuis juillet, seules 15 ont été accompagnées d'une solution partielle de relogement, selon M. Goossens. Au total, 80 % des expulsions se sont faites par la force. "POLITIQUE DESTRUCTRICE ET NOCIVE" "En dépit des discours d'ouverture, le nouveau gouvernement socialiste a développé dans la réalité une politique au moins aussi destructrice et nocive que ne l'avait fait le gouvernement précédent", en conclut le militant. De 15 à 20 000 Roms, essentiellement venus de Roumanie, sont installés en France selon les associations. Le ministre de l'intérieur, Manuel Valls, a indiqué à plusieurs reprises qu'il n'accepterait "jamais les campements sauvages qui mettent en cause le vivre-ensemble". Une circulaire interministérielle publiée à la fin août oblige toutefois les autorités à "accompagner" ces démantèlements en proposant des solutions de relogement. (fonte Le Monde) Contact Center Unar | Ad uso interno 44 Rassegna Stampa LOS 07/02/2013 CÁNTICOS MARINOS XENÓFOBOS CHILENOS DE ENCIENDEN SUDAMÉRICA 7 febbraio2013 El vídeo que muestra a un grupo de unos cuarenta marinos chilenos entrenando con cánticos xenófobos, aludiendo a los ciudadanos de Argentina, Bolivia y Perú, ha generado polémica este miércoles en Chile y en los países fronterizos y obligado a las autoridades de la Armada y del Ministerio de Defensa a condenar la actuación de los cadetes. "Argentinos mataré... bolivianos fusilaré... peruanos degollaré...", cantaban los marinos, hombres y mujeres, mientras trotaban la semana pasada por la ciudad de Viña del Mar, a 120 kilómetros de Santiago. Las imágenes, cuya fidelidad ha sido confirmada, fueron grabadas por un transeúnte y difundidas a través de la red social YouTube. (http://www.youtube.com/watch?v=_ObwDQMmIfo) La noticia ha generado gran expectación en Sudamérica. El Gobierno boliviano, que demanda a Chile una salida soberana al Pacífico, ha pedido una condena internacional por el vídeo. "Hemos sido víctimas de situaciones parecidas y no nos ha gustado. Entendemos que no le puede gustar a ningún país vecino", ha señalado Defensa El Comandante en Jefe de la Armada, Edmundo González, ha anunciado "la máxima sanción a los responsables". "Dichas prácticas se alejan de lo que se enseña en la Armada y de su doctrina como institución, por lo que las califico como inaceptables", ha escrito en Twitter el líder máximo de los marinos chilenos. (https://twitter.com/edmundog190/status/299152855691042816) En Chile las autoridades han condenado transversalmente la actuación de los militares. "Sin duda son imágenes vergonzosas y que no acompañan en nada el espíritu de las Fuerzas Armadas", ha indicado la portavoz del Gobierno de Sebastián Piñera, Cecilia Pérez. El exministro de Defensa durante el período de Michelle Bachelet, Francisco Vidal, ha calificado el vídeo como "una deformación fascista del patriotismo". "En la cultura subyacente del cántico está una visión racista, xenófoba. Tú no puedes Contact Center Unar | Ad uso interno 45 Rassegna Stampa 07/02/2013 incentivar tropas llamándolas en el ejercicio físico a matar argentinos, fusilar peruanos y degollar bolivianos. Está fuera de toda la política que hemos tenido desde 1990 en adelante", ha dicho el dirigente a radio Cooperativa. El diputado Gonzalo Arenas, del partido oficialista Unión Demócrata Independiente (UDI), sin embargo, ha señalado que la reacción del almirante González "es una vergüenza". "Esos cantos han estado siempre en todas las Fuerzas Armadas. Yo fui cadete hace más de 20 años y se cantaba igual", ha indicado a través de Twitter. El parlamentario de derecha, ironizando, aconsejó a la institución que "para evitar esos cantos violentos de los marinos (...) los inscriba en clases de bordado y punto cruz". El Ministerio de Defensa ha dado 24 horas a las Armada para investigar las responsabilidades y dictar sanciones. "Hemos sido víctimas de situaciones parecidas de otros países y no nos ha gustado. Entendemos que esto no le puede gustar a ningún país vecino", ha señalado el ministro subrogante, Alfonso Vargas. El representante del Gobierno chileno ha informado de que se trata de cánticos improvisados, que una persona del grupo pronunciaba la frase y el resto la repetía y que, por lo tanto, no se trata de un texto establecido dentro de las rutinas