stagione di prosa 2007-2008

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stagione di prosa 2007-2008
buio in sala
stagione di prosa 2007-2008
Comune di Voghera
teatro san rocco di voghera
La Stagione di Prosa che sta per partire presenta grandissimi autori,
soprattutto italiani, intriganti testi e prestigiosissimi interpreti che sono
la garanzia di spettacoli di sicura qualità.
Dai classici alla drammaturgia contemporanea passando attraverso due
momenti “gialli” e una parentesi poetica, confermano la volontà di una
programmazione articolata che recepisce le esigenze di un pubblico differente
negli interessi culturali ma comunque appassionato al Teatro e alle emozioni
uniche che ci trasmette lo spettacolo dal vivo.
“Buio in sala” dopo aver tagliato il traguardo dei 100 spettacoli riparte
con questa nuova Stagione sicuramente all’altezza delle precedenti 10.
L’Assessore alla Cultura
Prof. Maurizio Schiavi
IL CARTELLONE
giovedì 25 ottobre
MARIO PIROVANO “Mistero Buffo” di Dario Fo - regia Mario Pirovano
giovedì 15 novembre
GEPPY GLEIJESES • STEFANO SANTOSPAGO • MARIANELLA BARGILLI • RAFFAELE PISU
“Delitto perfetto” di Frederick Knott - regia Geppy Gleijeses
giovedì 6 dicembre
ANNA GALIENA “Quale droga fa per me?” di Kai Hensel - regia Andrée Ruth Shammah
giovedì 20 dicembre
PANTAKIN DA VENEZIA “Il corvo” da Carlo Gozzi - regia Michele Modesto Casarin
giovedì 10 gennaio
FLAVIO BUCCI “Il berretto a sonagli” di Luigi Pirandello - regia Nucci Ladogana
giovedì 31 gennaio
GIORGIO ALBERTAZZI “Una ballata e qualche canzone” per Pound con Eliot e il padre Dante - regia Giorgio Albertazzi
giovedì 14 febbraio
ADRIANA INNOCENTI • PIERO NUTI “Trappola per topi” di Agatha Christie - regia Piero Nuti
giovedì 28 febbraio
ANNA MAZZAMAURO “Signorina Silvani... Signora, prego!” di Anna Mazzamauro - regia Pino Strabioli
giovedì 13 marzo
LA PICCIONAIA I CARRARA “Due dozzine di rose scarlatte” di Aldo De Benedetti - regia Titino Carrara
giovedì 27 marzo
NANDO GAZZOLO “Il burbero benefico” di Carlo Goldoni - regia Maurizio Faraoni
giovedì 25 ottobre
MARIO PIROVANO “Mistero Buffo” di Dario Fo - regia Mario Pirovano
Il termine “mistero” è usato già nel II e III secolo dopo Cristo per indicare uno spettacolo, una rappresentazione sacra. Un mistero buffo
è uno spettacolo grottesco. Chi l’ha inventato, è stato il popolo. Fin dai primi secoli dopo Cristo il popolo si divertiva, e non era solo il
divertimento a stimolare spettacoli in forma ironico-grottesca. Il teatro, infatti, è sempre stato il mezzo primo di espressione popolare, di
comunicazione, ma anche di provocazione e di agitazione delle idee. I giullari recitavano nei mercati, nei cortili e qualche volta addirittura
dentro le chiese. Sono loro, insieme ai comici dell’arte, gli inventori del grammelot, termine di origine francese coniato dai buffoni-clowngiullari. Usavano il grammelot a piene mani perché costretti sia dalla situazione di viaggiatori in mezzo a lingue diverse, sia dalle leggi
censorie che imponevano loro di non recitare in lingua: potevano al massimo mimare ed articolare suoni senza senso compiuto. L’Accademia
di Svezia, conferendo il Premio Nobel per la Letteratura a Dario Fo nel 1997, così motivava la sua scelta: “A Dario Fo... che nella tradizione
dei giullari medievali fustiga il potere e riabilita la dignità degli umiliati”. “Mistero buffo” si basa su vecchie fonti interpretate da Fo nella
sua chiave personale ed è il suo spettacolo più famoso, uno straordinario impasto comico-drammatico ormai considerato un classico del
‘900. “La fame dello Zanni” racconta la storia di una fame atavica attraverso sproloqui e contorsioni da funambolo. “La Resurrezione
di Lazzaro” è la descrizione parodistica del miracolo più popolare del Nuovo Testamento, vissuto come grande happening del tempo. “Il
Primo Miracolo di Gesù Bambino” costituisce il poetico racconto tratto dai Vangeli apocrifi: come il piccolo Jesus, che fa volare gli uccellini di
argilla fatti dai compagni e reagisce alla prepotenza di chi glieli distrugge. “Bonifacio VIII” ci presenta il Pontefice prima nella magnificenza
della sua vestizione, poi nel suo incontro-scontro con Gesù, teso a sottolineare l’immensa differenza tra i due.
