RELAZIONE SUL MEETING TENUTOSI A USAK IN TURCHIA NELL
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RELAZIONE SUL MEETING TENUTOSI A USAK IN TURCHIA NELL
RELAZIONE SUL MEETING TENUTOSI A USAK IN TURCHIA NELL’AMBITO DEL PROGETTO COMENIUS PER LA SCUOLA PRIMARIA Dal 23 al 26 maggio 2011 si è tenuto nella città di Usak in Turchia un meeting finalizzato a sintetizzare il lavoro svolto dai Paesi partner sull’ultimo tema del progetto internazionale Discoverers of the green globe: The secret of weather. Hanno partecipato all’incontro, in rappresentanza dello staff Comenius, gli insegnanti Aurucci Marirosa, Zanotti Raffaella, Spina Veronica e Nicolucci Silvia. Le delegazioni dei Paesi partner sono giunte a Smirne nel pomeriggio del 22 maggio e sono state accolte dai docenti turchi che si sono recati presso l’hotel dove alloggiavano per dare il benvenuto ai colleghi stranieri. Lunedì 23 maggio ci siamo recati a Selçuk dove abbiamo visitato la casa della Vergine Maria. Secondo la tradizione, la piccola cappella si troverebbe sul luogo dove pare sorgesse l'abitazione della Vergine Maria, accompagnata qui dall'Apostolo Giovanni all'età di 37 anni. Dopo la morte di Cristo, gli apostoli si divisero il mondo per la predicazione del Vangelo e a Giovanni venne affidata l’Asia Minore. Egli portò con sé la Vergine Maria, che gli era stata affidata da Gesù prima di morire sulla croce. La rovine di un’antica casa furono individuate a fine Ottocento dai membri della chiesa di Smirne (Izmir), su indicazione di una monaca agostiniana tedesca (Caterina Emmerich) che disse di aver avuto una visione della Madonna e di tale sito, senza neppure conoscerne l'ubicazione geografica. Il sito fu ufficializzato con l'intervento di Paolo VI nel 1967, dopodichè fu edificata una cappella allo scopo di accogliere le migliaia di pellegrini che ogni anno, il 15 agosto, festeggiano l'Assunzione di Maria. Non mancano però numerosi visitatori tutto l'anno, sia cristiani che musulmani. Per i musulmani, infatti, la Madonna è la madre del profeta Gesù Cristo. A Selçuk sono ubicate anche le rovine di Efeso, antica città della Lidia, sorta sulla costa asiatica alla foce del fiume Castro, in un luogo già frequentato in età micenea come i recenti scavi hanno dimostrato. È da annoverare tra e più ricche e popolose città del mondo antico; fu patria di grandissimi filosofi. Si sviluppò soprattutto in età ellenistica e romana, quando divenne capoluogo della provincia d'Asia; fu pure sede dell'attivissima comunità cristiana legata alla predicazione di S. Paolo e S. Giovanni Evangelista, che la tradizione vuole qui sepolto. La leggenda vuole che la città sia stata fondata intorno al I millennio a.C. da popolazioni ioniche che abbandonavano la loro terra a causa dell'avanzare dei Dori: Androkles fu guidato fin qui da un pesce, come gli era stato predetto dall'oracolo. Provvista di un porto commerciale, Efeso ospitò il frequentatissimo tempio di Artemide, considerata una delle sette meraviglie del mondo, divenendo un centro di culto religioso di grande richiamo. La dea veniva venerata qui nelle sue vesti di simbolo della fecondità sin da tempi remoti, il che attirava masse di pellegrini e fedeli, con un vantaggio economico per la città. Fu nel corso della dominazione romana che venne eretto un tempio imponente e sontuoso, tanto stupefacente da essere annoverato tra le Sette Meraviglie del mondo antico. Alessandro il Macedone restò colpito dalla sua bellezza, conquistò la città senza colpo ferire e, alla sua morte, il controllo passò al suo fedele luogotenente Lisimaco. Efeso divenne la più importante fra le città della Provincia d'Asia e qui avvennero le rivolte più violente contro il potere di Roma (i Vespri Efesini dell'88 a.C.). Efeso fu anche la sede del Concilio Ecumenico del 431 d.C. Nonostante il tentativo di Tiberio e di Adriano di arrestare l'insabbiamento del porto naturale, la città fu condannata a un lento declino. La città venne progettata dall'architetto Ippodamo di Mileto con un piano urbanistico che prevedeva una collocazione a scacchiera delle