de la Armada. "De todas formas, hay una persona a cargo de esto, un instructor, que debe tener las precauciones y ante situaciones de este tipo, detener este acto ofensivo", ha agregado Vargas al periódico chileno La Tercera. El ministro subrogante de Defensa ha tomado distancia de las declaraciones del diputado Arenas, de su misma coalición: "La peor explicación que se puede dar es que esto se ha hecho siempre así. Todo va evolucionando". (fonte El Pais) Contact Center Unar | Ad uso interno 46 Rassegna Stampa 07/02/2013 Mariage homosexuel : échange musclé entre Taubira et Jacob 5 febbraio2013 Une très vive passe d'armes a opposé lundi soir des députés de l'UMP, dont leur chef de file Christian Jacob, à la ministre de la justice Christiane Taubira sur l'emploi des expressions "triangle rose" et "triangle noir" lors du débat sur le projet de loi sur le mariage homosexuel. Une réaction de la ministre aux propos de l'UMP Elie Aboud a refait monter la tension. Disant regarder "son collègue PS de l'Hérault Christian Assaf", M. Aboud a déclaré qu'un "pédopsychiatre reconnu (...) alerte toute la société et ce n'est pas du triangle rose qu'il parle mais d'un triangle noir", dans une allusion aux symboles utilisés par les nazis dans les camps de concentration. Mme Taubira a notamment jugé "inqualifiable de faire un mot d'esprit sur une expression pareille", s'attirant applaudissements à gauche et protestations à droite. Le chef de file des députés UMP Christian Jacob lui a lancé: "Vous êtes indigne des responsabilités que vous exercez !". Et de souligner que "ce sont les socialistes qui – alors que M. Mariton s'exprimait [la semaine dernière] – ont évoqué le triangle rose". Une formule du député PS Christian Assaf, qui avait lancé mercredi dernier que "le temps du triangle rose est terminé", avait révolté l'UMP. Après une brève suspension de séance, M. Jacob a souhaité lundi "un mot d'apaisement de la ministre" car "jouer sur de telles références est scandaleux", prévenant que "sinon, le débat se passera mal". Le chef de file des députés PS Bruno Le Roux a apporté "le soutien total du groupe PS" à la garde des sceaux, après avoirassuré à la droite que l'évocation du "triangle rose" par un élu PS la semaine dernière "ne s'adressait à aucun d'entre vous". Le président du groupe UMP a martelé que "la référence choquante au "triangle rose" a été faite par un député de votre groupe et par la ministre et c'est à eux que nous demandons au moins un mot d'apaisement parce que l'on ne peut pas continuer avec ce niveau d'invectives". Contact Center Unar | Ad uso interno 47 Rassegna Stampa 07/02/2013 La ministre de la justice s'est exclamée : "Vous nous donnez des leçons de vocabulaire !". Après avoir rappelé les propos de M. Aboud "qui figureront au J.O.", Mme Taubira a demandé : "Et vous voulez de moi des mots d'apaisement?" Elle a justifié son intervention contestée : "C'est juste une alerte pour vous dire que vous ne pouvez pas tout vous permettre dans l'hémicycle". Après une nouvelle suspension de séance, le président de l'Assemblée nationale Claude Bartolone a jugé "l'incident clos". (fonte Le Monde) Università di Harvard: "Google razzista" 5 febbraio2013 La docente Latanya Sweeney lancia il j'accuse: inserendo nel motore di ricerca un nome afro-americano il 25% di probabilità in più che appaia una pubblicità con la parola “arresto” di Luciana Maci Le ricerche su Google conterrebbero significative “discriminazioni razziali”: lo sostiene una ricerca pubblicata da Latanya Sweeney, docente di Government and Technology all’Università di Harvard. Lo studio si concentra su alcuni avvisi pubblicitari a pagamento pubblicati da un’agenzia pubblicitaria, Instant Checkmate, che utilizza Adwords, piattaforma pubblicitaria di Google per la pubblicazione di annunci testuali, immagini e video sulle pagine dei risultati di ricerca e sui siti della rete di contenuti Google. Secondo l’analisi, più del 25% delle ricerche che coinvolgono “nomi tipici della popolazione nera” hanno maggiore probabilità di veder apparire accanto al loro nominativo la notizia di un loro eventuale arresto rispetto a persone con nomi tipici della popolazione di razza caucasica. Contact Center Unar | Ad uso interno 48 Rassegna Stampa 07/02/2013 La stessa Sweeney (nome comune nella comunità afro-americana) ha deciso di approfondire la questione dopo aver scritto il proprio nome sul search engine e aver visto apparire un avviso pubblicitario con scritto: “Latanya Sweeney arrestata? Inserisci il nominativo e lo Stato, e avrai accesso a tutti i dati. Firmato: www.instantcheckmate.com”. Questo messaggio lasciava intendere che la donna aveva compiuto reati in passato. La Sweeney si è iscritta e ha avuto modo di consultare le informazioni sul proprio casellario giudiziario, ovviamente non trovando alcuna annotazione. Di conseguenza ha avviato lo studio inserendo su google.com e reuters.com oltre 2.000 nominativi di persone che in qualche modo suggerivano sia l’appartenenza alla razza black sia a quella bianca. È emerso che i nomi tipici della comunità afro-americana avevano il 60% di probabilità di essere collegati ad avvisi pubblicitari contenenti la parola “arresto”, rispetto al 48% dei nomi tipicamente da “bianchi”. Tutte le pubblicità venivano da InstantCheckMate. Google comunque respinge le accuse. “Adwords non elabora nessuna analisi in base alla provenienza razziale” è scritto in un comunicato. “Al contrario abbiamo una policy anti-violenza in base alla quale non consentiamo la pubblicazione di réclame che prendano di mira un’organizzazione, una persona o un gruppo di persone. Spetta ai singoli pubblicitari decidere quali parole chiave vogliono scegliere per promuovere i loro avvisi”. (fonte http://www.corrierecomunicazioni.it/it-world/19428_universita-di-harvard-googlerazzista.htm ) Contact Center Unar | Ad uso interno 49 Rassegna Stampa 07/02/2013 El Consejo de Europa denuncia la impunidad del racismo en Grecia El comisario de Derechos Humanos pide acciones al Gobierno griego para los casos de violencia y habla de colaboración entre el partido de ultraderecha Aurora Dorada y la policía Mariangela Paone Atenas 4 febbraio2013 Cuando el pasado otoño The Guardian publicó un reportaje sobre abusos policiales y la complicidad entre Aurora Dorada y miembros de las fuerzas de seguridad, el ministro del Orden Público, Nikos Dendias, amenazó con acciones legales contra el diario británico. Pero este viernes ha sido el comisario del Consejo de Europa (COE) para los Derechos Humanos, Nils Muiznieks, quien ha vuelto a hablar de la colaboración entre agentes de policía y miembros del partido neonazi. El comisario llegó a la capital griega hace cinco días para una misión de investigación sobre la oleada de ataques racistas que, según el recuento hecho por una red de organizaciones encabezadas por Acnur, fueron más de 200 en el último año. “La cuestión más importante es la impunidad de quienes han sido acusados de ataques racistas”, ha dicho Muiznieks poco antes de apuntar a las responsabilidades de los cuerpos policiales. “La policía no está haciendo todo lo que tiene que hacer. Hay múltiples denuncias de abusos de poder y abusos de violencia por parte de agentes y alegaciones de colaboración con miembros de Aurora Dorada”, ha afirmado. “Hay manzanas podridas en la policía, pero la cuestión es si la policía es capaz de castigarlas". La pregunta de Muiznieks nos es retórica. Desde hace tiempo organizaciones en defensa de los derechos de los inmigrantes y grupos antifascistas vienen denunciando abusos y, en algunos casos, actuaciones complacientes en los casos de violencia de matriz racista. Y el asunto sale siempre en las conversaciones con los inmigrantes en Atenas, en cuanto se nombra Aurora Dorada, cuyos miembros no han dudado en pasado en hacer gala del “apoyo” que dicen tener en la policía. “Creo en todo caso que el 50% de los policías nos apoya”, dijo a este diario uno de sus militantes el pasado octubre. “Es claramente un partido nazi”, ha dicho el comisario del COE en referencia a Aurora Dorada, que ya tiene 18 diputados en el Parlamento y figura como tercer partido en todas las encuestas de intención de voto. Muizieks ha afirmado que el resurgimiento del racismo no es solo un problema de Grecia, aunque este partido “no se puede comparar con otros”, teniendo en cuenta “su discurso de odio” y la “participación de sus miembros, diputados incluidos, en ataques racistas”. En cuanto a las acciones que el Gobierno griego tiene que Contact Center Unar | Ad uso interno 50 