SUPERFICI DI RIEMANN
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SUPERFICI DI RIEMANN (terza parte) anno acc. 2008/2009 Cristina Turrini SUPERFICI DI RIEMANN Sia C = V(F) ⊂ P2 una curva algebrica piana non singolare, con F(z0 , z1 , z2 ) polinomio omogeneo di grado d. Supponiamo che il sistema di riferimento sia stato scelto in modo che (0 : 0 : 1) non appartenga a C e che la retta z0 = 0 non sia tangente a C. Passando in coordinate affini z = z1 /z0 e w = z2 /z0 , le ipotesi fatte dicono che C non passa per W∞ e che la retta impropria non è tangente a C. Consideriamo la proiezione di C da W∞ sull’asse z, π : C → P1 , definita da π(z0 : z1 : z2 ) = (z0 : z1 ), ovvero per i punti al finito π(z, w) = z, mentre tutti i punti impropri vengono mandati in ∞. π è un’applicazione olomorfa non costante di grado d, infatti la fibra generica contiene d punti nessuno dei quali è improprio, perchè W∞ non appartiene a C. Abbiamo visto che al finito la ramificazione di π si ha in corrispondenza dei punti con tangente parallela all’asse w. Tali rette possono essere tangenti solo al finito perchè W∞ non appartiene a C. Inoltre ∞ non è di diramazione perchè la retta impropria non è tangente a C. Cristina Turrini SUPERFICI DI RIEMANN Ne segue che Rπ è tutto al finito. Abbiamo visto che p ∈ Rπ se e solo se, indicata con f la (z,w) deomogenizzazione di F, ∂f ∂w (p) = 0. Quindi rπ = d(d − 1). La formula di Riemann Hurwitz in questo caso diviene 2 − 2g(C) = 2d − d(d − 1), da cui si ricava la formula di Clebsch g= (d − 1)(d − 2) . 2 Cristina Turrini SUPERFICI DI RIEMANN Applicazioni olomorfe tra tori complessi Abbiamo visto che un toro complesso è un quoziente C/Λ con Λ ⊂ C reticolo e che la struttura complessa su C/Λ è data dalle carte ϕ = π|−1 inverse locali della proiezione naturale π : C → C/Λ. Siano ora X = C/Λ, e Y = C/Λ0 , due tori complessi. OSSERVAZIONE - Se f : X → Y è olomorfa e non costante, allora f è un rivestimento non ramificato, infatti g(X) = g(Y) = 1 ⇒ rf = 0. Sia dunque f olomorfa e non costante. La composizione f ◦ π è un rivestimento topologico (f e π lo sono). Lo stesso vale per π 0 . Cristina Turrini SUPERFICI DI RIEMANN Sia f ◦ π : C → Y che π 0 : C → Y sono rivestimenti universali di Y. Per la proprietà dei rivestimeni universali f ◦ π : C → Y e π 0 : C → Y sono isomorfi come rivestimenti, cioè esiste F : C → C che fa commutare il diagramma. Inoltre F è olomorfa (anzi biolomorfa) perchè lo è f infatti il fatto che f sia olomorfa vuol dire che lo è ψ ◦ f ◦ ϕ−1 , ove ψ e ϕ sono inverse locali di π 0 e π rispettivamente. E, a meno di traslazioni, si ha F = ψ ◦ f ◦ ϕ−1 (segue da π 0 ◦ F = f ◦ π). Cristina Turrini SUPERFICI DI RIEMANN Il fatto che F passi ai quozienti dice che, se Λ =< w1 , w2 > e Λ0 =< w01 , w02 >, si ha (?)F(z+w1 ) = F(z)+α1,1 w01 +α1,2 w02 , F(z+w2 ) = F(z)+α2,1 w01 +α2,2 w02 con αi,j ∈ Z. Derivando si ottiene F 0 (z + w1 ) = F 0 (z) F 0 (z + w2 ) = F 0 (z). Pertanto F 0 : C → C passa al quoziente modulo Λ e definisce un’applicazione olomorfa Fe0 : C/Λ → C. Ma O(C/Λ) = C (C/Λ è compatto). Quindi Fe0 è costante e pertanto anche F 0 lo è. Sia F 0 = a. Si ha F(z) = az + b. Cristina Turrini SUPERFICI DI RIEMANN Sostituendo z = 0 nelle (?) si ottiene F(w1 ) = F(0) + α1,1 w01 + α1,2 w02 , F(w2 ) = F(0) + α2,1 w01 + α2,2 w02 . Ricordando che F(z) = az + b, si ricava aw1 = α1,1 w01 + α1,2 w02 , aw2 = α2,1 w01 + α2,2 w02 . Pertanto aw1 , aw2 ∈ Λ0 , e quindi aΛ ⊂ Λ0 . Riassumendo, si ha TEOREMA - Ogni applicazione olomorfa f : C/Λ → C/Λ0 tra tori complessi è indotta da un’applicazione : C → C del tipo z 7→ az + b, con a tale che aΛ ⊂ Λ0 , con a, b ∈ C. OSSERVAZIONE - In particolare, se Λ e Λ0 sono reticoli tali che non esiste a ∈ C∗ con aΛ ⊂ Λ0 , allora non esiste alcuna applicazione olomorfa non costante f : C/Λ → C/Λ0 . Pertanto esistono infiniti tori complessi non biolomorfi tra loro, cioè sul toro esistono infinite strutture complesse non equivalenti. Cristina Turrini SUPERFICI DI RIEMANN Divisori e gruppi di Picard D’ora in poi X denoterà sempre una superficie di Riemann compatta. Un divisore su X è un elemento D del gruppo abeliano libero Div(X) generato P dai punti di X, ovvero D è una somma formale D = p∈X np p, ove np ∈ Z, np = 0 salvo che per un numero finito di punti p. L’operazione di somma P P P in Div(X) è definita così p∈X np p + p∈X mp p = p∈X (np + mp )p. Sia f ∈ M(X)∗ = M(X) \ {0} una funzione meromorfa non identicamente nulla. Avevamo associato ad f in p ∈ X un intero νp (f ) e precisamente νp (f ) = h > 0, se f ha uno zero di ordine h in p, νp (f ) = −k < 0, se f ha uno polo di ordine k in p, νp (f ) = 0, altrimenti. Associamo ora ad Pf un divisore, il divisore della funzione meromorfa f , ovvero (f ) = p∈X νp (f )p ∈ Div(X). Si noti che la definizione di (f ) ha senso dal momento che f ha solo un numero finito di zeri e poli. Cristina Turrini SUPERFICI DI RIEMANN Si ottiene così un omomorfismo di gruppi δ : (M(X)∗ , ·) → (Div(X), +), f 7→ (f ). ∗ si ha Infatti, per P f , g ∈ M(X) P δ(fg) = p∈X νp (fg)p = p∈X (νp (f ) + νp (g))p = δ(f ) + δ(g). OSSERVAZIONE - Si ha ker(δ) = C∗ . Infatti se f ∈ ker(δ) allora δ(f ) = 0, cioè f non ha zeri e nemmeno poli, quindi f ∈ O(X)∗ = C∗ . Viceversa, ovviamente δ(cost) = 0. ESEMPI (di funzioni meromorfe su P1 e relativi divisori) 1) f (z) = z, z = z1 /z0 , δ(f ) = 1[0] − 1[∞] (con [−] si denota il punto di P1 .) Q P 2) f (z) = i=1,...,k (z − ai )ni ∈ C[z], con ni = d. Q ni P δ(f ) = ni [ai ] − d[∞] (per un polinomio f (z) = (z1z−ad ,i z0 ) 