vie principali. Dopo l'ingresso, sulla destra si scorgono le rovine di quello che fu il gymnasion orientale o ginnasio delle fanciulle, per via delle numerose statue di fanciulle che vi sono state ritrovate, risalente al II secolo d.C. Si tratta di un'importante istituzione scolastica corredata di bagni e luoghi per le attività sportive. A fianco del gymnasion, ecco le terme di Vario e, sull'altro lato, le colonne dell'agorà o centro amministrativo della città. Proseguendo lungo la strada che forma la spina dorsale del centro urbano dell'antica Ephesos, sulla destra si apre un piccolo teatro, scavato nei fianchi della collina Panayir Dagÿi che poteva ospitare 1400 spettatori e veniva impiegato anche come luogo di riunione del consiglio cittadino. Accanto all'odeon, sempre dello stesso lato della via, si apriva il prytaneion, il municipio di Ephesos, dirimpetto al quale c'è la fontana di Pollione, sovrastata da uno snello arco in marmo. Poco più avanti si ammira una lastra di marmo triangolare che era posta sul frontone della fontana. Si tratta di un'opera intatta del II secolo d.C. e i suoi splendidi bassorilievi riproducono una dea alata, la Nikè greca simbolo della Vittoria. Arretrata rispetto alla strada c'è l'area del tempio di Domiziano. La vastità delle fondamenta di questo tempio ci dà la misura di quelle che dovevano essere le sue proporzioni. Proseguendo lungo la strada lastricata di marmo, si imbocca la scenografica via dei Cureti. Il nome le viene da un ordine di sacerdoti della dea Artemide, chiamati per l'appunto Cureti. Qui si entra nella Ephesos elegante, dove si trovavano le dimore della gente importante e gli edifici pubblici. Qui sorgono anche le rovine di un isolato dove, con ogni probabilità, c’era un bordello pubblico. L'attribuzione di tale inequivocabile ruolo si basa su prove inoppugnabili: un affresco rappresentante una dama discinta e ammiccante e una statuetta di Priapo. Ritornati sulla via dei Cureti, si visita il complesso delle terme di Scholastica, la matrona romana che le restaurò e abbellì a proprie spese nel V secolo d.C. Al termine della via dei Cureti, si trova la Biblioteca di Celso. La facciata dell'edificio è di assoluta armonia architettonica, modello e paradigma di linee classiche. Tiberius Celsus Polemaenus, senatore romano e proconsole di Asia nel 107 d.C., ebbe un figlio devoto, Julius Tiberius Aquila, che, alla morte del padre, volle far erigere un monumento in suo onore. Nacque così la biblioteca che perpetrò la memoria del proconsole: fu un dono alla cultura di tutta la cittadinanza e custodì il sarcofago del defunto. Tra lo stupore generale, durante la campagna di scavi e restauri del 1904, venne ritrovata la sepoltura di Celsus. Superata la biblioteca di Celso, la strada cambia nome e diventa la via dei Marmi. A sinistra si trovava il grande mercato con portici e botteghe; al suo termine, ecco il teatro eccezionalmente ben conservato, con sessantasei ordini di gradinate per 25.000 spettatori. Da qui prende inizio la via Arcadiana o via del Porto, lastricata in marmo e abbellita da colonnati, sulla quale si affacciavano le botteghe. Era una delle più famose vie monumentali dell'antichità: dal teatro della città conduceva fino al porto. Pare che Cleopatra, raggiungendo Antonio che si trovava a Ephesos, non perse l'occasione di fare un ingresso strepitoso in città, qualcosa con cui stupire gli Efesini. Infatti il corteo che dalla nave la portò in centro fu così pomposo e l'esibizione di ricchezza della sovrana fu tale che lo scalpore suscitato durò secoli. Oggi, del porto non esiste più traccia. L'Artemision è oggi costituito dalla sola colonna superstite dello splendido tempio dedicato alla dea Artemide e che fece la fortuna di Ephesos. È tutto ciò che resta, oltre alla delimitazione delle fondamenta, di quella che fu a buon diritto una della Sette Meraviglie del mondo antico: una selva di colonne e un'altezza di 17 metri! Alcuni preziosi reperti dell’antica Efeso sono conservati nel museo di Sulçuk. Dopo una breve visita alla moschea, siamo partiti alla