Leggi tutto - Liceo Classico Dettori

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Schede tematiche
Schede a cura delle Classi del Progetto Alternanza Scuola Lavoro Apprendisti Ciceroni ® - FAI Sardegna:
L. Classico Dettori III B
L. Classico Siotto Pintor III F
L. Scientifico Pitagora Selargius III F, IIIG
I.T.C.G. Einaudi Senorbì III A, III B, III A - CAT
Dove si trova il Complesso del Noviziato dei Gesuiti o di San Michele?
Si trova a Stampace, il quartiere delle "sette chiese" che attestano l’importanza che ha avuto fin da tempi remoti. Rifondato dai Pisani nel XIII secolo fu da loro dotato di fortificazioni. L’analisi delle direttrici urbane evidezia come la via
Azuni, già San Michele, su cui si affaccia il prospetto del Complesso gesuitico, si configura come l’asse di confluenza
delle vie che scendono verso il mare. È il fulcro del quartiere. La facciata costituisce un magnifico fondale alla sommità
del pendìo della strada. Stampace è stato un quartiere abitato fin dalla fase punica e soprattutto da quella romana,
probabile sede del municipium. In epoca medievale ospitava mercanti, artigiani e piccoli borghesi, per perdere
gradualmente tale caratterizzazione. Confina ad ovest con il “borgo”, oggi quartiere Sant’Avendrace. La parte inferiore
della facciata è formata da tre arcate che immettono su un ampio portico diviso in tre campate con volte a crociera che
separano la chiesa dall’Ospedale militare. Al di sopra della facciata c’è una nicchia dov’è collocata la statua di marmo di
San Michele. Le tre arcate d’ingresso sono munite di grata di ferro: davanti quattro mezze colonne di granito, qualcuna
di spoglio da un antico edificio, con massi sferici collocati in cima. Il portale della chiesa, di ispirazione settecentesca, è
sormontato da un fastigio i cui temi decorativi sono riconducibili allo stile genovese del tempo. Attraversata una
gradinata in marmo si accede alla chiesa a matrice centrica con ampia aula ottagonale al centro ampliata a croce con
sei cappelle radiali con volta a botte. La cupola a padiglione è poggiata su un tamburo ottagonale sul quale si aprono
quattro finestre.
Cosa si vedrà nell’Ex Noviziato dei Gesuiti/Ex Ospedale Militare/Dipartimento militare di medicina legale?
Spazi bellissimi in una città tra le più ricche di gioielli architettonici sulle cui destinazioni d’uso tutti siamo chiamati a
decidere. Nell’ambito delle Giornate FAI di Primavera nel suggestivo andito prospiciente il Chiostro dell’ex Noviziato
saranno allestiti cimeli, uniformi e documenti storici di Alberto Lecis che ne cura l’esposizione col Comando Militare
Autonomo della Sardegna. Dal suo Ufficio Storico saranno esposti libri che spaziano dalla pubblicistica militare alle
uniformi, ai documenti e preziose sculture in bronzo sulle diverse Armi: Fanteria, Artiglieria, Cavalleria, Genio,
Trasmissioni e alcune specialità delle stesse dai Bersaglieri ai Granatieri. Rarissime le uniformi: giubbe in panno grigio
verde di cui due della 1^ guerra mondiale da tenente del 206 e 46 reggimento di fanteria; una della seconda 2^ guerra
mondiale da capitano di fanteria; due dell’ Accademia Militare e Scuola Militare della Nunziatella. Nel Chiostro sono
allestite una piccola trincea della prima guerra mondiale con uniforme d’epoca, una bicicletta dei bersaglieri modello
1912, una barella unitamente ad una FOB (Base Operativa Avanzata / Forward Operative Base),ovvero una piccola
rappresentazione di una base operativa avanzata realizzata dal personale dell’esercito Italiano nell’ambito delle
missioni internazionali di Pace.
Farmacia dell’ex Ospedale militare.