Rassegna Stampa 07/02/2013 tomar, el comisario ha dicho que “un buen primer paso sería actuar contra los miembros de Aurora Dorada que hayan participado en estas acciones”. Hace dos semanas un joven paquistaní de 27 años, Shehzad Luqman, fue apuñalado a muerte en Atenas y en la casa de uno de los dos ciudadanos griegos detenidos se ha encontrado material de propaganda de Aurora Dorada. La visita del comisario –cuyos resultados serán presentados en detalle en un informe que se publicará dentro de dos semanas– se produce pocos días después de las polémicas suscitadas por la admisión en el comité para la Igualdad y No Discriminación (una de las comisiones de la Asamblea parlamentaria del COE) de la diputada de Aurora Dorada Eleni Zaroulia, junto a un miembro del partido húngaro Jobbik. Preguntado sobre las consecuencias que la presencia de dos representantes de la ultraderecha en la credibilidad de los trabajos del comité, Muiznieks ha contestado: “No es mi papel comentar los procedimientos internos de la Asamblea, pero está claro que tendrá consecuencias graves”. Detenciones arbitrarias Las denuncias del Consejo de Europa se suman a las que el jueves hicieron los representantes del grupo de trabajo de Naciones Unidas sobre las detenciones ilegales y la situación en los centros de internamientos de inmigrantes y en las instituciones penitenciarias griegas. Vladimir Tochilovsky, uno de los dos representantes del grupo que realizaron una visita de 10 días en el país, dijo que se están produciendo detenciones arbitrarias, con inmigrantes y demandantes de asilo detenidos durante meses en estructuras que en la mayoría de los casos están “superpobladas” y “muy por debajo de los estándares internacionales”. (fonte www. http://elpais.com/) Contact Center Unar | Ad uso interno 51 Rassegna Stampa 07/02/2013 L'Assemblée a adopté l'article qui ouvre le mariage aux homosexuels 4 febbraio2013 C'est fait. A 12h30, samedi 2 février, l'Assemblée nationale a adopté l'article premier du projet de loi sur le "mariage pour tous" qui prévoit que "le mariage est contracté par deux personnes de sexe différent ou de même sexe". Par 249 voix contre 97, les députés ont franchi la première étape concrète de ces épineux débats entamés mardi 29 janvier et censés durer jusqu'au 10 février, avant le vote solennel sur l'ensemble du texte, mardi 12 février. Dès le vote entériné, l'ensemble des élus de la gauche s'est levé et a longuement applaudi sur le rythme de "égalité ! égalité !" alors que quelques flash crépitaient depuis les bancs. Sur Twitter, beaucoup d'entre eux ont salué un "moment d'émotion", une "nouvelle étape vers l'égalité" ou encore un "vote historique". Très rapidement, l'effervescence est cependant retombée, le président du groupe UMP, Christian Jacob, ayant réclamé un rappel au règlement. Depuis le début de l'examen du texte, l'opposition multiplie ces demandes, principalement pour faire durer les débats le plus longtemps possible — c'est le principe de l'obstruction parlementaire. Dans la matinée, le président Claude Bartolone, qui avait prévenu qu'il présiderait lui-même tant que possible durant l'examen de ce texte — il peut aussi déléguer à l'un de ses vice-présidents — a également exprimé son agacement, notant que "17 suspensions de séances" avaient eu lieu depuis le début des débats. Exceptionnellement, les députés siègent ce week-end pour examiner le texte sur le mariage homo, et l'Hémicycle est inhabituellement plein pour un jour de séance autre que le mardi ou mercredi. Jusqu'à présent, tous les amendements de l'opposition ont été rejetés et les rares déposés par la majorité (par des élus écolos ou radicaux de gauche) ont été retirés au dernier moment ; la majorité s'astreint au silence et à prendre la parole le moins possible pour ne pas faire traîner les débats. Les députés devraient siéger jusque tard dans la soirée — au moins 1 heure du matin — et reprendront leur travaux à partir de dimanche à 9h30. Selon plusieurs sources parlementaires, il est toutefois possible que l'examen n'aille pas jusqu'au 10 février mais se termine mercredi 6 ou jeudi 7 février, le texte ayant été considérablement raccourci lors de son examen en commission. Hélène Bekmezian (fonte Le Monde) Contact Center Unar | Ad uso interno 52