volta di Kuşadası. Kusadasi si trova a 85 km a sud di İzmir, nella provincia di Aydin e si affaccia sul Mar Egeo. Kusadasi significa letteralmente Isola degli Uccelli. La città a terrazze domina un bel paesaggio sul Mare ed è uno spettacolo vederla di sera. La piccola Güvercin Adasi, che significa Isola dei Piccioni, è un isolotto piccolissimo, vicino alla costa di Kusadasi, ed è collegato alla terraferma da una strada. Kusadasi è un punto di riferimento abbastanza grande per il turismo e lo si nota ancor prima di raggiungere il centro della città. Il territorio ospita tutti i turisti che si fermano per visitare la vicinissima Efeso. Il centro della città è ricco di negozietti e di bancarelle dove acquistare di tutto. Gli artigiani sono abili nel lavorare l'oro e soprattutto l'argento, ma i negozi che saltano subito all'occhio sono quelli di tappeti. Le spiagge sono a portata di mano e sono splendide, l'acqua è limpida e il panorama è fantastico. Lungo la costa si possono trovare parecchi locali notturni e la gente è calorosissima. I venditori turchi hanno delle cose bellissime, ma se non si compra nulla finiscono col diventare molto insistenti. Appena scoprono che sei italiano cominciano a tirar fuori dal cilindro tutte le parole che conoscono e il loro sorriso parte da un orecchio per finire sull'altro. Martedì 24 maggio ci siamo recati a Pamukkale che in turco significa castello di cotone. E’un sito naturale della Turchia sud-occidentale, all'interno della provincia di Denizli. L'antica città di Hierapolis venne costruita sulla sommità del bianco castello che copre un'area di 2700 metri di lunghezza e 160 d'altezza. I movimenti tettonici non solo hanno causato frequenti terremoti, ma hanno anche permesso la nascita di numerose fonti termali, ed è proprio l'acqua che sgorgata da queste fonti con il suo contenuto minerale, in particolare di gesso, che creò Pamukkale. A parte una piccola quantità di materiale radioattivo, l'acqua contiene grandi quantità di carbonato di idrogeno e calcio che lasciano spessi strati bianchi di calcare e travertino lungo il pendio della montagna, rendendo l'area simile ad una fortezza di cotone o di cascate di ghiaccio. Secondo la tradizione le acque termali di Pamukkale sono molto benefiche, tanto da essere miracolose. La leggenda narra che tanti anni fa’ una ragazza molto brutta che non riusciva a trovare marito cadde accidentalmente nelle acque termali, dopo aver fatto un volo di diversi metri. Anziché perdere la vita, si rialzò miracolosamente trasformata in una donna bellissima e riuscì a sposare l’uomo più ricco del paese. A pochi chilometri di distanza, ci sono delle acque termali rosse. Il sito è simile al precedente per la creazione di piscine di acqua che poi si solidificano col passare degli anni, ma è molto più piccolo e appare di colore rossiccio. Nel pomeriggio ci siamo recati a Cilandras dove si trova un antico ponte costruito circa 2700 anni fa’ durante il regno dell’antico re Gygas (670-657 AC). Il ponte è alto 17 metri e lungo 24. Il sito è diventato luogo di escursioni turistiche; i visitatori si fermano qui per fare un picnic e poi attraversano il ponte che è uno dei più antichi al mondo che sia ancora in uso. Nel sito si trova anche una grande centrale idroelettrica. Mercoledì 25 maggio abbiamo visitato la scuola partner che ospitava il meeting. Siamo stati accolti dai bambini e da alcune mamme che volevano ringraziare i docenti presenti per avere ospitato i loro figli durante alcuni viaggi di progetto. L’accoglienza è stata molto calorosa. Nel cortile abbiamo assistito ad uno spettacolo organizzato da docenti e allievi delle varie classi con canti e danze tipiche. Dopo lo spettacolo siamo stati condotti negli ambienti della scuola. L’istituto è molto grande e ospita allievi dai tre ai quattordici anni. Gli allievi frequentano le lezioni in orario antimeridiano o pomeridiano. Nonostante il fatto che l’istituto sia molto grande, non riesce ad ospitare tutta l’utenza. Per cui gli allievi frequentano a turno le lezioni alternandosi nel corso dell’anno scolastico, in