Via Emilia, 65 - Voghera - Tel. 0383.367244
giovedì 15 novembre
GEPPY GLEIJESES • STEFANO SANTOSPAGO • MARIANELLA BARGILLI • RAFFAELE PISU
“Delitto perfetto” di Frederick Knott - regia Geppy Gleijeses
Uno dei thriller più famosi di tutti i tempi, un meccanismo infernale, un giallo psicologico.
È il trionfo della “suspence” teatrale: in punta di fioretto si gioca al massacro.
Da questa commedia Alfred Hitchcock parte per realizzare uno dei suoi capolavori.
Tony Wendice potrebbe essere un uomo felice: ha una moglie bella e ricca, conduce una vita agiata, non deve preoccuparsi
del lavoro ma è ossessionato dai debiti della sua carriera fallita da tennista. Sa che sua moglie Margot ha una passione per
l’americano Mark Halliday, ma più che la gelosia è il desiderio di ereditare la fortuna della sposa a spingerlo sulla china del
delitto. Come suo costume lo organizza con precisione e meticolosità. Avvicina un vecchio compagno di college, Swan Lesgate,
che sa in cattive acque, lo ricatta e lo convince a uccidere Margot. Il piano è semplice e lucido: Lesgate entrerà in casa Wendice
con la sua complicità e si nasconderà dietro una tenda. Dal suo club, a un’ora precisa, Tony telefonerà a casa e Margot dovrà
andare a rispondere all’apparecchio vicino alla tenda. Lesgate uscirà dal nascondiglio e la strangolerà. Le indagini, in assenza
di indiziati e di movente, dovranno concludere che un ladro, sorpreso in flagrante, ha ucciso la donna. Ma…
Piazza Duomo, 4 - Voghera - Tel. 0383.213583
giovedì 6 dicembre
ANNA GALIENA “Quale droga fa per me?” di Kai Hensel - regia Andrée Ruth Shammah
Una conferenza, una confessione, un corpo a corpo con lo spettatore. Il dramma di Hanna, la protagonista di questa pièce, è in
parte tutto questo. Il velo di quieta semplicità di una vita assolutamente normale si è lacerato: Hanna, moglie, madre e casalinga,
sente l’invincibile insufficienza di tutto ciò che la circonda e, in primo luogo, di se stessa nei confronti dell’esistenza. Il desiderio
di sentirsi viva, di provare tenerezza per la famiglia che non riesce ad amare, la spinge ad affrontare la sperimentazione di
ogni tipo di droga. Ricorrere all’ecstasy per amare il figlio, alla cocaina per sopportare il marito, per essere come gli altri e stare
nelle “regole” di come sempre gli altri la vogliono.
È l’emblema della nostra strana, rovesciata, società in cui si ricorre alla trasgressione, per rimanere forzatamente dentro gli
schemi. Ma la strada che ha scelto non è così facile, richiede forza e disciplina. Durante la sua conferenza Hanna, che ormai
intravede il termine del suo percorso, cerca di fare chiarezza sulla sua vita e, allo stesso tempo, chiede al pubblico, testimone e
specchio delle sue ragioni, di usare la sua storia come strumento per cercare di capire la propria.