0 di grado d ∞ è un polo di ordine d.) Cristina Turrini SUPERFICI DI RIEMANN Q (z−ai ) Qi=1,...,k . j=1,...,h (z−bj) P P 3) f (z) = Posto n = ni , m = mj , si ha P P δ(f ) = ni [ai ] − mj [bj ] + (m − n)[∞] Il divisore di una funzione meromorfa viene detto divisore principale. L’insieme dei divisori principali è P(X) = δ(M(X)∗ ) ' M(X)∗ /C∗ . Due divisori D1 e D2 si dicono linearmente equivalenti se D1 − D2 ∈ P(X), ovvero se differiscono per una funzione meromorfa. Il gruppo quoziente Pic(X) = Div(X)/P(X) viene detto gruppo di Picard di X. P Dato un divisore D = np p, si dice grado di D l’intero P deg(D) = np . L’applicazione deg : Div(X) → Z è un omomorfismo suriettivo. Il nucleo di deg, ker(deg) = {D ∈ Div(X)|deg(D) = 0} viene denotato con Div0 (X). Cristina Turrini SUPERFICI DI RIEMANN Si ha P(X) ⊂ Div0 (X), Pinfatti il divisore di una funzione meromorfa f ha grado zero, poichè p∈X νp (f ) = 0. Allora si può considerare Pic0 (X) = Div0 (X)/P(X), gruppo delle classi di equivalenza lineare di divisori di grado 0. TEOREMA - Pic0 (X) = {0} se e solo se X = P1 . dimostrazione - Se Pic0 (X) = {0}, allora Div0 (X) = P(X). Pertanto, presi p, q ∈ X, esiste una funzione meromorfa il cui divisore è 1p − 1q ∈ Div0 (X). In particolare su X esiste una funzione meromorfa con un solo polo. Quindi X è biolomorfa a P1 . 0 Viceversa, dobbiamo mostrare che D ∈ P(X). Sia P dato D ∈ Div (X),P D= Q ni [ai ] + n∞ [∞], con ni + n∞ = 0. Definiamo f (z) = (z − ai )ni e F(z0 : z1 ) = Y (z1 − ai z0 )ni z0 d Cristina Turrini d= X ni = −n∞ . SUPERFICI DI RIEMANN Si ha δ(f ) = P ni [ai ] − d[∞] = P ni [ai ] + n∞ [∞] = D. Div(X) è un insieme P parzialmente P ordinato con la seguente relazione d’ordine. Se D = np p, D0 = mp p, si pone D ≥ D0 se e solo se ∀p, np ≥ mp . P Un divisore D tale che D ≥ 0 = 0p si dice effettivo. Un divisore D non effettivo viene detto virtuale. Cristina Turrini SUPERFICI DI RIEMANN Gli spazi di Riemann Roch P Sia D = np p ∈ Div(X). Si definisce spazio di Riemann Roch associato al divisore D, l’insieme L(D) = {f ∈ M(X)|(f ) + D ≥ 0} ∪ {0} Oltre alla funzione identicamente nulla, L(D) contiene le funzioni f tali che ∀p ∈ X, νp (f ) ≥ −np . OSSERVAZIONE - La richiesta νp (f ) ≥ −np per f in p equivale a f è olomorfa in p, se np = 0; f ha al più un polo di ordine np in p, se np > 0; f ha almeno uno zero di ordine −np in p, se np < 0. Ad esempio, per X = P1 , e D = 1[∞], si ha z ∈ L(D), infatti δ(z) = 1[0] − 1[∞]. Cristina Turrini SUPERFICI DI RIEMANN OSSERVAZIONE - νp ≥ −np se e solo se, in una carta centrata in p, si ha f = z1np h(z) con h olomorfa. Infatti νp (f ) = ν0 ( 1 1 h(z)) = ν0 ( np ) + ν0 (h) = −np + v0 (h) ≥ −np . n p z z OSSERVAZIONE - L(D) è uno spazio vettoriale complesso. P dimostrazione Sia D = np