orario antimeridiano e pomeridiano. Il sistema scolastico turco è molto simile al nostro. Comprende, infatti, una scuola materna, una scuola dell’obbligo di otto anni, dai 6 ai 14 anni, suddivisa in elementare e media, e una scuola superiore a cui fanno seguito vari tipi di corsi universitari e non. Nella scuola superiore le lezioni si tengono dal lunedì al venerdì, per un ammontare di 30-35 ore settimanali. Le scuole richiedono agli studenti di indossare la divisa, il cui costo è a carico dei partecipanti. La scuola è molto competitiva e agli studenti viene richiesto un impegno costante e un’attiva partecipazione alla lezioni. Il sistema dei voti scolastici si poggia su una scala che va da 1 a 5. A scuola si possono svolgere anche molte attività extra curricolari, quali sport, history club ecc. Per accedere all’istruzione superiore si deve sostenere un esame, molto selettivo, articolato su esami e valutazioni alla fine dei tre anni, con media sui risultati. La destinazione è vincolante. Non è un parere orientante. I Licei hanno tre denominazioni, Fen, Anadolu e Düs, in ordine decrescente di qualità; sono tutti statali e gratuiti, di durata quinquennale e danno una preparazione pre-universitaria, cioè per affrontare l’esame che dà accesso alle università. Ci sono anche dei licei tecnicoprofessionali, sempre statali, come quello per il turismo o l’industriale automobilistico, elettrico, agricolo, a seconda delle vocazioni locali. Ci sono poi i licei teologici statali che preparano i futuri imam, i celebranti del culto islamico. Sono poco frequentati, se non da chi intende diventare ministro di culto o da alcune ragazze di quelle famiglie che, per motivi religiosi, non vogliono che le figlie frequentino gli altri licei statali o privati che sono sempre misti. In tutti i licei un’ora alla settimana di religione è tenuta da un docente laureato in una facoltà di cultura e storia religiosa. Ci sono anche molti licei privati e università. I più prestigiosi e cari sono quelli internazionali a Istanbul, Ankara e Smirne: francese, inglese, tedesco, americano. Anche quello italiano di Istanbul gode di una buona fama. Da tutti i vari tipi di scuola superiore, ad eccezione di quella religiosa, si può accedere all’università ma solo dopo aver sostenuto l’esame nell’indirizzo prescelto. Da un liceo tecnico-professionale per l’agricoltura si può accedere a medicina o archeologia, ma superare l’esame è difficile. L'esame di accesso è essenzialmente basato su una sola fase che consiste in un test di 180 domande (Scienze Naturali, Matematica, Turco, Scienze sociali e di una lingua straniera, ma in quantità variabili a seconda dell’indirizzo di facoltà indicato al momento della domanda: umanistico o scientifico), il tutto in 3 ore e mezza. L’ammissione si basa sulla valutazione che tiene conto del test e sulla media delle votazioni degli anni precedenti. Il candidato con il punteggio raggiunto viene inserito in una graduatoria nazionale delle diverse università, che annualmente indicano le quote, un numero chiuso, insomma. Con una valutazione appena superiore alla sufficienza ci si può iscrivere alle facoltà meno richieste e in un’università non molto quotata. Con il massimo dei voti, si può andare a Medicina a Istanbul. Tasse e spese di sussistenza nei college sono molto basse, ci sono anche borse di studio che coprono quasi interamente le spese. I docenti vengono selezionati nello stesso modo nella scuola statale e privata. In genere i candidati promossi con i voti migliori preferiscono un posto nella scuola statale, anche se la retribuzione è spesso inferiore, perché il posto è fisso e sicuro. Per accedere alla professione si sostiene un esame nazionale, dopo aver frequentato un corso universitario nell’area disciplinare ma che comprende anche esami di pedagogia e psicologia. I docenti svolgono 15 ore settimanali di lezione. Le ore di lezione aggiuntive vengono pagate 3 euro circa. La retribuzione va da 590 a 640 euro circa, più un aumento annuo legato all’inflazione (da qualche anno circa 4%). I docenti possono andare