la stagione lirica al teatro dell`opera
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la stagione lirica al teatro dell`opera
LA STAGIONE LIRICA AL TEATRO DELL'OPERA 9 on la quar!a replica della Lucia di Lammermoor di Donizetti si e conclusa la stagione lirica 1958, iniziata il 4 gennaio. Inizio quanto mai tempestoso, come si ricorder” per l'improvviso abbassamento di voce occorso alla Callas, che dopo il primo atto della Norma si rith'¢ dalla scena. Altri incidenti ebbero poi a veri]iearsi durante le prove del Don Carlos di Verdi, non pregiudizicvoli peraltro al buon esito dello spettacolo. E cosž il programma continu¢ a svolgersi secondo i piani prestabiliti, subendo soltanto nel suo scorcio l'omissione dell'annunciata Madame Bovary del o'itico musicale Guido Pannain, a causa di malattia sopravvenuta alla illustre soprano Chn'a Petrella; ma l'impegno concernente il numero delle opere [u mantenuto verso gli abbonati con la sostituzione della citata Lucia. Complessivamente si sono avare 80 rappresentazioni, ]ra le quali: 16 regolamentari in abbonamento serale e 16 in abbonamento diurno. Cadeva quest'anno il centenario della nascita di Giacomo Puccini, e per celebrarlo la Direzione Artistica non manc¢ di includere nel programma Madama Butterfly, La Bohš e il Gianni Schicchi. E poich› sempre quest'anno, si compiva anche il centenario della nascita di Ruggero Leoncavallo, allo Schicchi venivano associati I Pagliacci che, ad onta di tutti i velenosi strali della critica togata, continuano ad entushtsmare il pubblico di tutto il mondo dal 1892. Novit” assoluta: 11 Tesoro di ]acopo Napoli, e novith per Roma: I dialoghi delle Carmelitane di Francis Poulenc sul meraviglioso testo di Bernanos, con allestimento scenico di grandissima presa, dovuto alla cultura e all'intelligenza della regista Margherita Walmann. H nume indigete della lirica š stato presente con due opere: il Don Carlos e il Rigoletto, che ancora una volta hanno ammonito con quali elementi e di quale tempra debbano essere composti t melodrammL Poi, sempre nel quadro del repertorio italiano, abbiamo riascoltato con intenso piacere i deliziosi Quattro Rusteghi di Ermanno Wol/-Ferrari e la suggestiva Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea. Nel repertorio estero hanno Ÿ Il Franco Cacciatore di Weber, sotto la smagliante baechetta di 3ndr› Cluytens; il mistico Pars~(al di Wagner in edizione originale, diretto sapientemente da Vittorio Gx;, il Boris Godunov di Mussorgsky con l'avvincente interpretazione di Boris Christo/[; il roman2tic]ss]mo Werther con le insuperabili prestazioni di Clara Pen trella e Femu:cio Tagliavini. Ancora una volta, e nonostante le Ieroci stroncature subž il maggior numero di r e p l i c h e dodici ~ š stato raggiunto da La Bohš di Pure]ni, cuiy [atto seguito la Madama Butterfly .(nove repliche): il We~ber (sette), il Rigoletto (sež Incastonato tra le opere liriche: un~o spettacolo composto di quattro balletti: Les Sylphides, Annabel Lee, Il bel Danubio, rispettivamente su musiche di Chopin, Schi[Ÿ e Strauss, nonch› - - nuova per Roma la _celebre Sinfonia Fantastica di Hector Berlioz, pittorescamente coreogra]ata da Leonide Massine. La stagione ha presentato qualche recita in meno di quella 1957-1958, essendo stata inaugurata, ]vari della tradi87 il 4 gennaio, ma la totaliŸ degli incassi š Hsultata nettamente C 32 superiore, con a]]luenza cap]as]ss]ma di spettatori stranieri negli uhin3i due mesi. Un bilancio consuntivo dunque assai lusinghiero, dovuto principalmente alle cure della Direzione Artistica; al rendimento della magni]ira orchestra, della massa corale istruiht da Ghy171 Conca e Gino Zanoni, dei complessi coreutici concertati da Attilla Radice e Morresi, ohre che dal nominato Massine; dovuto inŸ collaborazione eHiciente e ]antasiosa di Giovann• Cruciani , direttore dell'allestimento scenico. 1l teatro dell'Opera ~ mentre i suoi complessi si recavano in Germania pe)" una serie di rappresentazioni di Tasca, Manon Lescaut e Madama Butterfly a celebrazione del primo centenario della nascita di Pure]ni - - riapriva i suoi battenti ai primi di giugno per due spettacoli della Compagnia Hanayaghi della Scuola Nazionale Giapponese di danze Kabuki, presentatasi per la prima volta in italia a-Roma, per poi proseguire per Fh'enze, Venezia e N a p o l i . Le danze dei giapponesi costituiscono un'alletta alle loro divinit” la scena š l'altare dei danzatori e dei musici che li accompagnano. La danza giapponese š ]afta di simboli, che non esprimono soltanto i moti dell'animo umano, ma rispecchiano ed interpretano la natura. Nella mitologia giapponese it mondo e la hy nascono da una danza, e dalla danza hanno origine tutte le altre arti. Coteste le premesse dello spettacolo Kabuki, il quale9 trova il suo ]andamento nella danza, e talvolta il suo ampliamento nel dramma, comprendente non solo la danza~e il re;itativo cantato, ma anche dialoghi parlati e tuž qccbmpagnamento musicale pi 9 ricco. La musica giapponš nasce dalla parola per aecompagnarla, esprimendosi perci¢ contemporaneamente col canto e con speciali strumenti, salvo'qua!che passaggio ritmico strumentale indipendr Tra canto e strumentale non esiste armonizzazione, ma giustapposizione; la gamma š leggermente diversa da quella occidentale e si risolve quasi sempre in tono minore. Il piccolo complesso musicale, collocato in un /]anco del palcoscenico,, si compone di qualche cantante, qualche strumento a corda (Koto, Samisen e Jamisen), •lauti e strumenti a percussione (in preminenza tamburi). Lunghe melopee si snodano in voci gutturali e suoni ritmicamente insistenti, talvolta sino all 'ossesstone; con a tratti colpi ]orti e radi. Ma. su s]ondi incantevoli di paesaggi tenui e s]umati, si muovono ~ a prescindere dai' riposi] significati simbolk'i - - pittoreJche []gare di sogno, con al]ar di ]ar]alle, piegar di ventagli, spunti di-sorrisl_ enigmatici, aloni di mistero. Quali pre/erire2 tra i87 vari quadri presentati? Forse le languide Scene di pioggia, e L,'i fanciulla airone (quanta poesia in quel mutamento di kimono da bianco?in rosso!) e Le danze folcloristiche; … la burlesca .Pesca delle donne e l'ossessionante Tamburo di seta (che trae alla .follia un povero giardiniere innamorato), 1orse la rievocazione del C a r n e v a l e d / d u e cento anni ]a; insomma.., tutti. E tutti i danzatori, di una bravura eccezionale, sono stati trion[almente salutati dal pubblico; in specie: il maestro ]usuke Hanayaghi e la sua /]glia maggiore Wakaba. Emidio Mucci