p. Se f , g ∈ L(D), λ, µ ∈ C, f = z1np h(z), g = z1np k(z), con h e k olomorfe, si ha λf + µg = z1np (λh(z) + µk(z)). In generale: νp (λf + µg) ≥ min{νp (f ), νp (g)}. OSSERVAZIONE - L(0) = C. Infatti L(0) = O(X) = C. Cristina Turrini SUPERFICI DI RIEMANN Si pone l(D) = dimL(D). Problema di Riemann Roch: determinare l(D). Se l(D) ≥ 2, allora esiste una funzione meromorfa non costante con (f ) ≥ −D. Ad esempio, quando D = np, n > 0, se l(D) ≥ 2, allora esiste una funzione meromorfa non costante avente come unica singolarità, al più, un polo di ordine n in p. OSSERVAZIONE - Siano D1 , D2 ∈ Div(X). Se D1 ≡ D2 , allora L(D1 ) ' L(D2 ), in particolare l(D1 ) = l(D2 ). dimostrazione - Se D1 ≡ D2 , allora esiste g ∈ M(X)∗ tale che (g) = D1 − D2 . Si può definire un’applicazione L(D1 ) → L(D2 ), così: f 7→ fg. Tale applicazione è ben definita: infatti f ∈ L(D1 ) se e solo se fg ∈ L(D2 ), in quanto (fg) + D2 = (f ) + (g) + D2 = (f ) + D1 . Inoltre è lineare, ed è anche un isomorfismo il cui inverso è dato dalla moltiplicazione per g−1 . Cristina Turrini SUPERFICI DI RIEMANN LEMMA - Sia X una superficie di Riemann compatta e D un divisore su X. i) se deg(D) < 0, allora l(D) = 0 (cioè L(D) = {0}); ii) se deg(D) = 0, allora o D ∈ P(X), nel qual caso l(D) = 1 (cioè L(D) = C), oppure D ∈ Div(X) \ P(X), nel qual caso l(D) = 0 (cioè L(D) = {0}). dimostrazione - i) Sia deg(D) < 0 e supponiamo per assurdo che esista una funzione f non identicamente nulla con f ∈ L(D), ossia con (f ) + D ≥ 0. In tal caso ovviamente si avrebbe deg((f ) + D) ≥ 0 (tutti i coefficienti del divisore sono ≥ 0) e quindi (dal momento che deg è un omomorfismo) sarebbe deg((f )) + deg(D) ≥ 0, ma questo è assurdo perchè deg((f )) = 0 e deg(D) < 0. ii) Sia deg(D) = 0. Se D è principale allora D ≡ 0 e pertanto L(D) ' L(0) = C. Sia allora D non principale. Se per assurdo esistesse una funzione f non identicamente nulla con f ∈ L(D), ossia con (f ) + D ≥ 0, si avrebbe necessariamente (f ) + D = 0. Infatti diversamente sarebbe def ((f ) + D) > 0 Cristina Turrini SUPERFICI DI RIEMANN e questo è assurdo in quanto deg((f )) = deg(D) = 0. Pertanto D = −(f ) = (f −1 ) ∈ P(X), assurdo. TEOREMA (di Riemann Roch nel caso di P1 . Se X = P1 , e D è un divisore su X, allora si ha a) l(D) = 0, se deg(D) < 0; b) l(D) = deg(D) + 1, se deg(D) ≥ 0. dimostrazione - I casi deg(D) ≤ 0 seguono dal Lemma precedente. Possiamo allora supporre deg(D) = n > 0. Osserviamo che si ha D ≡ n[∞], infatti D − n[∞] ha grado zero e Div0 (P1 ) = P(P∞ ). Basta allora dimostrare che su P1 si ha l(n[∞]) = n + 1. Ma L(n[∞]) = {f ∈ C[z]|deg(f ) ≤ n}. Infatti una funzione f ∈ M(P∞ ) non identicamente nulla appartiene a L(n[∞]) se ha un polo di ordine al più n in ∞. Cristina Turrini SUPERFICI DI RIEMANN