Le tecniche per alzarsi subito
Transcript
Le tecniche per alzarsi subito
6 Medicina & Ricerca Eventi Lunedì 29 settembre 2014 ■■ CHIRURGIA VERTEBRALE / Giuseppe Maida è specializzato nel trattamento mini invasivo percutaneo Le tecniche per alzarsi subito Patologie degenerative: sempre meglio grazie alla tecnologia e alla mano del chirurgo L a discopatia degenerativa, l’ernia discale, la stenosi lombare e cervicale, ma anche la patologia traumatica e i suoi postumi, le fratture vertebrali da osteoporosi o da artrosi. Oggi le patologie degenerative possono contare su interventi di chirurgia vertebrale assolutamente innovativi, grazie a tecniche mini invasive percutanee, che permettono di rimettersi in piedi già subito dopo l’operazione e un post operatorio brevissimo, in genere da 3 settimane a 2 mesi nei casi più complessi. A spiegare bene quanto e come nell’ultimo decennio si sia evoluta e affinata la tecnica chirurgica nel caso di tali interventi è un nome noto nell’ambito della chirurgia vertebrale, quello di Giuseppe Maida, medico chirurgo specializzatosi negli anni in neurochirurgia. “Senza dubbio le innovazioni apportate dalle tecniche moderne sono sorprendenti - dice -. Il trattamento mini invasivo percutaneo ha trovato diffusione in chirurgia vertebrale proprio per i vantaggi rispetto al passato, permettendo interventi prima impensabili con riduzione sia delle complicanze post divisioni chirurgiche. La sua esperienza nel campo è lunghissima: da 12 anni ormai si occupa nello specifico della chirurgia della colonna vertebrale (cervicale, dorsale e lombosacrale), in particolare di chirurgia vertebro-midollare, chirurgia mini invasiva del rachide, microchirurgica del rachide, sistemi di stabilizzazione vertebrali e protesi dinamiche vertebrali, discectomia con tecnica microchirurgica. “Mi occupo quasi esclusivamente della patologia degene- rativa - spiega meglio il chirurgo -, vale a dire trattamento di ernie (discali, cervicali, dorsali, lombali), stenosi e patologia artrosica, fino alle forme più complesse degli scivolamenti vertebrali”. L’utilizzo di tecniche moderne è l’aspetto più importante del lavoro di Giuseppe Maida, la sua vera sfida: “Tecniche d’eccellenza sono quelle mini invasive e percutanee, assistite dal computer e con microscopio operatorio, laddove possibile - precisa -, che permettono, con incisioni molto piccole o addirittura senza incisioni, solo con piccolissimi fori, di eseguire interventi ricostruttivi sulle vertebre con impatto anatomico bassissimo sul paziente. Per capirci, il paziente si alza la sera stessa”. Un obiettivo, questo che vede al centro i progressi delle tecnologie degli impianti e degli strumentari, a pari passo Il dottor Giuseppe Maida operatorie che del periodo di allettamento del paziente. Con il miglioramento delle tecniche chirurgiche e dei materiali impiegati, oltre che con l’uso di tecniche mini invasive, dunque è possibile offrire una soluzione a molti problemi che prima erano difficilmente affrontabili, soprattutto se poi si pensa che mal di schiena e malattie su base degenerativa della colonna vertebrale sono di riscontro frequente nella popolazione di età compresa fra i 25 e i 60 anni”. Fino al 2012 il dottore Maida era nell’Unità operativa di Neurochirurgia del Sant’Anna di Ferrara, dal 2013 è presso la clinica convenzionata di Santa Maria Maddalena a Occhiobello, in provincia di Rovigo. Qui è responsabile dell’Unità operativa di Chirurgia Vertebrale, nel contesto del dipartimento polispecialistico di Chirurgia al quale fanno capo di diverse La clinica S.Maria Maddalena Agenzia Pubblicitaria Studio Grafico con quello che per il dottore Maida è l’approccio fondamentale alle patologie vertebrali: l’aspetto sociale. “Come ho spiegato, mi occupo esclusivamente di patologia degenerativa e artrosica della colonna vertebrale - sottolinea -, vale a dire ernia del disco cervicale e del disco lombare, mal di schiena, blocco cervicale, artrosi, scivolamenti vertebrali, che sono patologie diffusissime e con costi sociali molto importanti, poiché costringono ad assentarsi dal lavoro per diverso tempo. Prima dell’avvento di tecniche innovative, ricorrere a periodi di riposo di tantissimi mesi aggravava la condizione del paziente, con ulteriori costi sociali, sia perché nel fase precedente l’intervento non si era in grado di lavorare, sia perché dopo di esso vi era il decorso post operatorio. Pertanto in questo tipo di patologie l’impatto sociale è altissimo, motivo che mi porta a puntare sulla chirurgia moderna mini invasiva percutanea”. Il tutto senza trascurare il fattore prevenzione, grazie all’impiego di materiali innovativi che possono prevenire altri deterioramenti dopo l’intervento. “Oggi, se necessario - conclude il chirurgo - si bloccano le vertebre con materiali moderni che prevengono sofferenze artrosiche sia sopra che sotto le vertebre”. In pratica, se si deve intervenire, si può fare qualcosa che prevenga peggioramenti successivi. Per maggiori informazioni visitare il sito Internet www.giuseppemaida.it.