Filiale di Voghera, Piazza Duomo, 2 - Tel. 0383694611 - www.bancodesio.it
giovedì 20 dicembre
PANTAKIN DA VENEZIA “Il corvo” da Carlo Gozzi - regia Michele Modesto Casarin
Millo, re di Frattombrosa, durante una battuta di caccia uccide un corvo sacro. Per questo viene maledetto e avvertito che le
sue pene finiranno solo quando sposerà una fanciulla dalla pelle bianca come la neve, le labbra rosse come il sangue e i capelli
neri come le ali di un corvo. Jennaro, fratello del re, volendo salvare Millo, parte per mare alla ricerca della fanciulla. Quando
giunge alla corte della regina di Damasco, la crudele Morgana, trova nella di lei figlia tutte le caratteristiche cercate e la rapisce
per condurla in sposa al fratello. La regina di Damasco in preda all’ira più furente predice a Jennaro tre maledizioni a danno
del re Millo e se Jennaro le confiderà a qualcuno verrà trasformato all’istante in una statua di marmo. Un omaggio a Carlo
Gozzi in occasione delle celebrazioni per il bicentenario della scomparsa (1720 - 1806). In un’alternanza di versi e prosa, si
intrecciano il genere tragico e il grottesco. Un avvicendamento di registri che spaziano da “il più cruschevole linguaggio italiano
[…] al più rude e triviale vernacolo veneziano”, consentono di valersi de “la libertà della commedia dell’arte” e de “il rigore
del teatro classico”. Uno spettacolo di matrice fiabesca, dalle suggestioni esotiche, in cui l’espressione scenica trasfigura la realtà
enfatizzandone gli aspetti antitetici, avvalendosi dell’immediatezza e della primordiale incisività della Commedia dell’Arte,
dell’essenzialità e dell’eloquenza del gesto danzato, valorizzate dalla potenza evocativa della musica. L’ allestimento ha ricevuto
il “Premio Agis” Miglior Spettacolo Biennale Teatro 2006.
La gamma PIAGGIO da Gianesi a Voghera
giovedì 10 gennaio
FLAVIO BUCCI “Il berretto a sonagli” di Luigi Pirandello - regia Nucci Ladogana
Derivato da due novelle e scritto prima in dialetto nel 1916 per Angelo Musco, rifiutato in un primo tempo dallo stesso comico
siciliano e poi messo in scena nel 1917, fu pubblicato in italiano da Luigi Pirandello nell’estate 1918, con ancora nella lingua
echi del modello siciliano e ripulito nelle successive edizioni del 1920 e 1925.
La signora Beatrice, moglie del cavalier Fiorica, sospetta che il marito la tradisca con la giovane moglie del suo scrivano Ciampa:
rosa dalla gelosia, con la riluttante complicità del delegato di polizia Spanò, ordisce una trappola per sorprendere i due in
flagranza di reato, in modo da dare una lezione al marito e ricondurlo a sé, sottomesso e pentito, senza calcolare l’esito di tale
progetto nei confronti di Ciampa. Lo stesso scrivano viene inviato a Palermo, con una scusa risibile, onde consentire al cavaliere
di recarsi indisturbato dalla sua “amante”. Ciampa, messo sull’avviso da alcune allusioni farneticanti della signora, la provoca
ad un chiarimento che Beatrice non accetta. L’irruzione della polizia in casa di Ciampa, lo scandalo derivato dall’arresto della
moglie Nina e del cavaliere, pur non potendo provare affatto la consumazione dell’adulterio, rende chiaro a tutto il paese il
problema di Ciampa. Vera o falsa che sia l’accusa di adulterio, lo scrivano sa che ormai, per tutti, sarà un “cornuto”, magari
perfino un “cornutu accurdatu”, vale a dire soddisfatto e consenziente. La reazione di Ciampa è furiosa.
MERLI MARMI
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giovedì 31 gennaio
GIORGIO ALBERTAZZI “Una ballata e qualche canzone” per Pound con Eliot e il padre Dante - regia Giorgio Albertazzi
“In my beginning is my end “. “E così eccomi qui, nel mezzo del cammino” dice Eliot in uno dei Quartetti e ancora ne “La terra desolata”
dedicata a Ezra Pound, il miglior fabbro: “Una gran folla fluiva sul London Bridge, così tanta, ch’io non avrei mai creduto che morte
tanta n’avesse disfatta” e Dante: e dietro le venìa sì lunga tratta di gente, ch’i’ non averei creduto che morte tanta n’avesse disfatta”.