in pensione a 65 anni per gli uomini e 60 per le donne. Il dirigente ha una retribuzione uguale a quella dei docenti, più una indennità di 250 euro circa. Ci sono poi da uno a cinque vice-dirigenti a seconda della grandezza della scuola. I genitori partecipano a riunioni con i docenti e il dirigente 2 volte l’anno. In ogni Provincia del Paese c’è un dirigente che sovrintende al sistema dell’educazione per la sua zona e che risponde al Ministro dell’Educazione. È presso il Direttore della provincia di Usak che ci siamo recati in visita nel pomeriggio ed è qui che abbiamo appreso le notizie sul sistema dell’educazione. Subito dopo la proclamazione della Repubblica avvenuta nel 1923, Kemal Atatürk imboccò la via della modernizzazione e dell’europeizzazione, dando al settore dell’educazione un ruolo preponderante. La Turchia appare ancora oggi divisa e lacerata tra occidente e oriente. Ma l’occidente oggi non è soltanto il modello di stato liberal-democratico e laico tracciato dal fondatore della moderna Turchia, Ataturk (il padre dei Turchi), ma è l’Unione Europea, a cui da un decennio la Turchia aspira ad aderire. L’oriente non è certo costituito dal defunto impero sovietico, per il quale la Turchia non ha mai sentito una particolare attrazione, ma è l’estremismo islamico, foraggiato da iraniani e sauditi. Per il momento il risultato è il governo democraticamente eletto dell’islamico moderato Erdogan. Abbiamo visto alcuni giovani festeggiare per le strade di Usak perché stavano per partire per il servizio militare. Abbiamo chiesto come mai festeggiassero e ci siamo sentite rispondere che erano felici perché stavano per partire alla volta delle zone orientali della Turchia, dove si rischia la vita lottando contro l’estremismo islamico che cerca di riportare il Paese indietro dopo anni di democrazia. Questi giovani sono orgogliosi di rischiare la vita per difendere i valori conquistati dai loro padri. Giovedì 26 maggio ci siamo recati ad Ulubey dove abbiamo visitato la più grande miniera d’oro d’Europa. La miniera è gestita da una compagnia privata ma lo Stato partecipa agli utili e controlla lo sfruttamento del territorio, onde evitare una devastazione ambientale che aumenterebbe anche il rischio di terremoti. L’oro viene estratto frantumando la roccia con cariche esplosive. Il terriccio così ottenuto viene separato dall’oro attraverso un sistema di drenaggio, per cui l’oro viene incanalato in tubature e condotto in alcuni silos dove subisce un primo trattamento con carbonato di sodio. Dopodichè il prodotto subisce un processo di elettrolisi. I lingotti così ottenuti vengono mandati alla raffineria di Istambul dove si ottiene il prodotto finito. La produzione annuale di oro in Turchia è di circa 15 tonnellate! Il nostro viaggio in Turchia si è concluso con la visita al College Americano di Usak. Si tratta di una scuola superiore privata ad indirizzo scientifico. Il dirigente ci ha spiegato che gli studenti che frequentano la sua scuola non sono solo figli di facoltosi, ma anche studenti molto meritevoli. Infatti, agli allievi che ottengono ottimi risultati lo Stato paga la retta annuale quasi integralmente. Molti allievi del suo College hanno partecipato alle olimpiadi internazionali con risultati eccellenti. Col nostro viaggio nella cultura turca si è concluso l’itinerario del nostro progetto. Siamo liete di poter dire che abbiamo ricevuto un’accoglienza meravigliosa. La cordialità della gente turca ci ha stupite e commosse. Siamo state trattate come ospiti di riguardo. In ogni momento della giornata c’era un’attenzione particolare per noi, non solo da parte delle colleghe della scuola partner, ma da parte di tutte le persone che ci è capitato di incontrare. In particolare l’affetto e il rispetto dimostratoci dai genitori degli allievi ci ha emozionate e sorprese. Torniamo a casa con tanti ricordi in più e una certezza nel cuore: il Comenius è stato per tutte noi un’esperienza meravigliosa, che ci ha aperto nuovi orizzonti e arricchito il nostro bagaglio professionale e umano. La referente Marirosa Aurucci