La Farmacia dell’Ospedale dipendeva per i rifornimenti dall’ Istituto chimico farmaceutico militare di Firenze. Sono
esposti medicamenti degli anni ’40 del secolo scorso: fili di sutura in seta; cloroformio liquido, non più in uso; garze
dell’’esercito tedesco; farmaci destinati alla cura dei militari, che avevano subito danni da aggressivi chimici
tossicologici. Tra i farmaci il Chinino, indispensabile per combattere la malaria, diffusissima in Sardegna e debellata tra
il 1946 e il 1950. Veniva studiata e approfondita la Bromatologia dove si determinava se un alimento è genuino o
nocivo grazie ai numerosi strumenti presenti al suo interno, in particolare: una bilancia di Mohr-Westphal, degli anni
’30, utilizzata per misurare la densità dei liquidi, basandosi sul principio di Archimede; un colorimetro, strumento
ormai superato, che permetteva di conoscere una concentrazione incognita di una soluzione, partendo da un’altra
soluzione a concentrazione nota; due bilance analitiche monopiatto, risalenti una agli anni ’50 e l’altra agli anni ‘60; un
ebulliometro di Malligand, degli anni ’30, uno strumento che permette di misurare in modo rapido la gradazione
alcolica dei vini. La presenza di tale strumento nell’Ospedale militare si spiega col fatto che nei servizi di mensa veniva
distribuito vino la cui gradazione non doveva essere troppo alta, per evitare poca lucidità nei militari.
Cosa si trova nella Sagrestia della Chiesa di San Michele?
La Sagrestia è un ambiente della chiesa accessibile dall’ultima cappella a sinistra nell’ala nord. In essa avviene la
vestizione dei ministri del culto e vi si conservano parametri liturgici e i registri parrocchiali. Fu edificata verso la fine
del Settecento ed è a pianta rettangolare. E’ un monumento nel monumento. Si ammirano dipinti del ‘600 e del ‘700 di
grande formato, arredi marmorei e lignei. Il primo è “La strage degli innocenti”, il più grande quadro di Cagliari.
Entrambe le pareti lunghe della sagrestia sono decorate con dipinti di Altamonte tra cui quello raffigurante
Sant’Ignazio. Una tela rappresenta San Francesco Borgia e un’altra San Luigi. A questi, si aggiungono tre quadri dei
Martiri del Giappone, uno dei quali rappresenta San Francesco Saverio che riprende il Crocifisso caduto in mare. Altri
quadri di pregio sono quelli raffiguranti Adamo ed Eva, ai lati dell’altare marmorei. Dietro l’altare, in una nicchia, vi è un
antico simulacro della Vergine Immacolata che fu esposto nella Parrocchia di San Giacomo quando si celebrò la
solennità per il dogma dell’Immacolata Concezione. La Sagrestia è celebre per gli affreschi nelle lunette che
rappresentano scene della Bibbia. Gli arredi lignei, che occupano una porzione dell’Altare, sono in parte ad intarsio
mentre quelli laterali sono dipinti ed imitano i precedenti. Vi è anche una nicchia con una statua in avorio raffigurante
San Giuseppe e Gesù.
Cosa si vedrà nella Chiesa di San Michele dei Gesuiti?
Tra gli splendori architettonici, pittorici, e d’arredo nel presbiterio quattro angeli, un pellicano che si becca il petto per
nutrire i suoi piccoli come Gesù che versò il suo sangue per la salvezza dell’umanità, e la fenice uccello immortale che
rinasce dalle sue ceneri dopo tre giorni, come Cristo resuscita dal sepolcro. Nella Sagrestia si potranno vedere le
Statue di Giovanni Antonio Lonis che dopo un periodo di apprendistato presso la bottega di uno zio, intorno al 1740 si
recò a Napoli per affinare la tecnica scultorea. Rientrò in Sardegna nel 1750 e aprì una bottega nel quartiere Stampace,
dove lavorò i restanti 55 anni della sua vita. Realizzò statue in legno policromo a soggetto religioso in stile tardo
barocco e neoclassico per diverse chiese soprattutto del meridione dell'Isola. Is Misterius sono le sette statue
settecentesche conservate nella sagrestia della Chiesa di San Michele da cui parte la Processione che visita sette
chiese, con pausa in Cattedrale per ritornare e deporre le sette statue nella loro sede. Durante la Settimana Santa si
effettua “ il giro delle sette chiese” in ciascuna delle quali fa ingresso una statua, differente per ciascuna chiesa,
accompagnata dalla Madonna Addolorata. Dopo una meditazione dell’officiante si riparte per la successiva chiesa. La
"Flagellazione alla colonna " esprime dolore fisico e rassegnazione” mentre "Incoronazione di spine" rappresenta sia la
sofferenza di Cristo che un atto di scherno da parte dei soldati Romani, il "Crocifisso", invece, rappresenta il momento
più alto di sofferenza fisica ma soprattutto spirituale. Nel "Crocifisso" oltre al concetto di morte viene espresso anche
l'amore che il Redentore prova per l'umanità sacrificandosi per essa. Le statue policrome sono realizzate in legno. Tre
sono scolpite e dipinte; quattro hanno una struttura interna a manichino coperta da abiti.