Se con il Canto d’amore di Prufrock, suo primo exploit, Eliot cambia profondamente il corso della letteratura inglese, con i Quattro
quartetti trasporta traduce e trascina Dante nella lingua inglese, lo saccheggia, lo sfida, dissente dalla dottrina, si esalta per la poesia.
L’ottica teologica della Divina Commedia è per Eliot una rinuncia, una “perdita”, un perfetto teorema, mentre il verso dantesco, la sua
limpidezza lucente e la filosofia sublime, gli fanno scrivere ne “Il bosco sacro” che Dante è più profondo di Shakespeare nel rivelare le
umane passioni. Shakespeare si estende, Dante affonda. Shakespeare dice: “Ripeness is all” (essere pronti è tutto) e Dante dice: “E’ n la
sua volontade è nostra pace”. L’affermazione di Shakespeare è profondamente “emotiva”, quella di Dante è umanamente “vera”. Pound
inventa Eliot tagliando la metà dei versi del suo primo libro, “per fortuna” dirà in seguito Eliot, che inventa la poesia post-ottocentesca,
post-romantica, la libera dal buon senso nel suo verso libero, la fa sgorgare come un flusso musicale dopo i pianoforti, la libera dai cliché,
la trascina nell’imperfezione e nel caos. Prendere Pound, Eliot, Dante e farli incontrare nel suono del violoncello, questa la sfida. Eliot
ha scritto versi per gatti (Cats, poi in musical), per cani e perfino per un’oca che passeggia in Hyde Park, figuriamoci, se non ha scritto
versi anche per una ballata con i suoi amici Pound e Dante. Il grande Dante, poi, si sa, ha fatto lezione a tutti e due.
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giovedì 14 febbraio
ADRIANA INNOCENTI • PIERO NUTI “Trappola per topi” di Agatha Christie - regia Piero Nuti
Un albergo della campagna londinese il Monkswell Manor. Fuori una tormenta di neve. La radio trasmette in continuazione appelli
della polizia che è alla ricerca di un pazzo omicida con cappotto scuro, cappello di feltro... Mollie e Giles Ralston, i proprietari
del locale sono costretti ad affrontare una drammatica avventura insieme ai loro clienti: una signora di mezza età noiosa e
petulante, un maggiore dell’esercito inglese in pensione, una ragazza criptica e mascolina, un ospite straniero inatteso. Tra di
loro si cela un assassino psicopatico che ha già ucciso una persona a Londra. Ma sotto quale travestimento? Ciascuno sembra
avere qualche cosa da nascondere, qualche segreto vergognoso legato ad un fatto di sangue avvenuto molti anni addietro.
Prima che ogni comunicazione venisse interrotta la polizia è riuscita a inviare un suo agente, il sergente Trotter, e toccherà a lui
individuare l’omicida intenzionato a colpire di nuovo, ma le cose non saranno tanto semplici. Mentre l’albergo è letteralmente
isolato dal mondo, una musichetta sinistra aleggia per le sue stanze: la “sigla dell’assassino”…
Vero e proprio “caso” letterario e teatrale del nostro secolo. Un’edizione da record, capace di registrare il “tutto esaurito” da
dieci stagioni consecutive. Il teatro affascinava tremendamente Agatha Christie. Era il 25 novembre 1952 quando lo spettacolo
vide la luce del debutto, con Richard Attenborough e Sheila Sim: Sir Winston Churchill era Primo Ministro in Inghilterra.
Nei suoi oltre cinquant’anni di repliche ininterrotte a Londra è stato visto da più di dieci milioni di spettatori; rappresentato in
45 Paesi e tradotto in 24 lingue. “Starà in cartellone almeno un mese?” pare si chiedesse l’autrice.
corso Repubblica, 2 - Rivanazzano - 0383 91250 / 92146
www.termedirivanazzano.it - [email protected]
giovedì 28 febbraio
ANNA MAZZAMAURO “Signorina Silvani... Signora, prego!” di Anna Mazzamauro - regia Pino Strabioli
Chi ha paura della Signorina Silvani? La risposta è io. Da sempre. Come ho paura delle fotografie con dedica e cornice perché
inesorabilmente diventeranno dagherrotipo. Terrore della seppia e del suo colore. Allora, perché non chiamarla cartone animato,
come Minnie, come Paperina? Silvani e basta. Loro senza cognome, lei senza nome. Ma animate da una parentela virtuale,
quella della simpatia che il pubblico ha decretato verso i loro difetti. Sui quali una grande virtù spalma una crema che gonfia
la gola, i polmoni, le labbra: la risata, mal che vada un sorriso. Ma tra una risata e l’altra, come in un film di Woody Allen,
la Signorina Silvani è uscita dallo schermo con il suo abito rosso-sesso, la collanina di cuoricini rubati agli uomini, ai lobi due
cuori di Fantozzi. E lei lo guarda di nuovo come sempre e non si accorge che questa volta non c’è davvero. Tanto lo ha sempre
guardato come se non ci fosse! Le stesse manie di donna che crede di essere una bomba sexy e siccome non è sexy le rimane
la bomba che le scoppia tra i denti, come al gatto Silvestro. La sua solitudine con calze smagliate. Abito da Rita Hayworth che
trasforma le curve della Silvani in deviazioni! Single per scelta. Ma degli altri! E’ la prima dell’ufficio: entrando a sinistra. Tutte le
donne però saranno grate alla Silvani. Quelle tra il pubblico perché proveranno la rara emozione di sentirsi migliore di un’altra.
E quella sul palcoscenico che quando i giri di rughe faranno contare i suoi anni sulla faccia come un albero tagliato non avrà il
cruccio delle attrici bellissime che soffrono perché non lo sono più. Potrà gridare al mondo: “la bruttezza ha un vantaggio sulla
bellezza: che dura!”. Chi aveva paura della Signorina Silvani?
OTTICA
BUENA VISTA
Via Emilia, 150 - Voghera - Tel. 0383 42368
giovedì 13 marzo
LA PICCIONAIA I CARRARA “Due dozzine di rose scarlatte” di Aldo De Benedetti - regia Titino Carrara
Marina, stanca della routine familiare, si trova, a causa dell’equivocato dono di un mazzo di rose, ad immaginare di essere
corteggiata da uno sconosciuto che si firma “Mistero”. In realtà “Mistero” è proprio il marito Alberto, che di fronte all’evidenza
dell’infatuazione della moglie, comincia ad assecondarla con l’aiuto dell’amico Tommaso. Le scrive, le manda altri fiori, ed arriva
finalmente a darle un appuntamento. L’insuperabile meccanismo comico prevede che l’amico tenti goffamente di approfittare della
situazione… Tutto si complica quando lei, sempre più innamorata, è pronta a lasciare il marito… ed il “mistero” continua.
Un classico della risata made in Italy che non risente del tempo (il testo è stato scritto nel 1936) perché la sua fortuna è
certamente legata all’ironia con cui viene trattato il tema della fedeltà coniugale, una ironia che sottolinea il potere della
fantasia e dell’immaginazione nella vita quotidiana. La popolarità di “Due dozzine di rose scarlatte” è confermata dalla sua
collocazione nel repertorio storico della famiglia Carrara fino dai tempi del teatro mobile.
Un’opera che mira ad evidenziare l’attualità del meccanismo comico del testo, pur facendo tesoro di tutta la tradizione interpretativa
di ritmi, intonazioni, soggetti che nasce dalla lunga consuetudine con la sua rappresentazione.
giovedì 27 marzo
NANDO GAZZOLO “Il burbero benefico” di Carlo Goldoni - regia Maurizio Faraoni
Scritta in francese fu rappresentata a Parigi nel 1771 e successivamente riscritta dall’autore in italiano pur lasciando alcuni nomi
dei personaggi in francese. Angelica, nipote di Geronte, il Burbero, è innamorata di Valerio; Delancour fratello della giovane
e suo tutore, per mantenere i lussi della moglie a cui non sa negare nulla, ha sperperato in quattro anni tutto il patrimonio
meritandosi il disprezzo dello zio. Il giovane pensa di mettere in un convento la sorella oramai priva di dote per far fronte, con
quel che resta, ai suoi debiti. Angelica si confida con Geronte, burbero e scostante, tutto preso dalle sue partite di scacchi, ma
in fondo generoso, però la ragazza non ha il coraggio di confessare allo zio il suo amore per Valerio. Lo zio decide di cercarle
un buon partito per salvarla dal monastero e la promette a Dorval, uno ricco scapolone suo amico, che accetta purché Angelica
acconsenta. Delancour è alle strette: condannato sta per essere messo in prigione per debiti. Valerio è pronto a soccorrerlo
e a sposare Angelica anche senza dote… Un dialogo su due linee parallele basato su argomenti diversi che si incontrano
e scontrano è l’origine del malinteso su cui si basa la commedia. Un equivoco linguistico durante una partita a scacchi che
viene sempre rimandata perché la storia si intromette e sovrappone. Come la partita vede di fronte due avversari così questi
personaggi goldoniani sono sempre doppi. Il titolo è già doppio: burbero e benefico, parole in contrapposizione tra loro. Una
duplice indole, una qualità negativa e una positiva. Doppi anche il nipote e la moglie, figurine vanesie, tipiche di un settecento
frivolo e inconsistente.
STUDIO FOTOGRAFICO di Guido Colla
Via Plana, 45 - VOGHERA - Tel. 0383.365446
GLI SPETTACOLI AVRANNO LUOGO PRESSO IL
TEATRO SAN ROCCO DI VOGHERA IN PIAZZA PROVENZAL, 3
CON INIZIO ALLE ORE 21
ABBONAMENTO
EURO 160 posto fisso a 10 spettacoli.
BIGLIETTO
EURO 20 posto unico.
ABBONAMENTI: lunedì 10 settembre dalle ore 15 alle ore 18 possibilità di riconferma del posto riservato esclusivamente
agli abbonati della Stagione 2006-07.
dal 11 settembre al 15 ottobre vendita abbonamenti aperta a tutti.
L’abbonamento non è personale ed è quindi cedibile.
La Direzione ringrazia fin d’ora gli abbonati che comunicheranno la loro eventuale impossibilità ad assistere allo spettacolo.
La Fama Fantasma Srl assicura, ai sensi della Legge 675/96, la riservatezza dei dati personali degli abbonati ed il loro esclusivo
utilizzo per comunicazioni relative all’attività teatrale.
Vendita BIGLIETTI a partire dal 16 ottobre per tutti gli spettacoli in programma.
Non è ammessa la prenotazione telefonica.
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In caso di smarrimento lo spettatore dovrà acquistare un nuovo biglietto per assistere allo spettacolo.
I biglietti acquistati non saranno rimborsati a meno che lo spettacolo sia annullato e non sostituito anche in altra data.
Si raccomanda la massima puntualità. A spettacolo iniziato non sarà consentito l’accesso al proprio posto.
I ritardatari saranno dirottati nei posti eventualmente disponibili a fondo sala.
Durante lo spettacolo è vietato fotografare, filmare o registrare la rappresentazione.
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All’interno del teatro è vietato fumare.
La Direzione si riserva la facoltà di apportare alla programmazione annunciata quelle variazioni di date, orari e/o programmi
che si rendessero necessarie per ragioni tecniche o per causa di forza maggiore. In questo caso nessun rimborso sarà dovuto.
Le eventuali variazioni di date, orari e/o programmi saranno comunicate tramite cartelli all’interno del Teatro, testate
giornalistiche locali e RADIO VOGHERA.
INFORMAZIONI E VENDITA ABBONAMENTI E BIGLIETTI:
Uffici FAMA FANTASMA S.r.l.
Via Emilia, 166 Voghera
Tel. 0383.332323-4
da Lunedì a Venerdì dalle ore 15 alle ore 18
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